La polizia si affida a Facebook? Succede a Hannover, in Germania, dove le forze dell'ordine usano il social network per risolvere crimini. Finora sono state arrestate 8 persone, ma la privacy č a rischio.
Nel vecchio West si appendevano davanti al saloon i manifesti di brutti ceffi con su scritto: “Wanted”. Oggi, in Germania, alla polizia basta scrivere un post su Facebook per mobilitare centinaia di migliaia di informatori pronti a dare una mano nelle indagini. Infatti, nella città di Hannover questo esperimento di crowd-investigation ha già portato all'arresto di 8 malviventi. Ma, come spiega The Next Web, la decisione di trasferire la caccia all'uomo sui social network potrebbe avere alcuni lati negativi.
La cittadina tedesca, che conta circa 500mila abitanti, ha dato il via a questo progetto nel marzo 2011. Da quel giorno, la pagina Facebook del commissariato tedesco ha raggiunto quasi 100mila fan, la maggior parte dei quali (il 70%) ha meno di 35 anni. Un esercito di informatori via Web che segue le segnalazioni da parte delle autorità.
Infatti, in Germania la polizia ricorre alle indagini pubbliche quando ha la necessità di individuare una persona che abbia compiuto un crimine grave. Si parla di rapine, danni alla persona, abuso sessuale e incendio doloso: tutti casi in cui le autorità possono diffondere informazioni sui principali sospettati e sperare in una segnalazione che faccia scattare le manette.
Ma l'authority per la protezione della privacy della Bassa Sassonia non ha visto di buon occhio l'iniziativa del commissariato di Hannover, e lo scorso gennaio ha ordinato di sospendere il servizio per due settimane. La ragione ufficiale è che le informazioni su un'indagine di polizia – anche se pubblica – non possono essere diffuse su Facebook, perché i server del social network risiedono in territorio straniero.
Nonostante la batosta, il segretario degli Interni Uwe Schünemann è intervenuto di persona per sistemare la cosa. La soluzione? Le informazioni protette dalla legge tedesca rimangono nei computer del commissariato di Hannover, e sui server di Menlo Park vanno a finire solo dei pratici link postati sulla pagina Facebook. Davvero machiavellico.
La soluzione di Schünemann ha fatto un favore non solo ai 100mila fan del commissariato di Hannover, ma anche al resto delle autorità tedesche. Molte altre città stanno pensando di adottare lo stesso modello, e presto la caccia all'uomo su Facebook potrebbe estendersi a tutto il paese. Eppure, l'idea di dare in pasto alle fauci del social network l' identikit di un presunto criminale non entusiasma più di tanto.
Di fatto, potrebbe bastare un semplice errore di persona per rovinare la vita a qualcuno o esporlo a un linciaggio. Inoltre, Facebook è popolato da una grande quantità di troll pronti a spammare alla prima occasione. Lo dimostra il fatto che il commissariato di Hannover ha dovuto cancellare più di 500 post e bannare 100 utenti che avevano ironizzato su un caso di omicidio.
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