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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 24/09/2010 @ 09:00:28, in it - Scienze e Societa, read 3896 times)
Le case in legno con i gerani alle finestre e i tetti spioventi, benché facciano pensare a un villaggio non del tutto reale, ospitano circa 4 mila abitanti. Ad abbracciarle la presenza rassicurante e sublime delle montagne del Trentino-Alto Adige, soffici di tutti i verdi immaginabili in estate, vellutate e candide di neve in inverno.

Siamo a Racines, in tedesco Ratschings, comune della Provincia Autonoma di Bolzano che si estende a cavallo della Valle di Racines e la Val Ridanna, attraversata dall’omonimo corso d’acqua. Popolata perlopiù da abitanti di lingua tedesca, la cittadina ospita appena un 1,53% di persone di madrelingua italiana, ma la località è molto amata da turisti provenienti da tutta la penisola in ogni periodo dell’anno. In un susseguirsi sconvolgente di scenari eccezionali, la natura pare avere la meglio sulla piccolezza dell’uomo, e la montagna è senza dubbio l’attrattiva principale del luogo. Un paesaggio incontaminato e vario offre una grande quantità di attività da praticare all’aria aperta, godendo tanto dei prati freschi quanto dei pendii più aspri, tra escursioni guidate, sport e divertimenti.

In inverno, poco al di sopra del paese, è attiva una grande stazione sciistica rivolta verso il versante nord della valle. La zona sciistica di Racines Giovo, che va dai 1300 ai 2100 metri di quota, è tra le più moderne dell’Alto Adige, formata da 8 efficienti impianti di risalita, 25 km di piste da sci e una divertentissima pista per slittino che farà impazzire i più piccoli e non solo.

Uno degli spettacoli naturali di maggior fascino sono le Cascate di Stanghe, collocate proprio tra la Valle di Racines e la Val Ridanna, nei pressi di Racines e Vipiteno. Il fiume Racines, in origine, era un piccolo rio con portata scarsa, ma con il passare dei secoli iniziò a scavare percorsi sotterranei profondi, erodendo il marmo bianco e trasformandosi in un torrente impetuoso: nel punto in cui il corso d’acqua attraversa la gola di Stanghe, conosciuta anche come orrido Gilf, si formano le splendide cascate. La gola è una vera e propria opera d’arte, vertiginosa e affascinante, visitabile nei mesi estivi pagando una piccola cifra simbolica: in un’escursione di circa un’ora si prova l’ebbrezza di percorrere un dislivello di 175 metri.

Aldilà del paesaggio, comunque, non sono da meno alcune testimonianze storico-artistiche di grande pregio. Da vedere, nella vicina località di Mareta, l’imponente castello di Wolfsthurn. Si tratta di un edificio in stile barocco, abbarbicato alla sommità di una collina, che si affaccia al panorama eccezionale tramite 365 finestre. Intorno alla sua storia e alle sue origini c’è un alone di mistero: non si sa molto sulla sua fondazione, ma è certo che nel 1200 al posto del maniero si ergeva in questo punto una torre difensiva, acquistata dai Conti del Tirolo nel 1242 e concessa a Rudolfus Lupus come feudo. Dal 1574 la proprietà passò nelle mani della famiglia Grebmer, che possiede tuttora il castello, accessibile con visite guidate su prenotazione.

Nel 1996, al primo piano dell’edificio, è stato allestito il Museo Provinciale della caccia e della Pesca, che sottolinea i principali aspetti storico-culturali di queste pratiche e arti. Per consentire anche ai bambini di godere della mostra, è stato creato un apposito percorso ludico-didattico sugli animali, per far conoscere loro le caratteristiche delle specie faunistiche locali. Terminata la visita al castello si può tornare al centro di Racines a piedi, tramite un bel sentiero panoramico chiamato “Bosco e Acqua”, di circa 1 km.

Non è difficile immaginare che Racines, immersa nelle atmosfere uniche delle vette montane, goda di un clima tipicamente alpino, con temperature piuttosto basse per tutto l’anno. In inverno il freddo consente abbondanti nevicate, e non fa che accrescere il fascino del paesaggio, oltre ad imbiancare perfettamente le piste da sci: il mese più freddo è gennaio, con valori medi che vanno da una minima di -9°C a una massima di 0°C. In estate la frescura rende le passeggiate particolarmente rigeneranti e piacevoli: basti pensare che le temperature medie di luglio e agosto, i mesi più caldi, vanno da un minima di 9°C a una massima di 21°C. Le precipitazioni si presentano in inverno sotto forma di neve, mentre le piogge sono più abbondanti in estate e toccano il picco massimo tra luglio e agosto, quando raggiungono una media di 102-109 mm mensili.

Per raggiungere Racines in auto bisogna percorrere l’Autostrada del Brennero, uscire a Vipiteno e seguire le indicazioni per Ridanna/Racines. Per chi deve servirsi dell’aereo, gli aeroporti più vicini sono quelli di Innsbruck, Bolzano e Verona, rispettivamente a 68 km, 78 km e 200 km dalla meta. ( Fonte: ilturista.info)
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By Admin (from 23/09/2010 @ 15:07:35, in en - Global Observatory, read 1857 times)

Microsoft co-founder Bill Gates has been named as the wealthiest person in the US for the 17th year in a row.

Bill Gates

Forbes magazine put his fortune at $54bn (£34.5bn), with investment guru Warren Buffet second with $45bn.

Software tycoon Larry Ellison was in third place, while Wal-Mart heir Christy Walton was fourth on Forbes' list of the 400 richest Americans.

It took a net worth of at least $1bn to earn a spot in the rankings - up from $950m in 2009.

The collective net worth of the 400 billionaires rose by 8% from 2009, totalling $1.37 trillion - approximately the same as the GDP of Spain or Canada.

Social network trend

Those gaining wealth in the list included Facebook co-founder Mark Zuckerberg, whose wealth grew by 245% to $6.4bn, the report said, putting him at 35 in the list.

His fellow co-founder Dustin Moskovitz is the youngest to make the top 400. The 26-year-old is eight days younger than Mr Zuckerberg and one of 16 new entrants to the list, which also includes another Facebook figure, Eduardo Saverin.

Another gainer was Manchester United owner Malcolm Glazer and family, while among those losing ground were the family behind confectionery giant Mars.

And there were 34 dropping off the list, including real estate mogul Tamir Sapir.

The 18 people returning to the list after a period of absence included Sidney Kimmel, at number 365, who made his fortune in the clothes business before producing films including The Kite Runner.

The report also found that among the 400 members of the list, 231 had donated to the Democratic Party between 2006 and 2010 - giving a total of $6.2bn. This compared with the 247 people who donated $7.3bn between them to the Republican Party.

