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 Trilingual World Observatory: italiano, english, română. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 16/12/2010 @ 16:00:38, in it - Osservatorio Globale, read 2881 times)

La notizia ha già fatto il giro del mondo: Julian Assange è stato arrestato in Inghilterra per un presunto stupro consumatosi l’estate scorsa in Svezia.
Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, nel dirsi soddisfatto del risultato, lo ha rivendicato come un successo della diplomazia internazionale: «Era ora, per fortuna l’accerchiamento internazionale ha avuto successo».

La dichiarazione del nostro ministro degli Esteri è di inaudita gravità e tale da rendere indispensabile che Frattini riferisca immediatamente in Parlamento sull’accaduto e, probabilmente, che rassegni le sue dimissioni.

Julian Assange è, allo stato, un cittadino australiano, che si è consegnato alla giustizia inglese perché destinatario di un mandato di cattura emesso in relazione ad un presunto episodio di stupro che si sarebbe consumato in Svezia la scorsa estate.
Niente di tutto ciò legittima l’operazione di “accerchiamento internazionale” che secondo le parole del nostro ministro avrebbe consentito di pervenire a tale risultato.
Sul punto, pertanto, è innanzitutto necessario che il ministro sia, senza ritardo, chiamato a riferire in Parlamento perché chiarisca se davvero l’Italia ha preso parte a questa manovra di “accerchiamento internazionale” ed in cosa tale operazione sia consistita.

In una pressione sulle Autorità britanniche? In un lavoro di intelligence? In indebite pressioni su soggetti economici affinché chiudessero l’ossigeno a Julian Assange?

Non c’è nessun dubbio che i cittadini italiani abbiano diritto di conoscere la verità sull’attività di “accerchiamento” cui il nostro Governo avrebbe preso parte e sarebbe davvero il colmo se dovessero apprenderla attraverso nuovi cablogrammi diffusi da Wikileaks.
A Julian Assange, sin qui, non è stato contestato alcun reato tale da legittimare, alla stregua del diritto internazionale, l’accerchiamento del quale parla il ministro ed in assenza delle accuse di stupro provenienti dalla Svezia, il fondatore di Wikileaks, sarebbe un uomo libero e innocente sino a prova contraria.

Persino lo statuto della corte penale internazionale, prevede, che a quanti si macchino di orrendi delitti quali crimini di guerra, genocidi o crimini contro l’umanità, sia riconosciuto il diritto ad un giusto processo che, naturalmente, inizia con un’accurata fase di indagini e, quindi, con la formalizzazione di uno o più capi di accusa.
Che Assange ed i suoi abbiano torto o ragione, non è dubitabile, che, l’ordinamento internazionale, riconosca loro il diritto ad un giusto processo, privo di ingerenze politiche.

Se, pertanto, la comunità internazionale – Italia inclusa – ha promosso un’azione di “accerchiamento internazionale” nei confronti di Assange ha dato vita ad un’attività di “persecuzione”, per ragioni, evidentemente, politiche, rendendo configurabile – almeno a livello di tentativo – quello che proprio l’art. 7 dello Statuto della Corte Penale internazionale, qualifica come un “crimine contro l’umanità”.
Ci troveremmo, dunque, dinanzi ad una diplomazia internazionale che punta l’indice contro Assange e lo definisce un “criminale” pur senza avere il coraggio di formalizzare, nei suoi confronti, nessuna accusa, rendendosi, così, rea – lei si – di un crimine contro l’umanità.

In assenza di chiarimenti, pertanto, allo stato, il ministro degli esteri italiano, avrebbe rivendicato la possibile commissione, da parte della comunità internazionale, di un’attività di persecuzione politica, vietata dal diritto internazionale.

Le dimissioni del ministro degli esteri sarebbero un atto dovuto.

Si tratta di una vicenda che non può essere lasciata passare in sordina soprattutto perché, come ho già scritto, il reale obiettivo della diplomazia internazionale non è – né può essere – Julian Assange ma, invece, il diritto a sapere di tutti, contrapposto al preteso diritto al segreto di pochi.

Sono le regole dell’informazione del XXI secolo che, in queste ore, si stanno trascinando sul banco degli imputati e contro le quali si sta celebrando un ignobile processo politico, iniquo ed ingiusto che, peraltro, non risponde all’interesse dei cittadini ma solo ed esclusivamente a quello di un nugolo di uomini che, sin qui, ha amministrato la cosa pubblica, utilizzando il segreto come strumento di potere.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

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Dupa turul de forta executat de presedinte in ultimele zile, interviuri, conferinte de presa si prezente in emisiuni ale posturilor publice de radio si televiziune, Traian Basescu a reusit sa transmita in sfarsit ideea de baza a prezentului.

 

Tara este pe buza prapastiei, eroul Boc se straduieste din greu sa o scoata la liman, exista speranta, insa Opozitia nu le da pace si nu se lasa pana nu baga Romania in derapaj.

Pentru orice om cu mintea intreaga si sanatoasa, dotat cu minima inteligenta, necesara pentru a exersa acte obisnuite precum mancatul sau mersul biped, afirmatia lui Traian Basescu ca Opozitia si doi moguli se fac vinovati pentru colapsul in care se pregateste sa intre Romania trebuie sa ramana maxim o gluma proasta, daca nu chiar o declaratie cu totul si cu totul iresponsabila.

O judecata care poate fi usor incadrata ca un atac la adresa democratiei insasi si a statului de drept, asa cum sunt aceste concepte cunoscute si exersate in toate tarile civilizate ale lumii. Sa lasam deoparte placerea perversa a politicianului Traian Basescu de a isi justifica si explica esecurile si nerealizari dintotdeauna prin prisma celor care nu l-au lasat sa faca. In cazul lui mereu a fost cineva care i s-a opus si din cazua caruia nu a reusit nimic.

Ca si cum existenta Opozitiei nu ar fi prima regula de baza a unei democratii. Si ca si cum incercarea de a opri unele initiative ale Puterii, despre care tu - Opozitie - crezi ca sunt abuzive, nu sunt in slujba cetateanului sau in numele interesului national, nu ar fi principiul de baza al oricarei democratii, oriunde ar fi ea aplicata in lume. Nu insa si pentru presedintele nostru.

Pentru Traian Basescu Opozitia este toxica, maligna si prin insasi existenta ei, prin exercitarea dreptului de a i se opune Puterii, il deranjeaza si il incomodeaza. Ea este de vina ca Boc a trebuit sa taie salariile bugetarilor, sa impoziteze pensiile, sa creasca TVA-ul si sa reduca concediile de maternitate. Opozitia este vinovata si pentru prezentul catastrofal pe care ar il traim, si pentru haosul politicilor de guvernare si va fi, cu siguranta, de vina si pentru tot raul care va urma sub mandatul lui Traian Basescu.

In acest caz, daca Opozitia pune in pericol existenta statului roman, daca doi oameni de afaceri si doi politicieni pericliteaza viitorul Romaniei, de ce nu sunt ei scosi in afara legii si interzisi sa isi mai propage malefica otrava. Daca insasi ideea de Opozitie il incomodeaza pe presedinte si ameninta Romania de ce nu voteaza majoritatea parlamentara excluderea Opozitiei din Parlament. Pentru ca daca salvarea Romaniei sta in linistirea oricarei urme de opozitie in fata actualei puteri, sa nu sacrificam viitorul nostru si al copiilor nostri de dragul unei iluzii a democratiei.

Dupa ultimele manifestari si declaratii, lui Traian Basescu ii poate fi adresata din nou intrebarea cu "camasa de forta", pe care un ziarist o formula - e adevarat intr-un mod mai putin elegant - zilele trecute in legatura cu ce a reprezentat acordul cu FMI pentru romani. Asadar, domnule Traian Basescu cine credeti ca are mai mare nevoie de o "camasa de forta" - Opozitia, Puterea, poporul roman sau cel care detine intreaga putere in stat?

Sursa: ziare.com

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By Admin (from 16/12/2010 @ 12:00:44, in it - Scienze e Societa, read 1907 times)

Borbera è il nome del caratteristico torrente che per millenni ha modellato questa valle creando un ambiente suggestivo e unico.

 

Il suo corso, lungo una quarantina di chilometri, e i suoi affluenti, interessano un ampio territorio. Un territorio strategicamente collocato a est del torrente Scrivia, che pur rimanendo nel confine della parte più meridionale del Piemonte, si arricchisce delle forti influenze climatiche della non lontana costa.

