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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 

Il Ministro della Salute Renato Balduzzi ha inviato richiesta di effettuare una nuova valutazione del Mon810 alla luce delle ultime linee guida, definendo adeguate misure di gestione obbligatorie per tutti gli utilizzatori di tali Ogm. Nel frattempo stop all’autorizzazione del mais Mon810.

 

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania commenta così la notizia: “Il Ministero della Salute ha dato seguito alla nostra richiesta e al dossier predisposto dal Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA), chiedendo alla Commissione europea la sospensione d’urgenza dell’autorizzazione alla messa in coltura di sementi di Mais Mon810 in Italia e nel resto dell’Unione europea. Quando parliamo della possibilità di coltivare Ogm in Italia, dobbiamo tenere ben presente – ha proseguito il Ministro – che l’opinione pubblica, i consumatori e le stesse rappresentanze degli agricoltori hanno espresso una posizione negativa sulla questione. Abbiamo il dovere di essere particolarmente rigorosi, a tutela dei consumatori e degli agricoltori italiani”.
“Prendo anche atto con grande soddisfazione del mutato atteggiamento del Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sugli organismi geneticamente modificati. Questo ci consentirà – ha spiegato Catania – di proseguire con maggiore forza nella direzione che era stata già intrapresa, collaborando con tutte le istituzioni e le rappresentanze politiche e sociali, allo scopo di salvaguardare l’identità e la ricchezza che sono alla base del successo dell’agroalimentare italiano”.

Il Presidente della Coldiretti Sergio Marini commenta positivamente l’atteso sprint finale del Governo, che “è avvenuto grazie al pressing delle Associazioni, dei Partiti  e delle Istituzioni unite nella coalizione “Liberi da Ogm” e, in questi giorni, all’apprezzata ed importante azione del Movimento 5 Stelle che ha rafforzato il fronte di chi vuole scongiurare in Italia qualsiasi rischio di commistione tra Ogm e agricoltura tradizionale o biologica. “Nonostante le resistenze si è rafforzato – sottolinea Marini – il fronte dei cittadini impegnati nel tutelare l’agricoltura e il territorio da forme di inquinamento genetico per assicurare la competitività delle nostre produzioni tradizionali e di qualità. Non va dimenticato che, sulla base dell`indagine Coldiretti-Swg, quasi sette italiani su dieci considerano oggi gli organismi geneticamente modificati meno salutari di quelli tradizionali”.

Soddisfazione espressa anche dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori: “E’ una decisione che rispetta la posizione della stragrande maggioranza dei cittadini italiani. Ribadiamo la nostra ferma contrarietà agli Ogm – spiega il presidente della Cia Giuseppe Politi – Non si tratta di un rifiuto ideologico, ma di una posizione che nasce dalla consapevolezza che l’introduzione di prodotti geneticamente modificati in Italia può seriamente mettere a rischio la specificità e il valore aggiunto della nostra agricoltura, che è fatta di qualità, biodiversità e tipicità”. Secondo un’indagine della Cia il 55% degli intervistati ritiene gli organismi geneticamente modificati siano dannosi per la salute, mentre il 76% crede semplicemente che siano meno salutari di quelli “normali”.

Fonte: informasalus.it

 

Non basta che il 30% del  reddito complessivo venga dalla dipendenza da antidepressivi delle donne bianche e che il 20% degli adulti assuma un  qualche tipo di farmaco psichiatrico. Adesso vogliono allargare trattamenti e farmaci psichiatrici a quanti più bambini possibile.

Big Pharma ha un unico obiettivo: fare profitti - non importa come. Questo può essere realizzato solo convincendo la gente comune e i medici che la soluzione ai problemi di salute siano i farmaci. Il buon senso ti dice che questo non può essere vero. Nessuno si ammala a causa di una carenza di farmaci nel corpo. In realtà le persone che assumono più farmaci da  prescrizione contemporaneamente soffrono di una serie di effetti collaterali che nel migliore dei casi sono semplicemente fastidiosi, ma talvolta debilitanti e addirittura fatali. Purtroppo la stragrande maggioranza degli americani e dei medici se la sono bevuta.

Gli americani costituiscono appena il 5% della popolazione mondiale, ma assumono oltre il 40% dei farmaci prodotti a livello mondiale. Pensi che i miliardi e miliardi di dollari che le case farmaceutiche spendono in televisione e altre pubblicità abbiano influenzato questo risultato? Quando i vostri bambini tornavano da scuola, voi probabilmente gli avete raccomandato: "Di' "no"alle droghe!" Eppure quando si guarda la televisione, le aziende di farmaci vendono sullo slogan di "Semplice, basta dire 'Sì' ai farmaci."

Solo due paesi, la Nuova Zelanda e gli Stati Uniti consentono pubblicità di farmaci alla televisione. La FDA l'ha approvato negli Stati Uniti nel 1999. Da allora le aziende farmaceutiche ci spendono ogni anno quasi 5 miliardi di dollari e l'americano medio vede quasi 16 ore di pubblicità di farmaci all'anno (circa 1920 spot). Un vero e proprio lavaggio del cervello per fargli credere che i farmaci siano la panacea per tutti i problemi, fisici ed emotivi.

Eri consapevole del fatto che i governi statali e federali stanno lavorando in concerto con le aziende farmaceutiche per promuovere l'uso di psicofarmaci sui bambini? Le aziende farmaceutiche hanno sviluppato i cosiddetti screening (test) di sanità mentale per i bambini. Così se a scuola un bambino viene valutato attraverso di essi e gli viene diagnosticato un disturbo mentale, viene indirizzato da uno psichiatra e introdotto ai farmaci psichiatrici. Questi farmaci sono in realtà  anfetamine per il trattamento del cosiddetto disturbo da Deficit di attenzione (ADD) o antidepressivi e farmaci antipsicotici per altri sintomi.

Indovinate chi escogita questi test di salute mentale e ne promuove l'uso? E sì! Le aziende farmaceutiche e i loro partner psichiatri. Indovinate chi finanzia questi programmi di test nelle scuole? Ovvio! Ancora loro: le aziende farmaceutiche.
Quasi 9 milioni di bambini in America stanno prendendo psicofarmaci da prescrizione e le compagnie farmaceutiche se la spassano. In realtà gli antidepressivi non sono più efficaci del placebo. L'unica differenza è che il placebo non causerà a te o ai bambini di avere idee o comportamenti suicidi o omicidi come invece hanno dimostrato fare gli antidepressivi. A proposito, gli antidepressivi sono proibiti in Inghilterra e nel Regno Unito per bambini sotto i 18 anni...

Gli antidepressivi possono creare tutta una serie di sintomi documentati nei bambini e negli adulti: depressione, scoppi di pianto, affaticamento, insonnia, idee suicide, pensieri omicidi, ansia, attacchi di panico, nervosismo e tremore, irritabilità, azioni impulsive, agitazione, confusione, comportamento maniacale, allucinazioni, incubi, distacco emozionale e perdita dei sentimenti. Questi sintomi si sviluppano dopo che è iniziato il trattamento con antidepressivi.
Naturalmente questo porta lo psichiatra o il medico locale ad aggiungere altri farmaci psichiatrici a regime. Questo manda spesso il paziente fuori di testa, rendendolo incapace di funzionare. Gli antidepressivi creano dipendenza, imitano l'azione della cocaina. I sintomi di cui sopra sono amplificati quando gli antidepressivi vengono interrotti bruscamente. Nessuno dovrebbe smettere antidepressivi o qualsiasi farmaco psichiatrico senza la guida di un medico. Un paziente deve esserne portato fuori molto lentamente, per diversi mesi.

