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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 

Buongiorno a tutti. Oggi le parole chiave del Passaparola sono: Vice Re e Ricatti.
I Vice Re chi sono? Sono i personaggi più vicini ai padroni della politica italiana, che sono tutti sotto indagine o sotto processo, alcuni sono già passati per le patrie galere e altri ci stanno, in questo momento, nelle patrie galere e altri, magari, ci finiranno e che se parlassero sarebbero in grado di radere al suolo l’intera classe politica almeno ai massimi vertici.

Tutti i ricatti del Presidente.

Ricatto. Č la conseguenza di questa situazione, e cioè il fatto che c’è una situazione oggettivamente ricattatoria da parte dei vice re nei confronti dei re.
Perché se, appunto, i vice re si lasciassero scappare qualche ricordo o qualche parola compromettente, i re sarebbero politicamente morti.
Ancora una volta, quindi, si vede come le indagini giudiziarie abbiano una ripercussione politica soprattutto a proposito della ricattabilità dei nostri politici, che invece dovrebbero avere le mani libere per decidere per il bene comune anziché per il bene proprio, o per gli interessi propri.

La ricattabilità. In questi giorni, per parlare del re numero 1, ‘il re sola’ come l’ha chiamato il vignettista Giannelli in un suo libro, Berlusconi, si è scoperto che appunto Berlusconi è molto munifico, è una sorta di buon samaritano nei confronti di personaggi ben poco raccomandabili: li paga stabilmente. C’è una lunga lista di persone che vengono o sono state pagate da Berlusconi, l’ultima di questa lista, di queste persone è Giampi Tarantini.
Giampi Tarantini è un signore che fu arrestato l’anno scorso per favoreggiamento della prostituzione, traffico di cocaina e corruzione nella malasanità pugliese, ed è anche colui che portava le prostitute a Palazzo Grazioli e in altre ville del Cavaliere; anzi, era entrato in contatto con il Cavaliere proprio affittando una villa in Sardegna, vicina a Villa Certosa, riempiendola di giovani fanciulle e immediatamente fu contattato da un intermediario, anzi da un’intermediaria di Berlusconi che glielo presentò e di lì iniziò questo rapporto da cui Tarantini sperava di ricavare dei vantaggi.
Tarantini che vendeva protesi sanitarie alle Asl della Puglia, voleva mettersi in grande, voleva ingrandirsi, voleva arrivare a Roma e voleva mettere un piede almeno nel grande business della protezione Civile, c’era ancora Bertolaso. Il suo scopo era quello di diventare indispensabile per Berlusconi affinché Berlusconi si sdebitasse con lui raccomandandolo presso Bertolaso e facendolo entrare in quella ristretta cerchia di fortunati imprenditori che, nel segreto totale degli appalti della Protezione Civile, lucravano sulle disgrazie, sulle catastrofi naturali e sui grandi eventi.
Gli andò male, perché finì per pagare soltanto lui quel progetto che aveva messo in piedi di intesa con Berlusconi, in quanto Berlusconi appunto ne svicolò in quanto utilizzatore finale delle prostitute che gli portava Tarantini, il quale poi pare le pagasse lui di tasca propria, proprio per evitare che Berlusconi capisse che non le aveva conquistate con il suo fantastico charme, ma le aveva semplicemente utilizzate – per usare un orribile verbo dell’Avvocato Ghedini – con Tarantini che dietro la porta poi le remunerava per i loro servigi sessuali al Presidente del Consiglio.
La stessa cosa faceva Tarantini con il vice Presidente della giunta Vendola, Nicola Frisullo, uomo di D’Alema, uomo forte di D’Alema nella giunta Vendola, che fu per questo arrestato, perché? Perché pare favorisse gli affari di Tarantini in cambio, appunto, di tangenti sessuali, ragazze che nei giorni pari venivano portate a Palazzo Grazioli e nei giorni dispari venivano portate a Frisullo.
Bene. Si è scoperto in un’indagine di Napoli, dove Berlusconi figura come vittima di un ricatto, cioè di un’estorsione, che Tarantini prendeva, riceveva soldi dal Cavaliere: 500 mila euro in un’unica soluzione e poi dei versamenti periodici, pare addirittura mensili, che arrivavano fino a 20 mila euro al mese.
Berlusconi non ha negato questa circostanza, l’ha seraficamente ammessa, ormai non si nega più nulla, si ammette tutto come se fossero cose normali, e ha detto – cito testualmente – “ho aiutato una persona e una famiglia con bambini che si trova in gravissime difficoltà economiche, nulla di illecito, mi sono limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio, sono fatto così”. Ecco, quest’uomo disperato in gravissime difficoltà economiche coi bambini a carico, poveretto, dipinto come un piccolo fiammiferaio, è in realtà questo Giampi Tarantini che a Roma vive in un appartamento nella zona di via Veneto, una delle zone più care di Roma, più lussuose di Roma e che questa estate era segnalato a Cortina, altro covo di piccoli fiammiferai!
Naturalmente non c’è nulla di illecito a dare dei soldi a Tarantini se è tutto avvenuto alla luce del sole. Il problema è che il Presidente del Consiglio se dà soldi a qualcuno dovrebbe spiegare il perché. E dato che di persone in gravissima difficoltà con figli a carico ce ne sono diversi milioni in Italia, e ce ne saranno molti di più quando sarà passata la manovra finanziaria che farà pagare sempre ai soliti noti il prezzo dei furti dei soliti ignoti, non si capisce per quale ragione lui debba aiutare proprio quel signore lì, ammesso e non concesso che fosse in miseria e non sapesse come sfamare i suoi figli.
Nell’indagine e dalle intercettazioni risulta, una cosa che intanto tutti sanno, e cioè che Tarantini sta per essere processato per avere portato le prostitute a casa di Berlusconi, perché organizzare la prostituzione, sfruttarla e favoreggiarla è reato; non è reato esercitarla da parte della prostituta e non è reato utilizzarla – sempre per usare l’orribile termine di Ghedini – da parte del cliente, detto anche utilizzatore finale.
