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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 01/11/2010 @ 13:00:59, in it - Scienze e Societa, read 3802 times)

Chissà come si sente il Lago di Como, mentre riflette l’immagine incantevole di Cernobbio con alle spalle il Monte Bisbino: impossibile non rendersi conto di quanto questo panorama sia perfetto, quasi surreale, degno di una tela a olio o di una scenografia teatrale. Cernobbio, in dialetto comasco Cernobi, è un villaggio di circa 7 mila abitanti nella provincia di Como, in Lombardia, affacciato al corso argentino del Lario e distribuito su un territorio irregolare, increspato di rilievi e montagne dal fascino sublime.

Insignito del titolo di città soltanto nel 2005, il paese è da tempo una delle località più amate della zona, tra le perle più belle che agghindano il lago. Oltre all’arte della filatura della seta, infatti, la cittadina può contare su un turismo fiorente, incrementato non solo dalle meraviglie paesaggistiche, ma anche da alcune testimonianze storico-artistiche interessanti. Il borgo vanta infatti origini molto antiche, e una storia ricca che ha disseminato qua e là tracce e indizi appassionanti. Divenuto libero comune soltanto nel XIII secolo, Cernobbio riscosse molto successo nel XVI secolo tra i nobili signori lombardi, che lo scelsero come meta vacanziera e vi fecero costruire le loro ville lussuose, rigorosamente affacciate sulle acque del lago e circondate da giardini fiabeschi.

Tra queste si distingue la Villa d’Este, attualmente utilizzata come hotel di grande prestigio. Realizzata nel XVI secolo da Pellegrino Tibaldi, la nobile dimora conserva un’eleganza impeccabile e un valore artistico notevole, nonostante l’uso turistico. Il fiore all’occhiello è il bellissimo giardino vicino all’acqua, dominato da una quercia anziana di oltre 500 anni, ma anche l’interno non delude le aspettative: una nutrita rassegna di opere d’arte fa bella mostra di sé nelle ampie sale, affrescate dalla mano fine di Andrea Appiani, pittore ufficiale al servizio di Napoleone in Italia. Subito dopo, in ordine di splendore, viene Villa Erba: l’edificio nacque nel XVI secolo come monastero femminile, ma nel corso dell’Ottocento raffinate opere di restauro lo modificarono secondo il gusto dell’epoca. Oggi è un importante centro congressi, dall’aria seria e raffinata, abbracciata dal parco lambito dal lago. Infine, merita una visita la bella Villa Bernasconi: utilizzata come centro espositivo e galleria, la villa è un grazioso esempio di architettura e decorazioni liberty.

Ma la ricchezza di Cernobbio non si conclude con le dimore eleganti dei signori lombardi: degna di nota è anche la Chiesa di San Vincenzo, realizzata nel XVIII secolo e modificata verso la fine dell’Ottocento, custode di un prezioso altare barocco. Per chi non vuole rinunciare a qualche escursione naturalistica, infine, vale la pena di avventurarsi lungo la strada panoramica che conduce alla vetta del Monte Bissino: l’esperienza è davvero spettacolare, e offre una veduta unica sul Lago di Como. Il percorso è di circa 17 km, e lungo la strada si incontrano il Buco della Volpe, grande grotta con laghetti e corsi d’acqua sotterranei, e la Zocca d’Ass sotto l’Alpe di Garzegallo. Conquistata la cima, poi, si viene accolti dalla grazia solenne del Santuario della Beata Vergine.

In un piccolo paradiso come Cernobbio, dove la natura ha dato il meglio di sé e la cultura e l’arte convivono a stretto contatto, non esiste una stagione o un periodo dell’anno in cui l’atmosfera non sia affascinante. Il borgo è sempre vivo e accogliente, in ogni momento: chi decide di fare una gita invernale, e arriva in paese nel mese di dicembre, troverà le luci, i profumi e i sapori delle bancarelle nel Mercatino di Natale tradizionale. A giugno, invece, sembrerà di fare un viaggio indietro nel tempo: in questo periodo si svolge infatti la cena a tema “Tra Medioevo e Rinascimento”, nella splendida piazza in riva al lago, col le ricette dei migliori chef del posto riadattate in chiave storica. Lo spettacolo degli sbandieratori, le letture poetiche e le conferenze sulla gastronomia medievale e rinascimentale completano l’aria suggestiva della festa.

Perché l’atmosfera del Natale sia davvero magica, e la bella stagione possa far risplendere la natura al meglio, a Cernobbio non poteva mancare un clima freddo d’inverno e fresco d’estate: le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima media di -2°C a una massima di 6°C, mentre in agosto si passa dai 15°C ai 27°C. Per quanto riguarda le piogge il periodo invernale è piuttosto secco, e predilige piuttosto le nevicate pittoresche; al contrario il mese più piovoso è maggio, con una media di 13 giorni di pioggia sul totale, ma si tratta spesso di fugaci temporali primaverili.

Per raggiungere Cernobbio si può scegliere tra diverse soluzioni. Per chi viaggia in auto, il paese si trova a 5 km dal centro di Como. Venendo da Milano si imbocca l’Autostrada A9 Como-Chiasso, si prende l’uscita Como Nord e si continua sulla Statale Regina: il primo borgo che si incontra è proprio Cernobbio. Chi usa il treno deve scendere alla stazione di Como San Giovanni e servirsi degli autobus della linea 6 per raggiungere Cernobbio, mentre chi preferisce l’aereo può atterrare a Milano Malpensa, Linate o Orio al Serio. Una volta atterrati conviene dirigersi verso il centro di Milano e prendere il treno per Como.

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 02/11/2010 @ 13:00:32, in it - Scienze e Societa, read 2704 times)

Il Comune di Aldino (Aldein) è noto per formare un piccolo ma interessante comprensorio sciistico assieme alla frazione di Redagno da cui si arriva agli impianti ubicati sul vicino Passo Oclini, non distante dal San Lugano, a circa metà strada tra Ora e Cavalese. E' nota per la presenza di un grande spaccatura rocciosa, il canyon di Bletterbach, una delle gole più belle d'Europa.

