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Le prime immagini via radio. 89 anni fa, Charles Francis Jenkins mostra come una foto possa essere inviata wireless. Per cosa? Inizialmente delle carte meteorologiche.
By Admin (from 04/12/2011 @ 08:09:25, in it - Scienze e Societa, read 2684 times)

3 ottobre 2011: qualcuno passa per il 1519 Connecticut Avenue, a Washington D.C., scatta una foto con lo smartphone e la invia online direttamente alla stampante wireless di un amico che si trova ad Anacostia, a una dozzina di chilometri di distanza. La macchina si attiva ed ecco l’immagine in Hd. Tempo totale: una manciata di secondi.

Ora torniamo indietro, esattamente a 89 anni fa. 3 ottobre 1922: qualcuno è seduto davanti al proprio telefono, al 1519 Connecticut Avenue di Washington D.C; sceglie una delle bellissime fotografie (in bianco e nero, ovviamente) che ha davanti a sé, e la manda via fax alla Navy Radio Station, (Nof) di Anacostia. Lì, gli ufficiali della Marina statunitense ricevono e ritrasmettono via radio i segnali. Questi vengono captati al 5502 Sixteenth Street N.W. (sempre a Washington), e vengono registrati su una lastra fotografica. Tempo totale: un po’ di più di una manciata di secondi. Ma che importa, da quel momento le immagini potevano viaggiare nell’etere: stavano per arrivare i radiofax (cliccare qui per sentirne il tipico suono).

Charles Francis Jenkins La master copy nello scanner Il radio facsimile riceve

Il qualcuno del 2011 potrebbe essere ognuno di noi, quello del 1922, invece, non poteva che essere Charles Francis Jenkins, tra i pionieri della trasmissione radio di immagini nonché della televisione (fondò la prima stazione americana, la W3XK). Quella di cui abbiamo parlato è in effetti una delle prime (sebbene non la prima) trasmissioni wireless di un’immagine. E, in ogni caso, la prima dimostrazione ufficiale negli Stati Uniti.

Non si trovano molti documenti che testimonino questo evento in giro per la Rete, ma uno basta e avanza: il libro Vision By Radio, radio Photographs, Radio Photograms, scritto dalla mano dello stesso Jenkins, nel 1925. Il testo si apre in un modo che ricorda i comunicati stampa di una qualche azienda hi-tech di oggi: “ Il rapido sviluppo di macchine per la trasmissione delle fotografie via filo e via radio è adesso molto atteso, perché il pubblico è pronto”. 

“L’autore - prosegue il libro, in cui si parla in terza persona - si aspetta di vedere molto presto i radioamatori utilizzare flash di luce e penne elettroniche al posto delle cuffie”. Jenkins era infatti convinto che l’applicazione di numerose idee per il controllo della luce a distanza fosse imminente nell’elettronica, motivo per cui scriveva quel testo: per aiutare gli ingegneri a sviluppare in fretta i migliori congegni.

Così è stato, e anche il radiofax (o Hf Fax, o radio facsimile, o weatherfax) conobbe il suo momento di gloria. A sfruttarlo, però, è stata soprattutto la Marina militare e gli istituti meteorologici: le frequenze radio sono infatti state usate soprattutto per inviare e ricevere le carte del tempo e delle previsioni. La prima trasmissione di una carta meteorologica è del 1926, inviata da Jenkins agli ufficiali Navy.

Fonte: daily.wired.it