Immagine
 Trilingual World Observatory: italiano, english, română. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

In the long term the technology could be used by customers to design many different products themselves -- tailor-made to their needs and preferences.

Using new digital technology the printer allows you to create your own designs on a computer and reproduce them physically in three dimensional form in chocolate.

The project is funded as part of the Research Council UK Cross-Research Council Programme -- Digital Economy and is managed by the Engineering and Physical Sciences Research Council (EPSRC) on behalf of ESRC, AHRC and MRC. It is being led by the University of Exeter in collaboration with the University of Brunel and software developer Delcam.

3-D printing is a technology where a three dimensional object is created by building up successive layers of material. The technology is already used in industry to produce plastic and metal products but this is the first time the principles have been applied to chocolate.

The research has presented many challenges. Chocolate is not an easy material to work with because it requires accurate heating and cooling cycles. These variables then have to be integrated with the correct flow rates for the 3-D printing process. Researchers overcame these difficulties with the development of new temperature and heating control systems.

Research leader Dr Liang Hao, at the University of Exeter, said: "What makes this technology special is that users will be able to design and make their own products. In the long term it could be developed to help consumers custom- design many products from different materials but we've started with chocolate as it is readily available, low cost and non-hazardous. There is also no wastage as any unused or spoiled material can be eaten of course! From reproducing the shape of a child's favourite toy to a friend's face, the possibilities are endless and only limited by our creativity."

A consumer- friendly interface to design the chocolate objects is also in development. Researchers hope that an online retail business will host a website for users to upload their chocolate designs for 3-D printing and delivery.

Designs need not start from scratch, the web- based utility will also allow users to see designs created by others to modify for their own use.

Dr Hao added: "In future this kind of technology will allow people to produce and design many other products such as jewellery or household goods. Eventually we may see many mass produced products replaced by unique designs created by the customer."

EPSRC Chief Executive Professor Dave Delpy said: "This is an imaginative application of two developing technologies and a good example of how creative research can be applied to create new manufacturing and retail ideas. By combining developments in engineering with the commercial potential of the digital economy we can see a glimpse into the future of new markets -- creating new jobs and, in this case, sweet business opportunities."

Source: ScienceDaily

Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

Tra i milioni di malware che girano online, ve ne è uno che non solo potrebbe danneggiare il computer, ma l’intera Rete. Si Chiama Conficker, è capace di aggiornarsi da solo e di sfruttare le risorse del computer senza il nostro permesso. E ha già infettato 12 milioni di terminali.

“ Conficker può entrare nel sistema operativo del computer, prendendone completamente il controllo, e creare così una rete di moltissimi computer che lavorano come uno solo”. Le parole sono dello scrittore Mark Bowden, intervistato questa settimana durante il programma radiofonico Fresh air, in onda sulle frequenze della National Public Radio statunitense, e autore del libro Worm: The First Digital World War. Libro che lancia un vero e proprio allarme.

Il worm, criptato, plasma infatti un botnet, una rete di computer (che in gergo si chiamano appunto bot, o più didascalicamente, zombie) collegati a Internet e controllati da un'unica macchina, il botmaster. L’epidemia è cominciata nell'ottobre 2008, ma chi vi sia dietro è ancora un mistero, tanto che Microsoft ha messo una taglia sul responsabile (o sui responsabili) di addirittura 250mila dollari.

Quel che è certo è che con una potenza informatica di questa portata si può fare quasi tutto: come spiega lo scrittore nel suo libro (e come riporta anche Npr), è possibile non solo rubare password di account e conti online, ma anche controllare banche, sistemi di telefonia, traffico aereo. Ma, soprattutto, un botnet così ampio può agire su Internet: può spegnere la Rete in larghe porzioni del pianeta, se non addirittura ovunque. Un interruttore che potrebbe tornare utile a qualcuno in tempi di rivolte e guerre civili, come è successo recentemente nel Nord Africa.