 

Genova è molto vicina, e se ne toccano quasi le frontiere alle Capanne di Cosola dove è posto il crocevia di quattro regioni: il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e l'Emilia. Parallela alla val Borbera e più prossima al confine con la Liguria, troviamo la valle Spinti che, prendendo il nome dall'omonimo torrente, trova nella parlata e nelle tradizioni affinità culturali con la confinante valle.

 

Dalle realtà e dalle tradizioni delle due valli nasce un'unica Comunità Montana: "Valli Borbera e Spinti". La Comunità Montana comprende undici comuni di cui sette nell'alta valle Borbera (Cantalupo Ligure, Albera Ligure, Cabella Ligure, Carrega Ligure, Rocchetta Ligure, Roccaforte Ligure, Mongiardino Ligure), due nella bassa valle (Borghetto Borbera e Vignole Borbera), uno in valle Spinti (Grondona) ed uno tra la val Borbera e la valle Scrivia (Stazzano).

Fonte: viaggialitalia.it

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Buongiorno a tutti, il nano bollito ha appena parlato al Senato, discorso miserello, promesse, autoelogi, autoimbrodature, “abbiamo fatto cose straordinarie”: non si spiegherebbe, se fosse vero, per quale motivo un pezzo importante della sua maggioranza se ne è andato e da oggi, come ha annunciato ieri Fini, passa decisamente all’opposizione, quindi non è più un alleato critico dall’esterno, ma Futuro e Libertà è un oppositore.

La politica dilaga, il Paese si ribella.

Più che quello che succede al Senato però sarebbe interessante vedere quello che succede in Italia, cioè nel mondo reale, nel mondo dei vivi e, da questo punto di vista, ci sono due bei segnali che indicano proprio come il berlusconismo sia finito come forza in grado di ottenere un consenso maggioritario nel Paese.
I segnali si sono verificati questa mattina fuori dal Parlamento e l’altro ieri fuori dalla villa di Arcore: in entrambi i luoghi simbolici dell’attuale potere delegazioni di agenti di Polizia e delle forze dell’ordine hanno manifestato contro il governo, fuori da Arcore ha manifestato la Polizia contro i tagli alla sicurezza da parte del governo che prometteva sicurezza e oggi il Ministro La Russa, il Ministro della Difesa, uno dei due Ministri cruciali per quanto riguarda le politiche di sicurezza, perché è quello che ha la responsabilità dei Carabinieri e delle forze armate, è stato fischiato dalle forze dell’ordine e dai rappresentanti delle forze dell’ordine sempre per i tagli che sono stati imposti alle forze dell’ordine. Quando le forze dell’ordine fischiano e contestano il governo - è un fatto piuttosto raro - significa, soprattutto se quel governo è il governo della cosiddetta destra, un campanello d’allarme o forse di più, significa proprio una catastrofe dal punto di vista mediatico e anche dell’efficacia delle politiche di questo governo. Non stiamo parlando di metalmeccanici politicizzati, non stiamo parlando di intellettuali, di attori di sinistra, non stiamo parlando del Popolo Viola, non stiamo parlando dei grillini, non stiamo parlando dei dipietristi, non stiamo parlando di pidini, non stiamo parlando di finiani, ma stiamo parlando di agenti delle forze dell’ordine contro questo governo. Credo che quello sia molto più importante per quanto riguarda il Paese reale di quello che avviene nel mondo a parte del Senato, dove invece per strane alchimie, per probabili corruzioni e per sicure compravendite il governo Berlusconi probabilmente domani ce la farà a ottenere, sia pure per uno o due voti di maggioranza, la fiducia. Questa almeno è la previsione che si fa, poi naturalmente speriamo - almeno io spero - di essere smentiti dai fatti. Sembra abbastanza incredibile che ce la faccia, quando il Cavaliere un mese fa era dato per morto anche dentro il regno dei morti, cioè il Parlamento. Che cosa è successo in questo mese? Beh, come al solito siamo lesti a dimenticarci le cose, ma un mese fa il capo dello Stato e il Presidente del Senato e quindi Napolitano e Schifani convinsero il Presidente della Camera Fini a aspettare per la presentazione della mozione di sfiducia, anzi per il voto sulla mozione di sfiducia dopo l’approvazione della Legge Finanziaria, dando così a Berlusconi un mese di tempo per comprarsi i parlamentari che gli mancavano. Non dimentichiamo che Berlusconi sta cercando di comprarseli da quest’estate, quando scoprì che l’espulsione dei finiani non significava perdere quattro gatti: significava perderne 44, tra Camera e Senato; 44 che poi sono diventati anche di più e conseguentemente non c’era più la maggioranza a Montecitorio. Berlusconi per settimane ha cercato di comprarseli, per settimane ha cercato di rendere ininfluente la posizione dei finiani: in realtà, invece quando si è andati a votare in Parlamento, alla Camera si è scoperto che il voto dei finiani era decisivo, perché? Perché Berlusconi non era riuscito a comprarsi tutti quelli che gli occorreva comprare. In quest’ultimo mese invece è riuscito a comprare anche quelli che gli occorrevano per rendere ininfluente l’apporto dei finiani alla sua maggioranza, o almeno per arrivare a uno in più. Ha sbagliato Fini, che per un misto di ingenuità e di responsabilità istituzionale ha accettato il pressante invito del capo dello Stato e dell’infiltrato che c’è nelle istituzioni per conto di Berlusconi, cioè Schifani, a rinviare. E’ stato un grande regalo, l’ennesimo grande regalo che il Presidente della Repubblica ha fatto a Berlusconi in un momento di difficoltà. “L’Italia sta attraversando un momento piuttosto difficile”, ha detto il capo dello Stato con grande presenza di spirito, l’altro giorno e quindi, se si fosse votata la mozione di sfiducia un mese fa, Berlusconi sarebbe spacciato, non sarebbe più al governo, avrebbe già dovuto dimettersi, probabilmente avremmo già qualcun altro al suo posto per un governo provvisorio tecnico che per pochi mesi gestisca l’ordinaria amministrazione e porti l’Italia alle elezioni anticipate. L’attesa di quel mese è stata fatale, perché sappiamo benissimo di che cosa è capace Berlusconi, che è una persona capace di tutto, pronta a tutto, capace di tutto anche in termini economici. Non solo, ma una settimana fa il capo dello Stato ha fatto un appello al Consiglio Superiore della Magistratura, che si apprestava a votare una pratica a tutela dei magistrati che Berlusconi aveva definito “ associazione per delinquere”, in particolare di uno, il Pubblico Ministero Fabio De Pasquale, che Berlusconi aveva definito “ il famigerato De Pasquale”, accusandolo addirittura di aver indotto al suicidio il povero Gabriele Cagliari, Presidente dell’Eni, tangentaro. Il capo dello Stato ha raccomandato ufficialmente prudenza e riserbo al Consiglio Superiore della Magistratura nel difendere i magistrati, perché ha detto che “ in una fase politica delicatissima bisogna evitare tensioni”: non l’ha detto a Berlusconi per intimargli di smetterla di insultare la magistratura, l’ha detto al Consiglio Superiore della Magistratura che, per suo dovere istituzionale, ha il compito di tutelare la magistratura dagli attacchi esterni. Quel messaggio, quello del momento delicatissimo in cui non bisogna creare tensioni fatto a suocera e a nuora perché suocera intenda, è stato recepito anche dalla Corte Costituzionale, che l’altro giorno ha incredibilmente deciso di rinviare l’udienza prevista da mesi per il 14 dicembre, cioè per domani sulla legge che consente a Berlusconi di non essere processato (il legittimo impedimento). Chi ha fissato la data del 14 dicembre prima? L’ha fissata la Corte per decidere sul legittimo impedimento, o l’ha fissata il vertice del Parlamento per decidere sulla fiducia? Naturalmente ha deciso la Corte prima: perché hanno deciso proprio di votare la fiducia lo stesso giorno in cui la Corte avrebbe dovuto riunirsi per decidere sul legittimo impedimento? Per fare spostare in avanti la decisione, naturalmente la Corte non è un organo politico, la Corte non deve minimamente interessarsi degli appuntamenti politici che avvengono durante le sue decisioni, o prima o dopo, perché? Perché non deve essere influenzata, deve essere impermeabile ai venti della politica sulla carta: in realtà il Presidente De Siervo, appena eletto con una maggioranza minuscola (otto a sette), sventando tra l’altro una specie di colpo di mano che tentava il centrodestra dentro la Corte Costituzionale, dove sette esponenti giudici costituzionali vicini al governo hanno tentato di eleggere Presidente un certo Quaranta, che è molto meno anziano di De Siervo, mentre invece il Presidente è sempre il più anziano della Corte, anziano come servizio e non come anagrafe, quel Quaranta che tra l’altro era relatore nella sentenza, secondo me scandalosa, che la Corte fece avallando il segreto di Stato sul sequestro di Abu Omar, mandando praticamente in fumo il processo ai dirigenti del Sismi che avevano partecipato o favorito quel sequestro sul nostro territorio nazionale da parte di agenti della Cia. Quaranta ha preso un voto in meno di De Siervo, De Siervo appena eletto ha immediatamente deciso di spostare l’udienza sul legittimo impedimento dal 14 dicembre all’11 o addirittura al 25 gennaio e l’ha spiegato in un’incredibile conferenza stampa, dicendo che il momento politico è surriscaldato e bisogna evitare che ogni decisione della Corte possa essere scambiata per la decisione di un organo politico: in realtà il rinvio è proprio una decisione politica, perché risente di un appuntamento politico che è stato fissato dopo che la Corte aveva fissato la sua data al 14 dicembre e quindi ha ceduto evidentemente, platealmente a una pressione politica del governo, dando a Berlusconi un altro mese di respiro con il suo bel legittimo impedimento per evitare che faccia il matto, perché poi questa è la ragione per cui hanno rinviato. Qualunque sia la decisione che prenderanno a gennaio purtroppo dobbiamo trarne la conseguenza che la Corte Costituzionale si è messa nel gioco politico, ha accettato le regole del gioco politico addirittura nella fissazione del suo calendario, speriamo non anche nella fissazione o nella decisione sul merito. Merito che tutti i giuristi danno per scontato, se la decisione sarà giuridica e non politica e cioè, siccome la legge è uguale per tutti, non ci possono essere il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri che non rispondono alla giustizia per i reati non connessi alle funzioni parlamentari, perché sapete che il legittimo impedimento li copre per i reati non connessi alle funzioni di governo: perché? Perché sono già coperti dall’istituto dell’autorizzazione a procedere per i reati commessi nell’esercizio delle funzioni di governo.
Allontanata la Corte Costituzionale a fra un mese o a quando sarà, perché poi può essere pure che a gennaio il clima sia ancora surriscaldato, e allora che cosa farà la Corte? Continuerà a rinviare sine die, in attesa che il clima politico italiano si raffreddi, o ci farà finalmente sapere se questa porcata del legittimo impedimento è conforme o no alla Costituzione? Allontanata la decisione della Corte, regalato un mese di tempo a Berlusconi per comprarsi i parlamentari che gli mancavano per ottenere la maggioranza, silenzio assoluto del capo dello Stato sullo sconcio che sta scandalizzando il mondo dell’asta dei parlamentari, che si vendono un tanto al chilo e lo dicono addirittura, lo fanno alla luce del sole, dobbiamo parlare del perché questo avviene. Questo avviene perché Di Pietro sceglie male certi suoi candidati, tipo Razzi, Scilipoti e prima De Gregorio, prima ancora Carrara e poi Pisicchio e poi Porfidia, che hanno abbandonato il suo gruppo consiliare in questa e nella precedente legislatura?

