Allora sarà per uneccesso di zeloche i militari russi si stanno affannando da giorni ascavare chilometri di fossatiintorno alle loro centrali, per difenderle dalle fiamme dell'incendio epocale che sta devastando la Russia, e a fare terra bruciata intorno ai reattori con enorme dispendio di forze (e di ansie). Le centrali insomma sono sicure: sono gli uomini ad essere a rischio.Come se non bastasse, il pericolo maggiore non è neppure l'estendersi degli incendi. Lo dice la stessaOpen Joint Stock Company«Concern for Production of Electric and Thermal Energy at Nuclear Power Plants» («Rosenergoatom» Concern OJSC), la compagnia russa responsabile non solo della sicurezza dei reattori e dei livelli di radiazione, ma anche della produzione e della vendita dell'energia elettrica di10 centrali nucleari, per una capacità totale di23.242 MW. Inuna nota del due agosto scorso, il gestore russo afferma che i pericoli arrivano dall'interruzione delle linee di approvvigionamento elettrico delle centrali. I danneggiamenti a cavi e tralicci inflitti dalle fiamme mettono infatti a rischio l'alimentazione dei sistemi delle centrali, che non possono sempre fare affidamento sul fatto che i generatori di emergenza si attivino in corrispondenza di ogni black-out.
Andrei Ozharovsky- fisico nucleare laureatosi a Mosca, ecologista e scienziato rispettato e riconosciuto anche dalla stessa Rosenergoatom - rincara la dose.
« Le interruzioni nell'approvvigionamento elettrico e i guasti al trasformatore causano l'arresto di emergenza del reattore. Per un reattore, ogni regime di transizione è molto pericoloso, perché può portare a situazioni imprevedibili. E' esattamente ciò che successe a Chernobyl quando, dopo numerosi tentativi di accendere e spegnere il reattore, questo finì fuori controllo. »
Fonti interne alla Rosenergoatom hanno confessato alsito web russo Bellonache, nonostante le rassicurazioni ufficiali, ulteriori arresti di emergenza potrebbero verificarsi nelle centrali nucleari di Kalinin, Balakovo, Novovoronezh e Rostov. Le riserve dalle quali viene prelevata l'acqua per isistemi di raffreddamentodelle quattro centrali si stanno riscaldando progressivamente, con temperature che raggiungono i30 gradiCelsius, cosa che può causare problemi ai reattori. “Se la temperatura dell'acqua si innalza di altri due gradi, dovremo arrestare le centrali", è la fosca previsione del gestore russo.
Non solo, riprende Ozharovsky, i reattori dipendono fortemente anche dallivello delle acquenei laghi e nei fiumi dai quali si approvvigionano, e periodi prolungati dicaldo torridocome questo, che da settimane soffoca la Russia Centrale con temperature al di sopra dei 40 gradi, abbassano l'asticella in maniera critica. Tra l'altro, la dominanza delle quote derivanti da fonti nucleari sul mix energetico russo rende estremamente pericoloso il fermo degli impianti, che oltretutto in situazioni di emergenza economica come questa, a causa del dilagare degli incendi, non potrebbero essere sostituiti da fonti energetiche di altra natura e lascerebbero così vaste aree dell'ex Unione Sovietica letteralmente al buio.
Intanto, nuovi pericolosissimi incendi si sono sprigionati vicino all' All-Russian Research Institute of Experimental Physics, una struttura di ricerca nucleare che si erge a Sarov, nella regione di Nizhny Novgorod. Ed è proprio a Sarov che sono stati dispiegati molti mezzi militari, insieme a un centinaio di veicoli di varia natura, come treni e aerei anti-incendio, dopo che il 2 agosto violenti roghi hanno assediato il pianoterra del centro di ricerca che ospita alcuni reattori nucleari in un'area militare segreta adibita ad operazioni di ricerca e sviluppo. Inconvenienti talmente trascurabili da avere richiesto l'immediata presenza del numero uno di Rosatom, la corporation nucleare di stato russa, Sergei Kiriyenko, che è subito accorso sul luogo.