Una vera e propria arma dunque, potente ma ancora mai usata. “ Con uno strumento del genere, formato da migliaia di computer che lavorano all'unisono, non c'è sistema di sicurezza commerciale che non possa essere crackato”, ha aggiunto Bowden: “ Ma dire che la creazione stessa di un botnet sia un'attività criminale è azzardato: è come dire che un trapano è un'arma perché potrebbe essere usato per una rapina in banca. Non è lo strumento in sé ad essere pericoloso, ma l'uso che se ne fa”.

Dopo la sua scoperta nel 2008, si è comunque creato un gruppo di esperti di sicurezza - volontari che si fanno chiamare Conficker Working Group - impegnato a studiare come funziona il worm e a mettere in piedi un programma di contro attacco, viste le conseguenze che il suo uso potrebbe avere.

Ma perché non sono i governi e le istituzioni ad occuparsi del problema? Perché sembra, riferisce questo gruppo di esperti, che al loro interno non vi sia alcuno capace di comprendere cosa questo virus potrebbe fare.

“ I volontari hanno provato anche a contattare la National Security Agency (Nsa) statunitense e il Pentagono, per capire se queste istituzioni erano disposte a prestare i loro computer per la causa”, ha spiegato lo scrittore alla radio.

" Ma quello che hanno scoperto è che all'interno del governo nessuno capiva cosa stesse succedendo: il livello di cyberintelligenza era bassissimo, anche in quelle agenzie che dovrebbero essere in grado di proteggerci. Ma non solo sono incapaci di occuparsi di Conficker, ma addirittura hanno difficoltà a capire cosa sia”.

Per fortuna, il creatore del worm non sembrerebbe, per ora, volerlo usare come arma; forse il suo scopo criminale è solo quello di fare soldi. Ma il gruppo di esperti mette in guardia: Conficker potrebbe essere usato in qualsiasi momento in maniera distruttiva, soprattutto perché ogni giorno infetta nuovi computer, compresi quelli di Fbi, lo stesso Pentagono e grandi organizzazioni.

E pensare che Microsoft aveva rilasciato, già nel mese in cui il virus apparve per la prima volta, un aggiornamento capace di proteggere qualsiasi computer dal malware. Una soluzione facile. Se solo i responsabili della sicurezza informatica delle agenzie che dovrebbero proteggerci sapessero usarla.

Fonte: daily.wired.it

Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

Prolog

Iată-ne aici. Bună seara si bine ati venit.

Ne aflăm la teatru, sunt un actor, dar nu stiu dacă ceea ce vă voi povesti în această seară e teatru. A fost o conferintă: acum nu mai este. E un fel de documentar. Dar suntem însă la teatru... E un documentar teatral! Îmi place... documentar teatral...

Începem!

SV40.

SV40 e un virus al maimutelor. “V” e pentru virus, “S” pentru “simian”, “al maimutelor” în engleză, “40” pentru că în 1960, când a fost descoperit, era al 40-lea virus al maimutelor a fi identificat.

Unii spun că este cancerigen, că provoacă cancer. Cu sigurantă este canceros pentru hamsteri: testele de laborator au confirmat. Dar nouă ce ne pasă? Vreau să zic, bietele maimute, sărmanii cobai, dar pe noi umanii ce ne interesează să stim dacă SV40 e cancerigen sau nu? Ar trebui să ne pese, deoarece majoritatea milioanelor de vaccinuri antipolio produse între 1954 si 1963, erau contaminate cu acest virus al maimutelor. Deci este important a sti dacă SV40 e cancerigen sau nu.

Dar nu vom vorbi despre asta. Ne vom ocupa de SIDA. Originea Răului. Povestea unei controversate teorii asupra originii SIDA. SIDA este boala provocată de HIV. Si HIV e un virus al maimutelor. Nu cumva HIV, ca si SV40, a trecut de la maimute la om, prin intermediul vaccinurilor antipolio?

