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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 28/07/2010 @ 12:21:09, in it - Scienze e Societa, read 1977 times)

Ci si lascia alle spalle il caos delle grandi città e a poco a poco ci si inoltra nella campagna. All’orizzonte iniziano a stagliarsi le dolci colline di San Colombano, agghindate di vigneti e noccioleti carichi di frutti, affacciate come dame curiose sullo spettacolo della Bassa Pavese, dove il Po accoglie il corso dell’Olona e del Lambro. Così si raggiunge Miradolo Terme, piccolo comune di 3500 abitanti in provincia di Pavia, nella parte meridionale della Lombardia.

Ad appena mezz’ora di auto da alcune grandi città d’arte, come Milano, Pavia, Cremona e Piacenza, Miradolo è la via di mezzo ideale tra quiete e vivacità culturale: perfettamente collegata al resto della regione tramite i mezzi pubblici, ricca di eventi e di attrattive turistiche, la cittadina riesce comunque a preservare la sua indole più genuina, legata alle tradizioni di un tempo e alla quiete.

Nel territorio circostante, così come nel centro del comune, sono innumerevoli le testimonianze della storia locale, ricca di avvenimenti e di protagonisti diversi: sulle colline che circondano il borgo si nascondono cascine e antichi villaggi, tra cui spiccano Cà de Rho, Borgognona, Palazzina e Valbissera. Aldilà delle testimonianze architettoniche e urbane, opera dell’intervento umano, la campagna è una fonte inesauribile di tracce naturali: non è raro trovare qualche fossile marino, come quelli riuniti nelle raccolte archeologiche di San Colombano.

Ma i gioielli più preziosi sono nel cuore vero e proprio di Miradolo Terme, dove si possono ammirare soprattutto le chiese, risalenti al Cinquecento e al Seicento e più volte modificate nel corso dei secoli. Tra le costruzioni più interessanti c’è sicuramente la Chiesa Parrocchiale, arricchita all’interno da preziose tele seicentesche. Tra le varie opere, procurate da Don Alfredo Cremascoli, si possono ammirare il “San Francesco” del Cerano, l’ “Adorazione dei Pastori” del Ferrabosco, il “Trionfo del Rosario” del Malosso e l’organo Bossi Urbani del 1864.

Da vedere anche la chiesa di Santa Maria, una struttura originariamente semplice e lineare ma arricchita in seguito da varie opere di restauro. All’interno si può ammirare un bel quadro raffigurante la Madonna, racchiuso da una raffinata cornice dello scultore Carlo Antonio Lanzani, probabilmente dipinto intorno alla fine del Cinquecento. Aldilà delle chiese, tutto il tessuto di Miradolo è un interessante repertorio di testimonianze storiche, in una ricca alternanza di palazzi nobiliari settecenteschi, testimonianze medievali, residui delle prime fonti termali e un antico mulino dal fascino malinconico. Da non perdere, infine, nella vicina frazione di Camporinaldo, lo splendido oratorio quattrocentesco di Santa Maria.

Ma una delle attrattive maggiori di Miradolo sono forse le terme, originate da falde acquifere salmastre presenti, in passato, nella pianura circostante. I fossili di conchiglie che abbondano nella zona testimoniano l’antica presenza del mare, e giustificano il nome “Saline di Miradolo” con cui si era soliti indicare le fonti termali fino a poco tempo fa. Tra i vigneti e i noccioleti, a 78 metri di quota, sono ben cinque le fonti che regalano preziose acque -bromo-iodiche, litiose, magnesiache e sulfuree, a cui si aggiungono i preziosissimi fanghi. Le proprietà benefiche sono innumerevoli: affezioni delle prime vie respiratorie, sinusiti, faringiti, bronchiti croniche ed asmatiche, disturbi gastro-intestinali e dermatologici sono solo alcuni dei problemi che vengono efficacemente leniti dalle pratiche termali. Alle cure vere e proprie si aggiungono i trattamenti cosmetici, le maschere a base di fango e le massoterapie.

Ma non si può lasciare Miradolo Terme senza aver assistito almeno a una delle manifestazioni tradizionali, che durante l’anno, animano le strade e le piazze del centro.

