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 Trilingual World Observatory: italiano, english, românã. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Al termine della missione di valutazione a Bucarest, gli esperti del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione Europea a Bucarest hanno annunciato che la Romania ha adempiuto agli obblighi stabiliti con l’accordo stand-by firmato nel 2009 e che non sono necessari cambiamenti più duri di politiche economiche. Di conseguenza, la Romania riceverà a settembre circa 2 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi dalla CE destinati al finanziamento del deficit, e 900 milioni dal Fmi alla Banca centrale, per consolidare la riserva valutaria e mantenere il corso di cambio. Gli esperti del Fmi e della CE hanno raccomandato alle autorità di Bucarest di proseguire le riforme nella previdenza sociale e la ristrutturazione delle aziende di stato. Inoltre, Bucarest deve adottare subito la legge sulla retribuzione unica nel sistema pubblico e quella delle pensioni, e ridurre gli arretrati. Criticato, invece, lo scarso impiego dei fondi europei, vera trasfusione benefica per l’economia. D’altra parte, il Fmi ha rivisto verso il basso la prognosi di crescita economica per il 2010, anticipando una contrazione dell’1,9% del PIL, rispetto allo 0,5% previsto prima.

La Banca Nazionale Rumena ha deciso questa settimana di mantenere l’interesse di politica monetaria al 6,25% nonchè il livello dei tassi delle reserve minime obbligatorie appliccabili ai passivi in lei e valuta. La decisione di mantenere l’interesse non ha colto di sorpresa gli analisti, che la ritengono normale, dato l’aumento dell’inflazione provocato dalla crescita dell’IVA. Nel futuro, essi non escludono però la possibilità che la Banca Nazionale riprenda l’aumento dell’interesse di politica monetaria. Il governatore della Banca centrale, Mugur Isarescu, ha presentato il Rapporto sull’inflazione per il 2010. La Banca ha rivisto la prognosi dell’inflazione dal 3,7 al 7,8% fino alla fine dell’anno, in seguito all’aumento dell’IVA. Motivo per cui si stimano anche rincari dei prezzi del 3%.

La Francia riprende il discorso sull’integrazione dei rom. Il segretario di stato agli Affari Europei, Pierre Lellouche, ha dichiarato che Bucarest potrebbe pagare il modo inefficace di gestione di questo problema con la perdita dei fondi europei, che ammontano a 20 miliardi di euro fino al 2013. Il monito avviene a pochi giorni dopo che la Francia aveva placato i toni nel problema dei clandestini rom residenti sul suo territorio e contro i quali ha annunciato di recente misure severe, quali l’espulsione, ma anche all’indirizzo dei Paesi di origine. L’intento di Parigi di smantellare metà dei campi nomadi e di rimpatriare quasi subito i rom della Romania e Bulgaria che comettono reati, ha generato le critiche dell’opposizione e le proteste delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Il dovere di integrare gli etnici rom spetta prima ai Paesi di origine, e stati quali la Francia hanno solo l’obbligo di offrire assistenza, ha spiegato Lellouche. Il segretario di stato francese ha sottolineato che Parigi sta costruendo un partenariato con Bucarest e ha salutato la nomina, in Romania, di un segretario di stato al Ministero del Lavoro incaricato al reinserimento dei rom.

La Romania ha aggiunto un nuovo tassello sulla lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Il monastero Sucevita (nord) è stato inserito nella lista dei 900 siti di eccezionale valore universale di 148 Paesi. Il pezzo forte del Monastero è la Chiesa della Risurrezione, con dipinti interni ed esterni risalenti ai secoli XV-XVI, tra i meglio conservati fra il gruppo di monasteri della Bucovina, nel nord della Romania, gia’ inclusi nel patrimonio UNESCO. Sul lato settentrionale della chiesa di Sucevita, che abbina il gotico al bizantino e a elementi delle antiche chiese di legno della Moldavia, spicca “La Scala delle Virtù”, che raffigura la lotta tra il bene e il male. Inoltre, nella lista del patrimonio mondiale Unesco, la Romania vanta la Riserva della Biosfera del Delta del Danubio (sud-est), il complesso di villaggi e chiese fortificate della Transilvania (centro), il Monastero di Horezu (sud), le cittadelle daciche di Orastie (centro-ovest), le chiese di legno del Maramures (nord) e il centro storico della cittadella medioevale di Sighisoara (centro).