TEN RICHEST AMERICANS

RankNameWealthSourceChange from 2009

SOURCE: FORBES

1

Bill Gates

$54bn

Microsoft

+ $4bn

2

Warren Buffett

$45bn

Berkshire Hathaway

+ $5bn

3

Lawrence Ellison

$27bn

Oracle

No change

4

Christy Walton & family

$24bn

Wal-Mart

+$2.5bn

5

Charles Koch

$21.5bn

Manufacturing

+$5.5bn

6

David Koch

$21.5bn

Manufacturing

+$5.5bn

7

Jim C Walton

$20.1bn

Wal-Mart

+ $500m

8

Alice Walton

$20bn

Wal-Mart

+ $700m

9

S Robson Walton

$19.7bn

Wal-Mart

+ $700m

10

Michael Bloomberg

$18bn

Bloomberg

+ $500m

Source: bbc.co.uk

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... CONTINUARE

Unele date aparute în presa în luna octombrie 1994 anuntau pe spatii largi desfasurarea exercitiilor navale din Marea Neagra, codificate cu numele „Sea Partener `94”, cu participarea a 10 nave militare din Bulgaria, Grecia, Italia, România, Rusia, SUA, Turcia si Ucraina. Aplicatia în cauza va pune în evidenta faptul ca în prezent se afla în experimentare, daca nu chiar în exploatare la trupe, metode „de manipulare a spatiului si timpului”. Planificate sa înceapa la 22 octombrie exercitiile au fost amânate cu 24 de ore din cauza conditiilor meteo extrem de nefavorabile. Manevrele încep la 23 octombrie ora 10, partea româna participând cu distrugatorul „Marasesti”, exercitiul continuând si pe 24 octombrie. Tema exercitiului de lupta era „Executarea de foc cu tunurile de 76 mm asupra unei tinte marine” lansate de la bordul fregatei americane „Doyle”, de unde de fapt era condusa întreaga aplicatie. Observarea rezultatelor tragerilor s-a facut dintr-un elicopter de lupta decolat de pe fregata Doyle si direct de catre participanti . Fiecare nava trebuia sa traga asupra tintei ce marca inamicul timp de 8 minute. Elementul surpriza al întregului exercitiu tactic a fost uluitor. Nici unul dintre tragatori nu a lovit tinta. Mai mult chiar, corveta bulgareasca „Restelnîi” se apropie contrar regulilor stabilite si executa focul de la o distanta de numai 3 mile fata de tinta, distanta mult inferioara celei regulamentare. Surpriza i-a proportii pentru toti participantii – desigur mai putin pentru americani – atunci când constata ca daca se puteau astepta la bruiajul radiolocatorului de descoperire a tintei si de dirijare a focului, nu se poate explica faptul ca tinta nu este lovita nici macar când este încadrata „la vedere” prin intermediul mijloacelor de ochire optice si optoelectronice.

Este absolut evident ca daca americanii au venit cu fregata „Doyle” pregatiti sa-si testeze mijloacele si capacitatile de aparare pasiva a tintei asupra focului, nu mai putin pregatiti au venit si rusii pentru a-si testa mijloacele de contracarare a bruiajului radiolocatoarelor de dirijare a focului. Oricum, din perspectiva analizata intereseaza nu atât faptul ca bruiajul radar al dirijarii focului a functionat sau nu, ci faptul ca dirijarea „la vedere” si prin mijloace optice a focului asupra tintei nu a avut nici un fel de efect pentru nici unul dintre tragatori. Explicatia rezida în faptul ca tinta se gasea de fapt plasata într-o alta locatie spatiala decât cea care aparea vizibila în mod virtual.

Faptul este demonstrat  de observatia ca neputându-si dirija focul prin radar (acesta era complet bruiat si ineficient în situatia data) distrugatorul „Marasesti” caruia i-a venit rândul la tragere dupa fregata rusa „Bezucoruznenîi”, executa într-un rastimp de 8 minute 37 de lovituri. Dar dupa numai primele 2 salve, conducatorul focului de pe Marasesti, locotenentul Marian Pitea, corecteaza la vedere traiectoria, tragând grupat, dar la o distanta de 6 cabluri stânga fata de tinta (o mila marina = 1.851,85 metri; 1 cablu = 185,2 metri), ratând din nou tinta.

Desigur, ca duelul principalilor protagonisti ai exercitiului s-a derulat între fregata americana „Doyle” si fregata rusa „Bezucoruznenîi”.

Data fiind miza cât si importanta exercitiului, este sigur ca rusii au venit dotati cu tot echipamentul electronic de ultima ora (oare?) de care dispuneau, pe de o parte pentru as testa propria tehnica de razboi electronic, iar pe de alta pentru a o testa pe cea americana prin determinarea tuturor parametrilor de lucru ai aparaturii puse în joc. Si totusi asa se face ca dupa scurgerea celor 8 minute regulamentare nici rusii (ca si ceilalti 6 participanti) n-au obisnuit nici un rezultat. Singurii care au lovit tinta în conditii foarte bune fiind americanii. Dar, contrar regulilor impuse, vazând ca nu au lovit tinta dupa cele 8 minute regulamentare, rusii nu se retrag de pe linia de foc si, încercând probabil sa colecteze cât mai multe informatii posibile continua tragerea timp de înca 30 de minute cu tot armamentul de bord, cele peste 150 de salve trase neatingând în final nici macar o data tinta. Este evident desigur ca pe parcursul celor 30 de minute scurse în afara timpului regulamentar legal ordonat, rusii au cautat sa-si dirijeze focul atât prin vizare telemetrica si radar a tintei, prin vizare la vedere cât si prin modalitati combinate. Si desigur – daca au avut în rezerva – si cu alte mijloace ce le-au stat eventual la dispozitie (vizare laser, infrarosii). Fara însa nici un rezultat.

Dupa cum se stie în materie de invizibilitate a tintelor navale si aeriene au fost obtinute o serie întreaga de realizari în ceea ce priveste invizibilitatea în spectrul electromagnetic (tehnologia Stealth – pentru tinte terestre, nave maritime si aeriene). De asemenea, sunt cunoscute  realizarile în ceea ce priveste materialele absorbante si vopselele antiradar. Tehnologiile bruiajului activ sunt deja arhicunoscute chiar si în ceea ce priveste bruiajul activ de baraj sau prin impulsuri electromagnetice de foarte mare putere tintite asupra radarului inamic. Ori cu toate aceste tehnici cunoscute care la rândul lor pot fi contracarate cu alte mijloace, cum ar fi telemetrele laser si cele cu raze infrarosii, nici unul dintre participantii la exercitiul pomenit nu a putut atinge tinta, toate proiectilele trimise fiind rateuri.

Cauza în sine a fenomenului descris a ramas un mister si la 10 ani de la eveniment. Specialistii participanti la exercitiu au încercat câteva explicatii posibile, astfel:

1. proiectilele nu au reusit sa strapunga zona unui spatiu, „zid” de protectie din jurul tintei.

2. tinta nu se afla în locul unde era vizata când s-a tras asupra ei (alta locatie spatiala).

3. tinta nu se afla în locatia spatiala de foc la momentul respectiv (alta locatie temporala).

Învatamântul care se desprinde din cazul de mai sus este aceea ca tinta avea o alta locatie spatio-temporala, focul executându-se asupra unei tinte virtuale. Este evident ca este foarte posibil ca efectul în cauza sa fie o perfectionare sau o varianta a Experimentului Philadelphia aplicata în prezent în tehnologia militara americana.

Mai multe carti referitoare la Experimentul Rainbow au aparut în ultimul timp în Statele Unite, încercându-se sa se faca o legatura  între acest experiment si un altul dezvoltat în anii 1960-1970 de catre armata americana cunoscut sub numele de Proiectul Montauk.

Concluziile unui mare numar de savanti si specialisti militari atât occidentali, cât si est-europeni, converg spre ideea ca experimentul descris, desi negat de catre Pentagon, a avut loc si este perfectionat în continuare în zilele noastre.


