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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 12/04/2010 @ 15:15:00, in it - Scienze e Societa, read 2064 times)

Papa Benedetto XVI, al secolo Joseph Alois Ratzinger, nato il 16 aprile 1927 a Marktl am Inn, in Alta Baviera, è il capo della Chiesa romana cattolica e del Vaticano, eletto a succedere al defunto Giovanni Paolo II il 19 aprile 2005 da 115 cardinali alla quarta votazione, dopo solo 26 ore di conclave.

Nell'aprile 2005 il cardinale di curia Joseph Ratzinger, precedentemente arcivescovo di Monaco-Freising (1977-1982), entrò nel conclave come il favorito a succedere a papa Giovanni Paolo II sul soglio pontificio e lo lasciò da pontefice. Scelse il nome di Benedetto XVI. Erano ben quattro secoli che non si aveva un papa tedesco. È l'ottavo papa tedesco, eletto in uno dei conclavi più brevi di tutti i tempi. Erano circa le 19.00 quando Ratzinger, del quale una volta un teologo disse che, dai tempi di Martin Lutero, nessun tedesco aveva influenzato la chiesa profondamente come questo bavarese, si affacciò al balcone di San Pietro, salutò la folla e tenne il suo primo discorso come papa. Ottenne subito grande simpatia quando, all'inizio del suo discorso, espresse grande apprezzamento per il suo predecessore papa Giovanni Paolo II.

Benedetto XVI è ora il capo supremo della Chiesa che nel mondo conta oltre un miliardo di cattolici. Conclusi gli studi di teologia e filosofia, Joseph Ratzinger fu ordinato sacerdote nel 1951; all'età di 30 anni conseguì l'abilitazione e diventò professore di dogmatica nel seminario di Freising. In seguito insegnò a Bonn, Münster, Tubinga e Ratisbona, dedicandosi anche alla scienza. Nel 1977 papa Giovanni Paolo II lo nominò arcivescovo di Monaco-Freising, e poco dopo divenne cardinale.

Pochi anni dopo, nel 1981, il pontefice lo chiamò a Roma: nessun altro era così adatto ad assumere l'incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede come questo pensatore dell'Alta Baviera.

Nell'agosto 2005 è stata inaugurato uno straordinario itinerario culturale, unico al mondo, chiamato "Strada di Benedetto" in onore del Papa Benedetto XVI; il percorso si snoda tra gli incantevoli paesaggi dell'Alta Baviera tra i fiumi montani Inn e Salzach.

Questo itinerario affascinante che passa per Altötting, Marktl, Burghausen, Tittmoning e Traunstein collega i luoghi della sua infanzia e giovinezza. ( Fonte: vacanzeingermania.com)

Turismoassociati/ Baviera

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By Admin (from 12/04/2010 @ 15:23:51, in it - Scienze e Societa, read 3559 times)

IL CUORE CATTOLICO DELLA BAVIERA

La Kapellplatz
Wallfahrts- und Verkehrsbüro Altötting

Altötting è un paese di 13.000 abitanti a 90 km a est di Monaco che attira ogni anno circa 1 milione di turisti e pellegrini.

La forte presenza di edifici religiosi e la secolare devozione mariana hanno trasformato Altötting - che è stata ribattezzata Herz Bayerns, il "cuore (religioso) della Baviera" - nel luogo di pellegrinaggio più famoso della Germania cattolica: il motivo di tanto interesse è da attribuire alla presenza della statua della "Madonna nera" venerata nel piccolo santuario della Gnadenkapelle che si trova in mezzo alla Kapellplatz. La statua, realizzata in legno di tiglio, è così chiamata perchè annerita dal tempo e dal fumo delle candele.

Originariamente questo santuario a pianta ottagonale era una cappella (edificata intorno all'anno 700) che la leggenda vuole ospitasse il fonte battesimale usato dal vescovo Rupertus von Salzburg per battezzare il primo duca bavarese di fede cattolica.

Intorno al 1330 arrivò in città una statua raffigurante la "Madonna col bambino" che venne subito posta in questa cappella; nel 1489 ci furono due apparizioni della Madonna. Nel 1670 l'altare dove è tuttora custodita la statua venne arricchito di preziose decorazioni d'argento mentre più di duemila ex-voto sono visibili sia dentro il santuario che nel porticato esterno.

All'interno, di fronte alla statua della Madonna, si trovano, custoditi in preziose urne d'argento, i cuori di tutti i re di Baviera tra i quali quello di Ludwig II (†1886) e di altri importanti esponenti della famiglia Wittelsbach.

La Gnadenkapelle è aperta tutti i giorni dell'anno dalle 5.30 alle 20.30.

Altötting è però anche ricca di altri monumenti: St. Magdalena, chiesa barocca officiata dai Gesuiti fino alla soppressione dell'ordine (1773), St. Konrad che conserva la tomba del frate cappuccino Konrad (morto nel 1894 e canonizzato da Pio XI nel 1934), la basilica di St. Anna, consacrata nel 1912, la gotica Stiftspfarrkirche, edificata tra il 1499 e il 1511, con l'annessa Schatzkammer (camera del tesoro) ed il Rathaus (municipio), costruito dall'architetto Rudolf Esterer nel 1906 in stile neobarocco.

EVENTI

Da maggio a ottobre vi si svolgono Messe solenni e ogni sabato sera processioni.

A Pasqua ha inizio il periodo dei pellegrinaggi con un’imponente liturgia dalla Domenica delle Palme al Lunedì dell’Angelo e concerti di alto livello come l’Oratorio della Passione nella basilica o i canti della Passione nel “Panorama”.

