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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 

 Coppie gay, testamento biologico e ricerca sulle cellule staminali: lo strappo della Chiesa valdese non poteva essere più netto e ora, la differenze coi cattolici sono più marcate che mai. Dal sinodo dei Valdesi in programma a Torre Pellice nel Torinese, infatti sono arrivati tre sì chiari su altrettanti temi che vedono il Vaticano fortemente schierato per il no.

 La decisione più sofferta, tra le tre, è stata quella della benedizione delle coppie omosessuali. Ci sono voluti tre giorni di riflessione e dibattito e, infine, si è arrivati al voto. Lo spoglio delle schede ha dato un risultato inequivocabile: 105 sì, 9 no, 29 astenuti. Le unioni omosessuali, quindi, saranno riconosciute anche se con tempi che andranno definiti di comunità in comunità in base “al consenso maturo” e al “riconoscimento delle rispettive posizioni”.

 

La differenza dell’Italia sul tema dei matrimoni gay, rispetto ad altri Paesi, è il vuoto normativo. Laddove la legge lo permette, infatti, i valdesi si sono già schierati. Dal 26 agosto il sì è esteso anche in Italia con tanto di esortazione a legiferare in materia sulla base del principio del no a discriminazioni e omofobia.

Sempre i valdesi, a Milano, hanno raccolto e recapitato 500 firme per sollecitare una nuova legge sul testamento biologico. Per il pastore di Milano Giuseppe Platone si tratta di dare “un segnale al Parlamento per una nuova legge sul fine vita che riconosca il diritto inalienabile alla decisione”. Da qui anche la scelta, a livello di comunità, di provvedere al registro per il testamento biologico. Ha iniziato Milano, si sono allineate, nell’ordine, Torino, Bologna, Trieste e Napoli.

 

La Commissione bioetica, intanto, qualche giorno fa  ha approvato un documento in favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali. E la pastora che la guida, Erika Tomassone, spiega:”Il pensiero evangelico dice che ognuno di noi ha la facoltà di decidere; il testamento biologico si colloca su questa linea”.

Fonte: blitzquotidiano.it

 

Facile da raggiungere, perfetta per soggiornarvi, ideale per sciare: ecco tre ottimi motivi per dire di sì alla Val Malenco (Valmalenco), innevato giardino tra le montagne più alte.

 

Il gruppo del Bernina (4049 m) e il massiccio del Disgrazia (3678 m) sono le sentinelle secolari che vegliano sui tanti turisti che ogni anno decidono di avvicinarsi alla Valmalenco, sia in estate sia d'inverno, La vicinanza a Sondrio (circa 14 km), e di conseguenza alle principali vie di collegamento con le città lombarde più importanti, facilitano l'arrivo di numerosi visitatori, ben accolti da strutture ricettive di ottima qualità e impianti sciistici ultramoderni. Disposta a forbice tra la Val Lanterna e la Val Chiareggio, alla confluenza del Torrente Lanterna con il Màllero, Chiesa in Valmalenco è la località principale della valle e deve il proprio nome alla chiesa di S. Giacomo (XII sec.); come tante altre località collocate nei pressi dei valichi di frontiera, fu per secoli crocevia commerciale delle carovane che, attraverso il Passo del Muretto (2562 m). trasportavano merci dalla Valtellina ai Grigioni.

Oggi siamo, invece, in presenza di un dinamico centro di villeggiatura invernale, all'avanguardia e ben inserito nel contesto paesaggistico, Identiche considerazioni valgono per l'altra località di rilievo della Valmalenco, Caspoggio, in posizione privilegiata per ammirare la maestosa mole del Bernina. Lanzada, Chiareggio e Torre Santa Maria sono le località che compongono il resto della realtà insediativa della valle. L'Alpe Palù (2010 m) è il centro nevralgico del versante sciistico di Chiesa in Valmalenco, lì prendono le mosse praticamente tutte le seggiovie e sciovie del carosello e, soprattutto, lì arriva la fantasmagorica Snow Eagle, la funivia più grande del mondo, capace di trasportare 160 persone a viaggio. Gli impianti sciistici invernali (11 per circa 60 km di piste) sono principalmente collocati sul versante occidentale del Sasso alto (2336 m).

Raggiungere la Cima Motta è oggi più semplice e veloce grazie alla nuova seggiovia quadriposto ad agganciamento automatico che parte direttamente dall"Alpe Palù; altrettanto direttamente (forse da qui il nome, "Direttissima", della pista) si scende, questa volta con gli sci ai piedi, dal Sasso Alto fino ai Barchi, 4 km più in basso. L'altra nera da segnalare riporta indietro di qualche anno grazie al nome del campione cui è dedicata, quel Gustavo Thoeni che dominò incontrastato negli anni Settanta.

A Caspoggio gli efficienti impianti di risalita seguono principalmente i pendii del Monte Palino (2686 m). da cui scendono diverse belle piste tra le quali le impegnative nere Vanoni e Costera.
Nell'intero comprensorio sciistico sono numerose le possibilità per il fondo: per esempio, il periplo naturale del Lago Palù e gli anelli agonistici di San Giuseppe e Lanzada. Per lo scialpinismo esistono diversi itinerari sia invernali, sui pendii del Sasso Bianco o del Castello di Scerscen, sia primaverili, lungo i ghiacciai del Pizzo Cassandra, dello Scalino e del Bernina. Per godere di scenari unici si può compiere una passeggiata con le racchette da neve lungo l'itinerario che ripercorre la parte iniziale dello storico tracciato del Muretto, da Chiareggio (1612 m) fino al Rifugio Tartaglione Crispo (1780 m). I più agili potranno, invece, "surfare"' sul grande snowpark, manco a dirlo, all'Alpe Palù.

