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A 100 anni dalla sua nascita, ecco alcuni aspetti della vita e del lavoro dello scienziato britannico gay morto suicida. Un viaggio tra matematica, scienza computazionale e intelligenza artificiale
By Admin (from 04/05/2012 @ 08:07:23, in it - Scienze e Societa, read 2290 times)

Un genio visionario, un corridore fulmineo, uno strumento fondamentale per l’ intelligence britannica, un precursore dei computer e delle intelligenze artificiali, un omosessuale dichiarato e per questo perseguitato fino alla morte. Alan Mathison Turing era tutto questo e, come spesso accade per le persone di raro acume e bellezza interiore, molto più di questo. Basta dare uno sguardo agli scritti teorici che Turing aveva prodotto sulla morfogenesi, sulle intelligenze artificiali o sulla teoria computazionale per capire quanto avrebbe potuto ancora dare alla scienza se solo la sua vita non si fosse spenta a 42 anni.

A quasi  100 anni dalla sua nascita, avvenuta il 23 giugno 1912 e celebrata da Nature questa settimana, Alan Turing rimane un’equazione irrisolta, che tutte le commemorazioni e le scuse tardive di questo mondo non aiuteranno a chiarire. Vale la pena tuttavia ricordarlo nella sua interezza, per il suo lavoro, per le sue intuizioni, per la sua vita e il ruolo di vittima di un razzismo omofobo che sparava le sue ultime cartucce, che suo malgrado si è ritrovato a ricoprire.

1) Macchina di Turing:
Il lascito più noto e importante di Turing è anche il più complesso e difficile da comunicare. Sostanzialmente, per Macchina di Turing si intende una macchina teorica costituita da un nastro di dati infinito riscrivibile e un meccanismo che può: leggere il nastro, scrivere/cancellare il nastro e muoversi avanti e indietro sul nastro. Si tratta in pratica di un modello teorico di macchina in grado di risolvere algoritmi e che è stato fondamentale per lo sviluppo dell’algoritmica come la conosciamo oggi. Turing sviluppò questo concetto quando aveva solo 24 anni, come risposta all’allora noto Entscheidungsproblem (in italiano: problema della decidibilità). Oggi, la Macchina di Turing è un concetto fondamentale per chiunque si occupi di Teoria della Computazione.

2)  Il calcolatore Colossus:
A partire dai concetti alla base della macchina universale di Turing è stato progettato e realizzato il primo calcolatore elettronico programmabile della storia, il suo nome era Colossus. Progettato da Max Newman e realizzato poi da Tommy Flowers, Colossus venne utilizzato a partire dal 1944 per decrittare i messaggi cifrati tedeschi codificati dalla Cifratrice Lorenz. Sfruttando l’algebra Booleana, Colossus confrontava due flussi di dati: il messaggio criptato e un tentativo di decodifica, e valutava l’attendibilità del messaggio trascritto.

3) Il metodo di Turing e la crittoanalisi:
Quando nel ’39 l’inghilterra entrò in Guerra, Turing stesso era entrato a far parte di un gruppo di crittoanalisti, nella cosiddetta Stazione X, a Bletchey park, con i quali lavorò alacremente alla decrittazione dei messaggi codificati con la macchina nazista Enigma. Il metodo di Turing (o Turingery) permise agli inglesi di decifrare i messaggi dei nazisti a partire da errori crittografici. Quando, ad esempio, due messaggi venivano prodotti per sbaglio usando la stessa chiave di codifica, il metodo di Turing permetteva di risalire al codice di codifica, all’impostazione delle camme sulla macchina per cifrare, e in definitiva, al contenuto del messaggio. Tra i vari meriti ( poco riconosciuti, poiché in gran parte coperti da segreto militare all’epoca) ricordiamo i successi ottenuti nella decodifica dei messaggi navali, la creazione di un sistema ( Delilah) per codificare messaggi vocali l’invenzione della procedura del bunburismo.

4) ACE:
Tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il marzo del 1946, Alan Turing lavorò presso il Laboratorio Nazionale di Fisica (Npl) di Londra, dove sviluppò un progetto chiamato Automatic Computing Engine (Ace). Oltre a essere il primo esempio di computer con programma caricabile esternamente (ovvero in cui i programmi non erano cablati nell’hardware) era anche il primo esempio di computer elettronico digitale non ideato per scopi militari. L’Ace sfruttava una memoria a linee di ritardo e quasi 7000 valvole termoioniche. Nonostante l’effettiva qualità del progetto (l’Ace si basava anche su un rudimentale linguaggio di programmazione), i lavori per la realizzazione di questo calcolatore vennero rallentati dai costi eccessivi. Il primo modello funzionante di Ace entrò in attività solo nel 1950, quando Turing ormai aveva abbandonato il Npl.

