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 Trilingual World Observatory: italiano, english, română. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 06/01/2011 @ 10:00:02, in ro - Stiinta si Societate, read 1902 times)

 Celebrul film care face inconjurul planetei, impunand imaginea de erou a bizarului om-liliac, este un science-fiction numai in ce priveste productia cinematografica. Adevaratele inceputuri ale justitiarului mascat se deruleaza aievea, chiar in zilele noastre si nu intr-un neverosimil (inca) Gotham City, ci in apropierea orasului german München, in conceptia „parintelui” sau, inventatorul Alban Geissler si incarnat deocamdata de curajosul cascador Felix Baumgatner, cunoscut pentru saltul sau de pe turnurile Petronas din Kuala Lumpur, cea mai inalta constructie din lume.

Noua generatie de... grifoni

Se-ntelege probabil ca este vorba despre un costum special, cu totul neobisnuit, care are in dotare diverse accesorii bizare, destinate zborului individual. Inventia lui Geissler a fost utilizata de Baumgatner in 2003, pentru a traversa Marea Manecii. Sa fi fost acesta un zbor istoric pentru civilizatia umana contemporana, comparabil cu cel al aviatorului Louis Bleriot, care in 1909 a survolat pentru prima data acelasi spatiu? Doar proba timpului ne va da raspuns, daca va mai avea rabdare cu noi...

Monoplanul francezului se numea Bleriot XI si a parcurs cei 33 de kilometri dintre Calais si Dover in 27 de minute. Aripa zburatoare manevrata de Felix a fost botezata Gryphon. Lansata cu ajutorul unui avion deasupra orasului englez Dover, ea a strabatut in sens invers 35 de kilometri, pana la Capul Blanc-Nez (langa Calais), in numai 14 minute. Se nastea astfel o noua generatie de „grifoni”, de data aceasta neinsufletiti. Si, desigur, ajunsa sa slujeasca altor scopuri decat aceluia de satisfacere a nostalgiei zborului omului dornic sa-i creasca aripi.

Armata, mereu vigilenta!

Cine altcineva putea sa puna ochii (si mana) pe ingenioasa inventie, daca nu Bundeswehr-ul? Militari ai armatei germane au fost antrenati sa testeze o varianta „imbunatatita” cu ajutorul firmelor ESG si Dräger. Iar daca totul va merge bine, Gryphon va intra in dotarea militarilor pana la sfarsitul acestui an, beneficiind de o aparatura de ultima generatie. Actualmente, putem vorbi despre un planor, care include combinezonul impotriva frigului si masca de oxigen, un sistem de navigatie si un dispozitiv pentru transportarea a circa 100 kg de materiale.

Antrenamentele militarilor presupun saltul din avioane, de la peste 10 km altitudine, zona cu oxigen rarefiat si temperaturi extrem de scazute. Motivatia urcarii atat de sus este ca lunecarea prin aer a servantului ii permite deschiderea parasutei dupa mai mult timp si astfel, atingerea solului chiar si la 40 km distanta fata de punctul corespunzator sariturii. Ceea ce in conditii de conflict armat este deosebit de important. Or, parasutistii obisnuiti trebuie sa-si deschida repede parasutele, sa le manevreze, ceea ce le ia pana la 45 de minute.

Razboinicii inaripati

Noul Batman ajunge la uluitoarea viteza de 200 km/ora, atingand cu precizie punctul de aterizare (40 km) in numai 15 minute! Ce-i drept, pentru militari apar avantaje imense. Avionul purtator nu va mai patrunde dincolo de liniile inamice, oamenii zburatori parcurgand drumul singuri, in deplina securitate: forma si structura Gryphonului il fac aproape nedetectabil pe radar. Dar Geissler nu se opreste aici. El intentioneaza sa-si doteze aparatul si cu doua mici motoare cu reactie alimentate doar cu cativa litri de carburant.

Ideea a fost de altfel testata deja de pilotul de vanatoare elvetian Yves Rossy, care a efectuat peste 30 de asemenea zboruri. Performanta e una de exceptie, „roiuri” intregi de razboinici zburatori putand ataca inamicul, in profunzimea liniilor sale, pana la 200 km, fara ca avionul transportator sa se expuna vreunui risc. Spectacolul e asigurat, desigur, insa totul miroase de la o posta a ceea ce de mult se numeste recrudescenta cursei inarmarilor. Cursa care nu pare a se apropia de un finish demn de aplauze.

ADRIAN-NICOLAE POPESCU - magazin.ro

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By Admin (from 06/01/2011 @ 08:00:37, in it - Scienze e Societa, read 4124 times)

Appena ad est della penisola istriana, il mare Adriatico presenta un trittico di isole da sogno, mete ideale per vacanze alla ricerca dele giusto equilibrio tra spiaggia e paesaggi incantati: Cres, Krk e Rab sono tra le mete preferite dei numerosi turisti europei, di cui i tedeschi ed italiani sono tra i più numerosi, che qui trovano accoglienza e mare strepitosi, perfetti per un sereno perido di vacanza. In particolare l'isola di Rab ha alcune tra le più belle spiagge di sabbia della Croazia, che in genere offre quasi sempre abbondanza di lidi ghiaiosi.

 

L'isola di Rab possiede un clima Mediterraneo molto piacevole, con inverni miti e estati calde ma gradevoli. Per questo tipo di clima Rab deve ringraziare la Kamenjak, una catena montuosa che la protegge dal freddo vento del nord in inverno e primavera. In autunno normalmente spira tiepido ed umido e vento da sud che accompagna la stagione della pioggia.

 

Rab ha e circa 91 giorni totalmente soleggiati all'anno ed è uno dei più soleggiata parti d'Europa. Durante l'estate però il clima prevede solamente 9 giorni nuvolosi in totale. Difficile chiedere di meglio! La quantità di pioggia è di circa 1042 millimetri all'anno, un quantitativo discreto, che giustifica la vegetazione abbondante dell’isola. La temperatura del mare è relativamente elevata e sicuramente la cosa ha favorito lo sviluppo del turismo perché qui è possibile godere di acque invitanti da maggio a metà ottobre quando nonscende mai al di sotto dei 20 °C, con punte di 26°C in Agosto.

 

Da fare e da vedere all’isola di Rab?

Le due spiagge più popolari di Rab sono la spiaggia chiamata Paradise (Rajska Plaza) e quella denominata Sahara, ambedue si trovano non lontane dal villaggio di Lopar.