Nota redactiei: Informatiile din acest articol nu le-am putut verifica in nici un fel. De aceea subliniem ca Stiinta si tehnica nu poate certifica adevarul continut in ele. Despre unele dintre ele, cum ar fi cele privitoare la cutremurele provocate de Tesla, stim sigur ca tin de legendele epocii noastre, cat despre afirmatia lui Einstein facuta "facand referire la proiectele Manhattan si Rainbow"... de fapt Einstein se referea numai la Manhattan. Tot ceea ce a scris Einstein este acum de domeniul public.

Sursa: stiintasitehnica.ro

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By Admin (from 23/09/2010 @ 10:04:05, in it - Scienze e Societa, read 1806 times)

La Luna sta invecchiando e le sue “rughe” si fanno sempre marcate.  Le zampe di gallina hanno cominciato ad invadere il volto bianco del satellite un miliardo di anni fa, quando ha cominciato a raffreddarsi al suo interno. Lo testimoniano le immagini, pubblicate questa settimana su Science, che mostrano ben 14 deformazioni osservate dalla sonda della Nasa Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro), lanciata nel giugno 2009.

 

Non soltanto i nuovi segni scoperti sulla Luna sono i più recenti mai osservati finora, ma ci sono indizi che possano essere molto più diffusi di quanto si credesse, al punto che l’intera superficie lunare potrebbe essere rugosa e avvizzita.

 

Le immagini riprese dalla sonda sono state analizzate dal gruppo americano coordinato da Thomas Watters, del Centro di studi planetari della Smithsonian Institution di Washington.

 

Secondo gli esperti le increspature sono la prova che meno di un miliardo di anni fa la Luna, raffreddandosi, ha cominciato a ”restringersi”, diventando più piccola e raggrinzita. Questi segni, secondo Watters, sono ”relativamente giovani e il fatto che siano distribuiti globalmente indicano che è in passato è avvenuta una recente contrazione di tutta la Luna, stimata in circa 100 metri”.

 

Le prima ”rughe” della Luna erano state osservate negli anni ‘70 dalle missioni Apollo 15, 16 e 17, ma su un territorio molto ristretto, pari al 20% della superficie. Con queste nuove immagini ”cambia la nostra immagine della Luna”, ha osservato Mark Robinson, dell’università dell’Arizona e responsabile dello strumento a bordo del satellite Lro, che ha scattato le immagini.

Fonte: blitzquotidiano.it

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By Admin (from 23/09/2010 @ 09:43:02, in ro - Observator Global, read 2437 times)

Revolutia in Romania nu s-a facut pentru avantaje materiale ci pentru recastigarea demnitatii umane.

Se pare ca in aceste zile, dupa 20 de ani, democratia este considerata doar o gluma.

Ca urmare a scandalului legat de legea pensiilor si a vicierii rezultatului votului consideram ca doamna Roberta Anastase trebuie sa-si prezinte demisia.


Semneaza petitia :

Roberta Alma Anastase (n. 27 martie 1976, orasul Ploiesti, judetul Prahova) este un parlamentar român, presedintele Camerei Deputatilor în legislatura 2008-2012.

Pentru a semna petitia "Demisie Roberta Anastase", va rugam sa completati formularul urmator.
Va amintim faptul ca, pentru credibilitatea semnaturilor, si, implicit, a petitiei semnate, corectitudinea si seriozitatea informatiilor si comentariilor postate pe site sunt esentiale. Ele contribuie in mod clar la consolidarea mesajului transmis prin intermediul unei petitii.

Semneaza petitia.

Vezi semnaturile pentru petitia: Demisia Robertei Anastase.

Pentru mai multe informatii:

Romania: PDL – fraudã masivã în Parlament.

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Buongiorno a tutti, questo sarà un autunno caldo non soltanto per la politica, ma anche per le inchieste giudiziarie di mafia e politica che inevitabilmente si intrecciano con la vicenda del Governo, i giornali fanno finta di non capire, le televisioni nascondono, ma la ragione principale per la quale Berlusconi sta cercando disperatamente di comprare parlamentari per riempire il vuoto che potrebbe lasciare Fini non riguarda i destini del paese, riguarda i suoi destini giudiziari.

Berlusconi e Dell'Utri indagati per strage.

E' per quel 5% del programma in 5 punti che lui ha proposto alla sua coalizione e che i finiani hanno detto di non condividere, che lui sta cercando i voti da riempire il buco aperto dai finiani e quel 5% si chiama scudo.
Si chiama scudo che attualmente lo riguarda per processi probabilmente destinati comunque alla prescrizione con il Processo Mills e Processo Mediaset, non credo invece per il terzo processo, il Processo Mediatrade che riguarda fatti talmente recenti che è abbastanza difficile immaginare che possano prescriversi in tempi brevi, ma soprattutto quello scudo che lui vede lontano, potrebbe riguardare le nuove accuse di mafia che stanno piovendo un po’ dappertutto e che hanno portato nel silenzio e nell’indifferenza generale alla riapertura, l’estate scorsa, l’estate del 2009 dell’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi del 1993, quella che fu aperta a Firenze a suo tempo e poi fu archiviata a suo tempo, l’archiviazione risale al 14 novembre 1998 e era l’indagine nella quale Berlusconi e Dell’Utri erano indagati per concorso nelle stragi di Milano, Firenze e Roma del 1993, indicati come autore 1 e autore 2, sapete che le archiviazioni non sono proscioglimenti nel merito, l’archiviazione vuole dire che non c’è stato il tempo per completare le indagini in tempo utile e quindi al momento dello scadere dei termini e delle indagini, non ci sono elementi sufficienti per chiedere il giudizio.
Archiviazione significa che il fascicolo va in freezer pronto a essere estratto e riattivato in presenza di qualunque elemento nuovo, è quello che è successo l’estate dell’anno scorso, quando Spatuzza raccontò dei suoi colloqui con Giuseppe Graviano, il quale gli aveva confidato che quello di Canale 5, Berlusconi e il nostro compaesano, Dell’Utri ci hanno messo l’Italia nelle mani, confidenza che Spatuzza dice di avere ricevuto da Giuseppe Graviano al Bar Doney gennaio 1994, 2 mesi prima delle elezioni e pochi giorni prima del discorso televisivo della discesa in campo del Cavaliere.
Di fronte a questi nuovi elementi forniti da Spatuzza i magistrati hanno riaperto l’indagine, hanno indagato per un anno e questa estate hanno chiesto una proroga di un altro anno e l’ho ottenuta dal G.I.P., segno che ci sono elementi per continuare a indagare su chi? Su Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri che sono attualmente, mentre stiamo parlando, indagati a Firenze per concorso nelle stragi del 1993, capisco che qualcuno di voi farà tanto di occhi, perché nessuno lo sa, perché l’hanno scritto pochi giornali questa estate e poi se ne sono subito dimenticati, essendo invece ben più interessati alle vicende della Cucina Scavolini del quasi cognato di Gianfranco Fini, mentre noi inseguivamo la lepre della Cucina Scavolini, Berlusconi e Dell’Utri sono indagati per un anno e lo saranno per un altro anno, visto che la proroga ottenuta dal G.I.P. dura ancora un anno e poi si dovrà comunque chiudere l’inchiesta o con una richiesta di archiviazione o con rinvio a giudizio, indagati per concorso nelle stragi, il Presidente del Consiglio in carica e il Sen. Marcello Dell’Utri, chiaro? Che non significa che siano colpevoli, significa che c’è un’indagine per strage nei confronti del Presidente del Consiglio e del Sen. Dell’Utri, forse la notizia meriterebbe qualche eco in più, visto che oltretutto già nella richiesta di archiviazione, nel provvedimento di archiviazione del 1998, i magistrati scrivevano cose piuttosto interessanti, per esempio 7 agosto 1998 il Procuratore aggiunto di Firenze Flerie e i sostituti Chelazzi, Nicolosi e Crini e l’allora sostituto procuratore della Procura antimafia Piero Grasso, poi diventato Procuratore di Palermo e poi ancora Procuratore nazionale antimafia, firmavano la richiesta di archiviazione per autore 1, autore 2 cioè Dell’Utri e Berlusconi e scrivevano “La natura e la durata del rapporto tra Berlusconi, Dell’Utri e i capi della mafia non ha mai cessato di dimensionarsi, almeno in parte sulle esigenze di Cosa Nostra, vale a dire sulle esigenze di un’organizzazione criminale” e scrivevano sempre i PM di Firenze più Grasso che erano stati raccolti molteplici e univoci elementi a sostegno della tesi secondo cui Cosa Nostra ha appoggiato la nascente Forza Italia in cambio di interventi sulla normativa di contrasto alla criminalità organizzata, ma questo non bastava a dimostrare che ci fosse un nesso tra Berlusconi e Dell’Utri che fondavano Forza Italia e la campagna stragista che accompagnò e forse accelerò la discesa in campo del Cavaliere e quindi scrivevano “Resta privo di rappresentazione il dato che consenta di definire con esattezza i termini dell’interrelazione tra il dinamismo militare di Cosa Nostra e le iniziative d’accordo adottate nell’organizzazione, quale risultante del dinamismo politico” e quindi il G.I.P. Giuseppe Soresina firmò il Decreto di archiviazione, scrivendo che l’ipotesi iniziale d’accusa e cioè che Dell’Utri e Berlusconi siano stati tra i mandanti occulti delle stragi del 1996, aveva addirittura incrementato la sua plausibilità nel corso dell’indagine, ma non si erano raggiunti elementi sufficienti per chiedere un rinvio a giudizio, ora quell’indagine che già nel 1998 il G.I.P. scriveva avere aumentato la plausibilità della tesi accusatoria è stata riaperta evidentemente perché c’è di più, ci sono le parole di Spatuzza e evidentemente ci sono anche dei riscontri già trovati dai magistrati, i quali altrimenti non avrebbero potuto chiedere la proroga delle indagini, se in questo primo anno di lavoro non avessero trovato elementi che li inducono a andare avanti, questo è lo stato dell’arte, questo non lo sa nessuno, tranne i fortunati lettori di alcuni rarissimi quotidiani che ne hanno parlato questa estate e i fortunati voi che state seguendo questo Passaparola e che venite a sapere un fatto piuttosto agghiacciante che in questo momento il nostro Capo del Governo, tra le altre cose, è indagato per strage insieme al Sen. Dell’Utri.