Saldi di fine impero.

Beh, non c’è partito che sia immune dalle fuoriuscite, il PD ne ha persi 18: è vero che è più grosso, ma ne ha persi parecchi, l’Udc ne ha persi parecchi, il PDL ha perso i finiani, forse il partito più monolitico è l’ultimo partito leninista che c’è in Italia, ossia la Lega Nord, ma perché la Lega Nord?
Perché è l’unico partito che è in grado di garantire ai suoi eletti la ricandidatura e la rielezione sicura, in base a questa legge elettorale: perché? Perché nei sondaggi è l’unico partito, tra quelli rappresentati in Parlamento, che è dato più avanti rispetto ai voti che ha preso due anni fa e conseguentemente ha dei seggi non solo da garantire a quelli che già ce li hanno, ma ha dei seggi in più da promettere, per cui la Lega Nord ci sta larga con l’attuale rappresentanza parlamentare. Ecco perché questa volta rispetto a altre non c’è nessuno che va cercando un posto al sole: perché? Perché non c’è posto al sole più sicuro, più illuminato e più caldo di quello della Lega Nord. Per il resto gli altri partiti, che nei sondaggi sono tutti al di sotto o più o meno in pari.. l’Udc è più o meno in pari, Di Pietro è un po’ al di sopra rispetto alle elezioni del 2008, il PD è dieci punti sotto rispetto alle elezioni del 2008, il PDL è dieci punti sotto rispetto alle elezioni del 2008, ecco perché queste transumanze, questo formicaio, questo termitaio di gente che freneticamente cerca un approdo più sicuro, perché si sa che si va a votare tra poco e non si ha la garanzia di essere ricandidati, rinominati e rieletti. Il problema non è tanto.. sì, è anche la selezione dei candidati, ma è soprattutto che cosa c’è nella testa dei candidati con l’attuale legge elettorale: il candidato eletto in un collegio uninominale, dove di solito si fronteggiano il candidato del centrodestra e il candidato del centrosinistra e gli elettori di quel collegio possono votare o uno o l’altro, beh, quando viene eletto sa di averci messo del suo, sa di aver fatto una campagna elettorale, sa di averci messo la faccia, sa di aver schivato eventuali colpi bassi dell’avversario, sa di avere un consenso. Perché? Perché i voti li hanno dati proprio a lui, alla sua faccia, alla sua persona. La stessa cosa avviene quando si vota con il proporzionale e con le preferenze, che è un sistema molto esposto ai voti di scambio, alle infiltrazioni mafiose etc., quello delle preferenze, ma anche lì quando uno prende la preferenza, o perché l’hanno votato per simpatia, o perché l’hanno votato per competenza, o perché l’hanno votato perché li ha comprati, in ogni caso il parlamentare sa che i voti sono suoi e quindi sa che il partito deve dire grazie a lui e non soltanto e non tanto lui deve dire grazie al partito. Se invece il parlamentare è nominato dal segretario del suo partito, che l’ha sistemato nelle prime posizioni della lista in quella quota che sicuramente viene eletta, visto che il voto più o meno è prevedibile, allora lui sa di essere una nullità assoluta, sa di non aver fatto nulla per essere eletto, sa di dover ringraziare non migliaia o centinaia di migliaia di elettori, ma una sola persona, ossia il segretario del suo partito che l’ha messo in lista. Il che cosa significa? Beh, significa che in un sistema come questo lui non deve rispondere agli elettori: se il suo leader lo ricandida lui si può ripresentare con lo stesso partito, ma se quel partito è un po’ sotto nei sondaggi allora lui comincia a rischiare e, se viene lusingato da un altro partito, che magari invece sta andando meglio nei sondaggi, allora - tanto non deve mica rendere conto ai suoi elettori! - può anche spostarsi da destra a sinistra, dal comunismo al nazismo senza dover rendere conto a nessuno, perché? Perché c’è solo lui con la sua ansia di conservare la poltrona e nessuno potrà chiedergli conto, perché lui manco l’hanno visto in faccia gli elettori, manco ha fatto la campagna elettorale. Ecco il perché di questi spostamenti senza il minimo scrupolo di coscienza, un po’ perché c’è gente che la coscienza non ce l’ha, un po’ perché c’è gente che giustamente se ne infischia degli elettori: perché? Perché sta lì grazie a una persona e, se ne trova un’altra che gli garantisce il seggio, “Francia o Spagna pur che se magna”, questo è lo sconcio vero, l’aspetto politico istituzionale e morale vero di questa compravendita, cioè una legge elettorale che la favorisce e che spesso la rende addirittura inutile, se parliamo di compravendita di soldi, perché molto spesso non sono i soldi che vengono offerti, molto spesso sono i posti e come fai a processare uno che è stato nominato da un segretario di partito a parlamentare e che cambia bandiera, casacca - idee no, perché non ne ha mai avute né gliene hanno mai chieste, né ha mai avuto la possibilità di esporle a qualcuno - perché c’è un altro che gli garantisce lo stesso posto con maggiori probabilità di ottenerlo, rispetto a rimanere nel posto precedente? Questa è la cosa oscenamente antidemocratica di questa legge elettorale: che non puoi neanche prendertela con quelli che hanno tradito i loro elettori, perché non hanno elettori, a tradire un segretario di partito per un altro ci impieghi poco e non ti crea grandi crisi di coscienza, se devi dire qualcosa ai tuoi elettori magari ci pensi due volte. Il problema è che il tradimento è insito in questa legge elettorale e questi signori sono già comprati e già venduti nel momento in cui vengono portati in Parlamento dai segretari dei partiti: perché? Perché a loro non è stato chiesto come la pensano, non è stata chiesta loro neanche la coerenza, non è stato chiesto loro neanche di restare fedeli al partito e di non farsi comprare da altri, è stato chiesto loro semplicemente di essere fedeli al segretario che li ha portati lì, al leader che li ha portati lì, non per evitare che vadano in un altro partito, ma per evitare che nelle guerre per bande interne ai partiti il parlamentare si schieri con un altro rivale del segretario. E’ così che vengono scelti i parlamentari, per la fedeltà alla persona del loro segretario, non al partito, non agli elettori. Per cui se ne stanno andando da una parte all’altra perché nessuno ha mai verificato se credono nel progetto del partito: sono di solito i portaborse, gli amici e i parenti del segretario che in quel momento fa le liste del partito, il quale è molto sensibile a mantenere la maggioranza dentro il suo partito, non a mantenere un certo numero di parlamentari, possibilmente gli stessi che sono andati in Parlamento, per evitare che se ne vadano in un altro partito; quello che importa è che non si schierino con il suo rivale interno. Se invece si schierano con un altro partito chi se ne frega: l’importante è che gli equilibri interni ai partiti non cambino mai, questa è la logica, è per questo che i partiti hanno sempre le stesse classi dirigenti, è per questo che nessuno ha mai messo in discussione il politburo del PD , dove il massimo dell’alternanza è tra un dalemiano e un veltroniano, nessuno ha mai messo in discussione la leadership di Casini e Cesa nell’Udc, nessuno ha mai messo in discussione la leadership di altri partiti: lasciamo perdere i partiti come quello di Di Pietro, quello di Bossi e quello di Berlusconi, che senza il loro leader non esisterebbero e quindi è evidente che sono partiti quasi personali, ovviamente non possono immaginare di perdere il leader, che è anche il loro marchio di qualità. Ma questo è quello che sta succedendo: sono già venduti nel momento in cui entrano in Parlamento, il fatto che poi si rivendano una seconda o una terza volta è assolutamente consequenziale al fatto che sono entrati già comprati e già venduti, mediante un meccanismo che è quello che ho cercato di descrivere. Se a ciò aggiungete che in Parlamento regna sovrano il conflitto d’interessi avrete la spiegazione di quello che è successo in quest’ultimo mese. Il conflitto d’interessi in questi quindici anni ha consentito a Berlusconi di fare il bello e il cattivo tempo e di ottenere sempre molto di più di quello che avrebbe ottenuto sulla base del famoso consenso popolare. L’altro giorno su Il Fatto Quotidiano Gianni Barbacetto ha scritto un ottimo pezzo per spiegare come Berlusconi sta utilizzando tutto il suo conflitto d’interessi per comprarsi la gente. Il modo di comprare un parlamentare non è soltanto quello di dargli una mazzetta o di promettergli una mazzetta dopo che avrà votato bene, come faceva Achille Lauro, che ai suoi elettori dava una scarpa prima delle elezioni e poi, se veniva eletto, dava la seconda scarpa, la scarpa destra e la scarpa sinistra, dopo che era stato eletto: no, qui c’è una cosa molto più raffinata, ossia Berlusconi, ogni volta che chiama qualcuno a parlare con lui, mette sul tavolo non la pistola, ma un impero da 6 miliardi di Euro - 6 miliardi di Euro! - e 6 miliardi di Euro vogliono dire un quarto della Finanziaria, vogliono dire mezzo punto di Pil, forse. Potrei sbagliare, ma credo che ci siamo vicini. Un impero da 6 miliardi di Euro è un patrimonio che dal 94 ad oggi in sedici anni si è decuplicato: stiamo parlando di 220 milioni di Euro di utili delle holding di famiglia l’anno scorso, di cui 120 se li è messi in tasca lui soltanto l’anno scorso di utili (120 milioni!). Senza contare che nelle holding che controllano il suo impero riposano - scrive Barbacetto - 623 milioni pronti in cassa per lui all’occorrenza. Che cosa volete che siano i 500. 000 Euro che, secondo Calearo, vengono offerti, sono stati offerti in questi giorni? Fino a venerdì, eh, figuratevi come è salito il prezzario nel weekend e nella giornata di oggi! Per Berlusconi, come disse lui un giorno, è fare così: li guadagna nello spazio in cui schiocca le dita 500. 000 Euro per comprarsi un parlamentare pręt à porter. Ma non c’è soltanto il vile danaro, che comunque è stato offerto: Razzi, ex Italia dei Valori, che pare voterà per Berlusconi, dice “ mi hanno proposto di pagare il mutuo e di cambiarmi la vita molto in meglio”, e te credo! Razzi è un ex operaio italiano emigrato in Svizzera, eletto nel collegio estero e sono mesi che gli fanno capire che gli pagano il mutuo; “se mi offrissero una bella somma potrei anche accettarla per fare opere sociali”, dice Giampiero Catone, che ha cambiato una serie di partiti da fare impressione e che attualmente è stato imbarcato da Futuro e Libertà, ma forse è già uscito, forse domani vota la fiducia e c’è chi dice che, dato che è il vero padrone della Discussione, che è il giornale che faceva capo all’Udc quando lui stava con Buttiglione.. fu anche arrestato Catone, poi dice di essere stato assolto da tutto: credo che abbia ancora qualche processo aperto, ma dobbiamo verificare, essendo il vero padrone della Discussione c’è chi ha scritto in questi giorni - lui ha smentito - che Publitalia potrebbe fargli avere dei lauti contratti pubblicitari.

Poltrone e contratti: B. prova a salvarsi.