Aldino è però anche una cittadina che possiede una lunga storia, dato che la sua chiesa vine menzionata nelle cronache a partire dal '300. Posto in una zona al confine tra Tentino e Alto Adige, la località ha subito i “traumi” della Grande Guerra tanto che nel 1928 era stata ribattezzata con il nome di Valdagno di Trento, ma poi il suo nome è ritornato al primitivoAldino, probabilmente legato al nome germanico di Aldius.

Uno dei vantaggi di una vacanza ad Aldino è sicuramente la facilità con cui si arriva ai 1.225 m di quota del villaggio: come direttrice si impiega l'Autostrada del Brennero A22, con uscita a Egna-Ora, la classica porta di accesso alle Dolomiti. Da qui si imbocca la Statale 48 in direzione del Passo San Lugano. Circa a metà salita si devia sulla sinistra sulla SP 72 (in corrispondenza di Eich) e proseguendo in pochi minuti si arriva ad Aldino in poco più di un quarto d'ora di tempo dal casello autostradale.

Da Aldino si può salire al Passo Oclini (quota 2.000 m) in tedesco Jochgrimm, che si trova poco distante dal Passo di Lavazè. La salita è resa più lunga dalla presenza del canyon del Bletterbach che costringe di recarsi a Redagno, e quindi scendendo un poco per poi risalire verso il passo. Qui vi aspettano due seggiovie, una che sale al Corno Bianco, ed un altra che serve le piste della Cima Rocca. Dal Corno bianco scendono due piste rosse, mentre sulla Cima Rocca si può scegliere tra un trittico di piste, una rossa e due blu, queste ultime servite anche da due skilift. Per i principianti si possono trovare piste facili anche a Monte S. Pietro e Nova Ponente, con due skilift complessivi. Per chi ama lo sci di fondo ci sono qui alcuni analli, mentre maggiori possibilità si trovano sempre al Passo Oclini con percorsi che si congiungono agli anelli del Passo Lavazè.

Il villaggio non è molto esteso, conta una popolazione di poco meno di 1700 abitanti. E' però un paesino ordinato, piacevole da camminare e reso ancora più suggestivo per la presenza del Corno Bianco e del Corno Nero con i loro inconfondibili profili sullo sfondo. Il monumento più interessante di Aldino è la chiesa di St. Jackobus. Da visitare troviamo il Museo rurale con arte villica e sacrale, un museo geologico in cui viene spiegata la geologia del rio Bletterbach. In direzione di Nova Ponente troviamo il celebre Santuario di Pietralba (Weissenstein), posto a 1520 m di quota in splendida posizione: da qui e specialmente salendo all'adiacento eremo di San Leonardo, si gode di un notevole panorama sulle dolomiti, ed in particolare delle montagne del Catinaccio, la Marmolada e il massiccio del Latemar. Nella zona di Aldino si trovano alcuni antichi mulini, restaurati.

Nei dintorni sicuramente merita un visita Redagno. Non c'è un accesso diretto tra le due località, seppur si vedano e distino solamente un paio di km: in mezzo scorre il fiume Bletterbach, dall'alveo piuttosto ripido e profondo, che più a monte si trasforma in un orrido, con rocce verticali a formare uno dei canyon più aspri e suggestivi delle Alpi. Redagno è un grazioso villaggio, ed è famoso per avere ospitato le villeggiature del grande Fisico tedesco Max Planck, il padre della teoria quantistica. Da segnalare la chiesa gotica di S. Wolfgang ed il museo geologico di Redagno che vi darà tutte le informazioni sulla formazione del paesaggio dolomitico. 

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 03/11/2010 @ 13:00:51, in it - Scienze e Societa, read 4291 times)

Il comprensorio di Folgarida e Marilleva si è completato di un nuovo punto d'accesso ai campi da sci. Lungo la val di Sole, a circa metà strada tra Dimaro e Marilleva è ora possibile salire alle piste del comprensorio Skirama e da oggi anche grazie ad un comodo collegamento integrato alla tradizionale linea ferroviaria Trento - Malè che ora arriva fino a Marilleva. Il Dolimiti Express, così il fortunato soprannome della linea ferroviaria, mette la val di Sole all'avanguardia nel panorama europea per un turismo eco sostenibile, rispettoso dell'integrità dell'ambiante.

Daolasa è l'unica località italiana con interscambio diretto tra ferrovia e impianti di risalita. La nuova stazione di Daolasa consente infatti di arrivare comodamente con il treno (il Dolomiti Express) e da qui accedere direttamente all'impianto che conduce alle piste dalla Val Mastellina, che trovandosi a metà strada tra il Monte Vigo e il monte Spolverino è di fatto posizionato al centro del comprensorio sciistico di Folgarida e Marilleva. Posto ideale quindi per le famiglie che si recano in Val di Sole per una settimana bianca.

Per arrivare agli impianti di Daolasa si può scegliere tra automobile e treno.In automobile si deve percorrere la val di Sole da Cles in direzione di Dimaro per poi proseguire verso il Tonale per altr i pochi chilometri fino a Commezzadura e Daolasa.

 

L'idea di arrivare sulle piste utilizzando il trasporto ferroviario è però decisamente più interessante. Evitare le code estenuanti della domenica e stare comodamente seduti ad ammirare il paesaggio della val di Non e della Val di Sole è sicuramente un valore aggiunto per il comprensorio sciistico di Folgarida - Marilleva.
Per questo motivo la stazione di Daolasa si candida a diventare un modello di progresso ecosostenibile, con vantaggi per l'ambiente oltre che per gli appassionati dello sci alpino.

Cosa fare a Daolasa?
Sembra quasi incredibile, ma dall'uscita della stazione ferroviaria in soli 12 minuti di cabinovia vi troverete a 2043 m sul livello del mare pronti a scendere su delle piste perfettamente innevate.
La nuova cabinovia ad ammorsamento automatico “Daolasa-Bassetta del Vigo”, è composta da cabine ciascuna con 8 posti a sedere, suddivisa in due tronchi:
- I° tronco: che parte da quota 814m e arriva a quota 1376m;
- II° tronco: che parte da da quota 1376m e termina a quota 2043m.
La portata oraria dell'impianto è pari a 2400 sciatori/ora
Gli impianti prevedono poi:
- la pista da discesa chiamata “Mastellina” che si snoda tra quota 1850 metri e quota 1376 metri;
- una seggiovia biposto ed un camposcuola al Malghetto di Mastellina, compreso da quota 1376 m a quota 1314 m.