Altri eventi speciali sono: l’inizio del mese mariano (1° maggio), i tre giorni della Pentecoste con l’arrivo a piedi di numerosi gruppi di pellegrini, la grande processione del Corpus Domini e la festa dell’Assunzione della Vergine il 15 agosto con una suggestiva processione con fiaccole la sera precedente.

Anche il periodo dell’Avvento e di Natale donano alla cittadina un’atmosfera unica con il mercatino di Gesú bambino, i tradizionali canti alpini dell’Avvento, un grande concerto natalizio, il magnifico presepio e tutto il centro cittadino addobbato a festa.

 

La Processione dell'Assunta
Wallfahrts- und Verkehrsbüro Altötting 

Fonte: tuttobaviera.it

Turismoassociati/ Baviera

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By Admin (from 12/04/2010 @ 16:05:15, in it - Scienze e Societa, read 2996 times)

MARKTL AM INN : IL PAESE NATALE DI BENEDETTO XVI

A pochi km da Altötting, il "cuore cattolico" della Baviera, e a circa 90 km a est di Monaco di Baviera si trova il piccolo e grazioso paese di Marktl am Inn (2.700 abitanti), che il 16 aprile 1927 ha dato i natali a Papa Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, già arcivescovo di Monaco di Baviera e Freising e Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede.

I luoghi del paese più legati al Papa sono il museo - casa natale nella Papst Benedikt XVI Platz (già Marktplatz) e la parrocchiale di St. Oswald, dove si può ammirare l'antico fonte battesimale nel quale Benedetto XVI è stato battezzato lo stesso giorno della nascita. Merita una visita anche l'Heimatmuseum, dedicato alla storia della cittadina dalle origini ad oggi.

Nelle pasticcerie della città si possono gustare il Papst-Brot ("pane del Papa") e due dolci, la Benedikt-Torte e il Benedikt-Mütze ("berretta di Benedetto"). Ovviamente non poteva mancare la birra del Papa!

Altri luoghi della Baviera legati a Benedetto XVI sono Monaco, città di cui è stato arcivescovo dal 1977 al 1982, Freising, nella cui Cattedrale è stato ordinato sacerdote assieme al fratello maggiore Georg nel 1951, il paese di Pentling (pochi km a sud di Regensburg), dove da cardinale si è sempre recato diverse volte all'anno per villeggiatura, la città di Regensburg, dove il Papa ha insegnato alla locale Università e dove abita suo fratello Georg, direttore emerito del celebre coro di voci bianche della Cattedrale di Regensburg - i "Domspatzen" - e il paese di Traunstein (a sud di Marktl am Inn, vicino al lago Chiemsee), dove la famiglia Ratzinger si trasferì nel 1937. ( Fonte: tuttobaviera.it)

Turismoassociati/ Baviera ( nella foto: la casa natale di Bendetto XVI)

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By Admin (from 13/04/2010 @ 08:19:53, in it - Scienze e Societa, read 2573 times)

La Sagra del Pesce
Il giorno preferito dai gatti di Camogli, sognato da tutti i gatti della Riviera: la seconda domenica di Maggio, giorno della sagra del pesce di Camogli.

Un po' di storia
Si dice che i camogliesi l'abbiano voluta per sfatare una volta per tutte la loro fama di scozzesi della Liguria.

Comunque sia, la prima edizione si tenne nel 1952 quando l’avvocato Degregori, allora presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, propose di abbinare alla Festa di S.Fortunato, patrono di Camogli, una mega-frittura, con l’intento di far conoscere la cittadina ai "foresti". Vennero costruite sulla piazza del porticciolo cucine in mattoni e per tutto il giorno si continuò a friggere in 6 piccole padelle.

L'anno successivo si ripropose l'iniziativa e Lorenzo Viacava detto "O Napoli", noto pescatore, decise per l'occasione di far costruire una padella gigante che divenne subito la vera attrazione di quella che era oramai diventata una vera e propria sagra. La fama dell'avvenimento era nel frattempo salita agli onori della cronaca internazionale anche grazie ad un interessamento del New York Herald Tribune, di Re Baldovino del Belgio e di un'eurovisione televisiva del 1955. Il resto è storia recente e oggi la sagra del pesce di Camogli ogni anno richiama migliaia di turisti dall’Italia e dall’estero.

Qualche curiosità
La padella attuale non è di ferro, ma di acciaio inossidabile, conforme alle normative sulla sicurezza. Pesa 26 quintali, ha un diametro di 3,80 metri ed è la quarta della serie. E' stata commissionata alla ditta parmense Botti dalla Pro Loco di Camogli e realizzata su progettazione della Europlan di Lavagna. La prima padella cadde in mare nel 1959, la seconda e la terza sono ormai in disuso.

Turismoassociati/ Sagre e Manifestazioni

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Trentadue paesi, undici regioni d’Italia, due nazioni rappresentate: questi i numeri della terza edizione di Pietra Ligure infiore. Dal 22 al 23 maggio 2010, a Pietra Ligure, arte e tradizione saranno protagoniste con uno spettacolo unico che intreccia colori, profumi, creatività e tecnica.Oltre ottocento maestri infioratori, provenienti da undici regioni italiane e da due località tedesche, realizzeranno le loro opere a partire dall’alba del 22 maggio.

Il pubblico potrà seguire il loro lavoro per tutta la giornata, dalla tracciatura dei disegni alla minuziosa copertura delle linee e degli spazi con i fiori, sia freschi sia essiccati, ed ammirare a lavori conclusi il risultato: quaranta composizioni (oltre a quella dei padroni di casa, fuori concorso), che riprodurranno celebri opere d’arte o proporranno disegni originali, spesso a soggetto religioso, o decorazioni a mosaico. Le infiorate copriranno complessivamente una superficie di circa mille metri quadri e resteranno esposte per tutta la giornata della domenica. 