 

Lopar è il luogo più isolato sull'isola di Rab, cinto da 22 spiagge di sabbia. Il mare è poco profondo, e la fitta foresta concede preziosa ombra particolarmente adatta per coloro che vengono qui in vacanza con i bambini piccoli. Molto conosciuta è Rajska Plaza, che si snoda per una lunghezza complessiva di 1,5 km.

 

Sahara Plaza non si trova lontana da Rajska Plaza. E' a forma di laguna e si tratta di una cosiddetta "spiaggia libera", nel senso letterario del termine con l’abbigliamento che diventa un opzional, ed è meta di molti naturisti.

 

Rab è il centro principale dell’isola. Quando si entra nella città vecchia di Rab vi colpirà la pietra bianca della piazza di San Cristoforo illuminata dal sole. La piazza è abbellita da una fontana in piazza abbellita con due sculture di Kalifront e la pastorella Draga, figure che provengono da una leggenda di castità e amore infelice. Passeggiare per Rab è molto piacevole e rilassante, con begli edifici alcuni ancora con aspetto rinascimentale e qualche tratto gotico.

 

La fertile valle di Draga è un'altra meta di escursioni, ci sono villaggi da vedere e scoprire come Supetarska Draga, Mundanije, Gornja e Donja (Alta e Bassa. Le popolazioni della valle di Draga hanno combinato modi di vivere moderni e tradizionali, e questo è facilmente avvertito nel settore turistico. Da segnalare la basilica romanica di San Pietro che è stata costruita nel XI secolo. La sua bellezza attira i fedeli e amanti dell’arte.

 

Draga è interessante anche per le persone che provengono con le barche, e che non vogliono limitarsi ad ormeggiare al largo della costa, e che quindi possono soggiornare brevemente da uno dei vicini isolotti dotati di acque limpide ed ideali alle immersioni come quelli di Srednjak, Maman, e Sailovac.

La baia di Draga è anche ben protetta dai venti, con mare poco profondo e calmo, e qui molte specie di uccelli nidificano per svernare. Un tempo qui vi erano delle saline.

La zona di Barbat è nota per le numerose piccole spiagge di sabbia che si estendono a sud-est della città. L'isolotto di Dolin si estende parallelo alla costa di Barbat, il che rende il canale di Barbat un luogo attraente per lo yachting e di sci nautico. Qui si possono trovare abitazioni ed appartamenti lungo la costa, con una ben sviluppata ristorazione che offre i prodotti nazionali croati, e gustosi menù a base di pesce.

 

Un'altra porzione interessante è quella nord-occidentale dove si trova il villaggio di Kampor e la penisola di Kalifront, quest’ultima immersa in un verde ambiente, specie nella bella foresta di Dundo che fornisce una interessante scenografia per le lunghe passeggiate. Bellissimi tramonti si godono dalla Punta di Kalifront.

 

Il modo migliore per arrivare a Rab e' sicuramente l'automobile. Se partite da Trieste, seguite le indicazioni per Fiume (Rijeka), si devono passare la frontiera slovena, e dopo pochi chilometri si passa anche quella croata, da dove si seguono le indicazioni per Rijeka. Da Fiume si procede in direzione sud in direzione di Zara e Spalato (Zadar-Split) seguendo la bella litoranea, oltrepassando in successione le località di Crikvenica, Novi Vinodolski, Senj e Starigrad. Superato quest’ultimo villaggio, dopo circa 10 km. da Starigrad, si svolta verso destra per la piccola città portuale di Jablanac. Dal porto di Jablanac fa la spola un traghetto con servizio auto che in circa 20 minuti conduce all’isola di Rab attraverso il Canale di Velibit. Una volta sbarcati si possono seguire le indicazioni stradali (strada n°29) che conducono ai vari villaggi dell’isola da Rab fino a Lopar posta all’estremità settentrionale dell’isola.

Fonte: ilturista.info

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Posta a meno di 150 km dalle coste Italiane, Lussino (in croato: Lošinj) è un gioiello turistico, forse meno conosciuto di Cherso e Veglia, ma non per questo meno interessante. Mare limpido, rocce a strapiombo e spiagge appartate caratterizzano questa isola dalla forma stretta ad allungata, posta nel Golfo di Quarnaro in posizione più esterna di Krk e Cres (Veglia e Cherso), le due isole maggiori dell'arcipelago, e separata dal mare aperto dalla presenza di isole più piccole come quelle di Susak, Srakane (Isole Canidole) e Unie.

 

Ci sono varie possibilità di raggiungere Lussino: l'isola è raggiungibile in traghetto, con corse da Zara e da Pola, mentre un percorso più breve con il traghetto, è quello che collega Veglia (Krk) con Cherso, visto che poi alcuni ponti consentono di approdare su Lussiono e Lussinpiccolo. I pulmann da Fiume utilizzano questo percorso, ed anche molti turisti della mittel Europa e dall'italia, quando portano la propria auto al seguito, seguono questa direttrice.

L'isola di Losinj possiede anche un aeroporto, sito sulla sull parte più occidentale dell'isola, ma la lunghezza della pista, inferiore al chilometro, consente il volo di piccoli aerei da turismo.

 

Dal punto di vista Storico Lussino porta testimonianze antiche di insediamenti, risalenti ad oltre 4.000 anni fa. Le tracce interessano la zona dell'attuale Osor, che fu anche l'antica Ossero dell'impero romano. Lo sviluppo più intenso si ebbe però nel medievo, con l'impulso della dominazione Veneziana, e il porto di Veli Losinj (Lussinpiccolo) divenne uno dei più importanti dell'Adriatico settentrionale. Venezia portò il suo eleganto modo di costruire e organizzare le città, ed ha lisciato un impronta urbanistica inconfondibile. Se i secoli correvano con l'economia basata sui commerci e la pesca, è solo dalla fine dell'800 che il mondo si è accorto dell'importanza turistica, ma soprattutto di quella climatica dell'isola di Lussino. Risale infatti l 1885 l'esordio ufficiale dell'isola nel circuito delle stazioni climatiche adriatiche, con numerosi ospiti dal centro Europa in cerca di un clima piacevole durante l'inverno. Dal primo albergo sorto nel 1887 ora l'isola è ben dotata di strutture turistiche, soprtutto a, ed intorno, a Mali Losinj e in minor misura a Lussinpiccolo, e il wellnes, la ricerca del beneserre, sono tra i punti di forza dell'offerta alberghiera.