Ma naturalmente il racconto di Tarantini non farebbe, nel processo di Bari, che riportare all’attenzione uno scandalo incredibile, e cioè quello di queste prostitute che entravano e uscivano dalla residenza, mezzo privata e mezzo pubblica di Palazzo Grazioli, del Presidente del Consiglio, munite di fotografie e filmati, conversazioni registrate di nascosto, che avrebbero potuto costituire ovviamente materiale ricattatorio o da parte loro o da parte di altre persone alle quali eventualmente queste ragazze avessero venduto questo materiale. Potrebbero essere interessati i servizi segreti, potrebbero essere interessati uomini della criminalità a ricattare il Presidente del Consiglio italiano con quel materiale compromettente. E quindi si capisce per quale motivo è bene tenersi buono Tarantini.
Ma c’è un fatto in più: quell’indagine, quel processo si fonda in gran parte, oltre che sulle rivelazioni della D’Addario e di altre ragazze, su intercettazioni telefoniche sui telefoni di Tarantini e di quelle ragazze, telefoni ai quali spesso chiamava o dai quali veniva chiamato Berlusconi, che non era intercettato, ma che era dunque ascoltato, perché parlava su telefoni di prostitute e di un pappone, quelli sì intercettati.
Naturalmente se si fa il processo in un pubblico dibattimento tutto questo materiale, che finora è rimasto segreto, diventerebbe pubblico e quindi noi avremmo questo bel quadretto edificante che riguarda il Presidente del Consiglio, le prostitute, il pappone. Ecco perché è assolutamente necessario, visto che il processo non si può non fare, che Tarantini patteggi la pena prima che inizi il processo, così il processo non si celebrerebbe nella forma del dibattimento, ma resterebbe tutto chiuso nell’accordo tra le parti, cioè l’Imputato che patteggia una pena davanti al Pubblico Ministero con il consenso del Gip.
E pare che proprio questo sia lo scopo al quale tende Berlusconi: far patteggiare Tarantini affinché si prenda ovviamente tutte le colpe e non vengano fuori quelle intercettazioni che potrebbero ulteriormente danneggiare, se possibile ovviamente, un’immagine già sputtanata come quella del nostro Presidente del Consiglio.
Vice e re e ricatti.
In questo affare pare che fosse entrato, prendendosi una percentuale, secondo l’Accusa, di quei soldi dati da Berlusconi a Tarantini, il famoso o famigerato Lavitola. Chi è Lavitola? Lavitola è quello strano giovanotto direttore del Nuovo Avanti, l’organo di quello che resta del partito socialista, pensate com’è ridotto, partito socialista che l’anno scorso diventò famoso perché, con i suoi rapporti di diplomatico informale nel Centro America, si era dato molto da fare per cercare di far risultare che l’alloggio di Fini a Montecarlo era in realtà di proprietà del cognato e che quindi Fini aveva di fatto venduto un bene del partito a suo cognato sotto costo. Questa cosa non fu mai dimostrata naturalmente, ma Lavitola si diede molto da fare. Bene. Lavitola non si sa a che titolo è entrato in questa vicenda Tarantini e pare che abbia trattenuto, secondo l’Accusa, una parte di quei soldi.
Un po’ quello che è accusato di avere fatto Emilio Fede con i soldi che Berlusconi ha generosamente elargito a un altro dei suoi vice re, attualmente in carcere, Lele Mora, che era subentrato a Tarantini nel procacciargli le prostitute, secondo l’Accusa della Procura di Milano. Lele Mora è in galera per il suo fallimento e per i suoi maneggi, ed è un altro che se parla... beh, insomma, potrebbe raccontare molte cose. Č sotto processo anche lui per queste vicende di prostituzione a Milano insieme a Emilio Fede e, guarda un po’, risulta avere ricevuto da Berlusconi 2 milioni di euro, 2 milioni di euro mentre aveva una bancarotta in corso delle sue società. Su questi 2 milioni di euro, secondo l’Accusa, Emilio Fede avrebbe fatto una cresta: si sarebbe preso una percentuale perché si era dato molto da fare presso Berlusconi perché Berlusconi aiutasse anche questo altro povero piccolo fiammiferaio di Lele Mora che le portava le ragazze, le olgettine.
Decine e decine, centinaia e centinaia di migliaia di euro a Giampi Tarantini, 2 milioni e passa di euro a Lele Mora, entrambi imputati per prostituzione; soldi alla famiglia di Noemi Letizia, la ragazza che quando compì 18 anni Berlusconi si precipitò a partecipare alla sua festa in uno strano posto a Casoria; soldi a profusione alle ragazze dell’Olgettina, le buste del ragionier Spinelli, prima evidentemente per i servigi che rendevano ad Arcore e poi evidentemente per il timore che dichiarassero cose ai magistrati; tenete presente che in autunno entrerà nel vivo il processo sul caso Ruby, e quindi ci sarà questa sfilata di queste ragazze che andranno a raccontare che cosa facevano ad Arcore, e perché ricevevano tutti quei soldi, e perché avevano la casa gratis nel quartierino dell’Olgettina, e perché venivano loro regalati pacchi di danaro, gioielli, favori, scritture nelle televisioni, particine in film. Ruby ha lasciato nel suo diario la scritta relativa ad una promessa di 5 milioni di euro da parte di Berlusconi che le avrebbe detto “ti coprirò d’oro se tu farai la matta quando verrai interrogata, cioè dirai cose contraddittorie in modo da screditare completamente la tua parola e quindi renderti un testimone inutile in quel processo”, da cui Berlusconi evidentemente ha molto da temere.
I famosi 600 mila euro... scusate, 600 mila dollari all’Avvocato Mills, il quale ha messo anche lui nero su bianco al suo commercialista che ‘Mister B’ si era salvato nei processi Guardia di Finanza All Iberian grazie alla sua testimonianza reticente e subito dopo era stato ringraziato con 600 mila euro.