Ma la Valmalenco non offfre solo sci. I paesaggi di incantevole bellezza e i panorami che continuamente si aprono al visitatore attento sono probabilmente le caratteristiche più attraenti di questi luoghi. Alcuni itinerari mineralogici testimoniano l'importanza per l'economia locale dell'attività estrattiva, specie del serpentino, dell'ardesia e della pietra oliare. I più interessati potranno approfondire la loro curiosità sulle tradizioni locali con una visita al Museo Storico Etnografico, Naturalistico e Mineralogico della Valmalenco, il quale fornisce un quadro d'insieme delle attività umane e delle risorse di una delle zone più ricche in Italia dal punto di vista mineralogico (amianto, granati e quarzo). Una novità segno dei nostri tempi è la possibilità di giocare a golf a 2000 metri di altezza tra le nevi dell'Alpe Palù mentre, a Lanzada, una palestra di roccia dà modo di cimentarsi su percorsi e vie di varia difficoltà. Praticamente impossibile sbagliare nella scelta delle pietanze più gustose da assaggiare: bresaola, polenta taragna, pizzoccheri, formaggi d'alpe (Bitto e Valtellina Casera tra i più noti) e ancora sciatt, chiscioi, taroz, coturnici al ripieno di luganega, trote del Màllero e i tipici dolci panon e bisciola.

Vogliamo, per concludere, segnalarVi un'altra valle della provincia di Sondrio: la Val Gerola (Valgerola). D'estate la Val Gerola regala emozioni genuine con la produzione del "Bitto", il formaggio locale famoso in tutta la Regione; d'inverno: largo alla neve!Circa 12 km di piste suddivise su 5 tracciati, la seggiovia Pescegallo (1450 - 1850 m) e la sciovia Salmurano (1780 - 2000 m), formano il piccolo ma efficiente comprensorio Val Gerola Pescegallo, nel Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi. Le piste ricoprono tutti i livelli di difficoltà, ben appoggiate alla costa del Monte Ponteranica (2370 m), nei pressi del Lago Pescegallo. Lesposizione a Nord facilita le precipitazioni nevose, sempre abbondanti e adatte al free ride. A completare l'offerta: scialpinismo e ciaspole sia in Val Gerola, sia nella vicina Val Tartano. La vicina città di Morbegno mostra le sue antiche origini commerciali grazie alle tante botteghe artigiane nell'accogliente centro storico. Per il relax merita una visita la stazione termale di Bagni di Masino, già frequentata da secoli dalla nobiltà veneta e milanese. ( Fonte: Regione Lombardia)

 
Questa meravigliosa località che deve il nome all'incantevole laghetto sulle cui acque calme si riflettono le guglie del gruppo del Latemar, è situato a cavallo tra la Val d'Ega e le valli di Fiemme e Fassa. La sua vocazione turistica risale a due secoli fa, quando la principessa Sissi vi trascorreva parte delle sue vacanze montane.

I pendii prativi che si alternano ad aree boscose terminano dal lato est sotto il gruppo del Latermar e verso nord sotto le ripide pareti del catinaccio, la particolare esposizione di queste ultime le rende al tramonto teatro dello spettacolare fenomeno dell'enrosadira, quando le pareti rocciose si tingono di un colore rosato unico al mondo, la zona di 
Carezza e del passo Costalunga ne sono i palcoscenici ideali.

La stagione estiva offre una vacanza ll'insegna della natura con panorami unici, escursioni per tutti sia nella quiete del bosco che verso gli strapiombi del gruppo del Catinaccio, oppure piacevoli pedalate fino alle arrampicate che esaltano i rocciatori più esperti. Nei pressi del lago, in estate è in funzione un campo da golf a nove buche. Alcuni impianti di risalita permettono anche ai meno avventurosi di assaporare l'ebrezza di una sosta ai piedi di pareti lungo le quali sono state scritte pagine importanti nella storia dell'alpinismo italiano.

Il Lago di Carezza è una delle attrazioni principali della Val d'Ega, e chiunque l'ammiri non può fare a meno di fare una fotografia delle sue acque cristalline su cui si rilettono i boschi di conifere e le guglie verticali del Latemar. Un sentiero di circa 600 m di lunghezza, costeggia le rive del lago che ha una estensione in funzione delle stagioni: in primavera le acque si estendono più ampiamente dopo lo scioglimento delle nevi, mentre all'inizio dell'autunno il lago raggiunge la minore profondità con circa 6-7 metri di acque rispetto ai 17 metri della primavera. L'eccezionale trasparenza ad ogni stagione (a parte quando gela) è dovuta alla mancanza di immissari: infatti il lago è alimentato da risorgive sotterranee, che filtrando l'acqua la lasciano prima di sedimenti.

La buona posizione geografica a comoda distanza dalla città di
 
Bolzano e comunque non lontano anche da Trento e da Merano, permettono di riempire anche le eventuali giornate di maltempo o d'immergersi per qualche giorno nella visita di queste città d'arte e perchè no anche di concedere un po' di spazio allo shopping. D'inverno quando i prati si ricoprono della morbida coltre nevosa, gli sciatori troveranno un comprensorio sciistico di medie dimensioni, ma in grado di offrire divertimento e belle discese a tutti.