Non chiacchiere, ma documenti scritti.

Ma c’è un’altra indagine che è quella della Procura di Palermo che sta per portare a sviluppi piuttosto interessanti, anche qui quasi nel silenzio generale, ogni tanto esce qualche articoletto di qua o di là, ma manca completamente un’informazione proporzionata alle dimensioni di quello che sta venendo fuori e alla gravità dei fatti che stanno venendo fuori.
Non stiamo parlando delle chiacchiere di Ciancimino, stiamo parlando delle carte che Ciancimino e ultimamente anche sua madre, la vedova di Vito Ciancimino già Sindaco mafioso di Palermo, già complice del sacco di Palermo, già arrestato e condannato per mafia grazie al pool di Falcone e Borsellino, il figlio e la moglie di Vito Ciancimino non stanno facendo chiacchiere, stanno portando carte che erano disseminate in una serie di cassette di sicurezza, archivi sparsi per il mondo, sparsi in varie case, astutamente Vito Ciancimino e i suoi familiari non tenevano tutto in un solo posto, lo tenevano un po’ sparpagliato in giro per il mondo perché, il perché lo si vede quando arrivano le carte e stando alle ultime notizie pare che le carte più interessanti dell’ultima ondata di quelle arrivate alla Procura di Palermo e di Caltanissetta siano proprio quelle fornite dalla madre di Massimo Ciancimino, dalla moglie di Vito Ciancimino, una signora che si chiama Epifania Scardino, vedova Ciancimino.
Partiamo da un assegno, un assegno di cui si ebbe notizia per caso da un’intercettazione telefonica, il 5 marzo del 2004 Massimo Ciancimino era sotto intercettazione perché i magistrati di Palermo stavano indagando sul tesoro del padre, ipotizzavano che il figlio si fosse dato da fare per riciclarlo, allora gli hanno messo il telefono sottocontrollo e pochi giorni prima di perquisirgli la casa a Mondello, hanno sentito Massimo Ciancimino parlare con la sorella Luciana, anche lei ovviamente figlia di Vito Ciancimino, in famiglia sono politicamente divisi, Massimo era un po’ più verso il centro-sinistra, Luciana pare sia vicina al centro-destra, questo per spiegare quello che si dicono.
Luciana racconta a Massimo che l’ha cercata un certo Gianfranco, probabilmente dal contesto della telefonata si intuisce che Gianfranco è Gianfranco Micciché, all’epoca coordinatore di Forza Italia in Sicilia e futuro Ministro e Gianfranco l’aveva invitata alla convention per festeggiare di lì a poco i 10 anni della vittoria di Forza Italia alle elezioni del 1994, quelle del 27 marzo, qui era il 5 marzo, quindi mancavano 3 settimane all’evento e lei era stata invitata da Gianfranco a questa convention che si doveva tenere proprio a Palermo.
Allora dice Luciana a suo fratello che Gianfranco in quell’occasione le farà conoscere Berlusconi, Massimo, il fratello di Luciana, le risponde che potrebbe approfittarne – ne fa una battutina allusiva – per restituire l’assegno di 35 milioni che Berlusconi aveva versato al papà, a Don Vito, il quale l’aveva conservato in una carpetta con tanto di firma del Cavaliere Silvio, un assegno risalente agli anni 80, vediamo la telefonata, Luciana dice a Massimo “Minchia, mi telefonò Gianfranco, mi arriva un messaggio “il 27 marzo a Palermo per i 10 anni di Forza Italia e viene Silvio Berlusconi, è stata scelta Palermo perché è la sede più sicura, saremo 15 mila” sapete che loro decidono prima quanta gente c’è alle convention, 15 giorni prima già lo sanno! Allora ci scrivo questo messaggio a Gianfranco “rincoglionito a chi lo dovevi mandare questo messaggio? Secondo me sbagliasti!” lei dice ma davvero volevi invitare proprio me a questa festa, mi risponde Micciché che è veramente un elegantone “suca mezz’ora fa mi chiama, minchia ma sei una merda”, vedete com’è elegante Micciché nei confronti delle signore, “io ci dissi – dice Luciana – perché sono una merda?” dice Micciché “L’ho mandato a te, siccome so che lo vuoi conoscere” quindi l’invito era proprio indirizzato a te, perché so che tu Luciana Ciancimino vuoi conoscere Silvio Berlusconi, il fratello risponde “digli che abbiamo un assegno suo, se lo vuole indietro” se vedi Berlusconi digli che gli ridiamo quell’assegno, se lo rivolesse…
Luciana ride “chi il Berlusconi?” e Massimo “sì ce l’abbiamo ancora nella vecchia carpetta di papà” Luciana “ma che cazzo dici?” Massimo “certo”, Luciana “del Berlusca?” Massimo “sì di 35 milioni, se lo si può, glielo diamo!” nella perquisizione che viene fatta qualche settimana dopo a casa di Ciancimino, i Carabinieri cercano questa carpetta con l’assegno di Silvio Berlusconi a Vito Ciancimino, anni 80 di 35 milioni ma non lo trovano, dopodiché sapete che quella perquisizione è oggetto di accertamenti perché pare che i Carabinieri che l’hanno fatta siano entrati più per non trovare le cose che per trovarle, comunque ufficialmente risulta che quella carpetta non è stata trovata e quindi questo assegno diventa una specie di leggenda, alcuni dicono “ma è una leggenda metropolitana, è una delle tante fanfaronate di Massimo Ciancimino, questo chiacchierone che inventa, che condisce…” invece no, l’assegno è venuto fuori, dove? Dalle carte che ha ritrovato la vedova di Ciancimino, la Signora Epifania Scardino, quest’ultima è stata sentita questa estate dalla Procura di Palermo e ha portato una serie di carte, compresa la fotocopia di quell’assegno di 35 milioni di lire firmato dal nostro attuale Presidente del Consiglio, ma ha portato anche altre cose che dimostrano rapporti societari e affaristici tra l’ex Sindaco mafioso di Palermo e il nostro Presidente del Consiglio, perché è importante questo? Intanto è importante perché ne aveva già parlato Massimo Ciancimino del fatto che suo padre gli aveva confidato che negli anni 70/80 lui, Vito Ciancimino, i costruttori mafiosi Bonura e Buscemi e Stefano Bontate avevano investito un sacco di soldi nelle aziende televisive e edilizie di Berlusconi Milano 2.