Dopo un breve periodo di respiro, in Romania tornano le allerte di maltempo, afa e inondazioni. Nel sud-ovest la gente si confronta con nubifragi, temporali e inondazioni, che hanno provocato in varie località l’interruzione dell’energia elettrica, danni alle abitazioni, ingorghi nel traffico. Nell’altra metà del paese domina l’afa eccessiva, con temperature che superano spesso i 35-36 gradi. A causa del caldo e dell’elevatissima umidità, molte persone sono svenute per strada e altre migliaia hanno chiamato il pronto soccorso. I medici hanno consigliato cautela alle persone che vivono nelle zone meridionali e orientali, per l’elevato grado di radiazioni. A causa del caldo la Ferrovie Romene hanno imposto restrizioni di velocità per i treni che percorrono queste regioni.

Fonte: rri.ro

WIE VAN DE DRIE

Sofi Iveta Julia Gordon
Sofi | Iveta | Julia
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By Admin (from 07/08/2010 @ 13:05:52, in it - Video Alerta, read 2985 times)

Reduce da una lunga missione umanitaria in Africa, il sacerdote Carlo (Carlo Verdone) torna a Roma pieno di dubbi ed incertezze. Tuttavia dovrà affrontare una situazione familiare del tutto particolare: il padre (Sergio Fiorentini) si è appena sposato con la sua badante moldava Olga e i fratelli Beatrice (Anna Bonaiuto) e Luigi (Marco Giallini) sono convinti che la donna sia interessata soltanto agli averi del marito.
Nella tragicomica vicenda si inserisce anche Lara (Laura Chiatti), la trasgressiva figlia di Olga.

Nel vasto panorama della commedia italiana, il regista e attore Carlo Verdone si conferma figura fondamentale nel mettere in scena storie e situazioni che necessitano di una certa riflessione ancor prima della naturale ilarità arrecata dai canoni e dagli obiettivi dichiarati del genere. Con un certo stile di posa che caratterizza l’intera filmografia di Verdone, ne nasce una vicenda intimamente familiare e paradossalmente tragicomica, dove si discute di varie tematiche sfaccettate e molto attuali.

Carlo è un personaggio in conflitto con se stesso, dotato di una certa integrità ma pervaso da dubbi e paure inerenti il ruolo che ricopre, il sacerdote missionario. Il suo ritorno dall’Africa appare traumatico, poiché ove egli s’aspettava calore e serenità trova soltanto complicazioni e novità sconcertanti, dovute al matrimonio del padre con la badante Olga.

Qui si pone subito un primo tema caldo della società odierna, cioè l’inserimento di donne straniere immigrate in Italia e desiderose di sistemarsi in famiglie benestanti che possano garantir loro un certo tenore di vita a scapito del reale sentimento provato per il consorte. Ne deriva nel film una guerra testamentaria che coinvolge inevitabilmente la prole del pensionato, formata da personaggi indubbiamente pittoreschi, sui quali indugia non poco la cinepresa diretta da Verdone: Beatrice, interpretata da una bravissima Anna Bonaiuto, è una psicologa frustrata dai metodi sbrigativi e con una figlia adolescente complessata; Luigi è un agente di borsa dalla vita sregolata e con il vizietto della cocaina.

L’unico in grado di riportare una qualche forma di ordine sociale sembra essere Carlo, che però è solo in questo arduo tentativo. Verdone circonda il suo protagonista di persone che non richiedono il suo consiglio né risultano capaci di ascoltare le sue problematiche, dimostrando esse un egoismo innato che suscita quasi compassione. In più il backround della città romana è sempre stato nei film dell’attore piuttosto ostile, con comparse alquanto incisive che mostrano le consuetudini e l’arroganza di una società non più in grado di intervenire con sensibilità e senso del dovere, palesando a rinforzo di tale tesi un accento dialettale, “burino”, aggressivo quanto patetico.