In particolare troviamo sedici impianti di risalita che vanno dall semplice sciovia di campo suola, fino alla telecabina ad agganciamento automatico ad otto posti, il tutto a servizio di 40 chilometri di piste, in maggioranza assistite da un impianto d'innevamento programmato. Il carosello è disposto a ventaglio sui pendii esposti a mezzogiorno ai piedi del Catinaccio, fatta eccezione per la propaggine più ed est, le piste che partono direttamente dal passo Costalunga che guardano invece verso nord, questa esposizione risulta particolarmente apprezzata a stagione avanzata perchè garantisce una buona qualità della neve anche nelle ore pomeridiane.

Le piste sono in maggioranza di livello medio-facile, ma appena ci si sposta verso la parte alta dei versanti le pendenze cominciano a farsi interessanti e questi tratti di pista sono classificati come difficili, negli ultimi due inverni nuovi investimenti sono stati fatti per il rilancio dell'area, questi hanno portato alla riapertura delle imteressanti piste al passo Costalunga e ad una razionalizzazione degli impianti e dei collegamenti. Gli snowboarders, oltre alle possibilità offerte dai fuoripista in terreno aperto, troveranno un attrezzatissimo snowpark servito dalla seggiovia Christomannos, snowpark aperto anche nelle serate del mercoledì e del venerdì, mentre lungo la pista Paolina esiste un half-pipe naturale lungo ben 130 metri.

Questa area offre ai non sciatorila possibilità di effettuare escursioni con le ciaspole nella quiete dei boschi, di lanciarsi con lo slittino lungo la pista naturale del Lago Nero e il brivido della discesa notturna, sempre con lo slittino a 
Nova Levante. Per lo sci nordico sono tracciati tre anelli per un totale di quasi venti chilometri, il più facile dei quali è in località Carezza, gli altri si trovano a Nigra e nella piana di malga Moser, pochi chilometri oltre il passo Costalunga.

Il maneggio presso malga Angerle organizza passeggiate a cavallo, in particolare vale la pena di provare la passeggiata notturna al chiaro di luna, organizzata durante l'inverno quando la luce della luna raggiunge la massima intensità. Le malghe ed i rifugio offrono anche gastronomia di alto livello, quindi perchè non godersi una cena oppure un veloce spuntino a pranzo terminando con una buonissima e profumatissima fetta di strudel.

Per quanto riguarda la ricettività alberghiera, tra 
CarezzaNova Levante e Tires si può contare su oltre 20 strutture di medie dimensioni, tutte caratterizzate da una gestione curatissima sempre dedicata a mettere gli ospiti a proprio agio, molte di queste strutture sono attrezzate con piscina e centro benessere.

Raggiungere
 
Carezza è possibile da due direzioni principali, la più caratteristica è quella che daBolzano, in circa venticinque chilometri, risale la profonda e stretta gola della val d'Ega, altrimenti si può risalire da Egna / Ora seguendo la Statale delle Dolomiti (SS48) fino a Cavalesee dalla val di Fassa per la comoda strada del passo Costalunga. Un percorso più spettacolare e tortuoso è quello che costeggia il Latemar passando da Nova Ponente e Nova Levante, prima di ragiungere Carezza al Lago. ( Fonte: ilturista.info)
 
By Admin (from 19/09/2010 @ 09:30:05, in it - Scienze e Societa, read 2417 times)

Manca ormai poco alla prima sperimentazione clinica sull'uomo di cellule staminali embrionali, dopo che la Food and Drug Administration ha dato il via libera ai ricercatori di Menlo Park, in California, a condurre test su alcuni volontari. Le cellule staminali saranno iniettate a 12 persone vittime di cecità provocata dalla distrofia maculare di Stargardt, ovvero una degenerazione ereditaria della retina, e a 10 persone rimaste parzialmente paralizzate per via di lesioni alla spina dorsale.

 

Le staminali sono cellule primitive capaci di trasformarsi in diversi tipi di cellule del corpo, riparando così specifici tessuti o addirittura riproducendo organi. Quelle embrionali sono ottenute mediante una coltura, dopo essere state ricavate dalla distruzione di una blastocisti, ovvero un embrione non ancora cresciuto sopra le 150 cellule.

 

Per questo motivo l'utilizzo della tecnica è ancora molto dibattuto, anche "aspramente" dalle 2 posizioni principali che si contrappongono: da una parte, chi si oppone considerando l'embrione una forma di vita e quindi volendone preservare la dignità e lo sviluppo, posizione sostenuta dalla Chiesa Cattolica, dall'altra parte chi è favorevole, alla luce delle, molteplici, possibilità terapeutiche originate da una formazione cellulare non considerata ancora un essere umano.

Così anche per le sperimentazioni in procinto di partire, a breve, sono state sollevate diverse polemiche da parte del mondo cattolico per ragioni etiche cui, stavolta, si aggiungono le consierazioni di una parte della comunità scientifica, che teme l'accelerazione dei tempi, non ancora pronti per i test sull'uomo.

 

“Abbiamo un disperato bisogno di sapere come queste cellule agiscono nel corpo umano” - ha detto John Gearhart, tra i primi a lavorare con le staminali all'Università della Pennsylvania.