Dar să începem cu începutul…

 

Capitolul Întâi: poliomielita

Ce este poliomielita?

E de ajuns să despărtim cuvântul: Itis = inflamatie, myelos = materie, Polio = cenusiu. Inflamatia materiei cenusii din măduva spinării. Este boala provocată de virusul poliomielitei.

Iată pe scurt, cum actionează virusul poliomielitei: virusul intră pe gură, coboară, ajunge la intestin, dă două săptămâni de febră si după ce iese rămânem imuni pentru toată viata. Sistemul nostru imunitar dezvoltă anticorpii lăsându-se păcălit o singură dată. Astfel se întâmplă în 99% din cazuri. La 1% din cazuri, însă, virusul pătrunde prin gură, coboară, ajunge la intestin, de la intestin trece la sânge si în circulatie, ajunge la măduvă unde începe să se înmultească si să facă daune. Astfel poate paraliza un picior, picioarele... când virusul întrerupe legătura dintre măduvă si muschiul diafragmei, se moare sufocati.

Nu ati mai auzit? Totusi toti, inclusiv eu, am fost vaccinati împotriva virusului poliomielitei. Poliomielita era cosmarul bunicilor nostri... vreo amintire: cu sigurantă vă amintiti de Heidi? (fredonează cântecul) Heidi avea o prietenă. Cum se numea amica lui Heidi? …Clara, Claretta… Ce problemă avea Claretta? Era paralizată, pe un scaun cu rotile, dar de ce? Din cauza poliomielitei! Alt exemplu: ati văzut cu totii filmul Forrest Gump? Forrest, de mic are în jurul picioarelor o structură metalică de sustinere, fiind lovit de... poliomielită!

Si un alt film, un film de război: Pearl Harbour? La un moment dat presedintele, se ridică în picioare cu mare efort urlând: “Nu-mi spuneti mie că nu se poate face!” Acel presedinte, Franklin Delano Roosevelt, poate unul dintre cei mai mari presedinti ai Statelor Unite, unicul ales tocmai de patru ori, în tinerete fusese lovit de poliomielită! E adevărat! Franklin Delano Roosevelt si lupta împotriva poliomielitei: avea prioritate si în proiectele sale politice!

Si plămânii de otel? Vi-i amintiti? Acele mari tuburi de otel în care se introduceau persoanele si care comprimau si decomprimau aerul pentru a face ceea ce diafragma nu mai reusea să realizeze. O viată închisi într-un cilindru. Acest lucru nu se întâmpla în Evul Mediu, ci acum cincizeci de ani!

Dar povestea luptei împotriva poliomielitei reprezintă exemplul hotărârii unei întregi natiuni, Statele Unite, în fata problemelor: focalizarea si concentrarea resurselor; o combinatie între politică si progres stiintific. Si după ani de cercetare si investitii soseste solutia problemelor, obtinută la sfârsitul anilor cincizeci cu realizarea vaccinurilor Salk si mai apoi Sabin, care au eradicat complet poliomielita din tările dezvoltate si se speră în curând de pe toate continentele.

Originea Răului - Istoria unei controversate teorii despre originea SIDA. Un documentar teatral de Christian Biasco - Traducerea si adaptarea: Radu Trofin

VA URMA ... LEGATURA AICI

Articolo (p)Link Commenti Commenti (1)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

By introducing silver or copper into the steel surface (rather than coating it on to the surface), the researchers have developed a technique that not only kills bacteria but is very hard and resistant to wear and tear during cleaning.

Bacteria resistant surfaces could be used in hospitals to prevent the spread of superbug infections on stainless steels surfaces, as well as in medical equipment, for example, instruments and implants. They would also be of use to the food industry and in domestic kitchens.