Da Tremonti a Penati.

Poi c’è Dell’Utri che sulle indagini della P3 si è scoperto avere ricevuto quasi 10 milioni di euro sotto forma di prestito infruttifero da parte di Berlusconi, che lui naturalmente ha detto che restituirà, ma intanto è un modo come un altro per far avere dei soldi a un altro povero amico in difficoltà, un altro piccolo fiammiferaio, che oltre a prendere i soldi da noi come parlamentare, prende privatamente i soldi da Berlusconi.
E beh, insomma, per quale motivo sia opportuno pagare Dell’Utri è inutile che ve lo racconti, ve lo immaginate ben da soli, è dagli anni 60 che Dell’Utri custodisce i segreti delle origini delle fortune di Silvio Berlusconi e certi strani rapporti siciliani.
A Napoli c’è un’altra indagine, sempre con Berlusconi vittima di ricatto ed estorsione, in cui il ricattatore indagato sarebbe Ernesto Sica.
Ernesto Sica era sindaco a Ponte Cagnano, si era messo in testa di fare il governatore della Campania, laddove poi invece fu candidato Caldoro e con l’aiuto, sempre secondo l’Accusa, di Cosentino e di altri, si diede da fare per eliminare Caldoro e fare posto a se stesso. Eliminare Caldoro come? Con un dossier in cui si insinuava che Caldoro fosse un frequentatore di transessuali, come Marrazzo. Dopodiché non ottenne la candidatura a governatore, ma ottenne che Berlusconi e il suo entourage intervenissero su Caldoro per nominarlo assessore nella nuova giunta regionale e fu nominato assessore. E quale arma di ricatto utilizzò per diventare assessore? Secondo l’Accusa ricattò Berlusconi, andandone a parlare con il coordinatore del partito Denis Verdini, a proposito di quello che lui, Sica, sapeva della compravendita dei senatori del centro sinistra, che tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 dovevano passare, e poi in effetti passarono, al centro destra facendo mancare la maggioranza al centro sinistra al Senato. E infatti il Governo Prodi cadde nel febbraio del 2008 a causa del ritirarsi di alcuni parlamentari proprio al Senato.
E Sica minacciava di rivelare quello che sapeva sulla compravendita dei senatori, nella quale evidentemente aveva avuto un ruolo di primo piano.
Si potrebbe andare avanti all’infinito a parlare di tutti quelli che hanno ricevuto e ricevono soldi dal Presidente del Consiglio. Sempre soldi perché stiano zitti, Sempre soldi perché c’è la paura che ricordino e parlino. Abbiamo il Presidente del Consiglio più ricattabile e più ricattato della storia dell’umanità. E questo spiega per quale motivo non ha tempo di occuparsi dei nostri problemi, ne ha troppi di suo di problemi per pensare anche ai nostri.
Ma non è l’unico: se lui è il più ricattato di tutti quanti ci sono purtroppo altri casi, che noi scopriamo sempre grazie a indagini giudiziarie che vanno a vedere là dove noi non possiamo mettere il naso, perché possono per fortuna ancora usare le intercettazioni telefoniche e ambientali, altri personaggi che appaiono, non si sa se ricattati, sicuramente ricattabili.
Un altro personaggio è Giulio Tremonti. Giulio Tremonti ha il suo ex braccio destro, Marco Milanese, che rischia di finire in galera entro i prossimi due mesi: alla ripresa dell’attività parlamentare il Parlamento e la Camera sarà chiamata a votare pro o contro la richiesta del Gip di Napoli, che ha già disposto la cattura di Milanese, per gravi casi di corruzione, compravendita di nomine, di posti, di favori all’ombra di Tremonti, era Milanese a fare le nomine nelle società controllate o partecipate dal Ministero del Tesoro e, secondo l’Accusa, se le faceva remunerare con soldi, tangenti, regali, gioielli. E sosteneva spesso di dover girare questi regali al Ministro Tremonti, ecco perché nel dicembre dell’anno scorso Tremonti fu interrogato come testimone e i magistrati gli dissero che cosa avevano scoperto che faceva Milanese e che spendeva il suo nome, addirittura a proposito di un preziosissimo orologio d’oro che sarebbe stato destinato a lui. Quindi Tremonti dal dicembre dell’anno scorso sapeva cosa faceva il suo braccio destro. Eppure, dopo averlo saputo, non fece nulla, non mosse un dito: continuò a tenersi Milanese come suo consigliere privilegiato al Ministero del Tesoro, dopo averlo fatto eleggere in Parlamento, e soprattutto continuò ad abitare in un appartamento il cui affitto lo pagava Milanese, ed erano 8 mila e 500 euro al mese. Dove prendesse i soldi per pagare l’affitto a Tremonti, oltre ovviamente alle spese che doveva sostenere per sé, Milanese, non si è mai capito o forse lo sta rivelando l’indagine. Abbiamo scoperto che Tremonti viveva a casa sua girandogli poi informalmente brevi mano, si direbbe in nero, 4000/4500 euro al mese.
In un paese serio non si può fare un così largo uso di contanti senza venire segnalati immediatamente all’antiriciclaggio, ma da noi sotto i 5 mila euro si possono fare movimenti di contanti, perché questo Governo infame ha cancellato una delle poche norme giuste fatte dal centro sinistra, in particolare da Padoa Schioppa e da Visco che avevano reso tracciabile i pagamenti in contanti per somme anche di molto inferiori.
Bene. Tremonti ha mollato la casa di Milanese e ha accettato le dimissioni di Milanese da suo consigliere soltanto a luglio, giugno/luglio, quando è partita la richiesta di autorizzazione all’arresto di Milanese da parte del Gip di Napoli. Perché ha aspettato così tanto visto che sapeva tutto da quando l’avevano interrogato nel dicembre scorso? Lui ha detto “beh, in passato vivevo in una caserma della Guardia di Finanza, ma poi ho deciso di lasciarla perché mi sentivo pedinato e spiato da finanzieri facenti capo alla corrente della Guardia di Finanza fedele a Berlusconi”. Solo che invece di denunciare loro e cacciarli dalla Guardia di Finanza, visto che Tremonti è il superiore diretto della Guardia di Finanza e di lasciare il governo Berlusconi, avendo anche soltanto il sospetto che ci fosse Berlusconi dietro quel caso di spionaggio, Tremonti si è tenuto tutto per sé e lo ha rivelato salvo poi mezzo smentirlo in una intervista a Repubblica.
Ora Milanese rischia di fare la fine di Alfonso Papa, primo e unico caso finora di parlamentare arrestato con l’autorizzazione del Parlamento per reati non di sangue; finora soltanto quattro parlamentari nella storia repubblicana erano stati arrestati ed erano tutti accusati di reati di armi oppure di sangue, come Moranino, come Toni Negri, come Abbatangelo e come Saccucci. Basta, da allora tutte le richieste di arresto per parlamentari erano state respinte, mai nessuno era stato autorizzato all’arresto per reati di soldi contro la pubblica amministrazione. Il primo è stato Alfonso Papa. Il secondo rischia di essere Milanese.
Forte è la tentazione di tutti i nemici che ha Tremonti nella maggioranza di votare per l’arresto del braccio destro di Tremonti, nella segreta speranza che Milanese in carcere dica qualcosa contro Tremonti. E quindi voi immaginate in questo momento che razza di clima ricattatorio c’è intorno all’uomo che deve firmare, che ha già firmato le due manovre finanziarie dell’estate, e che adesso deve trattare con i partiti della sua maggioranza sulle modifiche al decreto di ferragosto. Sarà libero di pensare a quello che succede, oppure in questa vicenda entreranno anche i destini del suo braccio destro che se andasse in carcere ovviamente rischierebbe di fargli del male? E che cos’è succederà alla fine? Il centro destra resterà compatto a difesa del suo parlamentare, come ha fatto per le richieste d’arresto per esempio nei confronti di Cosentino, che fu respinta? Oppure scaricherà Milanese per scaricare Tremonti?
Voi vedete come i nostri soldi e i destini dell’economia sono collegati a questo clima di ricattabilità che collega i vice re ai re.
E arriviamo al caso Penati. Perché Penati sta a Bersani come Milanese sta a Tremonti.
Bersani quando divenne segretario del partito democratico due anni fa dopo il breve interregno di Franceschini e la prima segreteria Veltroni, nominò come suo fedelissimo braccio destro, il capo della sua segreteria politica, cioè il suo principale collaboratore, Filippo Penati. Era stato Presidente della Provincia di Milano, era stato sindaco di Sesto San Giovanni in precedenza e che era favoritissimo nel diventare il candidato del centro sinistra alla Regione Lombardia, cosa che poi fu e fu sconfitto da Formigoni e allora entrò in consiglio regionale e diventò il vice Presidente del consiglio regionale della Lombardia.
Penati sarebbe già in carcere se l’altro giorno il Gip di Monza non avesse derubricato le accuse che gli muove la Procura di Monza da concussione a corruzione.
Qual è la differenza? La concussione è un reato più grave della corruzione, perché è un’estorsione commessa dal pubblico ufficiale “o mi dai i soldi oppure io non ti do gli appalti”, la corruzione invece è: “ci mettiamo d’accordo, io ti do gli appalti e tu mi dai i soldi”. Nel primo caso c’è una violenza del pubblico ufficiale sul privato che paga e quindi concussione, reato commesso soltanto dal pubblico ufficiale, mentre il privato che paga è vittima di quella concussione, è come il commerciante che è costretto a pagare il pizzo alla mafia perché la mafia è più forte e lo mette in soggezione. La corruzione invece si commette insieme, di comune accordo, senza che uno faccia violenza all’altro, perché è più comodo così: io mi becco i soldi della tangente, tu ti becchi l’appalto, e tanti saluti al libero mercato e alla trasparenza.
Secondo la Procura Penati in alcuni casi era colpevole di concussione, e questo cosa cambia? Beh, cambia per quanto riguarda il massimo della pena in base al quale si calcola il termine di prescrizione: per la concussione la pena è più alta e quindi la prescrizione è più lunga, per la corruzione la pena è più bassa e la prescrizione è più corta. Grazie al fatto che il Gip ha stabilito che Penati e gli imprenditori erano parte dello stesso sistema criminoso di compravendita delle pubbliche funzioni, c’era corruzione da parte sia di Penati sia degli imprenditori che gli pagavano le tangenti o che dicono di avergli pagato le tangenti e che adesso stanno collaborando con la giustizia e quindi devono essere processati tutti. Il reato è punito con una pena fino a cinque anni e la prescrizione scatta dopo sette anni e mezzo dal momento in cui è stata data e presa la tangente. Sette anni e mezzo purtroppo non bastano, perché i fatti, secondo il magistrato, già accertati finora, vanno fino al 2004. Voi fate 2004 più sette e mezzo vedete che il reato è attualmente, proprio in questo periodo, prescritto, quindi non c’è modo di fare un processo, a meno che naturalmente l’Imputato non rinunci alla prescrizione, cosa che un politico accusato di reati infamanti, mica reati di opinione o reati bagatellari, dovrebbe sempre fare in un paese serio; fermo restando che non esistono paese nei quali al momento del rinvio a giudizio la prescrizione continui a decorrere, quindi in un altro paese basterebbe rinviare subito a giudizio Penati e la prescrizione non ci sarebbe più, da noi invece c’è questa follia che è costruita per far scattare sempre la prescrizione, soprattutto per certi tipi di reato.

Penati corrotto e contento.