Nel prologo introduttivo, il sacerdote Carlo parla indirettamente allo spettatore eleggendolo ad unico elemento, sebbene extra filmico, capace di comprenderlo. Egli è un uomo in crisi, su cui grava una missione che ritiene più grande di lui e con una fede messa in discussione.
Ciò nonostante, Verdone non vuole addentrarsi in questioni eccessivamente escatologiche e a tale proposito non parla di religione né di cariche ecclesiastiche. La figura sacerdotale messa in scena può apparire un po’ blanda, tuttavia in essa sono presenti tutti i valori e i pensieri propri di un ruolo così profondamente peculiare.

Come in ogni lavoro del regista che si rispetti, entra inevitabilmente una sorta di alter ego del protagonista: come successe in “Sono pazzo di Iris Blond”, compare la misteriosa e trasgressiva femme fatale, Lara, impersonata da un’ottima Laura Chiatti, bellissima e perfettamente in parte. Una presenza femminile libertina e così distante da Carlo sconvolge letteralmente il modo di porsi dell’uomo, che inizia a riflettere sulla sua carica religiosa e sulla sua adeguatezza, il sentimento amoroso pare cominciare a prendere il sopravvento.

Il buonismo sincero dimostrato con coscienza dai caratteri di Verdone può confondersi con l’ingenuità di un candido, poiché per il regista romano risulta essenziale raccontare con guanto di velluto, racconto che sia dolcezza ma anche determinazione drammatica ancor prima che comica, da ricercare e trovare nei suoi codici di messa in scena. Tra gag divertenti ma alquanto sobrie e sequenze burlesche, la storia approda ad un giusto finale, sebbene il processo risolutivo si possa soltanto intuire. ( Fonte: cinemalia.it)

Autore della recensione: Samuele Pasquino

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By Admin (from 07/08/2010 @ 11:03:41, in it - Osservatorio Globale, read 2295 times)

L'ufficio meteorologico britannico ha rilevato un surriscaldamento del pianeta da imputarsi, con molta probabilità, all'attività umana. Per giungere a tale risultato, gli scienziati del Met Office hanno fatto riferimento a 10 indicatori del clima, come la temperatura dell'aria, il tasso di umidità, i livelli del mare, lo scioglimento dei ghiacciai...

 

I dati pubblicati dal National Oceanographic and Athmospheric Administration (Noaa), in relazione alle temperature della terra e dei mari, hanno in particolare rivelato come lo scorso Giugno abbia risentito di un caldo record, e in generale, come i primi 6 mesi del 2010 siano stati tra quelli più caldi degli ultimi anni.

 

I mesi del 2010 da Gennaio a Giugno, infatti, hanno registrato delle anomalie rispetto alle normali temperature medie che si sono registrate nel corso del XX secolo, tanto che l'andamento della temperatura globale odierna si configura come il più alto mai raggiunto prima, da quando sono iniziate le registrazioni.

 

Fino ad ora è stato registrato che la temperatura media è stata al di sotto della normale, l'ultima volta, nel Febbraio del 1985. Fino ad ora invece la temperatura più alta registrata è stata quella del Giugno 1998, e il Giugno 2010 non si allontana molto da quei livelli.

Fonte: MilanoWeb.com; Autore: Caterina Bigliardo

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L'opposizione romena è partita a testa bassa contro il presidente Traian Basescu che, nei giorni scorsi, aveva lodato la scelta di emigrare dalla Romania. Secondo gli avversari del capo dello stato, le sue dichiarazioni sarebbero un irresponsabile incitamento a lasciare il paese.

La colpa di Basescu è quella di aver dichiarato che i circa 2 milioni di romeni che lavorano all'estero sono da ringraziare perché hanno alleggerito i costi del sistema di protezione sociale rumeno. Il presidente ha sostenuto che i sistemi di protezione sociale in Spagna o Italia sono tanto migliori di quello romeno "da permettere a italiani e spagnoli di restare disoccupati piuttosto che fare lavori manuali". Per questo, ha dichiarato Basescu, "quelle persone che sono emigrate le dobbiamo ringraziare per quel che fanno per la Romania".