 

Le occasioni più attese e più amate sono quattro, tutte legate alla tradizione contadina del borgo. La stagione delle feste comincia col carnevale, dedicato ai bambini, con le sfilate dei carri allegorici, per proseguire con la festa dei piselli che si tiene la prima domenica di maggio, in onore del tradizionale raccolto dei piselli.

 

In settembre c’è forse l’evento più importante, la sagra dell’uva, e poco dopo si celebra la festa delle castagne, per dare il benvenuto all’autunno in arrivo.

In ogni stagione, insomma, ci sarebbe un buon motivo per visitare Miradolo, anche se il periodo migliore da un punto di vista climatico è forse quello della primavera e dell’estate, quando le temperature sono piacevoli e il sole fa visita al borgo più volentieri. Il mese più freddo è gennaio, con valori medi che variano tra una minima di -3°C e una massima di 4°C, mentre quello più caldo è agosto, quando si passa dai 16°C ai 29°C. Le precipitazioni raggiungono il picco massimo tra ottobre e novembre, quando cadono in media 91-94 mm di pioggia al mese.

Per raggiungere Miradolo Terme si possono valutare diverse possibilità. Chi viaggia in auto deve percorrere la A1 Milano-Bologna e uscire a Casalpusterlengo, poi continuare sulla S.S. 234 Pavia- Casalpusterlengo per circa 4 km fino a destinazione. Per chi sceglie il treno c’è la stazione cittadina sulla linea Pavia-Cremona, mentre l’aeroporto più vicino è quello di Milano Linate, a circa 59 km. ( Fonte: 
www.ilturista.info)

 
By Admin (from 29/07/2010 @ 10:47:54, in it - Scienze e Societa, read 1727 times)

Il filosofo Betrand Russell intervistato nel 1959 a proposito della fede in Dio e della religione.

 

 

office85.jpgOre ininterrotte passate alla stessa scrivania, progetti condivisi, soddisfazioni e frustrazioni: l'ufficio è uno dei luoghi dove, per fortuna o purtroppo, passiamo la maggior parte del nostro tempo. Ma non di sola routine vive l'uomo (o la donna!): aggiungiamo una gonna troppo corta, qualche ammiccamento, un pizzico di fascino del potere, ed ecco che i grigi lunedÏ in ufficio si trasformano in possibili appuntamenti con il destino...

E' spesso una tappa obbligata della vita d'ufficio, che, secondo un'indagine condotta da Euroffice, fornitore online di materiale per ufficio, inizia nel 29% dei casi da un gioco di sguardi durante una riunione importante, in pausa alla macchinetta del caffè o in incontri, casuali e non, nei corridoi dell'azienda. I messaggi scritti sui cari vecchi post-it (3%) hanno lasciato il posto agli ormai onnipresenti social media: il 27% degli intervistati si lascia sedurre - o seduce - tramite link condivisi in bacheca, video di canzoni romantiche postati sul profilo o applicazioni che inviano regali multimediali all'oggetto dei propri desideri.

In questa percentuale, destinata a crescere esponenzialmente, rientrano anche tutti coloro che si affidano alla messaggistica istantanea per dichiarare i propri sentimenti: Skype, Messenger e la chat aziendale sono tra i mezzi più diffusi che consentono ai colleghi di "avvicinarsi" ....in tutti i sensi!

E nonostante trovarsi sulla scrivania una dozzina di rose scarlatte abbia sicuramente un effetto diverso rispetto a un "mi piace" sul proprio profilo Facebook, i mezzi dal sapore più retrò come fiori e cioccolatini, hanno chiaramente ceduto il passo al corteggiamento 2.0: infatti solo l'11% (di cui il 9% sono donne), preferisce affidarvisi. I regalini si riducono ad essere tecniche "vintage" ma, per fortuna, continuano a sortire buoni risultati. 

Del tutto immune a questi meccanismi risulta invece il 30% degli intervistati che, sempre secondo il sondaggio di Euroffice, si tiene lontano dalle avances tra scrivanie. Ma una volta rotto il ghiaccio e vissuta la passione, come si evolvono i flirt nati tra le mura lavorative? Mentre sono sbocciati fiori d'arancio per una romantica fetta degli intervistati (19%), per la maggior parte delle persone (46%) la relazione si Ë conclusa mantenendo comunque buoni rapporti - almeno in apparenza - in virtù della pacifica convivenza fra colleghi.