Quindi soltanto perché le tangenti, pur ritenute vere, sono state chiamate corruzione anziché concussione Penati non è stato arrestato perché è scattata prima la prescrizione.
Non è sempre stato così. Fino a sei anni fa la prescrizione per i reati di corruzione scattava dopo quindici anni dal momento in cui erano stati commessi i reati medesimi. Da quando è stata approvata la legge Ex Cirielli dal centro destra nel 2005 la prescrizione è stata dimezzata: prima scattava dopo quindici anni, dal 2005 scatta dopo sette anni e mezzo, dal momento in cui sono stati commessi i reati, che di solito vengono scoperti molto dopo rispetto a quando sono stati commessi, per cui c’è la garanzia praticamente assoluta che in sette anni e mezzo, dal momento in cui è stata pagata una tangente, è impossibile riuscire a fare le indagini, l’udienza preliminare, il processo di primo, secondo e terzo grado. In questo caso, visto che le cose sono saltate fuori così tardi, non ci sarebbe il tempo neppure per concludere le indagini.
Per Penati comunque la responsabilità non cambia minimamente perché, perché sia che sia corruzione sia che sia concussione il Giudice terzo, il Gip di Monza, ha stabilito che lui è un corrotto, le tangenti le ha prese.
Cambia semmai la posizione degli imprenditori, che nel caso della concussione sono vittime di una estorsione commessa in ipotesi da Penati, mentre invece nel caso della corruzione sono complici suoi e quindi invece di essere vittime e Parti Civili nel processo diventano complici, coimputati e quindi vengono processati anche loro, ma per Penati le cose non cambiano: tangente era con la concussione, tangente è la corruzione.
Quindi non si capisce come abbia potuto, con quale faccia di bronzo abbia potuto l’altro giorno dire “sono felice perché si sgretolano le accuse nei miei confronti e cadono in pezzi”. Si sgretola che? Cade in pezzi che? Il Giudice ha stabilito che sei un corrotto anziché un concussore, sai che gioia! Sai che differenza, c’è proprio da esultare! Abbi il coraggio di dire: sono felice perché l’ho fatta franca perché è scattata la prescrizione.
E qui usciamo dal campo Penati ed entriamo nel campo PD, perché Penati non è mica un passante o un dirigentunquolo locale. Penati era, fino a qualche mese fa, il braccio destro di Bersani e quindi Bersani dovrebbe spiegare intanto perché l’ha scelto, se davvero un sistema così ramificato e antico che risale a quindici/vent’anni fa e che coinvolge enormi aree industriali dismesse che andavano assegnate a questa o a quella ditta, con sempre le cooperative rosse dietro, beh se questo enorme sistema così ramificato e antico poteva sfuggire al controllo del partito. Č possibile che a Milano nessuno avesse avvertito Bersani di quello che si diceva che stesse facendo Penati da anni, anni e anni? Da quando era sindaco di Sesto San Giovanni per poi diventare Presidente della Provincia e poi diventare candidato a Presidente della Regione? Come funzionano i controlli interni ai partiti? Č possibile che questa cosa l’abbiano scoperta adesso che i magistrati - che sono un po’ come i cornuti, sono sempre gli ultimi a sapere - l’hanno finalmente accertata? Č possibile che non fossero giunte voci al partito di Milano e al partito di Roma? O non sarà invece che Penati avesse fatto carriera fino a diventare il braccio destro di Bersani proprio perché nel partito di solito fanno carriera quelli che portano molti soldi?
Perché Penati probabilmente non si è arricchito personalmente, il sospetto anzi, è che in parte gli imprenditori locali si sdebitassero con lui per finanziare il partito a Milano e in parte - parlo delle cooperative rosse nazionali che sempre erano comprese nel prezzo - si sdebitassero poi con il partito a livello nazionale, il che renderebbe assolutamente impossibile che a livello nazionale non si sapesse quale ruolo giocava Penati nel far lavorare coloro che poi pagavano lui e il partito.
Bersani finora ha balbettato, all’inizio ha detto “ho fiducia nella magistratura, ma anche in Penati”, che è la formula paracula di dire ‘ho fiducia negli accusatori ma anche nell’accusato’, adesso però non ci sono più degli accusatori, cioè dei PM o dei testimoni o degli imprenditori: c’è un Giudice, c’è un Gip, un Giudice terzo e forse le cose cambiano. Infatti dopo le paraculate delle autosospensioni dagli incarichi, ma non dallo stipendio di consigliere regionale, adesso Bersani ha deciso di mandare Penati davanti a una commissione di garanzia del partito, che dovrebbero essere i probiviri.
Il Corriere della Sera racconta che finora i probiviri del PD, con tutto quello che è successo nel PD in questi mesi, si sono occupati di un unico caso e cioè di quattro parlamentari Lumia, Della Seta, Ferrante e Realacci che avevano osato criticare Crisafulli, quello che era stato intercettato e filmato mentre chiacchierava amabilmente di appalti e assunzioni con un boss mafioso a Enna, e che naturalmente fu promosso da Veltroni parlamentare del partito democratico. Bene, la Commissione di Garanzia non si è occupata di Crisafulli, uno scandalo a cielo aperto, che attualmente è pure indagato, ma si è occupata di quelli che avevano osato criticarlo e gli aveva fatto un culo così! A questi quattro reprobi che avevano osato criticare quel bel giglio di Crisafulli. Adesso Penati andrà finalmente davanti a questa Commissione di Garanzia che è rimasta disoccupata evidentemente in tutti questi anni, e vedremo cosa decideranno. Purtroppo pare un sistema un po’ tardivo di risolvere il problema, perché in un partito serio quando un Giudice, un Gip si pronuncia nei termini in cui si è pronunciato il Gip di Monza, parlando di gravissimi casi di corruzione, un partito serio caccia questo signore e gli dice ‘tu adesso se vuoi avere una speranza di rientrare in politica ti fai processare, perché stiamo parlando di reati di corruzione, non di reati lievi o di opinione, ti vai a far processare rinunciando alla prescrizione, se non rinunci alla prescrizione ti cacciamo’, questo dovrebbe essere una regola. Di fronte a certi tipi di reati se non si rinuncia alla prescrizione si è fuori. Perché se si prende la prescrizione e si va a casa si è esattamente come Berlusconi, e chiunque osi criticare Berlusconi perché ha preso sei prescrizioni, spacciandole per assoluzioni, dovrebbe essere coerente, e invece questi signori coerenti non lo sono. Infatti balbettano sulla rinuncia alla prescrizione, perché? E perché creerebbe un pericoloso precedente.
Anche D’Alema dovrebbe spiegarci per quale motivo prese e portò a casa la prescrizione di un vecchio finanziamento illecito che gli veniva contestato e che fu accertato dai magistrati per 20 milioni di lire negli anni 80 dal re delle cliniche private pugliesi, tale Cavallari.
Ecco, adesso il prossimo passo dell’indagine della Procura di Monza è capire dove andasse questa montagna di soldi che gli imprenditori dicono di aver dato a Penati. Andavano a Penati? Andavano a Penati e ai suoi uomini? Andavano in parte a Penati e ai suoi uomini e in parte al partito di Milano? O c’era anche un’altra deviazione dell’oleodotto che portava a Roma? Sto parlando fino ad una certa fase, fino al 2008 dei DS, e dopo quella fase naturalmente se i finanziamenti sono proseguiti sto parlando del partito democratico. Vedremo cosa riservano le indagini. Intanto noi siamo di fronte ad una classe politica che ha i suoi tre uomini più importanti: il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Economia e il leader del maggiore partito di – facciamo finta che sia vero - opposizione, in condizioni di ricattabilità assoluta. Perché è evidente che una sola parola di Penati sui suoi rapporti con Bersani sarebbe in grado di stendere definitivamente quello che resta dell’opposizione proprio nel momento in cui il Governo è in estrema difficoltà.
Io credo che per lavorare ad avere una nuova classe dirigente, non ricattabile possibilmente, sia necessario togliere ai tappi, che impediscono il cambiamento, il ricambio interno dei partiti e il ricambio anche tra forze politiche e impediscono l’ascesa mediatica e quindi anche elettorale di nuove forze e di nuovi movimenti politici, ci siano da un lato il sistema di finanziamento dei partiti, chi tiene la borsa del finanziamento dei partiti, cioè la segreteria e la segreteria amministrativa tiene in pugno i partiti, e impedisce a quelli che potrebbero venire dal basso di insidiarli e di cacciarli fuori. Dall’altro dato la legge elettorale, che consegna ai segretari dei partiti l’altro rubinetto: da un lato tengono in mano il rubinetto dei soldi e dall’altro lato tengono in mano il rubinetto delle nomine al Parlamento, perché se uno vuole andare in Parlamento oggi deve essere nominato dal suo segretario di partito con questa legge elettorale. Ecco perché tornano buoni, i V-Day, tornano buoni i referendum, tornano buone le leggi di iniziativa popolare, una per abrogare - questo sarà più difficile - il finanziamento pubblico ai partiti, così come oggi camuffato da rimborsi elettorali, a prescindere dalle spese elettorali tra l’altro; e dall’altro, cosa più fattibile, staccare l’altro rubinetto che hanno in mano questi signori, eterni e ricattabili, e cioè il potere di nominare i parlamentari. C’è un referendum - Arturo Parisi, Antonio Di Pietro, Prodi ha aderito e altri, io spero che lo facciano in tanti - referendum che si propone di abrogare il ‘porcellum’, cioè la legge elettorale Calderoli, la porcata, quella che fa nominare i parlamentari dai partiti anziché farli scegliere dai cittadini. Il referendum se raccogliesse le firme entro la fine di settembre le 500 mila firme fatidiche e si ottenesse poi l’avallo della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, avrebbe come conseguenza il ritorno al ‘mattarellum’. Io non sono un tifoso della legge elettorale ‘mattarellum’ sulla quale abbiamo votato dal ‘94 al 2001, ma almeno ci consentiva di scegliere nei collegi elettorali il nostro candidato preferito tra quelli dei due schieramenti. Non è una legge perfetta, anzi io preferirei il sistema francese a doppio turno che ha dunque le primarie incorporate nel primo turno, il primo turno voti il candidato a te più vicino e nel secondo scegli fra i due più votati quello a te meno lontano. Ma questa non è all’ordine del giorno, piuttosto che andare a votare un’altra volta con il ‘porcellum’ di Calderoli meglio tornare a una legge che almeno ci consentiva di scrivere tra due o più candidati nel collegio quali erano i nostri preferiti, per il 75% della quota maggioritaria del Parlamento italiano. Meglio che niente rispetto alla porcheria che abbiamo.