Come si fa a stabilire se un contratto pubblicitario ha il valore giusto o è sopravvalutato? Quanto ti possono dare per una pagina di pubblicità o per una campagna pubblicitaria?
Quanto vale una pubblicità sulla discussione? Non so se c’è qualcuno di voi, tra quelli che stanno vedendo Passaparola, che ha mai avuto tra le mani una copia della discussione: potete immaginare la diffusione che ha, il fatto stesso che ci sia qualcuno che fa pubblicità lì sopra è già curioso e quanto vale quella pubblicità? Non mi interessa se poi gliela fanno o non gliela fanno, lui dice che non è vero, che fa tutto per nobili scopi ideali e perché cambia un partito dopo l’altro, in quanto è continuamente tormentato da crisi di coscienza: può essere, il problema è che è possibile, quando ti siedi davanti a Berlusconi sai che, se hai un giornale o una radio, o una qualche attività, ti possono fare delle campagne pubblicitarie e portarti dei soldi senza il bisogno di dover giustificare una mazzetta, naturalmente, perché un contratto pubblicitario è regolarmente fatturato. Il problema è che magari la controprestazione vale zero. Ma c’è dell’altro: abbiamo Paolo Guzzanti, grande giornalista berlusconiano, turboberlusconiano fino a un anno fa, poi rompe furibondo con Berlusconi a causa della sua liason con Putin, adesso si scopre che però, siccome era vicedirettore del Giornale di Berlusconi, di Paolo Berlusconi, ha ancora un contratto da 7. 000 Euro al mese: io non penso che Paolo Guzzanti deciderà il suo voto al Senato in base all’interesse di conservare o meno questo contratto, anche perché poi i contratti non è che possano essere rescissi così, i contratti, se vengono firmati, devono seguire un iter giuridico, siamo in uno Stato di diritto per fortuna, ma soprattutto perché Guzzanti, essendo parlamentare e essendo un grande giornalista, avendo guadagnato bene per tutta la vita, non ha bisogno pure dei 7.000 Euro del Giornale, però intanto vedete come quando uno si siede lì davanti può essere già dipendente o potrebbe diventarlo subito dopo: consulente, collaboratore. Cosa ci impiega uno che ha un patrimonio come quello che abbiamo descritto e decine di giornali, televisioni, aziende, una banca, un’assicurazione etc. a farti un contrattino, una consulenza o una presentazione? Lo sai quando ti siedi lì, quando ti siedi davanti a Prodi non ti fa niente, non ti può dare niente, quando ti siedi davanti a Berlusconi ti può dare, ti può cambiare la vita, se tu cambi il voto lui fa così e ti cambia la vita. Pensate a quello che venne fuori nelle intercettazioni per l’inchiesta sulla precedente compravendita dei voti, quella dei Senatori dell’Unione che, nel 2006, nei desideri del Cavaliere dovevano rovesciare il governo Prodi con la spallata al Senato: all’epoca il centrosinistra era al Senato che aveva debole, aveva un solo voto o due voti al massimo, spesso erano necessari i senatori a vita, quando c’era qualche assenza. E allora Berlusconi cominciò la compravendita e come faceva? A uno mandò avanti un tizio a offrirgli dei soldi, a un altro, Bordon.. lo dico senza dire che Bordon è stato comprato, perché poi Bordon non è stato comprato, nel senso che non ha votato contro il governo, ma loro ci stavano tentando e come volevano fare? Volevano, speravano di accaparrarselo dando delle buone parti alla moglie di Bordon, che fa l’attrice e parlavano di questa cosa il membro dell’autorità per le comunicazioni (Agcom) Innocenzi, uomo fedelissimo di Berlusconi e vari produttori o personaggi impegnati nelle fiction RAI e Mediaset. A un certo punto, quando pensavano di averlo conquistato e poi lui invece votò a favore del governo Prodi, allora Innocenzi disse al produttore Guido De Angelis “ sai, lui (Bordon) ora va quattro sere su sei da Fede, Mimun lo chiama, l’ho mandato da Panorama, gli faccio fare l’intervista dal Giornale, insomma sono tutti a disposizione. Bisogna che gli facciamo capire che, se lui ha un percorso vicino al nostro, noi possiamo continuare con questo supporto: se invece lui fa un po’.. se strumentalizza e usa troppo questa cosa per sé allora niente più interviste, niente più comparsate in televisione” e voi capite che, quando uno si siede davanti a Berlusconi, non c’è bisogno che Berlusconi gli offra qualcosa, già sai che se vai con lui Fede comincerà a intervistarti, il TG5 comincerà a intervistarti, il TG1 comincerà a parlare bene di te, sarai ospite nei programmi Mediaset e anche RAI, che ormai è diventata la stessa cosa, salvo rare eccezioni, se invece dici di no sono affari tuoi, non ti fila nessuno, non ti chiama nessuno, nessuno ti conosce, non potrai soddisfare la tua vanità e soprattutto entri nel cono d’ombra, anziché nel cono di luce. Quindi pensate a che ventaglio di possibilità corruttive ha Berlusconi, quasi tutte legittime, quasi tutte lecite: quando si parla di corruzione non si parla sempre di mazzette, penalmente rilevanti, ma quando uno si siede davanti a Berlusconi sa anche che i suoi giornali e le sue televisioni, come li può usare per dare parti a tua moglie, ospitate a te, consulenze etc., può usarli anche per massacrarti, dipende da come ti comporti. Può usarli anche per bastonarti: vedi quello che si è scoperto sulle minacce alla Marcegaglia, che aveva parlato male del governo Berlusconi da parte dei giornalisti del Giornale, vedi il caso Boffo, vedi tanti altri casi, tra cui Fini, Di Pietro, L’Ariosto, Veronica, tutto il pool di Milano, la Boccassini e il pool di Palermo massacrati di botte a reti unificate e a edicole quasi unificate. Quando uno si siede lì sa benissimo che cosa gli succede se dice di sì e che razza di vita infernale fa se dice di no, senza contare che in questi giorni, per fare capire ancora meglio che c’è il conflitto di interessi e che l’azienda di Berlusconi è disposta a dare a quelli che vanno con Berlusconi tutto quello che chiedono, cioè che il conflitto di interessi è consustanziale mai come in questo momento di difficoltà, è sceso a Roma il signor Confalonieri. Perché Confalonieri sta a Roma, incontra Casini, fa dichiarazioni politiche? Cosa c’entra Confalonieri? E’ una bella spia luminosa che gira e dice “ signori, guardate che qua c’è Mediaset, eh, sapete che cosa è Mediaset, fatevi due conti” e non c’è bisogno di mazzette in un sistema come questo, basta fare capire, basta ricordare, basta fare balenare, fare annusare i vantaggi che si otterrebbero in un modo e gli svantaggi che si subirebbero in un altro. Poi naturalmente ci sono anche i reati: se si scopre che qualcuno ha avuto denaro o altra utilità in cambio del suo voto non c’è tutela costituzionale che tenga, eh. Guardate che l’articolo 67 della Costituzione dice che il parlamentare è eletto senza vincolo di mandato: il che significa che può votare in Parlamento come gli pare, perché? Perché è libero rispetto ai suoi elettori, in quanto rappresentando tutto l’elettorato può decidere in coscienza che è meglio per l’elettorato votare contro il partito che l’ha fatto eleggere. Poi c’è l’articolo 68 della Costituzione, che dice che il parlamentare non può essere chiamato a rispondere in giudizio per le opinioni che dà in Parlamento e per i voti che esprime in Parlamento. Quindi nessun parlamentare può essere incriminato per aver votato la sfiducia a Berlusconi dopo essere stato eletto nel partito di Berlusconi, ma può essere chiamato a rispondere del fatto di aver ricevuto delle mazzette per votare in quel modo lì. E’ una totale follia l’idea che il parlamentare, visto che è insindacabile quando vota, sia insindacabile anche quando prende dei soldi o delle prebende in cambio del suo voto! Il voto deve essere libero dagli elettori, ma anche a maggior ragione dalle mazzette, ovviamente.