Da un bozzetto o disegno, gli abili artisti dell’infiorata, con materiale di origine vegetale, secco o fresco (fiori, foglie, bacche, semi, corteccia), daranno vita a variegati tappeti multicolore. Oltre 1000 metri quadrati di colori vivissimi con contrasti cromatici realizzati attraverso l’uso limitato di caffè, tè e farine di vario genere. Due le sezioni in gara, “fiori freschi” e “fiori secchi”. Ad opere ultimate una giuria di qualità redigerà una classifica per l’assegnazione del “Premio Pietra Ligure in Fiore”. L’iniziativa organizzata dal Comune di Pietra Ligure in collaborazione con l’Associazione “Circolo Giovane Ranzi”, si propone di promuovere e valorizzare la conoscenza e le tradizioni legate alla realizzazione delle “Infiorate”, tradizionali appuntamenti che in molti paesi d’Italia, si organizzano in occasione della festività del “Corpus Domini”.

L’idea di organizzare una rassegna nazionale a Pietra Ligure nasce dalla secolare tradizione di realizzare nella piccola frazione di Ranzi, proprio in occasione del Corpus Domini,“La stella di Ranzi”, un tappeto di fiori freschi che prende forma di fronte alla Cappella della S. Concezione.

Sono svariate le qualità di fiori che oggi si utilizzano: rose, gerbere, garofani, ortensie, mentre un tempo i fiori che venivano adoperati erano in gran parte di campo e venivano raccolti ad uno ad uno dalla popolazione con un lavoro lungo e faticoso.

Sbandieratori, musica e fiera dei prodotti floricoli e del verde accompagneranno la manifestazione.

Sabato 22 maggio sarà possibile vedere all’opera i maestri infioratori che inizieranno a lavorare sui quadri di fiori dalle cinque del mattino. Le opere si potranno ammirare nelle due giornate anche di sera, fino alle 24, grazie all’illuminazione artistica delle piazze.

Dalle 9.00, in piazza Castellino, sarà possibile ammirare la realizzazione di composizioni con verde ornamentale e dalle 10 alle 19 si svolgerà la Fiera dei prodotti ortofrutticoli e floricoli.

Alle 17.30 il Gruppo Sbandieratori “Caracosta” di Cerreto Guidi (Fi) sfilerà per le vie e piazze del centro storico dando vita a magistrali coreografie con roteanti e colorate bandiere.

Alle ore 18.00, si svolgerà la cerimonia d’apertura ufficiale della rassegna e l’inizio della consultazione della giuria. La premiazione dei gruppi vincitori si svolgerà alle ore 21.00 in piazza Castello. 
 
Domenica 23 maggio, alle ore 12.00 e 17.00, la giornata di festa proseguirà con il concerto itinerante della Banda “G. Moretti” di Pietra Ligure.

Dalle ore 17.00, sarà possibile sollevarsi in mongolfiera- salvo avverse condizioni meteo-  ed ammirare i quadri fioriti dall’alto. Il volo sarà gratuito, ma con prenotazione obbligatoria. La prenotazione dovrà essere effettuata direttamente presso il Punto Informativo Pietra Ligure Infiore (piazza san Nicolò), sabato 22 maggio, dalle ore 11.00 fino al termine dei posti disponibili. La mongolfiera partirà dal lungomare Don G. Bado, all’altezza della spiaggia delle barche.

Rassegna nazionale di infiorate artistiche - Terza edizione
Sabato 22 e domenica 23 maggio 2010
Centro storico di Pietra Ligure

Turismoassociati- Sagre e Manifestazioni

PRENOTATE CON NOI IL VOSTRO SOGGIORNO A PIETRA LIGURE

 
By Admin (from 17/04/2010 @ 15:59:56, in it - Scienze e Societa, read 1795 times)

Tre castelli costruiti tra il 1868 e il 1886 (e altri in progetto ma mai realizzati), una splendida residenza di caccia a quasi 1.900 metri d'altezza, il profondo legame con la cugina Sissi, l'amicizia con Wagner (che salvò dalla rovina economica)... questi alcuni dei "numeri" di re Ludwig II, il più famoso sovrano bavarese, un mito del decadentismo ed in assoluto il più conosciuto, amato, controverso e studiato figlio della Baviera.

Ludwig nasce il 25 agosto del 1845 nel castello di Nymphenburg e, dopo un'adolescenza trascorsa spesso lontano da Monaco nella residenza estiva di Hohenschwangau (vicino a Neuschwanstein), sale al trono appena diciottenne nel 1864.

E' uno dei rampolli più in vista delle corti europee: bello, alto un metro e novantuno, slanciato e con due occhi di un azzurro cupo che incantavano tutti. Nel 1867 si ufficializza il fidanzamento del sovrano con la principessa Sophie in Bayern, sua cugina nonchè sorella di Sissi, ma il matrimonio, programmato per il 25 agosto dello stesso anno (poi rimandato a ottobre ed infine al 28 novembre), non c'è mai stato... perchè Ludwig ruppe il fidanzamento ad un mese dalle nozze? Una risposta si trova nei suoi diari segreti, recentemente pubblicati in Germania, dove emerge chiaramente l'omosessualità di Ludwig...