 

Da vedere e scoprire nell'isola di Losinj (Lussino)

La magnifica città di Mali Losinj vi accoglie al termine della sua lunga e stretta baia, che rimane riparata dai movimenti del mare dalla penisola di Cikat, trasformandosi in un grande specchio per l'elegante cornice di case che l'avvolge.

Punto centrale è il lungomare di Riva Losinjskih kapetana, do oltre ai bar e ristoranti si trovano spesso, in estate, numerose bancarelle per artigianto e souvenir vari. La via Brace Vidulica è quella che conduce al cuore storico cittadino, fatto di vicoletti, a tratti tortuosi, con scalinate, che convergono alla cima della collinetta coronata dalla chiesa, con l'immancabile campanile in stile veneziano. Da segnare il museo Kula che celebra la storia marittima di Lussino

Ad ovest di Mali Losijj, alla base della omonima penisola sui apre la baia di Cikat, dalle acque limpide e tonalità turchese-verde che digradano ad un blu più intenso al centro. Si tratta di un litorale di ghiaia con tratti cementati per favorire gli appassionati della tintarella, mentre non manca una verde cornice di pini a rendere più pittoresco il paesaggio.

 

A pochi chilometri a sud-est di Lussinpiccolo troviamo Lussingrande, ma rispetto al nome, paradossalmente, si tratta di una borgata più ridotta, simile in eleganza all'altra cittadina, ed anche di più. Domina la parte storica la chiesa di Sant'Antonio, dalla bianca facciata che ospita all'interno un interessante dipinto rinascimentale, una Madonna con Santi. Nel centro domina la kastela, un torre con merli di origine veneziana, dovrebbe avere un età di circa 400 anni.

Sulla parte nord-occidentale di Losinj dominano le montagne e le calette appartate con mari straordinariamente limpidi, raggiungibili in barca o a piedi per ripidi sentieri. Qui non è raro vedere i grifoni. i grandi rapaci che nidificano su Cherso e che battono le zone del monte Osoršćica alto 588 m, ma con un imponente crinale che si estende per una lunghezza di circa una decina di km.

 

Più civilizzata è invece la costa nord-orientale quella che va da Osor fino a Mali Losinj, e che include altri due importanti centri, Nerezine e Sveti Jakov.

Ossero (Osor) si sviluppa atorno al braccio di mare che separa Cherso da Lussino. e proprio per la sua posizione era diventato un importante centro portuale al tempo dei romani. Le acque riparte della sua baia, spesso piatte ed a specchio, e dalle tinte a pastello, il centro raccolto con le sue viuzze lastricate, la bella chiesa centrale (Cattedrale dell'Assunzione), dalla caratteristica facciata bilobata, la rendono una meta attraente per i turisti che possono godere dei suoi angoli nascosti senza un eccessivo affollamento di turisti. Da segnalare anche un antico Palazzo Vescovile, mentre a nord della città (in terriotrio dell'isola di Cherso) segnaliamo la bella spiaggia di Bijar, con alle spalle le suggestive rovine tardo medievali di un convento Francescano.

 

Tra le escursioni consigliate segnaliamo senz'altro la visita all'isola di Susak, conosciuta anche con il nome italiano di Sansego. Diversamente dalle classiche rocce calcaree, qui la litologia annovera anche sabbie ed argille. Le peculiarità storiche della città sono evidenti anche dai costumi locali che si differenziano da quelli di Lussino. Il monumento più importante è la chiesa di San Nicola, che ospita nel suo interno un importante crocifisso ligneo (Veli Buoh). L'escursione a Susak può essere anche l'occasione di vedere qualcuno dei numerosi delfini che abitano le acque intorno all'isola di Lussino.

 

Il periodo migliore per visitare Lussino è la lunga estate adriatica, che in pratica si estende da fine maggio a settembre. Il numero elevato di ore sole/anno (oltre 2800 ore) la rende una meta perfetta per chi ama rilassarsi sulla spiaggia. La presenza delle montagne consente di trovare la giusta caletta per ogni tempo meteorologico, scegliendo di preferenza quelle più riparate dall'azione del vento. In inverno non fa mai freddo, con temperature che non scendono in genere mai sotto i 5 °C nei valori minimi, anche se la bora può far scendere i valori della temperatura percepita di parecchi gradi, specie sulle coste orientali. A Lussino non piove tantissimo, ma per l'estate il rifornimento idrico è consentito dalla riserva d'acqua dolce del lago di Vrana, situato nella parte meridionale dell'isola di Cherso.

Fonte: ilturista.info

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By Admin (from 05/01/2011 @ 10:00:54, in en - Video Alert, read 2155 times)


by Ruben Bolling.

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By Admin (from 05/01/2011 @ 08:00:35, in ro - Stiinta si Societate, read 1789 times)

 Pe o planeta pe care apa abunda, oceanele acoperindu-i doua treimi din suprafata, milioane de oameni, mai ales din Africa, Asia si America de Sud, sufera de sete ori sunt nevoiti sa strabata zilnic zeci de kilometri pentru a-si procura lichidul vital. Problemele lor ar putea fi rezolvate prin implementarea pe scara larga a unei solutii inedite, propusa de un grup de studenti din Israel.

Tinerii, studenti in ultimul an la Arhitectura, fac practica in cadrul Technion – Israel Institute of Technology, una dintre cele mai importante institutii de acest gen din lume, comparabila, daca vreti, cu faimosul MIT (Massachusetts Institute of Technology), iar ideea lor a fost rasplatita recent la o competitie internationala de inventica, cu premiul intai. WatAir (asa se numeste dispozitivul-minune) reuseste ca, intr-un mod simplu, ieftin si eficient, sa colecteze umiditatea din aer si sa o transforme in apa, chiar si in cele mai indepartate sau mai poluate regiuni din lume. Cei doi studenti care au fost „creierul” inventiei, Iosef Cory si Eyal Malka, spun ca WatAir poate fi instalat foarte rapid si folosit in orice conditii climatice.

Inventia produce 48 litri de apa zilnic!