Cosa succede domani.

La Costituzione non tutela affatto la corruzione in cambio di un voto in Parlamento, tutela il voto, ma la corruzione la punisce, la corruzione continua a essere punita dal Codice Penale.
Naturalmente bisogna dimostrarla, o si trovano le tracce della mazzetta, o chi l’ha presa o chi l’ha pagata la confessa, o c’è un’intercettazione non sul telefono del parlamentare, che non può essere intercettato e quindi da parte del corruttore, sempre che non sia parlamentare, perché se il corruttore e il corrotto sono entrambi parlamentari la corruzione non si può scoprire con le intercettazioni, perché nessuno dei due parlamentari può essere intercettato, c’è da sperare che il corruttore sia un esterno, uno intercettabile. Se invece uno viene ricompensato con un posto, con un posto a sua moglie, con un posto a suo figlio, con un posto alla sua amante o con un posto per lui.. perché ci sono anche quelli a cui non garantiscono la rielezione, perché non la possono garantire e allora gli garantiscono che, nella successiva legislatura, lavoreranno per il partito con uno stipendio pari a quello che prendono adesso come parlamentari, ce ne sono due del PDL che hanno votato contro Prodi e che adesso lavorano con un contratto di? consulenza? lavorano: prendono gli stessi soldi che prendevano prima, l’ha scritto qualche mese fa Repubblica e non l’ha smentito nessuno. Lì è difficile dimostrare il do ut des, perché? Perché basta dire “ ho votato secondo coscienza e poi loro, gentili, mi hanno fatto questo contratto” e salta la corruzione, perché la corruzione presuppone un accordo prima che tu faccia una cosa, anche se poi il contraccambio arriva dopo, per cui è molto difficile da dimostrare e questo è il vero problema, non è che non sia punibile. Naturalmente - e ho finito - Berlusconi ha fatto tutto questo- immaginate quanto gli è costato, perché ne ha dovuti comprare parecchi, eh, stiamo parlando almeno da una quindicina - perché deve restare a Palazzo Chigi e perché deve restare ossessivamente a Palazzo Chigi? L’ha spiegato Fini ieri nell’intervista a Lucia Annunziata, avendo il coraggio di dire quello che tutti sanno in Parlamento, che tutti sanno nei giorni, ma nessuno ha mai il coraggio di dire, ossia che Berlusconi deve restare a Palazzo Chigi per il legittimo impedimento, perché se il Premier è un altro e lui non fa quantomeno il Ministro non c’è legittimo impedimento, perché il legittimo impedimento è riservato al Premier o ai Ministri, quindi va nuovamente sotto processo, anche se la Corte Costituzionale dovesse ritenere legittimo il legittimo impedimento lui non ne avrebbe più diritto, perché non sarebbe più né Premier né Ministro, è per quello che vuole restare lì, non perché abbia paura delle speculazioni finanziarie o perché deve fare le grandi opere o il federalismo fiscale, sono tutte stronzate: vuole rimanere lì per salvarsi le chiappe dai processi e è incredibile che sabato alla manifestazione del PD non abbia avuto il coraggio di dirlo nessuno, per cui abbiamo dovuto aspettare Fini per sentircelo dire papale papale. Che cosa succede domani? Ci sono quattro varianti, tre su quattro dicono che Berlusconi ce la fa: potrebbe vincere addirittura 316 contro 308, se le tre partorienti, che purtroppo sono tutte e tre all’opposizione, cioè una del PD e due di Futuro e Libertà, mi pare di ricordare, fossero assenti. In quel caso, se le tre partorienti sono assenti e Guzzanti, un certo Merlo dell’Udc in transito e Moffa, il finiano malpancista votano anche loro con Berlusconi, Berlusconi vince 316 a 308. Se le partorienti riescono a andare a votare e votano no - e voteranno no, se ci vanno, ovviamente - e Moffa, il finiano, si convince a restare fedele a Fini e Merlo a restare fedele a Casini, allora Berlusconi vince ma di un solo voto, 314 a 313. Se invece Calearo, che oggi sembra orientato a votare la fiducia, si dovesse astenere allora ci sarebbe il pareggio, 313 a 313, ma Berlusconi vincerebbe lo stesso, perché con il pareggio la mozione di sfiducia verrebbe respinta e quindi lui, sebbene non abbia neanche un voto in più in Parlamento, scantonerebbe la mozione di sfiducia e resterebbe lì in piedi galleggiante. L’unica possibilità che Berlusconi vada sotto è che gli voti contro anche Paolo Guzzanti, che le partorienti riescano a andare a votare e a votare no, che Moffa, Merlo e Calearo gli votino contro o almeno che uno dei tre si astenga e gli altri due gli votino contro. Quindi diciamo che oggi i bookmaker dicono che Berlusconi ce la fa a arrivare fino a dopodomani, dopodiché è ovvio che, con un voto di maggioranza, la Lega Nord lo impallinerà immediatamente e lo costringerà immediatamente a andare alle elezioni e quindi paradossalmente, se Berlusconi ce la fa con un voto di maggioranza o poco più, le elezioni sono più vicine, perché lui potrà dire “ io ho un voto in più e quindi non c’è spazio per un nuovo governo” e allora vorrebbe dire che si va a votare con lui che gestisce la fase intermedia per le elezioni. Se invece non ce la fa, allora cominceranno manovre di ogni genere per fare governi tecnici che però comunque, anche se inglobassero tutti gli altri tranne Berlusconi e Bossi, avrebbero sempre uno o due voti di maggioranza e quindi non sarebbero in grado di stare in piedi o per stare in piedi dovrebbero non fare assolutamente nulla, per cui credo che comunque vada in questa legislatura questo governo abbia i giorni contati e si vada alle elezioni, a meno che naturalmente Fini impazzisca e torni indietro, ma non credo sia capace di tanto, oppure che Casini decida di portare il soccorso bianco al Cavaliere morente, ma di questo naturalmente è inutile parlare, perché per adesso siamo nel futurismo, nella fantascienza, nel futuribile e quindi ne parliamo la settimana prossima.