 

In particolare, alcuni scienziati temono, in base ad alcune osservazioni riscontrate sui topi da cavia, che le nuove cellule impiantate sugli uomini possano svilupparsi in tumori. Ma ai loro dubbi risponde l'ottimismo di Thomas B. Okama, presidente di una delle 2 compagnie che condurranno i test, secondo il quale ”Se avremo successo verranno rivoluzionate le terapie di molte malattie inguaribili”. Ma sarà solo il tempo a dare una risposta.

Fonte: MilanoWeb.com

 
Il centro principale della val Rendena è situato sulla sinistra orografica del Sarca, adagiato sul bordo della larga piana ad una quota di circa 785 metri, la posizione al confine del parco naturale Adamello-Brenta ne fa una destinazione turistica di indiscusso pregio sia nella stagione estiva che nella stagione invernale. La val Rendena è raggiungibile per chi proviene da sud uscendo dall'autostrada del Brennero al casello di Trento e percorrendo la ex SS 45 fino a Sarche e da qui proseguire sulla ex SS 237 fino a Tione, proseguire verso nord fino a Pinzolo, dal casello sono 61 chilometri. Altro itinerario per salire da sud consiste nell'uscire dall'autostrada A4 al casello di Brescia est seguire la direzione per Salò fino a Vobarno da qui seguire per il Lago di Idro, costeggiare il lago e percorrere tutta la valle delle Giudicarie fino a Tione e da qui come per l'itinerario precedente. Se invece scendo da nord devo uscire dall'autostrada del Brennero a San Michele-Mezzocorona seguendo le indicazioni per Madonna di Campiglio percorro tutta la val di Non e la val di Sole fino a Dimaro dove svolto a sinistra per Campiglio, oltrepasso l'abitato di Madonna di Campiglio e dopo altri 10 chilometri raggiungo Pinzolo. Lo sviluppo dell'attività turistica di Pinzolo è iniziato negli anni sessanta come logica conseguenza della meravigliosa posizione, infatti nel raggio di pochi chilometri abbiamo i ghiacciai dell'Adamello, i picchi rocciosi delle dolomiti di Brenta e la val di Genova ricca di spettacolari cascate e spumeggianti torrenti.

L'offerta sciistica di Pinzolo è concentrata sul massiccio granitico del Doss del Sabion che raggiunge un'altezza di circa 2100 metri e si erge come un picco panoramico al cospetto della parte centro meridionale delle dolomiti di Brenta. Il parco impianti è stato oggetto negli ultimi dieci anni di importanti interventi di ammodernamento e razionalizzazione anche in vista del completamento del progetto di collegamento con Madonna di Campiglio e del nuovo arrocamento Tulot-Malga Cioca che vedrà anche la realizzazione di una nuova pista fino al fondovalle che per dislivello e livello tecnico promette di diventare una vera attrazione. Le altre piste del comprensorio si snodano su due versanti della montagna e raggiungono un dislivello massimo di oltre 700 metri e sono tutte servite da un impianto per la produzione di neve programmata, tra queste come non segnalare il muro della pista Grual Nera una picchiata che in solo 500 metri copre un dislivello di 150, nella stessa area viene attrezzato uno snowpark ricco di attrazioni per soddisfare gli appassionati dello snowboard.

I principianti ed i bambini hanno loro riservato un campo scuola in località Pra Rotond all'arrivo della telecabina dove fare pratica e seguire in tutta tranquillità le lezioni di sci, attentamente assistiti dai preparatissimi maestri di sci.
L'estate in val Rendena è ricchissima di possibilità di svago, si parte dall'offerta gastronomica che in ristoranti, trattorie ed agriturismo offre il meglio della cucina trentina, in particolare si può programmare una giornata all'aria aperta tra boschi e pascoli consumando il pranzo in una delle tante malghe che si sono attrezzate per offrire un tipico pranzo a base di polenta, capriolo ed affettati locali. Oppure in un ristorante gustare una minestra d'orzo, un piatto di gnocchetti bianchi o verdi e per secondo una tagliata di cervo accompagnata da un bicchiere di marzemino.

Anche chi non vuole solo natura, sport e gastronomia nella propria vacanza troverà occasioni d'arricchimento culturale, infatti merita una visita la chiesa di San Vigilio situata poco fuori dall'abitato di Pinzolo, costruita nel XIV secolo e successivamente oggetto d'ampliamento nel 1515 ha sul lato esterno quella che è considerata la maggior opera di Simone Baschenis che decora la parete sud rappresentando il Trionfo della Morte con la Danza Macabra, i sette Peccati Capitali e la Resurrezione di Cristo, successivamente lo stesso autore di dedico alla decorazione dell'interno in particolare nel presbiterio sono dipinte la storia di San Vigilio ed altre opere.

