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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 

Streaming .TV shows by Ustream

Questo pomeriggio, alle 17.30 in punto, sintonizzatevi su questo post perché partirà la diretta della Notte della Rete, l'evento che si svolgerà a Roma, alla Domus Talenti di via della Quattro Fontane, 133. Saranno ore di discussione intensa sul presente e sul futuro della rete, su cui la delibera AgCom che verrà proposta domani getta inquietanti ombre. Se non fossi stato operato solo un mese fa, sarei sicuramente stato presente fisicamente. Sarò lì con il cuore.

Nel frattempo, aspettando l'inizio della diretta, guardatevi "La lunga, triste storia degli attacchi alla rete", il video di 1 ora e 20 (con menu interattivi per interrompere in qualsiasi momento la visione e riprenderla in  secondo momento) che fa il punto su tutti i tentativi di imbavagliare internet.

 

Difenderla è un atto di coscienza e consapevolezza civica, perché come sarà il domani dipende anche dalla preservazione, oggi, degli spazi di libertà che ci sono dati in affidamento.

Fonte: byoblu.com

 

# Esiste un metodo scientifico e affidabile che permetta di prevedere con certezza dove e quando si verificherà un terremoto?

Purtroppo no. Oggi i terremoti possono essere previsti solo statisticamente: analizzando la storia sismica di una determinata zona è cioè possibile stimare la probabilità che si verifichi un terremoto entro un certo intervallo di tempo.
Geofisica e statistica possono delle indicazioni sulle zone maggiormente esposte al rischio sismico, ma nessuno è in grado di stabilire il momento esatto in cui questo si manifesterà.
I recenti terremoti che hanno colpito la Nuova Zelanda e il Giappone sono un esempio: nessuno poteva prevedere questi grandi cataclismi.

 

# Ci sono basi scientifiche per dire che il prossimo 11 maggio a Roma si verificherà un terremoto?

Assolutamente no. La voce che da qualche tempo circola su Internet e su alcuni mass media è una bufala. Per altro nel nostro paese si verificano ogni giorno decine di terremoti senza alcun effetto su persone o cose, quindi prevedere che nella zona di Roma si verificherà un terremoto è abbastanza scontato.

# Roma è una città a rischio sismico particolarmente elevato?

Secondo gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica no. La città risente comunque dei terremoti che hanno epicentro nella zona dei Castelli o nell’Appennino abruzzese-umbro. In questo video il parere degli esperti dell' Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

# Che cosa sono i precursori sismici?

Roma è sismica? Andrea Tertulliani risponde a questa ed altre domande sul rapporto tra Roma e i terremoti.

I precursori sismici sono parametri chimici, fisici e geologici che subiscono dei cambiamenti prima di un terremoto.  Possono essere classificati in:
 
- Precursori geochimici: variazione della concentrazione di alcuni elementi chimici radioattivi, tra cui il radon, nelle acque sotterranee e nei gas al suolo.

- Precursori geofisici: mutazioni nella velocità e nelle caratteristiche di alcuni specifici tipi di onde sismiche e delle caratteristiche elettromagnetiche delle rocce.

- Precursori geodetici: cambiamenti nella posizione e nell’inclinazione di rocce e parti della superficie.

- Precursori sismologici: sono i microterremoti rilevabili solo strumentalmente che si possono verificare prima di un grande evento sismico.

# I precursori sismici possono prevedere i terremoti?

 No, anche se negli ultimi anni la scienza ha prestato grande attenzione alle variazioni dei parametri geofisici rilevabili prima di un terremoto. Purtroppo fino ad oggi nessuno è riuscito a validare nella pratica i risultati degli studi e delle teorie sui sensori sismici: il loro utilizzo nella previsione dei terremoti può portare a falsi allarmi che, scatenando il panico nella popolazione, possono essere tanto pericolosi quando un sisma.
Gli scienziati non escludono comunque che, in futuro, lo studio dei precursori sismici possa fornire indicazioni utili alla previsione dei terremoti.

#Cos’è il sistema di early warning sui terremoti implementato in Giappone?

 A differenza di quanto riportato da alcuni media nei giorni immediatamente successivi al sisma che lo scorso 11 marzo ha colpito il Giappone, nemmeno questo paese ad elevatissimo rischio sismico dispone di un sistema di previsione dei terremoti.
Esiste però da qualche anno una rete di monitoraggio che, al momento della scossa, è in grado di avvisare via SMS gli abitanti della zona di ciò che sta succedendo con qualche decina di secondi di anticipo, sufficienti per mettersi in salvo. L’onda sismica infatti impiega 20-25 secondi a percorrere 100 km.  Nel campo della ricerca sui precursori c'è ancora molto da fare, sia in termini di sviluppo metodologico che di validazione statistica dei risultati, prima di una loro reale applicabilità in chiave operativa.

Fonte: Focus.it

 

Non hanno l’acqua? Bevano la nebbia. È più o meno questa la sintesi di un recente studio del MIT, dove un team di ricercatori sta mettendo punto sistemi sempre più evoluti per condensare nebbie costiere e brume mattutine e ottenere così acqua potabile.

L’idea di Shreerang Chhatre e dei suoi colleghi, dal punto di vista concettuale, è molto semplice: attrarre l’umidità, intrappolarla e far sì che le goccioline di acqua sospese nell’aria si uniscano una all’altra.

Cacciatori di nebbia

L'idea non è del tutto nuova: impianti simili sono già utilizzati da più di 30 anni in Chile, Perù, Ecuador e Guatemala. Si tratta di grandi reti di nylon o polipropilene che intrappolano e fanno condensare l’umdità sospesa nell’aria.

La novità introdotta da Chhatre è nei materiali: il suo staff sta studiando dei tessuti "spugno-impermeabili", capaci cioè di attrarre le particelle di acqua ma allo stesso stesso tempo idrorepellenti, così da farle scivolare all’interno di speciali contenitori.
In alcuni recenti test i condensatori di Chaatre sono stati in grado di estrarre oltre un litro di acqua al giorno per metro quadrato.

Ma la vera sfida che i ricercatori del MIT stanno tentando di vincere è nelle zone aride, dove spesso le alte differenze di temperatura tra il giorno e la notte danno vita a consistenti nebbie mattutine.

Non solo Africa

Secondo gli scienziati le trappole per la nebbia sono il più efficace sistema per la lotta alla sete dei paesi in via di sviluppo: in condizioni ambientali idonee costa molto meno e ha rese molto più elevate rispetto allo scavo di pozzi o alla posa di acquedotti.

Non solo: le reti potrebbero essere utilizzate con successo anche nel mondo industrializzato, che in questo modo potrebbe ridurre le emissioni di CO2 e i costi legati al trasporto dell’acqua su lunghe distanze.

Fonte: Focus.it

 

Buongiorno a tutti, oggi vi volevo parlare della situazione nelle carceri e ne parleremo, ma la cronaca degli ultimi minuti, delle ultime ore ci porta per qualche momento appresso alle vicende del Tav, del treno a alta velocità per il trasporto veloce delle merci per il quale ostinatamente, pervicacemente, psichiatricamente come si dicono ormai i Ministri e i vice Ministri uno con l’altro il nostro governo e gran parte della nostra opposizione stanno militarizzando la Valle di Susa e altre valli del Piemonte per costringere la gente a subire un’opera inutile, dannosa, costosa, inquinante, criminale, per certi versi, che non porterà alcun beneficio all’economia italiana, anzi porterà molti danni sia alle nostre tasche, sia alla salute di chi abita nelle vicinanze.

Lo Stato contro i cittadini.

Questa notte c’è stato “l’ultimo” scontro come siamo abituati a sentirlo chiamare dai telegiornali e dalla stampa di regime, in realtà c’è stata una militarizzazione ulteriore della valle e alla Maddalena si è arrivati alle mani
Si è arrivati ai manganelli, al lancio di oggetti tra una popolazione esasperata da una minaccia così catastrofica come quella di un cantiere di 15/20 anni che avvelenerà chiunque abiti nei dintorni e i poliziotti che sono stati purtroppo mandati a presidiare ditte private che hanno vinto appalti tutt’altro che in maniera trasparente, come vedremo tra un attimo, affinché possano iniziare i lavori in tempo per, ci spiegano, non perdere i preziosi finanziamenti europei, come se i finanziamenti europei li dovessimo prendere per forza, se l’Europa un giorno decidesse di finanziare una fabbrica che spara merda sulla gente noi cosa facciamo, soltanto per prendere i finanziamenti europei spariamo merda sulla gente? Che senso ha questo totem dei finanziamenti europei? Bisognerebbe andare a vedere i finanziamenti per cosa, se ci servono, se lo scopo ci interessa o non ci interessa, gli abitanti hanno deciso che non vogliono quell’opera.
Gli italiani se chiamati a un referendum e debitamente informati non vorrebbero quell’opera, ormai è chiaro qual è l’orientamento degli italiani a proposito di questo modello di sviluppo che risale agli anni 70/80 fatto di opere elefantiache, fatto di cemento, di asfalto, di progetti faraonici che non hanno più alcun senso nel terzo millennio, eppure questo governo di morti e questa finta opposizione di morti, continuano a far combattere le loro guerre dagli altri, continuano come diceva Ricucci “a fare i froci con il culo degli altri” con quello dei poliziotti costretti a atteggiarsi in assetto antisommossa e dall’altra parte la popolazione è costretta a scontrarsi con questi poliziotti, sono entrambi vittime di una guerra che nessuno che abbia un minimo di cervello vuole, tranne coloro che hanno interessi a prendere quei soldi e forse a spartirseli, spesso capita che si dia per scontato che si fa una certa opera pubblica e come avviene nel 90% dei casi in Italia quando parte un’opera pubblica ci sono le tangenti, se poi quell’opera pubblica per qualche intoppo si blocca, chi ha preso le tangenti è beh, o la restituisce oppure deve garantire che quell’opera riparta, non vorrei che in futuro si scoprisse che anche per il Tav, come in tanti altri casi è accaduto questo, da un certo punto di vista me lo auguro che sia accaduto questo, perché almeno avremmo una spiegazione logica sul perché, a proposito di un’opera così assurda, così impopolare tutti i partiti si accaniscono al costo di militarizzare una valle per anni, a sostenere una cosa che tanto varrebbe lasciar perdere, che interesse c’è a trasformare la Maddalena, la Valle di Susa, le zone del Tav in un campo di battaglia permanente? Che interesse possono avere i partiti a far menare la gente che protesta, a farla sgomberare, non ora, tante altre volte in passato e chissà quante altre volte in futuro? Che altro interesse possono avere? O sono stupidi oppure c’è qualcosa che non ci dicono, l’idea che siano innamorati del progetto del Tav è un’offesa troppo sanguinosa all’intelligenza media delle persone perché ci possono credere, sia come sia a rappresentare nei tavoli istituzionali le ragioni del Tav c’è tra gli altri un certo Paolo Comastri che non è mica un passante, è il Direttore generale della società che vuole costruire il tunnel dentro la montagna, la società si chiama LTF (Lyon Turin Ferroviaire) questo Paolo Comastri un mese fa è stato condannato a 8 mesi di reclusione in Tribunale in primo grado a Torino per turbativa d’asta per avere cercato di pilotare l’appalto per la costruzione della discenderia di Venaus che è una delle cose propedeutiche alla costruzione del tunnel, questo Comastri per conto della Ltf ha dato delega ai suoi legali per chiedere i danni in sede civile a alcune persone che si oppongono da anni alla costruzione di quel mostro, pare che abbia chiesto loro 228 mila Euro.
Bene, uno che viene condannato per turbativa d’asta, dovrebbe scomparire dai tavoli istituzionali, nessun politico, nessun Sindaco, nessun rappresentante del Governo, della Regione, della Provincia, del Comitato di quartiere dovrebbe più sederglisi accanto, perché? Perché non è stato mica condannato per furto di bestiame, è stato condannato in primo grado per il momento, sulla base di intercettazioni telefoniche che se andate a cercare il pezzo di Barbacetto sul sito di Società civile sono molto eloquenti, riguarda proprio l’appalto per il Tav – truccato – e quindi come possono i politici e gli amministratori pubblici discutere di queste cose con uno che ha fatto queste cose? Vedete che c’è qualcosa che non ci viene spiegato ma che ragionando e mettendo insieme qualche collegamento, qualche nesso, collegando i puntini, il disegno viene fuori e molto spesso è un disegno a forma di mazzetta, o almeno di turbativa d’asta.
Naturalmente bisognerebbe sempre mantenere i nervi saldi, bisognerebbe che tutte le migliaia di persone che manifestano tenessero le mani a posto, non è facile devo dire per chi vive in quei posti e per chi vede minacciata la vita propria e dei propri figli e dei propri nipoti restare tranquilli, noi dobbiamo sempre raccomandare a tutti di stare tranquilli per non dare pretesti e per non far male a nessuno, ma un giorno o l’altro a qualcuno potrebbe anche venire il dubbio che lanciare qualche oggetto faccia meno male che provocare tumori o dissesti polmonari con un cantiere che disperderà, non si sa ancora, quali sostanze minerali scavando 50 chilometri dentro una montagna e altri 20 chilometri dentro a altre montagne in uno spazio molto ristretto di poche decine di chilometri. Quindi non bisogna lanciare i sassi, ma bisogna fare di tutto perché quel tunnel non si faccia, io credo che quel tunnel non si farà mai e credo anche che questa sia la migliore dimostrazione che a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca come diceva un politico infame ma molto navigato.
Perché lo sanno anche i politici che difendono a spada tratta il Tav, che quel Tav non si farà mai, a meno che non pensino che lo Stato italiano possa militarizzare la Maddalena, la Valle di Susa e tutte le località coinvolte nel tracciato per i 15/20 anni del cantiere, cosa assolutamente impossibile, anche le emissioni di guerra in Iraq e in Afghanistan, una è già finita in Iraq, l’altra finirà l’anno prossimo in Afghanistan, non reggono per più di 10 anni, potete immaginare che noi avremmo l’esercito, i caccia bombardieri, gli elicotteri che volteggiano, i carri armati per proteggere le ruspe a dispetto della popolazione locale? Mi auguro, dato che siamo dei democratici, che la gente si ricordi i nomi e i cognomi e le sigle di partito di quelli che hanno plaudito alla militarizzazione della valle, costringendo i poliziotti e i cittadini a farsi del male in una guerra che non è la loro, combattuta da altri sulla loro pelle, che si ricordino il Pdl, che si ricordino il PD, che si ricordino l’Udc e il Polo di centro e che si ricordino la Lega, quella padroni a casa nostra, quella “il popolo sovrano” quella “il federalismo” bene, questi cialtroni stanno sputando sul popolo sovrano, sulle piccole patrie, sulle comunità locali imponendo da Roma, se non da Bruxelles, una cosa che si dovrebbe fare solo e esclusivamente con il consenso delle popolazioni, prima si trova il consenso delle popolazioni, poi si fa l’opera esattamente come hanno fatto i francesi dall’altra parte delle Alpi, prima hanno convinto le popolazioni, hanno ascoltato le popolazioni, hanno dato alle popolazioni ciò che si poteva dare loro e con il loro consenso hanno iniziato a costruire.
Senza il consenso delle popolazioni queste opere non si possono fare, non c’è niente da fare! Non è la sindrome Nimby, non è il non in casa nostra, perché se c’è bisogno per la nostra vita di un qualcosa che pure ci dà fastidio è giusto che si faccia anche in casa nostra, per questa opera non c’è alcun bisogno, o almeno nessuno ne ha sentito il bisogno, salvo alcuni burocrati e temo alcuni tangentisti, l’unica cosa che si può fare è stare con gli occhi aperti e possibilmente essere vicini alle popolazioni che protestano, magari dato che sono pure bei posti, organizzando dei bei weekend, dei bei viaggi, andare a portare la solidarietà per uno, per due, per tre giorni a chi sta lì a presidiare anche per conto nostro, su gente ci sarà nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, più è improbabile che questo governo di morti e questa opposizione di morti, abbiano il coraggio di continuare con i manganelli e le ruspe.

Carceri piene, governanti incapaci.