Questa nuova porta di ingresso al comprensorio sciistico Folgarida - Marilleva, consente di poter provare alcune tra le più spettacolari piste del Trentino, in un carosello di piste che grazie allo skipass Skirama consente di aggiungere le discese mozzafiato della celebre Madonna di Campiglio. Da Daolasa il primo tronco di impianti sale al malghetto Mastellina e da qui una seggiovia conduce al rifugio Solander in bella posizione tra i monti Spolverino e Vigo.

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 04/11/2010 @ 11:00:24, in it - Scienze e Societa, read 4709 times)

Salendo verso nord, lungo lo stivale italiano, il clima e il paesaggio cambiano di continuo, ammaliando i visitatori con profumi e colori diversi. Quando si raggiunge l’ambiente alpino si riconoscono i tratti inconfondibili dell’atmosfera montanara: lo stesso accade entrando a Castelrotto, un comune di 6.430 abitanti della Provincia Autonoma di Bolzano, nel cuore del Trentino Alto Adige. Qui, benché il territorio sia ancora italiano, l’’80% della popolazione parla in tedesco, e lo scenario è degno di un villaggio di bambole, a metà strada la realtà e la fiaba.

Corredata di tre frazioni pittoresche, Bulla, Roncadizza e Oltretorrente, Castelrotto è collocata sul versante sinistro della Val Gardena, ed è compresa in parte nel Parco Naturale dello Sciliar. Ad abbracciarla ci sono prati fragranti, boschi profumati di resina, cime maestose e valli ampie, intrise di aria purissima. Benché le case dell’abitato e gli abitanti non siano numerosissimi, l’ampiezza del territorio comunale è sorprendente: si passa da un’altitudine di 499 metri ai 2958 metri del punto più elevato, per una superficie totale di 11.781 ettari, in gran parte occupati dalle splendide Alpi di Siusi.

Lo scorrere delle stagioni è un avvicendarsi incessante di sorprese: come una dama che cambi d’abito volentieri, questa splendida zona del Trentino Alto Adige mostra volti sempre nuovi, che vanno dai verdi lussureggianti della primavera al candore perfetto degli inverni. Proprio l’inverno è il momento preferito dagli sciatori, che possono godere delle numerose piste diCastelrotto e dintorni: i moderni impianti di risalita conducono gli sportivi sulle vette più belle, dinanzi a chilometri incontaminati di tracciati diversi. Si va dallo sci da discesa allo sci di fondo, sino alle attività più divertenti come il pattinaggio e lo slittino. Gli animi romantici apprezzeranno l’escursione sulla slitta trinata dai cavalli, da godere nell’abbraccio avvolgente di una coperta calda.

In estate le sorprese del paesaggio si moltiplicano: il ritiro delle nevi porta alla luce un reticolo infinito di sentieri appassionanti, dai più rilassanti a quelli adrenalinici, dove passeggiare e scattare fotografie spettacolari nei punti panoramici. Tra le gite più amate c’è l’escursione da Castelrotto alle Panche delle Streghe: attraverso prati e pascoli, affrontando un dislivello di circa 1100 metri, si va dal cuore del borgo alla località Bullaccia, dove si possono ammirare le cosiddette panche delle streghe, delle rocce dove le streghe della zona, si racconta, amavano sedere in contemplazione del paesaggio.

Se non vi accontentate di tante meraviglie naturali, e non potete rinunciare a un assaggio di arte e cultura, potete visitare alcuni gioielli disseminati per il centro di Castelrotto. Da vedere le cappelle del Monte Calvario e le rovine del castello Rovereto, oltre al bellissimo Castel Forte. Ma il simbolo indiscusso del borgo è il campanile della chiesa parrocchiale, una torre di ben 82 metri che occupa da tempo il primo posto nella classifica dei campanili più alti della zona. E non è tutto: si dice che le campane in esso contenute siano le più belle di tutta l’Alpe di Siusi. Per assaporare il connubio tra natura e tradizione vale la pena di visitare il maso “Pflegerhof”, dove si pratica l’agricoltura biologica e si coltivano circa 80 tipi diversi di erbe aromatiche e officinali, facilmente raggiungibile dalle rovine del castello Rovereto.

In tema di tradizione e vita contadina non si può dimenticare il tipico “matrimonio del contadino”, un evento storico che si ripete aCastelrotto ogni anno, verso la metà di gennaio. La festa rievoca fedelmente l’antico uso invernale del corteo nuziale, che sfilava sulla neve mediante le slitte trainate dai cavalli: oggi gli sposi, abbigliati con i costumi della tradizione, invitano i partecipanti a un grande banchetto, dove si gustano le delizie gastronomiche locali, in particolare il dolce festivo chiamato “gugelhupf”. Un altro evento da non perdere è il mercatino natalizio, che si svolge per tutto il mese di dicembre nei fine settimana. Ad allietare i partecipanti ci pensano le contadine di Castelrotto, che preparano biscotti prelibati e panpepato, dolcetti natalizi, panforte e krapfen.

Ingrediente indispensabile perché l’atmosfera natalizia sia davvero magica è il clima, che aCastelrotto è caratterizzato da inverni rigidi e nevosi e estati fresche, perfette per le passeggiate lungo i sentieri di montagna. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di -9°C a una massima di 0°C, mentre in luglio, il mese più caldo, si passa dai 9°C ai 21°C. Le precipitazioni si concentrano tra luglio e agosto, quando cadono in media 102-109 mm di pioggia.

Per raggiungere Castelrotto ci sono diverse possibilità. Chi viaggia in auto e viene da nord deve prendere l’autostrada A22 Chiusa-Altipiano dello Sciliar/Alpe di Siusi, poi la SS12 fino a Ponte Gardena e proseguire in direzione Castelrotto per circa 17 km. Chi viene da sud deve prendere la A22 Bolzano nord-Altipiano dello Sciliar/Alpe di Siusi, quindi la SS12 fino a Prato Isarco e continuare in direzione Alpe di Siusi fino alla meta. Ricordate però che la strada per l’Alpe di Siusi, durante la stagione turistica, è chiusa al traffico privato dalle ore 9.00 alle 17.00. Se decidete di viaggiare in treno potete scendere a Bolzano o Bressanone, e proseguire con gli autobus di linea, mentre gli aeroporti più vicini sono quello di Innsbruck, in Austria, a 109 km, e quello di Verona a 180 km.