Andrei Ozharovsky ricorda come ilfattore di efficienzadi una centrale nucleare non superi il33%, ragion per cui idue terzidel calore prodotto dagli impianti deve giocoforza essere assorbito dall'ambiente circostante, il chè rappresenta un'impresa ardua in condizioni di calura estrema come quelle attuali. Già nel 2006, in condizioni climatiche simili, numerosi reattori europei e statunitensi erano stati spenti, mentre la produzione energetica di molti altri era stata notevolmente ridotta. La Francia, in quella stessa estate, dovette importare2.000 megawattsal giorno per affrontare la crisi. Molti sono i paesi ad avere introdotto o adeguato norme chiare circa la temperatura massima consentita alla quale le acque di raffreddamento utilizzate dalle centrali nucleari possono essere scaricate, per evitare ultioriori rischi di tipo ambientale.
SecondoEcodefense!, gruppo ecologista russo, i piani di costruzione di nuovi impianti porteranno la Russia verso l'instabilità energetica e verso nuovi incidenti, i quali si intensificheranno, dato che le condizioni climatiche estreme sono attese con sempre maggiore frequenza. Appare ovvio, secondoEcodefense!, che in epoca di importanti cambiamenti climatici, la produzione di energia deve fondarsi sufonti rinnovabili, che stanno diventando sempre più economiche e soprattutto sono sicure per le persone e per l'ambiente.
« Il governo russo si sta condannando con le sue stesse mani. E' solo questione di tempo prima che le correlazioni antropologiche con le mutazioni climatiche vengano provate definitivamente. Più il tempo passa senza che vengano prese le necessarie misure, più saranno ingenti le perdite economiche che dovrà affrontare », sostiene Vladimir Slivyak, co-responsabile diEcoDefense!
Nel clima generale di garanzia verso lalibertà di espressioneche ormai accomuna sempre di più il nostro paese all'est europeo, meno di un anno fa Andrei Ozharovsky era statoarrestatoad Astraviec, in Bielorussia, mentre faceva ingresso nel cinema dove si teneva un dibattito sul rapporto preliminare delle valutazioni di impatto ambientale delle centrali nucleari bielorusse, nel corso del quale era stato invitato a parlare. Il suo speech era il terzo in scaletta. Andreifu avvicinato nella hallda militari bielorussi in abiti civili che gli piegarono il braccio dietro la schiena e lo costrinsero a entrare in una macchina, e dovette scontare7 giorni di galera, nonostante fosse atteso ad una conferenza a Stoccolma.
I media russi lo definirono come unteppista, ma è difficile immaginare uno scienziato, ex esperto delle Nazioni Unite, con due figli, che si comporta male in uno stato confinante, nella hall di un teatro dove si tiene un evento pubblico nel quale è stato espressamente invitato in qualità di oratore. Ma si sa: paese che vai, repressione del dissensoche trovi.
Se le centrali nucleari sonosicureper chi le costruisce, disicuronon lo sono per chi le contesta.
Russia - Sei incendi domati in zona a rischio radioattività.
Mosca, 12 ago. 2010 (Fonte: ApCom.it) - Sono almeno sei gli incendi boschivi individuati ed estinti questa settimana nella regione di Bryansk, che si trova nella parte della Russia dove alcuni esperti hanno denunciato un "rischio radioattivo". Lo ha annunciato il ministero delle Situazioni di Emergenza di Mosca. Nell'ovest della Russia, infatti, i roghi stanno minacciando di propagare le particelle radioattive retaggio del disastro nucleare di Chernobyl nel 1986: le autorità hanno potenziato i pattugliamenti nei boschi per impedire alle fiamme di raggiungere le aree contaminate. La regione di Bryansk è la parte della Russia che ha sofferto di più quando (il 26 aprile 1986) il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl esplose durante un test espellendo nuvole radioattive sulla parte occidentale dell'Unione sovietica e sul nord Europa. Ambientalisti ed esperti forestali hanno avvertito che la polvere radioattiva potrebbe essere pericolosa, anche se le quantità sarebbero probabilmente contenute. Il ministero aveva inoltre segnalato incendi boschivi sporadici la scorsa settimana ma ha chiarito che sono stati tutti domati.
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