 Passate parola, buona serata.

Fonte: beppegrillo.it

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By Admin (from 16/12/2010 @ 10:00:37, in en - Science and Society, read 1941 times)
Post image for Why ‘Thank You’ Is More Than Just Good Manners

Image credit: Paul G

Is expressing thanks a powerful motivator or just a social nicety?

According to positive psychologists, saying 'thank you' is no longer just good manners, it is also beneficial to the self.

To take the best known examples, studies have suggested that being grateful can improve well-being, physical health, can strengthen social relationships, produce positive emotional states and help us cope with stressful times in our lives.

But we also say thank you because we want the other person to know we value what they've done for us and, maybe, encourage them to help us again in the future.

It's this aspect of gratitude that Adam M. Grant and Francesca Gino examine in a series of new studies published recently in the Journal of Personality and Social Psychology (Grant & Gino, 2010).

They wanted to see what effect gratitude has on the person who is being thanked. Does it motivate and, if so, is it just by making people feel good, or is it more than that?

Double the help

In the first study 69 participants were asked to provide feedback to a fictitious student called ‘Eric’ on his cover letter for a job application. After sending their feedback through by email, they got a reply from Eric asking for more help with another cover letter.

The twist is that half of them got a thankful reply from Eric and the other half a neutral reply. The experimenters wanted to see what effect this would have on participant’s motivation to give Eric any more help.

As you might expect, those who were thanked by Eric were more willing to provide further assistance. Indeed the effect of ‘thank you’ was quite substantial: while only 32% of participants receiving the neutral email helped with the second letter, when Eric expressed his gratitude, this went up to 66%.

How gratitude works

The idea that saying thank you makes people more likely to help in the future is unsurprising, although the 100% increase is interesting, but what the researchers were interested in was why this happens.

Perhaps Eric’s gratitude made people feel better, or at least less bad? Or perhaps saying thanks boosted the helper’s self-esteem, which in turn motivated them to help again.

In fact the experimenters found that people weren’t providing more help because they felt better or it boosted their self-esteem, but because they appreciated being needed and felt more socially valued when they’d been thanked.

This feeling of social worth helps people get over factors that stop us helping. We are often unsure our help is really wanted and we know that accepting help from others can feel like a failure. The act of saying thank you reassures the helper that their help is valued and motivates them to provide more.

Pass it on

The researchers then wondered whether this effect would extend to other people. Would Eric’s thanks make participants more likely to help a different person?

In a second study Eric’s thanks (or lack of thanks in the control condition) was followed, a day later, by an email from ‘Steven’ asking for similar help. The percentage who offered to help Steven was 25% when they had received no gratitude from Eric, but this shot up to 55% when they had been thanked.

So the boost to participant’s social worth carried over from one day to the next and from one person to the next. Although the overall percentages were slightly lower, Eric’s gratitude still doubled the number of people willing to provide help.

In a third and fourth study the researchers tested their findings face-to-face rather than over email. They reached similar conclusions, with increases in prosocial behavior of 50% in the third study and 15% in the fourth study. These lower percentages show that the effect of gratitude on motivation depends on the situation.

Now, these studies mostly looked at the situation where strangers help each other. It’s likely that the effect of a thank you on prosocial behavior is more powerful on people we don’t know, because strangers are more cautious about helping each other in the first place.

Thank you!

Since, for most of us, expressing our thanks is an everyday occurrence, we tend to think nothing of it. But psychologically it has a very important role to play for both the person giving and the person receiving.

All four studies reveal that gratitude is more than just a social nicety, or a way of making the helper feel good; it reassures others their help was actually appreciated and it encourages further prosocial behavior.

So, a big public thank you to Adam M. Grant and Francesco Gino for this enlightening study, hopefully there's more to follow.

Source: spring.org.uk

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By Admin (from 16/12/2010 @ 08:00:50, in ro - Stiinta si Societate, read 1792 times)

 Intr-un limbaj consacrat, se numeste senzatie de Déjà-vu. Subiectul poate sa ajunga intr-un loc unde nu a mai fost vreodata si, brusc, sa aiba certitudinea ca, de fapt, regaseste acolo detalii cunoscute. Sau sa vada un obiect nou, care sa-i evoce momente netraite in realitate, sa intâlneasca o persoana straina, pe care sa... o recunoasca. Se intâmpla uneori ca subiectul, cazut intr-o stare de confuzie, sa se simta ca fiind „altcineva”, un individ ce va fi trait in alt timp si poate in alt loc.

Reincarnare sau premonitie?

Sunt destul de multi cei care marturisesc ca au avut, macar o data in viata, senzatia de „déjà-vu”: circa 70% din populatie! Singura problema cu adevarat incomoda pare a fi imposibilitatea stabilirii reperelor spatio-temporale exacte. Lucru perfect explicabil pentru majoritatea cercetatorilor, deoarece - sustin ei - de fapt episoadele respective nu au mai fost intâlnite, anterior.

Fenomenul pe cât de bizar, pe atât de frecvent, a inspirat o multime de teorii, incepând din sec. al XIX-lea. Pentru fanii paranormalului, in schimb, totul este o dovada de necontestat ca reincarnarea exista: am mai trait acest eveniment, dar intr-o viata anterioara. Asadar - de unde amintiri? Altii vorbesc mai curând despre premonitii. Variante de interpretare, fata de care oamenii de stiinta foarte seriosi au decis sa ia taurul de coarne.

Filiera epileptica

Alan Brown, specialist american in domeniu, a contabilizat peste 30 de teorii diferite, aparute in circa 140 de ani. Totusi, când vine vorba sa se gaseasca si probe veridice, intervine blocajul: fenomenul este efemer (dureaza maximum 30 de secunde) si imprevizibil, astfel incât pare imposibil de studiat pe indivizi umani, oricine ar fi ei. In conditiile date, a aparut ideea studierii unor cazuri de epilepsie.