Non è finita invece a "tarallucci e vino" per il 15% delle coppie-scoppiate, che, nonostante siano costrette a condividere stampante e macchinetta del caffè, tendono a voltare le spalle alla loro ex dolce metà ogni volta che la incrociano nei corridoi. Destino peggiore per quell'11% (8% donne) che ha preferito - o è stato costretto - a cambiare lavoro pur di non dover sopportare la vista dell'ex amato, o i pettegolezzi che, inevitabilmente, in questi casi, si diffondono in tempi record. Taglio netto tra ragione e sentimento infine per il 9% che riesce a dimenticare le questioni di cuore a favore delle urgenze lavorative, unico momento in cui si riesce a vedere l'ex come semplice collega.

Insomma, se risulta facile innamorarsi del vicino di scrivania, il sondaggio di Euroffice conferma che diventa poi difficile gestire la storia nella giungla dell'ufficio fatta di gossip e invidie. Questo però non sembra influenzare il 70% di coloro che hanno partecipato al sondaggio e che hanno ammesso di essersi lasciati andare a passioni tra colleghi, più o meno durature. Se son rose, fioriranno... o appassiranno?! 

Fonte: cronacaeattualita.blogosfere.it

 
By Admin (from 02/08/2010 @ 11:01:42, in it - Scienze e Societa, read 2276 times)

Fonte: enteroclisma.blogspot.com - Autore: Roberto Mangosi.

 
By Admin (from 02/08/2010 @ 14:32:39, in it - Scienze e Societa, read 2479 times)

 Cari assunti, convenienti precari,
stamattina, complice il caldo, sono uscito di casa un po’ prima.
La metropolitana era insolitamente vuota e ad accompagnarci nel viaggio c’era un musicista: un ragazzo (?) sui 35 con la chitarra che cantava De Andrè da dio. La sua faccia mi era familiare e la mia doveva esserlo per lui. Finita la canzone si avvicina e ci riconosciamo: un mio compagno delle scuole medie. È un po’ imbarazzato, gli chiedo di uscire a prendere un caffè. Lui accetta, ma non prima di aver fatto il giro per raccogliere qualche spiccio dai passeggeri annoiati. Al bar parlottiamo un po’ finché non vado dritto al punto: “Perché sei in metro con una chitarra?”.

Sento una storia classica dei nostri giorni: laurea con lode in (udite udite) ingegneria, stage non rinnovato, call center di tamponamento, call center di resistenza, call center come precario impiego stabile, fanculo al call center. Centinaia di curricula inviati, colloqui promessi e non sostenuti, rientro a casa dai genitori: la sintesi delle disgrazie di un precario. La sua chitarra, da strumento per rimorchiare nella gita di scuola, da passatempo e momento di evasione, è diventata la sua busta paga.


Ci siamo salutati così, senza neanche prometterci di rivederci (non sia mai, avrà pensato lui).
Sono arrivato a lavoro con un peso sullo stomaco infinito. Un senso di rabbia, di sconfitta, una voglia di mangiarmi il giornale che leggevo, dove campeggiano i soliti noti che ci stanno fottendo giorno dopo giorno e ai quali non riusciamo ad opporre niente, se non una rassegnazione generazionale. Il sospetto che a pagare tutti i danni fatti nei palazzi di potere siano le nuove generazioni è diventato una certezza. Ma a questo punto è diventato una certezza anche questo: è ora che a pagare siano i potenti, non più noi.

Fonte: diversamenteoccupati.it - Autore: Arnald

WIE VAN DE DRIE

Bree  Avy
Bree | Carol | Avy
 
By Admin (from 04/08/2010 @ 11:43:41, in it - Scienze e Societa, read 1640 times)

La Food and Drug Administration, l’agenzia americana per la sanità, ha autorizzato l’utilizzo sperimentale di cellule staminali embrionali sull’uomo. I test, scrive il New York Times, saranno condotti dalla Geron Corp. e dalla Università di California.