Affermazioni che hanno mandato su tutte le furie l'opposizione. Dan Voiculescu, senatore del Partito conservatore, ha deprecato l'invito all'emigrazione indirettamente inserito nelle dichiarazioni del presidente. Il leader del sindacato insegnanti Gheorghe Isvoranu, dal canto suo, ha detto che Basescu vuole "un paese non educato, un paese senza infermiere".

Secondo l'analista politico Stelian Tanase, in realtà, le dichiarazioni del presidente sarebbero semplicemente un tentativo di ingraziarsi gli elettori romeni all'estero.

Fonte: Ap-Nuova Europa

WIE VAN DE DRIE

Bree Carol Avy
Bree | Carol | Avy
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In seguito alla chiusura del traffico aereo per l'aeroporto di Milano Linate disposta dall'Enav, in programma domenica 8 agosto dalle 7 alle 10 e dalle 12 alle 16, Meridiana ha provveduto a modificare gli orari di partenza di alcuni voli. Fra i voli presenti nell'elenco visibile cliccando sul link in fondo alla news, Meridiana fly segnala che quelli contrassegnati in rosso, prevedono un orario di partenza precedente rispetto a quello previsto. La compagnia si scusa per gli eventuali disagi che dovessero derivare da queste variazioni, indipendenti dalla propria volontà.


In vetta c'è la Basilica di San Pietro a Roma, ma nella top ten figurano anche l'Etna, Ostia Antica e il Canal Grande a Venezia. Sono questi, secondo Tripadvisor, i siti italiani italiane nella classifica delle 10 attrazioni gratuite più amate in Europa, almeno a stare all'esito di una graduatoria stilata dagli editor del sito di recensioni viaggi.
Sul podio con la Basilica romana ci sono il museo di Stato di Auschwitz-Birkenau in Polonia e l'Etna. Qundi il Palazzo del Parlamento (Reichstag) di Berlino, seguito dalla Fontana magica di Barcellona e dal Museo Imperiale della Guerra di Londra. Il 7° posto è del Mercato di San Miguel a Madrid mentre l'8° della National Gallery di Londra. Le ultime due posizioni sono occupate da Ostia Antica e dal Canal Grande di Venezia.


E' Parigi Charles de Gaulle lo scalo peggiore dove trascorrere alcune ore o una notte intera in attesa di ripartire per un'altra destinazione. Nella classifica dei 'peggiori', Fiumicino si piazza ottavo, dopo quello di Manila, nelle Filippine, e prima di Francoforte-Hahn. E' quanto emerge da un sondaggio realizzato dal sito internet canadese 'The Guide to Sleeping in Airports' su 844 aeroporti.  Dello scalo parigino, dove circolano ogni giorno 160 mila passeggeri, vengono soprattutto criticate la sporcizia, il caos e la mancanza di igiene dei bagni. C'é anche chi lo considera molto brutto e chi non si sente al sicuro. Nella classifica dell'inospitalità aeroportuale, il secondo posto lo conquista il Sheremetyevo di Mosca, seguito da Delhi, Los Angeles e il JFK di New York.  I viaggiatori premiano invece lo scalo di Singapore Changi, giudicato il migliore al mondo per rilassarsi tra un volo e l'altro, seguito da Seul e Hong Kong.

Fonte: travelnostop.com

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By Admin (from 06/08/2010 @ 13:13:17, in it - Scienze e Societa, read 2108 times)

La vita e’ buffa, avrebbe detto mia zia, prima di allargarsi in un sorriso pensando che e’ strano che ci voglia un giudice per sancire che rifiutare a gay e lesbiche di sposarsi e’ “discriminatorio”. L’amore per lei era senza razza, senza colore, senza genere e ci credeva talmente tanto che deve avermi contagiato. Così sono stata, ovviamente, profondamente felice nell’apprendere che il giudice distrettuale della California, Vaughn R. Walker, ha dichiarato incostituzionale il divieto ai matrimoni gay, imposto dopo il referendum meglio noto come “Proposition 8” del 4 novembre 2008. Il giudice ha, in pratica, dato ragione a chi crede che il non riconoscimento legale dei matrimoni gay sia un atto discriminatorio senza se e senza ma, tanto per dirlo in parole semplici. Una decisione che, sebbene non definitiva, rappresenta una grande vittoria per tutti gli attivisti che si stanno battendo per riuscire a cancellare gli effetti “nefasti” di quel referendum che lasciò un po’ di amaro in bocca, proprio nel giorno della storica elezione del presidente Obama.