The team has developed a novel surface alloying technology using Active Screen Plasma (ASP) with a purpose designed composite or hybrid metal screen. The combined sputtering, back-deposition and diffusion allows the introduction of silver into a stainless steel surface, along with nitrogen and carbon. The silver acts as the bacteria killing agent and the nitrogen and carbon make the stainless steel much harder and durable.

The researchers replicated the cleaning process for medical instruments in hospitals. After cleaning the treated instruments 120 times they found that the antibacterial properties of the stainless steel were still intact and the surface still resistant to wear.

Hanshan Dong, Professor of Surface Engineering at the University of Birmingham and lead investigator, said: ‘Previous attempts to make stainless steel resistant to bacteria have not been successful as these have involved coatings which are too soft and not hard-wearing. Thin antibacterial coatings can be easily worn down when interacting with other surfaces, which leads to a low durability of the antibacterial surface. Our technique means that we avoid coating the surface, instead we modify the top layers of the surface.’

Professor Dong’s team are confident that this technique could be used in the manufacturing of stainless steel products as they are already able to surface engineer items of up to two metres x two metres in the laboratory.

Source: PhysOrg

Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

3 ottobre 2011: qualcuno passa per il 1519 Connecticut Avenue, a Washington D.C., scatta una foto con lo smartphone e la invia online direttamente alla stampante wireless di un amico che si trova ad Anacostia, a una dozzina di chilometri di distanza. La macchina si attiva ed ecco l’immagine in Hd. Tempo totale: una manciata di secondi.

Ora torniamo indietro, esattamente a 89 anni fa. 3 ottobre 1922: qualcuno è seduto davanti al proprio telefono, al 1519 Connecticut Avenue di Washington D.C; sceglie una delle bellissime fotografie (in bianco e nero, ovviamente) che ha davanti a sé, e la manda via fax alla Navy Radio Station, (Nof) di Anacostia. Lì, gli ufficiali della Marina statunitense ricevono e ritrasmettono via radio i segnali. Questi vengono captati al 5502 Sixteenth Street N.W. (sempre a Washington), e vengono registrati su una lastra fotografica. Tempo totale: un po’ di più di una manciata di secondi. Ma che importa, da quel momento le immagini potevano viaggiare nell’etere: stavano per arrivare i radiofax (cliccare qui per sentirne il tipico suono).

Charles Francis Jenkins La master copy nello scanner Il radio facsimile riceve

Il qualcuno del 2011 potrebbe essere ognuno di noi, quello del 1922, invece, non poteva che essere Charles Francis Jenkins, tra i pionieri della trasmissione radio di immagini nonché della televisione (fondò la prima stazione americana, la W3XK). Quella di cui abbiamo parlato è in effetti una delle prime (sebbene non la prima) trasmissioni wireless di un’immagine. E, in ogni caso, la prima dimostrazione ufficiale negli Stati Uniti.

Non si trovano molti documenti che testimonino questo evento in giro per la Rete, ma uno basta e avanza: il libro Vision By Radio, radio Photographs, Radio Photograms, scritto dalla mano dello stesso Jenkins, nel 1925. Il testo si apre in un modo che ricorda i comunicati stampa di una qualche azienda hi-tech di oggi: “ Il rapido sviluppo di macchine per la trasmissione delle fotografie via filo e via radio è adesso molto atteso, perché il pubblico è pronto”. 

“L’autore - prosegue il libro, in cui si parla in terza persona - si aspetta di vedere molto presto i radioamatori utilizzare flash di luce e penne elettroniche al posto delle cuffie”. Jenkins era infatti convinto che l’applicazione di numerose idee per il controllo della luce a distanza fosse imminente nell’elettronica, motivo per cui scriveva quel testo: per aiutare gli ingegneri a sviluppare in fretta i migliori congegni.

Così è stato, e anche il radiofax (o Hf Fax, o radio facsimile, o weatherfax) conobbe il suo momento di gloria. A sfruttarlo, però, è stata soprattutto la Marina militare e gli istituti meteorologici: le frequenze radio sono infatti state usate soprattutto per inviare e ricevere le carte del tempo e delle previsioni. La prima trasmissione di una carta meteorologica è del 1926, inviata da Jenkins agli ufficiali Navy.