Leggi l'articolo completo qui: politicaloutcast.com

Big Pharma è, però, solo un lato della medaglia. Gli psichiatri, con le loro diagnosi farlocche basate su un libro che classifica i comportamenti umani come malattie, prima conducono gli studi farsacon cui (spesso dietro lauto compenso) dimostrano l'utilità di questi psicofarmaci, poi li reclamizzano nei congressi medici e infine ne sponsorizzano la prescrizione. Gli psichiatri sono la categoria di medici che sono incorsi nel maggior numero di procedimenti disciplinari per conflitti d'interesse - in altre parole, prendevano soldi dall'azienda farmaceutica produttrice per promuovere un dato farmaco in uno studio scientifico o un congresso. D'altra parte, data la soggettività e arbitrarietà delle loro diagnosi, il settore psichiatrico è quello che più di tutti si presta al rischio di sovraprescrizione.

Fonte: disinformazione.it

Political Outcast di Stephen F. Hotze, M.D. - 22 Febbraio 2013
Tratto da CCDU

 

“Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità economiche a tutti, i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx potrebbe avere la sua vendetta”.

Karl Marx doveva essere morto e sepolto. Il crollo dell’Unione Sovietica e lo sviluppo capitalistico dell’economia cinese sembravano aver messo in soffitta le idee del grande filoso ed economista tedesco, autore de Il Capitale, vera e propria “bibbia” dei comunisti di tutto il mondo. Eppure, nel pieno della più feroce crisi economica della storia, le idee del grande pensatore stanno tornando in auge. La lettura delle sue opere ha visto un forte balzo, e sempre più spesso economisti anticapitalisti riescono a sviluppare interessanti ragionamenti anche sui media generalisti: cosa che fino a qualche anno fa, quando l’ideologia del libero mercato era al suo apice, sarebbe stato quasi impensabile.

Un esempio? Lo “storico” settimanale statunitense Time ha pubblicato un lungo articolo a firma del corrispondente da Pechino Michael Shuman. Di fatto, il settimanale riconosce a Marx un ruolo profetico: “Marx ha teorizzato che il sistema capitalista impoverisce le masse e concentra la ricchezza nelle mani di pochi, causando come conseguenza crisi economiche e conflitti sociali tra le classi sociali. Aveva ragione. E’ fin troppo facile trovare statistiche che dimostrano che i ricchi diventano sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri”. A sostegno delle tesi di Marx in effetti c’è uno studio dell’Economic Policy Institute di Washington che rivalea come nel 2011 il reddito medio di lavoratore maschio statunitense a tempo pieno era più basso rispetto al 1973. Tra il 183 e il 2010 il 74% dei guadagni in termini di ricchezza è andatato in mano al 5% della popolazione.

Secondo il Time, tuttavia, “questo non vuol dire che le teorie di Marx erano del tutto corrette. La sua ‘dittatura del proletariato’ non ha funzionato come previsto. Ma le conseguenze delle disegualianze sono esattamente quelle che aveva predetto:  il ritorno della lotta di classe. La rabbia dei lavoratori di tutto il mondo è in crescita: dagli Stati Uniti alla Grecia, passando anche per la Cina”. E ancora: “Marx aveva previsto un tale esito. I comunisti affermano apertamente che i loro fini possono essere perseguiti solo con l’abbattimento violento dell’ordine sociale esistente. ‘L’unica cosa che i proletari hanno da perdere sono le loro catene’. Ci sono segnali che i lavoratori di tutto il mondo sono sempre più impazienti. A decine di migliaia sono scesi nelle strade a Madrid e Atene, protestando contro la disoccupazione e le misure di austerità che stanno ulteriormente peggiorando le cose”.

Tuttavia, la Rivoluzione auspicata da Marx sembra essere lungi dal vedere la luce: le organizzazioni dei lavoratori sono deboli, e i movimenti sorti negli ultuimi anni (ad esempio Occupy Wall Street) si sono parzialmente sciolti. Colpa, secondo Jacques Rancière, esperto di marxismo presso l’Università di Parigi, delle reali intenzioni dei militanti, che non intenderebbero rovesciare il capitalismo, ma soltanto riformarlo. Tuttavia il Time mette in guardia: “Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità economiche a tutti, i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx potrebbe avere la sua vendetta”.

Fonte: fanpage.it via controlacrisi.org

 

Č quanto sostengono gli specialisti americani dell’University of Alabama a Birmingham (UAB), i quali hanno condotto una ricerca promossa dal National Eye Institute (NEI), in cui si dimostra come buoni livelli di sostanze antiossidanti e minerali come lo zinco possano ridurre sensibilmente il rischio di Degenerazione Maculare (DMLE o AMD, in inglese) con l’avanzare dell’età.

Tra gli alimenti collegati al miglioramento della vista vi sono le carote. Secondo il professor Leo Semes, della UAB School of Optometry, le carote da sole non apporterebbero però significativi miglioramenti della salute degli occhi.

“La base di questa convinzione è che le carote sono ricche di beta-carotene. Ma il betacarotene da solo non è una tutela sufficiente – precisa Semes – C’è anche un rapporto tangenziale che una carenza di vitamina A, una cugina del beta-carotene, sia implicata nell’adattamento della vista al buio”.

Il professor Semes, insieme all’American Optometric Association Health and Nutrition Committee, ha stilato una lista di alimenti specifici e nutrienti che possono apportare benefici alla salute degli occhi.
- Frutta e verdura: la vitamina C in esse contenuta può aiutare a ridurre la cataratta e l’incidenza dell’AMD.
- Pesce come tonno o salmone, e le carni magre, contengono acidi grassi che proteggono contro l’AMD.
- Carni rosse e cereali integrali contengono zinco. E una sua carenza può portare allo sviluppo della cataratta.
- Oli vegetali ricchi di vitamina E  – un noto antiossidante – possono rallentare la progressione della AMD.

La degenerazione maculare è in genere processo di degenerazione dovuto all’invecchiamento dell’occhio. Vi sono tuttavia anche predisposizioni ereditarie che possono far sorgere questo problema anche in età relativamente giovane. Altri fattori che possono innescare la degenerazione maculare sono i traumi oculari, le infezioni o le infiammazioni o, in alcuni casi, anche problemi di vista come la miopia.

Principalmente la DMLE si presenta con una difficoltà di lettura, in quanto a causa di una riduzione della visione centrale le lettere stampate risultano distorte. Allo stesso modo, vi è una percezione alterata e distorta delle immagini in generale: un sintomo tipico è il vedere le linee di per sé dritte come se fossero in realtà ondulate.

Fonte: informasalus.it

 

Destano allarme i risultati di un'indagine presentati all’American Heart Association’s Epidemiology and Prevention/ Nutrition, Physical Activity and Metabolism 2013 Scientific Sessions. Secondo gli autori dello studio il rischio di morte deriva dalla possibilità di sviluppare malattie come diabete, patologie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro, anche a seguito di un aumento di peso o obesità dovute all’eccesso di zuccheri.

