\\ Home Page : Articolo : Stampa
Il sistema bancario č inadeguato alle esigenze degli utenti e virtualmente sull’orlo del fallimento. Il destino dei nostri soldi č spesso affidato a documenti avvolti nella segretezza.
By Admins (from 29/03/2013 @ 03:05:20, in it - Osservatorio Globale, read 1478 times)

Agli inizi del 1997 sembra che i banchieri abbiano presentato ufficiosamente al Governo ed a tutti leader politici un dossier descritto come un’analisi in vista di Maastricht.

L’Europa unita in verità c’entra poco, il dossier è stato un grido d'allarme ed una disperata richiesta d'aiuto.
Le banche hanno chiesto forti agevolazioni fiscali, lo sgravio di oneri impropri e strumenti per tagliare il costo del lavoro anche al di là della cassa integrazione che dal punto di vista dei banchieri è considerata inutile.
La piattaforma di salvataggio chiesta dai banchieri si dovrebbe aggirare intorno a 10.000 miliardi di lire.
Stiamo in guardia perché dietro la falsa cortesia del banchiere in doppiopetto c’è un sistema non solo inefficiente e spesso arrogante con i clienti ma anche sembra virtualmente sull’orlo del fallimento.

Gli ultimi dati sono da brivido: i crediti in sofferenza di tutte le banche ammontano a circa 118 mila miliardi, se andrà bene, dopo anni di trafile giudiziarie, potranno esserne recuperati la metà.
Altri 48 mila miliardi rappresentano i crediti incagliati, cioè seriamente in pericolo.
In tutto sono 166 mila miliardi di lire in pericolo.
A fronte c’è il patrimonio delle banche: 180 mila miliardi di lire.
Il rischio sta per raggiungere il capitale.

E questi sono soltanto i dati ufficiali!

Oggi le banche sono come degli studi cinematografici: il cliente è intimorito da facciate imponenti ma dietro la cartapesta sbucano le erbacce mentre attori e comparse sono affaccendati intorno ai loro guai.
Questi guai si scaricano due volte sui cittadini: come contribuenti sono stati a ripianare i buchi del Banco di Napoli, come risparmiatori affrontano l’incertezza dei depositi, disservizi, angherie e ricatti come quello del direttore che minaccia il cliente di revocargli in tronco il fido se non aumenta la movimentazione (e quindi i costi) del conto corrente.
Le vessazioni iniziano dai tassi d’interesse, oggetto degli appelli del Capo del Governo, di politici ed industriali.
Tali appelli sono velleitari perché il Capo del Governo sa molto bene che se il costo del denaro scendesse a livelli europei, le banche dovrebbero sopportare un buco supplementare di diciottomila miliardi: sarebbe il crack!
Questo non significa negare lo scandalo.

La forbice tra i tassi medi pagati sui depositi e quelli pretesi per i prestiti è ancora di quasi cinque punti percentuali: quasi il doppio dell’inflazione!
Il costo medio del denaro in Italia è in media dell’11.54%, il più alto dell’Europa occidentale ed un imprenditore (al Sud è quasi norma) può pagare oltre il 20% per un prestito bancario.
Siamo sudditi altro che clienti!

Sapete cos’è l'anatocismo trimestrale"? E’ un’espressione oscura per definire un trucco: le banche addebitano ogni tre mesi gli interessi sugli scoperti, così il debitore si trova a pagare un interesse anche sull’interesse appena conteggiato.

Se molto prendono, ben poco le banche italiane sono disposte a dare ed infatti vantano un altro record negativo: il basso rendimento delle obbligazioni che emettono.

Negli USA le banche spesso pagano tassi più alti rispetto ai bonds federali, da noi no.
Spesso è usata l’argomentazione che i titoli di Stato possono essere congelati mentre le obbligazioni bancarie sono garantite dal sistema bancario, come se questo in verità fosse meno inguaiato delle casse statali !
Le banche, sempre protette dall’ombrello della politica e della Banca d’Italia, sono abituate a fare i bilanci lucrando sui tassi d’interesse e dimenticando i costi, ignorando la concorrenza.

L’arrivo della concorrenza straniera sta cambiando lo stato di fatto, i costi delle banche tedesche e francesi arrivano all’1,5% delle attività quelli delle italiane arrivano al 2,5%.
Il costo del lavoro per ogni bancario dovrebbe calare da 110 ad 87 milioni di lire all’anno.

Dei 354.000 dipendenti almeno 30.000 sono in esubero.
Gli sportelli hanno raggiunto il record di 22.450 e tra le due cose c’è un nesso: per sistemare il personale in eccesso le banche hanno attuato una politica insensata di moltiplicazione degli sportelli.Il problema non è soltanto quello degli esuberi, c’è un intero ceto di funzionari e dirigenti che ha fatto carriera con la lottizzazione.
Lo scambio con la politica è tra le cause principali delle sofferenze, il male che si è mangiato il Sud e le sue banche.

La Banca di Roma denuncia sofferenze per oltre 6.000 miliardi di lire ed oltre 3.000 miliardi di lire in partite incagliate.

La somma è più o meno pari al suo patrimonio.
La banca, nata da una complicata fusione tra Cassa di Risparmio di Roma, Banco di Roma e Santo Spirito, pilotata dall’IRI di Prodi e sponsorizzata da Giulio Andreotti sta digerendo a fatica altri bocconi: la Banca Mediterranea, l’Interbanca e la Banca Nazionale dell’Agricoltura.
Stanno lasciando il gruppo circa 1.500 dipendenti ed altrettanti se ne potrebbero andare se il governo accettasse le richieste dei banchieri in merito ai prepensionamenti.

Anche la CARIPLO riesce a malapena a chiudere i conti in utile, zavorrata da sofferenze e perdite delle casse acquisite in Puglia e Calabria.
Il potente San Paolo di Torino presenta circa 6.000 miliardi di sofferenze a fronte di 9.000 miliardi di patrimonio.

La prima banca italiana per affidabilità è considerata l'I.M.I.: figura all’ottantatreesimo posto nel mondo !

Fonte: associttadini.org