Fonte: daily.wired.it

Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

O bacterie modificată genetic ar putea transforma butanolul într-un biocombustibil atât de ieftin, încât să intre în competitie cu etanolul. Intervenind într-un proces metabolic foarte eficient, cercetătorii de la Universitatea Rice, SUA, au modificat o tulpină de E.coli astfel încât aceasta să transforme zaharurile în butanol de zece ori mai eficient decât orice alt organism asemănător.

Bacteriile modificate genetic – „fabricile” de combustibil ale viitorului

Butanolul, care este fabricat în mod obisnuit prin fermentarea zaharurilor, produce mai multă energie pe unitatea de volum decât etanolul si, spre deosebire de acesta, poate fi transportat prin conductele de petrol existente.

Numeroase companii încearcă să comercializeze în prezent biobutanol, incluzând unele care caută să adapteze instalatiile de producere a etanolului. Cu toate acestea, bacteriile folosite în mod obisnuit pentru producerea butanolului nu îl tolerează foarte bine, astfel încât se pot produce doar cantităti mici de butanol.

Dacă în urma procesului de fermentatie se obtine entanol cu un randament de peste 10%, butanolul se obtine în cantitati mult mai mici: 1-2%, sustine Jonathan Mielenez, un specialist de la Laboratorul National Oak Ridge, SUA.

Noua E.coli produsă la Universitatea Rice actionează însă mai repede decât alte microorganisme producătoare de combustibili si produce de cinci până la zece ori mai mult combustibil din aceeasi cantitatea de zaharuri. Asta înseamnă că are nevoie de mai putină materie primă si poate fi cultivată în recipiente mai mici, costurile fiind astfel mai scăzute.

Ramon Gonzalez, chimist si inginer în biologia moleculară, sustine că numeroase companii si-au arătat interesul fată de această tehnologie si speră să o vadă pe piată în următorii trei ani.

Cobalt Biofuels, o companie cu sediul în Montainview, California, a utilizat bacterii din genul Clostridium pentru a descompune materia vegetală si a transforma zaharurile într-un amestec de butanol, acetonă si etanol.

Gevo, o companie din Englewood, Colorado, lucrează cu bacteria E.coli, modificată astfel încât anumiti produsi celulari, în mod obisnuit folositi de celulă pentru sintetizarea aminoacizilor, să fie utilizati pentru a produce alcool.

Gonzalez a prezentat, împreună cu colegii, săi noua lor abordare si a publicat documentul în jurnalul online Nature.
Cercetătorii au exploatat o cale prin care microorganismele descompun acizii grasi pentru a genera energie. Ei au modificat aproximativ o duzină de gene ale bacteriei E.coli pentru a inversa procesul beta-oxidării, astfel încât bacteria să producă acizi grasi.

Metoda este mai eficientă deoarece adaugă doi atomi de carbon dintr-o dată, în loc să adauge doar câte unul, pentru a se forma molecule de hidrocarburi, printr-un mecanism care nu necesită energie.

Prin manipularea selectivă a genelor, cercetătorii pot "programa" microbii pentru a sintetiza diferite alte substante chimice si combustibili. Astfel, în plus fată de butanol, bacteria poate produce diversi acizi grasi utili, în loc ca acestia să fie obtinuti din grăsimi animale si vegetale.

Deoarece beta-oxidarea este întâlnită la aproximativ toate organismele, aceste mecanism ar putea fi modificat si în cazul unor drojdii sau alge, fapt ce va veni în ajutorul multor companii care doresc să adopte această tehnologie, sustine Gonzalez. El studiază modificarea diferitelor organisme cu scopul de a face procesul mai ieftin si mai eficient. Drojdia, de exemplu, este mai tolerantă fată de butanol si etanol, însă E.coli creste mai repede.