I ricercatori hanno analizzato il consumo di bevande zuccherate, o dolcificate, nei vari continenti. Gli studiosi hanno quindi suddiviso questo consumo in base all’età e il sesso e, infine, valutato l’impatto sullo sviluppo di obesità e diabete e come queste patologie fossero poi correlate ai decessi.

I dati raccolti hanno permesso di dividere in due il mondo: da un lato l’America Latina e i Caraibi dove vi era una prevalenza di morti per diabete; dall’altra l’Oriente e l’Eurasia dove vi era una prevalenza di morti per eventi cardiovascolari.

Il maggiore consumo di bevande zuccherate si ha in Messico, mentre il consumo più basso in Giappone. L’Italia? Senza infamia né lode.
Secondo quanto emerge da un'indagine Censis/Coldiretti sono quasi 23 milioni gli italiani che dichiarano di bere bevande gassate e di questi ben 6,5 milioni circa dichiara di farlo regolarmente.

In Italia l’allarme sul consumo di bibite è amplificato da un pericoloso abbandono dei principi base della dieta mediterranea che è universalmente conosciuta come importante nella prevenzione delle malattie e che ha fino ad ora garantito agli italiani una vita media di 79,4 anni per gli uomini e di 84,5 per le donne, tra le piu’ elevate al mondo. Nel corso del 2012 molti italiani - conclude la Coldiretti - hanno invece abbandonato i principi base della dieta mediterranea con un calo nei consumi familiari di pesce fresco (-3 per cento), vino (-3 per cento), ortofrutta (-2 per cento) e olio di oliva (-1 per cento) anche se hanno portato in tavola più pasta (+1 per cento), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea.

Fonte: informasalus.it

 

Quest’impetuosa crescita ha comportato numerosi benefici ai singoli protagonisti della scena economica: grandi gruppi, multinazionali, banche, assicurazioni e società finanziarie hanno sfruttato al meglio tutte le occasioni che il ventennio ha presentato.

Un tassello è pero mancante al mosaico: il singolo risparmiatore non ha raggiunto quel grado di tutela e di partecipazione che gli spetta di diritto.
Il suo ruolo è rimasto limitato a quello di spettatore pagante, se non di partecipante al "parco buoi", e solo in alcuni casi la normativa si è occupata delle sue problematiche.
Il vuoto non riguarda solo l’aspetto legislativo ma si estende anche al disinteresse generale del sistema nei confronti delle necessità dell’investitore privato.

I FONDI COMUNI D’INVESTIMENTO DI DIRITTO ITALIANO

La Legge n. 77 del 1983 promuoveva presso i risparmiatori lo strumento del fondo comune mobiliare di diritto italiano, il lancio del prodotto era aiutata da una compatta e massiccia azione dei grandi organi di stampa (tutti controllati dalla grande industria).
L’istituzione delle casse comuni gestite era ovviamente ben vista da tutte le realtà industriali, bancarie ed assicurative che vedevano l’importante vantaggio di questo nuovo strumento di finanziamento per le attività imprenditoriali.

I fondi comuni mobiliari italiani non hanno trovato successo presso il grande pubblico che continua a preferire l’acquisto diretto di titoli pubblici.
La Legge 77 del 1983 istitutiva dei fondi comuni mobiliari di diritto italiano non è stata più aggiornata dal legislatore e non fornisce pertanto ancora adeguate risposte ai seguenti interrogativi posti dal mercato:

  • la società di gestione acquista i titoli contenuti nel fondo comune: a quale prezzo e da quale ente?
    qual è l’ammontare delle commissioni applicate dalla società di gestione per la negoziazione dei titoli contenuti nel fondo comune?
  • quante volte nel corso dell’anno la società di gestione rinnova completamente (lucrando per se stessa altre commissioni di negoziazione) il portafoglio del fondo comune?
  • alcune società di gestione amministrano meno di cento miliardi di lire: cosa succede nelle pericolose situazioni in cui la massa amministrata dal fondo comune mobiliare è al di sotto del livello di convenienza?

Negli USA le menzionate situazioni sono seguite attentamente dalla SEC Security Exchange Commission a difesa della collettività dei risparmiatori.
Questi interrogativi spiegano forse il limitato interesse dei risparmiatori italiani verso il sistema dei fondi comuni mobiliari italiani che gestisce attualmente circa 140.000 miliardi di lire.

Il mercato dei fondi comuni mobiliari italiani è peraltro dominato, per ammontare della massa amministrata, da una decina di importanti gruppi bancari ed assicurativi.
I gruppi che gestiscono fondi comuni mobiliari dovrebbero fare pressioni sul Parlamento affinchè la Legge regolatrice del citato strumento venga migliorata a vantaggio dei risparmiatori e quindi dei gruppi proponenti.Nei Paesi europei dove le Autorità e le Associazioni dei consumatori sono più attente alla difesa dei diritti dei risparmiatori imperano organizzazioni come, ad esempio, la scozzese Scottish Equitable che da sola gestisce una massa di denaro superiore a quella amministrata da tutto il sistema dei fondi comuni mobiliari italiani.

I TITOLI ATIPICI
La fine degli anni 80 segna il crollo di organizzazioni dedite al collocamento di titoli "atipici" come l’Europrogramme di Arnaldo Bagnasco, la Eurogest di Paolo Federici e di altre minori come l’Istituto Fiduciario Lombardo di Vincenzo Cultrera, l’Istituto Finanziario Piemontese dei fratelli Canavesio e la OTC Overseas Trade Center di Luciano Sgarlata.
Una recente sentenza della Magistratura ha condannato il Ministero dell’Industria ad indennizzare alcuni clienti (quelli che si erano organizzati per la tutela) della OTC per i danni subiti a ragione dei mancati controlli ministeriali.

L’EUROPROGRAMME E L’EUROGEST
I veri disastri, a ragione delle masse amministrate e del numero di clienti coinvolti (circa 40.000) furono quelli del fondo immobiliare Europrogramme e del gruppo Eurogest (la fiduciaria Fundus e la Scotti finanziaria spa).
Il caso Europrogramme è in buona parte risolto grazie anche all’impegno degli ex Agenti del fondo immobiliare a difesa dei loro clienti, una novità è il riaccendersi di un procedimento legale nei confronti del gruppo De Benedetti presunto mandante di una campagna di stampa che mise in crisi il fondo immobiliare.

E’ invece irrisolto il caso Eurogest (il gruppo del finanziere Paolo Federici) dove gli azionisti della Scotti finanziaria spa (una immobiliare che nel 1987 aveva un patrimonio immobiliare superiore a mille miliardi di lire) hanno visto azzerato il valore dell’investimento per ragioni che non sono ancora chiare.
Gli ex fiducianti della fiduciaria Fundus sono invece intrappolati in una liquidazione coatta amministrativa dove i liquidatori si rifiutano cautelativamente di liberare la massa amministrata esistente a ragione delle pretese dell’Amministrazione finanziaria per presunte omesse ritenute da parte della fiduciaria: in otto anni l’Amministrazione finanziaria ha perso ben cinque volte in Commisione tributaria (anche in quella Centrale) ma continua a presentare ricorsi: ed i risparmiatori aspettano !