Adesso parliamo di carceri, parliamo di carceri perché siccome a ogni estate da che Repubblica italiana è Repubblica italiana, siamo di fronte a un fenomeno inedito e inatteso almeno quanto il caldo e cioè il sovraffollamento delle carceri.
Naturalmente non c’è niente da ridere, chi sta in carcere accatastato in celle microscopiche maleodoranti, in condizioni di promiscuità, di disumanità non ha certamente di che scherzare, la domanda è: ma è possibile che siamo l’unico paese d’Europa che a ogni estate scopre di avere più detenuto che posti cella? Credo che siamo a 70 mila su 40 mila e passa di posti, quindi siamo arrivando al doppio! Celle che potrebbero tenere due persone ne tengono 4, ma ce ne sono anche che ne tengono 10 perché poi la disorganizzazione dello Stato italiano è nota e quindi abbiamo anche celle vuote, carceri già costruite e mai aperte e cose di questo genere. Non so voi, io ricordo da anni gente come il Ministro Alfano e prima il Ministro Mastella e prima il Ministro Castelli annunciare grandi stanziamenti, grandi investimenti nell’edilizia carceraria, grandi piani – carceri, soluzioni mirabolanti, avete mai visto costruire un canile? Se invece di scavare tunnel nelle montagne per fare opere inutili costruissero carceri, forse la pianteremmo con questa emergenza carceri, perché bisogna intendersi su quello di cui stiamo parlando, l’emergenza carceri nasce dal fatto che ci sono molti più delinquenti rispetto a quelli che possono ospitare i nostri penitenziari, non dipende dal fatto che ci sono in carcere persone che non ci dovrebbero stare, in carcere, purtroppo, ci sono persone che ci devono stare in base alle leggi della Repubblica italiana, se non piacciono si cambiano, ma in questo momento le leggi prevedono che in carcere ci stiano 70 mila persone e ringraziamo, paradossalmente il fatto che la giustizia è allo sfascio, che la gran parte dei reati cadono in prescrizione, che si riesce a acciuffare i responsabili di 1/10 dei reati che vengono commessi perché se migliorassimo un po’ l’efficienza della giustizia, noi di detenuti ne avremmo 100/120/150 mila, perché? Perché abbiamo tanti, troppi delinquenti, questo è il problema.
Avete mai sentito affrontarlo dal punto di vista giusto? Da questo? Incontestabilmente questo? No, di solito viene sempre affrontato dal punto di vista “troppi detenuti” non sono troppi i detenuti, sono troppo pochi i posti per contenerli e dato che la pena deve servire sostanzialmente a due scopi: 1) impedire al criminale di nuocere a cittadini onesti, quindi almeno per un po’ sta dentro; 2) aiutare il criminale a reinserirsi nella società, quindi a migliorarsi, non a peggiorarsi questo è lo scopo.
Non esiste la pena della tortura, noi stiamo invece infliggendo la pena della tortura ai detenuti, il detenuto deve essere semplicemente recluso, isolato se del caso, recluso in una struttura, è vietato dalle norme italiane e dalle condizioni internazionali che in quella struttura gli si infliggano dei trattamenti disumani, deve poter vivere decorosamente, dignitosamente sia pure recluso perché è stato condannato a scontare tot anni di pena, oppure perché si trova in stato di custodia cautelare per evitare che inquini le prove o scappi o minacci i testimoni o ricominci a delinquere, ci hanno sempre raccontato che siamo un paese che butta in carcere la gente prima del processo e è disumano, come abbiamo visto lo fanno anche negli Stati Uniti (vedi Strauss-Kahn) e lo fanno in tutti i paesi, perché in tutti i paesi la tendenza di chi viene preso con le mani nel sacco a scappare o a inquinare le prove o a minacciare i testimoni o a ricominciare a delinquere è molto spiccata e quindi in quei casi non resta che ficcarli dentro prima.
Naturalmente negli altri paesi c’è un grado di giudizio o al massimo due, uno di merito e l’altro di legittimità, quindi quando uno è stato condannato la prima volta nel giudizio di merito va in galera e sconta la pena e da lì eventualmente fa i suoi ricorsi alla Corte Suprema perché da noi ci dicono che abbiamo molti detenuti in attesa di giudizio? Perché magari sono in attesa del terzo grado di giudizio dopo essere stati condannati in primo e in secondo grado, o sano in attesa del secondo grado di giudizio, l’appello dopo essere stati condannati in primo grado, quindi negli altri paesi non esistendo il secondo e il terzo grado di merito non esistono i detenuti in attesa del secondo o del terzo giudizio, in attesa di giudizio è quando aspetti la prima sentenza, non la seconda o la terza, questa è la ragione per cui nelle nostre statistiche sembra che noi abbiamo molti più detenuti in attesa di giudizio degli altri, gli altri paesi hanno meno gradi di giudizio.
Abbiamo troppi detenuti rispetto ai crimini? Abbiamo detto no, ne abbiamo troppo pochi visto quanti crimini rimangono impuniti o perché non si trova il colpevole o perché il colpevole l’ha fatta franca per prescrizione. Abbiamo troppi detenuti in rapporto alla popolazione al confronto di altri paesi? No, siamo sotto la media europea, ci sono altri paesi dove peraltro si delinque di meno che hanno più detenuti di noi o pari detenuti di noi a parità di popolazione, qual è il nostro paese? Abbiamo pochi posti cella e quei pochi fanno schifo, per cui per aumentare il numero dei posti cella e per migliorare l’ambiente per i detenuti vanno costruite nuove carceri, così si potrebbe creare nuova occupazione, così si potrebbe evitare di fare opere inutili e convertire certi progetti inutili tipo in Tav su fronti più utili, tanto a parte i fondi europei, i fondi italiani che ci costerà il Tav, circa 15/17 miliardi di Euro li dobbiamo pagare noi, allora tanto vale spostarli sul bilancio dell’edilizia carceraria che tra l’altro ci provoca un sacco di guai a livello europeo perché come veniamo condannati per la lentezza dei nostri processi, veniamo anche condannati per la disumanità delle condizioni delle nostre carceri perché stiamo violando i diritti umani e su questo ha ragione Pannella, Pannella ha ragione su tutto, sull’analisi della situazione, là dove ha torto è la soluzione, l’amnistia in 50 anni, anzi ormai sono 65 di storia repubblicana abbiamo avuto tra indulti e amnistie, provvedimenti di clemenza una cinquantina di questi provvedimenti, noi adottiamo per sfoltire le carceri quella che Davigo spiritosamente chiama la soluzione scolastica: chi disturba fuori, negli altri paesi fanno due conti: quanti posti cella ci occorrono per assicurare alla giustizia quelli che in cella ci devono stare? Più o meno tot, bene costruiamo tot posti cella, può capitare che uno sbagli di 100, di 200, di 300 unità ma certamente non del 50%, noi abbiamo politici che continuano a fare leggi che producono più detenuti senza mai costruire nuove carceri neanche per sostituire quelle che invecchiate cadono a pezzi e che devono essere chiuse, quindi noi perdiamo posti cella e aumentiamo detenuti sia perché ovviamente arrivando in Italia immigrati clandestini, il numero dei detenuti aumenta perché il clandestino ha una certa predisposizione a delinquere è ovvio non ha un lavoro, non ha un’identità… viene in Italia preferibilmente perché è il paese più comodo per il criminale, del resto siamo un paese governato da criminali quindi è giusto che se l’esempio viene dall’altro, chi arriva in Italia lo segue immediatamente e nello stesso tempo perdiamo posti cella, perché la soluzione dell’amnistia è inutile? Intanto perché è diseducativa, aumenta ulteriormente ogni volta il senso di impunità che già è enorme, se si sparge la voce in giro per il mondo che l’Italia fa l’ennesima amnistia a 5 anni dall’ennesimo indulto di Mastella, centro-destra e centro-sinistra tutti d’accordo tranne la Lega, un pezzo di Alleanza Nazionale, Di Pietro e i Comunisti Italiani, se si sparge la voce che facciamo di nuovo l’amnistia ma è ovvio che l’immigrazione criminale aumenterà ulteriormente a discapito di quella dei lavoratori onesti e è ovvio che anche tra gli italiani delinquenti aumenterà il senso di impunità e cioè la convinzione che il delitto paga, perché? Perché se arrivano o un’amnistia o un indulto a intervalli regolari di pochi anni, vuole dire che tu delinquendo regolarmente tra un intervallo e l’altro la fai sempre franca è un po’ come in quella famosa commedia all’italiana dove Sofia Loren diventava manovalanza ideale per la criminalità spicciola perché sfornava un figlio dopo l’altro e quando la prendevano era sempre incinta e quindi non la potevano mai arrestare!
Quindi l’amnistia è la soluzione sbagliata, ma è la soluzione sbagliata anche perché non è la soluzione, l’amnistia svuota l’Oceano con il cucchiaino senza tenere presente che l’Oceano si rialimenta con l’ondata successiva, abbiamo visto con l’indulto, dopo 6 mesi le carceri erano di nuovo piene esattamente come prima, perché? Perché non è facendone uscire un certo numero che si sfoltisce il sovraffollamento carcerario, ma è facendone entrare un maggior numero in posti più ospitali di nuove carceri e là dove è possibile ridurre il numero degli ingressi, cercando cioè di intervenire a monte chiudendo qualche rubinetto di quelli che producono più detenuti, perché? Perché per certi reati è inevitabile che se uno viene condannato finisca dentro, perché? Perché non c’è un altro posto dove è bene che sconti la pena, ancora non l’hanno inventata un'alternativa al carcere e credo che non la inventeremo mai quando si tratta di tenere fuori dal giro personaggi pericolosi o quando si tratta di spaventare personaggi che se non avessero paura di finire in carcere diventerebbero pericolosi, il colletto bianco non puoi spaventarlo con le multe, perché? Perché è pieno di soldi e quindi le multe non gli fanno né caldo e né freddo, l’unica vera paura che può avere lo Strauss-Kahn di turno o il Tanzi di turno è finire dentro.
Non c’è un’altra pena altrettanto deterrente, il carcere, soprattutto se lungo è spesso ancora più deterrente della pena di morte, perché? Perché comunque ti devi fare giorni e giorni, settimane e settimane, mesi e mesi, anni e anni in pochi metri quadrati senza poter uscire, questo è l’effetto deterrente, non c’è un’altra pena altrettanto deterrente nei limiti naturalmente della democrazia e della dichiarazione dei diritti dell’uomo, quindi per certi tipi di reati di sangue e di soldi, il carcere è l’unico modo per fare da deterrente e per impedire a questi qua di nuocere ancora la collettività, ma ci sono delle altre situazioni nelle quali si può tranquillamente supplire con ammende, con infrazioni amministrative, depenalizzare non vuole dire legalizzare, depenalizzare vuole dire togliere dal penale e spostare sull’amministrativo, se la pubblica amministrazione funzionasse ci sono un sacco di comportamenti che vanno puniti, ma che vanno puniti con la multa, non con il carcere, per esempio. Oggi è reato penale timbrare due volte lo stesso biglietto dell’autobus della metropolitana, c’è chi timbra, cancella e ritimbra, reato penale, indagini preliminari, udienza preliminare oppure anzi di solito è un reato a citazione diretta, processo di primo grado, processo d’appello e processo di cassazione, quanto ci costa processare uno che ha timbrato due volte un biglietto da un Euro? O da 1,20 Euro? Il danno che ha fatto quanto è? 1,20 Euro, l’ha comprato la prima volta e l’ha usato la seconda, il danno alla collettività è 1,20 Euro, processarlo per avere fatto questo pagando Polizia che fa le indagini, il PM che le coordina, il giudice monocratico che lo giudica in primo grado, i 3 giudici collegiali che lo giudicano in appello, più il Procuratore generale che chiede la conforma della condanna o meno e poi i 5 giudici della Cassazione più il procuratore generale che sostiene l’accusa, più gli avvocati spesso d’ufficio perché spesso questo è uno che non ha una lira o almeno non risulta, immaginate quante migliaia di Euro costa fare il processo a uno che ha timbrato due volte un biglietto da un Euro, 1,20 Euro, ma vi pare normale? E’ reato anche taroccare il gratta e parcheggia, se uno gratta e parcheggia due volte lo stesso giorno perché usa vernici, pennarelli o cose varie, è reato penale, ma vi pare normale? Quanto costa un gratta e parcheggia e quanto è il danno rispetto al costo del processo?

Abolire i reati inutili.

Noi continuiamo a intasare le aule di giustizia con cazzate di questo genere, mi sono preso un sacco di “vaffa” dagli ambientalisti e dagli animalisti quando ho detto a Anno Zero che forse un governo che vuole introdurre la discrezionalità dell’azione penale perché sostiene che i magistrati non riescono a perseguire tutti i reati e quindi scelgono di volta in volta quali perseguire prima, non dovrebbe creare il reato penale di maltrattamenti sugli animali.
Gli ambientalisti e gli animalisti se la sono presa con me perché sembra che io sia un fautore dei maltrattamenti e delle sevizie sugli animali, figurarsi, Dio ce ne scampi, ho semplicemente detto che forse chi maltratta gli animali gli si potrebbe dare una bella multa tra capo e collo, una multa che gli fa paura, portargli via i soldi! Che è molto più deterrente che non un processo che per le pene che prevede cade sicuramente in prescrizione con il sistema fasullo che abbiamo.
Quindi oggi il reato penale di maltrattamenti agli animali ha l’unico scopo di intasare ulteriormente i tribunali, di non produrre nulla perché va in prescrizione e chi ha maltrattato gli animali se ne va a casa impunito, mentre invece se si desse una bella multa subito, appellabile una sola volta in via amministrativa, beh l'effetto deterrente è molto superiore, perché? Perché almeno ti portano via dei soldi, mentre il processo alla fine ha tritato un po’ d’acqua e basta, ha fatto girare un po’ di carte e basta e tu alla fine con la tua prescrizione sei bello e tranquillo! Ma lo sapete che ci sono processi per chi tiene in casa un pitone e magari un vicino di casa l’ha denunciato perché ha visto che una volta il pitone stava poco bene? Me lo ha raccontato un mio amico avvocato, fanno 3 gradi di giudizio per dichiarare poi la prescrizione!
Sono parecchi i reati che potrebbero essere puniti più efficacemente con sanzioni amministrative e invece questi hanno continuato a inventare reati che tanto si sa che non potranno mai essere perseguiti, pensate l’immigrazione clandestina, finché non è intervenuta l’Unione Europea era addirittura previsto il carcere, adesso sono previste le ammende all’immigrato clandestino le ammende? Ma se risulta nullatenente, ma quale ammenda pagherà mai? Noi facciamo il processo che si conclude con la condanna a un’ammenda, che questo non pagherà mai! Paghiamo noi quel processo che finisce nel nulla che nel frattempo è scomparso il clandestino, leggetevi questo bel libro di Paolo Bornia, Procuratore aggiunto a Torino, clandestinità e altri errori di destra e di sinistra, spiega in quali mani di pazzi siamo noi, quali mani di pazzi hanno gestito in questi anni la politica dell’immigrazione che è una cosa seria e che andrebbe affrontata da persone serie, Editori La Terza.
Facciamo i processi ai fantasmi, ai clandestini per poi dare la multa a uno che non c’è più, che non sappiamo più dov’è e che tanto anche se sapessimo chi è che dov’è non la pagherà mai perché risulta nulla tenente, facciamo le leggi così ma intanto i processi si fanno e anche per farli cadere in prescrizione si devono fare per reati totalmente inventati, che reato è l’immigrazione clandestina? Come può essere reato trasferirsi da un paese all’altro? Semmai è reato andare a rubare, ammazzare, violentare, truffare, ma non può essere reato entrare in un paese, abbiamo la libera circolazione delle merci, ci buttiamo via addirittura i soldi per il Tav, per farle circolare più rapidamente e mettiamo in galera quelli che circolano con i loro piedi, con le loro gambe? Ma diamo i numeri, ma che reato è? Abbandono di rifiuti per strada, reato penale, 40 mila fascicoli ha dovuto aprire la sola Procura d’Agrigento nei primi 3 mesi di quest’anno, per i 20 mila che sono arrivati dal nord – Africa, 40 mila fascicoli, pensate solo per aprirli quanto tempo ci vuole per una Procura di 8 sostituti e un Procuratore Capo, più tutti quelli della Provincia del territorio di Agrigento, perché devono fare due iscrizioni nel registro delle notizie di reato: una per immigrazione clandestina e l’altra per ingresso senza documenti, 40 mila! Questo bisognerebbe togliere, bisognerebbe togliere quelle norme che producono detenuti o producono sovraffollamento dei tribunali e magari prevedono il fermo, l’arresto in flagrante che poi dura quanto un giorno, due giorni? Credo il 60% dei detenuti, vado a memoria, non sono detenuti che stanno lì per qualche mese o per qualche anno, sono detenuti in turnover permanente perché? Perché arrivano oggi e vanno via domani, arrivano oggi e vanno via dopodomani, però sono tanti e quindi ogni giorno alzano il numero dei detenuti medi del giorno.
Che senso ha arrestato uno oggi e metterlo fuori domani? Che senso ha? Pensate la fatica che si fa a fermare uno e poi esce, allora o li tieni dentro se merita, oppure non li metti dentro, perché se lo metti fuori il giorno dopo non ha senso, abbiamo leggi fatte non per la sicurezza dei cittadini, ma per la rassicurazione dei cittadini, leggi fatte per dimostrare che lo Stato fa la faccia feroce, in realtà è uno spaventapasseri perché non fa più paura a nessuno quando uno conosce il meccanismo, fa statistica, abbiamo fatto 40 mila arresti, nessuno sa cosa è successo il giorno dopo di quei 40 mila arresti, politiche di rassicurazione, non di sicurezza, questo ci viene imbonito da 20 anni a questa parte e il risultato è questo, follie legislative, carceri strapiene e il crimine che dilaga perché? Perché la repressione penale ha lo stesso effetto deterrente dello spaventapasseri.
Dicevo quindi depenalizzare quello che si può depenalizzare, cambiare altre leggi che producono detenuti, oppure utilizzare strumenti che ci consentano di diminuire il numero di detenuti, alcune ci sono già e non vengono applicate, non mi riferisco alle solite pene alternative, perché noi già oggi abbiamo 30 mila persone che stanno fuori in affidamento al servizio sociale o ai domiciliari e è bene non aumentarle perché sappiamo che purtroppo sono ben poco sorvegliate, c’è un sacco di gente che delinque pur essendo agli arresti domiciliari o in affidamento al servizio sociale, quindi chi è in pena alternativa già c’è, non è il caso di aumentarle ulteriormente, secondo me. La legge Bossi – Fini sull’immigrazione produce dai 10 ai 13 mila nuovi detenuti all’anno, quasi 1/5 del totale bisognerebbe cambiarla laddove non funziona, per esempio invece di fermare il clandestino senza i documenti, dargli il foglio di via che di solito non serve perché con un foglio che ti dice “vai via” tu non vai via, ti devono invece caricare su un aereo, pagarti il viaggio di ritorno nel tuo paese se ti hanno identificato, quindi spendere dei soldi per fare una politica di espulsioni serie, non finta, oggi spediamo uno su 4 dei clandestini che andrebbero espulsi, quindi invece di arrestarli, intasare le carceri per 2 o 3 giorni per ciascuno degli arrestati e poi dargli il foglio di via che tanto non se ne vanno via, tanto vale fare una politica di rimpatri seria investendoci dei soldi, evitando di scaricare sulle carceri un problema che non è carcerario, che va risolto per via amministrativa.
Poi c’è un articolo della Bossi – Fini che andrebbe applicato, è quello che consente di perdonare al detenuto extracomunitari gli ultimi anni due anni di pena sostituendoli con l’espulsione, dato che abbiamo su 20 mila detenuti extracomunitari, 6 - 7 mila che hanno ancora due anni di pena da scontare, applichino la legge Bossi – Fini e glieli condonino in cambio dell’espulsione, così se ne vanno, invece restano in cella a aumentare il sovraffollamento, un po’ perché non ci sono i soldi per rimpatriarli, un po’ per non disturbare il grande business dei centri di raccolta, attenzione al grande business dei centri di raccolta.
Poi c’è la legge Ex Cirielli del 2005 che ha stabilito la regola americana della linea dura al terzo reato, l’ordine di esecuzione della condanna quando si ha accesso alle pene alternative, viene sospeso e uno può uscire in affidamento al servizio sociale o agli arresti domiciliari, cosa che invece non si può fare più, grazie alla Legge Ex Cirielli se uno ha già avuto altre due condanne, indipendentemente dai reati che ha commesso, per cui se uno ha fatto due stupri o due rapine a mano armata può avere la sospensione dell’arresto e restarsene libero sostanzialmente, se invece uno ha avuto 3 condanne perché ha rubato tre provoloni in 3 supermercati diversi, non importa il fatto che i 3 provoloni siano molto meno gravi dei due stupri o delle due rapine a mano armata, conta il fatto che ha avuto 3 condanne anche se sono per 3 provoloni o perché ha taroccato dei CD e il ha messi su una bancarella, reato punito fino a 5 anni di carcere, il taroccamento dei CD, deve finire obbligatoriamente in galera perché il terzo reato qualunque sia anche se è un’inezia, ti porta necessariamente in carcere anche per i due precedenti, mentre chi ne commette o viene condannato solo per 2 reati anche se gravissimi, ha buone probabilità di evitare l’arresto, una norma folle che non fa differenza tra delitti e delitti e non tiene in conto della pericolosità sociale, naturalmente di questo soggetto, così cosa si fa? Si tengono dentro dei poveracci sostanzialmente innocui, quelli del provolone e si lasciano fuori i grandi delinquenti, compresi i colletti bianchi naturalmente.