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 05/11/2010 @ 09:21:52, in it - Scienze e Societa, read 2889 times)

Vi siete mai chiesto qual’è il modo migliore per cancellare le carte di credito, al fine di non essere penalizzati sul vostro credit Score? Ho trovato alcune risorse su un certo numero di siti e qui ho riassunto come farlo passo-passo.

Un credit score(punteggio di una carta di credito) è un’espressione numerica che rappresenta il credito di una determinata persona. Per esempio quando si chiede un prestito per affittare un appartamento, acquistare una casa, un auto, pagare le bollette, etc, le banche o le società di carte di credito verificano la vostra carta di credito, al fine di valutare il potenziale rischio di perdite a causa dell’impossibilità di pagare da parte del cliente.

Image credit: Chelsea Dagger

Per esempio, se il vostro limite di credito è di 10.000$, e il vostro debito di 10.000$, può essere un problema per il vostro credit Score. Il modello FICO, puo’ dirvi come gestire il credito, se volete ulteriori informazioni sui componenti del vostro credit Score, verificate il sito myfico.com.

Una cosa che si potrebbe fare, è quella di distribuire i soldi su più carte di credito. Per esempio, se avete due carte con un limite di 10000$, con una piena, e l’altra vuota, andrebbe a vostro favore trasferire una parte del vostro saldo nella carta vuota in modo da non penalizzare il vostro credit score su una delle due carte di credito.

Perchè Chiudere Una carta Di credito?

La storia o vita di una carta di credito, stabilisce il peso della vostra carta di credito. Se avete più di una carta di credito, e si desidera chiuderne una, è meglio considerare quelle con una breve storia di credito.

Ci sono molti aspetti positivi nel chiudere una inutilizzata carta di credito:

  • Riduce il rischio di furto di identità.
  • Vi impedisce di abusare di entrambe(nel caso ne avete due e una la volete chiudere).
  • Vi permette un maggiore controllo delle vostre finanze.

Che Cosa E’ Necessario Controllare Prima Di Chiudere Una Carta Di Credito?

Se si decide di cancellare una carta di credito, è necessario prendere tempo e essere ben organizzati. Prima di iniziare la cancellazione di una carta, seguite questi semplici consigli:

  • Se avete aperto più di un conto, assicuratevi di chiuderli, una alla volta, e prima di tutto, annullate la carta che ha piu’ tasse da pagare.
  • Come ho detto prima, il cliente dipende dall’età del suo conto. Se si deve scegliere quale carta di credito annullare, annullate le nuove carte prima delle vecchie carte.
  • Tenete le carte di credito che offrono buone offerte.
  • Tenete aperto il conto fino a quando il saldo non è pari a zero.
  • Prima di cancellare un conto, pagate il vostro debito in pieno. Ho letto di creditori che hanno sollevato i tassi di interesse per questa dimenticanza.

Una volta verificati tutti questi semplici punti, si è pronti per iniziare.

Come Chiudere Una Carta Di credito, Passo Dopo Passo.

Per iniziare il processo di chiusura di un conto, è necessario:

1) contattare la vostra banca per annullare il conto. In questa fase è importante che confermiate che il saldo della vostra carta di credito è pari a zero.

2) Inviate una breve lettera di conferma per cancellare la vostra carta di credito alla banca. Essa dovrebbe includere il vostro nome, indirizzo, telefono, numero di carta di credito e numero di conto. Se si desidera un campione del modulo di cancellazione andate sul sito Dolans.com.

3) Siate pazienti. Dopo alcune settimane si dovrebbe ricevere la conferma che la carta è stata annullata.

Raccomandazione: Durante l’intero processo di cancellazione della vostra carta di credito, assicuratevi di mantenere alcune note, per esempio, cosa ha detto la banca e quando.

Per riassumere, credo che ci sia bisogno di cancellare la vostra carta di credito, solo nel caso in cui avete problemi nel pagare tasse eccessive. Mentre, se si pensa che sia importante per voi, allora mantenete aperto il vostro conto.

Fonte: the3dtechnologies.com

 
By Admin (from 05/11/2010 @ 11:00:49, in it - Scienze e Societa, read 3298 times)

In una posizione invidiabile, stretta tra le propaggini meridionali del Gruppo del Brenta, e le valli a nord del Lago di Garda, Comano racchiude in pochi chilometri quadrati tutte le caratteristiche migliori che una località alpina può possedere: paesaggi dolomitici spettacolari a portata di mano, dove compire trekking e passeggiate rilassanti, vallate ricche di storia e cultura in cui cantano torrenti dalle acque limpide, un comprensorio vallivo (le Giudicarie) ricco di incantevoli laghetti e a due passi dal più grande specchio lacustre italiano, la possibilità di sciare nei comprensori di Pinzolo, Molveno-Andalo (Paganella) ed il Monte Bondone, e trascorrere un rilassante periodo di cure termale e cura del proprio benessere presso la struttura delle Terme di Comano.

Per arrivare alle Terme di Comano si possono utilizzare varie direttrici: da Trento si esce a Trento Centro sulla A22 Autostrada del Brennero e si prosegue verso ovest seguendo la SS 45bis fino a Sarche, per poi deviare lungo la SS 237 che porta fino a Comano. Il alternativa si può raggiungere la località provenendo da Riva del Garda, sia seguendo la SS 45 bis per Arco – Trento, sia seguendo il percorso alternativo che passa lungo il lago di Tenno. Oppure seguire la direttrice che proviene dalla sponda occidentale del Lago di Garda, e cioè utilizzare la SS 237 da Salò che si muove in direzione del Lago d’Idro, fino a Tione di Trento e qui dirigersi verso Scenico, oltre il quale si trovano le Terme di Comano.