Il caso Eurogest vede coinvolti circa 20.000 risparmiatori.
AssoCittadini ha presentato una circostanziata denuncia penale in merito alle presunte responsabilità nella crisi Eurogest.

GLI AGENTI DI CAMBIO
La fine degli anni 80 vedeva morire anche la categoria degli agenti di cambio che chiudevano con diversi crack la storia della loro attività.

LE SIM
Gli anni 90 sono quelli del lancio delle SIM società d’intermediazione mobiliare con la Legge 1/1991.
L’ultimo crack di una SIM (la napoletana PROFESSIONE & FINANZA) fa salire il conto dei risparmi bruciati a circa 700 miliardi lire con circa 10.000 investitori in difficoltà.
Ma anche per le SIM più solide e corrette c’è un pericolo: la liberalizzazione europea che scatterà a settembre con l’entrata in vigore del Decreto Eurosim
I provvedimenti a carico di SIM e Fiduciarie nel 1992 hanno riguardato cinque società, ventisei nel biennio successivo, quattordici nel 1995 e quattro nel 1996.
Nel complesso quelle sanzionate sono state quarantanove delle quali trenta fallite, o in liquidazione coatta o cancellate.

Le motivazioni di questi crack sono inquietanti perché i soldi dei clienti sono quasi sempre spariti nel nulla.Nel 1994 è stata dichiarata fallita la Zoppi Sim: è da considerarsi un fatto storico perché finalmente a seguito di questo crack per la prima volta un Magistrato ha fatto ispezionare dalla Guardia di Finaza la Consob e finalmente, quest’anno dei dirigenti della Consob sono stati rinviati a giudizio per abuso d’ufficio.
La Unionsim, l’associazione che raggruppa 32 società non legate a grandi gruppi, ha preannunciato una elevata moria di SIM in occasione dell’entrata in vigore della direttiva Eurosim: il preludio dello scoppio della vera competizione europea.

LE SIM BANCARIE: IL CREDITO SVIZZERO
Neanche l’ingresso dei grandi istituti bancari, italiani e stranieri, nel capitale delle SIM è riuscito in questi anni a tenere i clienti al riparo delle irregolarità gravi degli operatori.

E’ questo il caso della ELVIGEST, controllata dal gruppo CREDITO SVIZZERO, di grande blasone e di dimensioni di livello assoluto.
La fiduciaria venne sospesa nel 1995 dalla Consob a ragione di una evidente costante subordinazione degli interessi della clientela a quelli del gruppo CREDITO SVIZZERO.
Ci risulta che parte della clientela abbia accettato delle transazioni mentre altri hanno avviato delle procedure legali attualmente in corso.
Il CREDITO SVIZZERO ha riorganizzato le sue attività in Italia concentrandole nella CREDIS SIM.

LE SIM BANCARIE: LA ING SVILUPPO
Una storia particolare è poi quella della ING SVILUPPO FIDUCIARIA, controllata dal grande gruppo BANCARIO ASSICURATIVO olandese ING INTERNATIONALE NEDERLANDEN GROEP, la ING SVILUPPO fiduciaria fu multata dalla CONSOB nell’ottobre 1993 con l'ammenda più alta mai comminata: 80 milioni di lire. La ING SVILUPPO FIDUCIARIA fu poi sospesa nell’estate 1994 a ragione di una scarsa trasparenza nei costi di gestione imputati ai clienti.
Il gruppo olandese ING, azzerati i vertici aziendali in Italia sta ora tentando il rilancio: sono però diverse le spiegazioni che la ING deve ancora fornire al pubblico italiano.

GLI EMERGING MARKETS
La ING comprò nel 1994 il gruppo SVILUPPO dalla FINARTE del finanziere Francesco Micheli, la ING si lanciò immediatamente in Italia l’attività di collocamento di diverse tranches delle obbligazioni "emerging markets", cioè emissioni obbligazionarie che la ING aveva proposto in altri Paesi del mondo cosiddetti emergenti quali il Cento ed il Sudamerica, i rendimenti offerti al pubblico italiano per le "emerging markets" era allettante e previsto comunque dopo qualche anno di impiego: la stampa finanziaria non ha più fornito notizie sui risultati ottenuti dal risparmiatore con queste obbligazioni.

GESTIARTE
La ING deve poi ancora fornire spiegazioni adeguate in merito ad una attività ereditata da Francesco Micheli: GESTIARTE.
Gestiarte fu il primo (ed anche l’ultimo) tentativo di lanciare in Italia un fondo comune d’investimento in opere d’arte.
L’Avviso richiesto dalla Consob ai sensi di legge d’avvenuta pubblicazione del prospetto informativo e riportato su Il sole 24 ore dell’8.11.1989 prevedeva la chiusura dell’operazione al 31.12.1995 ma sembra che questa data non sia stata rispettata ed i lavori siano ancora in corso.

LA BANCA DI ROMA E LA IMPREFIN SIM
Ma esistono casi ancora più clamorosi, come quello che ha coinvolto la BANCA DI ROMA e una sua controllata la IMPREFIN SIM con sede legale a Milano.
Un vero e proprio scandalo, se non altro per i nomi eccellenti che sotto un codice cifrato risultavano essere clienti della SIM.

Tutto cominciò alla fine del 1993, quando alla CONSOB arrivarono le denunce d’alcuni clienti della IMPREFIN SIM, che lamentavano un risultato di gestione inferiore alle attese.

Tra le irregolarità trovate dagli ispettori Consob la cosa più grave fu quella che sui conti dei VIP c’era sempre il segno positivo ed, in qualche caso le operazioni erano finanziate dalla stesa SIM.

Da quando gli Ispettori Consob hanno richiesto l’azzeramento del vertice della IMPREFIN SIM, la BANCA DI ROMA è corsa ai ripari.

Dopo aver ripianato i 25 miliardi di perdite ed aver nominato nuovi dirigenti, ha trasferito le attività della SIM nella FIGEROMA, altra SIM controllata. E la vita continua!

IL PRIMATO DELLA BANCA POPOLARE DELL’ETRURIA E DEL LAZIO
La SIM ad avere il primato del fallimento tra le SIM bancarie è la ECU SIM, controllata dalla BANCA POPOLARE DELL’ETRURIA E DEL LAZIO e dalla BANCA DI LANCIANO, essa è stata dichiarata fallita a luglio del 1995.

LO STATO DEVE INTERVENIRE

E’ impensabile che gli intermediari falliti trovino disponibilità liquide per appianare le perdite dei clienti.La reperibilità degli ingenti fondi necessari per la ricapitalizzazione degli enti finanziari disastrati può derivare solo in minima parte da contribuzioni dirette degli stessi intermediari.

Si potrebbero destinare ad un "Fondo di garanzia" parte delle disponibilità liquide non ancora acquisite dal Consiglio di Borsa, per la restante parte non sembrerebbero esserci alternative ad un intervento pubblico, in altre parole con qualche forma di prestito straordinario al "Fondo" da parte del Tesoro o della Banca centrale.Oppure infine, con un’emissione di titoli pluriennali, garantiti dallo Stato, da parte del "Fondo" stesso.