Quello che viene maggiormente apprezzato è la sua attenzione e passione per il sapere, per la conoscenza, con particolare riguardo all'arte medievale e barocca, alla musica di Wagner e alle antiche leggende della tradizione tedesca: per avere un'idea più precisa basta visitare Neuschwanstein, il castello delle favole per eccellenza che ispirò Walt Disney per la dimora della Bella Addormentata, Linderhof, un piccolo gioiello in stile rococò con un parco abbellito da fontane, padiglioni in stile orientale e una magica grotta dove Ludwig si faceva cullare dall'acqua all'interno di una barca a forma di conchiglia, e ancora Herrenchiemsee, la Versailles bavarese, dove emerge la sua passione e venerazione per il re Sole (Luigi XIV di Francia) e la vita alla corte francese nel '600 e nel '700.

I bavaresi, soprattutto i contadini, hanno amato Ludwig e gli dimostrarono sempre un profondo rispetto e devozione, anche quando venne dichiarato pazzo (da una commissione medica che mai lo visitò ma si limitò a sentire le testimonianze di esponenti del governo, camerieri e valletti) e deposto dal trono l'8 giugno del 1886. Il 12 giugno, dopo non poche difficoltà e resistenze, il re venne trasferito in carrozza da Neuschwanstein alla residenza di Berg sul lago di Starnberg, trasformata per l'occasione in una specie di prigione.

«Voglio rimanere un eterno enigma, per me stesso e per gli altri.» Ludwig II

Il 13 giugno 1886, domenica di Pentecoste, Ludwig esprime il desiderio di fare una passeggiata ed il dottor Gudden, suo medico curante, lo accontenta e, vista la tranquillità che traspare dal comportamento del sovrano, non richiede nessun infermiere al loro seguito. Non essendo ancora ritornati alle 20 scatta l'allarme e, dopo una lunga perlustrazione, prima nel parco e poi sulle sponde del lago, alcuni minuti dopo le 23 i corpi senza vita del re e del suo medico vengono ritrovati in acqua. Il mistero della morte rimane tuttora: malore? omicidio? suicidio?

I funerali di Stato - Ludwig è sepolto nella chiesa di St. Michael - si svolsero a Monaco con una partecipazione incredibile di persone: la famiglia Wittelsbach al completo, esponenti delle case reali di mezza Europa, cardinali e vescovi, ma soprattutto tanta, tantissima gente comune, contadini, artigiani, comuni cittadini che volevano rendere l'ultimo omaggio al loro re, al loro "Kini"... la monarchia stava ormai tramontando (Ludwig III sarà costretto ad abdicare nel 1918 per far posto alla Repubblica), lei e tutto quel fascino che tanto ha contribuito a modellare, costruire e a far prosperare sino ai giorni nostri il mito di Ludwig.

Un mito costruito ed alimentato non solo dai castelli - il solo Neuschwanstein attira ogni anno 1 milione e mezzo di turisti - ma anche da biografie, studi, circoli culturali nati in suo onore, musical, siti internet e film, in particolare quello realizzato nel 1972 da Visconti con Helmut Berger e Romy Schneider. ( Fonte: tuttobaviera.it)

Turismoassociati- Baviera

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By Admin (from 18/04/2010 @ 15:11:05, in it - Scienze e Societa, read 3221 times)

Il castello di Neuschwanstein è uno dei simboli della Baviera e della Germania nel mondo.

E' il "castello delle favole" per eccellenza, fatto costruire dal "re delle favole" Ludwig II (1845-1886) a partire dal 1869 su progetto dello scenografo Christian Jank.

L'idea di edificarlo sullo stile delle antiche residenze feudali tedesche venne al monarca bavarese dopo essere rimasto quasi "folgorato" da una visita nel 1867 alla fortezza medievale di Wartburg in Turingia.

Neuschwanstein, situato nella sud della Baviera quasi al confine con l'Austria, domina dall'alto dei suoi 965 metri i paesi di Füssen e Schwangau ed il magnifico paesaggio circostante, caratterizzato da diversi laghi tra i quali spicca per bellezza il piccolo Alpsee.

Walt Disney, rimastone affascinato, prese Neuschwanstein come modello per il castello del suo celebre film d'animazione "La bella addormentata nel bosco" (1959), dimora che è anche presente in tutti i parchi Disney del mondo.

Le sale interne, riccamente arredate, sono un omaggio al genio musicale di Richard Wagner: "Tannhäuser", "Lohengrin", "Tristano e Isotta", "I maestri cantori di Norimberga" e il "Parsifal", un inno al romanticismo e alle antiche leggende germaniche.

Nel corso della visita al castello alcuni ambienti vi colpiranno in modo speciale: prima di tutto la sala del trono in stile bizantino, progettata da E. Ille e J. Hofmann. I gradini di marmo di Carrara portano all'abside che doveva sovrastare un trono d'oro e d'avorio, mai realizzato perchè dopo la morte del re tutti i lavori previsti e non ancora iniziati non vennero portati a termine. I dipinti, opera di W. Hauschild, raffigurano fra l'altro i dodici apostoli, sei re canonizzati ed episodi della loro vita. Al centro dell'abside si vede Cristo con Maria e con l'apostolo prediletto Giovanni mentre all'estremità della sala si può ammirare il dipinto rappresentante "La lotta di San Giorgio con il drago". In questo quadro, a sinistra sopra la roccia, si può vedere il quarto castello progettato dal re, la rocca di Falkenstein, la cui edificazione doveva iniziare nel 1886 ma nello stesso anno Ludwig morì e non se ne fece più nulla. Nel grande candelabro a forma di corona bizantina ed eseguito in ottone dorato sono inserite 96 candele. Per sostituirle e per pulire il candelabro - che tra l'altro pesa parecchi quintali - è stato creato un apposito argano. Il pavimento in mosaico è stato realizzato utilizzando oltre due milioni di tessere.