Bene, queste altre norme andrebbero abolite, perché? Perché producono più delinquenti a gratis, non c’è nessun bisogno di tenere dentro oltremodo chi ha rubato i 3 provoloni, mentre invece è bene che resti dentro e anche a lungo chi ha fatto magari i due stupri o le due rapine a mano armata, uscite dalla schizofrenia, guardare quali sono i rubinetti che fanno uscire troppi ordini di detenzione, ridurli al minimo senza intaccare la sicurezza dei cittadini, espellere quegli immigrati che devono essere espulsi anche alleggerendo le carceri, depenalizzare i reati inutili che possono essere puniti addirittura più efficacemente con ammende e sanzioni amministrative o interdittive, naturalmente per fare questo ci vorrebbe una classe politica intelligente, non molto, di media intelligenza, leggete le intercettazioni di Bisignani e dei Ministri che letteralmente gli si prostravano o gli si prostituivano ai piedi e vi rendete conto che noi siamo governati da gente che non solo è pericolosa, ma è anche stupida, mediocre, demenziale e quindi sovraffollamento carceri? Amnistia, sovraffollamento carceri? Indulto, proteste contro il Tav, giù botte, è un riflesso condizionato di persone che hanno mezzo neurone funzionante, che però si sta spegnendo, passate parola!

Ritorna la SUPERCAZZOLA di giornata:
"Di fronte agli spiacevolissimi avvenimenti di questa mattina esprimo molta amarezza ma sottolineo anche che nel movimento No Tav ci sono anche frange violente. Negarlo significa assolverli, dopodiché , riduzione dell'impatto sì, bloccare quei cantieri no. Nel confronto si poteva far meglio, bisogna far di più, ma non possiamo consentire l'idea che il processo venga bloccato da iniziative prese da una frangia limitata di persone". Bersani del Pdmenoelle

Fonte: BeppeGrillo.it

 

Buongiorno a tutti, avete sentito ieri gli ultimatum della Lega, uno dei tanti è che bisogna ridurre le tasse, lo sentiamo dire da quando è iniziata la Seconda Repubblica, da quando Silvio Berlusconi si presentò nel 1994 agli elettori annunciando la riduzione delle aliquote, aliquota massima al 33%, in alcuni deliri parlava addirittura di un’aliquota unica poco sopra il 20.

La Grecia è vicina.

Risultato: oggi l’aliquota massima è il 45/46% e naturalmente Tremonti pena essere menato e essere espulso dal consesso europeo non può toccare un Euro perché già ci minacciano di ridurci il rating, il giudizio di affidabilità sul nostro debito pubblico che naturalmente farebbe esplodere definitivamente i conti dello Stato, visto che abbiamo già, ogni anno, più di 80 miliardi di Euro da pagare soltanto per gli interessi e se ci diminuissero il rating ovviamente il costo sarebbe ancora più salato.

Quindi stiamo parlando di parole in libertà, truffe vere e proprie davanti ai beoti che continuano a andare, purtroppo per loro in buona fede almeno alcuni a Pontida a farsi prendere per il culo da una classe dirigente di scriteriati e di squinternati, direi di macchiette arrivate ormai alla fine della loro vita politica, la riduzione delle tasse in pari passo con una manovra finanziaria che nei prossimi 3 anni dovrà rastrellare, se bastano, 40/45 miliardi di Euro.
Tremonti ha già spiegato che per ridurre le tasse bisognerebbe trovarne altri 40 e che quindi nei prossimi due o tre anni basta trovare un’ottantina di miliardi di Euro e poi il gioco è fatto, si può rispettare le disposizioni europee e nello stesso tempo accontentare Berlusconi e Bossi che devono regalare i soldi alla gente perché a 17 anni di distanza qualcuno comincia a ricordarsi che quella promessa non è stata mantenuta, con calma ma qualcuno sta cominciando a rendersene conto. Appenderò Tremonti con un cappio a un albero del suo giardino se non ce la farà a ridurre le tasse, ma so che ce la farà, diceva il Cavaliere nel 2003, ho la speranza di arrivare al 23,33% di aliquote entro la fine legislatura, diceva nel 2004, nel 2006 finì la legislatura e non si vide nulla del genere e naturalmente oggi abbiamo delle imposizioni fiscali che tra balzelli, tariffe etc., superano abbondantemente per certe categorie il 50%.
Bene, cosa si dovrebbe fare per cercare di alleviare la pressione fiscale almeno a quelli che le tasse le pagano? Perché quelli che non le pagano non avvertono la pressione fiscale, è uscito un libro che vi consiglio per l’estate, per farvi il fegato un po’ marcio, ma almeno per sapere di cosa stiamo parlando e di quante occasioni perde la nostra classe dirigente ladra e rapace e si intitola “Soldi rubati” è un’inchiesta di Nunzio Apenelo che è pubblicato da Ponte alle Grazie che fa la lista della spesa che si potrebbe tagliare se si volesse finalmente mettere le mani nelle tasche dei ladri, anziché dei cittadini onesti come invece si fa di solito. 400 miliardi di Euro è il buco nero dei soldi rubati dimostra questo libro, se la casta della politica ci costa 25 miliardi di Euro l’anno, l’illegalità ne mangia 15 volte di più, corruzione, evasione fiscale, lavoro nero, reati ambientali, riciclaggio, crac finanziari bruciano risorse collettive e pubbliche che sfiorano i 400 miliardi, una somma superiore al Pil di molti paesi, è un fiume di denaro che scompare ogni anno nel buco nero dell’economia nascosta, impoverendo le nostre tasche e mettendo in ginocchio l’Italia e poi c’è la mappa voce per voce: evasione fiscale 120 miliardi l’anno, corruzione 60 miliardi l’anno, il che significa che se si riuscisse a sconfiggerle entrambe, in 10 anni si potrebbe azzerare il debito pubblico che ammonta a 1800 miliardi di Euro e evitare quelle continue manovre finanziarie che tagliano la spesa, cioè che tagliano i servizi.
Una tassa occulta da 35 mila Euro a testa, questo è il calcolo, le ripercussioni di questo stato di cose – scrive Nunzia Penelope – pesano direttamente sui cittadini e l’effetto tangenti più debito genera un tassa occulta che pesa su ogni italiano, compresi i neonati naturalmente, che sono sempre di meno, 35 mila Euro l’anno, ma non solo, negli ultimi 30 anni il lavoro dipendente che è quello che non può sfuggire al fisco con l’evasione ha pagato 850 miliardi di tasse in più proprio a causa dell’evasione di quelli che le tasse non li pagano. 450 miliardi di evasione accertata ma non recuperata, sapete l’abbiamo detto diverse volte, ogni tanto per farsi bello il governo dice: quest’anno abbiamo recuperato tasse evase per… non sono recuperati, sono accertati dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle entrate, ma tra l’accertato e il recuperato c’è la stessa differenza che c’è tra il dire e il fare, cioè c’è il mare di mezzo, per cui ogni anno si accerta anche quando si riesce a stanare l’evasore e a quantificare l’ammontare dell’evasione, accerta lo Stato italiano negli ultimi 10 anni 450 miliardi di evasione, ma non ha recuperato di questi 450 miliardi, quasi nulla, se non le briciole e una serie infinita di ricorsi e di marchingegni, consente alla gran parte degli evasori, alla fine della fiera, alla fine del gioco dell’oca arrivati alla casella finale di tenersi in tasca i soldi che hanno rubato a noi che le tasse le paghiamo.
Abbiamo 3 milioni di lavoratori in nero che naturalmente non pagano contributi e sui quali naturalmente prolifera l’impresa clandestina degli imprenditori quasi tutti italiani che naturalmente su quell’impresa non pagano tasse perché l’impresa è come se non risultasse, oppure risulta in passivo e quindi non paga tasse. 3 milioni di lavoratori in nero sottraggono alle casse pubbliche 52 miliardi e mezzo, stiamo parlando degli abitanti di Roma, non sto dicendo che sono tutti a Roma, sto dicendo che 3 milioni di persone in meno, corrispondono grossomodo al numero della popolazione della Città di Roma.
Poi ci sono gli incidenti sul lavoro dovuti perlopiù alla mancanza di norme di sicurezza, anche quelli li paghiamo noi, perché gli incidenti sul lavoro che colpiscono quasi 3 mila persone al giorno, oltre un milione di lavoratori all’anno, con oltre 3 morti al giorno, ci costano 43 miliardi all’anno, poi ci sono i danni per la contraffazione delle merci, che ha un giro d’affari di 7,5 miliardi l’anno e provoca danni all’economia legale in termini di mancata produzione per altri 18 miliardi, poi ci sono i crac finanziari, tra Parmalat, Cirio e gli altri negli ultimi 10 anni abbiamo bruciato 54,8 miliardi di risorse e poi ci sono i comuni e gli enti locali che sono indebitati con titoli a altissimo riscontro, per non parlare naturalmente dei derivati, bene, il totale di tutto questo è 62 miliardi di indebitamento in questi titoli a alto rischio che pesano sulla testa dei cittadini per 1300 Euro a capa. Abusivismo edilizio, dissesto idrogeologico 20 miliardi di danno ci sono costati finora questi fenomeni criminali e ci vorrebbero altri 25 miliardi per rimettere in sesto naturalmente il territorio, intanto le ecomafie fatturano analoghe cifre a danni dei cittadini e dell’ambiente, le mafie poi vere e proprie: mafia, camorra e ‘ndrangheta fatturano circa 135 miliardi l’anno, fatturano si fa per dire, non fatturano e quindi non pagano tasse, è il doppio, è il triplo rispetto alle 3 principali società italiane quotate in borsa, perché? Perché mentre le mafie “fatturano” 135 miliardi l’Eni arriva a 83 miliardi, l’Eni ha 83 miliardi, l’Enel ha 62 e la FIAT ha 50, la FIAT è circa 1/3 rispetto alle mafie e poi la sola presenza delle mafie nei territori occupati: Campania, Calabria, un pezzo di Basilicata, un pezzo di Puglia e la Sicilia, sottraggono il 20% del Pil, sappiamo lo ha stabilito l’Istat che senza le mafie la Sicilia, Campania e Calabria avrebbero un tasso di produttività e di occupazione e quindi di prosperità pari a quello delle regioni più prospere, dell’Emilia Romagna e della Lombardia. Truffe europee, truffe sui fondi comunitari, la metà degli incentivi che lo Stato destina alle imprese, vengono utilizzati in maniera illecita, cioè rubati, sottraendo risorse per svariati miliardi, il 40% dei fondi che l’Unione Europea destina all’economia italiana per lanciarla, in certe zone non c’è proprio economia, pensate alla Calabria, svanisce in truffe, il 40% dei fondi che manda l’Europa, ecco perché giustamente Grillo andò al Parlamento europeo, invitato da De Magistris e da Giulietto Chiesa a invitare il Parlamento europeo e la Commissione europea a non mandare più soldi perché quasi la metà la rubiamo.
Quindi a non mandarli più fino a quando non ci saranno meccanismi di controllo tali per fare in modo che non vengano rubati. In più ci sono le vittime di estorsioni e usura che sono 2 milioni di italiani che subiscono il pizzo e l’usura con un danno da 24 miliardi annui. Ecco alcune idee su dove andare a prendere i soldi, prima di pensare di ridurre le tasse, non dopo, oppure non mai, oppure non a prescindere, abbiamo detto la corruzione, 60 miliardi di Euro l’anno si porta via, cosa ha fatto il Parlamento dopo anni di sforzi sovrumani? Ha varato, almeno al Senato l’altro giorno il Disegno di Legge anticorruzione emendando un po’ quello che aveva presentato il governo, è una barzelletta che per fortuna che opposizioni Pd, Idv, Udc e Fli non hanno votato, salvo astenersi su un emendamento che stabiliva una teorica separazione tra l’autorità di vigilanza sulla corruzione e le persone da vigilare, cosa ci sarebbe voluto?

Parlamento Pulito!