Berlusconi è rincorso dal suo passato.

Tutti a dire: ah non è vero, non è possibile etc., a parte il fatto che le stesse cose hanno raccontato Filippo Rapisarda sui capitali mafiosi che arrivavano a Berlusconi negli anni 70/80 tramite Dell’Utri, l’hanno raccontato molti pentiti di mafia, quindi non è il primo a raccontare queste cose Massimo Ciancimino.
C’è la famosa perizia contabile del dirigente di Banca d’Italia Giuffrida fatta per conto della Procura di Palermo in cui si dice che dei soldi che hanno capitalizzato le finanziarie che controllavano la Fininvest tra gli anni 70/80 non si sa da dove arrivino almeno 350 milioni di Euro, calcolati al valore di oggi, misterioso donatore, Berlusconi che si avvale della facoltà di non rispondere, invece di dire chi gli ha dato quei soldi.
Ma si poteva dire: chiacchiere Rapisarda chiacchiera, i pentiti chiacchierano, Massimo Ciancimino chiacchiera, c’era un appuntino trovato nel libro mastro della famiglia mafiosa di San Lorenzo, quella comandata dal boss Salvatore Biondino che faceva anche da autista a Riina che segnando gli introiti della cosca, in questo bigino, da una parte segnava gli introiti del pizzo, le estorsioni e dall’altro segnava i regali e alla voce regali c’era un solo regalo, c’era una cifra con scritto 1990 Canale 5, quindi è una prova documentale che i mafiosi della famiglia di San Lorenzo ricevevano denaro con la causale Canale 5, chissà cosa vuole dire, forse il permesso di piazzare certe antenne che servivano alla Fininvest a trasmettere a Palermo.
Adesso però non abbiamo più soltanto parole o un libro mastro di dubbia interpretazione, abbiamo carte sui rapporti tra Vito Ciancimino e Silvio Berlusconi, prima che Berlusconi diventasse politico, quando era ancora un palazzinaro e un editore televisivo, portate non più da Massimo, ma dalla vedova Ciancimino, la Signora Epifania Scardino, la prima carta è un pizzino, è un pizzino che nel 2001, questa pare la datazione, adesso si stanno facendo accertamenti più precisi sull’età della carta su cui è scritto questo pizzino, che Don Vito Ciancimino nel 2001, pare, manda a Bernardo Provenzano, chiamandolo “caro ragioniere” in cui si parla esplicitamente di Berlusconi, cosa dice in questo pizzino Ciancimino a Provenzano nel 2001, quando Provenzano è libero, è il capo della mafia perché Riina è in galera da 7 anni e Berlusconi sta per tornare o è appena tornato al governo, 2001 e quando c’è il 61 a 0, tutti i collegi uninominali della Sicilia vanno a Forza Italia e quando negli stessi mesi, poche settimane dopo le elezioni politiche c’è il cappottone di Totò Cuffaro a capo del centro-destra che va a fare il governatore della Sicilia, questo è il 2001.
Nel pizzino a Provenzano, Vito Ciancimino scrive “dei 100 milioni ricevuti da Berlusconi, 75 a Benedetto Spera e 25 a mio figlio Massimo – poi aggiunge sempre nello stesso pizzino Vito Ciancimino parlando con il capo della mafia Bernando Provenzano – caro rag., bisogna dire ai nostri amici di non continuare a fare minchiate e di risolvere i problemi giudiziari” questa volta che vanno al governo che si occupino anche di leggi ad mafiam per noi, non soltanto per loro!
Perché Ciancimino era agli arresti domiciliari, 75 milioni a Benedetto Spera e 25 a mio figlio Massimo di quei 100 milioni ricevuti da Berlusconi, sembra che Vito Ciancimino dica a Provenzano: hai ricevuto quei 100 milioni che ci manda Berlusconi? Bene, 25 li dai a mio figlio, sono per me, 75 li dai a Benedetto Spera, che è il braccio destro di Bernardo Provenzano.
Cosa sono quei 100 milioni ricevuti da Berlusconi di cui si parla in quel pizzino? C’è un versamento fisso, mensile, trimestrale, semestrale di Berlusconi a Ciancimino? Cos’è quella suddivisione, il 25% va a Ciancimino e il 75% va a Benedetto Spera, in cambio di cosa? Da quanto dura questa abitudine di pagare la mafia da parte di Berlusconi, cosa sono dividendi di vecchie quote azionarie? Sono regali? Tangenti? Mistero, certamente sono qualcosa di diverso rispetto all’assegno degli anni 80 di cui parlano Massimo Ciancimino e sua sorella, perché negli anni 80 Berlusconi non era in politica, era in politica Ciancimino nella Democrazia Cristiana, per un certo periodo anche nella corrente andreottiana.

Berlusconi Cavaliere, Ciancimino in galera.

Sta di fatto che a quei tempi Ciancimino come racconta suo figlio e adesso anche sua moglie, aveva investito capitali nelle società di Berlusconi, dice la vedova Ciancimino che il marito incontrava negli anni 70 Berlusconi a Milano, ma poi alla fine quando lui entrò in politica Ciancimino si sentì tradito dal Cavaliere.