Ecco, sappiate che se firmate per quel referendum, oltre naturalmente ad agevolare il fatto che alle prossime elezioni si possa tornare a scegliere i nostri rappresentanti, seppure con quel meccanismo del ‘mattarellum’ che non era proprio l’ideale, si toglie in mano ai segretari dei partiti, che non si muovono di lì, il rubinetto della nomina dei parlamentari, che è la vera ragione insieme al finanziamento pubblico, per la quale siamo sempre ogni giorno, da venti, trent’anni nelle mani delle stesse facce.
Passate parola e possibilmente firmate.

Fonte: beppegrillo.it

 

Quando sentiremo un discorso del genere dai nostri rappresentati ecologici?

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Diffondiamo questo video e questo discorso perfettamente condivisibile se non fosse che Nikola Aleksic sembra dimenticarsi, o non rendersi conto, di quanto la terribile questione dell’avvelenamento intenzionale della biosfera sia diffusa a livello mondiale. La cricca a cui tutti i governi hanno svenduto i propri cittadini permettendo loro di avvelenarci è quindi qualcosa di più che un gruppo di leader stranieri.

Fonte: informarexresistere.fr & scienzamarcia.blogspot.com - Video segnalato in Redazione da: Tare Om Tare

Trascrizione dell’intervento nella traduzione italiana:

" Assemblea nazionale e Governo della Serbia, i recenti avvenimenti riguardanti le intenzioni di legalizzare la coltura degli organismi geneticamente modificati (OGM) ha mostrato che che questi progetti riguardo agli OGM devono essere messi sotto il controllo e la supervisione pubblica perché tradiscono gli interessi nazionali del popolo serbo.

Non devono giocare con lo Stato e con le nostre vite, poco importa chi li vuole. La legalizzazione delle colture OGM in Serbia significherebbe aprire le nostre frontiere all’importazione di tali cibi e prodotti. Con l’importazione di questi pericolosi alimenti inizierebbe il più grande genocidio del popolo serbo.

Per questi gradassi al potere ciò non era abbastanza, o forse loro hanno davvero molta fretta, e quindi hanno iniziato ad utilizzare una nuova tecnica tramite la quale cominciano a trattarci come insetti.

Guardate il nostro cielo, cittadini serbi!

Aereo illegalmente privo di segni identificativi fotografato all’aeroporto di Ciampino

Potete vedere voi stessi! Guardate le tracce quotidiane di veleno che viene fuori quotidianamente da aerei senza alcuna insegna. Dal momento in cui il nostro governo ha firmato il cosiddetto “Partenariato per la pace” (il 14 Dicembre 2006) il cielo della Serbia è completamente sotto una rete di scie velenose, che aerei criminali spandono giornalmente come se fossimo insetti e non persone.

Sopra di noi, sono messi in opera esperimenti “in vivo” come nei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale. Sopra di noi si realizza un chiaro genocidio! Il nostro governo traditore lo ha permesso. Hanno venduto il loro stesso popolo per potere restare in una posizione [di potere] nella quale sono stati piazzati dai rappresentanti criminali di organizzazioni straniere.

Pensate di avere il diritto di essere vigliacchi? Potete essere dei codardi quando voi ed i vostri figli siete costantemente spruzzati con dei veleni, dei quali nessuno nel nostro governo vi dirà cosa sono questi prodotti tossici dai quali siamo bombardati?

Potete essere vigliacchi quando sapete che questa cricca di traditori vi lasciato in balìa dell’organizzazione più criminale della terra?

Io, Nikola Aleksic, presidente del movimento ecologico della Serbia “Novi Sad”, che è la sola organizzazione che si batte e che lotta per la protezione della salute e per la vita della popolazione, NON POSSO E NON VOGLIO RIMANERE IN SILENZIO!

Pubblicamente, chiedo all’esercito serbo in nome della Costituzione di difendere il proprio popolo ed il proprio cielo.

Loro dovrebbero fermare questi aerei senza alcuna insegna ed i criminali che stanno compiendo un genocidio sulla nostra popolazione. Se l’esercito serbo nel 1991 aveva una scusa per tradire il popolo e lo Stato, spiegando di essere ai tempi l’esercito di un gruppo politico, adesso io chiedo a loro a cuore aperto: “Addeso di chi siete voi l’esercito, dal momento che permettete il completo e pubblico avvelenamento del vostro popolo con l’irrorazione dal cielo di aerei anonimi della più grande organizzazione criminale del mondo?

Siete coscienti delle conseguenze del vostro tradimento? Pensate che i vostri bambini non respirino il veleno spruzzato? Che i vostri figli saranno risparmiati dal genocidio?”

Ai soldati io dico: difendete il popolo ed i cieli della Serbia. Non rispettate gli ordini di questa amministrazione di traditori perché quando danno gli ordini noi non ci siamo più. Voi avete giurato al popolo della Serbia e non a dei leader stranieri che calpestano la Costituzione della Serbia e tradiscono il nostro popolo.

Io, Nikola Aleksic, chiedo al pubblico ministero della Serbia di iniziare a fare il suo mestiere o lo considereremo un complice del tradimento e dell’avvelenamento del suo stesso popolo. Lei deve intentare dei procedimenti contro queste persone responsabili di tradimento – anche contro il presidente della Repubblica Serba.

Qualcuno ci ha venduto a questi criminali. Qualcuno ha venduto il cielo della Serbia a questi criminali in modo che possano avvelenarci. Qualcuno in Serbia ha dato il permesso a questi criminali di utilizzare degli aerei senza contrassegni per avvelenarci ad iniziare a commettere un genocidio sulla popolazione serba. Il reato per genocidio non va mai in prescrizione.

Se il procuratore non comincia a fare il suo mestiere oggi, il popolo lo farà da solo perché è sopra le nostre teste. Noi non possiamo e non vogliamo restare in silenzio. La Serbia deve svegliarsi o presto non sarà più niente.

La Serbia sta affrontando a morte! E’ stata violentata, umiliata ed il suo avvenire è in pericolo. E soprattutto adesso anche hanno iniziato ad avvelenare il nostro ambiente, il nostro popolo e le generazioni future.

Nessuno di noi può sapere quale sarà in futuro la dimensione dei danni di questo proditorio avvelenamento da parte degli arei senza contrassegni. Nessuno di noi sa in quale generazione si verificherà la già pianificata sterilizzazione della nostra stirpe. In quale generazione ci cancelleranno dalla mappa geopolitica del mondo?

Questo avvelenamento deve essere fermato! In una maniera o in un’altra … di modo che noi non ne subiamo le fatali conseguenza. Adesso è una questione di sopravvivenza per il popolo serbo.
Di conseguenza, dico a Boris Tadic personalmente: se Lei non ferma l’avvelenamento delle persone per tramite di aerei, o se Lei non ferma l’importazione di cibo a base di OGM, allora io, Nikola Aleksic, chiamerò il popolo della Serbia a scendere in piazza, ed io sarò il primo.

Ma non per sconfiggere il sistema, semplicemente per difendere la costituzione e le leggi attualemente in vigore, ed il diritto al nostro futuro.

Popolo della Serbia, vi chiamo a difendere il nostro diritto naturale e costituzionale con tutte le risorse disponibili, il nostro diritto ad una vita sana: il nostro sacrosanto diritto al futuro ed al futuro e dei vostri nipoti.

Per difendere il nostro naturale e costituzionale diritto di esistere.

Per quanto riguardo il posto e la data delle iniziative di piazza vi terrò aggiornati pubblicamente. Potete star certi che io, Nikola Aleksic, sarò di parola – anche a costo di perdere la vita. "

 

Buongiorno a tutti, mentre vi parlo sono in vacanza e quindi questo Passaparola è stato registrato il primo agosto. Parliamo del processo lungo, che è stato approvato la settimana scorsa dal Senato e che adesso a settembre quando riaprirà il Parlamento, purtroppo riapre, dovrebbe essere approvato dalla maggioranza comprata, anche alla Camera e quindi diventare legge.

La Lega della sicurezza fa un favore ai criminali.

Salvo che il Capo dello Stato in un sussulto di dignità costituzionale non abbia il coraggio di respingere la prima legge ad personam del suo mandato presidenziale, visto che finora non ha respinto mai alcuna legge che servisse a Berlusconi, si tratta della 42° legge ad personam che serve a Berlusconi, naturalmente come quasi tutte le altre, serve anche a altri imputati, ovviamente serve ai colpevoli perché gli innocenti e le vittime dei reati non hanno alcun interesse a un processo lungo, hanno interesse invece a un processo rapido per uscirne il prima possibile e smettere di pagare la parcella all’avvocato il prima possibile.