 Inspirati de capacitatea frunzelor plantelor ce traiesc in desert si reusesc sa absoarba apa din atmosfera, cei doi au pus la punct o piramida cu varful in jos, realizata din panouri dintr-un material plastic special. Aceste panouri au proprietatea de a „atrage” umiditatea din aer si de a condensa apa astfel captata, care este transferata, prin niste santulete, spre recipientul aflat la baza piramidei. Deja primele experimente realizate intr-o regiune muntoasa din Israel, unde precipitatiile sunt foarte rare, s-au incheiat cu un deplin succes: o piramida cu suprafata totala de 90 metri patrati a „produs” intr-o zi nu mai putin de 48 litri de apa potabila! In plus, panourile sunt pliante si o piramida de dimensiunea mai sus mentionata incape lejer intr-o magazie de cativa metri patrati.

De asemenea, atunci cand nu este utilizata pentru scopul ei primordial, piramida poate fi folosita ca adapost de ploaie sau impotriva caniculei si ca loc de joaca pentru copii. „WatAir foloseste un concept extraordinar de simplu, despre care am putea spune ca a fost brevetat de natura”, a declarat presedintele juriului, Jose da Silva, care a selectat proiectul dintre alte 91 de idei similare, apartinand unor inventatori din America de Nord, Europa, Africa si Asia.

„Suntem siguri ca solutia propusa de noi va fi adoptata de guvernele tarilor afectate de seceta din lumea intreaga, ori de cele unde sursele de apa sunt sarace sau poluate. Se stie ca, zilnic, in lume mor peste 5000 de copii din cauza ca beau apa murdara si se imbolnavesc de maladii infectioase grave. Folosind WatAir, aceste probleme vor disparea si vietile celor afectati de lipsa apei sau de consumul de apa nepotabila vor fi salvate”, precizeaza Iosef Cory.

GABRIEL TUDOR - magazin.ro

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Buongiorno a tutti e buon anno, questa è la seconda puntata registrata alla vigilia di Natale, quindi prescinde dall’attualità, non so cosa succede oggi 3 gennaio, posso immaginarlo ma evito di prevederlo, è un’occasione per fare un po’ di memoria come abbiamo fatto lunedì scorso, quindi forse è il caso di fare un po’ il resumè delle situazioni di scandalo che avvolgono da una nube tossica il Governo Berlusconi, governo che è stato lardellato di scandali nell’anno appena passato, che ha perso alcuni suoi elementi, i più compromessi con quelli scandali, a parte il Presidente del Consiglio che naturalmente è il più compromesso di tutti, ma rimane al suo posto, così vediamo da chi siamo governati, speriamo ancora per poco.

Il Presidente imputato del governo imputato.

Su Berlusconi sappiamo si attende ormai a giorni, speriamo che sia la volta buona, la decisione della Corte Costituzionale a proposito del legittimo impedimento, se dovesse esserci un voto positivo Berlusconi continuerebbe fino a ottobre a potersi infischiare dei processi in corso a Milano che lo vedono imputato nel processo Mills per corruzione giudiziaria e nel processo Mediaset per frode fiscale, appropriazione indebita e falso in bilancio, reati quasi tutti cancellati dalla prescrizione e nel processo Media Trade per gli stessi reati.
In più c’è l’inchiesta in corso a Roma per le pressioni, violenza o minaccia al corpo dello Stato fatte a suo tempo, due anni fa contro l’Agcom e la RAI per ottenere la chiusura di Anno Zero e poi ci sono indagini che non lo coinvolgono direttamente sullo scandalo Rubi e poi siamo in attesa della decisione del G.I.P. sulla richiesta di archiviazione per Berlusconi a proposito del suo ruolo nel passaggio di mano della bobina segreta con la telefonata di Fassino a Consorte che la ditta che fece l’intercettazione tramite Paolo Berlusconi, consegnò a Silvio Berlusconi l’intercettazione che poi fu trasmessa brevi manu a un cronica allora de Il Giornale Gianluigi Nuzzi che la pubblicò nel gennaio 2006 in piena campagna elettorale.
Questo è Berlusconi, se invece la Corte Costituzionale dovesse stabilire che il legittimo impedimento è incostituzionale, Berlusconi tornerebbe immediatamente imputato, se poi Berlusconi dovesse cadere e non essere più il Presidente del Consiglio, tornerebbe imputato comunque sia che il legittimo impedimento venga confermato, sia che non venga confermato perché perderebbe la qualifica che gli dà diritto a accedervi e cioè la qualifica di membro del governo.
Poi c’è il Ministro Fitto, quest’ultimo è stato rinviato a giudizio per corruzione e altri gravissimi reati a Bari a due processi: corruzione, associazione a delinquere, truffa e altre cose.
Poi c’è il Ministro Bossi, quest’ultimo ha già una condanna definitiva per finanziamento illecito nel caso Enimont, una per istituzione a delinquere per avere indotto il partito dell’amore, istigato i suoi attivisti a andare a stanare gli uomini di Alleanza Nazionale che lui all’epoca chiamava i fascisti, casa per casa e si è salvato dal processo delle Camice verdi grazie al voto immunitario del
Il Ministro Maroni condannato definitivamente a alcuni mesi di reclusione per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.
Il Ministro Calderoli che è stato coinvolto e poi archiviato per quanto riguarda le accuse a proposito di fondi ricevuti da Giampiero Fiorani, ma ha in ballo una richiesta di sfiducia di una mozione di sfiducia individuale, perciò di cui vi parlavo lunedì scorso, per avere surrettiziamente infilato nel Decreto omnibus sul nuovo codice dell’ordinamento militare una norma che depenalizzava il reato di associazione paramilitare per scopi politici.
Il Ministro Matteoli sotto processo a Livorno per favoreggiamento nei confronti di un ex Prefetto con l’accusa di averlo avvertito delle indagini e delle intercettazioni a suo carico in un'inchiesta per abusi edilizi all’Isola d’Elba.
Il Ministro Bondi, anche lui sottoposto a una mozione di sfiducia individuale per tutti gli scandali che lo hanno coinvolto, per avere sistemato il marito della sua compagna, l’On. Rapetti (è la sua compagna, il marito ha un altro nome) come consulente nel Ministero dei beni culturali, per avere sistemato il figlio della Rapetti al centro di sperimentazione cinematografica presso il Ministero dei beni culturali in un ente finanziato dal Ministero dei beni culturali, per avere finanziato il Teatro e addirittura la banda del paese di Novi Ligure, paese natale della sua compagna e di Fivizzano, paese natale di Bondi, per avere addirittura inventato un falso premio cinematografico a Venezia per accontentare le aspirazioni di produttrici e di attrici e di Michelle Bonev, una signora bulgara molto amica del Premier bulgaro ma anche del Presidente del Consiglio italiano e per avere manifestato incapacità totale nel caso dei crolli di Pompei e nella gestione complessiva dei beni culturali.
Tra l’altro Bondi ha nominato sovrintendente a Venezia Vittorio Sgarbi, definitivamente condannato per truffa ai danni proprio della Sovrintendenza di Venezia.
Michela Vittoria Brambilla sottoposta a un procedimento della Corte dei Conti per avere sistemato parenti, amici, praticamente un bel po’ di dirigenti dei suoi circoli della libertà con ruoli importanti nel Ministero del turismo, si sa cercando di capire se c’è un danno erariale in questo comportamento incredibile.
Mara Carfagna non stiamo qui a ricordare da dove viene, perché è diventata Ministro delle Pari opportunità, poi ha minacciato le dimissioni perché a Napoli il partito era in mano illegali, così disse, poi non si sa bene come e perché si è rimangiata tutto e è rimasta Ministro.
Poi ci sono quelli che se ne sono andati, Brancher che è stato condannato in primo grado per soldi ricevuti da Fiorani che stava scalando l’Antonveneta e è stato condannato questa estate a due anni di reclusione.
Bertolaso, imputato per corruzione nel processo della cricca, della protezione civile, imputato per vicende di rifiuti a Napoli, se ne è andato e ha ceduto il passo al Prefetto Franco Gabrielli che si è subito segnalato per la mirabile gestione della cosiddetta emergenza neve, questo fatto imprevedibile la vigilia di Natale, in Italia ha nevicato e la protezione civile come al solito è stata colta di sorpresa, chi l’avrebbe mai detto che avrebbe nevicato alla vigilia di Natale, infatti Gabrielli ha detto che è colpa degli italiani, degli automobilisti, non naturalmente delle istituzioni, Gabrielli si era già segnalato come Prefetto de L’Aquila per avere brillantemente sequestrato le carriole con cui i cittadini asportavano le macerie dopo un anno che la protezione civile non le aveva neanche rimosse dal centro storico de L’Aquila, carriole sediziose.
Tremonti ha un suo strettissimo collaboratore, un certo Milanese indagato a Milano in un’indagine recentissima, poi c’è il Ministro Rotondi del Ministro Rotondi si è occupato Carlo Tecce su Il Fatto Quotidiano raccontando la sua attenzione agli amici, anche lui, Ministro per l’attuazione del programma scrive Carlo Tecce su Il Fatto, ha spedito il programma a Avellino, la sua città di nascita e residenza anche se eletto tanti chilometri più a nord, a Milano, il Segretario della neonata Democrazia Cristiana per le autonomie non dimentica gli amici di banco e di famiglia, dirigenti e funzionari di partito, il suo. Per un Ministero inutile che costa 8 milioni di Euro l’anno e registra 52% di assenteismo, dati rilevati dallo stesso collega Brunetta, Rotondi ha arruolato 17 persone in parte avellinesi come lui, per consulenze di alta professionalità, esperti a vario titolo e ricercatori di studio per un totale di 170 mila Euro per il 2010, per i consigli giuridici ha chiamato un certo Augusto Pistolesi, un suo compagno di scuola, per una consulenza in materia di politiche governative sull’integrazione europea, tema fondamentale, ha scelto Rosella Caputo, moglie di Raffaele, dentista, sempre suo ex compagno di scuola, 18 mila Euro, è una fortuna essere stati in classe con Rotondi!