Poi ci sono dei soldi in contanti, quelli di cui parliamo a proposito del pizzino datato pressappoco 2001, abbiamo l’assegno anni '80 quando Ciancimino fa politica e Berlusconi è imprenditore e abbiamo il pizzino del 2001 quando Berlusconi è politico e Ciancimino è detenuto ai domiciliari e c’è sempre Berlusconi che paga o Ciancimino o addirittura secondo me quello che si legge nel pizzino Provenzano, questo è lo stato dell’arte, naturalmente con il contorno di qualche altro documento, Ghedini appena sono uscite le notizie su questo pizzino e su questo assegno e su questi soldi ha subito detto che sarà la Magistratura a dimostrare che mai il Presidente Berlusconi ha avuto contatti diretti o indiretti con Vito Ciancimino di cui all’epoca non conosceva neanche l’esistenza, è strano che uno che non conosce l’esistenza di Vito Ciancimino gli mandi un assegno da 35 milioni negli anni 80, è una cifra importante, non è come 35 milioni del 2000, siamo negli anni 80, quindi secondo Ghedini mai Berlusconi ha avuto rapporti diretti o indiretti con Vito Ciancimino di cui non conosceva all’epoca neanche l’esistenza o con suoi familiari, né tanto meno ha avuto rapporti economici e sarà agevole provarlo in giudizio, non sarà mica tanto agevole perché se c’è un assegno firmato da Berlusconi e conservato da Ciancimino, quello è proprio la prova che invece ci sono rapporti diretti e anche economici e non con i familiari, con lui e a questo punto l’assegno viene fuori.
L’assegno viene fuori perché è notizia di qui giorni che la Signora Ciancimino, la vedova ha trovato e consegnato ai magistrati quel famoso assegno che stava nella carpetta del Marito e di cui parlavano i due figli nella telefonata intercettata, è un assegno da 35 milioni di lire che risale, secondo la datazione che è stata fatta al periodo che va tra il 1979 e il 1983, proprio gli anni in cui arrivano finanziamenti ben più enormi di quello, nelle casse della Fininvest, quindi da una parte le società di Berlusconi ricevono enormi capitali, forse anche dalla Sicilia, dall’altra Berlusconi fa un assegno da 35 milioni per Vito Ciancimino, vedete che è come se uno investisse i suoi capitali e poi ricevesse dei dividenti, tutto da dimostrare naturalmente, ma questo flusso incrociato di soldi che arrivano dalla Sicilia, forse secondo molti racconti, nelle casse delle società di Berlusconi e dall’altra poi ritornano indietro sotto forma di assegni a Ciancimino, è abbastanza curiosa.
Ma c’è di più, perché in quegli anni Ciancimino utilizzava questi soldi per, questa è la dizione di uno dei suoi appunti: acquisto tessere periodo 79/83, acquisto tessere cosa vuole dire? Che comprava tessere fasulle della Democrazia Cristiana per vincere i congressi e sbaragliare la concorrenza in Sicilia e a spese di chi comprava queste tessere? Secondo le carte che sono state portate dalla Signora Epifania Scardino, le tessere le comprava con soldi di Berlusconi, non solo l’assegno ma si parla anche di un altro versamento in contanti di 25 milioni e altri soldi ancora, sempre in contanti e assegni, avrebbe ricevuto Ciancimino per comprare tessere fasulle da Giuseppe Ciarrapico e Gaetano Caltagirone, due impresari, imprenditori, palazzinari, quello che volete, romani molto legati a Andreotti, mentre stranamente Berlusconi risultava legato a Craxi, ma era trasversale evidentemente.
Oppure Don Vito aveva ottimi motivi per fargli sputare fuori dei soldi, chi lo sa! C’è un altro pizzino, anzi un altro appunto che Massimo Ciancimino attribuisce a suo padre, Vito, nel quale il padre Vito scrive e questo è il periodo già in cui Vito è deluso da Berlusconi perché Berlusconi l’ha fatta franca, ha fatto fortuna, è diventato un big dell’impresa e poi della politica, mentre lui invece è finito in galera, condannato e questo Ciancimino non riesce a sopportarlo, infatti scrive in uno sfogo scritto a macchina “io, Dell’Utri e Berlusconi siamo figli della stessa lupa – aggiunge – io sono un perseguitato, io sono stato condannato e loro Berlusconi e Dell’Utri assolti per questioni geografiche” cosa vuole dire “questioni geografiche”? Aggiunge nei suoi appunti Vito Ciancimino che il vero perseguitato è lui, non Berlusconi e dice “ho aiutato Dell’Utri e Berlusconi nell’impresa edilizia a Milano 2 negli anni 70/80, insieme a altri costruttori mafiosi, come Buscemi, Bonura etc., quello che Berlusconi ha fatto a Milano, io l’ho fatto a Palermo – scrive Ciancimino – ma a lui l’hanno fatto Cavaliere del Lavoro e a me mi hanno arrestato!”
Capite che con questo materiale in mano che non sono chiacchiere, ma sono assegni e pizzini e lettere e pezzi di diario che accompagnano e aiutano a spiegare quegli assegni e quei versamenti, i Magistrati hanno di che fare un salto di qualità e Berlusconi ha di che fare un salto sulla sedia.

Ancora una volta il suo passato minaccia di raggiungerlo proprio nel momento più difficile proprio dal punto di vista politico per lui e se è così difficile è anche perché è molto preoccupato perché sente sul suo collo il fiato del suo passato che sta un’altra volta per raggiungerlo, naturalmente di tutto questo nella stampa libera e indipendente e nella televisione libera e indipendente non si parla e quindi ne parliamo noi perché siamo qui a posta, passate parola!

Fonte: beppegrillo.it

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Appoggiata al versante meridionale del Monte Panarotto, la città di Levico domina la Val Sugana grazie alla sua posizione rialzata sulla conoide alluvionale del Rio Maggiore. Bene illuminata dal sole, con montagne alte nelle vicinanze ricche di boschi e piste da sci, con due stupendi laghi che completano il paesaggio, Levico Terme è il luogo perfetto per un vacanza a contatto con la natura, dove trascorrere un periodo di assoluto riposo, dedicarsi alle proprie passioni sportive e dove curare il benessere del proprio corpo nei numerosi hotel e centri specializzati.

Per raggiungere la località di Levico Terme si può utilizzare l’Autostrada A22 Brennero-Modena. L’uscita consigliata è Trento Centro che si trova a 20km da Levico, seguendo la Statale n. 47 (Superstrada della Valsugana) con indicazioni per Padova – Venezia. Oppure si può imboccare da Vicenza l’autostrada della Valdastico, per poi seguire le indicazioni per Bassano e la Val Sugana, percorrendola fino alla fine. Per chi vuole utilizzare l’aereo conviene volare segli aeroporti di Verona e Venezia rispettivamente posizionati a101 e 148 km di distanza da Levico Terme.

Levico si candida come destinazione perfetta praticamente ad ogni stagione dell’anno:
in inverno le piste del Panarotta attendono gli sciatori che possono cimentarsi su tracciati di vario livello tutti uniti dalla magia dei panorami che si godono dai 2.000 metri circa del Panarotta. In primavera Levico è una destinazione perfetta per chi vuole riassettare il fisico in vista dell’estate, e le Terme che aprono ad aprile diventano il luogo ideale dove ritrovare il proprio benessere e la forma fisica. Il clima della Val Sugana è perfetto in questa stagione, con temperature miti in valle, mentre le cerchie delle montagne ancora con le cime innevate offrono panorami mozzafiato. In estate ci sono i laghi e i boschi che richiamano turisti alla ricerca di una vacanza serena e con un contatto intimo con la natura. Interessantissime in questa stagione le passeggiate in quota alla scoperta dei fortini della Prima Guerra Mondiale In autunno Levico può essere un buon punto per effettuare escursioni a Trento e nei paesi vicini, alla ricerca dei celebri mercatini natalizi tipici del Trentino.