Nella sala da pranzo troviamo una serie di dipinti raffiguranti scene della leggendaria gara poetica dei cantori svoltasi a Wartburg nel 1207.

Richard Wagner si è ispirato a questo tema ed alla leggenda del Tannhäuser per creare una delle sue più belle opere. I quadri sono opera del monacense Ferdinand Piloty, il più famoso dei pittori che ha lavorato nel castello. Sopra la porta, ricoperta da tende in seta color rosso vino, è rappresentato metaforicamente Wolfram von Eschenbach, il poeta del "Parsifal" e del "Lohengrin". Sopra un'altra porta, attraverso la quale si entra nella camera dei servitori, è raffigurato Gottfried von Strassburg, l'autore di "Tristano e Isotta".

Il tavolo della sala da pranzo è "normale", non come quelli dei castelli di Herrenchiemsee e Linderhof dove uno speciale marchingegno li fa scorrere dalla sala da pranzo direttamente nelle sottostanti cucine e viceversa in modo tale che nessun servitore potesse disturbare il re mentre mangiava.

Ludwig aveva una predilezione per le camere da letto sfarzose e per questo quella realizzata a Neuschwanstein in stile tardo gotico è ornata da meravigliosi intagli in legno di quercia che si possono ammirare principalmente sul baldacchino del letto, sul lavabo, sulla colonna centrale e sulla sedia di lettura. In questa sola stanza hanno lavorato 14 intagliatori per ben quattro anni.

Gli intagli ai piedi del letto rappresentano la risurrezione di Cristo ed alludono alla relazione simbolica fra il sonno e la morte. Le tende, le tappezzerie e le coperte in blu bavarese (il colore preferito del re) sono ornate da ricami rappresentanti lo stemma della Baviera, il cigno ed il leone dei Wittelsbach. Il lavabo era provvisto di acqua corrente; l'acquedotto era alimentato da una sorgente situata a circa 200 metri sopra il castello. La finestra del balcone della camera da letto offre una magnifica vista sulla gola di Pöllath con la sua cascata di 45 m; dietro la gola si può vedere il massiccio del Säuling (2045 metri).

Attraverso una finta grotta di stalattiti e stalagmiti e passando davanti al piccolo giardino d'inverno, si accede al soggiorno reale, costituito da un ampio salone principale e da una saletta, separata da colonne, soprannominata "angolo dei cigni".

Il tema delle pareti murali è tratto dalla leggenda del Lohengrin: sopra la stufa è ritratto l'arrivo di Lohengrin ad Anversa, di fronte il miracolo del Graal. Le porte della grande libreria, realizzate in stile romantico, sono ornate da dipinti relativi alle leggende di Tristano e Isotta e di Sigfrido.

Per la costruzione della sala dei cantori fu preso a modello il castello di Wartburg. I dipinti della sala e del corridoio del palco si ispirano alla leggenda di Parsifal. La scena "Il giardino incantato di Klingsor" è opera di Christian Jank. Sopra le due porte presso il palco si trova lo stemma della famiglia reale con l'iscrizione "Ludwig II, re di Baviera, conte Palatino". Questa iscrizione è l'unica nel suo genere in tutto il castello. Quando Ludwig era in vita questa sala - illuminata da più di 600 candele - non venne mai utilizzata; soltanto nel 1933, in occasione del 50° anniversario della morte di Wagner, si tenne un primo grande concerto, al quale ne seguirono altri fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Neuschwanstein è aperto da aprile a settembre dalle 9 alle 18 e da ottobre a marzo dalle 10 alle 16.

I biglietti non si acquistano direttamente al castello ma nel Ticketcenter (ai piedi del castello). La biglietteria apre alle 7.30 (aprile-sett.) e alle 9 (ott.-marzo); vista l'alta affluenza di turisti, conviene arrivare al mattino presto per evitare lunghe code (soprattutto nei mesi estivi). Si segnalano i biglietti cumulativi: il "Königsticket", valido per Neuschwanstein e Hohenschwangau, e il "Königsschlösser", valido per Neuschwanstein, Linderhof ed Herrenchiemsee.

Si può salire al castello a piedi (circa 40 minuti), in carrozza o con un piccolo bus (mezzo più veloce). ( Fonte: tuttobaviera.it)

Turismoassociati - Baviera

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By Admin (from 22/04/2010 @ 09:59:56, in it - Scienze e Societa, read 3289 times)

La storia del castello di Linderhof risale al '400, periodo in cui si segnala la presenza nella vallata del Graswang (sud della Baviera, quasi al confine con l'Austria) di un podere di proprietà del vicino monastero benedettino di Ettal ed affidato alla famiglia Linder (da qui il nome di "Linderhof").

Re Massimiliano II lo trasformò nell'Ottocento in un padiglione di caccia e nel 1869 il figlio Ludwig II acquistò il terreno circostante con l'intenzione di costruire una "villa reale", non un palazzo sontuoso e di rappresentanza ma un piccolo rifugio per il sovrano. Approvati i progetti dell'architetto Georg Dollmann, che in seguito costruirà anche Herrenchiemsee, iniziarono subito i lavori che terminarono nel 1879.

Nel 1880 prese vita il meraviglioso giardino che fa da cornice al piccolo castello con le sue perfette geometrie, le fontane, le sontuose statue e due padiglioni di gusto orientale, acquistati all'Esposizione Universale di Parigi nel 1867 e 1878: il chiosco moresco (Maurischer Kiosk) con il suggestivo trono dei pavoni e la casa marocchina (Marokkanisches Haus) che, venduta dal governo bavarese alla morte di Ludwig nel 1886, è stata riacquistata e riportata nel parco nel 1998.