L'indulto mascherato.

Doppio contratto da 12 mila a tale Roberta Piano, figlia del Segretario al Comune di Avellino, incaricata di studiare le principali politiche governative adottate dall’esecutivo, riguardanti i rapporti con i paesi europei, chissà che studio! L’ex responsabile commerciale dell’Avellino Calcio, Antonio Eder Pirrello, 7 mila Euro, analizza i provvedimenti adottati e i conseguenti risultati ottenuti nell’ambito delle azioni intraprese, vuoi mettere? Non sarà una facile analisi con un titolo così chiaro, “mbei coglioni” come dicono a Roma, un importantissimo incarico di alto concetto!
La DC sarà pure piccola ma nel Ministero per l’attuazione ha la maggioranza, ricordate Fausto Sacco, già coordinatore della DC per le autonomie a Avellino? Casco in testa, intervista sul motorino, organizzava il premio per giornalisti Balena Bianca, la balena di Rotondi naturalmente, manifestazione voluta per mettere in evidenza i giornalisti a livello di direttori responsabili di organi nazionali, curato da una giuria a 360°, Sacco si accontenta di 6 mila Euro per il monitoraggio delle politiche governative, non si sa bene la differenza con gli altri incaricati, ma lui monitora le attività governative, quindi deve avere molto tempo libero!
Non poteva mancare il superiore di Sacco, l’ex segretario provinciale della DC per le autonomie, Gianfranco Picariello, 10 mila Euro per le problematiche turistiche e il rilancio dello sviluppo, il programma c’è, il governo più o meno conclude Carlo Tecce, questo signore fa ancora il Ministro e nessuno lo ha chiamato a spiegare.
Poi ci sono i sottosegretari, qui è evidente che possiamo citare soltanto i principali, il Ministro Scotti che era già stato coinvolto nella Prima Repubblica, stiamo parlando di un dinosauro della Prima Repubblica, ebbe un problema penale poi risolto e un problema davanti alla Corte dei Conti non risolto per certe faccenduole che riguardavano i fondi riservati dei servizi di sicurezza, lui era stato Ministro dell’Interno, poi c’è Gianni Letta che risulta ancora indagato a Lago Negro per un’indagine avviata a suo tempo da Woodcock su appalti per la ristorazione, per il catering nelle mense dei centri di raccolta per i profughi giunti dall’estero, si parlava di favoritismi a aziende vicine a Comunione e Liberazione, al movimento popolare, alla Cdo .
Poi c’è Caliendo, indagato con l’accusa di far parte della P3 insieme a Dell’Utri, a Verdini che rimane coordinatore nazionale del Pdl naturalmente e Caliendo è sottosegretario alla giustizia con l’accusa di avere fatto parte della P3, un’organizzazione nata per pilotare sentenze di tribunali e della Corte Costituzionale ai tempi del sì o no al lodo Alfano.
Poi c’è Castelli condannato al primo grado dalla Corte dei Conti a risarcire lo Stato per strane, facili, consulenze date a amici suoi quando era Ministro della Giustizia, celeberrima la famosa consulenza data a un negoziante di pesce del suo paese, questo tizio avrebbe dovuto studiare l’edilizia carceraria, infatti non abbiamo visto costruire le famose nuove carceri e recentemente il governo ha varato un indultino mascherato con il quale consente ai detenuti di scontare l’ultimo anno della pena agli arresti domiciliari in un paese dove già gli ultimi anni della pena si scontano in libertà, in affidamento al servizio sociale e quindi potendo scontare un altro anno a casa, fuori dal carcere, significa che chi prende condanne di 4 anni non fa un giorno di carcere e se il delitto lo ha commesso prima del 2006, prima dell’indulto che ti sconta altri 3 anni di pena, 4 più 3 fa 7, chi ottiene condanne fino a 7 anni, sa di non scontare la pena in carcere.
Così da metà dicembre vengono liberate alcune migliaia di detenuti per cercare di sfoltire quelle carceri che avrebbero dovuto essere sollevate dal sovraffollamento con la costruzione di nuove carceri, ma ce le promettono Castelli, Mastella, Alfano, non si vedono nuove carceri e si continuano a risolvere i problemi aprendo le porte e facendo uscire qualcuno, da parte del governo della sicurezza e della tolleranza zero!
Poi abbiamo naturalmente Cosentino che si è dimesso da sottosegretario perché è sotto inchiesta per camorra e ha avuto recentemente un provvedimento in cui viene addirittura imputato per avere favorito la camorra, lasciando che l’emergenza mondezza esplodesse a Napoli, quindi è stato individuato come uno dei responsabili del non smaltimento dei rifiuti per favorire camorristi e imprese collegate.