Una norma molto semplice, non c’è bisogno di nessuna autorità di vigilanza sulla corruzione per combattere la corruzione, basta che i corrotti una volta condannati diventino ineleggibili se sono politici o amministratori pubblici, se sono invece imprenditori la loro impresa deve essere inabilitata a contrattare con la pubblica amministrazione, deve essere radiata per sempre dal mercato degli appalti, così gli passa la voglia e i manager condannati devono essere inibiti dal ricoprire mai più cariche in alcuna società di qualsivoglia tipo.
Questa norma, molto semplice, che in parte è contenuta nella proposta di legge di iniziativa popolare lanciata da Beppe Grillo al V-day, è rimasta fuori dal Disegno di Legge anticorruzione, le opposizioni hanno cercato di infilarcela ma la maggioranza lo ha impedito, il tutto sotto lo sguardo compiaciuto del Presidente Schifani che alla fine si è felicitato per la splendida riuscita.
Liana Milella ha descritto questa barzelletta della legge anticorruzione così come segue: “al Senato approvato mercoledì 15 giugno, dopo un anno di attesa, un Dl anticorruzione ridicolo, basti pensare che sarà il governo presieduto da Berlusconi a avere la delega per scrivere il capitolo degli ineleggibili nelle istituzioni – lo decide Berlusconi chi è ineleggibile e dato che lui è il primo ineleggibile, vi lascio immaginare come potranno essere ineleggibili gli altri - ma non c’è solo questa contraddizione, ce ne è un’altra anche essa macroscopica si arriva al compromesso tra Pdl, PD e Idv e contraria l’Udc di affidare il compito di vigilare sulla corruzione in Italia, facendo piani e riferendo al Parlamento a una rivisitata e ampliata Civit, fantasmatica Commissione indipendente per la valutazione e la trasparenza, e l’integrità delle amministrazioni pubbliche, ne avete mai sentito parlare? – scrive Liana Milella – il Governo l’ha costituita il 27 ottobre 2009 con l’obiettivo di ottimizzare la produttività del lavoro pubblico e garantire l’efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, ma non basta, chi è il Presidente della Civit? E’ l’ex magistrato Antonio Martone, Avvocato generale in Cassazione, un passato da Presidente dell’Associazione magistrati che l’anno scorso ha dovuto lasciare la magistratura poco prima che il Csm lo cacciasse perché era finito nell’inchiesta sulla P3, aveva partecipato anche lui al pranzo a casa Verdini con il faccendiere Carboni e il faccendierino Pasqualino Lombardi finiti entrambi in cella, obiettivi multipli tra cui tentare di influenzare la Corte Costituzionale per non far bocciare il lodo Alfano, evitare che la lista Formigoni fosse esclusa dalle regionali, far nominare nella Corte d’Appello di Milano un amico, magari in vista della sentenza d’appello sul Lodo Mondadori. Il non più magistrato Martone è rimasto al vertice della Civit, Ddl deve ancora passare al vaglio della Camera ma se fosse operativo avrebbe la singolare coincidenza che a occuparsi dei piani contro la corruzione sarebbe questa Civit con questo Presidente, una Civit che comunque resta emanazione di Palazzo Chigi visto che i componenti gli sceglie il Ministro per la pubblica amministrazione - sapete chi è? Brunetta - di intesa con quello per l’attuazione del programma – sapete chi è? Rotondi, sapete chi è il sottosegretario dell’attuazione del programma? Il vice di Rotondi? Daniela Santanchè , è una festa questa Ddl anticorruzione – per combattere la corruzione quindi siamo al punto di partenza salvo questo fumo negli occhi che ci costerà un po’ di più perché istituiscono nuovi comitati e nuove autorità di vigilanza che non vigilano assolutamente su nulla, mentre ne norme sostanziali e cioè galera per chi ruba, galera più severa, più anni di galera per chi ruba, legge anticorruzione come quella che avevamo presentato su Il Fatto Quotidiano l’anno scorso sepolta, morta, mai più sentito nulla e incandidabilità dei condannati queste norme non le fanno e quindi l’idea di ridurre le tasse senza aggredire la corruzione e l’evasione fiscale, immaginate voi com’è possibile farlo.
C’è poi un bel pezzo di Sergio Rizzo su Il Corriere che spiega come ci sia un unico settore in Italia che non conosce crisi, quello dei finanziamenti ai partiti camuffati da rimborsi elettorali, dal 1995 al 2008 i contributi elettorali sono aumentati di 11 volte, mentre gli stipendi pubblici aumentavano del 42%, i dipendenti pubblici prendono, negli ultimi 10 anni, il 42% in più, i partiti prendono 11 volte in più, Tremonti a provato a dimezzarli, ma alla fine il taglio è sceso a un misero 10%, che riguarda comunque la prossima legislatura, mica tagliano su sé stessi, tagliano sui successori, qualche dato: nel 2008 le spese elettorali dei partiti ammontavano a 136 milioni di Euro, ma i partiti hanno avuto come rimborsi elettorali 503 milioni di Euro, hanno avuto 4 volte il fabbisogno e non è che il resto l’hanno restituito, se lo sono tenuto.
Aerei di Stato, su Panorama è uscita un’inchiesta in cui si dimostra che soltanto la Regione Sicilia ha la bellezza di 155 auto con autista, 145 autisti, 90 auto blu che percorrono 2,5 milioni chilometri all’anno a spese nostre, chissà dove vanno! In generale l’utilizzo degli aerei di Stato che era sceso negli anni di Prodi che aveva cambiato la norma riservando alle massime cariche dello Stato e solo in missione ufficiale i voli di Stato, la norma è stata riallargata da questo governo e quindi ha sfondato ogni tetto e è arrivata nel 2009 a 5.900 ore di volo, contro le 3900 del 2007 cioè del Governo Prodi, il che significa che l’uso medio pro capite per ogni membro del governo è di 97 ore all’anno, ogni anno ogni membro del Governo vola sugli aerei blu 97 ore.
Dicevamo dei contributi ai partiti, sotto varie forme noi li abbiamo taroccati e camuffati da rimborsi elettorali, ogni cittadino francese contribuisce ai partiti per 1,25 Euro all’anno, ogni cittadino spagnolo contribuisce per 2,58 Euro all’anno, ogni cittadino tedesco contribuisce per 1,61 Euro all’anno, ogni cittadino americano contribuisce per 0,12 Euro all’anno, ogni cittadino italiano contribuisce per 3,38 Euro all’anno che è 1/3 in più degli spagnoli, il triplo dei francesi, più del doppio dei tedeschi e se fate 3,38 diviso 0,12 vi verrà fuori quanto di più paghiamo rispetto agli americani, spese delle pubbliche amministrazioni in rapporto al Pil ci raccontano ogni tanto che i conti sono in regola, che la spesa è bloccata da questo cerbero di Tremonti, sono tutte balle, la spesa delle pubbliche amministrazioni in percentuale al Pil che nel 2007, grazie al rigore di Padoa Schioppa era scesa al 48,4, nel 2008 era già al 49,4, nel 2009 era al 52,5 e nel 2010 è al 51,2, le spese per gli staff politici di Palazzo Chigi l’anno scorso sono aumentate del 26% a 27 milioni, in aumento anche le spese della Camera e del Senato e con la nomina dei nuovi sottosegretari avremo ulteriori spese, senza contare che chi non è riuscito a diventare sottosegretario è diventato consulente del Presidente del Consiglio, tipo Razzi l’ex dipietrista che è passato con il governo, il socio di Scilipoti, Razzi non è riuscito a diventare sottosegretario, allora cosa fa? Il consulente per il Ministero dell’agricoltura per la selezione dei ristoratori italiani all’estero, un compito fondamentale che prima svolgeva la UnionCamere. Avverte sempre Rizzo nei Consigli regionali ci sono 74 gruppi in Italia, in tutti i consigli regionali, con un solo membro per avere più contributi, per esempio succede per la ex Presidente della Regione Piemonte Bresso che è alla testa di un gruppo formato solo da lei e per il Pdl in Alto Adige.
Poi ci sono i vitalizi degli ex parlamentari, spendiamo per pagare il vitalizio agli ex parlamentari 198 milioni di Euro che è più di quello che hanno pagato di contributi, molto di più, la Camera dei Deputati ha un rapporto di 1 a 12 tra i contributi versati e quelli incassati, in Senato di 1 a 13, versano 1 e ricevono 13, hanno tutti lunga vita, sono tutti molto longevi, intanto ai musei e ai siti archeologici pubblici vanno 82 milioni, meno della metà di quello che diamo di vitalizio agli ex parlamentari e si potrebbe andare avanti, vedete che Sergio Rizzo insieme a Gian Antonio Stella è un grande esperto adesso questi dati a proposito di tagliare per ridurre le tasse, ve lo immaginate se tagliano lì, cavolo!

TAV, buchi nelle montagne e nei conti pubblici.

Vorrei concludere, dato che il tema è molto caldo, con il Tav, il famigerato treno a alta velocità che ci dicono da una ventina di anni che dovrebbe sorgere tra una ventina d’anni, cioè 40 dopo che avevano iniziato a pensarci tra il Piemonte e la Francia, sappiamo tutto delle rivolte, di coloro che per opporsi hanno commesso delle illegalità piccole o grandi, non voglio entrare, le illegalità ovviamente se sono illegali sono illegali, infatti ci sono anche illegalità da parte di chi vince gli appalti, ma non bisogna rispondere naturalmente con altre illegalità, a meno che non siano atti di disubbidienza civile, nel qual caso uno li compie sapendo che sta infrangendo una norma e quindi assumendosene la responsabilità e accettandone le conseguenze.
Abbiamo pubblicato, sono molto felice di questo, un articolo di Luca Mercalli su Il Fatto Quotidiano che in poche righe fa capire di quale mostruosa cazzata stiamo parlando, di quale boiata pazzesca, perché ne parlo? Perché il costo stimato di questa opera a carico dei contribuenti italiani, senza contare i contributi europei, sarà di 16/17 miliardi di Euro, le grandi opere - scrive il Luca – non le vuole più nessuno, salvo chi le costruisce e la politica bipartisan che le sponsorizza con il denaro pubblico, denutrita del ponte sullo stretto non vale più la pena di parlare e dell’affaruccio miliardario delle centrali nucleari ci siamo forte sbarazzati grazie al referendum, prendiamo invece il caso del Tav in Val Susa, per i promotori si tratterebbe di un progetto strategico del quale l’Italia non può fare a meno, senza che senza quel super tunnel ferroviario di oltre 50 chilometri di lunghezza sotto le Alpi, pensate, provate a immaginare un tunnel di 50 chilometri, 50 chilometri è poco meno della metà della distanza tra Torino e Milano, pensate fare tra Torino e Milano metà in sotterranea, quindi immaginate l’imponenza dell’opera.
Pare che l’Italia sia destinata a un declino epocale senza questa opera, tagliata fuori dall’Europa, chiacchiere senza un solo numero a supporto, è da 20 anni che le ripetono e mai abbiamo visto supermercati vuoti perché mancava quel buco, eh già, se ne abbiamo così bisogno, com’è che non si vedono gli effetti della crisi tremenda in assenza del tunnel? Cosa potrà mai cambiare quando ci sarà il tunnel se non il fatto che lo Stato italiano avrà 17 miliardi di Euro in meno nelle casse? Scaverà! I numeri invece li hanno ben chiari i cittadini della Val di Susa che costituiscono un modello di democrazia partecipata operante da decenni, decine di migliaia di persone lavoratori pubblici, amministratori, imprenditori, docenti, studenti, pensionati, preti, suore, volontari in una parola il movimento No Tav, spesso dipinto come minoranza facinorosa, retrograda e nemica del progresso, numeri che l’Osservatorio tecnico sul Tav presieduto dall’Arch. Mario Virano l’ex comunista innamorato dell’asfalto, si rifiuta tenacemente di discutere, proviamo qui a mettere in luce qualche elemento, qualche numero: il primo assunto, scrive il Luca Mercalli secondo il quale le merci dovrebbero spostarsi dalla gomma alla rotaia è di natura ambientale e si dice che il trasporto ferroviario anche se è meno versatile di quello stradale inquina meno, il che è vero, ma solo se si utilizza e si migliora una rete già esistente, certo che se è già la ferrovia e la devi solo migliorare è più ecologico il treno che non le colonne dei tir, ma se la devi costruire da zero la ferrovia, scavando un buco dentro 50 chilometri di montagna, immaginate e infatti… se si progetta un’opera colossale con oltre 70 chilometri di gallerie perché quella era solo la più lunga, poi ci sono altri 20 chilometri di gallerie sul tragitto fino a Lione, 10 anni di cantiere, decine di migliaia di viaggi di camion, materiali di scavo da smaltire, talpe perforatrici, migliaia di tonnellate di ferro e calcestruzzo, oltre all’energia necessaria per farla poi funzionare, si rimpiangeranno i tir, ovviamente, scopre che il consumo di materie prime e di energia, nonché relative emissioni è così elevato da vanificare l’ipotetico guadagno del parziale trasferimento delle merci da gomma a rotaia, i calcoli li hanno fatti le università di Siena e dalla California, in sostanza la cura è peggio del male, il gioco non vale la candela.
Veniamo ora al rischio terribile di essere tagliati fuori dall’Europa, detto così sembra che la Val Susa sia un’insuperabile barriera orografica, invece è già percorsa dalla linea ferroviaria internazionale a doppio binario che utilizza il tunnel del Fréjus ancora perfettamente operativo dopo 140 anni, l’hanno inaugurato nel 1871, ogni tanto Berlusconi dice: inaugureremo il tunnel… non può inaugurarlo perché l’hanno già inaugurato 140 anni fa, affiancato peraltro al tunnel autostradale, quindi non c’è nessun isolamento con l’Europa, abbiamo già la ferrovia per il trasporto delle persone e abbiamo già l’autostrada, questa sarebbe un’altra ferrovia solo per il trasporto delle merci, cosa di cui nessuno parla perché se si sapesse che è fatta per trasportare solo le merci, a qualcuno comincerebbe a venire il sudore freddo.
Questa ferrovia, quella già esistente, quella del tunnel del Fréjus è attualmente molto sottoutilizzata rispetto alle sue capacità di trasporto merci e passeggeri, sarebbe dunque logico prima di progettare opere faraoniche nuove, utilizzare al meglio l’infrastruttura esistente, ?Lyon – Turin Ferroviere? a sostegno della proposta di nuova linea ipotizza che il volume dell’interscambio di merci e persone attraverso la frontiera, cresca senza limiti nei prossimi decenni e perché mai nei prossimi decenni molta più gente dovrebbe varcare la frontiera e molte più merci dovrebbero varcare la frontiera? Visto che la popolazione diminuisce tra l’altro! Angelo Tartaglia professore del Politecnico di Torino dimostra che assunzioni e conclusioni di questo tipo sono del tutto infondate, i dati degli ultimi lungo l’asse Francia – Italia smentiscono questo scenario, di un aumento di traffico di persone e di merci nella frontiera Italia – Francia, il transito merci è in calo e non ha ragione di esplodere in futuro, un rapporto della commissione francese predisposto per un Audit all’assemblea nazionale del 2003, è il Parlamento francese, afferma che riguardo al trasferimento modale tra gomma e rotaia la Lione – Torino sarà ininfluente e ora i costi di realizzazione a carico del governo italiano, cioè noi! 12/13 Miliardi di Euro che considerando gli interessi sul decennio di cantiere, portano il costo totale prima dell’entrata in servizio dell’opera a 16/17 miliardi di Euro, sempre che si rispettino i tempi, perché se come sempre avviene in Italia non si rispettano i tempi e i cantieri invece che 10 di anni ne dura 20 o 15, i costi ovviamente lievitano.
Pensate poi a tutte le infiltrazioni che ci sono delle organizzazioni malavitose, pensate quante volte per il movimento terra o per i subappalti si dovranno bloccare i cantieri perché sono stati affidati i lavori a qualche mafioso. La Valle di Susa è notoriamente a alta densità, soprattutto dell’’ndrangheta ma il bello è che anche quando funzionerà, il Tav, la linea non sarà assolutamente in grado di ripagarsi e diventerà fonte di continua passività, trasformandosi per i cittadini in un cappio fiscale, sarà un buco sempre aperto, dentro l’oleodotto della finanza pubblica che vedrà fuoriuscire ogni anno, sarà come il debito pubblico di cui dovremo pagare ogni anno gli interessi.
Ho qui sintetizzato una minima parte dei dati che riempiono, scrive sempre Luca Mercalli su Il Fatto Quotidiano, decine di studi rigorosi, incluse le recenti 140 pagine di osservazione della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, dati suoi quali si rifiuta sempre il confronto, adducendo banalità da comizio “tipo i cantieri porteranno lavoro” ma suvvia ci sono tanti lavori più utili da fare, piccole opere capillari di manutenzione delle infrastrutture italiane esistenti, ferrovie, acquedotti, ospedali, protezione idrogeologica, riqualificazione energetica degli edifici, energie rinnovabili, non abbiamo bisogno di scavare buchi nelle montagne che a loro volta ne provocheranno altri nelle casse statali, altro che opera strategica.
Conclude Luca Mercalli “seguendo lo stesso criterio anche l’Expo 2015 di Milano sarebbe semplicemente da non fare e chiuso il discorso, sono eventi che andavano bene 100 anni fa, se oggi in Italia tanti comitati si organizzano per dire “no” alle grandi opere e per difendere i beni comuni e gli interessi del paese non è per sindrome Nimby (non nel mio cortile), bensì perché purtroppo per troppo tempo si sono detti dei sì che hanno devastato il paesaggio e minato la nostra salute fisica e soprattutto mentale, prossimamente Luca ci scriverà perché no all’Expo che, come avete visto la Giunta Pisapia, partita già con il piede sbagliato, ha nominato Assessore all’Expo l’Arch. Boeri che aveva presentato un progetto, tra l’altro ottimo, quello degli orti per l’Expo e che però entra in conflitto di interessi perché d’ora in poi dovrà giudicare e pronunciarsi anche su decisioni e progetti che ha preso lui in precedenza come libero professionista.
Quindi non perdete perché questa settimana su Il Fatto avremo il nuovo intervento di Luca Mercalli di cui vi segnalo anche il libro uscito per Chiarelettere “Prepariamoci” dove si parla di questo e di altri argomenti, oggi però ho voluto parlarvene soprattutto ai fini della famosa riduzione delle spese e dunque delle tasse.

Cominciamo a ribellarci, almeno dentro alla nostra mente all’idea che non si possano ridurre gli sprechi e che non si possano ridurre le tasse, ridurre gli sprechi si può, ridurre le tasse dunque si può, a patto che prima si facciano pagare le tasse a chi non le paga e si sia riusciti a aggredire e a tappare tutti quei buchi che in questo libro sono elencati e che si chiamano “evasione contributiva, evasione fiscale, corruzione, reati ambientali, patrimoni mafiosi etc.” per ridurre le spese e quindi per ridurre le tasse bisogna liberarsi di una classe politica e più in generale di una classe dirigente che su quelle spese e su quegli sprechi ingrassa e sull’evasione fiscale campa di rendita facendosi eleggere da milioni di evasori, di ladri e di mafiosi e di corrotti e di corruttori, passate parola!

Fonte: BeppeGrillo.it

 

Buongiorno a tutti, allora il nostro governo ha voluto rimanere nell’illegalità fino all’ultimo istante e poche ore fa con le urne ancora aperte e con il quorum ancora da raggiungere, c’è oltretutto il pasticcio del voto degli italiani all’estero causato dalla legge che all’ultimo momento aveva cambiato le carte in tavola sul nucleare rendendo così superata la scheda in materia nucleare votata dagli italiani all’estero a partire da due settimane fa, il Ministro Maroni e il Presidente del Consiglio Berlusconi hanno annunciato che il quorum è stato raggiunto, così da scoraggiare chi deve andare a votare a farlo, seminando rilassamento nell’elettorato e magari tenendo a casa qualcuno che in caso contrario invece si sarebbe precipitato alle urne, dato che sono le 14 e c’è ancora un’ora di tempo per votare.

