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Il Web è una spia della Cia. Twit, giornali e post su Facebook, analizzati al dettaglio da hacker alla Lisbeth Salander di Stieg Larsson, in report che arrivano sulla scrivania della Casa Bianca.
By Admin (from 29/01/2012 @ 11:02:04, in it - Osservatorio Globale, read 3340 times)

Sono cinque milioni i twit passati al setaccio ogni giorno in un palazzo dell’ intelligence americana, in un luogo senza coordinate (note) della Virginia. Insieme ci sono anche i post pubblicati su Facebook, i titoli dei giornali e tutto quello che circola liberamente sul Web, spulciati dai “bibliotecari della vendetta”, come sono stati soprannominati gli addetti dell’ Open Source Center della Cia. Lo scopo? Scoprire che tempo fa in terra straniera, sondare gli umori, e magari cercare di intercettare in anticipo malcontenti e rivoluzioni, dopo quelli che hanno scosso il mondo arabo. A svelare le attività di veggenti dell’intelligence americana attraverso i social media è Associated Press, che è entrata nell’Open Source Center e secondo la quale nella palla di vetro della Cia ci sarebbero paesi come la Cina, il Pakistan e l’ Egitto.

“Dall’arabico al mandarino, da un twit arrabbiato a un blog riflessivo, gli analisti reperiscono informazioni, spesso nella loro lingua nativa”,  spiega Ap: “Poi (gli analisti, ndr) li confrontano con i giornali locali o con una conversazione al telefono intercettata clandestinamente. A partire da questo poi costruiscono un’istantanea voluta dai più alti livelli della Casa Bianca, dando per esempio un’occhiata in tempo reale all’umore di una regione subito dopo l’attacco dei Navy Seals che ha ucciso Osama bin Laden o forse elaborando una previsione di quale paese del Medio Oriente è sul punto di scoppiare in rivolta”.

Nata come misura antiterrorismo post 11 settembre, l’ Open Source Center si dedica al mondo dei social media soprattutto dallo scoppio della Rivoluzione Verde in Iran nel 2009 (dopo l’elezione di Mahmoud Ahmadinejad) . Gli uffici del centro si trovano in Virginia, in un luogo protetto dal segreto (in un “anonima zona industriale”), ma vanta sicuramente diverse filiali sparse nel mondo, nelle ambasciate statunitensi, in modo da trovarsi più vicino ai luoghi tenuti sott’occhio. A lavorarci hacker alla Lisbeth Salander (la protagonista della saga Millennium di Stieg Larsson) possibilmente multilingue, “che sanno come trovare cose che altre persone non sanno neanche esistere”, spiega  Doug Naquin, direttore del centro di intelligence.

Un esempio dell’attività dell’Open Source Center è quella che ha seguito l’uccisione di Bin Laden a maggio, in Pakistan. Registrando l’origine linguistica dei twit (non limitandosi quindi a mapparne l’origine geografica) l’Open Source Center ha osservato che la maggior parte dei cinguettii lasciati sul Web erano in urdu (dal Pakistan) e cinese. L’ umore degli utenti? Per lo più negativo, come forse c’era da attendersi. Infatti il raid, visto da Twitter, è stato percepito come una sorta di affronto alla sovranità del Pakistan.

Fonte: daily.wired.it