Alla diffusione della notizia ha fatto seguito l’immediata reazione del Vaticano. Mons. Elio Sgreccia, già presidente della Pontificia Accademia per la Vita, l’ha definita “una decisione inaccettabile”. Il religioso, intervistato da Radio Vaticana, ha ribadito con forza l’opinione che “la scienza rimane ferma nel dire che l’embrione è un essere umano in cammino!” Sgreccia ha sostenuto che le sperimentazioni finora condotte non hanno dato i risultati attesi, “perché le cellule staminali degli embrioni hanno una totipotenzialità, quindi sono inclinate a riprodurre un soggetto, un individuo, non altre cellule”, ma ha comunque messo le mani avanti sottolineando che, “anche qualora per assurdo ci fosse un esito positivo, moralmente rimane delitto”. Secondo Sgreccia, i test che utilizzano cellule staminali embrionali si svolgono “a costo dell’immolazione di esseri umani”.

Fonte: UAAR.it

 
By Admin (from 06/08/2010 @ 12:16:51, in it - Scienze e Societa, read 1502 times)

ROMA. Un giovane uomo prono su una tavola avvolta dalle fiamme, la bocca aperta in un muto grido, la mano tesa in un gesto estremo: è un'immagine del ‘Martirio di San Lorenzo', pubblicata in apertura di prima pagina dall'Osservatore romano, che annuncia la possibile attribuzione a Caravaggio dell'opera, ritrovata tra le proprietà della Compagnia di Gesù, nel pieno delle celebrazioni per il quarto centenario dalla morte dell'artista.

Dopo il grande successo della mostra alle Scuderie del Quirinale - con quasi 600 mila visitatori - è in corso infatti in queste ore la speciale ‘notte bianca' con cui Roma festeggia fino alle 9 di domani il genio di Michelangelo Merisi (Milano, 29 settembre 1571 - Porto Ercole, 18 luglio 1610), attraverso un itinerario che illumina i suoi capolavori custoditi in chiese e musei.
L'attribuzione del Martirio di San Lorenzo, sottolinea il giornale vaticano, "aspetta ancora la garanzia dell'ufficialità", ma "di certo è un dipinto stilisticamente impeccabile, bellissimo: notevole è la luce che dal fondo scuro sferza e modella con bagliori improvvisi la superficie dei volumi".
Per l'Osservatore romano, "non si può fare a meno di riandare col pensiero a opere come la Conversione di san Paolo, il Martirio di san Matteo o Giuditta e Oloferne". E' "inutile, però - avverte il giornale - cadere nel facile tranello di un Caravaggio ‘a tutti i costi'. Saranno ulteriori indagini diagnostiche e un circostanziato approfondimento documentario, stilistico e critico a fornire le risposte".

Il rapporto di Caravaggio con i Gesuiti rappresenterebbe per gli studiosi un nuovo filone. "Il Martirio di San Lorenzo - spiega sull'Osservatore Romano Lydia Salviucci Insolera - costituisce un chiaro riferimento ai dettami iconografici di evidente matrice gesuitica". In particolare, "il marcato realismo era voluto espressamente dai gesuiti per facilitare nei novizi, destinati nelle terre di missione, la comprensione del momento del martirio, trasformando la paura in accettazione del proprio stato, per il tramite della grazia, proprio come avviene nel giovane san Lorenzo".

Tra i critici contattati per verificare la paternità dell'opera c'é Rossella Vodret, soprintendente al Polo museale romano e ideatrice della ‘Notte di Caravaggio', che al momento frena: "Mi sembra un quadro bello e interessante, ma l'attribuzione al Merisi è da approfondire. Sono stata chiamata nei giorni scorsi dal rettore della Chiesa del Gesù per vedere il quadro, ma purtroppo non ho avuto tempo: ci andrò sicuramente lunedi".
"Per ora - sottolinea ancora - ho visto l'opera solo su Internet e direi, a freddo, che non mi sembra un Caravaggio, pur essendo un lavoro che ha sicuramente legami con l'artista e con la sua cerchia. Ma vale la pena di andare a fondo, anche grazie agli ottimi strumenti che abbiamo a disposizione e che ci consentono risposte precise. Trovo strano che si tratti di un originale non documentato, non citato dalle fonti. Ma tutto può succedere".