L’ultima parola spetterà alla Corte Suprema ma, dopo la decisione del giudice del Massachussetts di dichiarare “incostituzionale” anche la dicitura del “Defence of Marriage Act (DOMA), secondo cui il matrimonio e’ un atto fra un uomo e una donna, arrivata poco più di un mese fa, l’entusiasmo si fa sentire in maniera palpabile; tanto che Jon Davidson, direttore del Lambda Legal, la piu’ vasta associazione di gay, lesbiche e trans, paragona la sentenza di Walker ad un grande slam. Soddisfazione arriva anche dalla Casa Bianca, con una mail alla stampa in cui si legge che il presidente “si e’ espresso in opposizione alla Proposition 8 perche’ divide ed e’ discriminatoria. Da parte sua continuera’ a promuovere eguali diritti per gay, lesbiche e trans”.

Cio’ che, pero’, tornando all’inizio, dà ragione all’opinione di mia zia riguardo all’imprevedibilita’ della vita, e’ il fatto che il giudice Walker, nominato da George Bush padre, era gia’ stato scelto da Ronald Regan, nel 1987, ma la sua nomina era stata bloccata dalla Commissione Giustizia del Senato per opposizione di un gruppo compatto di senatori capeggiati da una certa signora Nancy Pelosi di San Francisco. Motivo della “barricata”, il fatto che Walker aveva rappresentato il comitato olimpico americano in una causa per proibire l’uso della parola “Olimpiadi Gay”. La Pelosi osteggio’ la sua candidatura accusandolo di comportamento insensibile verso i gay e verso i poveri.

Altro particolare, meritevole di nota, e’ il fatto che il giudice Walker sia dichiaratamente omosessuale ma, evidentemente, non e’ questo cio’ che ne ha influenzato la decisione nella causa Perry contro Schwarznegger.

Nello scrivere questa notizia mi viene da pensare ad Harvey Milk e all’impegno straordinario che costa il sogno di veder riconosciuti i propri diritti. E penso a Marco e Carlo, insieme da 16 anni, molto piu’ di tante coppie etero e, banalmente, mi chiedo come il loro possa essere considerato un sentimento non sufficiente per scambiarsi un anello e potersi prendere “legalmente” cura l’uno dell’altro.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

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By Admin (from 06/08/2010 @ 12:16:51, in it - Scienze e Societa, read 1500 times)

ROMA. Un giovane uomo prono su una tavola avvolta dalle fiamme, la bocca aperta in un muto grido, la mano tesa in un gesto estremo: è un'immagine del ‘Martirio di San Lorenzo', pubblicata in apertura di prima pagina dall'Osservatore romano, che annuncia la possibile attribuzione a Caravaggio dell'opera, ritrovata tra le proprietà della Compagnia di Gesù, nel pieno delle celebrazioni per il quarto centenario dalla morte dell'artista.

Dopo il grande successo della mostra alle Scuderie del Quirinale - con quasi 600 mila visitatori - è in corso infatti in queste ore la speciale ‘notte bianca' con cui Roma festeggia fino alle 9 di domani il genio di Michelangelo Merisi (Milano, 29 settembre 1571 - Porto Ercole, 18 luglio 1610), attraverso un itinerario che illumina i suoi capolavori custoditi in chiese e musei.
L'attribuzione del Martirio di San Lorenzo, sottolinea il giornale vaticano, "aspetta ancora la garanzia dell'ufficialità", ma "di certo è un dipinto stilisticamente impeccabile, bellissimo: notevole è la luce che dal fondo scuro sferza e modella con bagliori improvvisi la superficie dei volumi".
Per l'Osservatore romano, "non si può fare a meno di riandare col pensiero a opere come la Conversione di san Paolo, il Martirio di san Matteo o Giuditta e Oloferne". E' "inutile, però - avverte il giornale - cadere nel facile tranello di un Caravaggio ‘a tutti i costi'. Saranno ulteriori indagini diagnostiche e un circostanziato approfondimento documentario, stilistico e critico a fornire le risposte".