Il periodo migliore per visitare le Terme di Comano è ovviamente legato al calendario di apertura delle Terme, in genere nel periodo che va Pasqua all’autunno, in pratica da fine marzo ad inizio novembre. Dal punto di vista climatico la località si trova a circa 400 m di altitudine, sul fondovalle del Sarca (l’immissario del Lago di Garda) e gode quindi di un clima tutto sommato mite, caldo in estate ma sempre mitigato e reso piacevole dalle brezze di valle.

Cosa fare e vedere alle Terme di Comano?
L’acqua delle Terme di Comano è rinomata per le sue proprietà benefiche per la pelle. Esce dalla sorgente alla temperatura costante di 27 gradi centigradi, e quindi subisce un riscaldamento nelle viscere della terra. E’ indicata nella cura delle dermatiti e in particolare della Psoriasi, la malattia della pelle legata allo stress, che viene cancellato da clima rilassante delle Terme di Comano. La struttura conta anche di un moderno Centro Benessere dove rigenerarsi con una seria di trattamenti personalizzati di elevata professionalità.

Tra le attività da fare in zona, il Parco naturale Adamello-Brenta, l’area protetta più estesa di tutto il Trentino v’attende con i suoi sentieri e i paesaggi mozzafiato della Valle d’Ambiez, che si insinua all’interno delle Dolomiti di Brenta. Nella zona delle Terme di Comano si trovano interessanti castelli da visitare: Castel Stenico è uno dei più affascinanti, e si può visitare per vivere le atmosfere del passato in una posizione spettacolare che domina il borgo di Stenico. Un altro castello importante si trova nella località di Castel Spine e non distante la bella sagoma di Castel Campo.

Oltre alle testimonianze militaresche la zona delle Terme di Comano conserva anche pregevoli testimonianze religioso-artistiche e nella fattispecie alcune chiese di pregevole fattura. La piccola chiesa di di San Felice a Bono si trova circondata da una natura incontaminata e conserva all’interno degli ottimi affreschi del ‘400. A Vigo Lomaso si trova invece la bella chiesa di San Lorenzo, che dovrebbe possedere circa 8 secoli di storia sulle spalle. Un'altra chiesetta da visitare è quella di Santa Croce, ubicata presso Pieve del Beggio. E dotata di una bella cripta.

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 06/11/2010 @ 08:00:46, in it - Scienze e Societa, read 2574 times)

Brunico (Bruneck) deve le sue fortune alla sua splendida posizione geografica: già nella protostoria la sua regione presentava testimonianze di insediamenti, con tracce lasciate nell’età del bronzo e del ferro, ma anche in epoca romana la valle Pusteria era attraversata da una importante via di comunicazione.
Brunico si trova infatti nel cuore della Val Pusteria, la valle disegnata dal fiume Rienza, là dove vanno a convergere la Val Badia proveniente dai massicci dolomitici e la val di Tures - Valle Aurina che si apre direttamente sotto la vetta d’Italia. Oggigiorno però l’importanza della sua posizione è accresciuta dalla presenza di Plan de Corones (Kronplatz), una montagna che è diventata uno dei comprensori sciistici più importanti d’Europa e del mondo intero.


Per gli appassionati di sci Brunico è famosa come punto di partenza per salire alle piste di Plan de Corones, Kronpklatz in tedesco. Gli impianti si trovano appena a sud di Brunico, presso la località di Riscone (Reischsch) da dove si può utilizzare due telecabine ciascuna suddivisa in due tratte che conduce ai 2275 m della vetta. Qui si trova la celebre campana Concordia 2000 che batte la sua nuota tutti i mercoledì, i venerdì ed i sabato alla 12:10 in punto, ma che è destinata a battere anche per le eventuali, ed auspicate, notizie di pace provenienti dal mondo.
Plan de Corones oltre a presentare impianti perfettamente tenuti è anche un luogo di grandi panorami ed è molto apprezzato anche da chi non pratica lo sci o lo snowboard, e la cabinovia principale è aperta anche durante la stagione estiva.

Tra le altre attrattive naturali di Brunico segnaliamo il particolare fenomeno delle Piramidi di Terra, delle forme di erosione causate da terreni incoerenti in cui si trovano anche massi di certe dimensioni: la pioggia erode i terreni, ma là dove si trova un sasso più grande si forma una sorta di ombrello naturale che protegge l’erosioe e crea dei pinnacoli di terreno molto suggestivo. Questo fenomeno si può ammirare nei pressi di Brunico in due zone distinte: nel comune di Perca, ad est di Bruneck, con le Piramidi di Plata, e tra Brunico e Bressanone presso il villaggio di Terento.

Un'escursione interessante è quella che conduce al Castello di Chela posto un´altitudine di quasi 1200 a nord-est della città, ora solamente una rovina ma di grande fascino e ricco di storia. Le sue origini sono antiche visto che le fondamenta furono gettate da S. Albuino, poco prima dell’anno 1000. Sempre in zona sono da segnalare i i villaggi di S. Caterina e S. Giorgio, posti praticamente all’imbocco della valle di Tures. Risalendo quest’ultima si arriva c Campo Tures, dominato dal celebre Castello Neumelans. Risalendo ulteriormente la valle si raggiunge la Val Aurina, magicamente incorniciata dai contrafforti dello spartiacque alpino, e la Vetta d’Italia, il punto geografico più a nord del nostro paese, che chiude la sua testata.

Tra gli eventi ricordiamo il famoso Mercatino di Natale di Brunico, luogo dove fare shopping durante il periodo dell’avvento, specie se siete innamorati del magnifico artigianato del sudtirolo e dei manufatti in legno. La manifestazione si svolge presso la Piazza del municipio e nella adiacente via Bastioni. In genere la durata del Mercatino di Natale va da fine novembre fino all’Epifania, con esclusione del giorno di Natale.

Brunico si raggiunge utilizzando l’autostrada del Sole A22. Risalendola a nord di Bolzano si supera l’uscita della Val Gardena e si esce a Bressanone (Brixen). Da qui si seguono le indicazioni per la Pustertal – val Pusteria e in meno di 30 km di ondulato fondovalle si raggiunge il centro di Brunico. In alternativa, per chi proviene dalle parte più orientali del nord-est, si può raggiungere la città risalendo da Tolmezzo a Sappada, superare il passo di Croce Complico e scendere in valle Pusteria presso Dobbiaco (Toblach). Da qui ci sono poco più di 25 km per arrivare fino a Bruneck. In alternativa Brunico può essere raggiunta anche in treno.