Lo Stato deve risarcire il risparmiatore che perde il denaro per la scarsa vigilanza degli enti preposti.
La Corte d'Appello di Roma ha recentemente stabilito che i risparmiatori che hanno investito e perso il loro denaro perché hanno fatto affidamento sull'obbligo di vigilanza del MINISTERO DELL'INDUSTRIA E DEL COMMERCIO potranno essere risarciti dal dicastero stesso.

Tale sentenza stabilisce infatti che il principio del neminem laedere (divieto di produrre un danno illecito) vale anche nei confronti delle istituzioni pubbliche che, attraverso il loro comportamento illecito, negligente o imprudente, abbaino finito per provocare danni ai cittadini.

Maggiore tutela giuridica e patrimoniale, diffusione delle informazioni e possibilità di una migliore educazione finanziaria: ecco le ragioni per cui AssoCittadini scende in campo a difesa del risparmiatore mettendo a disposizione tutte le sue risorse.

Fonte: associttadini.org

 

La legge sugli assegni bancari è incostituzionale: favorisce l’usura e vessa i cittadini con il bollettino dei protesti.

La situazione della Banca d’Italia e del sistema bancario quindi è identica a quella del CITTADINO che sottoscrive assegni "senza provvista": la Banca d’Italia emette titoli di credito solo apparenti in quanto privi della dovuta "provvista".

La differenza sta in un solo fatto e cioè che il CITTADINO, che è comunque il proprietario del valore monetario, è protestato, denunciato, processato e condannato alla reclusione ed all’ammenda, ed alla interdizione dall’emettere assegni ed alla pubblicazione della sentenza su tutti i giornali, il tutto in virtù della Legge 15.12.1990 N° 386 "Nuova disciplina sanzionatoria degli assegni bancari".

Il CITTADINO per avere emesso un simbolo monetario "senza provvista" diviene un criminale, mentre la Banca d’Italia ed il sistema bancario si arricchiscono proprio con l’emissione di simboli monetari "senza provvista".
Il tutto in danno del CITTADINO e per effetto dell’inversione del diritto di proprietà, violando così l’art. 832 C.C., il quale statuisce: "Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico".

Si pone pertanto la questione di legittimità costituzionale della legge istitutiva degli assegni e di tutte le leggi relative agli stessi, in quanto violano l’art.832 C.C: in relazione agli artt. 3 e 42 della Costituzione Italiana.
La Banca d’Italia non può e non deve avere un trattamento difforme dagli altri cittadini della Repubblica (persone fisiche e persone giuridiche).

La legislazione in atto crea disparità di trattamento.
Partendo dal principio che il valore monetario appartiene alla collettività e non al sistema bancario nulla è dovuto al sistema bancario in linea di capitale, perché esse detengono illegittimamente la titolarità della moneta, essendosi il sistema bancario indebitamente appropriato del valore monetario che è di proprietà della collettività nazionale di cui il sistema bancario dovrebbe essere il cassiere.

Il sistema bancario approfittando della pubblica fede, ha compiuto un colpo di mano facendo credere alla collettività nazionale che la Banca d’Italia è la proprietaria del valore monetario e ciò perché può stampare migliaia di metri cubi di carta senza controvalore, dichiarando di essere proprietario di milioni di miliardi.

Nulla è dovuto a titolo di interessi, perchè essi sono applicati sulla proprietà della collettività, il sistema bancario non solo si è appropriato del valore monetario ma ha venduto e continua a vendere il bene altrui mostrandosi proprietario, mentre è un usurpatore che ha trasformato il proprietario in debitore.

Le leggi sugli assegni sono il frutto perverso della inversione del diritto di proprietà del valore monetario insito in tutti i simboli monetari (carta moneta, assegni, assegni circolari, carte di credito), in quanto il diritto di proprietà spetta alla collettività nazionale.
Con la legge sugli assegni si è violato il diritto fondamentale della parità fra cittadini sia sotto forma di persone fisiche sia sotto forma di persone giuridiche.
La Banca d’Italia ed il sistema bancario possono emettere indiscriminatamente carta moneta e assegni "senza provvista" senza subire alcuna restrizione legale né denuncie o processi o la gogna della pubblicità negativa o l’interdizione.

Il CITTADINO, pur proprietario del valore monetario, di cui egli ha impregnato il simbolo monetario, di valore, essendo stato espropriato del diritto di proprietà del valore monetario, allorché emette un simbolo monetario quale l’assegno "senza provvista ", è protestato.
Gli artt. 46, 50, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 124, 125 del R.D. 1736 del 1933 e gli artt. 1, 2, 3, 5, 6, 7 della Legge 386 del l990 violano l’art. 1 della Costituzione, perché essi negano il principio costituzionale che la Repubblica è fondata sul lavoro.

Il protesto, la conseguente condanna e l’interdizione ad emettere assegni costituisce un ostacolo alla piena realizzazione del dettato costituzionale: è mortificato il principio del lavoro come fondamento della Repubblica. Si protegge così il grave fenomeno dell’usura.
Il CITTADINO in difficoltà è costretto a ricorrere all’usura per evitare il protesto, che gli amputa le gambe e gli toglie il lavoro.

Il CITTADINO protestato non solo perde la possibilità di un lavoro, ma perde la dignità e la sovranità, perché non è più libero di agire.
Se non ha un lavoro da dipendente, non potrà svolgere nessun lavoro autonomo artigianale o commerciale, perché il protesto lo pone in una condizione di soggezione e di rigetto da parte dell’intera collettività.
Se si tiene conto che i protestati in Italia sono ormai circa 15.000.000= (quindicimilioni), la Repubblica, anziché essere fondata sul lavoro, è fondata sul protesto.
Il lavoratore CITTADINO, che ha perduto il lavoro a causa del protesto, è un CITTADINO che ha perduto la sovranità.
Il protesto e le conseguente ad esso legate tutelano il CITTADINO contro un altro CITTADINO e la Repubblica tutela con norme imperative un CITTADINO contro un altro.
Una questione civilistica fra cittadini diventa una questione di tutela penale della Repubblica a favore di una parte contro un’altra creando così due classi di cittadini l’una contro l’altra.

Il CITTADINO è aggredito due volte:

a) da un altro CITTADINO in virtù dell’art. 55 R.D. 21.12.1933 n. 1736 ha un titolo esecutivo che è l’assegno, il quale è un titolo cartolare, nel quale è insito il diritto della controparte: l’assegno di per se stesso anche senza il protesto è un titolo esecutivo equiparato ad una sentenza passata in giudicato e contro tale titolo esecutivo il CITTADINO debitore nulla può opporre e, comunque, anche in caso di opposizione l’esecutorietà non può essere sospesa salvo il caso di gravi motivi e soltanto dietro cauzioni (artt. 56 e 57 RD. 1736 del 1933);

b) dalla Repubblica, che ha creato norme imperative di carattere penale a tutela non della Repubblica stessa, ma di un CITTADINO già ampiamente tutelato civilisticamente contro un altro CITTADINO, che è così punito ripetutamente:

  • con l’esecuzione civilistica;
  • con il protesto, che ne fa un appestato con la pubblicazione del nome sul famigerato bollettino;
  • con il processo penale, la condanna e le pene accessorie dell’interdizione e della pubblicazione della sentenza su giornali nazionali.