Il rapporto di Caravaggio con i Gesuiti rappresenterebbe per gli studiosi un nuovo filone. "Il Martirio di San Lorenzo - spiega sull'Osservatore Romano Lydia Salviucci Insolera - costituisce un chiaro riferimento ai dettami iconografici di evidente matrice gesuitica". In particolare, "il marcato realismo era voluto espressamente dai gesuiti per facilitare nei novizi, destinati nelle terre di missione, la comprensione del momento del martirio, trasformando la paura in accettazione del proprio stato, per il tramite della grazia, proprio come avviene nel giovane san Lorenzo".

Tra i critici contattati per verificare la paternità dell'opera c'é Rossella Vodret, soprintendente al Polo museale romano e ideatrice della ‘Notte di Caravaggio', che al momento frena: "Mi sembra un quadro bello e interessante, ma l'attribuzione al Merisi è da approfondire. Sono stata chiamata nei giorni scorsi dal rettore della Chiesa del Gesù per vedere il quadro, ma purtroppo non ho avuto tempo: ci andrò sicuramente lunedi".
"Per ora - sottolinea ancora - ho visto l'opera solo su Internet e direi, a freddo, che non mi sembra un Caravaggio, pur essendo un lavoro che ha sicuramente legami con l'artista e con la sua cerchia. Ma vale la pena di andare a fondo, anche grazie agli ottimi strumenti che abbiamo a disposizione e che ci consentono risposte precise. Trovo strano che si tratti di un originale non documentato, non citato dalle fonti. Ma tutto può succedere".

Fonte: AmericaOggi.info

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By Admin (from 06/08/2010 @ 10:55:11, in it - Video Alerta, read 1624 times)

Anni ‘80. Rita ha 12 anni quando assiste all’uccisione del padre, Don Vito Mancuso (Marcello Mazzarella), per mano di un boss mafioso rivale in affari. A distanza di alcuni anni anche il fratello viene ucciso, così la ragazza (Veronica D’Agostino), all’età di 17 anni, decide di diventare collaboratrice di giustizia, mettendosi contro la mafia e l’intero paese nel quale ha vissuto la sua adolescenza.

Il regista Marco Amenta dirige un autentico trattato antimafia che si ispira alla vera storia di Rita Atria, collaboratrice di giustizia del giudice Borsellino, suicidatasi una settimana dopo l’attentato mortale al magistrato per opera di Cosa Nostra.

Sebbene con nomi fittizi e libere interpretazioni, la sceneggiatura trae le sue colonne portanti dai fatti reali che emersero in uno dei più importanti processi degli anni’90. Partendo dal motivo scatenante, l’omicidio di Don Vito, Amenta fa apparire la decisione di Rita di collaborare con lo Stato come una sorta di vendetta meditata per anni e nei confronti di un uomo solo, Don Salvo, il quale commissionò quel delitto.
Nel film ci sono vari spunti di riflessione e diverse scene che simbolicamente o direttamente indagano nell’universo mafioso attraverso la sua inesorabile evoluzione. Nella prima sequenza, ad esempio, la piccola Rita sporca le lenzuola bianche stese sul tetto scrivendoci un saluto al padre con la passata di pomodoro: se ne evince un significato chiaro, metaforico, un presagio di color vermiglio che annuncia i drammi che si susseguiranno da lì a poco intaccando l’innocenza e i sogni giovani della bambina.

Sotto un profilo politico, poi, il delitto di Don Vito prima e quello del maresciallo dopo sanciscono una vera e propria guerra tra Stato e Cosa Nostra, a cominciare dall’ascesa agli inizi degli anni ‘80 con la droga posta come nuovo oggetto di commercio malavitoso. La mafia cambia connotazione e si configura non più come movimento legato ai cosiddetti “uomini d’onore”, bensì come associazione a delinquere finalizzata a grandi interessi di natura economica e politica.