Quindi è una norma fatta per gli imputati colpevoli, non a caso l’ha fatta Berlusconi! Questa norma è quasi umoristica, se toccasse a un altro paese ci sarebbe da ridere perché dopo mesi di geremiadi sul processo che è troppo lungo, sull’Europa che ci condanna per la lunghezza dei nostri processi, abbiamo una norma che allunga ulteriormente i tempi dei processi, è una norma in tre mosse:

1) la modifica all’Art. 190 del Codice di Procedura Penale sul diritto alla prova, cosa stabilisce? Che mentre oggi il giudice può escludere le prove e le testimonianze quindi superflue e irrilevanti, da domani se sarà approvata questa porcata, non potrà più respingere le testimonianze che gli porta la difesa, che siano manifestamente… non potrà respingere i testimoni, se sono pertinenti all’oggetto del processo e quindi potrà respingere soltanto quelli manifestamente non pertinenti, cosa vuole dire questo? Che se qualcuno c’entra in qualche modo con l’oggetto del processo, anche se non ha nulla da dire, il giudice non lo può respingere, quindi gli avvocati dovranno essere molto bravi e lo saranno, sicuramente a portare centinaia e migliaia di testimoni non manifestamente impertinenti, almeno apparentemente pertinenti in modo che il giudice se li debba ciucciare tutti, allungando ovviamente a dismisura il processo fino all’arrivo della prescrizione perché ovviamente la prescrizione continua a correre, mentre si sente gente inutile, ma non manifestamente impertinente.

2) questa porcata entra in vigore subito per i processi in primo grado, anche quelli in corso, te credo, la stanno facendo a posta per mandare in prescrizione i processi in corso a carico di Berlusconi e a carico di tutti gli altri, ovviamente;

3) cambia un’altra norma, l’Art. 238 bis che era una norma che aveva fatto inserire Giovanni Falcone, cosa stabiliva questo bis al 238? Che sentenze definitive si possono usare come prova in altri processi, diversi da quello in cui sono state pronunciate, per esempio se io faccio una rapina con un mio complice, faccio il rito abbreviato e mi processano prima, il mio complice fa il rito ordinario e lo processano dietro, il mio processo arriva in cassazione, mi condannano in cassazione per quella rapina e naturalmente nella sentenza c’è scritto che la rapina l’abbiamo fatta in due, perché? Perché in quel processo già vengono esaminate tutte le prove che dimostrano che la rapina l’abbiamo fatta io e il mio complice, il processo all’altro complice è molto semplice, perché nel momento in cui c’è la cassazione che dice che l’abbiamo fatta io e lui, anche per lui non ce ne è più, è inutile riesaminare tutte le prove, si prende quello che ha già stabilito la cassazione nel mio processo e la si applica anche al mio complice, il quale viene condannato rapidamente anche lui. Con la nuova norma è come se io non fossi mai stato condannato e quindi nel processo al mio complice, dovranno riesaminare tutto, sentire tutti i testimoni, riesaminare tutte le prove etc., che hanno già esaminato nel mio perché il mio processo è come se non fosse mai esistito, la sentenza di Cassazione nei miei confronti non può essere usata nei confronti del mio complice, perché lo fanno? Perché nel caso Mills, la Cassazione ha già stabilito che Mills è stato corrotto con soldi di Berlusconi nell’interesse di Berlusconi e quindi c’è il rischio che i giudici facciano in fretta a condannare Berlusconi alla luce di una sentenza della Cassazione che ha già dichiarato colpevole il corretto e che deve occuparsi semplicemente di sanzionare il corruttore e cioè Berlusconi.
Invece senza l’utilizzabilità di quella sentenza, ovviamente i tempi saranno più lunghi e poi la prescrizione del caso Mills arriva a gennaio, a meno che Berlusconi, cosa che non ha mai fatto e quindi non farà neanche questa volta rinunci alla prescrizione. Dicevo che questa porcheria oltre a mandare in fumo tutti i processi a Berlusconi, salvo forse quello per il caso Ruby ma nel senso che i fatti sono dell’anno scorso e quindi c’è più tempo per fare il processo, ma se gli avvocati sono bravi, riusciranno a far sentire qualche centinaio o migliaio di prostitute per sapere se andavano o non andavano a Villa Certosa naturalmente e quindi di prostitute ce ne sono parecchie da chiamare come testimoni a Milano e Brianza, quindi i processi a Berlusconi ce li scordiamo, ma ci scordiamo anche tutti gli altri processi, perché la norma vale per tutti, ovviamente, è una legge ad canaglias, più che ad personam, tra le canaglias naturalmente ce ne è una che l’ha promossa, ma poi ci sono tutte le altre che ne beneficiano, ci sono molti utilizzatori finali, tutti gli imputati colpevoli.
Questa porcheria avrà degli effetti naturalmente paradossali, ridicoli che sono stati illustrati in Parlamento sotto gli occhi del Presidente Schifani che se ne è bellamente infischiato e ha fatto passare il tutto, addirittura con la mozione di fiducia, che per una legge di iniziativa parlamentare e non governativa è quantomeno curiosa, ma serve comunque a strozzare il dibattito e a accelerare l’iter per approvare il processo lungo, hanno fatto un iter breve per approvare il processo lungo.
Se il giudice ha l’obbligo di emettere nei processi tutti i testimoni pertinenti alla causa che le difese chiedono di sentire, nel processo Parmalat si starebbe ancora - scrive Ferrarella su Il Corriere – a ascoltare i 35 mila azionisti che Tanzi, furbo, aveva chiesto al Tribunale di interrogare sul perché avessero deciso di investire i loro soldi nei bond, Parmalat, aveva detto “sentiamo i 35 mila azionisti” provate a fare un calcolo di quanti decenni ci vogliono per sentire 35 mila persone in un’aula di Tribunale.
Nel processo Eternit, dove ci sono 1500 morti di amianto a carico degli ex responsabili di questa multinazionale dell’amianto, gli avvocati avevano chiesto di sentire 9841 testimoni, naturalmente i giudici hanno sforbiciato perché erano testimoni inutili, la gran parte, con questa norma, dato che quei testimoni sono tutti pertinenti, in teoria, li dovrebbero sentire tutti, il processo è ancora in corso, quindi si fa ancora in tempo a bloccarlo quel processo per 1500 morti da amianto, ma ci saranno altri casi, l’asilo nido di ?Lignano Flaminio? dove ci sono quei sospetti casi di pedofilia da parti degli insegnanti, i difensori potrebbero citare l’intera scuola, l’intero corpo docente, tutti gli scolari, tutti i genitori degli scolari, tutti i parenti degli scolari, nel caso delle violenze che hanno portato alla morte il povero Cucchi, si potrebbero sentire tutti quelli che l’hanno visto in carcere, quindi tutti i detenuti nel carcere dove è stato portato, a Paleremo c’è un processo contro un deputato di forza del sud, un certo Mineo che è un sospetto prestanome dei boss, i legali potrebbero sentire tutto il quartiere dove operava, per sapere se era una brava persona o meno. L’Avvocato Li Gotti, parlamentare dell’Italia dei Valori ha fatto un altro esempio, tutte le perizie, in un processo, stabiliscono che un tale è stato ucciso con due colpi di pistola, la difesa potrebbe sostenere che sono pertinenti alla causa tutti i testimoni presenti nelle adiacenze del luogo del delitto, un condominio intero o magari se il tizio è stato ammazzato a pistolettate vicino a uno stadio durante una partita, sentire tutti i tifosi presenti nello stadio, per vedere se hanno sentito uno, due, tre colpi, nessuno, tutti questi testi sebbene siano superflui sono pertinenti, perché avrebbero potuto teoricamente sentire l’esplosione dei colpi di pistola.
Altro caso, un omicidio commesso in un’affollatissima discoteca, spiega un membro del Csm, l’Avvocato Calvi, la nuova norma imporrebbe alla Corte d’Assise di convocare, se richiesto dalla difesa, tutti i presenti in una discoteca, oggi invece si sentono ovviamente soltanto quelli più vicini o quelli più informati dei fatti o se ne sente qualcuno a campione. Calvi fa anche notare che sarà divertente vedere Totò Riina che interroga Spatuzza perché nella norma hanno scritto che l’imputato, tramite il difensore, ha facoltà davanti al Giudice di interrogare o fare interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico, quindi le può interrogare lo stesso imputato le persone che lo accusano, pensate Totò Riina che interroga il pentito o pensate un capo mafia che interroga il commerciante che ha denunciato il pizzo, lo guarda negli occhi, lo interroga lui! Secondo voi quante vittime del pizzo confermeranno di avere subito richieste estorsive se a interrogarle è colui che il pizzo lo imponeva? L’imputato? Gianrico Carofiglio, magistrato, parlamentare del PD ha spiegato con alcuni altri esempi quello che succederà, dato che è uno scrittore e che è molto in gamba, vi lascio con questo suo agghiacciante racconto dedicato gli elettori della Lega e del centro-destra che hanno votato per questo governo all’insegna dello slogan “più legalità, legge e ordine, tolleranza zero, città più sicure, lotta al crimine, linea dura, pacchetti sicurezza” se lo sono meritano questo governo questi poveretti o questi ingenui.