Le sorprese del parco non finiscono qui: nella grotta di Venere (Venusgrotte), ispirata alla Grotta Azzurra di Capri, Ludwig amava passare intere ore a sognare e riflettere facendosi cullare dall'acqua all'interno di una piccola barca a forma di conchiglia che tuttora si può ammirare. Qui viene rievocata una scena del wagneriano Tannhäuser mentre nella capanna di Hunding (Hundinghütte) è ricostruita una scena del primo atto della Valchiria.

All'interno, già a partire dalla sala delle udienze - da notare le decorazioni dorate, l'imponente scrivania e le stuccature del soffitto che rappresentano emblemi della guerra, della pace, della musica e della pittura - si capisce che, malgrado la volontà di Ludwig di mantenere a Linderhof un'atmosfera intima e privata, non manca certo quella monumentalità e ricchezza, in alcuni casi forse eccessiva, tipica di quel gusto rococò che tanto piaceva al sovrano bavarese.

Per realizzare la camera da letto si presero ad esempio quelle più sontuose della Residenz di Monaco mentre il soffitto, completamente affrescato e dedicato all'apoteosi di Luigi XIV, è una idea di Ludwig. Al centro domina il letto con un sontuoso baldacchino avvolto da un tessuto color blu e decorato con lo stemma reale.

Tipico esempio di sfarzo ed eleganza rococò è la sala degli specchi con stucchi bianchi e dorati, consolles, ornamenti, putti che sostengono le lampade ed una serie di quadri sopra alle porte che mostrano scene della vita di corte nella Francia del XVII secolo. 

La forma definitiva della sala da pranzo risale al 1872; gli intagli dei pannelli in bianco e oro sono di Ph. Perron e rappresentano i lavori quotidiani che la servitù doveva compiere per soddisfare i bisogni regali (caccia, pesca, agricoltura e giardinaggio). L'enorme centrotavola ed il lampadario provengono dalla manifattura di Meissen.

In mezzo alla stanza c'è il famoso tavolo "Tischlein-deck-dich" (tavolo che si apparecchia da sé), direttamente collegato con le sottostanti cucine attraverso uno speciale marchingegno creato per evitare che il re venisse disturbato da camerieri e valletti mentre mangiava.

Linderhof è aperto da aprile a metà ottobre dalle 9 alle 18 e da metà ottobre a marzo dalle 10 alle 16. Se si intendono visitare tutti e tre i castelli di Ludwig (Linderhof, Neuschwanstein, Herrenchiemsee) conviene acquistare alla cassa il biglietto cumulativo "Königsschlösser". ( Fonte. tuttobaviera.it)

Turismoassociati- Baviera

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By Admin (from 22/04/2010 @ 10:08:03, in it - Scienze e Societa, read 2766 times)

Herrenchiemsee è stato costruito da re Ludwig II a partire dal 21 maggio 1878 (posa della prima pietra) in una posizione splendida: il castello sorge infatti in un'isola del lago Chiemsee, la Herreninsel, ed è raggiungibile con un traghetto che parte dal paese di Prien.

La Herreninsel - "isola degli uomini" - è così chiamata perché ospitava un convento dei Canonici Agostiniani e si contrappone alla vicina Fraueninsel - "isola delle donne" - che ospita tuttora una comunità di Monache Benedettine.

La facciata è una copia esatta di quella di Versailles: Herrenchiemsee si presenta come un inno alla potenza ed alla gloria del Re Sole, Luigi XIV di Francia, e Ludwig, da sempre profondo ammiratore di questa mitica figura storica, decise di erigere un castello che fosse l'esatta copia dell'originale francese.

Il grande interesse che nutre Ludwig verso il Re sole e la famiglia reale francese va oltre ad una semplice rimembranza storica o ad una passione-venerazione: Luigi XVI di Francia fu il padrino di battesimo di suo nonno, re Ludwig I di Baviera.

La prematura morte del quarantenne sovrano, avvenuta il 13 giugno 1886 in circostante mai chiarite nel lago di Starnberg, non consentì di portare a compimento il progetto. Oggi Herrenchiemsee è infatti costituito solo dal corpo centrale: l'ala di sinistra, incompiuta, è stata demolita nel 1907 mentre quella di destra non ha mai visto la luce.

La visita nella Versailles bavarese vede tra i primi ambienti lo scalone d'onore. Come modello per Herrenchiemsee, Versailles non corrispondeva sempre all'idea omogenea che Ludwig II aveva della reggia francese e così richiese nuove creazioni nello spirito dello stile dell'Ottocento: la grande scala ricostruisce, sulla base di incisioni contemporanee, la scala degli ambasciatori di Versailles ma ha un'impronta tutta diversa a causa del moderno tetto di vetro.

La sala della guardia è la prima delle sale di parata. Ricca di raffinati stucchi d'oro e preziosi marmi, è adornata dalle alabarde della guardia reale, la cosiddetta Hartschiere.

Nei rivestimenti in legno bianco e oro della prima anticamera sono inseriti dei quadri con scene del tempo di Luigi XIV mentre nel grande affresco del soffitto è raffigurato il trionfo di Bacco e Cerere. Il magnifico armadio con applicazioni in bronzo dorato è lavorato con la tecnica del Boulle.

La seconda anticamera ha finestre in forma ogivale come il "Salon de L'Oeil de Boeuf" di Versailles. I quadri al muro rappresentano Luigi XIV e membri della sua famiglia; la grande statua equestre rappresenta sempre il "Re sole".

Nel cerimoniale di corte la camera da letto di parata era il luogo dell'udienza serale e del mattino: non una semplice camera per dormire e riposare ma addirittura il centro focale del castello. Quella di Herrenchiemsee è qualcosa di straordinario: stucchi, arredi e tessuti sono di una ricchezza che è difficile descrivere a parole! 