Questo è il governo che pretende dai cittadini comuni, dagli immigrati, dagli studenti il più rigoroso rispetto delle leggi, un governo che se ne infischia delle leggi e che pretende dagli altri il rispetto delle leggi e poi si meraviglia se qualcuno non le rispetta, forse dovrebbero prima o poi rendersi conto che non si può pretendere dai cittadini un tasso di legalità superiore rispetto a quello che tengono coloro che le leggi le fanno e poi non rispettandole pretendono che le rispettino soltanto gli altri, passate parola, vi ricordo che c’è ancora qualche giorno di tempo per regalare a prezzi scontati un abbonamento de Il Fatto Quotidiano a qualche amico e ci vediamo lunedì prossimo!

Fonte: beppegrillo.it

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By Admin (from 04/01/2011 @ 12:00:11, in it - Scienze e Societa, read 2666 times)

Gravedona è un incantevole comune lombardo di poco meno di 3.000 abitanti situato sulla sponda nord-occidentale del lago di Como, distante 52 chilometri dal capoluogo comasco. Dal punto di vista geografico, il paesino sorge all’interno della pianura alluvionale del torrente Liro, esattamente di fronte rispetto al lago alla penisola di Piona ed al Monte Legnone, l’ultima grande altura lariana prima dell’inizio della Valtellina. Dall’1 settembre 2009 Gravedona è divenuta capoluogo della Comunità Montana Valli del Lario e del Cereso, nata dall’accorpamento di due piccole entità preesistenti: la Comunità Montana dell’Alto Lario Occidentale e la Comunità Montana delle Alpi Lepontine. L’offerta turistica del comune è ricca e variegata, potendo contare sulle numerose testimonianze di carattere storico e artistico, oltre che su un paesaggio contraddistinto da scenari paradisiaci nel quale convivono il fascino delle montagne ed i divertimenti del litorale del lago.

 

Abitata fin dalla preistoria, la zona di Gravedona fu segnata profondamente dall’occupazione romana, con la quale cominciò a radicarsi sul territorio il cristianesimo. Attorno al 550 d.C. tutta la provincia di Como cadde sotto l’influenza dei Franchi, dei quali sono visibili tutt’oggi alcuni splendidi monasteri. Con la progressiva disgregazione dell’impero Carolingio, buona parte dei territori circostanti al lago di Como finirono per essere contesi tra le città di Como e Milano, che diedero vita alla decennale guerra che si combatté tra il 1118 e il 1127 concludendosi con la celebre pace di Costanza. Dopo la successiva reggenza dei Visconti, Gravedona venne amministrata prima dagli svizzeri e poi dagli spagnoli, fino a quando la guerra di Indipendenza, alla quale parteciparono anche numerosi gravedonesi, ne sancì il definitivo ingresso nel Regno d’Italia. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale qui si rifugiarono numerosi partigiani, ed il 25 aprile 1945, proprio in queste zone, venne fermata la carovana nazista che scortava il Duce e i suoi ufficiali.

 

Cullato da un meraviglioso golfo verdeggiante e protetto a nord da un’impenetrabile distesa di montagne, il centro di Gravedona è un libro aperto sul passato della provincia, con le piazzette e gli stretti vicoli acciottolati che si diramano tra chiese e monumenti di grande valore architettonico. Il cuore della città antica è la piccolissima Piazza di Prà Castello, anche se tutta la zona conosciuta come il “Castello” è ricca di edifici storici.

 

Tra le attrattive principali del comune spicca lo splendido Palazzo Gallio, l’architettura civile più rinomata della zona, edificato nel 1582 e da alcuni anni riconosciuto come monumento nazionale. A disegnare il progetto, commissionato dal Cardinale Tolomeo Gallio, fu Pellegrino De’Pellegrini, che optò per una struttura imponente e chiaramente distinguibile anche da molto lontano in quanto posta su un promontorio roccioso tra i monti e le acque del lago. Rimanendo nelle immediate vicinanze di Gravedona ricordiamo le splendide chiese costruite prevalentemente tra l’XI ed il XV secolo; tra le più suggestive vi sono: S. Maria del Tiglio, maestosa testimonianza del medioevo comasco; la parrocchiale di San Vincenzo, innalzata secondo i classici canoni romanici nel 1072; S. Maria delle Grazie, che comprende la chiesa ed il convento agostiniano completato nel 1467; e SS. Guemeo e Matteo, una fabbrica romanica immersa in un fitto parco di platani.