Vincono i cittadini, vince la Rete.

Vorrei dire che non è affatto detto che si sia superata quella soglia di sicurezza, di garanzia tale da rendere vano l’eventuale scorporo dei voti all’estero e quindi abbiamo ancora un’altra chi non lo ha fatto e ci sta seguendo in diretta streaming sul blog di Grillo e sugli altri blog, per favore vada a votare e porti chiunque conosca a andare a votare.
Detto questo i dati che abbiamo visto ufficiali di ieri sera segnalano che si possono comunque dare per scontate le cifre che nessuno tra i sostenitori del non voto aveva previsto alla vigilia e cioè che la maggioranza degli italiani in Italia è andata a votare per i quattro quesiti, tra l’altro quesiti che hanno una partecipazione praticamente identica e dato che è impossibile che siano andati a votare soltanto gli elettori del centro-sinistra, questo vuole dire che sono andati a votare anche degli elettori della Lega e del centro-destra e hanno ritirato e compilato, non sappiamo come, anche la scheda sul legittimo impedimento, quella che riguarda la persona dell’imputato Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, questo naturalmente ci consente di tirare delle prime conclusioni politiche anche se non sappiamo ancora di quanto si è superata la soglia di quel 50% più 1 e quindi per questo dico che dobbiamo utilizzare molto bene quest’ultima ora che ci rimane, proprio perché se già come dice Maroni è stato raggiunto il quorum anche al netto degli italiani all’estero, è un’occasione di più per sfondare la soglia di quel 55% che è una soglia di sicurezza e per far dilagare proprio questo sì, questo gigantesco sì, se invece non è stata ancora raggiunta è un’occasione per raggiungerla e per non darla vinta a quelli che fino all’ultimo illegalmente hanno voluto rompere il silenzio elettorale non essendo dei cittadini comuni, ma essendo rispettivamente il Ministro dell’Interno e il Presidente del Consiglio, dico illegalità perché tutta la campagna elettorale si è svolta nell’illegalità più assoluta, pensiamo soltanto al mondo dell’informazione, quella che chiamiamo mondo dell’informazione, informazione di regime naturalmente, il Tg1 ne ha combinate di tutti i colori, è riuscito a sbagliare la data dei referendum, è riuscito a taroccare persino il meteo l’altra sera alle previsioni del tempo, si diceva che era previsto per domenica un tale bel tempo da giustificare una bella gita, questo è il servizio pubblico radiotelevisivo, primo canale RAI uso criminoso della televisione pagata con i soldi di tutti, andate al mare, ci mandavano a dire i trombettieri di regime, addirittura nelle previsioni del tempo, per non parlare naturalmente della censura vergognosa applicata dal telegiornale di Minzolini, dal Tg2, dal Tg5, dal Tg4, dal Tg di Studio Aperto pensate che secondo Media analysis, dall’inizio di quest’anno fino al 31 maggio nei 7 principali telegiornali nazionali si è parlato del quesito referendario sul nucleare, il più popolare, il più sentito dalla gente soltanto in 81 notizie, stiamo parlando di 5 mesi, 5 per 3 15, 150 giorni, pensate quante edizioni di queste 7 telegiornali vanno in onda in 150 giorni, parliamo di alcune migliaia di edizioni, 81 notizie soltanto dedicate al quesito sul nucleare, 11 al Tg1, 15 al Tg2, 28 al Tg3, 3 al tg4, 7 al Tg5 una sola a Studio Aperto, 16 al Tg di La 7 che non a caso sfonda gli ascolti non perché sia particolarmente penetrante, semplicemente perché è solito di tanto in tanto dare le notizie.
Illegalità di ogni genere, illegalità con l’appello al non voto da parte del Capo del Governo, l’Art. 48 se non erro della Costituzione stabilisce che il voto è un dovere civico, dopodiché nessuno finisce in galera perché non va a votare, ma che il Capo del Governo inciti la gente a contravvenire a un dovere civico previsto dalla Costituzione, anche questo dà il segno dell’illegalità nella quale abitano le nostre istituzioni e quando ieri, domenica il Presidente della Repubblica Napolitano è andato a votare, da che mondo è mondo, si mostrano le immagini delle massime autorità dello Stato che infilano la scheda nell’urna, ieri per la prima volta molti telegiornali hanno fatto finta che ciò non fosse accaduto, per evitare l’effetto emulazione, perché se si mostra Grillo che va a votare uno dice: oddio, ho paura di Grillo, quel rivoluzionario qualunquista, dice anche dei vaffanculo, ma se uno mostra Napolitano che mette la scheda nell’urna, molta gente timorata di Dio, dirà: oddio ma allora si può andare a votare, non è eversivo andare a votare, infatti non ci hanno mostrato Napolitano che andava a votare, illegalità assoluta, eppure contro tutto e contro tutti la maggioranza degli italiani in una splendida domenica di sole e in un lunedì mattina sono andati a votare, contravvenendo agli ordini e quando non agli ordini, i desideri della stragrande maggioranza dei partiti che questi referendum non li hanno voluti, state attenti alcuni li hanno cavalcati negli ultimi giorni quando hanno annusato che poteva farsi il quorum, alcuni altri più furbi hanno cominciato a cavalcarli dopo l’incidente di Fukushima quando hanno annusato che almeno quello del nucleare poteva raggiungere il quorum e che quindi si sarebbe potuto trascinare dietro gli altri, ma quando è iniziata questa battaglia e cioè 2 anni fa, nessun partito, salvo chi ha proposto quei referendum e cioè l’Italia dei Valori per quanto riguarda il referendum sul nucleare e il referendum sul legittimo impedimento e poi i referendum sull’acqua che però sono stati scavalcati da quelli dei comitati per l’acqua pubblica che non sto qui a enumerare perché per fortuna sono tantissimi, a parte queste forze che all’inizio hanno reso possibili questi referendum, nessuno dei grandi partiti ha aiutato la raccolta delle firme, anzi l’hanno sabotata la raccolta delle firme e se andate su Internet troverete delle meravigliose dichiarazioni dei leader tanto del Pdl, quanto del PD, quanto della Lega che ridevano a quei poveri ingenui, illusi, a quelle animucce candide che pensavano di poter fare il quorum, anzi dai vertici del PD, quelli che sono abituati a perdere sempre tutte le elezioni importanti e a mancare sempre tutti gli appuntamenti importanti con i cittadini, partivano grandi lezioni a Di Pietro e agli altri con il ditino alzano “state attenti perché se fate un referendum e poi il referendum non fa il quorum – e questi non faranno il quorum – darete a Berlusconi la possibilità di vincere” in realtà chi ha dato per 17 anni la possibilità di vincere a Berlusconi sono questi dirigenti del centro-sinistra con i quali, come diceva Nanni Moretti nel 2002, non si vincerà mai!
Infatti hanno perso un’altra occasione d’oro per vincere come l’hanno persa disertando il Pala Vobis nel 2002, come l’hanno persa disertando tutti i girotondi nel 2002 e nel 2003, come l’hanno persa disertando il movimento contro un certo tipo di globalizzazione, disertando il G8 di Genova, disertando le successive manifestazioni di Firenze, dei no global etc., come l’hanno persa non solo disertando, ma addirittura contrastando armi in pugno il movimento No Tav, il movimento No dal Molin, il movimento No Ponte, tutte le volte in cui le piazze si riempivano, comprese le volte in cui c’erano manifestazioni con la guerra in Iraq e in Afghanistan il vertice, il politburo del PD stava fuori o stava addirittura contro quei cittadini e adesso è stato prima contro e poi fuori anche questa grande mobilitazione che ha portato la maggioranza degli italiani, vedremo di quanto maggioranza, tra qualche ora a votare sì contro l’acqua privatizzata, la gestione dell’acqua privatizzata, contro le centrali nucleari e contro il legittimo impedimento, un’altra occasione mancata da questi perditori professionisti che ogni tanto si travestono da vincitori, oggi vedremo di nuovo qualcuno di questi leader che stampa lo Champagne, perché? Perché negli ultimi giorni si sono aggregati a un carro che non avevano voluto e anzi avevano contrastato.
Mi sono ritagliato perché certe cose vanno ritagliate, alcune pagine dei giornali sconfitti, questo è Libero, il sondaggista Piepoli al 50% il quorum non si raggiungerà, bravo Piepoli, datti alle previsioni del tempo! Vogliono colpire il Cavaliere e la natura contro il referendum, Libero, poi le prime pagine di Libero facciamo saltare il referendum, meglio non votare state a casa, stanno a casa anche loro, referendum no grazie, legittimo impedimento il referendum più inutile, Filippo Facci Libero, voto a perdere la presa in giro, se ai referendum vincono i sì la bolletta energetica rincarerà, l’acqua resterà ai privati, Silvio dovrà presenziare a un’udienza in più e gli elettori saranno stati usati e gettati ancora una volta! Ecco quei coglioni degli elettori non devono andare a votare! Risultato ci sono andati in massa, anche per dire no a questo modo di fare “giornalismo”. Questa dunque è a sconfitta di tutte queste muffe che abbiamo appena enumerato, di chi è la vittoria? La vittoria è di quelli che si sono battuti fin dall’inizio e quindi è la vittoria per parlare di politica dentro il palazzo di Di Pietro e della sua gente che ha raccolto le firme e poi fuori dal palazzo naturalmente è la vittoria di Grillo, Celentano, di qualche giornale, chi aveva cominciato prima come Il Fatto Quotidiano, chi è arrivato subito dopo come L’Espresso, chi è arrivato un po’ più in fondo come Repubblica, è la vittoria di chi ha dato spazio in televisione ai referendum fin dall’inizio come Michele Santoro che non a casa sarà l’unico, ve lo assicuro, a non andare in onda sulle reti RAI a partire da settembre.
Tra i giornali che hanno fatto campagna per il no a parte un articoletto a favore del sì sul legittimo impedimento si segnala anche Il Corriere della Sera che oggi prende una legnata storica, perché? Perché purtroppo questi grandi giornali salvo rare eccezioni sono fatti da gente che non esce per strada, che non prende il treno, che non prende mezzi pubblici, che non va in mezzo alla gente, che non annusa quello che sta succedendo e che quindi ogni volta che succedono casi come quelli che stanno succedendosi in queste ultime settimane, rimangono stupefatti, attoniti, increduli, perché? Perché non sono più abituati a confrontarsi con la realtà, vivono in un mondo virtuale, autoreferenziale, si parlano tra di loro e fanno i giornali per sé stessi e per i loro amichetti, editori, non per i loro lettori che infatti sempre più li stanno abbandonando.
Guardate che il miracolo che sono riusciti a fare tutti questi signori è notevole nel giro di due settimane, sono riuscite a far eleggere un comunista a Milano, Pisapia città Milano dove mai c’era stato un sindaco comunista, c’era stato uno Borghini che veniva dal partito Comunista ma era diventato nel frattempo socialista, sono riusciti a far eleggere un magistrato De Magistris a Napoli, città che ha il record europeo per numero di delitti, in massa hanno votato per un magistrato e adesso l’ultimo miracolo, dal 1995, da quando il potere di Berlusconi si è consolidato dopo un anno di pre- regime, il suo primo governo è durato soltanto 8 mesi, dal 1995 in avanti non si era mai fatto il quorum e dire che di referendum se ne erano fatti tanti, anche importanti, anche sulla legge elettorale perché lui aveva stabilito un modo diverso di fare politica, lui e gli altri, lui e noi e quindi dato che a lui i referendum non interessavano, la gente in anestesia totale come diceva Montanelli, è rimasta per 16 anni soggiogata da quell’incantesimo, è inutile andare a fare i referendum, ci pensa lui a noi, adesso finalmente è tornata la democrazia, non è più lui noi, ma siamo noi senza lui, anzi noi senza i partiti, perché se c’è una lezione che segna la continuità tra le elezioni amministrative e questo referendum è che la gente fa da sé, è che la gente si è liberata dei guru che le dicono cosa deve fare e cosa non deve fare, stai a casa, vai al mare, vai in montagna, vai al lago, vieni a votare, vieni a votare su un piede solo, vieni a votare con il cappello, vieni a votare in giacca e cravatta, vieni a votare in maniche di camicia, lo decidiamo noi su cosa dobbiamo votare, come dobbiamo votare e quando dobbiamo andare a votare, non lo decidono più i partiti, sono ormai sorpassati dalla gente oltre che dai tempi, scavalcati dalla gente e dai tempi e questo grazie naturalmente, lo dobbiamo dire, alla rete, queste sono le prime elezioni dove il potere di Internet, della gente, il potere diffuso si è fatto sentire, in altri paesi Internet ha influenzato e di molto anche elezioni di due o tre, quattro anni fa, le elezioni di Obama per esempio, da noi le cose arrivano sempre un po’
dopo, onore al merito di chi ci ha creduto e di chi lo ha capito un po’ prima, ma queste sono le elezioni dove la campagna elettorale espulsa dalla televisione e dai grandi giornali, si è trasferita su Twitter, Facebook, blog, siti e su alcuni giornali, alcune trasmissioni come Anno Zero, Il Fatto Quotidiano che hanno avuto il merito di interagire con i propri elettori, probabilmente perché sono giornali e trasmissioni che sono fatti per i lettori e che stanno, Anno Zero stava in piedi grazie ai telespettatori, non certamente grazie alla RAI che hanno Anno Zero non l’ha mai voluta.

Santoro e la RAI.

A questo proposito detto ciò che c’era da dire sul referendum, forse c’è ancora una cosa da aggiungere ma la aggiungerò alla fine, volevo spiegare brevemente cosa è successo intorno a Santoro, perché la cosa più difficile da far capire è proprio l’antefatto, si vede sempre l’ultimo fotogramma del film, Santoro se ne va dalla RAI con una liquidazione di 2.3000.000, quindi prendi i soldi e scappa, è una questione di soldi, risoluzione consensuale del contratto, l’ha firmata anche lui, adesso di cosa si lamenta? Vada alla 7, questo è l’ultimo fotogramma, quello che si trascura è il pregresso, come si è arrivati a questa soluzione sulla quale naturalmente ciascuno può avere l’idea che vuole.
Bisogna partire da lontano, dal fatto che Michele Santoro ha inventato un nuovo modo di fare approfondimento giornalistico, è il primo che ha messo il mega schermo in studio, è il primo che ha condotto in piedi in mezzo alla gente in studio, è il primo che ha inventato i collegamenti con le piazze per far parlare la gente con gli ospiti, i politici e non Samarcanda, questo era… la Bbc gli chiese il format perché era un format nato dentro la RAI, non comprato dall’estero, anzi all’estero lo volevano comprare, il programma di Samarcanda poi cambiò vari nomi, denominazioni, venne modificato a seconda dei tempi, si chiamò poi Il rosso e nero. Nel 1996 il centro-sinistra va la prima volta, il centro-sinistra attuale, come lo conosciamo noi con gli ex comunisti dentro, al governo, con il primo governo Prodi, la RAI se la pappa Veltroni che sistema un intellettuale che di Tv non sa nulla, Enzo Siciliano alla presidenza della RAI e questo Siciliano non trova di meglio che dire “Michele chi?” la famosa frase con cui venne liquidato Santoro, si pensava che Santoro non fosse funzionale neanche al centro-sinistra come non lo era stato alla Prima repubblica, così non piaceva alla seconda, né al centro-sinistra né al centro-destra perché Santoro sappiamo benissimo è di idee di sinistra, ha sempre votato a sinistra, ma non obbedisce, non è organico, non risponde agli ordini del centro-sinistra e quindi nel 1996 fu mandato via dalla RAI del centro-sinistra, dato che eravamo in pieno duopolio e non c’erano alternative, non c’era Internet, non c’era la web tv, non c’era Sky, non c’era il satellite, non c’era il digitale, non c’era nulla, c’era soltanto o RAI o Mediaset, Santoro buttato via dalla RAI, nel momento in cui Berlusconi era sconfitto e sembrava finito politicamente parlando, non c’era ancora stata la bicamerale di D’Alema che l’ha poi resuscitato nel 1997/1998 accettò l’offerta di Mediaset e andò a lavorare per due anni lì con un programma che si chiamava Moby Dick e che naturalmente dopo un po’ di tempo arrivò allo scontro con i vertici di Mediaset, perché? Perché fece una puntata sui processi di corruzione giudiziaria a Previti e una puntata sui processi di mafia a Dell’Utri, il famoso Moby Dick in cui Dell’Utri con un lapsus freudiano disse “mi processano perché sono mafioso” voleva dire “perché sono siciliano” ma disse “perché sono mafioso” e poi fece il giro del mondo quella frase, da Blob in giù!
Dopo quelle due puntate Santoro capì che il suo futuro a Mediaset era concluso e per fortuna alla RAI arrivarono uomini di televisione come il Presidente Roberto Zaccaria e soprattutto come Carlo Freccero a RAI 2 i quali ripresero Santoro e gli fecero un contratto da direttore come funzione e come mansione conduttore di un programma di approfondimento giornalistico di prima serata, che è quello che Santoro sapeva fare e così per il primo anno dato che non c’erano spazi nei palinsesti Santoro fece un programma mensile che si chiamava Circus e che girava in un teatro tenda per le città d’Italia, dal secondo anno, dal 2000 quando ritornò la sua scansione settimanale fece Il raggio verde, lo fece nel 2000 e nel 2001 quindi due stagioni, nella campagna elettorale del 2001, quella dove Berlusconi, tutti lo sapevano, avrebbe stravinto le elezioni politiche, basti dire che il suo competitor era Rutelli, ci fu il caso Luttazzi quando io andai a presentare il mio libro “L’odore dei soldi” scritto con Elio Veltri successe quello che successe, si parlò di mafia, Berlusconi e Dell’Utri, Santoro ovviamente riprese quelle polemiche con alcune trasmissioni, Enzo Biagi le riprese, Berlusconi perse un sacco di voti a causa di quelle informazioni che passavano tramite la televisione sui suoi rapporti con la mafia, Berlusconi vinse ugualmente le elezioni perché il centro-sinistra era talmente sotto che neanche quelle informazioni sui suoi rapporti con la mafia fecero sì che Berlusconi perdesse le elezioni, ma Berlusconi capì che una televisione dove si poteva parlare liberamente dei fatti era per lui dannosissima, ora che si apprestava a tornare al governo e infatti appena formò il suo governo, nel giro di pochi mesi liquidò la RAI, o meglio liquidò ciò che in RAI avrebbe potuto dargli fastidio, l’editto Bulgaro 18 aprile 2002, Santoro Biagi e Luttazzi hanno fatto un uso criminoso della televisione pagata con i soldi di tutti, faremo in modo che ciò non accada più, a meno che non cambino dato che Santoro, Luttazzi e Biagi così sono fatti per fortuna non promisero di cambiare, non chiesero scusa a nessuno avendo fatto semplicemente il loro dovere e quindi furono silurati uno dopo l’altro e Santoro rimase dal 2002 al 2006 senza lavorare, pur avendo un contratto a tempo indeterminato da direttore in cui la RAI si impegnava a pagarlo 630 mila Euro all’anno, stipendio da direttore in cambio di un programma settimanale di prima serata di approfondimento giornalistico, tant’è che con quel contratto Santoro andò dal giudice del lavoro affinché lo facesse rispettare.
Nelle more dei tempi della giustizia cosa poteva fare? Poteva starsene in panciolle alla RAI a rubare lo stipendio con i nostri soldi del canone, decise di non farlo, di non ammuffire a spese nostre, di non farsi pagare per non fare nulla e quindi dato che non poteva lavorare, accettò, secondo me sciaguratamente l’offerta che il centro-sinistra gli fece di candidarsi al Parlamento europeo, andò al europeo sperando che al Parlamento europeo si potesse fare qualcosa contro il conflitto di interessi e contro la censura di regime che vigeva in Italia, purtroppo il Parlamento europeo da quel punto di vista lì della libertà di informazione è un ente inutile, superfluo, si limita a fare delle raccomandazioni agli stati che poi se ne fottono e infatti quella battaglia Santoro tentò di farla sostanzialmente cadde nel vuoto, nel frattempo per fortuna il Giudice nell’autunno 2005 diede ragione a Santoro semplicemente perché il contratto stabiliva quello e quindi la RAI o lo licenziava o lo faceva lavorare nei termini previsti dal contratto, quindi non è vero che il giudice abbia deciso i palinsesti della RAI, il giudice ha detto alla RAI: hai firmato un contratto, rispettalo o altrimenti lo rescindi, se lo rescindi ovviamente licenziando un tuo direttore senza giusta causa, dovrai pagare delle penali, è ovvio, ma lo puoi fare.

