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ENERGIA RINNOVABILE. Pedoni e auto producono energia. Su questa scia sono nati negli anni nuovi progetti.
By Admin (from 13/09/2011 @ 15:00:39, in it - Osservatorio Globale, read 2547 times)

Utilizzare il movimento del corpo come motore per produrre energia è un processo noto già da anni; la discoteca che si illuminava sfruttando la pressione esercitata sul pavimento di chi ballava in pista, ne è l’esempio principale. Su questa scia sono nati negli anni nuovi progetti.

La stessa ditta produttrice della Sustainable Dance Club sta sperimentando, ad esempio, a Tolosa in Francia un nuovo dispositivo per produrre energia dal movimento dei pedoni.

Il progetto consiste nel dotare i marciapiedi di una serie di tavolette che, sollecitate dal peso dei passanti, generano elettricità che viene immagazzinata in una batteria ed utilizzata per l’illuminazione pubblica.

Tolosa punta a divenire in questo modo una delle prime città in grado di riciclare l’attività urbana trasformandola in energia elettrica.

Un progetto simile è stato implementato anche in una stazione ferroviaria di Londra, nella quale è stato installato, sotto la banchina, un sistema per raccogliere e sfruttare l’energia prodotta dal transito dei pendolari.

Non finisce qui. In cantiere ci sono altre idee e iniziative in grado di produrre energia sfruttando il traffico autostradale grazie all’installazione di generatori, sotto l’asfalto, che utilizzando la pressione esercitata dal passaggio dei veicoli.

In Giappone, a Tokyo, per esempio, sul ponte Goshiki-Zakura-Ohashi sulle rive del fiume Arakawa, dove sono stati istallati una serie di piccoli generatori in grado di trasformare le micro vibrazioni prodotte dalle auto.

Questo impianto segue il principio delle casse acustiche che danno origine a suoni partendo da impulsi elettrici che generano vibrazioni, ma invertendo questo processo. I dispositivi installati sul ponte catturano le vibrazioni e le trasformano in energia.
Al momento l’elettricità prodotta è sufficiente a coprire solo il fabbisogno del ponte ma si sta già pensando di installare su altri il medesimo impianto.

La speranza è che queste idee non restino isolati tentativi ma diventino soluzioni condivise in ogni parte del mondo, per sfruttare energia che altrimenti andrebbe perduta.

Fonte: plef.org