\\ Home Page : Articolo : Stampa
Universita', solo 15 atenei italiani tra i primi 500 al mondo.
By Admin (from 18/10/2010 @ 08:00:38, in it - Scienze e Societa, read 3083 times)

La compagnia QS ha redatto anche per il 2010 la singolare classifica delle migliori università al mondo. Confermato il predominio anglosassone, in particolare americano (tra le prime 20 ben 14 sono college Usa), mentre al primo posto, a sorpresa, la britannica University of Cambridge ha scalzato Harvard dalla vetta.

 

Una rimonta cominciata tre anni fa, quando era dietro perfino a Yale (ora terza): un successo tutto inglese, anche perché la QS è una compagnia di ricerca con base negli States.

 

Oxford è solo sesta, superata anche dal Massachusetts Institute of Technology, mentre si mantiene salda in quarta posizione la University College di Londra.

 

La classifica, che a causa delle poco velate tendenze filoamericane è spesso stata critica, ci mostra la prima asiatica al 23mo posto, la University of Hong Kong, davanti alla doppietta giapponese delle università di Tokyo e Kyoto. L’Ecole Normale Superieure di Parigi si mantiene al limite della 30ma posizione, mentre deludono gli atenei russi: il primo, il Lomonosov di Mosca è al 90mo posto, superato dai ‘rivali’ coreani, cinesi e perfino dal college di Auckland in Nuova Zelanda.

 

La prima università europea è lo Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo, che offre comunque corsi di laurea esclusivamente in inglese con partecipazioni di docenti provenienti soprattutto da oltre oceano.

 

L’Italia, nonostante il grave taglio dei fondi, non se la cava male: nelle prime 500 università al mondo ben 15 sono italiane, con due new entry. Le novità sono la Statale di Milano e l’ateneo di Torino. Gran balzo in avanti dell’Università di Padova, che ‘sorpassa’ il Politecnico di Milano.

In quelle che contano però, le prime 200 al mondo, di italiane ne troviamo soltanto due: l’Università di Bologna (che ha perso due posizioni) e La Sapienza di Roma (che ne ha guadagnate una decina).

 

La classifica tiene conto di vari fattori, come la qualità della ricerca e dello staff, quando e dopo quanto trovano lavoro i laureati, gli investimenti nazionali ed esteri, le citazioni internazionali che l’accademia ottiene. Per stilare la graduatoria 2010 sono stati ascoltati quasi 15mila dipendenti universitari e circa un migliaio di rettori.

 

I primi commenti, tra cui quello di Alessandra Migliozzi sul quotidiano Il Mattino, sono stati fondamentalmente critici verso i tagli alla ricerca e ai fondi; al contrario, nei confronti delle nostre accademie e università c’è stato una quasi unanime lode. “Nel complesso la maggior parte degli atenei italiani – spiega la Migliozzi, esperta e studiosa di settore – nonostante il sempre minore afflusso di risorse pubbliche e la mancanza di una riforma di sistema, rimasta solo sulla carta, sono riusciti nell’anno nero dei fondi tagliati a migliorare le loro prestazioni”. 

 

Fonte: voceditalia.it - Autore: Alessandro Gatta