Craxi-Berlusconi andata e ritorno.

La RAI quindi fu costretta a reintegrare Santoro per ordine del giudice e a reintegrarlo in prima serata ovviamente per fare un programma di approfondimento giornalistico come da contratto, ma subito fece ricorso in appello, intanto Santoro andò in onda.
Non perché ce l’aveva mandato il centro-sinistra tornato al potere nel 2006, prima delle elezioni del 2006 già la RAI sotto il governo di centro-destra fu costretta a deliberare il rientro di Santoro, Santoro progettò un nuovo programma che si chiamava Anno Zero e che andò in onda dall’autunno del 2006, io ne ho fatto parte per 5 anni, non vi dico né se era bello né se era brutto, lo deciderete voi, vi dico soltanto che è stato in quei 5 anni il programma di approfondimento giornalistico più visto dell’intera televisione italiana, non so perché mi mancano i dati, quanti altri programmi di approfondimenti giornalistico in Europa raggiungano uno share del 20/21% che è lo share con cui Anno Zero ha concluso quest’ultima stagione, la quinta, share vuole dire quante persone sintonizzate in quel momento sui canali televisivi tutti, stanno guardando un programma, Anno Zero lo vedevano a volte un telespettatore attivo su 4, a volte uno spettatore attivo su 5, il tutto su una rete marginale come RAI 2 che è vista mediamente durante la giornata dall’8/9 % delle persone, quindi Anno Zero triplicava gli ascolti della sua rete e nessuno riusciva a fare programmi che fossero visti più di Anno Zero, questo cosa significa? Significa non solo audience e prestigio, significa anche introiti pubblicitari per l’azienda che incassava circa 15/16 milioni di Euro all’anno di pubblicità la RAI, a fronte di un costo annuo della trasmissione di 5/6 milioni, quindi ogni anno la RAI si mette in tasca 10 milioni di Euro grazie a Santoro e alla sua squadra.
Ce ne hanno combinate di tutti i colori in questi anni dai corsi all'Authority , denunce, minacce, non ci hanno fatto il contratto a me e a Vauro l’anno scorso per le prime 4 o 5 puntate, poi l’hanno sanato alla fine, quest’anno addirittura per le prime 32 puntate su 35 noi abbiamo lavorato gratis senza un contratto, senza neanche un rimborso spese, poi hanno sanato alla fine per evitare una causa che sarebbe costata alla RAI molto più di quello che ci era dovuto, ne hanno combinate di tutti i colori, basta che vi ricordiate le telefonate di Berlusconi ai commissari dell'Agcom e di questi a Masi perché si trovasse un pretesto per chiudere Anno Zero.
Alla fine l’anno scorso Santoro vince anche in appello e il RAI cosa fa, si rassegna? Dice mi tengo la gallina dalle uova d’oro che mi fa guadagnare 10 milioni all’anno? Che mi guadagna il triplo di quello che mi costa? La RAI fa ricorso in Cassazione, la RAI del Presidente PD Galimberti e del Direttore generale all’epoca Masi, oggi Lorenza Lei, si arriva alla scorsa settimana quando era prevista la sentenza di Cassazione, o meglio la sentenza di Cassazione era fissata al 2013, quindi Santoro avrebbe potuto completare la legislatura nel frattempo che la Cassazione decideva, ma poi Masi e gli Avvocati RAI chiedono alla Cassazione di anticipare di 2 anni la sentenza e incredibilmente la Cassazione decide di seguire i tempi non propri, ma i tempi chiesti da una delle due parti in lite di questa causa civile di lavoro, a questo punto Santoro comincia a annusare puzza di bruciato, com’è che la Cassazione à la carte si fa dettare l’agenda dalla RAI che è in causa contro di me, capisce che potrebbe esserci qualcosetta che non quadra, basterebbe che la Cassazione cambiasse un ; della sentenza d’appello, magari annullandola con rinvio a un nuovo processo d’appello perché la RAI abbia il pretesto per chiudere Anno Zero e tenere lì a bagno maria Santoro e tutta la sua squadra senza fare niente, bloccati! Una Ferrari chiusa in garage, mentre fuori c’è il Gran Premio e gli altri corrono, ecco perché per il secondo anno consecutivo avvia una trattativa per chiudere questo contenzioso giudiziario che gli costava anche un sacco di soldi perché gli avvocati per andare in onda sulla RAI e far guadagnare la RAI se li pagava Santoro, e la RAI mentre con una mano incamerava i soldi che le portava Santoro, con l’altra gli faceva causa per mandarlo via, per farlo fuori e gli faceva spendere i soldi, non so se vi è chiaro, Santoro pagava ogni giorno il biglietto per andare in onda e arricchire la RAI, visto che il suo contratto, un lauto contratto da Direttore ci mancherebbe, era sempre quello fisso, mica indicizzato, fisso del 1999 quando era rientrato in RAI, 630 mila Euro lordi all’anno, mica legato agli andamenti dell’audience, assolutamente!
Ecco perché la transazione dell’anno scorso poi è naufragata per l’insipienza di Masi e la transazione di quest’anno, la RAI rinuncia a trascinare in Cassazione Santoro, Santoro cosa deve fare in cambio? Un editore normale gli direbbe: non ti faccio più causa, ti lascio in onda, concordiamo insieme io editore e tu direttore un prodotto che sia in grado di avere successo nel servizio pubblico, visto che sei la nostra ammiraglia, sei la nave ammiraglia della nostra flotta, invece no, cosa gli dicono? Se vuoi che ritiriamo la causa contro di te, tu te ne devi andare dalla RAI e quello glielo dicono la Signora Lei, centro-destra e il Signor Galimberti PD, a questo punto Santoro dice: se è quello che volete io pur di evitare di finire ancora in Tribunale, Corte d’Appello, Cassazione per altri anni e pur di evitare l’umiliazione di continuare a andare in onda non perché sono bravo insieme alla mia squadra, ma perché lo ordina un giudice a voi che non mi volete, accetto di uscire, ma faccio mettere la clausola che io potrò comunque collaborare con la RAI, perché? Perché non ho più un contratto da direttore a tempo indeterminato per cui mi potete fare un contratto di collaborazione, se vi serve la mia opera, altrimenti la mia opera cercherò di prestarla per qualcun altro, ovvia non potrà più essere Mediaset e quindi rimane La 7, oppure rimane Sky anche se Santoro ovviamente ha un rapporto con il pubblico tale per cui non può certamente rintanarsi in una televisione a pagamento, oppure vediamo se in futuro si svilupperanno rapidamente Web tv e cose di questo genere!
Questa è la situazione, quindi è la RAI che ha sospinto Santoro fuori dalla porta, non è Santoro… ovviamente nel momento in cui sciolgono un contratto a tempo indeterminato che sarebbe durato fino al 2017 quando Santoro sarebbe andato in pensione, quindi per altri 6 anni, quasi 4 milioni di Euro avrebbe ancora preso di stipendio senza contare la liquidazione se fosse rimasto lì fino alla fine, quindi è ovvio che per mandarti via prima ti devono dare la liquidazione e in più uno scivolo che è previsto dalle regole RAI secondo i calcoli che hanno fatto sono quei 2.300.000 che Santoro ha preso liquidazione e scivolo per rinunciare a 6 anni di stipendio.
Adesso cosa succede? Santoro ha detto: se mi volete sono qua, sono sul mercato, ho una squadra da paura, 22% di media di share all’anno con punte, ultima puntata 32%, ha superato Vieni via con me di Fazio e Saviano, oppure ditemi voi cosa volete fare, ecco l’ultima cosiddetta polemica con Galimberti, il quale ha detto: demagogo, uso privato della televisione, faccia una proposta e la esaminerà il Direttore generale, come se Santoro fosse uno stagista o un precario che arriva lì con il suo curriculum, intanto naturalmente continuiamo a pagare palate di milioni ai Vespa, Ferrara, abbiamo appena pagato 3 milioni credo a Sgarbi per quel flop clamoroso, quindi un’azienda che si spara sui piedi per ordine del Presidente del Consiglio che è anche il padrone dell’azienda concorrente, il problema è che come sempre il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e quindi se Santoro dovesse andare da un’altra parte con i suoi milioni di telespettatori, segnerebbe la fine del duopolio e l’inizio di una democrazia vera anche all’interno del sistema televisivo o a La 7 o altrove, venerdì sera siete tutti invitati ovviamente in streaming o sulle televisioni in digitale o su Current che trasmetteranno l’evento, la serata organizzata con La Fiom “Tutti in piedi” sui diritti dei cittadini a cui parteciperanno, ma leggerete sul sito de Il Fatto Quotidiano perché sponsorizzeremo questa manifestazione e la trasmetteremo anche, lì ci sarà un altro esperimento come quello dell’anno scorso RAI per una notte, una piattaforma integrata di Internet in streaming, di digitale terrestre, alcune televisioni importanti regionali o interregionali e il satellite Current e poi You Tube registrata nei giorni successivi e quindi si vedrà a quanto ammonta questo patrimonio, ma certamente se ci fossero conferme di quei milioni di persone che l’anno scorso con una certa fatica videro RAI per una notte, vorrebbe dire che forse vale la pena buttarsi e forse vale la pena superare anche l’occasione che si presenta da parte di La 7 che, non è la libertà assoluta, ci mancherebbe è in mano a Telecom, ma ha saputo garantire un minimo di decenza dal punto di vista dell’informazione in questi ultimi anni.

Quindi quello che volevo dire che è legato a Santoro ma anche al referendum, è che nel 1991 nel famoso referendum che segnò la fine della Prima Repubblica, Craxi disse “andate al mare” e nel giro di pochi mesi al mare ci andò lui ma a Hammamet da latitante, l’altro giorno Berlusconi ha detto “non andate a votare” e è andato al mare a Villa Certosa, speriamo che raggiunga presto i lidi di Hammamet anche lui, per quanto vi riguarda e ci riguarda ci vediamo tutti quanti sempre per non andare al mare politicamente parlando e per essere sempre impegnati, venerdì sera per chi può al Paladozza a Bologna e per chi non può seguite le istruzioni sul sito del ilfattoquotidiano.it e intanto godiamoci questa vittoria referendaria che è la vera svolta, passate parola!

Fonte: BeppeGrillo.it

 

Buongiorno a tutti, domenica 12 e lunedì 13 giugno andremo a votare, almeno io andrò a votare, spero lo facciate tutti voi e portiate gente possibile a votare indipendentemente dal cosa poi si voterà, per 4 referendum, per dire sì o no a 4 quesiti che propongono di abolire 4 leggi. 4 norme: la prima lo sappiamo, riguarda il legittimo impedimento, la seconda riguarda il nucleare, la terza e la quarta riguardano la privatizzazione della gestione dei servizi idrici, dell’acqua, si sa poco o nulla di questi referendum se non in generale, se non che si terranno sul dettaglio, il colore delle schede, cosa prevedono i vari quesiti, cosa succede se vince il sì, cosa succede se vince il no, cosa succede se non si raggiunge il quorum, mistero, allora cerchiamo di fare chiarezza in termini molto semplici, spero, senza entrare nei tecnicismi, ma dando un’informazione completa di quello che ci aspetta domenica e lunedì fino alle 15 quando entreremo nel seggio e nella cabina elettorale con 4 schede in mano.

Sì all'acqua pubblica.