 

Gravedona offre anche svariate possibilità in termini di svago e sport, sia estivi che invernali. Da maggio a settembre a monopolizzare l’attenzione dei turisti è il lido comunale, presso il quale si trovano anche due piscine; in alternativa c’è il campo sportivo, dove si possono praticare indifferentemente tennis, calcio e atletica. Molto inflazionati sono gli sport acquatici, wind-surf, vela e sci nautico su tutti, tenendo conto che per i principianti vi sono i corsi organizzati da scuole altamente specializzate. Le alture circostanti sono invece il terreno di conquista di escursionisti e appassionati di mountain-bike, con la quale inerpicarsi lungo irti sentieri tra i boschi. Particolarmente suggestivo, anche se adatto ad escursionisti esperti, è il sentiero del lago Darengo, mentre gli appassionati di bici da strada hanno solo l’imbarazzo della scelta tra le tante salite impegnative della zona.

Ad allietare ulteriormente il soggiorno vi sono i numerosi eventi organizzati ogni anno dal comune o dalla comunità montana. Tra i più importanti ricordiamo: la festa patronale di San Vincenzo, in calendario il 22 gennaio; la Fiera di Sant’Antonio, sempre in gennaio; la Fiera di San Marco, ad aprile, quando si tiene anche la Mostra delle Camelie; la Fiera di Santa Maria Maddalena, in programma a luglio; e la Festa del lago, che ogni anno la notte del 14 agosto accende il cielo sopra Gravedona con una miriade di fuochi artificiali.

 

Il periodo più affollato dell’anno è quello estivo, quando molti turisti si recano a Gravedona anche per cercare un po’ di refrigerio dalla calura delle metropoli del nord Italia. In questa stagione, infatti, il lago e le montagne riescono a tenere la temperatura della zona di qualche grado più bassa rispetto al resto della Lombardia, con precipitazioni temporalesche che, pur essendo piuttosto rare, possono però rovinare qualche pomeriggio di relax in spiaggia. D’inverno il lago riesce a mitigare soprattutto le minime, che non scendono mai di troppi gradi al di sotto dello zero.

Per quanto riguarda i trasporti, Gravedona dista pochissimi chilometri dal corso della SS 340, la statale che costeggia tutto il margine occidentale del lago fino a Como, da cui è separata da circa un’ora e un quarto d’automobile. A pochi chilometri di distanza dal centro si trova invece il confine svizzero, con Lugano e Bellinzona raggiungibili in poche decine di minuti.

Fonte: ilturista.info

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By Admin (from 04/01/2011 @ 10:00:27, in en - Video Alert, read 1824 times)

Favorite husband-and-wife-readin' the paper cartoons from The New Yorker:

Source: http://lost.co.nz

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By Admin (from 04/01/2011 @ 08:00:43, in ro - Stiinta si Societate, read 2217 times)

 Se spune, si pe buna dreptate, ca daca niste fiinte extraterestre inzestrate cu ratiune ar ajunge sa ne viziteze planeta, ele ar considera Terra ca fiind stapanita de insecte (in primul rand, de furnici), printre alte specii autohtone numarandu-se si cea umana! Nimic amuzant aici, mai ales ca, de peste un secol, asa-numita furnica de Argentina – Linepithema humile – a invadat, incet si sigur, toate continentele. O declaratie de razboi ad-hoc, care ne dezvaluie aspecte fascinante si terifiante, deopotriva.

Debarcarea trupelor de elita

 Reperate pentru prima data in 1868, in America de Sud, furnicile argentiniene au ajuns in 1891 in Louisiana (sudul SUA), apoi o expansiune rapida le-a adus in Africa de Sud (1901) si in Europa continentala (1905). De unde, fireste, s-au raspandit mai departe: Australia si Noua-Zeelanda, Mexic si Emiratele Arabe Unite. Ultima zona ramasa necucerita de redutabilii soldati mereu victoriosi era Asia.

Pana in 1993, cand au debarcat si in Japonia, la doi pasi de continent. Am folosit corect verbul, deoarece exact aceasta este metoda prin care micile vietati au strabatut si cutreiera necuprinsul oceanelor: la bordul vaselor de transport acvatic. Regine si larve ascunse in pamant au fost „plimbate” si apoi debarcate pe noile teritorii, o data cu plantele de cafea si cu orhideele; iar mareea vie numara multe, foarte multe miliarde de combatanti.

Supercolonii canibale

Acolo unde ajung, furnicile argentiniene ataca in bande cuiburile altor specii de furnici, pe care le extermina pentru a le ocupa teritoriile si a-si insusi hrana lor. Nu se stabilesc insa intr-un singur furnicar, pentru a duce ulterior razboaie de uzura cu vecinii. Fortand putin lucrurile, am putea spune ca organizarea lor urmeaza modelul mafiot: „familiile” razboinice coopereaza in cadrul unor supercolonii, indivizii recunoscandu-se intre ei datorita unui singur feromon, inconfundabil.

Acestia nu se ataca totusi intre ei (atributul negativ se pare ca e caracteristic omului), nici macar pentru putere sau pentru hrana. Dimpotriva, se ajuta in orice imprejurare, se apara reciproc, miliardele de membri circuland liberi intre diversele „locatii”, pe raze de cativa metri. Pare putin? Nu e nici pe departe: un singur asemenea imperiu – dintre cele doua existente in Europa – se intinde pe circa 6000 km, in Franta, Italia, Spania si Portugalia. Deocamdata...

Lupta cu metode „securiste”

Omul este direct amenintat de invazia furnicilor argentiniene. Trupele acestora patruleaza in gradini si in case, rechizitioneaza fructe, zahar, scotocesc prin pubele. Mai rau, ele cresc omizi si purici de plante, inamici ai agriculturii, care insa le ofera armatelor protectoare pretioase substante hranitoare. Pentru pomii fructiferi este un adevarat dezastru aceasta simbioza. Cea mai recenta conspiratie, descoperita in America de Sud, se refera la transportarea intr-un spital a unor paraziti responsabili de infectii foarte grave.

