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Netflix e Yahoo! annunciano nuove serie web con attori e registi di spicco, nel frattempo spopolano smart tv iperconnesse. L’analisi di Wired.it
By Admin (from 25/02/2012 @ 11:07:30, in it - Video Alerta, read 3460 times)

Sul fatto che le web serie siano la nuova grande promessa per il futuro della televisione se ne discute ormai da mesi. Ma negli ultimi giorni le notizie riguardanti l’arrivo di nuovi ambiziosissimi spettacoli televisivi sul Web si sono susseguite a un ritmo ubriacante: Netflix sta per lanciare una serie con protagonista Steve Van Zandt de I Soprano (boom!), Tom Hanks ha in cantiere una serie animata che uscirà in esclusiva per Yahoo (boom!), House of Cards, il nuovo show commissionato da Netflix, coinvolgerà Kevin Spacey e David Fincher (doppio boom!). Che cosa sta succedendo? Perché di colpo le star di Hollywood si stanno buttando sullo streaming online?

Ora ci arriviamo. Ma prima, un po’ di storia. Tutto è cominciato verso la fine degli anni ’90, quando alcuni produttori televisivi ebbero la brillante idea di girare episodi televisi dedicati unicamente al pubblico del Web. Nel febbraio del 1997, la Nbc cominciò a pubblicare in esclusiva sul proprio sito gli episodi di uno spin off della serie Homicide. Nel frattempo, in Rete spopolavano le serie animate di Magic Butter. Al tempo, gli episodi web (o webisodes) erano poco più che un esperimento collaterale. Ci vollero alcuni anni prima di vedere comparire le prime serie specificamente pensate per l’ecosistema web.

Red vs Blue (2003, serie creata a partire dalle immagini di gioco di Halo), The Guild (2007, microepisodi da tre minuti incentrati su un gruppo di persone dipendenti dagli Mmorpg),  Doctor Horrible’s Sing-along Blog (2008, divertissment del buon Joss Wheadon su uno scienzato pazzo fallito interpretato da Neil Patrick Harris), sono alcuni esempi di web serie di successo create negli ultimi 10 anni. Si tratta comunque di piccole produzioni, niente a che vedere con i carrozzoni milionari che nel frattempo occupano i canali televisivi (il primo episodio di Broadwalk Empire è costato qualcosa come 60 milioni di dollari). La stessa Pioneer One, web serie di fantascienza attiva da poco più di un anno, è nata da una stanza di college e da due ragazzi appassionati di cinema. Perché allora di colpo spuntano tutte queste operazioni milionarie? Cos’è cambiato negli ultimi mesi?

Č cambiato che dopo una sequela di false partenze, quest’anno potrebbe essere quello buono per le Smart tv. Per capirlo basta fare un giro a Las Vegas in questi giorni, al CES 2012, dove LG, Samsung e Panasonic hanno presentato la loro personale ricetta per il Connected tv. In particolare, bisogna sottolineare il fatto che Panasonic, per lo sviluppo del nuovo VIERA Connect, ha deciso di rivolgersi a MySpace. “ Siamo pronti a portare l’intrattenimento e la televisione un passo avanti nel futuro, integrando l’esperienza dei social network” ha dichiarato il co-proprietario di MySpace, Justin Timberlake (altra star col botto) “ Questa è l’evoluzione di una delle nostre più grandi invenzioni, la televisione.

E oggi non dobbiamo più raggrupparci davanti a un solo apparecchio per vederla in compagnia ”.

Insomma, se fino a qualche tempo fa le Smart tv erano un progetto ancora in via di sviluppo, oggi le tv connessi sono una realtà. Ma per ottenere una vera e propria televisione condivisa, è necessario riempire questi apparecchi connessi con contenuti di qualità. Questo spiega la foga con cui Netflix, Hulu e simili si stanno adoperando a impalcare web-show ad alto budget. I più attenti l’avevano già previsto due mesi fa, quando Disney Interactive Media e YouTube avevano annunciato di voler investire 15 milioni di dollari nella produzione di serie web animate. I sospetti avevano poi trovato una mezza conferma il mese seguente, quando YouTube annunciò il completamento del suo restyling. Lo storico hub di videoclip online aveva dismesso i suoi tradizionali abiti per rafforzare il suo lato social e concentrarsi sulla creazione di canali web personalizzabili, una sorta di riadattamento dell’approccio televisivo in chiave web. Con la funzione AutoPlay, gli utenti potevano personalizzare il proprio canale YouTube e appoggiare la schiena alla sedia guardando carrellate di video scorrere ininterrottamente sullo schermo.

YouTube nel frattempo ha anche cominciato a investire decine di milioni di dollari nella produzione di contenuti di qualità, seguito a stretto giro da Yahoo, Hulu e Netflix.Un altro segnale inconfondibile, arriva proprio da Netflix. Quello che era nato come un servizio di noleggio DVD via posta, e che nel 2008 aveva cominciato a noleggiare video online, ora comincia a estendere il proprio raggio d’azione anche in Europa. Proprio in queste ore Netflix è entrato in piena operatività nel Regno Unito, fornendo contenuti on-demand al prezzo di 7 euro mensili. L’arrivo del servizio in Italia è certo, ma ancora non è dato sapere con che tempi e modalità.

Comunque sia, le novità che abbiamo esposto dimostrano che in pentola sta bollendo qualcosa di troppo grosso per fallire. Se un anno fa la prima Google tv è scivolata nel baratro, insieme a milioni di euro, proprio a causa della mancanza di contenuti (e piattaforme disposte a fornirli), lo scenario per il 2012 è decisamente mutato. Sarà davvero l’anno delle Connected tv e delle web serie? Staremo a vedere. 

Fonte: wired.it