Ma cos’è esattamente il “Movimento 5 Stelle”? Leggiamo il Regolamento (il “Non Statuto”) di quella che, all’art. 1 dello stesso, viene definita come una “Non associazione”. Essa rappresenta:
“una piattaforma ed un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it. La ‘Sede’ del ‘MoVimento 5 Stelle’ coincide con l’indirizzo web www.beppegrillo.it. I contatti con il MoVimento sono assicurati esclusivamente attraverso posta elettronica all’indirizzo MoVimento5stelle@beppegrillo.it”.
Il movimento non ha una durata prestabilita. Alla denominazione “MoVimento 5 Stelle”, stabilisce l’art. 3 del Regolamento, viene abbinato “un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso dello stesso”.
Quanto all’oggetto e alle finalità, l’art. 4 recita:
“Il ‘MoVimento 5 Stelle’ […] va a costituire, nell’ambito del blog stesso, lo strumento di consultazione per l’individuazione, selezione e scelta di quanti potranno essere candidati a promuovere le campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica promosse da Beppe Grillo così come le proposte e le idee condivise nell’ambito del blog www.beppegrillo.it, in occasione delle elezioni per la Camera dei Deputati, per il Senato della Repubblica o per i Consigli Regionali, Provinciali e Comunali, organizzandosi e strutturandosi attraverso la rete Internet cui viene riconosciuto un ruolo centrale nella fase di adesione al MoVimento, consultazione, deliberazione, decisione ed elezione”.
Il movimento, infine, è aperto a tutti coloro che dimostrino di avere la fedina penale pulita. A costoro sarà consentito di usare il nome e il marchio “MoVimento 5 Stelle” (una sorta di “bollino di garanzia”).
Pur con tutta la simpatia che si possa provare per un comico di grande intelligenza come Beppe Grillo e con tutta l’ammirazione che può suscitare il suo impegno civico, quell’onestà intellettuale spesso invocata dallo stesso fondatore del “Movimento 5 Stelle” impone di guardare con senso critico all’iniziativa. Pertanto, proprio in tale prospettiva, mi limito ad esporre brevemente qualche perplessità suscitatami dalle norme del “Non Statuto” sopra richiamate.
La prima. Benché il “Movimento 5 Stelle” non sia un partito nel senso tradizionale, esso aspira a trovare una collocazione nell’ambito delle istituzioni politiche rappresentative (consigli comunali, provinciali, regionali, Parlamento, ecc.), al pari delle altre forze politiche presenti oggi in campo (alcune delle quali - come il Pdl e la Lega - condividono, peraltro, con i “grillini” la denominazione di “movimento”).
Ebbene, quali garanzie hanno i sostenitori del movimento che il marchio dei cui diritti d’uso Grillo è l’unico titolare non venga utilizzato, ad esempio, da incensurati, ma fanatici sostenitori di idee xenofobe o comunque discriminatorie, una volta giunti a ricoprire qualche carica istituzionale? La totale mancanza di strutture interne al movimento, di organi deliberativi e di sanzioni disciplinari non consente alcun controllo democratico sull’azione politica dei “grillini”.
La seconda (strettamente legata alla prima). La pulizia della fedina penale è certo una cosa importante. Ma non basta. Non può costituire l’unico requisito di accesso al movimento e la sola condizione di permanenza nello stesso. In tal senso, colpisce l’assoluta mancanza, nel “Non Statuto”, di riferimenti a valori e a principi oggettivi (come la giustizia, la libertà, l’eguaglianza, la democrazia o altro) che il gruppo intenderebbe perseguire.
Si richiamano soltanto “le campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica promosse da Beppe Grillo” e le “proposte e le idee condivise nell’ambito del blog www.beppegrillo.it”. Ma in base a quale criterio Grillo sceglierà domani le campagne da promuovere? E sulla base di quali regole procedurali e da chi saranno selezionate le proposte avanzate nei dibattiti sul blog del movimento?
Il problema è che, in giro, ci sono già troppi “non-partiti” e “non-statuti”. Dilaga ormai da troppo tempo la “non-politica”. Le campagne di sensibilizzazione che Beppe Grillo ha promosso finora sono state un’ottima cosa. Un altro movimento fondato unicamente sulle doti carismatiche dell’ennesimo capopopolo è, invece, qualcosa di cui la nostra malata democrazia non aveva alcun bisogno.