La galleria degli specchi, con i suoi 98 metri di lunghezza (quella di Versailles si ferma a 73 metri), 52 candelabri e 33 lampadari, è il gioiello del castello; qualche critico d'arte la ritiene superiore all'originale.

La sala da pranzo in forma ogivale, disegnata sul modello di un salone dell'Hotel de Soubise di Parigi, è arredato con i busti di Luigi XV, della duchessa di Lavalliere e delle grandi dame di corte come la contessa Dubarry e la marchesa de Pompadour. Sotto un gigantesco lampadario di porcellana di Meissen c'è un curioso tavolo, il "Tischlein-deck-dich" (tavolo che si apparecchia da sé), direttamente collegato con le sottostanti cucine attraverso uno speciale marchingegno creato per evitare che il re venisse disturbato dai camerieri mentre mangiava.

In alcuni locali del palazzo è allestito il museo di Re Ludwig II, con fotografie, dipinti, lettere, oggetti e arredi originali, molti dei quali provenienti dalla Residenz di Monaco dove il sovrano visse durante i primi anni di regno prima di trasferirsi definitivamente nei suoi castelli. E' una visita obbligatoria in quanto è l'unico museo al mondo dedicato al "re delle favole", nemmeno Neuschwanstein ne ha uno!

Prima o dopo la visita del castello, fate una sosta nell'ex complesso abbaziale dei Canonici Agostiniani, acquistato da Ludwig insieme all'isola nel 1873. All'interno si possono visitare alcuni saloni barocchi, testimonianza del prestigio dei Canonici che abitarono la Herreninsel dal 1130 al 1803, nonché il piccolo appartamento privato del re e la sala dove si riunì nel 1948 la commissione incaricata della stesura della Costituzione della Repubblica Federale Tedesca.

Herrenchiemsee (tra parentesi l'orario di apertura del museo) è aperto dal 1° aprile al 3 ottobre dalle 9 alle 18 (9-18), dal 4 al 31 ottobre dalle 9.40 alle 17 (10-17.45) e dal 1° novembre al 31 marzo dalle 9.40 alle 16 (10-16.45). Se si intendono visitare tutti e tre i castelli di Ludwig (Herrenchiemsee, Neuschwanstein, Linderhof) conviene acquistare alla cassa il biglietto cumulativo "Königsschlösser".  ( Fonte: tuttobaviera.it)

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By Admin (from 01/07/2010 @ 09:19:01, in it - Scienze e Societa, read 4321 times)

Conoscerete sicuramente il libro di Smullyan di cui probabilmente vi state chiedendo quale sia il titolo, popolato di veritieri assoluti, bugiardi assoluti e veritieri (o bugiardi) alternati. Se non lo conoscete, chiedetevi quale titolo possa avere, e sarete a buon punto della ricerca. Ebbene, noi siamo convinti che non si sia pensato abbastanza al problema che si trova alla base di quel libro e che probabilmente tutti conoscete:

Un logico in vacanza in Africa sa di trovarsi in una zona abitata dalle tribù dei Veritieri e dei Bugiardi: i membri della prima tribù dicono sempre la verità, i membri della seconda sempre il falso. Durante una passeggiata, arriva a un bivio ove staziona un indigeno, e deve informarsi su quale delle due strade porti al villaggio. Non ha modo di capire se il nativo sia un Veritiero o un Bugiardo: il logico ci pensa un attimo, e quindi pone una sola domanda; e dalla risposta sa che strada prendere. Che domanda pone?

Esistono due scuole di pensiero in merito alla risposta: prima, quella che ci piace meno.
La scelta della porta in LabryinthUna domanda potrebbe essere: “Se ti chiedessi se questa strada porta al villaggio, risponderesti ’sì’?” mentre il logico indica una strada ben precisa: anche il mentitore è costretto, a questa domanda, a dare la risposta giusta, come si vede dai quattro casi:

  • MENTITORE, strada CORRETTA: alla sottodomanda “la strada porta al villaggio?” dovrebbe rispondere “no”, e quindi la risposta alla domanda in oggetto (dovendo mentire) sarebbe “sì”
  • MENTITORE, strada ERRATA: alla sottodomanda “la strada porta al villaggio?” dovrebbe rispondere “sì”, e quindi la risposta alla domanda in oggetto (dovendo mentire) sarebbe “no”.
  • VERITIERO, strada CORRETTA: alla sottodomanda “la strada porta al villaggio?” dovrebbe rispondere “sì”, e quindi la risposta alla domanda in oggetto (dovendo dire la verità) sarebbe “sì”.
  • VERITIERO, strada ERRATA: alla sottodomanda “la strada porta al villaggio?” dovrebbe rispondere “no”, e quindi la risposta alla domanda in oggetto (dovendo dire la verità) sarebbe “no”.

Insomma, si riesce a costringere il povero mentitore a dire la verità! La cosa ci è sempre sembrata non rispettosa dell’identità culturale dei Mentitori, e quindi preferiamo ampiamente la seconda scuola di pensiero, anche perché, in una sua versione, richiede molta meno fatica da parte del logico (non deve indicare nulla) e non porta l’indigeno a drammi esistenziali relativi al probabile mancato rispetto della Legge Fondamentale della sua tribù.

Secondo alcuni, la domanda potrebbe essere: “Se io chiedessi a un membro dell’altra tribù quale strada porta al villaggio, quale indicherebbe?”