Brunico si trova a 838 m sul livello del mare, ed è quindi una località di villeggiatura posta ad una quota intermedia. Per la stagione estiva questa significa una valore di temperature gradevole, mai eccessivamente caldo o troppo fresco, con una bella illuminazione della valle che garantisce tante ore di luce. la regione intorno alla città possiede comunque un clima continentale umido, che in estate è caratterizzato da apporti consistenti di precipitazioni anche se il loro carattere temporalesco concede spazio a schiarite e giornate limpide. Le massime raggiungono i questo periodo valori intorno mediamente ai 20 °C e punte fino a 24-25 °C e rari picchi fino a 28-30 °C.
Il clima continentale rende fredda la stagione invernale anche se più avara di precipitazioni rispetto alle altre stagioni. Le minime in valle scendono a valori decisamente sotto gli zero gradi (-5 / -7 °C) a causa delle frequenti inversioni termiche, e il passaggio delle perturbazioni atmosferiche comportano la caduta di precipitazioni, spesso a carattere nevoso.

Brunico è dominata dal suo Castello che si erge circa una trentina più in alto dell’abitato, in sinistra idrografica del fiume Rienza. Da notare in questa costruzione originaria del tredicesimo-quattordicesimo secolo il bel maschio merlato, e nelle vicinanze un interessante cimitero di guerra nelle vicinanze (waldfriedhof), che accoglie i caduti della Prima Guerra Mondiale.
Il centro è pulito ed ordinato e verte intorno alla via di Città, il cuore del centro storico con case tipiche del sud-tirolo e negozi dove fare shopping. Appena a nord di Brunico, presso la frazione di Teodone si trova l’interessante Museo Provinciale degli Usi e Costumi (Mair am Hof), ambientato in una residenza storica ricostruisce gli ambienti tipici delle attività della val Pusteria, con edifici attrezzi e manufatti di utilizzo domestico.

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 07/11/2010 @ 08:00:02, in it - Scienze e Societa, read 3362 times)

Posta quasi in fondo a quella che gli abitanti chiamano affettuosamente la Valletta ai piedi delle cime del gruppo del Cevedale ed all’interno del Parco nazionale dello Stelvio, dotata di una storica fonte termale, stazione sciistica fin dagli anni sessanta, divisa tra gli abitati di paio Fonti e Peio Paese si presenta come una località di vacanza a tutto tondo dove posso trascorrere un piacevole soggiorno in ogni stagione.

Estate a Peio (Pejo) significa innanzitutto natura la posizione nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio che ne fa base di partenza ideale per escursioni naturalistiche ad osservare la flora e la fauna; gli ambienti vanno dal prato adibito a pascolo fino ai ghiacciai passando per meravigliosi laghetti e malghe. Infatti quando mi muovo per qualche escursione non posso dimenticare di portare con me la macchina fotografi e se possibile anche un buon binocolo e sostare in osservazioni, sicuramente potrò osservare qualche capriolo al pascolo, dei timidi camosci che mangiano l’erbette che crescono tra i sassi, oppure una curiosa marmotta, questi sono solo alcuni esempi degli incontri che si possono fare passeggiando tra i prati e i boschi. Le passeggiate che non si possono assolutamente trascurare sono per chi non vuole camminare tanto è sicuramente una puntata al lago di Pian Palù, si tratta di una camminata di circa mezzora su comodo sentiero che ci porta sulle rive del lago artificiale di Pian Palù, il sentiero che corre lungo la riva è anche interessante perché sono ancora visibili i resti dell’attività mineraria che si svolgeva sul versante nord della valle.

Altra passeggiata facile ma che richiede almeno una giornata è il circuito del rifugio Cevedale-Lago del Careser, si va in macchina fino alla centrane elettrica di Malga Mare e da qui si sale lungo il fianco della Val Venezia, caratterizzata dalla morfologia glaciale e dal panorama mozzafiato verso i ghiacciai del Cevedale, fino ai 2600 metri del rifugio Cevedale, qui si risale ancora per qualche centinaio di metri fino al Lago delle Marmotte e da qui sempre in costa fino al Lago del Careser, si attraversa la diga dando anche uno sguardo al ghiacciaio omonimo e si scende rapidamente fino a Malga Mare. Un'altra escursione che si svolge su sentiero, ma tocca quote piuttosto alte è la salita al Rifugio Mantova al Vioz, dalla stazione a monte della seggiovia del Doss dei Gembri, si percorre un sentiero ben segnalato che girando intorno al picco del Dente del Vioz ci porta agli oltre 3400 metri del Rifugio Mantova, questo itinerario non ha paerticolari difficoltà di tipo alpinistico, ma data la quota elevata bisogna essere ben allenati e sempre attenti alle variazioni del tempo che possono essere particolarmente brusche.

I provetti alpinisti invece non si fanno generalmente mancare, tempo permettendo, la traversata delle tredici cime, questo itinerario da farsi sempre accompagnati da una guida alpina, si svolge tutto sulla cresta che unisce la cime principali del gruppo del Cevedale a quote quasi sempre oltre i 3000 metri in in ambiente unico nelle alpi.

Presso l'ufficio visitatori del Parco Nazionale dello Stelvio è a disposizione materiale illustrativo sulla flora e la fauna del parco, spesso vengono organizzate serate a tema e inoltre le guardie del parco organizzano sia in estate che in inverno interessanti escursioni che ci portano negli angoli più reconditi della valle alla scoperta delle bellezze naturalistiche della montagna.

La stagione invernale di Pejo (Peio) offre ai turisti una buona rete d'impianti e piste che si snodano ai piedi del monte Vioz e sono costituite da una telecabina ad agganciamento automatico, tre seggiovie e una sciovia, più un tapis roulant per i più piccini in località Tarlenta. Le piste quasi tutte di livello medio facile, scendono dai 2300 metri del Doss dei Gembri fino ai 1400 metri di Peio Fonti, anchi gli sciatori esperti trovano comunque due piste nere il Canalone e la Delle Gole sulle quali cimentarsi in strette serpentine. Il futuro di questa località è destinato a nuova luce quando verrà completato il progetto del Funifor che raggiungerà i quasi tremila metri del vecchio rifugio Mantova riaprendo agli sciatori la valle della Mite arrivando ad offrire un dislivello sciabile di oltre 1500 metri, servito solo da due moderni e rapidi impianti.