Il principio dell’art. 3 della Costituzione Italiana sull’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge indipendentemente dalle "condizioni personali e sociali" è pertanto ignorato. Vi è un CITTADINO (il creditore) superprotetto ed un CITTADINO (il debitore) crocifisso.
Il secondo comma dell’art. 3 della Costituzione è violato laddove stabilisce che "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli d’ordine economico e sociale, che, limitando, di fatto, la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica e sociale del Paese".

La Repubblica non rimuove gli ostacoli d’ordine economico e ne crea altri allo sviluppo della persona umana e alla partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione sociale del Paese.

La Repubblica avrebbe dovuto e dovrebbe astenersi da creare situazioni punitive e repressive in danno di una parte e a favore dell’altra.

La Repubblica non dovrebbe entrare nei rapporti civilistici, che nascono dall’autonomia negoziale privata. l’assegno è una promessa di pagamento, che, se non è rispettata, provoca l’esecuzione mobiliare o immobiliare o addirittura istanza di fallimento se il promittente è un imprenditore.

Sarebbe sufficiente la semplice constatazione della gravità delle azioni civilistiche, di cui dispone il creditore per non andare oltre.

La Repubblica si schiera con il CITTADINO forte e finisce di uccidere il CITTADINO debole, ponendolo così nella condizione di non lavorare più, di essere respinto dal sistema bancario e creditizio e di essere mortalmente abbracciato soltanto dall’usura.

Le norme in oggetto violano altresì l’art. 2 della Costituzione: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale".

Con il protesto e le relative conseguenze la Repubblica non garantisce e nega al CITTADINO debitore i diritti inviolabili dell’uomo e gli nega la solidarietà politica economica e sociale, affossandolo e gettandolo nel ghetto. La Repubblica può garantire i diritti inviolabili dell’uomo soltanto rispettandolo come persona e persona umana; senza umiliarlo e senza parteggiare per alcuno dei cittadini contro altri e, quando la materia è deferita all’autonomia negoziale privata, deve lasciare all’autonomia dei cittadini la regolamentazione.

Le norme in esame violano l’art. 4 della Costituzione laddove si legge che "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto".

La Repubblica dovrebbe dare un lavoro a tutti ma ciò non è possibile; deve creare le condizioni perché il diritto al lavoro sia effettivo e questo è possibile.
Con il protesto e le conseguenze ad esso connesse non si creano certo le condizioni necessarie per rendere effettivo il diritto al lavoro, anzi la Repubblica con tali leggi non crea le condizioni volute dall’art. 4., fa il contrario: distrugge le poche possibilità in mano a quei cittadini, cui deve costituzionalmente garantire il diritto al lavoro.
Le norme in esame violano l’art. 35, I° comma, della Costituzione: "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni".
E’ il lavoratore autonomo ad essere esposto ai rischi del protesto.

Il legislatore Repubblicano ha avuto un atteggiamento discriminatorio: da un lato ha prodotto una forte ed abbondante legislazione protettiva dei lavoratori subordinati in applicazione della Costituzione mentre è sufficiente vedere le leggi in esame per rendersi conto come il legislatore abbia represso i lavoratori autonomi. La Repubblica non tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni.

Le leggi in esame violano altresì l’art. 41, I° comma, della Costituzione: "L’iniziativa economica privata è libera". La libertà dell’iniziativa economica privata risiede nella possibilità di ogni lavoratore autonomo di avere a disposizione ogni e qualsiasi mezzo economico o mezzo strumentale al fine di produrre.
L’intervento repressivo della Repubblica con il protesto e con il processo penale a favore di una parte privata contro un’altra parte privata limita la libertà dell’iniziativa privata, anzi la uccide, perché il "protestato" è un morto civile.

Il sistema bancario chiude le porte al CITTADINO protestato, gli è impedito di lavorare e quindi di vivere.
A1 II° comma dell’art. 41 della Costituzione si afferma che "L’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana".
La Repubblica consente l’esistenza di leggi repressive come quelle in esame, non è l’iniziativa economica privata ad essere in contrasto con l’utilità sociale o a recare danno alla sicurezza, alla libertà alla dignità umana, ma al contrario le leggi in esame sono in contrasto con l’utilità sociale e recano danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Il lavoratore autonomo, titolare dell’iniziativa economica privata, nel dignitoso tentativo di creare ricchezza sociale, si ritrova con il protesto, teso a tutelare la promessa di pagamento, l’interesse del creditore di essere soddisfatto, a vedere soppressa la sua libertà di iniziativa economica e mortificata per sempre la sua dignità umana.

Al III° comma dell’art 41 della Costituzione si legge: "La legge determina i programmi e i controlli opportuni, perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".
Le leggi in esame non determinano né i programmi nè i controlli opportuni, anzi fanno l’esatto contrario, perché affossano i programmi dei lavoratori autonomi, che non rispettano anche per una volta, anche per mala sorte. la loro promessa di pagamento.

L’attività economica privata non è indirizzata e coordinata a fini sociali: è mortificata e condotta alla distruzione Per quanto sopra esposto le violazioni costituzionali sono evidenti: la Repubblica deve garantire a tutti i cittadini il diritto al lavoro e non soltanto dei lavoratori subordinati.

Se hai subito protesti, nonostante la tua buona volontà, lotta con noi per migliorare le cose e riappropriarti dei tuoi diritti costituzionali.

Fonte: associttadini.org

 

La vittima è Erika Anna Avrai, una donna rumena di 42 anni.

La donna era andata dal medico curante che le aveva prescritto un antibiotico. Il sospetto è che l'iniezione è stata fatta per via endovenosa e non intramuscolare. Sul caso è stata aperta un'inchiesta.

I carabinieri hanno trasmesso una prima informativa al magistrato inquirente, che dovrà anche stabilire se dopo aver acquistato il medicinale in farmacia, la rumena se lo sia somministrato da sola, o se sia ricorsa all'aiuto di qualcuno, che ha poi commesso il tragico errore. I primi a soccorrerla sono stati alcuni passanti, poi è arrivato il medico curante e subito dopo un'ambulanza del 118. Per la donna, però, non c'era più nulla da fare.

Fonte: informasalus.it

 

Un luogocomune planetario è senz’altro quello che vuole il “pesce” un ottimo alimento per l’uomo, non solo perchè contiene pochi grassi, ma anche per l’apporto di Omega-3 acidi grassi insaturi essenziali per un efficente organismo. Attribuendogli doti quali: migliorare il ritmo cardiaco favorendo la circolazione del sangue, ridurre la formazione di trombi ed emboli, ridurre i trigliceridi e l’aggregazione delle piastrine.

Sempre più studi scientifici tendono però a confermare l’esatto contrario. Oltre ad affermare l’inutilità degli Omega-3 del pesce, questi acidi grassi sono risultati addirittura dannosi. Sono cioè correlati al rischio di cancro alla prostata (Brasky, 2011), al rischio di aritmie cardiache e non prevengono il cancro (JAMA 2005, Rait 2005, MacLaen 2006), non sono in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari e non risultano protettivi nei confronti dello sviluppo dell’insufficienza cardiaca (Hooper 2006, Dijkstra 2009, Kromhout 2010), sono correlati all’insorgenza del diabete di tipo 2 e del diabete mellito (Harvard, Kaushik 2009), non migliorano le funzioni cerebrali negli anziani e neanche lo sviluppo cognitivo dei nascituri (Dangour 2010, Quinn 2010, Makrides 2010).