Gli epicentri della sua camaleontica trasformazione sono rilevabili nei piccoli paesi della Sicilia, in cui la realtà poggia tragicamente su questioni dettate dal timore nei confronti del potere violento e occultate dalle consuetudini omertose ed effimere adottate dalla gente comune, nata e cresciuta in un clima corrotto e precario.

Rita abbraccia non senza difficoltà la causa di giustizia, pur conservando principalmente una mentalità plasmata dalle gesta del padre e dalla rabbia del fratello, le due figure pseudo educative seguite dalla ragazza.

Il rapporto fra giudice e collaboratrice viene coltivato lentamente, passando dall’ostilità reciproca alla comprensione che sposa il buon senso, quello del dovere. Entrambi i due caratteri, che si possono dire “istituzionali”, si prendono i propri rischi, convivendo con la paura che condiziona pesantemente la loro esistenza e il loro viver civile.

Rita, pervasa dalle turbolenze della propria età, abbandonata dalla madre e ripudiata dai compaesani, costretta a muoversi in un limbo minaccioso, morirà suicida ma vittoriosa, dichiaratasi nemica della mafia a seguito delle sue pregresse sofferenze. Amenta specifica l’approssimativa trattazione dei personaggi mostrando sul finale immagini di repertorio riguardanti il funerale di Rita e titoli di coda esaustivi in tal senso.

Questa cronaca di una morte annunciata rappresenta una decisa denuncia verso la mafia, ma anche nei confronti di uno Stato spesso incapace di fronteggiare situazioni dalle quali scaturiscono stragi e ambigue implicazioni. “La siciliana ribelle” è stato giudicato il miglior film al festival di Roma. ( Fonte: cinemalia.it)

Autore della recensione: Samuele Paquino

Redazioneonline- Cinema e Spettacoli

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By Admin (from 06/08/2010 @ 09:54:05, in it - Osservatorio Globale, read 2390 times)

 La polizia italiana ha smantellato una rete criminale legata alla mafia napoletana che dimostra l’infiltrazione della Camorra nella ricostruzione di L’Aquila, distrutta dal sisma del 6 aprile 2009.

Questa operazione battezzata “Untouchable” (Intoccabile), ha portato all’arresto di sei persone accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso e alla confisca di 21 società, 118 immobili e altri beni per un valore di 100 milioni di euro.

Le persone arrestate sono considerate come “espressioni economiche” del clan dei casalesi (uno dei più potenti della Camorra), localizzata nella zona di Caserta, ma con ramificazioni in altre regioni come il Lazio, l’Abruzzo e la Toscana.

Nel corso dell’inchiesta, alcune intercettazioni telefoniche hanno permesso di scoprire come gli arrestati di giovedì organizzavano trasferimenti di denaro per finanziare imprese create ad hoc a L’Aquila con lo scopo di aggiudicarsi alcuni appalti per la ricostruzione della città.

Il sisma del 6 aprile 2009 a L’Aquila ha causato 308 morti e distrutto il suo centro storico, le chiese medievali e molte altre località della zona.

Fonte: italiadallestero.info ; Articolo originale "Un réseau mafieux démantelé à L’Aquila" di Agence France Presse

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Una bustina contenente due o tre "pietruzze sporche": fu questo il regalo che, in una notte del settembre 1997, Naomi Campbell ricevette da due sconosciuti che le bussarono alla porta della sua stanza d'albergo.
Dinanzi al Tribunale Speciale per la Sierra Leone che, all'Aja, giudica l'ex presidente liberiano, Charles Taylor, ha sfilato come testimone la regina delle passerelle. Definendo il fatto di esser costretta a comparire dinanzi a un tribunale come "un terribile inconveniente", la Campbell ha ammesso di aver ricevuto diamanti grezzi dal sanguinario despota.