Fonte: AmericaOggi.info

 
By Admin (from 06/08/2010 @ 13:13:17, in it - Scienze e Societa, read 2108 times)

La vita e’ buffa, avrebbe detto mia zia, prima di allargarsi in un sorriso pensando che e’ strano che ci voglia un giudice per sancire che rifiutare a gay e lesbiche di sposarsi e’ “discriminatorio”. L’amore per lei era senza razza, senza colore, senza genere e ci credeva talmente tanto che deve avermi contagiato. Così sono stata, ovviamente, profondamente felice nell’apprendere che il giudice distrettuale della California, Vaughn R. Walker, ha dichiarato incostituzionale il divieto ai matrimoni gay, imposto dopo il referendum meglio noto come “Proposition 8” del 4 novembre 2008. Il giudice ha, in pratica, dato ragione a chi crede che il non riconoscimento legale dei matrimoni gay sia un atto discriminatorio senza se e senza ma, tanto per dirlo in parole semplici. Una decisione che, sebbene non definitiva, rappresenta una grande vittoria per tutti gli attivisti che si stanno battendo per riuscire a cancellare gli effetti “nefasti” di quel referendum che lasciò un po’ di amaro in bocca, proprio nel giorno della storica elezione del presidente Obama.

L’ultima parola spetterà alla Corte Suprema ma, dopo la decisione del giudice del Massachussetts di dichiarare “incostituzionale” anche la dicitura del “Defence of Marriage Act (DOMA), secondo cui il matrimonio e’ un atto fra un uomo e una donna, arrivata poco più di un mese fa, l’entusiasmo si fa sentire in maniera palpabile; tanto che Jon Davidson, direttore del Lambda Legal, la piu’ vasta associazione di gay, lesbiche e trans, paragona la sentenza di Walker ad un grande slam. Soddisfazione arriva anche dalla Casa Bianca, con una mail alla stampa in cui si legge che il presidente “si e’ espresso in opposizione alla Proposition 8 perche’ divide ed e’ discriminatoria. Da parte sua continuera’ a promuovere eguali diritti per gay, lesbiche e trans”.

Cio’ che, pero’, tornando all’inizio, dà ragione all’opinione di mia zia riguardo all’imprevedibilita’ della vita, e’ il fatto che il giudice Walker, nominato da George Bush padre, era gia’ stato scelto da Ronald Regan, nel 1987, ma la sua nomina era stata bloccata dalla Commissione Giustizia del Senato per opposizione di un gruppo compatto di senatori capeggiati da una certa signora Nancy Pelosi di San Francisco. Motivo della “barricata”, il fatto che Walker aveva rappresentato il comitato olimpico americano in una causa per proibire l’uso della parola “Olimpiadi Gay”. La Pelosi osteggio’ la sua candidatura accusandolo di comportamento insensibile verso i gay e verso i poveri.

Altro particolare, meritevole di nota, e’ il fatto che il giudice Walker sia dichiaratamente omosessuale ma, evidentemente, non e’ questo cio’ che ne ha influenzato la decisione nella causa Perry contro Schwarznegger.

Nello scrivere questa notizia mi viene da pensare ad Harvey Milk e all’impegno straordinario che costa il sogno di veder riconosciuti i propri diritti. E penso a Marco e Carlo, insieme da 16 anni, molto piu’ di tante coppie etero e, banalmente, mi chiedo come il loro possa essere considerato un sentimento non sufficiente per scambiarsi un anello e potersi prendere “legalmente” cura l’uno dell’altro.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

 

Il 28 luglio 2010 è stata una giornata storica per il movimento internazionale che da anni si batte per il riconoscimento del diritto umano all'acqua. All'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York è stata ufficialmente presentata da parte di almeno 23 co-patricinatori degli Stati membri e dal Governo della Bolivia una risoluzione intitolata "Il Diritto Umano all'Acqua e all'igiene" che appunto ieri è stata approvata con 122 voti a favore, 41 astenuti e 0 contrari.