Le escursioni che si possono fare partendo da Pinzolo sono numerosissime e qui ne segnaleremo solo alcune, sicuramente una delle più remunerative per i panorami ed i differenti paesaggi che s'incontrano è sicuramente quella che ci conduce al rifugio del XII Apostoli, questo itinerario è facilitato dalla possibilità di usufruire della telecabina e della seggiovia che ci portano in cima al Doss del Sabion da qui un sentiero in ripida discesa ci porta alla sella del Capitello, con attenzione imbocco un comodo sentiero in costa che ci conduce alla larga spianata della val Nardis, qui se alzo lo sguardo vedo più sopra la mia destinazione, mi attendono quasi due ore si salita, ma all'arrivo gli sforzi sono ampiamente ripagati da un panorama impagabile, da un ambiente disegnato dai ghiacciai e dai fischi d'allarme delle marmotte che mi hanno fatto compagnia durante la salita. A questo punto dopo una sosta ristoratrice non posso mancare di visitare la chiesetta scavata nella roccia dedicata alla Madonna Ausiliatrice. Per il ritorno la scelta è multipla: posso ritornare per l'itinerario di salita oppure se ho ancora energie risalgo per poco più di venti minuti verso la bocchetta che dà verso la val di Sacco, dalla bocchetta inizia la discesa in un ambiente ancora diverso con la compagnia di un torrente d'acqua purissima e la possibilità di avvistare dei branchi di camosci, quando arrivo nei pressi di Malga Movlina devo seguire le indicazioni con una certa attenzione fino a tornare in località Capitello imboccare un comodo sentiero in discesa che mi condurrà verso la stazione d'arrivo della telecabina.

Un'altra escursione stavolta veramente alla portata di tutti ci porta in val di Genova a vedere la cascata di Nardis, una volta che ho parcheggiato la macchina nell'ampio parcheggio mi faccio guidare dal rumore e dalla sensazione di fresco sul volto fino ad arrivare al cospetto della cascata, questo salto d'acqua di quasi 10 metri è formato da acque che provengono direttamente dai ghiacciai della Presanella; se proseguo lungo la val di Genova posso ammirare altre cascate meno famose, ma comunque meritevoli di una visita sono tutte sulla destra orografica nell'ordine, la cascata di Lares, la cascata Folgorida, la cascata Casina Muta, la cascata Pedruc. Alla fine della strada in località malga Bedole parcheggio la macchina ed seguendo le indicazioni dei sentieri per i rifugi dell'Adamello raggiungo dopo pochi minuti di cammino un belvedere ricavato da uno sargo del sentiero da dove posso ammirare nella loro maestosità parte dei ghiacciai dell'Adamello.

Non bisogna dimenticare che recentemente a pochi chilometri a valle di Pinzolo è stato aperto un golf club dotato di un percorso a nove buche con par 35, campo pratica, putting green e pitchin green. La ricettività alberghiera è costituita da sei alberghi a quattro stelle, dodici alberghi a tre stelle ed altre strutture tra pensioni, residence, garnì ed agriturismo. Numerosissimi sono anche i posti letto disponibili in appartamenti che si possono affittare sia in residence che in strutture private e sono ben tre i campeggi disponibili nelle vicinanze. ( Fonte: ilturista.info)
 
By Admin (from 20/09/2010 @ 09:36:54, in it - Scienze e Societa, read 3500 times)

 

Il traffico di organi umani destinati ai trapianti è una realtà perfino in Europa, nonostante l'esistenza di norme legali e di misure di controllo considerate efficaci. Il commercio di organi supera spesso le frontiere nazionali e approfitta delle condizioni di precarietà delle regioni più povere del mondo.

Tra le offerte di automobili, terreni o cani chihuahua, su internet si ritrovano anche non poche proposte di acquisto di organi umani, nella maggior parte dei casi un rene. Soprattutto giovani uomini e donne si dicono disposti a cedere un organo vitale per alcune migliaia di franchi.

Secondo quanto annunciato da alcuni siti, le offerte provengono dalla Francia e dal Belgio, due paesi che non sprofondano di certo in una povertà assoluta. E in cui il traffico di organi umani è vietato dalla legge.

Si tratta di annunci fasulli o a scopo fraudolento oppure di vere proposte? "È già da alcuni anni che persone povere propongono di vendere i loro organi su internet", rileva Ruth-Gaby Vermot-Mangold, membro del Consiglio d'Europa e autrice di un rapporto su questo traffico illegale in Europa.

Un organo per un pugno di dollari. Un commercio di esser umani, a pezzi. Il traffico non è limitato alle sordide prigioni cinesi o ai paesi meno favoriti del pianeta. Anche in Europa è una realtà. "Si tratta di un problema che va regolato a livello internazionale", afferma Thomas Gruberski, che sta preparando un lavoro di dottorato in diritto sulla questione.
 
Leggi efficaci

"Quasi sempre ricoperto da un velo di segreto, il commercio di organi sta dando del filo da torcere agli inquirenti. Solo una legislazione efficace può permettere di prevenirlo in qualche misura.

"Il trapianto di un organo rappresenta un'operazione difficile, che può essere realizzata soltanto da un medico e in tempi molto brevi. Se le autorità sono ben organizzate e dispongono di un buon dispositivo di controllo, questo traffico diventa quasi impossibile", dichiara Ruth-Gaby Vermot-Mangold.

In Svizzera, come in tutti i paesi europei, la vendita di organi umani è proibita dalla legge. "È vietato: il prelievo o il trapianto di organi, tessuti o cellule di origine umana acquistati verso compenso in denaro o mediante la concessione di vantaggi", decreta la Legge federale sul trapianto di organi, tessuti e cellule.

Regolamentazioni divergenti

"Organismi come Swisstransplant (la fondazione nazionale per il dono e il trapianto di organi) non utilizzano mai degli organi senza verificare la loro provenienza. Sanno che bisogna essere molto attenti e che sussiste una zona grigia, ad un passo dall'illegalità", afferma Ruth-Gaby Vermot-Mangold.