La testimonianza non avrà alcuna conseguenza legale pe Naomi, ma è cruciale per un processo in cui Taylor è accusato di aver finanziato la guerriglia della Sierra Leone con i cosiddetti 'diamanti di sangue'.
"Dormivo e un bussare alla porta mi svegliò. C'erano due uomini e mi diedero un sacchetto, dicendo: “Un regalo per te”, ha raccontato la Campbell alla corte. “Tornai a letto e nel sacchetto guardai la mattina seguente. Vidi poche pietre, piccole, sporche pietruzze”. “Sono abituata a vedere i diamanti in una scatola... Se qualcuno non mi avesse detto che erano diamanti, non lo avrei mai saputo”.

I procuratori hanno convocato la Campbell a sostegno della tesi che Taylor avesse portato i 'diamanti di sangue' nel suo viaggio in Sudafrica per comprare armi da destinare alla guerriglia. Taylor - che è accusato di 11 capi di imputazione per gli stupri, le mutilazioni, la schiavitù sessuale e l'arruolamento di bambini soldato durante le guerre in Liberia e Sierra Leone in cui morirono più di 250mila persone – ha sempre negato le accuse.

Interrogata dalla difesa, la Campbell ha detto di non sapere se le pietre provenissero direttamente da Taylor, ma ha raccontato che il giorno dopo le consegnò al direttore della Nelson Mandela Children's Fund con l'invito a "fare qualcosa di buono" per i bambini africani. Ma in una lettera presentata in giudizio dalla difesa, il Nelson Mandela Children Fund ha detto di “non aver mai ricevuto un diamante o diamanti dalla signora Campbell”.

Il mattino seguente al fatto, la top model raccontò l'episodio notturno all'attrice Mia Farrow e alla sua ex-agente, Carole White. “Una delle due mi disse: “E'chiaramente Charles Taylor”. Ma non rimase sorpresa dal regalo, ha aggiunto, perché è abituata e ne riceve "in continuazione". Parlando con voce ferma, la Campbell si è mostrata tranquilla. Anche quando l'avvocato della difesa, Courtenay Griffiths, le ha ricordato che, secondo le dichiarazioni dell'ex agente White, Taylor e lei quella sera flirtarono e lui le preannunciò l'arrivo dei diamanti. "Non è vero affatto", ha replicato.

Fonte: rainews24.rai.it

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The Justice Initiative’s full-time monitor of the Taylor trial is Alpha Sesay, a human rights lawyer from Sierra Leone. He holds a law degree from Fourah Bay College, University of Sierra Leone and an LL.M in International human rights law from the University of Notre Dame, USA. Mr. Sesay has worked with several local and international NGOs including Human Rights Watch, International Center for Transitional Justice, Campaign for Good Governance, Post Conflict Reintegration Initiative for Development and Empowerment (PRIDE) and Defence for Children International. He is founding president of the Fourah Bay College Human Rights Clinic and former National Director of the Sierra Leone Court Monitoring Program. He has also worked with the Defence Office of the Special Court for Sierra Leone. Mr. Sesay has presented several papers at conferences, workshops, and trainings and has undertaken extensive research on issues relating to human rights and transitional justice in Africa. He is a member of the Sierra Leone Bar Association. He started working on the Charles Taylor Trial Monitoring Program in April 2008.

The Justice Initiative is partnering with the War Crimes Studies Center (WCSC), a nonprofit center that supports and analyzes the work of internationalized criminal tribunals and human rights courts in Sierra Leone, Indonesia, East Timor, and Cambodia. Founded in December 2000 at the University of California at Berkeley, the WCSC serves as a major public information resource for the trial records of national and international war crimes trials conducted by more than twenty countries in Europe, Asia, and the Pacific in the aftermath of World War II. Its activities include trial monitoring, the production of community outreach films, judicial exchanges, and legal training.

This project has also gratefully received research assistance from White & Case LLP.  The International Senior Lawyers Project and Clifford Chance LLP previously collaborated on this project.

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Now Colorado is one love, I'm already packing suitcases;)
14/01/2018 @ 16:07:36
By Napasechnik
Nice read, I just passed this onto a friend who was doing some research on that. And he just bought me lunch since I found it for him smile So let me rephrase that Thank you for lunch! Whenever you ha...
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By Anonimo
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21/11/2016 @ 09:40:41
By Anonimo


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