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Investimenti alternativi? In Spagna hanno pensato alla cannabis. Tutto normale se non fosse che la coltivazione decisa č quella di marijuana, con un ritorno previsto di 1,336 milioni di euro in due anni.
By Admin (from 05/03/2012 @ 09:03:27, in it - Osservatorio Globale, read 2517 times)

Non più braccia rubate all'agricoltura. Beh, quasi. Per rivalutare i terreni, richiamare i giovani da zone di emigrazione e non disperdere la coltivazione secolare degli ulivi, gli abitanti di Rasquera, hanno deciso di affittare alcuni appezzamenti di terreno per la coltivazione della cannabis il cui consumo personale, in Spagna è considerato legale.

In tempo di crisi ogni soluzione può essere buona per fare cassa o alimentare un sistema economico in difficoltà. La novità, se così si può chiamare, arriva dalla Spagna, per la precisione a Rasquera, neanche 900 abitanti nella provincia di Terragona, dove il Consiglio Comunale ha deciso la destinazione di alcuni terreni. Tutto normale se non fosse che la coltivazione decisa è quella di marijuana, con un ritorno previsto di 1,336 milioni di euro in due anni.

La volontà della giunta di sinistra sarebbe quella di fronteggiare la crisi (e in questo ci sono roiusciti visto che almeno quaranta persone avranno da lavorare) affiancando alla produzione di ulivi, quella di piante alternative. In tutti i sensi.

Con un debito di 1,3 milioni di euro non bisogna andare troppo per il sottile e allora ci si risolve ad accettare l'offerta di nuovi partner. In questo caso quella arrivata dall' Asociacion Barcelonesa Cannabica de Autoconsumo (Abcda), un club «con fini ludico-terapeutici» con 5mila soci, creato per gestire il consumo individuale di cannabis che, in Spagna è consentito.

In cifre la Abcda offrirebbe al comune 36 mila euro per l'autorizzazione alla coltivazione non lucrativa della pianta e 550 mila euro annui per la gestione dei terreni. Per la serie: fare di necessità virtù.

Fonte: trend-online.com - Autore: ROSSANA PREZIOSO