Si verifica facilmente che sia il Veritiero sia il Bugiardo indicherebbero entrambi con piena soddisfazione della loro weltanschauung la strada sbagliata e, forte di questa certezza, il logico potrebbe prendere la strada giusta.

Ora, noi non sappiamo a quale scuola di pensiero apparteniate, ma un paio di filosofi hanno posto potentissime critiche alla prima:

È triste vedere che la nascita della logica porta inevitabilmente al decadere dell’Arte della Menzogna. Se accettiamo la soluzione proposta, dobbiamo pensare che i bugiardi possano sempre essere raggirati dai loro stessi principi; una situazione che nascerà inevitabilmente ogni volta che il mentire prende la forma di supina aderenza a regole arbitrarie. Anche il fatto che il logico ponga al nativo una domanda così complessa e che si aspetti che quest’ultimo riesca a interpretarla come un condizionale contro-fattuale, sia nel significato sia nella forma, presuppone una profonda conoscenza della logica da parte dell’indigeno. Se il nostro logico porrà la questione con una certa nonchalance, è molto probabile che l’indigeno scambierà il linguaggio contorto per una qualche strana forma di cortesia diffusa presso i logici e si limiterà a rispondere alla domanda: “Questa strada porta al villaggio?”.

D’altra parte, se il logico fisserà deciso e con un sorriso vagamente sadico l’indigeno mentre pone la domanda per sottolinearne il contenuto logico, rivelerà immediatamente il suo scopo, facendo nascere nel nativo l’idea che lo stiano fregando. A questo punto, se l’indigeno è un mentitore degno di questo nome, seguirà una logica di contro-raggiro, visto che il suo scopo ultimo è ingannare il logico. L’analisi delle soluzioni non ambigue porta a un’analisi più precisa della natura della bugia: la definizione tradizionale è che il bugiardo è colui per il quale qualsiasi sua dichiarazione è falsa, ma l’ambiguità di questa definizione emerge nel momento stesso nel quale cerchiamo di definire quale debba essere la risposta a domande aventi funzioni complesse di verità, come ad esempio “È vero che se questa è la strada per il villaggio tu sei un mentitore?”.

Il dubbio, qui, risiede nel fatto che a domande di questo tipo per il mentitore sono possibili due diversi tipi di analisi: potrebbe per prima cosa valutare separatamente le due componenti in modo corretto, valutare quindi la risultante corretta e poi capovolgere il valore logico, oppure potrebbe seguire una via molto più dogmatica mentendo a sé stesso (ossia invertendo il valore logico) per ognuna delle due componenti, valutando quindi la risultante e invertendo il valore nella risposta? Qui, nasce la distinzione tra il bugiardo semplice, che si limita a dire sempre il falso, e il bugiardo onesto, che capovolge il valore logico della verità.
La domanda “
È vero che se questa è la strada per il villaggio tu sei un mentitore?” è una soluzione del problema solo se la tribù dei mentitori è formata da bugiardi onesti, che risponderanno “sì” se la strada indicata è quella corretta e “no” in caso contrario, esattamente come i veritieri. Al contrario, il bugiardo semplice risponderà “no” in entrambi i casi, lasciando il logico nell’incertezza.

Potremmo sostituire l’equivalenza all’implicazione, ottenendo una soluzione che vale sia per il semplice che per l’onesto: alla domanda: “È vero che questa strada porta al villaggio se e solo se tu sei un mentitore?” In questo caso, costringiamo nuovamente entrambi i tipi di mentitori alla risposta corretta. Non possiamo comunque aspettarci che un mentitore capace di identificare la sottigliezza logica di questa domanda sia così semplice da raggirare: dobbiamo quindi considerare il caso del bugiardo artistico, il cui principio base è quello di ingannare sempre e comunque la persona con cui parla: contro un avversario di questo genere, nessun logico ha la possibilità di raggiungere una risposta certa in quanto, se lo scopo finale del mentitore è ingannare, potrà sempre raggirare il logico attraverso una strategia di inganno che aggiri la logica. Si può proporre allora una soluzione generale basata su domande del tipo “Lo sai che al villaggio distribuiscono birra gratis?” In questo caso il veritiero risponderà “No”, e si avvierà verso il villaggio, seguito dal logico; il bugiardo onesto e il bugiardo semplice risponderanno “Sì” e andranno al villaggio, anche in questo caso seguiti dal logico.

Resta da analizzare il comportamento del bugiardo artistico: questi partirà educatamente dal principio che il logico stia cercando di comportarsi come lui, e sceglierà la sua strategia in modo parallelo: avendo due motivazioni opposte, potrebbe dichiarare “Bah! Non mi piace la birra!”, e avviarsi verso il villaggio: ben misera strategia, visto che nessun logico si lascerà ingannare da questo semplice trucco, quindi il bugiardo artistico sceglierà un’altra strada (in tutti i sensi): dopo la dichiarazione di disamore per la birra, imboccherà la strada sbagliata, seguito dal logico convinto di averla avuta vinta anche stavolta in questo modo il bugiardo artisticoraggiungerà una vittoria tecnica, anche se il logico potrebbe sempre sostenere di aver raggiunto una vittoria morale, lasciando il bugiardo nel cocente sospetto di aver perso l’occasione per una bevuta gratuita.

Bene, lasciamo le nostre tipologie di bugiardi e vediamo una graziosa complicazione del problema, attribuita all’astronomo Dennis Sciama: supponiamo che il nostro logico conosca la lingua parlata dagli indigeni e ricordi che “sì” e “no” si dicono “ciff” e “pluff“, ma non si ricordi quale dei due termini corrisponda a “sì” (e viceversa, ovvio). In questo caso, come può arrivare al villaggio?

Fonte: RudiMatematici

 
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