Intr-adevar, unii dintre pacienti au declarat ca au trait senzatia de „déjà-vu” inaintea fiecarei crize. Si, cum epilepsia se manifesta printr-un curent electric puternic care traverseaza mai multe sectoare ale creierului, scotându-le din circuit pentru un timp, cercetatorii au presupus ca un „déjà-vu” poate sa apara când un asemenea sector nu functioneaza. Iar acelasi lucru se poate produce si cu oricare alta persoana, ce nu are nici un fel de tulburari.

Scurtcircuit in creier

In perioada 2000-2002, o echipa franceza de cercetare a introdus in creierul mai multor pacienti electrozi minusculi, capabili sa „deconecteze” pentru câteva secunde mici zone din creier. Rezultatul nu a intârziat sa apara: un mic fragment (cortexul perirhinal) provoaca la comanda - atunci când este debransat - senzatia de „déjà-vu”. Din pacate, este singurul experiment de care dispunem pâna in prezent si care pare a explica rezonabil mecanismul straniului fenomen.

Dar exista si alte posibile cai de urmat, pentru a raspunde la avalansa de intrebari ce se pun. Unii specialisti ridica problema lipsei de atentie, de concentrare, din partea subiectilor. Din aceasta cauza, un obiect sau o scena ar putea fi inregistrate in subconstient, fara sa ne dam seama, fiindca avem gândurile aiurea. Suficient pentru ca, doar câteva miimi de secunda mai târziu, când reusim sa devenim mai concentrati, episodul respectiv sa ni se para ciudat de familiar. Ceva ce poate constitui un inceput de argumentatie stiintifica verosimila exista aici, dar ea nu poate explica foarte multe alte lucruri, cum ar fi pseudo-calatoria pe tarâmuri vechi, necunoscute, timp de numai câteva secunde, doar la privirea intâmplatoare a unui obiect. Investigatiile trebuie sa continue.

Autor: ADRIAN-NICOLAE POPESCU - Sursa: magazin.ro

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 Yesterday, in the Westminster Magistrates Court in London, the lawyers for WikiLeaks co-founder Julian Assange presented to the judge a document from me stating that I have put up $20,000 of my own money to help bail Mr. Assange out of jail.

Furthermore, I am publicly offering the assistance of my website, my servers, my domain names and anything else I can do to keep WikiLeaks alive and thriving as it continues its work to expose the crimes that were concocted in secret and carried out in our name and with our tax dollars.

We were taken to war in Iraq on a lie. Hundreds of thousands are now dead. Just imagine if the men who planned this war crime back in 2002 had had a WikiLeaks to deal with. They might not have been able to pull it off. The only reason they thought they could get away with it was because they had a guaranteed cloak of secrecy. That guarantee has now been ripped from them, and I hope they are never able to operate in secret again.

So why is WikiLeaks, after performing such an important public service, under such vicious attack? Because they have outed and embarrassed those who have covered up the truth. The assault on them has been over the top:

- Sen. Joe Lieberman says WikiLeaks "has violated the Espionage Act."

- The New Yorker's George Packer calls Assange "super-secretive, thin-skinned, [and] megalomaniacal."

- Sarah Palin claims he's "an anti-American operative with blood on his hands" whom we should pursue "with the same urgency we pursue al Qaeda and Taliban leaders."

- Democrat Bob Beckel (Walter Mondale's 1984 campaign manager) said about Assange on Fox: "A dead man can't leak stuff ... there's only one way to do it: illegally shoot the son of a bitch."

- Republican Mary Matalin says "he's a psychopath, a sociopath ... He's a terrorist."

- Rep. Peter A. King calls WikiLeaks a "terrorist organization."

And indeed they are! They exist to terrorize the liars and warmongers who have brought ruin to our nation and to others. Perhaps the next war won't be so easy because the tables have been turned -- and now it's Big Brother who's being watched ... by us!

WikiLeaks deserves our thanks for shining a huge spotlight on all this. But some in the corporate-owned press have dismissed the importance of WikiLeaks ("they've released little that's new!") or have painted them as simple anarchists ("WikiLeaks just releases everything without any editorial control!"). WikiLeaks exists, in part, because the mainstream media has failed to live up to its responsibility. The corporate owners have decimated newsrooms, making it impossible for good journalists to do their job. There's no time or money anymore for investigative journalism. Simply put, investors don't want those stories exposed. They like their secrets kept ... as secrets.

I ask you to imagine how much different our world would be if WikiLeaks had existed 10 years ago. Take a look at this photo. That's Mr. Bush about to be handed a "secret" document on August 6th, 2001. Its heading read: "Bin Ladin Determined To Strike in US." And on those pages it said the FBI had discovered "patterns of suspicious activity in this country consistent with preparations for hijackings." Mr. Bush decided to ignore it and went fishing for the next four weeks.

But if that document had been leaked, how would you or I have reacted? What would Congress or the FAA have done? Was there not a greater chance that someone, somewhere would have done something if all of us knew about bin Laden's impending attack using hijacked planes?

But back then only a few people had access to that document. Because the secret was kept, a flight school instructor in San Diego who noticed that two Saudi students took no interest in takeoffs or landings, did nothing. Had he read about the bin Laden threat in the paper, might he have called the FBI? (Please read this essay by former FBI Agent Coleen Rowley, Time's 2002 co-Person of the Year, about her belief that had WikiLeaks been around in 2001, 9/11 might have been prevented.)

Or what if the public in 2003 had been able to read "secret" memos from Dick Cheney as he pressured the CIA to give him the "facts" he wanted in order to build his false case for war? If a WikiLeaks had revealed at that time that there were, in fact, no weapons of mass destruction, do you think that the war would have been launched -- or rather, wouldn't there have been calls for Cheney's arrest?

Openness, transparency -- these are among the few weapons the citizenry has to protect itself from the powerful and the corrupt. What if within days of August 4th, 1964 -- after the Pentagon had made up the lie that our ship was attacked by the North Vietnamese in the Gulf of Tonkin -- there had been a WikiLeaks to tell the American people that the whole thing was made up? I guess 58,000 of our soldiers (and 2 million Vietnamese) might be alive today.

Instead, secrets killed them.

For those of you who think it's wrong to support Julian Assange because of the sexual assault allegations he's being held for, all I ask is that you not be naive about how the government works when it decides to go after its prey. Please -- never, ever believe the "official story." And regardless of Assange's guilt or innocence (see the strange nature of the allegations here), this man has the right to have bail posted and to defend himself. I have joined with filmmakers Ken Loach and John Pilger and writer Jemima Khan in putting up the bail money -- and we hope the judge will accept this and grant his release today.

Might WikiLeaks cause some unintended harm to diplomatic negotiations and U.S. interests around the world? Perhaps. But that's the price you pay when you and your government take us into a war based on a lie. Your punishment for misbehaving is that someone has to turn on all the lights in the room so that we can see what you're up to. You simply can't be trusted. So every cable, every email you write is now fair game. Sorry, but you brought this upon yourself. No one can hide from the truth now. No one can plot the next Big Lie if they know that they might be exposed.

And that is the best thing that WikiLeaks has done. WikiLeaks, God bless them, will save lives as a result of their actions. And any of you who join me in supporting them are committing a true act of patriotism. Period.

I stand today in absentia with Julian Assange in London and I ask the judge to grant him his release. I am willing to guarantee his return to court with the bail money I have wired to said court. I will not allow this injustice to continue unchallenged.

P.S. You can read the statement I filed today in the London court here.

Source: huffingtonpost.com

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By Admin (from 15/12/2010 @ 20:00:07, in en - Video Alert, read 2810 times)

"Ok, so if you know when we've been sleeping and you know when we're awake and you know if we'be been bad or good - then you're really that WikiLeaks guy, aren't you?"

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Prima jumatate a anului viitor va fi esentiala pentru stabilirea datei tinta pentru intrarea Romaniei in zona euro, urmand a fi efectuata o analiza de catre analisti si toate institutiile responsabile de acest lucru, pentru a se vedea daca poate fi mentinuta tinta 2015, potrivit presedintelui Romaniei, Traian Basescu.