Cu toate acestea, toate procesele de creare a biobutanolului se confruntă cu o mare dificultate: în cele din urmă, va fi necesar să se treacă de la utilizarea unor plante precum porumbul, trestia de zahăr, sfecla de zahăr (cu continut mare de zaharuri) la folosirea biomasei celulozice, a cărei transformare în combustibili este mai costisitoare.

Sursa: Technology Review - via decopera.ro

Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

The batteries in a standard pacemaker, for instance, are said to last for about eight years - after that, surgery is required to access the device. Implants such as heart pumps are often powered by batteries that can be recharged from outside the body, but these require a power cord that protrudes through the patient's skin, and that keeps them from being able to swim or bathe. Now, however, scientists at Germany's University of Freiburg are developing biological fuel cells, that could draw power for implants from the patient's own blood sugar.

The research team is being led by Dr. Sven Kerzenmacher, of Freiburg's Department of Microsystems Engineering. They are looking into the use noble metal catalysts, such as platinum, to trigger a continuous electrochemical reaction between glucose in the blood and oxygen from the surrounding tissue fluid. The use of platinum (or a similar metal) would be ideal, as the material exhibits long-term stability, it can be sterilized, and electrodes made from it wouldn't be sensitive to unwanted chemical reactions, including hydrolysis and oxidation.

The Freiburg scientists are ultimately hoping that the surfaces of implants could be covered with a thin coating of the fuel cells, which would then power the devices indefinitely.

Source: GizMag - via ZeitNews.org

Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

Per anni, è sembrato impossibile persino definire che cosa fosse esattamente, la coscienza. Figurarsi misurarla con un macchinario. Grazie agli studi di Giulio Tononi, neuroscienziato trentino da anni all'Università del Wisconsin (Usa), e Marcello Massimini, dell'Università di Milano, il mistero dei misteri inizia a essere decifrato. I ricercatori hanno sviluppato un macchinario che permette di registrare il grado di coscienza di una persona. Una sorta di coscienziometro che segna valori prossimi allo zero nei casi di assenza o di minima coscienza, durante il sonno, l'anestesia totale o alcuni casi di coma, fino a valori del 100 per cento, quando siamo svegli, vigili e dotati della piena capacità di pensiero.

“ Abbiamo sottoposto una serie di pazienti a stimolazione magnetica transcranica, uno strumento che induce brevi correnti elettriche nella corteccia cerebrale, e abbiamo analizzato le risposte neuronali con elettroencefalografia ad alta definizione”, ci spiega Tononi, che ha presentato i suoi studi a Venezia, nel corso del convegno della Fondazione Veronesi The Future of Science dedicato quest'anno proprio alle meraviglie della mente. “ Quando una persona è cosciente, il suo cervello reagisce agli stimoli con numerosi stati di attivazione dei neuroni che propagano l'informazione da una parte all'altra della corteccia cerebrale in poche frazioni di secondo. Abbiamo ripetuto l'esperimento mezz'ora dopo che il soggetto si è addormentato e abbiamo osservato che lo stesso stimolo produce un effetto completamente diverso" . Continua Tononi: " Nonostante la corteccia sia ancora attiva, la comunicazione tra i neuroni è assente. È stata la dimostrazione sperimentale che nel sonno senza sogni c'è una disintegrazione della risposta della coscienza, mentre nella fase del sonno Rem si ritorna a valori alti, simili a quelli della veglia”.

Il coscienziometro sviluppata da Tononi e i suoi colleghi si basa sulla cosiddetta teoria dell'informazione integrata che permette di spiegare cos'è la coscienza. “ Ovvero, - esplicita Tononi -  quella cosa che svanisce ogni sera quando cadiamo in un sonno senza sogni, riaffiora nei sogni e si ripresenta appieno al mattino quando ci svegliamo. La coscienza è sinonimo di esperienza, è la capacità di pensare, di vedere il mondo, le luci, le forme e i colori, di sentire i suoni, di provare gioia e sofferenza, è l'essenza di tutto ciò che siamo”. Qualcosa che nessun computer, per quanto sofisticato, può provare.