Cosa fare e vedere a Levico Terme?
Le Terme sono alimentate dalla Fonte di Vetriolo, che si trova in alto verso la cima di Panarotta. Si tratta di acque ferruginose con tracce di arsenico che vengono utilizzate anche dalle Terme di Vetriolo e le Terme di Roncegno. Sono acque dalle proprietà benefiche sulla tiroide e per il sistema nervoso in genere. Sono acque uniche al mondo e sono un ottimo motivo per scegliere questa località come luogo dove trascorrere una vacanza salutistica.

Molto celebrato è il Parco delle Terme, giardino spettacolare di epoca asburgica con piante davvero notevoli, mentre il Grand Hotel delle Terme possiede una architettura piacevole, in stile Liberty.
Tra le passeggiate nelle zone di Levico consigliamo la visita dei Forti Italiani e di quelli Austriaci, che segnavano la zona di confine tra fronte italiano ed austriaco durante il primo conflitto mondiale. Le visite più significative sono quelle al Forte Delle Benne a Levico, una fortezza che si può visitare partendo dal centro di Levico attraverso la via S. Biagio per poi arrampicarsi lungo una strada sterrata che conduce al Colle delle Benne, in posizione dominante sul lago. Altri forti da visitare sono il Forte Belvedere a Lavarone, il Forte Verle situato a Pizzo di Levico e l’imponente rovina del Forte Pizzo di Vezzena ( Spitz di Vezzena).

Levico si trasforma durante il periodo dell'Avvento quando la città diventa sede di uno dei più importanti Mercatini di Natale delle Alpi: viene celebrato nel giardino secolare degli Asburgo, non lontano dalle Terme. Le tradizionali casette in legno si distribuiscono lungo le stradine del Parco che si estende su di una superficie complessiva di 12 ettari.

 

Il mercatino si protrae durante tutto il periodo natalizio fino alla festività dell'Epifania, i 6 gennaio. Qui in una cornice rilassante, quasi incantata, troverete le creazioni dell'artigianato trentino, i prodotti tipici della Valsugana, i chioschi di caldarroste e vin brulè, tutto per vivere in modo intenso e appagante la vera atmosfera del Natale di montagna.

Il lago di Levico si trova ad una quota di 440 m slm, ed è lungo 2,8k per una larghezza massima di quasi 1 km , e possiede una profondità che raggiunge quasi 40 m. Ha una forma che si rastrema verso settentrione, e le montagne che lo stringono fanno quasi pensare di trovarsi in un fiordo norvegese. Il lago rimane distaccato dal vicino lago di Caldonazzo dal rilievo del colle di Tenna, da cui si gode di un ottima vista. Il lato settentrionale del Lago di Levico è bordato dalla cosiddetta "strada dei pescatori", frequentata dagli appassionati delle camminate e passeggiate. Il lago è il luogo ideale per praticate gli sport acquatici come il nuoto, la vela ed il windsurf. ( Fonte: 
www.ilturista.info)

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Imagine - sursa: kissnews.ro

Citam un articol HotNews.ro de Luminita Parvu din 29 mai 2009:

   Elena Basescu se razgandeste: Nu trebuie legalizata marijuana, indiferent cat de usor este drogul.

Hotararea Elenei Basescu de a sustine legalizarea marijuanei nu a durat nici 24 de ore, fiica cea mica a presedintelui razgandindu-se la Ploiesti, unde a declarat ca "marijuana nu trebuie legalizata la noi in tara, indiferent cat de usor este drogul acesta si indiferent daca da dependenta sau nu", transmite corespondentul HotNews.

"As fi de acord cu legalizarea marijuanei numai in cazul in care se va lua decizia in Europa, dar pentru Romania in nici un caz, pentru ca in Romania acest fenomen este scapat de sub control si n-ar putea fi gestionata nici macar legalizarea marijuanei", a declarat Elena Basescu, aflata in vizita electorala la Ploiesti.

EBA: Ecstasy distruge celulele nervoase, cocaina da dependenta

"Am spus ca, dintre toate drogurile, este cel mai usor, pentru ca nu afecteaza, ca ecstasy, celulele nervoase si nu creeaza dependenta, ca si cocaina, dar la domnul Ciutacu am subliniat ca poate voi fi de acord cu legalizarea marijuanei, daca e decizie de la UE", si-a nuantat Elena Basescu declaratiile.

Ea a precizat ca, daca acest drog va fi legalizat in Uniunea Europeana, Romania va trebui sa se supuna reglementarilor comunitare, insa declaratiile ei de joi seara nu sugerau pornirea unei dezbateri din Romania catre Uniunea Europeana.

Elena Basescu, candidat independent pentru PE, a declarat, joi seara, la Antena 2, ca daca ar ajunge in Parlamentul European "ar fi probabil de acord" cu legalizarea drogurilor usoare, cum ar fi marijuana.

Intrebata care este parerea sa personala, ea a mentionat ca a fost la studii in SUA un an si ca "in campusurile din America aceste droguri usoare, marijuana, erau legale".

"Eu nu fumez, nu beau cafea, e ceva atat de delicat sa-mi dau eu cu parerea despre asa ceva... atata vreme cat nu-mi dau seama ce gust are o tigara. Dar daca in unele tari ca Olanda si America aceste droguri sunt permise, marijuana, pentru ca am inteles ca nu dau dependenta... nu e vorba de ecstasy care am inteles ca-ti afecteaza celulele nervoase, si de cocaina. Se refereau la marijuana. La iarba. Probabil ca voi fi de acord cu aceasta initiativa".


   
Continuam cu un articol Antena3.ro din 15 septembrie 2010:

   Elena Bãsescu apare în Top 100 femei care sustin marijuana.

Fiica cea micã a presedintelui României, Elena Bãsescu, se numãrã printre cele mai influente femei care militeazã pentru legalizarea marijuanei la momentul actual. Numele eurodeputatului român apare într-un Top 100 al "celor mai influente femei din lumea cannabisului", întocmit de revista Skunk, citatã de Puterea. Fiica presedintelui este, astfel, una din persoanele care au influentat pozitiv lumea cannabisului, prin declaratiile sale politice cu privire la legalizarea drogurilor usoare.

Alãturi de Elena Bãsescu, în topul întocmit de Skunk - revistã consideratã a fi cea mai îndrãzneatã publicatie existentã despre marijuana - figureazã diverse personalitãti, printre care Cameron Diaz, Megan Fox, Kate Hudson, Alanis Morissette si Barbara Streisand. Totodatã, în top apar si numerosi doctori, activisti, avocati si scriitori.

Numele persoanelor care apar în acest top au fost trecute în ordine alfabeticã, astfel cã Elena Bãsescu este a treia persoanã amintitã, fiind urmatã de actrita Drew Barrymore.