La prima e la seconda scheda di cui vi voglio parlare, sono quelle che riguardano l’acqua, una è di colore rosso, l’altra è di colore giallo.
Quella di colore rosso porterà scritta una frase ostrogota nella quale si dice “Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica” il quesito punta a abrogare l’Art. 23 bis del Decreto Legge 25 giugno 2008 N. 112 che è il cosiddetto Decreto Ronchi, in cui si parla di disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, competitività e la stabilizzazione della finanza pubblica, la perequazione tributaria che è stato poi modificato più volte nel 2009, la parola acqua in questa scheda rossa non compare mai, neanche i suoi derivati tipo idrici, idrico, eppure si parla di acqua, scheda rossa, cosa siamo chiamati a decidere? Se abrogare questa norma che prevede l’obbligatorietà della gestione privata dei servizi idrici almeno per quanto riguarda il pacchetto di maggioranza delle società che li gestiscono, il decreto è più ampio perché riguarda tutti i servizi pubblici di rilevanza economica e si stabilisce per decisione di questo governo che debbano essere i privati a avere la maggioranza nelle società che gestiscono acquedotti e affini, il pubblico può partecipare ma in minoranza, quindi la regola è che la maggioranza la debbono sempre avere dei soggetti con finalità ovviamente di lucro, profitto dei privati, o con società completamente private o con società miste pubblico – private dove però il pubblico è minoritario, quindi naturalmente si fanno le gare, si stabilisce che almeno il 40% di queste società vada a capitale privato, quindi multinazionali, finanziarie, fondi etc.. Le società quindi attualmente a totale capitale pubblico che gestiscono moltissimi acquedotti comunali etc., dovranno cessare improrogabilmente dalla loro attività entro il dicembre di quest’anno, oppure potranno continuare a gestire servizi idrici, soltanto se si trasformeranno in società miste con un capitale privato di almeno il 40%, chi vota sì cancella questa norma e cioè consente che possano continuare a essere delle società a capitale interamente pubblico o a maggioranza di capitale pubblico a gestire i servizi che ci portano l’acqua in casa e che trasportano l’acqua dalle fonti, dalle sorgenti a noi consumatori, cittadini che la dobbiamo bere, che la dobbiamo usare per le nostre esigenze personali, quindi sì vuole dire no alla privatizzazione obbligatoria dei servizi idrici, dire no invece significa confermare il Decreto Ronchi, sì all’abrogazione del Decreto Ronchi che stabilisce l’obbligatorietà di società private a gestire l’acqua, quindi non è l’acqua in sé che viene privatizzata, sono i servizi che ce la portano e naturalmente questo a cosa va incontro? Va incontro intanto al problema delle tariffe, quanto costa l’acqua? L’acqua ovviamente essendo un bene naturale dovrebbe essere di tutti perché costa? Costa sulla nostra bolletta, costa quando viene imbottigliata etc., perché c’è qualcuno che la prende e la tratta, che la porta o la imbottiglia, ci aggiunge del suo e questo è inevitabile, il costo dell’acqua è inevitabile, il problema è quanto costa l’acqua e chi decide quanto costa l’acqua? Ora come ora, almeno là dove il servizio è ancora gestito dal servizio pubblico, cioè dai comuni e dalle società pubbliche a maggioranza di capitale pubblico, c’è un controllo democratico, perché? Perché noi eleggiamo i sindaci, i Consiglieri comunali che esprimono, le giunte comunali e che a loro volta poi decidono la gestione del servizio idrico e quindi se non ci piace come lo gestiscono li possiamo bocciare e mandare a gestirlo degli altri la volta successiva. Quindi diciamo che il servizio è in qualche modo collegato al potere del popolo, alla democratica, nel caso in cui dovesse non farsi il quorum o dovesse passare il no, ma il no è praticamente impossibile che passi, il rischio è che non passi il quorum, resterebbe per un bel po’ di anni questa norma che ha fatto questo governo, secondo cui la gestione, il servizio dell’acqua non sarebbe controllabile dai cittadini perché sarebbe affidata a privati che naturalmente ci fanno i loro affari con l’acqua, questo è il tema di cui si parla nel primo quesito, naturalmente i sostenitori del no che non avendo la possibilità di far vincere il no stanno facendo campagna perché la gente vada al mare, sempre che trovi poi qualche spiaggia dove andarci, perché sapete che stanno tentando di privatizzare, anche se è un termine un po’ generico, le spiagge per 99 anni, vogliono che l’acqua sia gestita dai privati perché sostengono che i privati sono più efficienti del pubblico, e effettivamente noi sappiamo che i pubblici poteri non brillano per efficienza, i servizi pubblici spesso sono mal gestiti da gente incompetente, messa lì dai politici per ragioni clientelari e che quindi abbiamo molti acquedotti intorno ai quali nascono casi di corruzione, truffe, interessi mafiosi che si attaccano alle reti pubbliche, ci sono sabotaggi delle reti pubbliche, il caso della Sicilia dove l’acqua si disperde in mille rivoli, gli acquedotti sono dei colabrodo o addirittura non esistono e si devono portare le taniche di acque in certi comuni, parlano da sé, lo sappiamo, pubblico in Italia non è sinonimo di efficienza sempre, ma neanche privato è sinonimo di efficienza sempre, anzi se l’acqua viene sottoposta esclusivamente a regole di mercato e se l’unico scopo di chi eroga questo servizio è quello di farci dei soldi, intanto c’è da dubitare che si possano fare soldi su un bene comune come l’acqua, a che titolo uno fa soldi su un bene comune come l’acqua? E soprattutto c’è da dubitare che avrà come principale scopo quello di migliorare il servizio, spesso per migliorare il servizio bisogna fare dei grossi investimenti, bisogna spendere molti soldi e se spendi molti soldi ne guadagni di meno e quindi di solito l’imprenditoria, almeno all’italiana, ma non soltanto all’italiana lesina gli investimenti e quindi penalizza il servizio e tutto ciò lo fa al riparo dal controllo dei cittadini che invece possono andare a punire o a premiare quei comuni, quelle amministrazioni virtuose che invece magari danno un buon servizio per quanto riguarda l’erogazione dell’acqua, quindi ci sono questioni di principio e questioni anche di soldi, è un dato di fatto che in quasi tutti i paesi del mondo e in quasi tutti i comuni d’Italia dove l’acqua è passata dal controllo maggiormente pubblico al controllo maggioritaria mente privato, le bollette e le tariffe sono aumentate, perché? Perché naturalmente il privato ci deve guadagnare, mentre invece il servizio pubblico dovrebbe garantire soltanto la buona salute della società che eroga questi servizi, ma non naturalmente l’ingrassamento della società a spese dei cittadini consumatori e soprattutto a spese del servizio e degli investimenti necessari per renderlo migliore, quindi chi dice sì al referendum non è che vuole mantenere i carrozzoni pubblici, vuole che il servizio pubblico sia più efficiente e vuole che i cittadini mantengano il controllo su chi decide, chi gestisce l’acqua, cioè un bene comune.
Spiega il Prof. Riccardo Petrella del gruppo di Lisbona del Comitato istituzionale per il contratto mondiale dell’acqua, uno dei massimi esperti e dei promotori di questo referendum che l’acqua intanto è un bene comune come l’aria, l’educazione, la salute e aggiungo io l’energia e poi aggiunge che nel primo referendum si dice con chiarezza, votando sì, che non si può accettare l’obbligatorietà del soggetto privato come unico e solo gestore titolare del servizio idrico, è vero che l’esperienza delle municipalizzate a capitale pubblico è molto negativa, ma questo non vuole dire che lo Stato debba abdicare i propri compiti, lo Stato deve tornare a fare lo Stato e deve essere pubblico in quanto deve essere nell’interesse dei cittadini e deve poter essere controllato dai cittadini.
Nell’Art. 23 del Decreto Ronchi è scritto in maniera esplicita che lo Stato italiano non è abilitato a gestire il servizio unico e questo dice il Prof. Petrella è un vero e proprio rigetto dello Stato, un’assurdità lo Stato che nega sé stesso! Cosa succede se vincono i sì, potremo avere ancora l’acqua a gestione pubblica, decidendo semplicemente di eleggere in comune persone che sostengono la gestione pubblica, mentre se vince il no o non passa il quorum, avremo dappertutto obbligatoriamente i privati che la fanno da padroni nella gestione del servizio idrico, scheda rossa, primo quesito sull’acqua.
Passiamo al secondo quesito sull’acqua che è la scheda gialla, lì si parla di “Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito” e qui almeno idrico c’è, quindi si capisce che si parla di acqua nella scheda gialla, il quesito dice: volete voi che sia abrogato il comma 1 dell’Art. 154, tariffa del servizio idrico integrato del Decreto Legislativo N. 152 del 3 aprile 2006 norme in materia ambientale limitatamente alla seguente parte: dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito? Tutto ciò cosa significa in italiano? Significa che nel Codice dell’ambiente all’Art. 154, Decreto Legislativo 2006, al comma 1 quello che si vorrebbe abrogare è stabilito come devono essere calcolate le tariffe che noi cittadini paghiamo sulla bolletta per il servizio idrico, si dice che le tariffe devono obbligatoriamente tenere conto dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito, quindi cosa dicono i promotori di questo secondo referendum? Che la norma che si vuole abrogare, quella che consente ai gestori di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% per remunerare il capitale investito senza alcun collegamento a qualunque logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio, non obbliga chi gestisce il servizio a fare degli investimenti per migliorare il servizio, dice che la tariffa anche se non fanno investimenti e se lasciano il colabrodo che c’è, deve garantire il 7% di utile a chi gestisce il servizio per ricompensarlo del capitale che ha investito nel costituire questa società o nel comprarsi naturalmente la gestione del servizio medesimo e quindi cancellando questa norma assurda si elimina questo cavallo di Troia che apre la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici, perché i privati naturalmente accettano di entrare in questo servizio se hanno la garanzia di un profitto, di un utile, questo profitto gli viene assicurato addirittura obbligatoriamente per legge e quindi ci si fiondano ovviamente sull’acqua, se invece dovessero andarsi a guadagnare con il loro sudore o con i loro investimenti un profitto collegato con il lavoro che ci mettono per migliorare il servizio, magari alcuni di loro non ci si butterebbero in questo servizio, perché? Perché rischierebbero magari di non farli gli utili se non sono bravi o se hanno troppo da investire rispetto a quello che hanno da guadagnare, invece qui gli si garantisce il 7%, capito? Dice il Prof. Petrella: la nostra legge, è vero che il gestore privato deve avere una logica di profitto, è ovvio che i privati fanno impresa per guadagnarci, mica per perderci, ma la legge parla di stabilire una tariffa che prevede obbligatoriamente almeno il 7% di profitto per il privato, senza prevedere alcun obbligo di investimento, in nessuno dei paesi del mondo che consentono di dare ai privati la gestione dei servizi idrici, è prevista l’obbligatorietà del profitto, perché? Perché è come al solito il libro mercato all’italiana, dove non rischi nulla e dove guadagni a prescindere, ovviamente sulle spalle dei cittadini e del servizio, cioè dell’acqua, cancellando questa norma se ci saranno partecipazioni di privati alla gestione del servizio idrico, questi il profitto se lo dovranno andare a guadagnare in proporzione alle migliorie che porteranno a questo servizio e non perché la legge gli garantisce un minimo profitto che è semplicemente slacciato da qualunque regola di mercato e che è semplicemente il chip che noi mettiamo sul tavolo e che il privato arriva e se lo porta via, senza neanche giocare la partita, anzi neanche rischiare del proprio, questo è il secondo e ultimo quesito che riguarda il tema acqua, scheda gialla no al profitto garantito obbligatorio! Naturalmente si potrebbero dire molte altre cose sul tema dell’acqua, ne sapete meglio molti di voi che non io, l’importante è conoscere il contenuto delle varie schede, le prime due allora ricapitolando e cioè quella rossa e quella gialla, cancellano queste norme che si sono stratificate sotto l’ultimo governo Berlusconi nel 2006/2008/2009 per dare in mano ai gestori privati i servizi idrici.

Sì all'abolizione del nucleare.

Terza scheda, la scheda grigia è quella sul nucleare, qui sono successi pasticci di ogni genere, perché?
Perché intanto quando Di Pietro ha cominciato a raccogliere le firme due o tre anni fa, era stato appena presentato il Piano Scajola per la costruzione di 4 centrali nucleari, ciascuna con due reattori nucleari, quindi 8 reattori nucleari, la Confindustria calcolò che ci volessero 50 miliardi adesso Euro per costruire queste 4 centrali, immaginate quanti decenni ci sarebbero voluti per ammortizzare un investimento di quel genere e soprattutto si doveva anche decidere dove metterle, ma il governo ci aveva fatto la campagna elettorale sopra al ritorno al nucleare, infischiandosene del fatto che nel 1987 la stragrande maggioranza degli italiani avevano detto no al nucleare in un referendum promosso dagli ambientalisti ma anche dai socialisti di Craxi, per cui quando Berlusconi parla di comunisti è assurdo, tutti i partiti alla fine dissero di essere favorevoli a quel referendum, tranne i pubblicani di Spadolini che rappresentavano il 3% del Parlamento italiano, persino i missini, il movimento sociale disse sì al referendum che abrogava il nucleare, dopo 24 anni, oggi, siamo di fronte a un bivio, perché? Perché il governo non ha mai cancellato quell’impegno anche se ha fatto finta di farlo, Di Pietro 3 anni fa comincia a raccogliere le firme, tutti lo prendono in giro, gli dicono: tanto non ci sarà mai il quorum, sei matto, regali a Berlusconi la possibilità di dire “ho vinto” anche se ha perso solo perché non si è fatto il quorum, invece Di Pietro va avanti, raccoglie le firme e poi succede l’incidente di Fukushima che porta il tema del nucleare al centro della scena non soltanto politica ma soprattutto dell’attenzione dell’opinione pubblica, tutta l’Europa direbbero i nostri Ministri ineffabili, si fa prendere dall’emotività, no non si fa prendere dall’emotività, scopre che ancora nel 2011 non esiste il nucleare sicuro, scopre che tutte le rassicurazioni sulle altissime tecnologie giapponesi in realtà poi di fronte alla furia della natura evaporano, quindi fa i conti con tutto ciò, il che non esclude che in un futuro si possa inventare veramente il nucleare pulito, quello che nasce dalla fusione fredda, per esempio, ma non mi voglio inoltrare in questi tecnicismi perché non sono un tecnico.
Nel frattempo in questo momento si sa che il nucleare sicuro, pulito non esiste! Perché esista dovrebbero succedere molte cose che non sono successe, ecco perché la gente allarmata anche da Fukushima decide di protestare, in tutto il mondo e tutti i governi rispondono all’opinione, non all’emotività, alla giusta preoccupazione, il principio di precauzione dice che se c’è una cosa pericolosa tu devi cercare di non tarla, non devi semplicemente dire: la facciamo e mettiamo in conto i rischi, soprattutto se ci sono delle alternative per nulla rischiose o molto meno rischiose, questo è il tema che ha indotto governi di destra come quello di Angela Merkel in Germania, governi che sfuggono alle nostre categorie mentali come quello svizzero a cancellare il futuro nucleare per i loro paesi e puntare su altri tipi di approvvigionamento energetico che nel frattempo naturalmente hanno fatto passi da gigante e ne faranno altri nel futuro.
Ecco quindi che quel referendum diventa il detonatore perché dato che la gente è molto vigile sul tema del nucleare e non vuole il ritorno al nucleare in Italia, si presume, questa era la previsione del governo italiano, che andrà in massa a votare anche se si mette il referendum il 12/13 giugno quando ci sono già i weekend di vacanza e quindi questo referendum trascinerà gli altri, portando molto probabilmente il quorum per tutti i referendum e allora il governo si attiva per depotenziare il referendum sul nucleare per dire: state tranquilli quel referendum è inutile perché ci pensiamo noi a sospendere la Legge Scajola e la progettazione e l’iter che porterebbe alla costruzione di quelle nuove 4 centrali nucleari, quindi non andate a votare perché tanto ci ha già pensato il governo a sospendere sine die il nucleare e fanno quel decreto omnibus che è diventato l’obbligo del quesito della scheda grigia sul nucleare, perché ha riformulato l’orientamento del governo rispetto a quello della Legge Scajola, quindi se Di Pietro aveva raccolto le firme contro la Legge Scajola che prevedeva le 4 nuove centrali nucleari con 8 reattori, il governo fa il Decreto omnibus per dire quello che intende fare dopo Fukushima sul nucleare, sostiene il governo, non ci sarà più il nucleare per un po’ di tempo, sostengono i promotori del referendum: hai fatto il furbo, perché hai lasciato aperta la strada al nucleare, proprio mentre dicevi che la chiudevi fino a nuovo ordine.
Dato che la Corte Costituzionale fin dal 1978, credo, ha stabilito che per far saltare un referendum non basta cambiare la legge che i promotori volevano abrogare con la loro raccolta di firme, ma bisogna proprio eliminare tutti i principi ispiratori della legge che si vuole abrogare, se tu lasci in piedi il principio ispiratore, lasci aperto uno spiraglio al nucleare, allora il referendum è buono e il quesito abrogativo si trasferisce sulla nuova legge che modifica quella vecchia e è quello che ha fatto la settimana scorsa la Cassazione riformulando il quesito perché? Perché la nuova norma, il Decreto omnibus non è zuppa, è pan bagnato rispetto alla Legge Scajola e allora il quesito riformulato dalla Corte di Cassazione dice così: abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare e il testo dice: volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’Art. 5 del Decreto Legge 31/3/2011 34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 N. 75? La parola nucleare per fortuna nella scheda grigia c’è, anche se è annegata in quel mare magnum di burocratese, quindi cosa abroghiamo noi? Abroghiamo se votiamo sì il Decreto omnibus nella parte in cui dice sospendiamo per un anno il progetto nucleare e poi vedremo alla luce di nuove tecnologie, orientamenti europei, supercazzole varie il da farsi, dopodiché deciderà il Presidente del Consiglio in persona se fare il nucleare o se invece, nel nuovo piano energetico nazionale inserire soltanto altre fonti, quelle rinnovabili e non, ma senza il nucleare.
Quindi il Decreto Omnibus dà al Presidente del Consiglio il potere tra un anno di decidere di riaprire il discorso nucleare che il referendum invece vuole chiudere per sempre, c’è anche una norma che consente di espropriare i terreni dei privati per potervi costruire nuove centrali nucleari anche da parte di imprese private, se non è far rientrare dalla finestra il nucleare che era stato fatto uscire dalla porta, ditemi voi, la Cassazione comunque ha capito bene, il Governo ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale che domani si dovrebbe pronunciare e come si pronuncerà l’ha già fatto intuire il nuovo Presidente Quaranta che appena eletto stamattina ha dichiarato: vedremo domani ma non vedo come possa la Corte Costituzionale bloccare un referendum, meno male, anche se forse non spetterebbe al Presidente della Consulta anticipare le decisioni della Consulta, però ci ha fatto capire più o meno qual è il suo orientamento di Presidente della Corte Costituzionale, quindi se si vota sì non potranno essere inserite centrali nucleari nel nuovo piano energetico nazionale, quindi spariscono quei progetti per gli 8 reattori su 4 centrali, ci saranno altre fonti di energia come quelle che sorreggeranno le forniture energetiche in Germania, Svizzera, in altri paesi che hanno rinunciato al nucleare, naturalmente conosciamo cosa dicono quelli del no, dicono: abbiamo 58 centrali in Francia, molte delle quali proprio al di là delle Alpi, se esplodono quelle noi comunque ci becchiamo le radiazioni lo stesso, allora perché comprare energia dalla Francia quando potremmo produrla con lo stesso sistema noi in Italia? E’ un ragionamento a cazzo, come dire: dato che ho il vicino di casa piromane, do fuoco a casa mia io personalmente, così lo frego perché arrivo prima di lui, ma stiamo scherzando? Senza contare il fatto che già è grave se c’è un incidente nucleare al di là delle Alpi, ma è ancora più grave se c’è al di qua delle Alpi, perché qua ce l’abbiamo in casa, mentre la Francia è un po’ più lontana, non dimentichiamo che la catastrofe di Fukushima ha prodotto comunque l’evacuazione della popolazione in un raggio di 30 chilometri, non stiamo parlando di territori sterminati, certo poi un po’ di radiazioni arrivano anche oltre i 30 chilometri, ma intanto il pericolo di sopravvivenza in un disastro di quelle proporzioni è limitato, si è detto, a 30 chilometri, quindi contano molto le distanze, la Francia, le Alpi che ci proteggono, quindi comunque non c’è paragone tra il danno che farebbe una centrale che esplode in Italia e quello che potrebbe fare all’Italia una centrale che esplode in Francia, poi si dice che l’energia nucleare costa meno delle altre, beh a regime ovviamente, questo vale per un paese che le ha già le centrali nucleari, ma non vale per un paese che non le ha più e che le deve ricostruire e che ci costerebbe un’ira di Dio, decine e decine di miliardi come ha stabilito non Greenpeace, la Confindustria quando fu annunciato il Piano Scajola e poi c’è il problema naturalmente delle scorie, noi abbiamo ancora le scorie delle centrali nucleari pre 1987 a ridosso di fiumi e torrenti tipo a Saluggia e non sappiamo cosa farne, dove metterle, come smaltirle e come neutralizzarne i possibili effetti nefasti perché semplicemente il nucleare è per sempre!
Le scorie sono per sempre, sono ineliminabili, i reattori una volta accesi non si spengono più, quindi anche loro sono per sempre, pensate al caso di Chernobyl dove hanno costruito questo sarcofago in cemento che si crepa e comunque non può impedire che tutto intorno si continuino a sprigionare radiazioni micidiali come ha mostrato il bellissimo servizio di Corrado Formigli l’altra sera, quindi cambia un po’ quello che deve fare un paese che per sua fortuna non ha più il nucleare da 24 anni, rispetto a un paese che ce l’ha e che lo deve dismettere, noi abbiamo la fortuna di non averlo e mentre gli altri, molti altri, alcuni importanti altri paesi come la Germania e la Svizzera si fermano, noi vogliamo ripartire, una follia totale che ci costerebbe molto di più, visti i costi di costruzione delle centrali e che naturalmente ci porterebbero come in tutti i paesi che hanno le centrali nucleari, dei pericoli che derivano dalle scorie, dai guasti e che possono derivare da eventi catastrofi naturali, siamo il paese più sismico d’Europa, le uniche aree ritenute meno insicure dal punto di vista dei terremoti, cioè la Pianura Padana e la Sardegna sono amministrate dal centro-destra, bene, il governatore della Sardegna Cappellacci Pdl, il Governatore del Veneto Zaia, Lega, il governatore della Lombardia Formigoni Pdl hanno già detto che loro nel loro territorio le centrali non le vogliono, allora dove le mettiamo? Le mettiamo in Abruzzo dove siamo reduci da un terremoto devastante? Le mettiamo in Sicilia dove i terremoti sono all’ordine del giorno? Questo è anche un problema pratico, senza contare che coloro che ci avvertono forse esagerando ma non è mai troppa la precauzione della possibilità di nuovi attentati terroristici sull’esempio delle due torri, beh provate a immaginare se a qualcuno venisse in mente di dirottare un aereo non sulle due torri gemelle, ma su una centrale nucleare cosa potrebbe succedere, mi pare che ce ne sia a sufficienza e se poi non ce ne è a sufficienza leggetevi quello che dice Carlo Rubia che ha dovuto andare all’estero per portare le sue idee e i suoi progetti, visto che in Italia ci fidiamo di esperti come quelli che avete visto a Anno Zero che negano addirittura che a Chernobyl sia successo qualcosa o altri esperti come Chicco Testa che si mettono a disquisire sul fatto che sì ci sono 4500 bambini malati di tumore ma non sono tutti morti, quindi vuoi mettere la soddisfazione di avere un bambino malato di tumore che però non è ancora morto.
Visto che il livello dei nostri esperti sostenitori del no è questo, magari fidiamoci dell’unico Premio Nobel per la fisica italiano che abbiamo vivente e che naturalmente è costretto a operare fuori dall’Italia perché in Italia è considerato un pericoloso sovversivo, quindi votando sì diciamo: basta al nucleare per un bel po’ di anni, a meno che un giorno non ci portino finalmente le prove di un sistema per produrre energia dall’atomo che non abbia tutti gli effetti collaterali e i rischi collaterali che abbiamo fin qui descritto, scheda grigia nucleare.