A brain floating in a liquid-filled glass jar. Yellowing of the handwritten labels on the jar give the object an antique appearance.

Cervello di uno scimpanzé

Secondo la teoria dell'informazione integrata, la coscienza non ha una sede ben precisa. “ Sappiamo però che certe strutture cerebrali sono fondamentali per la coscienza e altre no. Il cervelletto ha circa 50 miliardi di neuroni, molti di più dei circa 20 miliardi della corteccia cerebrale. Eppure, bloccando il cervelletto, si preserva la coscienza, mentre alterando la corteccia no”.

La chiave della coscienza sta quindi tutta qui: nell'intricatissimo groviglio di neuroni della corteccia, nell'enorme quantità di informazioni che questa recepisce e nel modo in cui queste sono elaborate e integrate tra loro. “ La coscienza si materializza nella comunicazione tra le diverse aree della corteccia cerebrale. Coincide, cioè, con la capacità del sistema di scambiare informazioni”, specifica Tononi.

Gli studi di Tononi aprono per la prima volta prospettive nuove e affascinanti. Sarà possibile indagare il cervello di malati di Alzheimer in stadio avanzato, scrutare cosa realmente percepisce un paziente in coma o in stato vegetativo e rispondere a grandi interrogativi rimasti finora senza risposta. Per esempio, c'è coscienza nei feti? E negli animali? Sarà possibile avere una macchina cosciente? Presto lo scopriremo.

Fonte: daily.wired.it - Licenza Creative Commons

Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

53.457.258 minuti. Questo è il tempo dedicato gli utenti su Facebook nel solo mese di Maggio. Uno dei tanti primati dell'universo dei social network fotografati da Nielsen attraverso il rapporto State of the Media: The Social Media Report.

Proprio in concomitanza con la Social Media Week, in corso anche a Milano,  gli analisti della multinazionale olandese hanno registrato l’ennesimo primato di Facebook. Il sito di Mark Zuckerberg, ha raggiunto, negli Stati Uniti, picchi di oltre 140 milioni di visitatori unici. Al secondo posto si trova la blogosfera, con più di 50 milioni, mentre la medaglia di bronzo se la aggiudica Twitter, grazie ai suoi 23 milioni di cinguettatori unici giornalieri. Ai piedi del podio (e intorno ai 20 milioni di contatti) si piazzano invece WordPress, MySpace e LinkedIn, mentre tra gli emergenti troviamo Tumblr, che è stato in grado di triplicare il proprio pubblico in un solo anno. Dati insomma che rivelano, ancora una volta, come per la maggior parte degli internauti le parole social network e Internet stiano diventando sempre più veri e propri sinonimi. Su un campione di 10 mercati globali, gli spazi social sono infatti la destinazione preferita, e rappresentano la maggior parte del tempo speso online arrivando a raggiungere il 60% di tutti gli utenti attivi. Indicatori così importanti da diventare anche casse di risonanza per fenomeni ancora più ampi, dalla Primavera Araba, all’ elezione del Partito dei Pirati in Germania.

E in Italia? Sempre secondo Nielsen, gli italiani trascorrono circa un terzo del loro tempo online (il 31% per la precisione) attaccati ai social network. Una crescita amplificata anche dall’uso sempre più frequente di connessioni internet mobile. Il trend piace anche agli economisti, visto che il 70% degli adulti attivi sui social ama fare acquisti online (il 12% in più dell’utente adulto Internet medio). Il lato consumatore tuttavia non è l’unico indicatore col segno più. Anche sul fronte dell’impiego Facebook è in rialzo, avendo contribuito a creare circa 182 mila posti di lavoro e un indotto di oltre 12 miliardi di dollari nell’economia degli Stati Uniti nel giro degli ultimi 12 mesi. Come? Soprattutto attraverso il download di oltre 20 milioni di applicazioni al giorno effettuato dai 750 milioni di persone che Zuckerberg conta sparse per il mondo. Una nazione, anche dal punto di vista del Pil, di tutto rispetto.