L'esposizione delle piste sempre al sole è particolarmente gradita alle famiglie che facendo base in uno dei rifugi dell'area trascorrono una giornata sulla neve gradita da sciatori e non sciatori.

Moltissime sono le passeggiate che si possono fare nella stagione invernale calzando un buon paio di “ciaspole”, nelle notti di luna piena spesso vengono organizzate uscite al chiaro di luna accompagnati dalle guardie del parco o dalle guide apine.

Lo sci nordico in valle si pratica a Cogolo dove sono tracciati alcuni anelli nella piana di fondovalle, nei pressi dello skilift Biancaneve.

Capitolo a parte lo meritano le acque della Val di Pejo, infatti sono ben due e fonti più note: la Fonte Alpina oligominerale sfruttata commercialmente e distribuita con buona diffusione sul territorio nazionale e valorizzata dal residuo fisso molto basso e l'Antica Fonte. L'acqua dell'Antica Fonte, effervescente naturale con un contenuto di anidride carbonica e ferro che la rendono particolarmente indicata a risolvere problemi di carenza di ferro. Presso il centro termale sono possibili tutti i tipi di terapia legati alle caratteristiche dell'acqua dell'Antica Fonte, e inoltre che non necessita della terapia ti tipo termale può invece usufruire del centro benessere annesso alle terme dove troverà vasche idromassaggio, una piscina, bagno turco ed un centro massaggi nel quale mani esperte provvederanno a rilassare i muscoli stancati da una giornata di attività all'aria aperta.

Tutta la valle è ricca di fontanini dai quali sgorgano acque generalmente ferrugginose e gasate, ma dal gusto differente dato dall'estrema varietà mineralogica delle rocce del gruppo del Cevedale.

Tutta la val di Peio è dotata di un'ottima ricettività caratterizzata da alberghi di medio piccole dimensioni dove l'ospite viene accolto, viziato e coccolato, nei ristoranti posso gustare l'ottima cucina solandra tra le cui specialità spiccano dopo un ottimo tagliere di affettati della valle, gli strangolapreti, gnocchetti verdi da gustare con burro e salvia e la carne salada, da assaporare cotta o cruda il tutto seguito da una bella coppa di panna montata ai frutti di bosco.

La val di Pejo può essere raggiunta uscendo dall'autostrada del Brennero al casello di San Michele-Mezzocorona e percorrendo il corso del Noce che attraversa la val di Non e la val di Sole, oppure risalendo la val Camonica e valicando il passo del Tonale. Chi invece sceglie il treno utilizzerà la ferrovia del Brennero fino a Trento e da qui salirà sul trenino della ferrovia Trento-Malè che risalendo la valle tra boschi e meleti lo porterà fino alla stazione di Mezzana-Marilleva dove un comodo servizio di autocorriere in coincidenza con il treno completerà gli ultimi dieci chilometri che mancano per giungere a destinazione.

Fonte: ilturista.info

 

Passeggiare in montagna è sempre un’esperienza unica, in ogni periodo dell’anno: colori, luci, profumi e suoni sono esperienze che parlano all’anima, difficili da raccontare. In estate, nei pascoli, il tintinnio dei campanacci si unisce al gorgogliare argentino dei torrenti, mentre i fiori alpini e le conifere diffondono nell’aria gli odori della libertà; in inverno la neve crea una coltre silenziosa, che rende i suoni ovattati, e l’unico rumore è il fruscio degli scii sulle piste. Questo accade nella parte settentrionale del Trentino Alto Adige, nella Provincia Autonoma di Bolzano, intorno al comune di San Martino in Badia.

Con 1730 abitanti circa, le stradicciole tortuose e i tetti appuntiti, San Martino in Badia è un grazioso borgo montano, dominato dalla quiete tipica dei paradisi di pace e, allo stesso tempo, dall’ospitalità e la vivacità che si addicono a una rinomata meta turistica. In ogni stagione si assiste alla creazione di scenari straordinari: il paese è sempre un piccolo gioiello, pronto a stupire i visitatori con testimonianze storico-artistiche nascoste nel centro, abbracciato da una natura selvaggia che regala giornate indimenticabili all’insegna del relax o dell’emozione.

Trascorrere una vacanza a San Martino in Badia (St. Martin in Thurn) è un’ottima idea per chi ama l’ambiente, la vita dinamica e le atmosfere rilassanti: benché la stagione più gettonata sia l’inverno, grazie alle piste da sci che si snodano nei dintorni del paese, sarebbe un peccato escludere a priori la bella stagione, con la sua lucentezza e gli itinerari mozzafiato tra i boschi e le montagne. Ad avvolgere un paesaggio magnifico c’è il tipico clima alpino, che regala inverni all’insegna della neve e estati tutte da esplorare: le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di -9°C a una massima di 0°C, mentre in luglio e agosto, i mesi più caldi, si passa dai 9°C ai 21°C. Luglio e agosto, con una media di 102-109 mm di pioggia, sono anche i mesi più colpiti dalle precipitazioni.

Il paradiso di sciatori e snowboarder è Antermoia, la frazione più famosa di San Martino in Badia: è qui che parte la sciovia con cui si possono raggiungere le piste. E’ facile e veloce arrivare alle prime discese, quelle più semplici e adatte ai principianti, mentre a 10 km di distanza si estendono i tracciati dell’area Dolomiti Superski, con la mole imponente del Plan de Corones, e delll’Alta Badia. Alle piste dedicate allo sci classico si affiancano gli spazi per lo slittino e per lo sci di fondo, senza dimenticare le piste da pattinaggio nel cuore del paese.

Quando le temperature iniziano ad alzarsi e le nevi si ritirano, rivelando il verde smeraldino di pascoli e montagne, ci si può avventurare lungo innumerevoli sentieri o fare delle avventurose escursioni a cavallo. Da non perdere l’escursione a piedi lungo i Monti Pallidi, le passeggiate nel Parco Nazionale Puez/Odle o verso il Passo delle Erbe.