Esiste però un altro alimento, con ritrovamenti che ne fanno cominciare l’utilizzo addirittura 10.000 anni fa, che possiede sia gli Omega-3 che gli Omega-6. Si tratta dei semi di canapa...

L’olio di semi di Canapa è un alimento dalle straordinarie proprietà nutrizionali, infatti non solo possiede tutti gli 8 amminoacidi essenziali (l’organismo umano è in grado di ricavare ed elaborare dalle proteine della canapa tutte le proteine di cui abbisogna), è l’unico alimento nel pianeta che può vantare questa caratteristica, ma tra le qualità più importanti c’è senza dubbio anche la presenza di acidi grassi essenziali polinsaturi Omega-3 e Omega-6 nella proporzione migliore per l’essere umano: nessun altro alimento in natura è infatti in grado di garantire una proporzione 1:3, rapporto raccomandato dalle ricerche mediche e dalle più avanzate teorie in ambito di nutrizione.

Nell’olio di semi canapa sono presenti anche quantità significative di Vitamina E, antiossidante naturale; fitosteroli e cannabinoidi (specialmente CBD, Cannabidiolo) che secondo le più recenti acquisizioni medico-scientifiche hanno un’importante funzione di modulazione per quanto riguarda il sistema immunitario e le funzioni cognitive.
L’olio di semi di canapa è principalmente un valido antinfiammatorio. Ne è stata inoltre dimostrata l’efficacia per la cura di diverse patologie.

BENEFICI:

Colesterolo

L’uso quotidiano di olio di canapa (circa 4/5 cucchiaini al giorno) fa diminuire rapidamente gli eccessivi livelli nel sangue di colesterolo LDL (quello “cattivo”) e di colesterolo totale, riducendo così anche il rischio di trombosi e abbassa, inoltre, i livelli di trigliceridi nel sangue, per il matenimento, in una dieta equlibrata è sufficiente 1 cucchiaino ogni 2/3 giorni-

Malattie cardiovascolari

L’assunzione dell’olio di canapa, in sostituzione di altri olii, aiuta a prevenire e a ridurre l’arteriosclerosi ed altre malattie cardiovascolari perché mantiene più elastiche le pareti dei vasi sanguigni ed evita l’accumulo di grasso nelle

Malattie osse e infiammazioni

Viene usato anche per la prevenzione e per la cura dell’artrosi e dell’artrite reumatoide e di altre malattie infiammatorie come l’infezione cronica della vescica, la colite ulcerativa, il trattamento del colon irritabile e del morbo di Crohn.

Sindromi ginecologiche e neurologiche

Utilissimo per la sindrome premestruale e nella menopausa; combatte l’osteoporosi e viene impiegato per curare problemi di apprendimento, deficit della memoria, difficoltà di concentrazione e mancanza di attenzione, depressione cronica e depressione post-parto.

Pneumopatie

L’olio di canapa è impiegato nella cura di malattie asmatiche e affezioni respiratorie, sia delle basse che delle alte vie respiratorie.

Malattie della pelle

Data la sua potentissima azione antinfiammatoria, quest’olio è ottimo per molti problemi della pelle come: psoriasi, vitiligine, eczemi, micosi, irritazioni da allergie, dermatiti secche e per tutte le infiammazioni o irritazioni localizzate. Può inoltre migliorare le condizioni della pelle affetta da acne. Oltre che all’assunzione per bocca, si applica anche direttamente sulla zona da trattare per ridurre i pruriti e le infiammazioni. Efficace anche per la cura dei funghi alle unghie (onicomicosi).

Fonti: blobjects.it via disinformazione.it – ilsentiero.net – wikipedia

 

Prima di tutto una premessa: questo articolo non è una notizia e nemmeno una previsione di quello che potrà accadere in futuro, semplicemente vuole descrivere come ci siano alcune condizioni che potrebbero portare ad una guerra civile in Italia in un più o meno prossimo futuro. Ma assolutamente non si sta dicendo che ci sarà una guerra civile o che ci sia una probabilità più o meno certa a riguardo.

Vogliamo analizzare la questione partendo da una metafora, quella del classico triangolo del fuoco, che spiega in maniera sintetica come si sviluppa un incendio. Come tutti sanno i tre elementi fondamentali sono il combustibile (il materiale infiammabile), il comburente (ruolo di solito svolto dall’ossigeno) e infine la temperatura d’innesco (la temperatura necessaria che provoca la reazione tra combustibile e comburente) che è la classica scintilla che fa scoppiare l’incendio.

Ecco, una guerra civile essenzialmente è paragonabile ad un incendio dove il combustibile sono le tensioni politiche, sociali,religiose o etniche presenti in un dato stato, il comburente è la situazione economica che può dar fiato a queste tensioni e la scintilla è un grave evento più o meno inaspettato che fa esplodere tutte le tensioni esistenti.

Nel caso dell’Italia, il comburente è la situazione economica, che come tutti sappiamo è molto grave con una disoccupazione in continua crescita, la recessione che non accenna a fermarsi, l’eccessiva pressione fiscale, 140 miliardi di euro di debiti verso le imprese non pagati da parte dello Stato, il debito pubblico che continua ad incrementare.
E tutti questi fattori economici, sopra descritti, sono tutte condizioni che anche nella Storia recente sono state alla base di rivoluzioni, colpi di stato e guerre civili. Un esempio tra quelli più famosi è la Rivoluzione Francese scoppiata a seguito di una fortissima crisi economica e all’aumento delle tasse.

Ora invece elenchiamo tutti i combustibili presenti nella situazione italiana, quindi tutte le tensioni presenti attualmente:

1) Stallo politico: come sappiamo dalle ultime elezioni è uscito un risultato che porterà ad un Senato ingovernabile e attualmente non c’è nessuna intesa tra i principali soggetti politici per evitarlo. Inoltre, essendo il Presidente della Repubblica nel semestre bianco, non ha diritto a sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, quindi lo stallo può prolungarsi. E ancora, se non ci sarà nessun accordo politico si rischia anche di non riuscire ad eleggere il prossimo Presidente della Repubblica e nemmeno il Presidente del Senato, rispettivamente la prima e la seconda carica dello Stato.

2) Proroga del governo Monti, governo tecnico o governo “inciucio” tra PD-PDL: c’è una forte possibilità che nel caso di mancato accordo politico si possa, seguendo il modello belga, prorogare l’incarico del premier in carica (Monti) oppure Napolitano, potrebbe indicare un personaggio esterno o Monti stesso per formare un nuovo governo tecnico. Ultima ipotesi è un’accordo tra PD-PDL per un governo di unità nazionale per fare le riforme più urgenti e poi tornare alle urne. In tutti e tre questi casi si formerebbe un governo molto impopolare che di fatto avrebbe stravolto il risultato elettorale e la stessa istituzione democratica.

