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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 08/03/2012

Per difendere la libertà di espressione in Rete non basta condividere un video, firmare una petizione o piazzare una decina di pollici alzati su alcuni status di Facebook. Non è nemmeno sufficiente aderire a un blackout trasversale oscurando il proprio sito per consapevolizzare la gente sui rischi che un controllo verticale della condivisione in Internet implicherebbe. Per difendere veramente la libertà di espressione in Rete bisogna tenere gli occhi costantemente aperti, e accettare che anche dopo aver incassato una (mezza) vittoria come quella che il Web ha portato a casa nella lotta contro Sopa e Pipa, si debba tornare subito ad appuntire le frecce per fronteggiare un'altra. E tra chi vuole battaglia c'è in prima fila il gruppo di cyberattivisti Anonymous.

Perché il fatto è che questa minaccia esisterebbe già, si chiama Acta (acronimo di Anti-Counterfeit Trade Agreement) e ha ricevuto oggi il via libera dell’Unione Europea. Sulla carta, si tratta di un Accordo Commerciale Anti-Contraffazione volto a introdurre misure internazionali comuni contro la contraffazione di beni di lusso e di prodotti coperti da diritti di proprietà intellettuale come farmaci e sementi. Da ieri, i cittadini polacchi hanno scatenato le proteste contro l’annunciata intenzione del governo di firmare l’accordo internazionale. Ma la promulgazione dell’accordo è già in una fase estremamente avanzata, tra i paesi che l’hanno siglato figurano: Stati Uniti, Corea, Marocco, Singapore, Giappone, Canada e Nuova Zelanda. Si attendono invece le firme di Svizzera, Messico. E ora si è espressa positivamente anche l' Unione Europea. Finora ci si basava sui singoli stati - oggi la Polonia metterà la propria firma in calce all'accordo, ma gli altri paesi ancora non si sono espressi. Per essere ratificato, l'accordo deve passare al vaglio del Parlamento Europeo, stimato entro il 2013.

Qualcuno di voi se lo starà chiedendo: da dove spunta ora questa fregatura? Com’è possibile che, in questi ultimi mesi di battage mediatico su proprietà intellettuale e libera condivisione, non si sia mai (o quasi) sentito parlare di Acta? La domanda è meno ingenua di quanto potrebbe sembrare, dal momento che le trattative che hanno portato alla stesura di Acta sono in corso dal 2007 e fino a poco tempo fa sono state mantenute in totale segreto.

Cos’è in realtà Acta:
Ma insomma cosa c’entrano i beni contraffatti con la protezione del copyright in Rete? Stando all’ articolo 23 di Acta c’entrano eccome, dal momento che un prodotto contraffatto (un paio di scarpe di marca taroccate, per esempio) viene equiparato a un contenuto piratato.

Oltre a stabilire una serie di linee guida sulle misure da adottare contro la contraffazione di beni coperti da copyright, Acta si concentra nello specifico sull’introduzione di misure e sanzioni contro quegli Internet Service Provider che ospitino materiale coperto da copyright e che in qualsiasi modo favoriscano (questo il termine utilizzato) la pirateria su scala commerciale. Secondo i maggiori critici dell’accordo, i termini che abbiamo evidenziato in corsivo sarebbero sufficientemente ambigui da permettere di applicare sanzioni penali verso qualunque sito che non solo metta a disposizione materiale piratato ma anche solo che introduca link che conducoano a contenuti illeciti. Per siti come YouTube, Facebook e Google, questo significherebbe essere obbligati a controllare nel dettaglio qualsiasi tipo di contenuto condiviso (fosse anche un video in cui in sottofondo ci sono venti secondi di una hit coperta da copyright) e a evitare preventivamente che sulle loro pagine venga introdotto materiale piratato. In poche parole: significherebbe la fine della condivisione in Rete e quindi del Web 2.0 come lo conosciamo. Č anche utile prestare attenzione alle parole “ su scala commerciale”, l’accordo non parla in fatti di profitto o di intento commerciale, ma allarga il campo anche alla condivisione gratuita di contenuti tra utenti, equiparandola alla contraffazione.