 

L'acqua quindi è un "Diritto fondamentale, essenziale per il pieno esercizio del diritto alla vita e tutti i diritti umani". Il testo della risoluzione invita gli Stati membri e le organizzazioni internazionali a fornire risorse finanziarie, a rafforzare le competenze e trasferire tecnologie  in particolare per i Paesi in via di sviluppo. L'obiettivo è quello di aumentare gli sforzi per "fornire acqua pulita, sicura, servizi igienici accessibili e alla portata di tutti". La risoluzione, nella sua parte introduttiva, riporta quelli che soni i dati, purtroppo noti, ripetuti nella circostanza dal rappresentante della Bolivia «Una persona su  otto non ha accesso all'acqua potabile sul nostro pianeta. La mancanza di accesso all'acqua e alle strutture igienico-sanitarie provoca la morte di tre milioni di persone all'anno. 1,5 milioni di bambini muoiono ogni anno di diarrea, e un terzo di questi decessi potrebbero essere evitati attraverso la creazione di servizi igienici adeguati».

 

Anche se non ci sono stati voti contrari questa risoluzione non ha convito proprio tutti. Stati Uniti, Canada, Regno Unito, l'Australia e la Turchia ad esempio si sono astenuti: a loro avviso la risoluzione potrebbe minare l'iter in corso a Ginevra presso il Consiglio dei Diritti Umani (pare per incongruenze tra i due testi) per costruire un consenso sui diritti legati all'acqua. In realtà probabilmente l'"impegno" è stato ritenuto troppo cogente, ma c'è anche chi si è astenuto per motivi opposti come ad esempio i Paesi Bassi che hanno ritenuto la risoluzione non insistesse abbastanza sulla responsabilità degli Stati nei confronti dei loro cittadini in materia d'accesso all'acqua e alle strutture igienico-sanitarie. L'Assemblea generale ha poi accolto con favore la decisione del Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite di richiedere un esperto indipendente, che dovrà presentare una relazione annuale in cui indicare i principali problemi nella realizzazione del diritto all'acqua potabile, le carenze sui servizi igienico-sanitari e il loro impatto sulla raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (in particolare Obiettivo n°7). L'esperto, individuato in Catarina de Albuquerque, ha il compito di stabilire un dialogo con i governi, le Nazioni Unite, il settore privato, gli enti locali, le organizzazioni della società civile e istituzioni accademiche.

 

Vedremo se già dai  prossimi appuntamenti, a partire da quello di settembre sugli Obiettivi del Millennio per arrivare fino al Forum mondiale dell'acqua, previsto per marzo 2012 a Marsiglia, questa risoluzione politica molto importante, ma che non ha valore normativo, troverà ulteriore consolidamento. ( Fonte: www.greenreport.it)

 
By Admin (from 09/08/2010 @ 13:24:22, in it - Scienze e Societa, read 1602 times)

ROMA. Il 40% degli italiani si considera abbastanza bravo a risparmiare quando organizza le proprie vacanze ed il 49% si dice addirittura molto bravo e capace di accaparrarsi tutti gli sconti e le migliori offerte disponibili. Ma la realtà sembra ben diversa. A rivelarlo è il portale Expedia che ha intervistato oltre 500 maggiorenni. La ricerca evidenzia però come gli italiani si caratterizzano per il minor numero di giorni a disposizione per i propri viaggi rispetto agli utenti delle altre nazionalità e per la disponibilità a spendere di più per singola notte di soggiorno in hotel.

I viaggiatori tricolori, sembrano quindi peccare di eccessiva fiducia nelle proprie capacità senza però impegnarsi troppo nell'attività di ricerca e valutazione delle soluzioni più convenienti. L'11% che confessa qualche difficoltà a riguardo, lamenta soprattutto la lunghezza e la difficoltà della ricerca delle migliori offerte all'interno dei siti, non sempre facilmente reperibili (49%). Si tratta di una problematica più sentita dalle donne (56%), rispetto al 39% degli uomini.

Interrogati sui più efficaci accorgimenti per riuscire a risparmiare nella prenotazione delle proprie vacanze, gli italiani identificano come soluzione ottimale nel 64% dei casi la prenotazione con maggiore anticipo (sebbene si distinguano in Europa per l'abitudine a prenotare molto sotto data, in media solo 25 giorni prima della partenza) e per il 61% l'attenta ricerca di offerte e sconti. Segue un 48%, che crede sia più conveniente partire in bassa stagione. A loro avviso le destinazioni più convenienti dell'estate 2010 saranno il mare europeo (39%), seguito dalle capitali europee (18%) e dalle destinazioni italiane (14%).

Fonte: americaoggi.info

 
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