E se gli scorci panoramici non vi bastassero, la natura che circonda San Martino vi concede un altro regalo: nel territorio affiorano delle preziose sorgenti termali, note sin dai primi anni dell’Ottocento. L’acqua della zona è classificata come solfato-bicarbonato-alcalino-terroso-fluorurata, è fredda, salata e dal gusto amaro, ed è utilizzata per la cura di malattie reumatiche, cutanee, ginecologiche, vascolari e nervose.

Dopo aver riconosciuto i meriti della natura, che ha saputo creare in Val Badia un paesaggio lussureggiante e maestoso, è il momento di scoprire le piccole opere d’arte realizzate dall’uomo:San Martino in Badia vanta una lunga storia, fatta di tradizioni popolari e usanze vivaci, una gastronomia deliziosa e un’ospitalità che mette tutti a proprio agio. Il paese è spesso definito “la culla della cultura ladina”, ed è infatti sede dell’Istituto Culturale Ladino e del Museum Ladin presso il Ciastel del Tor: qui si possono conoscere da vicino la cultura, la storia, la lingua e i costumi della popolazione più antica e affascinante delle Alpi. Da non perdere la Valle dei Mulini, nella frazione di Longiarù, con un sentiero che per oltre un chilometro si snoda nella campagna e tocca gli otto mulini della zona, tutti ristrutturati e aperti alle visite.

Anche le manifestazioni confermano la ricchezza delle tradizioni locali, e un periodo particolarmente vivace è quello delle feste natalizie. Tra le occasioni più attese c’è il concerto di ottoni che si tiene la sera della vigilia nella chiesa parrocchiale di Longiarù, ma anche il famoso Interski-Show del 29 dicembre, una fiaccolata spettacolare seguita da fuochi d’artificio lungo le piste di Antermoia, che culmina con la degustazione di dolciumi e vin brulé. Un’altra fiaccolata si tiene la sera del 31 dicembre, con partenza al Ciastel del Tor e spettacolo pirotecnico sotto il castello.

Per raggiungere San Martino in Badia ci sono diverse possibilità. Chi viaggia in auto deve prendere l’autostrada del Brennero A22 fino al casello di Bressanone, percorrere la strada statale 49 della Val Pusteria e girare ai bivi per San Lorenzo e Picolino. Chi prende il treno può contare sulla linea ferroviaria Lienz-Fortezza, che tocca varie località della vallata, mentre gli aeroporti più vicini sono quelli di Bolzano, Venezia, Verona e Innsbruck (Austria), rispettivamente a 91 km, 192 km, 236 km e 117 km circa. 

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 08/11/2010 @ 15:00:50, in it - Scienze e Societa, read 1653 times)

Come dice il nome, il blog britannico “Europe à la carte” ci suggerisce di viaggiare in Europa. I suoi 11 scrittori condividono consigli di viaggio, racconti e colonne di opinionismo. Oggi Sian infierisce contro gli aeroporti. Passa in rassegna le cose che la esasperano maggiormente: i sandwich dai prezzi proibitivi, le regole di sicurezza ridicole più spesso di quanto non siano valide, la sufficienza verso i fumatori e… il mal-trattamento dei bagagli.

Questa settimana sono in Norvegia e, se per un verso adoro volare, essere in volo, dall’altro gli aeroporti mi stressano. Tutta la giornata per andare all’aeroporto mi stressa. Fondamentalmente non ridivento felice finché non sono seduta sull’aereo e siamo in volo. Ho preoccupazioni da aeroporto. Ma non la fanno per niente più facile per me. In pratica, devo andare in due o tre aeroporti per raggiungere la mia destinazione finale. Ecco qui le mie principali “bestie grame” sugli aeroporti:

I prezzi. So che siamo un mercato in crisi, ma perfavore, possiamo smettere di far pagare 5 sterline per un sandwich? Mi aspetto un margine di profitto. Davvero me lo aspetto. Ma il cibo e le bevande di base non dovrebbero essere così care. Dateci tregua. Vi compreremo da mangiare comunque, ma forse lo assaporeremmo di più se i prezzi non ci facessero piangere. Eppoi, sapete, possiamo anche comprarci anche uno spuntino, forse un bicchiere di vino. Capite come funziona?

Le sportine di plastica. Avrei voglia che le regole su queste cose non cambiassero, ma nessuno sa davvero cosa fare. C’è sempre incertezza. Ulteriormente evidenziate quando il tipo della sicurezza ‘non sapeva’ se dovevo mettere il mascara in un sacchetto. Grazie, Terminal Cinque. Un grande aiuto.

Il trattamento bagagli. Solo ieri un mio compagno di viaggio ha visto i nostri bagagli lanciati giù con un dislivello di nove piedi [NdT: equivale a circa 2,75 metri], spostati a calci e generalmente trattati piuttosto malamente dalla British Airways. Ora, non sono abbastanza ingenua da credere che tutte le borse vengano trattate con tanta gentilezza, neanche fossero dei gattini, ma almeno prendete la minima precauzione affinché non ci sia possibile vedervi.

La mancanza di aree fumatori. Sono una fumatrice. Mi scuso in anticipo. Ma mi piacerebe poter fumare una volta che ho superato la sicurezza. Solo un minuscolo spazio esterno dove poter andare, dove non disturbo nessuno. Anche gli aeroporti nei Paesi che non permettono di fumare al chiuso, ce l’hanno. Non capisco perché noi no.

I tempi dell’imbarco che confondono. Sembra che ogni compagnia aerea abbia regole diverse sull’orario di chiusura dell’imbarco. E’ dieci minuti prima della partenza del volo? Mezz’ora? Non sono mai riuscita a capirlo completamente. Non perché non sia pignola in fatto di puntualità in aeroporto (credetemi, mi stressa più questo che qualunque altra cosa), ma non credo che ci sia coerenza sotto questo aspetto.

Beh, ecco le mie 5 più brutte bestie grame. Cosa dà più fastidio a voi?

Scritto da Sian, blog Europe à la carte. Tradotto da Sara Gianfelici. Vedere post originale in inglese.

 
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