Anche le legislazioni degli altri paesi europei vietano il traffico di organi umani, in virtù della protezione dei diritti umani. Le regolamentazioni denotano tuttavia numerose differenze, soprattutto per quanto concerne la definizione del legame tra il donatore e la persona che riceve l'organo.

In Italia e in Danimarca deve sussistere un rapporto di parentela tra donatore e ricevente. In Germania può bastare un legame emozionale molto forte tra di loro. In altri paesi, come in Norvegia, Spagna, Austria e Svizzera, la legge non richiede nessun rapporto specifico tra il donatore e il ricevente. Sussiste quindi maggiormente il pericolo di una "zona grigia", ossia di abusi a scopo di lucro.
 
Forti pressioni

"La regolamentazione costituisce un grande dilemma. Da un lato è buona cosa se il donatore è un parente o un amico. D'altro canto sono stati scoperti dei casi in cui il ricevente ha presentato un "falso" amico, che non parlava neppure la sua lingua", sottolinea Ruth-Gaby Vermot-Mangold.

A detta di Thomas Gruberski, è preferibile una regolamentazione più aperta, che non limiti la cerchia dei donatori. Secondo l'esperto, leggi troppo restrittive non sono sensate, dal momento che possono produrre grandi pressioni e pregiudicare la libera scelta del donatore.

"Pensiamo al caso di una madre che ha bisogno di un rene. Se la legge impone l'esistenza di un legame di parentela, i figli o gli altri parenti si ritroveranno fortemente sotto pressione. In alcuni casi può inoltre crearsi un commercio all'interno della famiglia: il figlio che fa dono di un organo riceverà una quota maggiore di eredità", spiega Gruberski.

Per la bioeticista inglese Janet Radcliffe Richards, la miglior soluzione per lottare contro il traffico di organi è di liberalizzare totalmente il commercio. In tal modo sarebbe possibile un miglior controllo medico, soprattutto per garantire la sicurezza dei donatori.

Una proposta considerata pericolosa da Ruth-Gaby Vermot-Mangold: "Le persone che vendono i loro organi si ritrovano spesso in una situazione di grande precarietà e vivono in paesi molto poveri: in molti casi non beneficerebbero di una miglior assistenza medica".
 
Affari pericolosi
 
Proprio questa precarietà viene sfruttata da molte persone nei paesi più ricchi per procurarsi un organo nelle regioni più povere del pianeta. In Svizzera, nonostante inchieste approfondite, non è stato accertato nessun caso di abuso in tal senso, indica Ruth-Gaby Vermot-Mangold.

Secondo uno studio effettuato nel 2004 dal Comitato direttore di bioetica e dal Comitato europeo della sanità, numerose persone dei paesi europei si recano in altre regioni del mondo per sottoporsi ad un trapianto. In particolare in Cina, India, Turchia e in alcuni paesi africani.

Per l'elaborazione del suo rapporto destinato al Consiglio d'Europa, la parlamentare svizzera ha incontrato dei donatori moldavi che avevano venduto loro organi in Turchia. Attirati con promesse di lavoro, non avevano trovato nessun impiego in Turchia. Per rimborsare il viaggio di ritorno era stato proposto loro di vendere un rene per 2000 – 3000 euro.

"Ho rivisto uno di questi donatori moldavi qualche tempo dopo. Grazie ai soldi si era comperato una casetta per la sua famiglia in Moldavia. Ma si era ridotto in pessime condizioni di salute", ricorda Ruth-Gaby Vermot-Mangold.

Autore: Laureline Duvillard - swissinfo.ch - Traduzione e adattamento: Armando Mombelli

 
By Admin (from 20/09/2010 @ 10:00:57, in it - Scienze e Societa, read 1405 times)

Per provare a rilanciare un prodotto che ormai stenta a confermarsi a causa della disastrosa gestione del suo amministratore delegato Ratzinger, la Chiesa S.p.a immette sul mercato la Bibbia Pocket; la nuova versione si presenta in un formato così piccolo che i versetti si contraddicono in maniera tascabile.

Per promuovere l’iniziativa saranno trasmessi alla radio e su internet alcuni brani dell’Antico e del Nuovo Testamento in versione rap; per eseguire i pezzi erano stati contattati anche i componenti del Truceklan ma tutti hanno rifiutato perché i testi erano troppo violenti persino per loro.

La Bibbia torna a proporsi al grande pubblico due anni dopo la “Lettura della Bibbia giorno e notte”, trasmessa in diretta dalla Rai quando per sette giorni e sette notti, politici, artisti, intellettuali e Mara Carfagna si sono alternati nella lettura delle pagine del Libro. Anche Giulio Andreotti prese parte alla lettura dei testi sacri. Al termine del suo turno gli fu regalata per ricordo un’immaginetta della Madonna: Andreotti le diede fuoco passandosela da una mano all’altra.

Alla Gelmini hanno ordinato di fingere entusiasmo per l’iniziativa editoriale perché prima o poi le avrebbero ricambiato il favore e perciò lei si è spinta oltre auspicando l’insegnamento della Bibbia in tutte le scuole che nel frattempo non sarà riuscita a far chiudere. Personalmente sono contrario, ma solo perché esistono libri fantasy con una trama meno farraginosa e personaggi molto più credibili.