10, 100, 1000 testimoni.

“Signor Presidente – dice Carofiglio – visto che con apprezzabile coerenza la prima firmataria non ha ritenuto di rimuovere la sua firma dal testo in esame, ove mai il presente Disegno di Legge fosse approvato, verrà ricordato come legge Lussana – Lussana è una simpatica deputata leghista che non sa quello che fa evidentemente, ha ricevuto un ordine e vi ha obbedito – è bene rammentarlo perché quando questa legge produrrà i suoi effetti, potremo figurare lo scenario che verrà a definirsi in tutta l’Italia, quindi anche al nord, quindi anche nella Città di Bergamo dove credo provenga l’On. il Lussana.
Immaginiamo una banda di pericolosi rapinatori, magari provenienti dai paesi dell’est o dal nord – Africa, quelli che piacciono tanto alla Lega, per massacrarli, questa banda decide di dedicarsi alle rapine nelle ricche ville nelle immediate vicinanze di Bergamo, la banda non va troppo per il sottile, entrano, spaccano tutto, stuprano, picchiano, feriscono e diventa il terrore della Provincia di Bergamo, naturalmente scatta un’emergenza di Polizia, per cui la Procura, la Polizia di Stato, i Carabinieri si dedicano all’attività investigativa, riescono a ritrovare per esempio, succede, delle videoriprese, telecamere puntate qua e là per cui abbiamo le loro facce che sono molto ben visibili, in qualche caso abbiamo le impronte digitali, la Polizia arresta, 5, 6, 7 rapinatori. Nell’attuale situazione della nostra legislazione processuale questi signori consigliati da un difensore munito da un minimo di competenza, chiederebbero il giudizio abbreviato, perché sono incastrati, li hanno beccati con la loro faccia mentre stavano facendo la rapina o stavano scappando con il bottino. Di fronte a una situazione normativa mutata, con la nuova legge, prescindendo dalle questioni sull’ammissibilità del rito abbreviato, immaginiamo che non abbiano commesso omicidi, ma solo rapine, violenze e stupri, loro non lo chiederanno mai, sarebbero pazzi a farlo e lo sarebbero perché il processo svolgerebbe più o meno nel modo che vado a raccontarvi: la difesa naturalmente deve fare il suo lavoro e il suo lavoro è quello di tutelare i clienti, di cercare di ottenere la loro liberazione e di farli assolvere, anche se magari l’avvocato sa benissimo che sono colpevoli, le riprese… ottenere la liberazione non sarà difficilissimo in relazione alla scadenza dei termini di custodia e vi spiego perché: come vi ho detto all’inizio abbiamo delle videoriprese e delle impronte digitali, questo renderebbe superflua per esempio l’audizione di un gran numero di testimoni, immaginiamo che per 10 o 5 rapine ci siano 100 testimoni potenziali, nessuno dei quali di fronte a un quadro probatorio come quello che ho indicato, videoregistrazioni e impronte digitali, sarebbe necessario, la loro audizione sarebbe perlomeno in quel numero manifestamente superflua, ma non priva di pertinenza. Secondo la legge che volete approvare, tutti questi testimoni, essendo pertinenti, ancorché manifestamente superflui, dovranno essere ammessi dal giudice e se il giudice non dovesse ammetterli, produrrebbe un provvedimento nullo, il quale farebbe cadere l’intero processo. Quindi gli avvocati di questi rapinatori, efferati stupratori violenti, chiederanno 100 testimoni a difesa sulle più varie circostanze, perché come ho cercato di ricordare, oltre le circostanze che hanno a che fare con il fatto – reato, le rapine, le violenze, gli stupri, costituiscono oggetto di prova e quindi oggetto di questa nuova disciplina e di un dovere di ammissione del giudice, a pena di nullità del processo, tutte queste altre belle cose: la natura, la specie, i mezzi, l’oggetto, il tempo e il luogo oltre ogni altra modalità dell’azione. Se avevano delle pistole o dei mitra la difesa potrà chiedere accurate perizie anche se la cosa non è interessante, per verificare specificamente, si tratta di cosa superflua ma non priva di pertinenza, il loro livello di funzionalità, potrà chiedere ogni tipo di accertamento o di testimonianza per esempio sulle condizione di vita individuale, familiare e sociale dei rapinatori, potrà convocare 100 testimoni per dire che a casa questi signori sono dei bravi ragazzi, amano i cani e trattano bene i bambini, il processo dunque con l’ammissione di 200 testimoni comincia in Tribunale in cui non si possono pagare gli straordinari al personale, per cui le udienze, tutte le udienze finiscono alle 14, dunque il processo comincia e sapete come? Con l’audizione dei testimoni dell’accusa, magari le vittime, i soggetti che li hanno rapinati, violentati e stuprati potranno direttamente interrogare, guardando negli occhi le persone a cui qualche tempo prima hanno fatto qualcosa, allo stesso modo guardandole negli occhi.
Dopo questo interessante passaggio di esame diretto di cittadini, forse elettori leghisti della Provincia di Bergamo da parte di assassini e stupratori, i loro assassini e stupratori, seguirà tutta questa interessantissima fase di istruttorie dibattimentale in cui il Tribunale non avrà alcun potere di intervento o di revoca su prove manifestamente superflue, ma pertinenti in astratto e che in quanto tali, a seguito di questa legge, dovranno comunque obbligatoriamente essere ammesse, tutte!
Il processo si trascinerà per un tempo assolutamente incontrollabile per il Tribunale che ad un certo punto si troverà a verificare la scadenza dei termini di custodia cautelare, certo durante il processo di primo grado, non è che uno può essere tenuto in carcere per 5 anni, ci sono delle scadenze oltre le quali uno anche se è sotto processo per gravi reati come questi, se non è arrivata la sentenza di primo grado, dopodiché si applica la custodia cautelare per l’appello, viene liberato in attesa che cominci l’appello e chi lo ritrova più in attesa che ricominci l’appello? Il processo si trascinerà per un tempo incontrollabile per il Tribunale che a un certo punto si troverà a verificare la prossima scadenza dei termini di custodia cautelare per poi verificare invece che gli stessi sono scaduti, mentre l’istruttore dibattimentale, cioè il processo, il dibattimento è anche in corso per sentire importanti testi che non servono a nulla, ma se non si possono più non sentire, altrimenti è nullo il processo.

Il giudice quindi grazie alla legge Lussana non potrà fare altro che scarcerare questi assassini, rapinatori o stupratori, i quali usciranno dal carcere e faranno marameo ai cittadini, alla giustizia e alla decenza di questo paese, grazie Lega Nord, grazie Lussana, grazie Pdl, grazie responsabili o come diavolo si chiamano gli amici di Scilipoti, passate parola!

Fonte: beppegrillo.it

 

Buongiorno a tutti, siccome è un po’ difficile orientarsi nel cosiddetto caso Casa Tremonti, oggi ci occupiamo di questo guazzabuglio per cercare di mettere un po’ d’ordine e di capire anche cosa può succedere, perché sapete che siamo talmente malridotti che a Tremonti paiono essere appese le residue speranze di salvarci dalla tempesta finanziaria che secondo voci sempre più insistente starebbe per abbattersi anche sul nostro paese, poco prima di ferragosto.

Affitti e subaffitti di Tremonti.