Primele 10 locuri din Topul Skunk, în ordine alfabeticã:

- Carolyn Adams - fosta sotie a lui Jerry Garcia
- Rebecca Ambrose - Vancouver Seed Bank
- Elena Bãsescu - fiica presedintelui României
- Drew Barrymore - actritã
- Lynn Belle-Isle - Canadian AIDS Society
- Joan Bello - autorul "The Benefits of Marijuana" ("Avantajele Marijuanei")
- Sarah Bergeron - activist
- Hilary Black - BC Compassion Club Society
- Natalie Bouchard - activist
- Bong Pixie - Toronto Hash Mob

Vezi aici topul complet întocmit de revista Skunk.

Fiica cea micã a presedintelui României si-a exprimat public pentru prima oarã intentia de a legaliza drogurile usoare, în cadrul unei editii de anul trecut a emisiunii "Vorbe Grele", moderatã de Victor Ciutacu.

"Eu nu fumez, nu beau cafea, e ceva atât de delicat sã-mi dau eu cu pãrerea despre asa ceva... atâta vreme cât nu-mi dau seama ce gust are o tigarã. Dar  în unele tãri ca Olanda si ca America aceste droguri sunt permise, marijuana, pentru cã am înteles cã nu dau dependentã... nu e vorba de ecstasy, care am înteles cã-ti afecteazã celulele nervoase, si de cocainã. Se refereau la marijuana. La iarbã. Probabil cã voi fi de acord cu aceastã initiativã", a declarat atunci Elena Bãsescu.

A doua zi însã, fiica ce micã a presedintelui a revenit asupra afirmatiei, precizând cã declaratiile sale nu sugerau pornirea unei dezbateri din România cãtre Uniunea Europeanã si cã, de fapt, "marijuana nu trebuie legalizatã la noi în tarã, indiferent cât de usor este drogul acesta si indiferent dacã dã dependentã sau nu".

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Doi economisti sustin că au descoperit documente care dovedesc o datorie imensă a fostului stat nazist german către România, în valoare de aproape 19 miliarde euro, însă autoritătile române spun că nu au dovezi în acest sens. Guvernul german apreciază că am fi renuntat la o parte din datorii, în tratatul de pace de la Paris. În plus, politicienii si presa de limbă germană ridică o problemă spinoasă: datoriile sunt ale nazistilor sau ale românilor, victimele acestora?


Doi economisti români, Radu Golban, Mihaela-Brândusa Tudose, dezvăluiau în luna mai, în premieră în Sfin, că România ar avea de recuperat de la Germania o datorie istorică aferentă relatiilor comerciale nerespectate de 18,88 miliarde de euro.

În perioada subordonării României de către Germania hitleristă s-a încheiat, în anul 1935, Acordul pentru „reglementarea plătilor între Imperiul German si Regatul României”. Prin acest acord s-a stabilit ca plătile dintre România si Germania, provenind din schimbul de mărfuri (noi furnizam germanilor alimente, cherestea, petrol, metale si alte materii prime iar ei ne trimiteau arme si trenuri, printre altele) să fie efectuate prin cliring bilateral între Banca Natională a României si Casa Germană de Compensatie din Berlin.
 
„Fluxul de mărfuri românesti spre Germania, fără să fie însotit de un flux corespunzător dinspre Germania spre România, s-a soldat cu sărăcirea de mărfuri a populatiei românesti, cu o crestere a inflatiei si cu o creantă în mărci nevalorificabilă a BNR fată de Casa Germană de Compensatie”, sustin cei doi specialisti. Mai exact, datoria la finalul anului 1944 era de 3,7 miliarde euro, iar dacă se adaugă o dobândă de 2,5% de-a lungul ultimilor 66 de ani, suma ajunge la aproape 19 miliarde de euro. E bine de precizat că BNR a plătit exportatorilor români contravaloarea tuturor mărfurilor exportate către Germania, dar se pare că, la rândul ei, nu a primit sumele de bani datorate de la banca germaniei.
 
Subiectul a rămas luni de zile fără ecou, dintr-un motiv simplu: autoritătile statului sustin că nu dispun de documente care să dovedească respectiva datorie istorică a Germaniei către România. Astfel, dintr-o adresă BNR trimisă Ministerului de Finante rezultă că „aceasta nu a identificat documente care să ateste existenta unei eventuale creante a BNR fată de Casa Germană de Compensatie. A fost cercetată atât Arhiva BNR, cât si literatura de specialitate referitoare la relatiile financiare si comerciale româno-germane în perioada 1939-1944, ajungându-se la concluzia că statul german nu are obligatii economico-financiare fată de România. Din corespondenta purtată cu Ministerul Afacerilor Externe nu au rezultat date noi”.
 
De cealaltă parte, guvernul german, interpelat de un parlamentar de stânga al acestei tări, Ulla Jelpke, la rugămintea initiatorului dezvăluirii, Radu Golban, sustine că tara noastră ar fi renuntat, în tratatul de pace de la Paris din 1947, la respectivele datorii. Cu alte cuvinte, se poate deduce, de aici, că Germania nu neagă existenta datoriilor, dar sustine că am renuntat la ele.
 
Parlamentarul german precizează însă că în respectivul tratat România renuntă doar la datoriile înregistrate după începerea războiului, la 1 septembrie 1939, nu si la cele dinainte de război, acordul economic fiind încheiat în luna martie din acelasi an. Rămâne astfel de văzut dacă în perioada respectivă au fost înregistrate datorii.
 

Pe de altă parte, mai notează parlamentarul german, chestiunea trebuie abordată si din perspectiva situatiei României din punct de vedere politic: dacă a fost sau nu o victimă a nazismului. Pentru că, pe de o parte, am fost aliati ai Germaniei naziste, dar în acelasi timp se poate considera că eventualele despăgubiri din partea Germaniei ar putea reveni victimelor regimului fascist sub dictatura maresalului Antonescu.
 
Asadar, dincolo de existenta, încă nesigură, a unor documente care să dovedească respectiva datorie istorică, rezolvarea problemei pare a fi mai mult de natură politică, de interpretare a tratatelor de pace si a despăguburii victimelor nazismului.
 
Asa cum este interpretată si în presa de limbă germană. Într-un articol pe această temă publicat în ziarul austriac „Die Presse” se spune că guvernul român, în căutare disperată de fonduri în conditiile puternicei crize economice, si-ar putea reduce deficitul bugetar dacă ar obtine măcar o parte din valoarea datoriei pretinse. Titlul articolului spune însă totul: „Tratarea bugetului de stat cu banii nazistilor”.

Sursa: sfin.ro; Autor: Vasile Pop-Coman

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Se i viaggiatori si scervellano sul web a caccia del biglietto più conveniente, per loro arriva in soccorso la matematica. Secondo l’economista giapponese Makoto Watanabe bisogna attivarsi esattamente otto settimane prima della partenza.

 

Lo studioso ha usato un’equazione complicata ( ∏A = gUG + min(k – g, (1 – g)(1 – r)) – in cui ∏ sta per il profitto, ma il succo è alla portata di tutti: i più puntigliosi faranno bene a mettersi alla ricerca del volo low cost nelle ore pomeridiane che dovrebbero essere quelle più ricche di offerte.

 

Watanabe spiega la sua scoperta all’Observer: “Quando compriamo un biglietto con molte settimane di anticipo dobbiamo valutare l’eventualità di imprevisti che ci costringano a rinunciare al viaggio. In modo da attirare comunque clienti le compagnie mettono in vendita biglietti a prezzi molto più bassi quanto più lontana è la data di partenza, e di conseguenza i prezzi aumentano con l’avvicinarsi del viaggio”.

Fonte: blitzquotidiano.it

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