Intr-o perioada in care mai multe tari din zona euro se lupta cu deficite bugetare si datorii mult mai mari decat ale Romaniei, iar multe dintre statele care intentionau, in trecut, sa intre in zona euro, precum Cehia, Polonia sau Ungaria, par sa renunte la aceasta idee, Romania are, inca, drept tinta, anul 2015.

"Romanii sprijina acest lucru. Obiectivul nostru este sa fim in zona euro in 2015. Dar nu inseamna ca acest obiectiv va fi mentinut. Ceea ce am invatat din criza, in primul rand, este ca ar fi relativ usor sa intri in zona euro, dar problema este daca economia ta este pregatita pentru acest lucru", a declarat Traian Basescu publicatiei Financial Times.

Pentru a fi in zona euro in 2015, Romania ar trebui sa intre in 2012 in mecanismul ratei de schimb (ERM II). Acest lucru presupune si o stabilitate fara precedent a monedei nationale, pe care analistii sunt de parere ca Romania o poate si trebuie s-o atinga.

Potrivit consultantului financiar Bogdan Baltazar, Romania are nevoie de o anumita disciplina, iar intrarea in zona euro ar aduce un astfel de plus de disciplina.

"Pe de alta parte, in vremurile grele, nu ar mai exista parghia dobanzii de politica monetara, s-a terminat, se stabileste la domnul Trichet (presedintele Bancii Centrale Europene - n.r.) acolo sau cine o sa-i urmeze", a comentat Baltazar pentru Ziare.com.

"Mai vedem, mai avem la dispozitie trei ani. Trebuie sa intri cu doi ani inainte in mecanismul cursului de schimb. Va trebui sa fie destul de stabil cursul", a completat Baltazar.

De altfel, consultantul financiar s-a aratat foarte multumit de politica Bancii Nationale a Romaniei, care nu a efectuat devalorizari "asa-zis competitive" ale monedei nationale, in ciuda presiunilor la care a fost supusa.

"BNR avut o postura cuminte, in ciuda presiunilor absolute, neavenite si periculoase de "hai sa devalorizam sa traim bine, sa facem inflatie sa traim bine", bazaconii de astea sinistre", a comentat Baltazar.

Codul Muncii, piedica in calea intrarii in zona euro?

Directorul bancii centrale, Eugen Radulescu, sustine ca nu exista o solutie in totalitate buna sau in totalitate proasta, orice decizie am lua urmand sa aiba partile ei bune si mai putin bune.

Cu toate acestea, avand in vedere ca, daca am fi acceptati in zona euro in 2015 ar insemna ca economia Romaniei este puternica, este mai bine ca acest lucru sa se intample in cinci ani si nu in zece, de exemplu.

Insa problema nu vine dinspre curs, ci dinspre finantele publice si din zona competitivitatii economiei romanesti, care, la randul sau, depinde foarte mult de piata fortei de munca, sustine oficialul BNR.

"Daca lasam Codul Muncii asa cum este el acum, cred ca nici in 2025 nu mai intram in zona euro. Daca il flexibilizam de la nivelul la care este propus in actualul proiect de lege incolo - asta este un timid inceput de liberalizare a fortei de munca - daca vom face acest lucru, daca vom liberaliza piata fortei de munca, atunci oamenii vor trai mai bine, vor munci mai bine si vor castiga mai bine", a explicat Radulescu.

Directorul bancii centrale vine si cu o propuneri pentru modificarea Codului Muncii, astfel incat sa flexibilizeze si mai mult piata. Una dintre cele mai importante, in opinia sa, ar fi ca perioada de proba sa nu fie de 45 de zile, asa cum se prevede in proiectul de lege dezbatut in prezent, ci de cel putin sase luni sau chiar un an.

"Daca aduci pe cineva de pe strada si il pui sa lucreze intr-un domeniu, ala va stii sa lucreze in prima luna? Primii care ar pierde ar fi chiar patronii. Ei vor sa aiba oameni care sa munceasca si sa stie sa munceasca. Nu e nimeni nebun sa dea afara toata ziua, numai cu scopul de a plati mai putin. Nu are niciun sens, pentru ca il plateste mai putin, dar munceste mai prost", a comentat Radulescu pe marginea supozitiei ca o astfel de perioada de proba indelungata ar putea fi speculata de angajatorii romani.

De asemenea, sunt esentiale si prevederile privind concedierile, care, in prezent, sunt mult prea dificil de realizat. "Sunt anomalii care duc la scaderea productivitatii muncii, la scaderea rezultatelor", a completat Radulescu.

Tarile vecine nu se grabesc sa adopte euro

Din celelalte puncte de vedere, politicienii, dar si institutiile financiare precum FMI sunt optimiste in privinta revenirii Romaniei pe "calea cea buna".

Potrivit sefului statului, obiectivul unui deficit bugetar de 3 la suta in 2012 este mentinut, astfel incat sa intram in ERM II.

"Dar chiar daca putem face asta, sa ne gandim foarte atenti la ce ar insemna pentru Romania sa fie o tara din zona euro, daca economia nu ar fi pregatit pentru asa ceva", a comentat Traian Basescu.

De altfel, stirile dinspre tarile care folosesc moneda unica nu sunt deloc menite a aduce incredere eventualilor candidati. Marti, oficiali ai Parlamentului din Slovacia, tara care a adoptat euro in 2009, au declarat ca ar trebui luata in considerare revenirea la moneda nationala, avand in vedere problemele pe care regiunea le are in prezent.

"Trebuie sa incetam sa ne incredem orbeste in liderii din zona euro si sa ne pregatim un plan B pentru a reveni la coroana slovaca", a spus Richard Sulik, seful Parlamentului slovac.

Nu in ultimul rand, oficiali din tari mult mai dezvoltate si mai stabile decat Romania, cu economii care au inregistrat cresteri sau nu au intrat deloc in recesiune, cum ar fi Cehia si Polonia, asteapta ca moneda euro sa isi dovedeasca viabilitatea, declarand ca isi vor mentine monedele nationale atata timp cat va fi benefic pentru tarile respective.

Sursa: ziare.com

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By Admin (from 15/12/2010 @ 16:00:52, in en - Global Observatory, read 2001 times)
Crikey: Doug Cameron joins Labor Left rally to support Julian Assange

Cameron said WikiLeaks went to the heart of the issue of freedom of the press to publish without fear or favour: ”I support press freedom and believe it is an important element of a democratic society… WikiLeaks seems to be operating consistent with other media outlets only on a massive scale.”

Cameron’s factional colleague, Calwell MP Maria Vamvakinou, who holds her northern Melbourne seat by a commanding 19.7%, also broke ranks, telling Crikey the equation was simple: ”If you believe in freedom of speech and transparency you can’t pick and choose.

“Where government may some concerns about some things not being in the public domain, the reality is a lot of the information WikiLeaks is revealing is of public interest.”

Cameron echoed Foreign Minister Kevin Rudd’s statements that the leaks are a product of US security failures, saying extremists calling for Assange to be prosecuted under domestic anti-terrorism laws needed to be reined in.

... The uprising within the Left — including Laurie Ferguson, Sharon Grierson and Melissa Parke — will increase pressure on the PM to mollify her public statements on WikiLeaks and comes after a weekend of protests defending Assange across Australia.

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New York Times: Rep. Ron Paul, G.O.P. Loner, Comes In From Cold

As virtually all of Washington was declaring WikiLeaks’s disclosures of secret diplomatic cables an act of treason, Representative Ron Paul was applauding the organization for exposing the United States’ “delusional foreign policy.”

For this, the conservative blog RedState dubbed him “Al Qaeda’s favorite member of Congress.”

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Rep. McDermott: Could WikiLeaks Have Prevented 9/11?

Jesse Freeston of The Real News joined us on the Stakeout this weekend, asking Congressman McDermott (D-Wash.) his views on WikiLeaks. The Congressman couldn’t speak to the specific nature of the cables Freeston pointed out, but expressed a general sense of openness to the idea that the cables and WikiLeaks work would likely benefit the public. McDermott referenced an op-ed in the Los Angeles Times by Coleen Rowley and Bogdan Dzakovic, endorsing the idea that had there been an entity like WikiLeaks in the past, public whistleblowing that might have prevented 9/11 would have been more readily facilitated.

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Prosecute leakers, not Assange: Howard

"To publish some cables containing commentary about political figures, while it's very uncomfortable for the diplomat involved ... and uncomfortable to the subject, you can't expect a journalist to hold back on something like that," Mr Howard told ABC Radio in Darwin on Wednesday.

"I'm sure things had been said about me.

"It's embarrassing when it happens but ... you can't condemn the media for running this stuff."

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