Fonte: wired.it

Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
By Admin (from 02/12/2011 @ 11:06:38, in ro - TV Network, read 2116 times)

Populatia de delfini Irrawaddy din râul Mekong prezintă un mare risc de disparitie, anuntă organizatia WWF, estimându-se că mai există doar 85 de exemplare în viată. Prinderea delfinilor în plasele de pescuit si mortalitatea ridicată în rândul puilor fac foarte probabilă extinctia acestei specii.

Dispar delfinii Irrawaddy: mai trăiesc doar 85 de exemplare! (VIDEO)

Uneltele de pescuit, în special năvodul, dar si metodele ilegale de pescuit, care implică exploziile, otrava si electricitatea, au contribuit la declinul populatiei de delfini, sugerează un studiu realizat între 2007 si 2010.

"Dovezile demonstrează că foarte putine animale ajung la maturitate, iar delfinii bătrâni care mor nu pot fi înlocuiti", sustine Li Lifeng, directorul programului WWF dedicat conservării faunei din râuri.

Delfinii Irrawaddy trăiesc într-o portiune de 190 de kilometri a râului Mekong, între Kratie, Cambodgia si cascada Khone, care se află la granita cu Laos.

Cercetările demonstrează că populatia de delfini ce trăieste bazinul de apă format la granita dintre Cambodgia si Laos este extrem de redusă, numărând doar sapte sau opt indivizi, în ciuda faptului că delfinii Irrawaddy sunt protejati prin lege în ambele tări.

WWF cere Cambodgiei să stabilească un cadru juridic clar pentru protectia delfinilor, inclusiv măsuri de interzicere a năvoadelor folosite de pescarii din zonă, care duc la moartea a multor delfini.

Pe vremuri, acesti delfini se găseau în întreaga deltă a fluviului Mekong din Vietnam, până în Tonle Sap în Cambodgia si în afluentii din Laos ai acestui fluviu. Cu timpul au dispărut, fiind împuscati de către soldati, care îi vânau pentru uleiul pretios ce se putea obtine din trupul acestora.

În prezent, acesti delfini se mai găsesc doar în zonele de coastă a Asiei de sud si de sud-est si în trei râuri: Mekong, Ayeyarwady din Burma si Mahakam din Borneo.

Sursa: The Guardian

Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
Ci sono 4577 persone collegate

< aprile 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
         
             

Titolo
en - Global Observatory (605)
en - Science and Society (594)
en - Video Alert (346)
it - Osservatorio Globale (503)
it - Scienze e Societa (555)
it - Video Alerta (132)
ro - Observator Global (399)
ro - Stiinta si Societate (467)
ro - TV Network (143)
z - Games Giochi Jocuri (68)

Catalogati per mese - Filed by month - Arhivate pe luni:

Gli interventi piů cliccati

Ultimi commenti - Last comments - Ultimele comentarii:
Now Colorado is one love, I'm already packing suitcases;)
14/01/2018 @ 16:07:36
By Napasechnik
Nice read, I just passed this onto a friend who was doing some research on that. And he just bought me lunch since I found it for him smile So let me rephrase that Thank you for lunch! Whenever you ha...
21/11/2016 @ 09:41:39
By Anonimo
I am not sure where you are getting your info, but great topic. I needs to spend some time learning much more or understanding more. Thanks for fantastic information I was looking for this info for my...
21/11/2016 @ 09:40:41
By Anonimo


Titolo





19/04/2024 @ 04:01:19
script eseguito in 829 ms