In questi giorni abbiamo tutti guardato le stesse immagini della centrale di Fukushima e, com'è successo a molti, il nostro "vedere" è stato fortemente orientato dalle dichiarazioni ufficiali delle autorità giapponesi e da parole come "nocciolo" del reattore. (Raymond Zreick, 17 marzo 2011)
Avremmo invece dovuto fin da subito dare la più grande rilevanza a ciò che è stato mantenuto sullo sfondo: le esplosioni che hanno danneggiato gli edifici più esterni dei reattori e distrutto la loro parte superiore. Perché è proprio in quell'area che ci sono le piscine di raffreddamento del combustibile irraggiato, quello che spesso viene detto "esaurito" ma che esaurito non è per niente, almeno dal punto di vista della produzione spontanea di calore dovuto al naturale processo di decadimento dei vari prodotti della fissione nucleare.
Persa l'acqua delle piscine danneggiate dalle esplosioni, le barre hanno iniziato a surriscaldarsi e con tutta probabilità hanno da un pezzo superato la temperatura di fusione del rivestimento metallico, lo zircaloy, che fonde a oltre 2.000 °C.
Questo spiega senza possibilità d'errore (purtroppo) l'altrimenti irragionevole radioattività in aria anche a quote elevate e spiega anche il via vai di elicotteri che scaricano sugli edifici danneggiati 75.000 litri di acqua di mare alla volta. In un tentativo, a nostro parere disperato e inefficace, di contrastare l'aumento di temperatura e la fusione delle barre del combustibile che fino a sei giorni fa era immerso nelle piscine refrigerate.
Tutto questo non esclude i danni al reattore e tutto quello che abbiamo letto (e scritto), ma disegna uno scenario di gran lunga più grave e catastrofico di quanto avessimo immaginato. Per questo dobbiamo "ringraziare" forse un'eccessiva fiducia nell'etica giapponese e i tanti inutili dibattiti televisivi che anziché fare parlare veri esperti danno la parola a fumosi politici e politicanti.
Come finirà, non siamo in grado di prevederlo. Probabilmente uno studio su di una situazione del genere non è mai stato fatto.
O nouă centrală nucleară din Japonia are probleme după seismul de joi.
Criza nucleară din Japonia pare să nu mai ia sfârşit. Scurgeri de apă radioactivă s-au înregistrat la o centrală nucleară, cea de la Onagawa, după cutremurul cu magnitudinea de 7,1 de ieri.
Patru oameni au murit şi peste o sută au fost răniţi în urma seismului, cel mai mare înregistrat de la catastrofa din 11 martie. În plus, experţii americani avertizează că resturi provenite de la distrugerile tsunami-ului vor ajunge pe coastele Statelor Unite ale Americii.
Directorul general adjunct al Agenţiei pentru Siguranţa Nucleară şi Industrială, Hidehiko Nishiyamam a declarat că seismul nu a agravat situaţia de la centralele nucleare, dar există informaţii despre scurgeri de apă în camera de control şi o serie de anomalii la reactoarele 2 şi 3 de la centrala din Onagawa.
Oficialii niponi au dat însă asigurări că radioactivitatea apei scurse este foarte mică şi nu există niciun pericol pentru moment. Centrala de la Onagawa a fost oprită de la dubla catastrofă din 11 martie. Totuşi, combustibilul pe care îl conţine aceasta trebuie răcit în permanenţă. (Sursa: Antena3.ro)
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