Perchè è più pericoloso di Sopa:
Per la sua natura, innanzitutto. Se Sopa era una proposta di legge al vaglio del Congresso Americano, Acta si presenta come un accordo commerciale tra nazioni, proponendo una serie di misure che avrebbero validità a prescindere dalle leggi vigenti nei singoli paesi. Inoltre, non trattandosi di una proposta di legge, Acta ha davanti a sé un iter di approvazione molto meno accidentato, basti considerare che diverse nazioni hanno già posto la propria firma in calce ad esso senza dover presentare (per ora) l’accordo al vaglio dei rispettivi parlamenti. Oltre a ciò, Acta è il frutto di contrattazioni rimaste segrete, che hanno coinvolto 40 diversi paesi, associazioni come la Riaa e multinazionali del calibro di Walt Disney, Sony, Intel, Verizon, e da compagnie che nulla hanno a che fare con la Rete (ma con farmaci e prodotti agrobiologici sì) come Monsanto, Pfizer e GlaxoSmithKline.  Come abbiamo detto in precedenza, lo sviluppo di Acta è già in fase avanzata, e per via della sua iniziale segretezza non si è ancora formato un movimento di opposizione sufficientemente forte e trasversale.

Cosa si può fare per contrastare Acta:
Il collettivo di hacktivisti Anonymous si è preso una pausa dalla rappresaglia contro la chiusura di Megaupload per annunciare l’avvio di una campagnia di opposizione ad Acta:

Ma il fronte di opposizione si va allargando ogni giorno di più. Tra le voci più forti si contano, oltre ad Anonymous, anche Reporter Senza Frontiere, il Pirate Party, diversi membri del Parlamento Europeo e, in particolare, l’associazione La Quadrature Du Net, che sta portando avanti un’opera di informazione sorprendente al riguardo. Quello che gli utenti possono fare per arginare Acta è innanzitutto informarsi e informare, seguire da vicino l’evolversi dell’iter di approvazione e, volendo, aggiungere firme alla petizione online (male non fa). Mi rendo conto che, arrivati in fondo a questo articolo, si può avere l’impressione che siano già passati mesi dal blackout della Rete, dal momento che la guerra sembra tutt’altro che vinta. Il problema di fondo è sempre lo stesso, le proposte di legge come Sopa e gli accordi plurilaterali come Acta pretendono di ignorare la diffusione del concetto di libera condivisione dei contenuti, per far prevalere una visione dicotomica della proprietà intellettuale. O un contenuto creativo è stato pagato, oppure la sua fruizione è automaticamente illecita. In questa dicotomia non c’è spazio per la produzione e la condivisione di contenuti amatoriali, né tantomeno per la rielaborazione e diffusione di contenuti già esistenti. Questo porta a pensare che dietro a questi tentati blitz legislativi ci sia anche l’intenzione di riportare indietro le lancette al Web 1.0, quando il passaggio da utente-consumatore a utente-produttore di contenuti non era ancora stato completato. A questo proposito, c’è chi come Clay Shirky è convinto che Sopa e Pipa facciano leva sul problema della pirateria per mettere le ganasce allo sviluppo del Web 2.0, dal momento che è molto più difficile spremere guadagni da un pubblico di produttori e condivisori che da un tradizionale pubblico di consumatori.

Come abbiamo già detto a proposito di Sopa, non ha senso sbarazzarsi delle erbacce radendo al suolo un’intera foresta. Significherebbe impoverire la Rete, la diffusione della cultura nel Web, segare le gambe a nuove forme di espressione e, in ultima battuta, tagliare fuori ogni possibile soluzione alternativa che permetterebbe di preservare la libertà della Rete senza necessariamente eliminare il concetto di copyright.

Fonte: Wired.it

 

Osteoartrita este o afectiune a articulatiilor, pe cât de raspândita, pe atât de putin înteleasa.

Geneticienii de la University of Southern Denmark au descoperit, în celulele prelevate din articulatiile genunchilor a trei femei suferind de osteroartrita, cromozomi ale caror capete, denumite telomere, sunt mult mai scurte decât ar fi normal. În portiunile cele mai afectate ale articulatiilor se gaseau cele mai scurte telomere.

Care este cauza osteoartritei? Specialiştii sunt pe cale să afle

Procesul normal de îmbatrânire duce la scurtarea telomerelor, dar un rol important îl are si stresul oxidativ, produs de radicalii liberi.