5) Intelligenza artificiale:
Ma oltre a correre, Turing in questo periodo aveva iniziato a occuparsi di neurologia e fisiologia, e aveva cominciato a studiare come riprodurre un’intelligenza artificiale o, come la chiamava lui, un Macchina Intelligente. Ispirandosi alle complicate interconnessioni neuronali, Turing ipotizzò di creare un sistema logico che partisse da un sistema inizialmente disorganizzato che poi si sarebbe fatto evolvere fornendo istruzioni da un computer. Nel 1948 i computer erano ancora un’ipotesi, e le teorie di Turing dovettero aspettare decenni prima che Craig Webster provasse a implementarle su un moderno computer.

6) Il primo giocatore di scacchi elettronico:
Ma effettivamente, un programma di intelligenza artificiale Turing lo realizzò. Era il 1948, e dovendo scegliere una funzione tipicamente umana da riprodurre, il 36enne optò per l’amato gioco degli scacchi. Realizzò un semplice algoritmo, che avrebbe potuto essere utilizzato per istruire un calcolatore ad affrontare una partita con un uomo. Peccato che non esistessero ancora calcolatori sufficientemente potenti. Turing allora giocò alcune partite di scacchi seguendo lui stesso le istruzioni dell’algoritmo, faceva una mossa ogni 30 minuti: perse.

7) Test di Turing:
L’eredità più nota che Turing ha lasciato nel campo delle intelligenze artificiali è sicuramente il Test di Turing. In un articolo pubblicato sulla rivista Mind nel 1950, Turing stabilì un particolare criterio per determinare se un calcolatore o una qualsiasi macchina potesse essere considerata “pensante”. Turing immaginò una situazione in cui un uomo A e una donna B fornissero risposte dattiloscritte a una persona C che si trovava poi a dover stabilire chi dei due fosse uomo o donna. Nell’eventualità in cui una macchina si sostituisse ad A o B, se i verdetti forniti da C fossero statisticamente identici alla situazione precedente, allora la macchina poteva essere considerata pensante. Il test di Turing è stato più volte criticato e rielaborato, e ancora oggi nessuna macchina ha dimostrato di poterlo superare. Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, può trovare uno sviluppo narrativo interessante in Galatea 2.2 di Richard Powers.

8) Pattern biologici:
Secondo Turing, insomma, la morfogenesi biologica poteva essere codificata attraverso equazioni di reazione-diffusione. L’ipotesi di Turing era che i pattern più diffusi in natura (le spirali delle chiocciole, le macchie di leopardo, o i pigmenti della pelle) si formassero con leggi riconducibili alla successione numerica di Fibonacci. Si trattava di speculazioni teoriche, ma in seguito, anni dopo la morte del matematico inglese, si scoprirono corrispondere in gran parte dei casi a realtà.

9) Un genio corridore:
Solitamente l’immagine del genio va a braccetto con lo stereotipo dell’inviduo trasandato, allampanato e tutt’altro che aitante. Ecco, Turing questo stereotipo lo mandava in frantumi. Non solo curava la propria forma fisica, ma si dedicava abitualmente alla corsa sportiva. Nel 1945 venne invitato a far parte del Walton Athletic Club e si distinse in particolare nella maratona. Quando ancora lavorava a Benchley Park, Turing a volte colmava la distanza che separava la Stazione X da Londra correndo (oltre 40 km). Il ragazzo, infatti, era un corridore eccellente, e tra il 1947 e il 1948 le sue performance raggiunsero livelli quasi olimpici. “ Quando correva si profondeva in grugniti terrificanti, ma prima che potessimo dire nulla ci sfrecciava a fianco come un proiettile” ha dichiarato Peter Harding del Wac “ Una notte gli chiesi per chi corresse, e quando rispose ‘nessuno’ lo invitammo a entrare a Walton. Lui accettò, e immediatamente diventò il nostro miglior corridore."

10)  La vergognosa persecuzione del governo britannico:
Si dice che tutto cominciò con un furto. Era il 1952, Turing si rivolse alla polizia per denunciare un amico che aveva ospitato in casa e che l’aveva in seguito derubato. Da questa denuncia, le autorità britanniche arrivarono a concludere che Turing intrattenesse abitualmente rapporti omosessuali, lo arrestarono e lo trascinarono in tribunale. Davanti al giudice, Turing non fece mistero dei propri gusti sessuali e dichiarò semplicemente che non ci trovava nulla di male. All’epoca l’omosessualità era ancora reato in Gran Bretagna e il matematico fu costretto a scegliere tra due opzioni irricevibili: la galera o la castrazione chimica. Per un anno intero, Turing si sottopose a iniezioni di estrogeni, vide la sua libido calare e sviluppò ginecomastia (crescita dei seni). Nonostante l’umiliazione e la tortura di Stato, Turing continuò a lavorare nei vari campi in cui si era precedentemente distinto. Ma durò poco: l’8 giugno del 1954 fu ritrovato morto suicida nella sua stanza, avvelenato da una mela intrisa di cianuro.

Fonte: wired.it