Per rendere l’ambiente scolastico ancora più religioso, dopo i crocifissi nelle aule, le ore di religione raddoppiate e l’insegnamento della Bibbia, una circolare ministeriale imporrà ai docenti di farsi baciare la bua dai bambini più piccoli almeno una volta a settimana. Per non parlare delle mense in cui sarà servito solo il corpo di Cristo. Ma solo ai bambini che avranno pagato la retta.

Dopo che la mobilitazione popolare sta riuscendo a far togliere i simboli leghisti dalla scuola di Adro, ne servirebbe un’altra per far togliere il marchio Cei dal culo di alcuni ministri.

Fonte: silviodigiorgio.blogspot.com

WIE VAN DE DRIE

Vida Megan Alisa
Vida | Megan | Alisa
 

Situata nel bel mezzo della Val di Sole Marilleva è una località invernale di grande successo che deve la sua popolarità alle numerose piste da sci e snowboard, di vario livello, e che accontentano allo stesso modo principianti ed esperti.

 

Unite il fatto che gli impianti di Marilleva fanno parte del circuito dello Skirama, e che quindi sono collegate ai comprensori di Folgarida e Madonna di Campiglio, e allora Marilleva è in grado di fornire una tale varietà di piste e tracciati in grado di riempire tutta la vostra settimana bianca senza possibilità alcuna di annoiarvi.

 

Marilleva si raggiunge facilmente da tre direttrici principali. La prima è quella di uscire dalla A22 l'autostrada del Brennero a S. Michele Mezzocorona e da qui procedere in direzione della val di Non e di Cles, poi raggiungere la val di Sole e superare Malè e Dimaro prima di raggiungere Mezzana e da qui Marilleva 900.

 

Per chi proviene da sud, una volta raggiunta Madonna di Campiglio si procede per il passo di Campo Carlo Magno, si scende per Folgarida e raggiunta Dimaro seguire il percorso precedente. Per chi arriva da Ovest e cioè dalla Lombardia, si segue per Ponte di Legno, si valica il confine del Trentino al Passo del Tonale e poi si scende per Vermiglio, Pellizzano e Marilleva.

 

Marilleva è divisa in due insediamenti distinti. La stazione di base, Marilleva 900 da dove parte una strada a tornanti (in alternativa un collegamento in telecabina) per Marilleva 1400 che il luogo in cui arriva la pista principale di sci, denominata la Panciana, uno dei tracciati più lunghi ed entusiasmanti dello Skirama. Un ingresso alternativo è stato aperto nel 2006 con l'impianto di Daolasa Val Mastellina che ha aggiunto una ulteriore possibilità di salire direttamente dalla Val di Sole (Commezzadura) fino alle piste del comprensorio.

Gli impianti di risalita sono distribuiti le due montagne principali della zona: i 2.155 m del Dos de la Pesa e i 2.179 m del Monte Vigo. Le due vette si raggiungono con tappe intermedie, il rifugio Orti per il Dos de la Pesa e la Malga Panciana per Monte Vigo.

 

Le piste presentano grande varietà, e partono da livello per esperti come le nere degli orti e la nera di Marilleva che scende fino a quota 1400, percorribili in una unica discesa intensa e spettacolare, si passa poi ad alcuni tracciati rossi davvero emozionanti sia per passaggi tecnici che per i panorama mozzafiato del paesaggio. Dal Monte Vigo scende la N°11, la pista Orso Bruno che si collega alla celebre Panciana, stessa spettacolarità anche con la pista n°20 la Dos de la Pesa. Per chi invece si trova alle prime armi ci sono una decina di piste di livello blu, perfette per chi vuole divertire senza troppe difficoltà altimetriche.

 

L'innevamento delle piste è garantito da un efficiente sistema di innevamento artificaile, collegato con quello di Folgarida che con un totale di oltre 460 cannoni consente l'innevamento di oltre 34 km di piste. Oltre tutto il prevalente orientamento verso nord delle piste consente di godere di un ottimo stato di innevamento anche a stagione avanzata, quando il sole scalda le valli alpine con maggior intensità.

Il compresorio di Marilleva offre anche piste per gli amanti del fondo con due anelli che si snodano in destra Noce. Per chi non scia o non si dedica allo snow bord la valle offre la bellezza dei suoi villaggi ideali per rilassanti shopping e la scoperta dell'artigianato locale, con attività sportive corollarie come il nuoto ed il pattinaggio. ( Fonte: ilturista.info)

 
Le montagne sono così imponenti da trafiggere il cielo, e si specchiano sul lago di Garda come colossi grandiosi, dominanti l’intero paesaggio. Eppure Goethe, dopo aver visitato questa fetta d’Italia, la descrisse come “la terra dove fioriscono i limoni”. In effetti questa zona del Trentino, in provincia di Trento, è un paradiso di contrasti squisiti, che fanno innamorare i visitatori al primo sguardo: contrasto tra la dolcezza del lago e l’austerità delle Alpi, tra il clima mite della costa lacustre e la neve che si ammira in lontananza, tra la purezza dei paesaggi montani e la solarità tipica delle regioni mediterranee.

Qui sorge il comune di Nago-Torbole, località di circa 3 mila abitanti formata, come dice il nome, dai centri di Nago e di Torbole. Torbole, in particolare, è una cittadina incantevole affacciata proprio alle rive del lago, lungo la sponda nord-orientale, in corrispondenza della foce del Sarca. A est si innalza la catena del Baldo, con il Monte Altissimo, che con la sua mole protegge Torbole e le dona quel clima dolce così inaspettato.