Sì alla legge uguale per tutti.

L’ultima scheda è quella verde e riguarda il legittimo impedimento, anche qua la parola impedimento per fortuna compare in un mare magnum naturalmente di burocratese.
Il referendum è intitolato “Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010 N. 51 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza N. 23/11 della Corte Costituzionale” e il quesito dice: volete voi che siano abrogati l’Art. 1 commi 1, 3, 5, 6 nonché l’Art. 2 della Legge 7 apre 2010 N. 51 recante disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza? Risposta che do io, almeno anche in questo caso sì, cosa vuole dire tutta questa pappardella? Vuole dire che l’anno scorso la Legge Alfano ha stabilito che il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri per il solo fatto di essere membri del Governo, hanno diritto a non comparire in udienza per una durata di un anno e mezzo, 6 mesi più 6 mesi, più 6 mesi e il giudice deve fidarsi dell’autocertificazione che loro depositano tramite i loro Avvocati, in cui si dice: tizio imputato è Ministro, tizio imputato è Presidente del Consiglio, quindi per un anno e mezzo non ha tempo, quindi non convocatelo il processo lo si fa tra un anno e mezzo, perché hanno detto tra un anno e mezzo? Perché era una norma a ponte in vista di una norma definitiva che era il Lodo Alfano costituzionale che avrebbe dovuto immunizzare questi personaggi per tutta la durata dell’incarico, poi la legge costituzionale non l’hanno fatta, è rimasto questo abortino, è stato un po’ tagliuzzato dalla Corte Costituzionale del gennaio di quest’anno, quando la Corte ha stabilito che non c’è un automatismo, il fatto che tu sei Ministro o Presidente del Consiglio, ti consente di stare lontano dal Tribunale per un anno e mezzo, ti consente di stare lontano dal Tribunale quando hai degli impegni di governo e decide il giudice di volta in volta se quegli impegni li hai e se corrispondono a un legittimo impedimento speciale così come previsto dalla Legge Alfano, allora qualcuno di voi dirà: ma non c’è più bisogno di votare in questo referendum perché già la Corte Costituzionale il legittimo impedimento gliel’ha fatto a pezzi, no bisogna votare, intanto per una questione di principio, non si vede perché uno perché è Ministro o Presidente del Consiglio deve essere più uguale degli altri, visto che la nostra Costituzione stabilisce che solo per i reati ministeriali commessi nell’esercizio delle funzioni di governo c’è un trattamento a parte, si viene giudicati dal Tribunale per i reati ministeriali previa autorizzazione del Parlamento, per i reati comuni siamo tutti uguali e è esperienza quotidiana vedere i Ministri e il Presidente del Consiglio che fanno tutto quello che vogliono, vanno alle partite, vanno di qua, vanno di là, giustamente hanno un sacco di tempo libero anche loro e quindi una parte di quel tempo libero se sono imputati la dedicano al giudice e decide il giudice se l’impedimento è reale e decide il giudice se è legittimo, altrimenti cosa fa? Mica li fucila, semplicemente tiene l’udienza in assenza di questi signori che non si sono presentati, è un modo per evitare che usino l’impegno ministeriale per allungare il brodo del processo e non farlo mai arrivare alla fine.
Fatto che il giudice decida di volta in volta, vuole dire che si apre un contenzioso infinito tra il giudice e gli avvocati che faranno mille ricorsi contro ogni decisione del giudice che dice no, non era legittimo impedimento, i difensori dicono: sì era legittimo, allora si rivolgono alla Corte d’Appello, alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e ricusano il giudice e chiedono di trasferire il processo perché a Milano ce l’hanno tutti con il loro cliente etc., se non si mette fine a questo aborto del legittimo impedimento, processare il Premier e i suoi Ministri sarà impossibile come, anche con i tagliuzzini che ha fatto la Corte Costituzionale, radiamo al suolo quello che rimane del legittimo impedimento Alfano e facciamo in modo che il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri vengano processati, se sono imputati, come comuni cittadini, se hanno qualcosa di importantissimo da fare non c’è problema, stabiliscono insieme al Giudice il calendario delle giornate in cui sono liberi, dopodiché dopo aver dato disponibilità in quei giorni fisseranno i Consigli dei Ministri in giorni in cui non hanno i processi o viceversa nei giorni in cui ci sono i Consigli dei Ministri non verranno fissati i processi, leale collaborazione tra poteri dello Stato, invece adesso anche la versione dimagrita del legittimo impedimento dopo che la Corte Costituzionale lo ha tagliuzzato, consente una guerriglia permanente nei processi al Primo Ministro e ai suoi Ministri, aggiungo che non c’è nessun paese al mondo dove i membri del governo godano di particolari privilegi rispetto agli altri cittadini, anzi ci sono paesi come la Francia, dove il Primo e il Primo Ministro non sono parlamentari e quindi non hanno neanche l’immunità che hanno i parlamentari, possono essere arrestati, perquisiti, intercettati e indagati anche per i reati di opinione, cosa che invece per il parlamentare non è, quindi il Ministro ha meno garanzie del parlamentare, non di più, noi saremmo l’unico paese dove il fatto di essere Presidente del Consiglio e di essere Ministro, ti dà un bonus per avere la quasi certezza di non essere processato, quindi votando sì si cancella questa porcheria, non fatevi fregare da chi vi dice che la legge ormai è svuotata dalla Corte e che quindi il referendum è inutile.
Il fatto che Berlusconi dica che i referendum sono inutili, è la migliore dimostrazione che sono utilissimi e siccome lui punta al no, ma dato che sa che il no non vincerebbe, punta all’astensione, il modo migliore per rispondergli che li riteniamo utili è quello di votare sì, questa era la scheda verde.

Quindi sì al rosso, cioè no ai privati obbligatoriamente maggioritari a gestire l’acqua pubblica, sì al giallo, cioè no all’obbligo di profitto di almeno il 7% per i privati che prendono in mano i servizi idrici, sì al grigio, cioè no alle nuove centrali nucleari nel futuro piano energetico nazionale, sì al verde cioè no a un trattamento privilegiato di Ministri e del Capo del Governo quando sono sotto processo, la legge è uguale per tutti! Se volete ulteriori informazioni sul nucleare c’è questo bel libro di Grillo “Speciale, spegniamo il nucleare. Manuale di sopravvivenza alle balle atomiche” se volete un altro viatico e un altro incentivo per il raggiungimento del quorum e anche un sincero divertimento per quello che racconta leggete Il Fatto Quotidiano di domani dove avremo un altro pezzo molto bello di Adriano Celentano, domenica e lunedì ci vediamo alle urne e andiamo tutti a votare, io personalmente voto sì, passate parola!

Fonte: BeppeGrillo.it

 

Wafaa Bilal è un 45enne artista newyorkese che vent’anni fa è fuggito dall’ Iraq per cercare nuove opportunità nella Grande Mela. Da allora ha spesso rimpianto ciò che si è lasciato alle spalle, ma da vero artista è riuscito a trasformare questo suo malessere in una impressionante forma espressiva.

Chiodo fisso, per la tecnologia. Anzi, perno.

Lo scorso 15 dicembre Bilaal si è sottoposto a un singolare intervento chirurgico e si è fatto impiantare nella nuca una... telecamera. Da allora l’apparecchio scatta ogni minuto un’immagine di ciò che c’è dietro le spalle di Wafaa e la invia in tempo reale al sito reale www.3rdi.me.
La piccola videocamera è attaccata con 3 perni in titanio a una placca metallica posizionata qualche millimetro sotto la pelle della nuca: l’intervento, piuttosto doloroso perchè Bilaal ha rifiutato l’anestesia totale, è durato più di due ore. L’apparecchio è collegato con un cavo USB a minicomputer che Bilaal porta sempre con sè. Una connessione 3G permette l’invio in tempo reale delle immagini al sito.
Oltre che dolorosa, l’espressione artistica scelta da Bilaal è anche piuttosto scomoda, perchè costringe l’artista a dormire seduto.

La performance di Bilaal è il pezzo forte di Told/Untold/Retold, la mostra d’arte contemporanea che ha inaugurato il nuovo museo arabo di arte moderna di Doha, nel Quatar.

Il corpo si ribella

Criticato da molti per la sua forma d’arte così estrema, Bilaal sostiene che è solo un assaggio di come saremo tra non molti anni: sempre più controllati, sorvegliati e vittime di un Grande Fratello globale.
L’esperimento sarebbe dovuto durare un anno, ma lo scorso 4 febbraio una crisi di rigetto ha costretto Billaal a sottoporsi a un nuovo intervento per la rimozione dell’impianto. L’artista è però determinato a portare a termine la sua prova, anche se in modo meno eclatante, per esempio legandosi la webcam alla testa con uno strap.

Fonte: Focus.it

 

Progettare pezzi di pelle umana e di altri tessuti con un programma simile ad autocad e... stamparli con una speciale stampante 3D: non l’abbiamo visto in un film di fantascienza ma al convegno annuale della American Association for the Advancement of Science che si sta svolgendo in questi giorni a Washington DC.

La rivoluzionaria invenzione è stata presentata oggi da James Yoo della Wake Forest University School of Medicine di Winston-Salem, nel North Carolina, ed è già stata testata con successo su topi e maiali.

Toppe biotecnologiche

La macchina di Yoo effettua una scansione della ferita, per esempio un’ustione, determinandone esattamente forma, estensione e profondità. Questi dati vengono utilizzati per progettare in 3D il pezzo di pelle da sostituire che viene infine stampato direttamente sul paziente da una macchina del tutto analoga a una stampante inkjet: si tratta di una speciale bioprinter che al posto dell’inchiostro utilizza un cocktail di cellule umane della pelle, collagene e silicone.
Lo studio è stato finanziato e voluto dal Dipartimento americano della Difesa. Il 30% dei feriti in combattimento riporta anche gravi ustioni: poterli soccorrere sul campo con apparecchiature di questo tipo, aiuterebbe a contenere il rischio di infezioni e la perdita di fluidi che spesso accompagnano le bruciature.
Attualmente gli scienziati sono in grado di stampare pezzi di pelle di 10x10 centimetri e hanno già testato con successo la produzione di tessuti semplici come quelli cartilaginei.

Dal 2D al 3D

bioprinter

Concettualmente questa tecnologia potrebbe permettere la progettazione e la stampa di interi organi: dovrebbero essere realizzati da strati di cellule diverse sovrapposti uno all’altro fino all'ottenimento della forma desiderata.
Poter costruire organi su richiesta, oltre che risolvere il problema dei trapianti, permetterebbe di effettuare studi clinici e test farmacologici con grande facilità. Ma anche se gli scienziati sono ottimisti,  lo stato dell’arte della tecnologia non permette ancora di realizzare a macchina elementi complessi come un cuore o un fegato.

Fonte: Focus.it

 

Anestesia psicologica

Dove guardate durante un'iniezione o un qualsiasi altro evento doloroso che vi coinvolga in prima persona? Probabilmente ovunque tranne che verso l'ago, convinti che "meno si vede, meno fa male". Ebbene, sappiate che siete fuori strada: secondo un recente studio dell'Università di Milano-Bicocca e dello University College di Londra ,se volete se volete sentire meno dolore durante prelievi, medicazioni e sforacchiamenti vari dovete guardare proprio là dove aghi e stumenti chirurgici vi "straziano le carni". Non solo: secondo gli scienziati più l'immagine della scena è grande, meno male si sente.

 Un esperimento... bollente

Per provare questa teoria gli scienziati si sono serviti di 18 coraggiosi volontari: hanno appoggiato una resistenza elettrica sul dorso della loro mano e progressivamente l'hanno scaldata sempre di più. Non appena la faccenda iniziava a diventare dolorosa, interrompevano la prova e registravano la temperatura della sonda. In questo modo hanno potuto misurare in modo oggettivo la soglia del dolore di ogni partecipante al test.
I neuroscienziati hanno poi utilizzato una serie di specchi per manipolare ciò che i volontari potevano vedere e hanno scoperto che guardare la scena "hot" elevava di almeno 3C° la loro capacità di sopportazione. E se l'immagine della mano oggetto del test veniva ingrandita con speciali lenti, i volontari riuscivano a resistere ancora di più.
Al contrario, più la mano si rimpiccioliva, più bassa diventava la capacità di sopportazione.
Secondo Patrick Haggard, uno dei neuroscienziati responsabile dello studio, la propozionalità diretta tra dimensioni del corpo e male percepito permetterà di comprendere meglio le basi neurologiche del dolore e quindi di mettere a punto terapie sempre più efficaci per il suo trattamento.

Guardare e non urlare

"Le terapie psicologiche per il dolore si rivolgono generalmente alla sorgente del dolore, insegnando ad esempio tecniche di distrazione", afferma Flavia Mancini, prima autrice della ricerca. "Il nostro studio mostra che è importante considerare anche il contesto in cui avviene il dolore, ovvero il nostro corpo. Questa scoperta potrebbe far avanzare lo sviluppo di trattamenti clinici per il dolore».
«Di solito si consiglia ai bambini di non guardare durante un prelievo di sangue. Abbiamo tuttavia scoperto che guardare al corpo è analgesico. Il mio consiglio è dunque di cercare di tentare di evitare di guardare l'ago (può comunque fare impressione. ndr) ma guardare comunque il proprio corpo" spiega Haggard.

Fonte: Focus.it

 
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