Acestia se formeaza în cursul proceselor biologice normale din organism, dar si datorita unor factori externi precum fumatul, consumul de alcool si expunerea la radiatii ultraviolete.

Descoperirea sugereaza ca lungimea acestor portiuni de ADN, care au rolul de a proteja cromozomii în portiunile cele mai vulnerabile, are o importanta esentiala în dezvoltarea maladiei si deschide drumul spre identificare unor tratamente eficiente.

Osteoartrita este cea mai comuna forma de artrita; ea duce la întepeneala si dureri ale articulatiilor, în special ale mâinilor, soldurilor si genunchilor.

Boala apare, în general, dupa vârsta de 50 de ani si, în prezent, nu poate fi vindecata; exista doar tratamente care pot ameliora simptomele cele mai suparatoare.

Sursa: Mail Online - via descopera.ro

 

A child, for example, may not initially recognize a cow in a picture-book after seeing the live animal on a farm and being told its label. In fact, a child may mistake a cow for a horse. After all, both animals have four legs.

Applying that principle of human learning to artificial neural networks, or machines, is the domain of Geoffrey Hinton, a professor of computer science at the University of Toronto and a fellow of the Canadian Institute for Advanced Research. A pioneer of artificial intelligence and neural networks, Hinton is an expert on machine learning and has also made major contributions to the fields of cognitive psychology and neuroscience. In recognition of those achievements, he was awarded the 2011 Gerhard Herzberg Canada Gold Medal for Science and Engineering from the Natural Sciences and Engineering Research Council of Canada (NSERC). The country’s highest prize for science and engineering, the honour celebrates Canada’s top researchers.

Each year, the winner of the NSERC Herzberg Gold Medal delivers a lecture about his or her research. Sponsored by NSERC and the Royal Canadian Institute for the Advancement of Science, the public lecture was hosted by Ryerson earlier this month.

During Hinton’s presentation, entitled “How does the brain recognize shapes?”, he described how computers can learn in similar ways to the human brain and respond intelligently to the intricacies of the real world. To be certain, simulating the brain’s computing abilities is no easy feat. Just consider what the human brain can do, from identifying patterns and making predictions to learning from examples and using big-picture thinking.

Teaching machines to automatically perform these high-level processes has many applications in our data-intensive world. Among them, facial recognition capabilities, quality control systems, making medical diagnoses and conducting financial forecasting. Hinton and his collaborators have developed algorithms used in applications such as creating better systems for voice recognition, automatically reading bank cheques and monitoring industrial plants for improved safety.

In his lecture at Ryerson, Hinton first showed how machines can be trained to recognize handwritten numbers that are very distorted. From there, he demonstrated how computers can predict the next character in a line of Wikipedia text or create an animated model of human movement.

Hinton also explored how machines can be taught to recognize increasingly complex shapes, including those that may vary widely. Indeed, his team has developed a program that can identify a thousand different types of objects in photographs. The computer provides several guesses about the nature of an object, and the correct answer is usually within its top five guesses.

The computer’s first guess is often incorrect. But, Hinton notes, even its wrong answers are still plausible. For example, a mound of cashews was determined by the computer to be lentils, chickpeas or beans. In addition, a quail was mistakenly identified as an otter – a reasonable error, says Hinton. The bird in the photo has a sleek coat that resembles wet fur.

“I’m an apologist for neural networks,” he joked.

Hinton’s research is supported by the Natural Sciences and Engineering Research Council of Canada, the Canadian Institute for Advanced Research, the Canadian Foundation for Innovation and gifts from Google and Microsoft.

Provided by Ryerson University

Source: PhysOrg via ZeitNews.org

 

Fotografie del 08/03/2012

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Now Colorado is one love, I'm already packing suitcases;)
14/01/2018 @ 16:07:36
By Napasechnik
Nice read, I just passed this onto a friend who was doing some research on that. And he just bought me lunch since I found it for him smile So let me rephrase that Thank you for lunch! Whenever you ha...
21/11/2016 @ 09:41:39
By Anonimo
I am not sure where you are getting your info, but great topic. I needs to spend some time learning much more or understanding more. Thanks for fantastic information I was looking for this info for my...
21/11/2016 @ 09:40:41
By Anonimo


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