3) Rischio bancarotta: nel caso si confermasse lo stallo politico e l’Italia fosse soggetta ad un attacco speculativo e alla risalita dello spread e si dovesse ricorrere al MES o all’OMT per finanziarsi, con la conseguente accettazione di misure di austerità in cambio di aiuti finanziari, non ci sarebbe nessuna carica istituzionale eletta democraticamente che possa richiedere questi aiuti e firmare un eventuale memorandum di misure di austerità; nel caso nessuno chieda questi aiuti, l’Italia potrebbe anche trovarsi in bancarotta, mentre se qualcuno con un atto di forza firmasse la richiesta di aiuti e il memorandum, provocherebbe probabilmente l’ira popolare.

4) Partito Democratico spaccato: il soggetto politico più importante, il Partito Democratico è scosso da forti divisioni interne, nel caso si verificasse una spaccatura, il quadro politico diventerebbe ancora più complicato e instabile. Inoltre continuano le indagini per lo scandalo dei Monti dei Paschi di Siena, con tutte le conseguenze che questo ha per il partito stesso, che come tutti sanno è molto vicino a MPS.

5) Berlusconi a rischio galera: il secondo soggetto politico più importante, il Popolo della Libertà è invece turbato dalle innumerevoli vicende giudiziarie del suo leader, Silvio Berlusconi. Il 23 marzo ci sarà la sentenza che potrebbe confermare i quattro anni di carcere e l’interdizione dai pubblici uffici, richiesti per frode fiscale. E, cosa senza precedenti, lo stesso Berlusconi ha convocato per la stessa data una manifestazione contro la magistratura. Quindi esiste un pericoloso scontro tra potere politico e potere giudiziario. E Berlusconi farà di tutto per non finire in carcere, anche la rivoluzione se necessaria.

6) Movimento Cinque Stelle: il terzo soggetto politico più importante (considerando i precedenti come leader di coalizioni), il Movimento Cinque Stelle è un movimento che sicuramente possiamo definire rivoluzionario, dato che vuole un radicale cambiamento delle leggi e della struttura dello Stato italiano. Attualmente vuole attuare la sua rivoluzione in modo pacifico, ma se si instaurasse un governo antidemocratico o se le altre forze politiche, con trucchi e imbrogli,cercassero di danneggiarlo (ad esempio con lo scouting dei parlamentari a Cinque Stelle) potrebbe anche ricorrere alla piazza. E Grillo ha la popolarità e soprattutto anche l’audacia necessaria per farlo.

7) Attentati e scontri sociali: recentemente i Servizi Segreti hanno dato l’allarme sul rischio di attentati spettacolari. Una nuova stagione di attacchi terroristici potrebbe  portare all’instaurazione di un nuovo clima di tensione e anche a leggi liberticide.

8) Ondata di manifestazioni: il Popolo Viola ha indetto una manifestazione contro Berlusconi lo stesso giorno in cui il PDL ha indetto la propria; il Movimento dei Forconi ha intenzione l’11 marzo di iniziare una nuova stagione di proteste e di bloccare l’intero Sud d’Italia; sicure manifestazioni studentesche con toni ed atteggiamenti sempre più estremi e violenti; tensioni e manifestazioni NO-TAV; scioperi e proteste degli operai delle aziende in crisi.

9) Esplosione socio-economica dei paesi confinanti: Spagna, Grecia, Slovenia, Bulgaria e Cipro sono travolte da una fortissima crisi economica e alcuni di questi paesi, soprattutto la Grecia, sono sull’orlo di un vero e proprio conflitto sociale che potrebbe contagiare anche la vicina Italia, già contagiata dalla crisi dei debiti sovrani.

10) Ingerenze straniere: Germania, Inghilterra e Stati Uniti non esitano ad interferire sulla situazione economica e politica italiana. Soprattutto è da tenere in considerazione la politica non filo-NATO di Beppe Grillo e l’euroscetticismo dello stesso e l’ostilità della finanza internazionale e della Germania nei confronti di Berlusconi.

11) Lega Nord: il movimento leghista governa le tre regione principali del Nord: Piemonte, Lombardia e Veneto. Ricordiamo che gridavano alla secessione ed ora governano su quasi l’intera “Padania”.

12) Crimine organizzato: Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita non possono che ampliare le proprie fila grazie ad una crisi economica che non lascia alla maggioranza dei giovani meridionali nessuna prospettiva per il futuro. Come hanno ricordato i Servizi Segreti, la Camorra dispone di una vera e propria forza militare e in questo clima di incertezza non è da escludere un attacco allo Stato o l’utilizzo di queste organizzazioni malavitose da parte di soggetti politici per scopi personali.

13) Nulla da perdere: a causa della crescente crisi economica moltissime persone si trovano travolte dai debiti, senza un lavoro e in una condizione di estrema disperazione. Molte di esse potrebbero preferire la ribellione al suicidio.

Queste sono a nostro avviso le principali tensioni, potenzialmente esplosive, presenti in Italia. La seria differenza della nostra situazione rispetto a Grecia e Spagna, dove si sta consumando una crisi economica ad un livello recessivo più avanzato, è la presenza di uno stallo istituzionale, di un gravissimo scontro tra poteri dello Stato, dell’uso politico della magistratura e di un clima politico violento che è anche un’eredità della guerra civile del 1943-45.

L’unica cosa che non possiamo enunciare è quale sarà e se ci sarà una scintilla che ci porterà ad una guerra civile. Possiamo fare delle ipotesi come un’eventuale condanna definitiva per Berlusconi oppure un’attentato inaspettato oppure il colpo di mano di qualche soggetto politico o qualsiasi altra cosa che non si può prevedere allo stato attuale. E inoltre quali saranno gli eventuali fronti di una guerra civile? L’ipotesi che penso possa essere più probabile è lo scenario siriano, quindi uno schieramento governativo e legittimato contro uno schieramento ribelle. Però è soltanto un’ipotesi su un’altra ipotesi.

Un’ultima riflessione personale è che un’eventuale guerra civile non va necessariamente contro gli interessi eurocratici perché potrebbe anche spianare la strada ad un intervento esterno in Italia, una classica “missione di pace” a supporto del governo legittimo, magari effettuata dall’Eurogendarmeria, così da privare il nostro paese oltre che della sovranità economica anche della sovranità politica e territoriale. A proposito rimando all’articolo “La lunga marcia dell’Eurocrazia”.

Concludendo, come già scritto nella premessa, non si vuole nel modo più assoluto fare dell’allarmismo, probabilmente non ci sarà nessuna scintilla e men che meno una guerra civile o una rivoluzione, questo articolo vuole solo invitare alla riflessione e a stare in allerta così da poter cogliere ulteriori segnali che possano portare ad un’eventuale situazione di guerra interna.

Al tempo stesso però invito a non escludere del tutto nessun scenario, perché la Rivoluzione Francese e la Primavera Araba non vennero annunciate da nessuno e colsero tutti di sorpresa. Ovviamente speriamo che tutto questo non accada, perché solo di una cosa possiamo sicuramente avere certezza: una guerra civile sarà fatta scoppiare dai potenti ma a pagarne le conseguenze sarà il Popolo, quindi tutti noi.

Fonte: hescaton.com

 
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