Qui, in effetti, nonostante le vicine montagne, le temperature si mantengono piuttosto miti e passeggiare sulle rive del Garda è una vera delizia, degna di un accogliente paesaggio di mare. In gennaio, il mese più freddo, non si arriva mai a valori troppo rigidi, e le temperature medie vanno dai -2°C ai 5°C; in luglio e agosto invece, i mesi più caldi, si va dai 18°C ai 29°C. Le precipitazioni si distribuiscono in maniera piuttosto omogenea nell’arco dell’anno, con un picco massimo nel mese di agosto, quando cadono mediamente 88 mm di pioggia.

Oltre ad allietare le passeggiate in mezzo alla natura e l’esplorazione del centro storico, questo clima gradevole garantisce un vento costante sulle acque del lago, facendo di Torbole un notissimo centro velico e di windsurf, dove gli sportivi possono cimentarsi in evoluzioni spassose e imprese appassionanti. La vocazione turistica del luogo affonda le radici in un tempo lontano: già nel XV secolo erano molti i viaggiatori che, percorrendo la strada atesina tra Germania e Italia, si incantavano ad ammirare questi luoghi, magari dedicandovi poesie o dipinti destinati a diventare immortali.

Ma non si può certo dire che il turismo abbia rubato a Torbole il suo animo genuino, caratteristico, fatto di scorci pittoreschi e tradizioni senza tempo. Qui non mancano le bellezze architettoniche e culturali, preziose testimoni di un passato ricco e affascinante. Tra gli edifici più interessanti c’è la chiesa di Sant’Andrea, dedicata al patrono dei pescatori, situata nella parte alta di Torbole: ricostruita secondo le linee tardo-barocche dopo la distruzione del 1703 ad opera delle truppe francesi, la chiesa conserva comunque alcuni elementi della forma originaria, come testimoniano le date 1469 e 1512 incise nel basamento degli archi in pietra del transetto. All’interno si possono ammirare opere d’arte pregevoli come la pala d’abside, che rappresenta il Martirio di Sant’Andrea, o le statue lignee di San Giuseppe e della cosiddetta Madonna Romani, situate lungo le navate laterali.

Tra gli scenari naturalistici non si può trascurare la Valletta di Santa Lucia, che univa il lago di Garda all’antica strada romana, in uso sino all’inizio del Settecento, e si snoda tuttora nel cuore di un uliveto centenario. Sede, in passato, della calata della piccola flotta veneziana, oggi regala ai turisti uno splendido scenario sul Garda, fino a Sirmione. Altrettanto magico, anche se più recente, è il sentiero naturalistico che collega Torbole alla frazione Tempesta, un tempo confine tra l’Austria e l’Italia.

Infine, come rinunciare a qualche ora di completo relax sulla spiaggia, sul lungolago o sul sentiero ciclo-pedonale? Per poi ristorarsi, a fine giornata, in uno dei ristoranti di Torbole, che propongono i piatti della cucina tradizionale locale. Una cucina povera e genuina, saporita, che comprende ad esempio polenta e selvaggina, ma anche pesce squisito proveniente dal lago. Le temperature miti hanno favorito la coltura dell’olivo, che dà olive squisite e un olio pregiato, e tra la frutta spiccano i fichi, le prugne e le pesche. Le ricette tipiche più gustose sono i “bigoi co le aole”, ovvero degli spaghettini con sardelle, protagonisti della carnevalesca sagra detta “Sbigolata”, e la peverada con luganeghe e polenta, cioè un golosissimo intingolo preparato con il pane.

Aldilà delle sagre culinarie, a Torbole si svolge un’altra importante manifestazione: è la grande Regata Velica sul Lago di Garda, che si tiene a metà luglio e dura circa una settimana.

Per arrivare a Torbole si può scegliere tra diverse possibilità. Chi viaggia in auto può percorrere l’autostrada A22 e uscire a Rovereto Sud/Lago di Garda, proseguendo lungo la statale SS 240. Chi preferisce il treno può scendere alla stazione di Rovereto, ben collegata al paese con un efficiente servizio pullman, mentre gli aeroporti più vicini sono quelli di Verona, Venezia e Milano Linate, rispettivamente a 90 km, 195 km e 245 km dalla meta. Senza dimenticare il più recente aeroporto di Bolzano, distante circa 60 km. ( Fonte: ilturista.info)
 

Se i viaggiatori si scervellano sul web a caccia del biglietto più conveniente, per loro arriva in soccorso la matematica. Secondo l’economista giapponese Makoto Watanabe bisogna attivarsi esattamente otto settimane prima della partenza.

 

Lo studioso ha usato un’equazione complicata ( ∏A = gUG + min(k – g, (1 – g)(1 – r)) – in cui ∏ sta per il profitto, ma il succo è alla portata di tutti: i più puntigliosi faranno bene a mettersi alla ricerca del volo low cost nelle ore pomeridiane che dovrebbero essere quelle più ricche di offerte.

 

Watanabe spiega la sua scoperta all’Observer: “Quando compriamo un biglietto con molte settimane di anticipo dobbiamo valutare l’eventualità di imprevisti che ci costringano a rinunciare al viaggio. In modo da attirare comunque clienti le compagnie mettono in vendita biglietti a prezzi molto più bassi quanto più lontana è la data di partenza, e di conseguenza i prezzi aumentano con l’avvicinarsi del viaggio”.

Fonte: blitzquotidiano.it

 
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