Strategia furnicilor pare fara fisura. Desi omul a declarat razboi acestei specii, el nu poate folosi obisnuitele pesticide drept arma, deoarece – din cauza numarului urias al inamicilor cu sase picioare – ar fi nevoie de cantitati imense de chimicale, adica o distrugere inevitabila a mediului. De aceea, oamenii de stiinta s-au gandit la metode, le-am zice noi, securiste: data fiind coeziunea impresionanta a micilor invadatori, se incearca formarea unor „agitatori” capabili sa declanseze adevarate razboaie civile in cadrul supercoloniilor.

Tratati cu substante speciale, ei ar fi recunoscuti drept congeneri de adevaratele Linepithema, dar la randul lor le-ar considera intrusi si le-ar ataca. Deruta generata astfel creeaza premisele transferarii razboiului, din sfera armelor cu care, fatalmente, ne-am familiarizat, in cea a unor confruntari subtile si nimictoare. Numai ca, de la insecte, la oameni, se pare ca nu e decat un mic pas. De furnica!

ADRIAN-NICOLAE POPESCU - magazin.ro

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By Admin (from 03/01/2011 @ 12:00:50, in it - Scienze e Societa, read 3269 times)

La ferrovia dell'Albula/Bernina, patrimonio mondiale dell'Unesco, non è soltanto un importante collegamento tra Svizzera e Italia. Il celebre trenino rosso offre pure un viaggio nella storia e tra le bellezze naturali dei Grigioni.

 

I passeggeri in partenza da Tirano lo possono constatare sin dai primi minuti: quello del Bernina non è un treno come gli altri.

Appena uscito dalla stazione del comune valtellinese, il treno lascia la linea ferrata per immettersi nel traffico stradale e attraversare - tra pedoni, biciclette e donne con la borsa della spesa - la piazza del Santuario della Madonna. Più che di convoglio ferroviario, narra la voce registrata che accompagna i viaggiatori, ci troviamo a bordo di un «tram» che collega i villaggi della valle.

«A volte capitano incidenti con i veicoli. Nulla di grave, a parte i ritardi sulla tabella di marcia», ci dice Marco Costa dalla cabina di comando.


Storia e paesaggio

Da Tirano (429 m.s.l.m.) il trenino rosso sale lungo la val Poschiavo, accarezza laghi e ghiacciai, supera due massicci montuosi (Bernina e Albula), fa tappa in numerose località turistiche prima di giungere a Thusis. Il convoglio prosegue poi verso Coira, capoluogo dei Grigioni e città più antica della Svizzera.

Con i suoi 196 ponti e viadotti, 55 gallerie e 128 km di tracciato, la ferrovia retica è descritta come un miracolo della tecnica. Un'opera che a oltre un secolo dalla sua costruzione continua ad affascinare ingegneri e turisti.

Concepita da noti specialisti dell'epoca, la linea sposa - con efficacia e senso estetico - la tecnologia della ferrovia di alta quota e la valorizzazione del patrimonio alpino. La vista che si gode dalla carrozza panoramica è mozzafiato e il percorso impregnato di storia.

«Quella è una vecchia postazione utilizzata per sorvegliare le valanghe», spiega Marco Costa, indicando una costruzione conica in pietra a lato dei binari, con due fessure rivolte verso la montagna. «Non credo ne rimangano molte in Svizzera».

«I ponti e i viadotti hanno mantenuto la struttura originale. Fino a qualche mese fa c'erano addirittura ancora i vecchi pali in legno dell'alta tensione».

 

Vivere un sogno

La scelta del tracciato, in particolare quello della linea del Bernina, è stata dettata dalla volontà di far conoscere le attrazioni turistiche della regione, riducendo il più possibile l'impatto ambientale sul territorio. Ancora oggi, la maggior parte delle 700'000 persone che ogni anno utilizzano la ferrovia nei due sensi sono turisti.

«Mi è sembrato di vivere un sogno», ci racconta Joree, in vacanza in Svizzera e Italia da Bangkok. «Le montagne, le vette innevate, i ghiacciai... è un'esperienza straordinaria, sicuramente da ripetere».

Per collegare Tirano a Thusis, la ferrovia retica attraversa zone climatiche, paesaggi, spazi culturali e linguistici molto diversi. L'ospizio del Bernina rappresenta ad esempio la barriera linguistica tra l'italiano (a sud) e il tedesco e il romancio dell'Engadina. Anche per questi motivi, l'iscrizione nella lista dell'Unesco (luglio 2008) comprende non soltanto la linea ferroviaria, ma pure il paesaggio circostante.

Il viadotto della Landwasser (Albula) e il viadotto elicoidale di Brusio (Bernina), che in poche decine di metri consente di superare un brusco dislivello, sono poi costruzioni famose in tutto il mondo.


Pendenza massima

Completata nel 1903 (linea dell'Albula) e nel 1910 (Bernina), la ferrovia retica è «un'opera unica al mondo», si legge sul suo sito internet. Si tratta in effetti della «trasversale alpina più alta di tutta Europa e di una delle ferrovie ad aderenza naturale più ripide al mondo».

Lungo i binari a scartamento ridotto, il trenino rosso s'inerpica senza cremagliera fino ai 2'253 metri del passo del Bernina. «La pendenza raggiunge il 7 per cento: è il massimo che si può affrontare con la semplice trazione», spiega Marco Costa.

«Altra particolarità - aggiunge, mentre il trenino s'infila nell'oscurità di uno stretto tunnel - è l'alimentazione: questo è uno dei pochi treni a viaggiare a corrente continua».


Ogni giorno una scoperta

Se la locomotiva non ne vuol più sapere di continuare il viaggio - «le panne non sono rare», confida Marco Costa - i colleghi alle officine di Poschiavo sono pronti a intervenire.

«Da quando la ferrovia è patrimonio mondiale i tempi di lavoro si sono accorciati. In estate ci sono molti turisti ed è essenziale risolvere i problemi con rapidità», afferma Davide Menghini, responsabile della manutenzione delle locomotive.

«Per noi l'Unesco è una sorta di garanzia: non credo che qualcuno oserà toccare le officine, diventate nel frattempo un polo di competenza nella manutenzione del treno del Bernina».

Con o senza Unesco, il lavoro di Marco Costa - macchinista da 20 anni - è rimasto uguale. Una professione monotona? «Per nulla. In pochi minuti si passa dalla primavera dei prati in fiore all'inverno dei passi innevati. Ogni giorno scopro qualcosa di nuovo. E il paesaggio al tramonto... è incredibile».

Luigi Jorio, Poschiavo, swissinfo.ch

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