Intanto mi scuso con le teste di cazzo che la scorsa settimana si sono meravigliate se mi sono scansato per evitare di prendermi il lampadario in testa durante il terremoto e soprattutto mi scuso per il fatto che a casa mia porto i pantaloni corti, prometto di non farlo più anche perché evidentemente questa è diventata una delle notizie più importanti della settimana, visto che nel nostro paese non succede niente, ma torniamo a Tremonti.
Tutto comincia quando circa un mese e mezzo fa, la Procura di Napoli chiede e ottiene dal G.I.P. di Napoli la custodia cautelare per Marco Milanese che è un ex finanziere che per anni da svolto incarichi di ufficiale, prima sott’ufficiale e poi ufficiale della Guardia di Finanza ha fatto un sacco di verifiche fiscali e poi come ogni tanto avviene, ha lasciato la guardia di Finanza per diventare, nel giro di poco tempo, il principale e più stretto collaboratore di Tremonti che non è soltanto ogni tanto il Ministro delle Finanze dell’economia, ma è soprattutto il titolare di uno dei primissimi studi di tributaristi e commercialisti d’Italia che assiste i maggiori gruppi finanziari e imprenditoriali d’Italia che, come natura vuole, spesso subiscono ispezioni e verifiche fiscali della Guardia di Finanza. Molti capitani di industrie e finanzieri si avvalgono dei servigi di ex ufficiali della Guardia di Finanza e molto spesso cominciano a avvalersene proprio quando questi ufficiali o sott’ufficiali si sono occupati delle loro aziende, si sa come vanno le cose, il finanziere guadagna poco, l’imprenditore guadagna molto, spesso il finanziere rimane, non spesso per fortuna raramente, ma ogni tanto capita, rimane abbacinato dai soldi, dal lusso, dalla rutilante opulenza dei luoghi che è costretto a visitare per ragioni d’ufficio e quindi se ne lascia conquistare, abbandona la divisa e va a guadagnare meglio, spesso le ispezioni che sta facendo finiscono nel nulla, accadde così per esempio con il Finanziere Massimo Maria Berruti che nel 1979 visitò i cantieri di Milano 2, ci trovò un nanerottolo spelacchiato che fingeva di tracciate delle linee su un foglio, chiese se era il proprietario o se non lo conosceva, quello disse, no, no, sono soltanto il progettista, era Berlusconi che era naturalmente il proprietario, ma tanto per cambiare si nascondeva e l’ispezione nonostante che avesse evidenziato alcuni profili interessanti dal punto di vista tributario e dal punto di vista di certe operazioni che si facevano con società estere, fu frettolosamente chiusa e poi si scoprì che uno dei finanzieri, un certo Gallo risultava nelle liste della P2 che uscirono due anni dopo e l’altro Berruti aveva smesso di fare il finanziere, aveva cominciato a fare l’Avvocato e a lavorare proprio per la finanza estera del gruppo del nanerottolo, dopodichè gli successe qualcos'altro, fu arrestato a metà degli anni 80 per lo scandalo Icom da cui poi uscì pulito, non uscì pulito invece poi dallo scandalo della corruzione della Guardia di Finanza, dove lui si prestò a un’operazione di depistaggio per silenziare i finanzieri che venivano corrotti dalla Fininvest e dopo essere stato condannato 8 mesi definitivi per favoreggiamento, approdò mestosamente in Parlamento dove tutt’ora risiede a spese nostre, il caso di Berruti non è isolato, Milanese che per il momento non ha condanne, ha soltanto imputazioni per corruzione ha comunque anche un mandato di cattura che risale, a un mese fa, ma essendo parlamentare, per eseguire il mandato di cattura i giudici hanno dovuto chiedere il permesso alla Camera che, con vari artifizi e raggiri è riuscita a rinviare il voto all’autunno e quindi su Milanese pende una meravigliosa spada di Damocle a forma di manette, vedremo in autunno se il Parlamento, come è già accaduto con l’On. Papa, autorizzerà il suo arresto, oppure se vieterà ai giudici di mettergli le manette!
Nel mandato di cattura inoltrato al Parlamento per l’autorizzazione all’arresto, si legge che Marco Milanese ospita in un appartamento sontuoso in Via Campo Marzio, 24 200 metri quadrati con salone affrescato, il Ministro dell’economia Giulio Tremonti, di cui lui è fedelissimo e risulta che per questo appartamento Milanese paghi un affitto di 8500 Euro al mese, chi ci vive? Tremonti e basta in questo enorme spazio di 200 metri quadrati vive Tremonti che ha famiglia, credo abbia una moglie e un figlio a Pavia, ma a Roma non ha un appartamento suo, quel giorno, quando sui siti comincia a rimbalzare il contenuto di questo mandato di cattura, Tremonti emette un comunicato, un comunicato in cui dice, è il 7 luglio, l’ha detto un mese e mezzo fa, mi sembrava passato più tempo, il 7 luglio “la mia unica abitazione è a in Pavia, non ho avuto altre case a Roma, per 3 sere la settimana che normalmente da più di 15 anni trascorro a Roma, ho sempre avuto soluzioni temporanee - non si capisce come possa il Ministro dell’economia trascorrere soltanto 3 giorni della settimana a Roma, dovremmo averne uno a tempo pieno, invece apprendiamo da lui che ce l’abbiamo a tempo parziale, 3 giorni soltanto va al Ministero, evidentemente – prevalentemente in albergo e come Ministro in Caserma, poi ho accettato l’offerta fattami da Milanese per l’utilizzo temporaneo da parte dell’immobile nella sua piena disponibilità e utilizzo, apprese oggi le notizie giudiziarie relative all’immobile, già da stasera per ovvi motivi di opportunità, cambierò sistemazione”. “Apprese oggi” no “apprese oggi” non è vero, si scopre subito che Tremonti era stato interrogato dai PM di Napoli in gran segreto nel dicembre dell’anno scorso, e lì i magistrati di Napoli gli avevano chiesto conto e ragione di una serie di comportamenti gravissimi di cui accusavano il suo fedelissimo Milanese per chiedergli se lui ne sapesse qualcosa, se li avallasse o se quel tizio approfittasse del suo nome per farsi dare soldi, Ferrari, regali, gioielli, tangenti, Tremonti dunque sa da dicembre che il suo braccio destro è accusato di fatti gravissimi, ma lascia passare dicembre, gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, fino al 7 luglio, 7 mesi e un pezzo, prima di andarsene dalla casa in cui era ospite e di cui risulta pagare l’affitto Milanese e di prendere le distanze dal suo fedelissimo che ha continuato a essere il suo fedelissimo anche se Tremonti, dall’inizio di dicembre sapeva di quali comportamenti era accusato dalla Procura di Napoli e anche se fin dal 15 dicembre, i giornali avevano dato notizia delle indagini di Napoli su Milanese per corruzione, quindi non lo sapeva soltanto Tremonti, lo sapevamo poi anche tutti noi dopo qualche giorno dal suo interrogatorio, perché se lo è tenuto al fianco? Perché gli ha consentito di continuare a fregiarsi nel titolo di consigliere privilegiato del Ministro dell’economia? Perché è rimasto a casa sua fino al 7 luglio? Mistero!
Imprudenza, leggerezza, menefreghismo, senso di impunità, “io sono io, voi non siete un cazzo!”, può essere tutto, sta di fatto che questo è!
Cosa succede a quel punto? Succede che il Parlamento va avanti nell’esame del mandato di cattura, si scoprono altre cose e ci si domanda com’è possibile che Milanese disponga di 8500 Euro al mese per pagare l’affitto di una casa dove non abita, visto che poi deve anche occuparsi della casa dove abita, visto che ha una prima moglie da cui si è separato e poi ne ha una seconda, avrebbe un certo numero di spese per quanto i parlamentari guadagnino bene, come fa Milanese a permettersi di poter offrire a Tremonti un appartamento per il quale paga 8500 Euro? Niente paura che i magistrati di Napoli vanno avanti con le indagini e scoprono che in realtà quell’appartamento dove abita Tremonti in Via Campo Marzio di 200 metri quadrati con gli affreschi e altri ammennicoli, sì sembra pagarlo, quanto all’affitto Milanese, ma in realtà i soldi a Milanese per quell’appartamento glieli dà qualcun altro, così almeno sostiene un costruttore edile che si chiama Tommaso Di Lernia nel giro è noto come “er cowboy” è un ex muratore che ha messo in piedi un’aziendina, un’impresa edile e che fa lavori, ovviamente e fa lavori che intersecano varie indagini che in questo momento sono aperte a Roma e a Napoli: Finmeccanica, Enav e cosa dice questo Di Lernia? Questo Di Lernia dice in un memoriale, che l’affitto della casa abitata dal Ministro Tremonti in Via Campo Marzio non lo paga Milanese, ma lo paga un altro imprenditore che si chiama Angelo Proietti, perché Proietti dovrebbe pagare quei soldi per l’affitto di una casa abitata da Tremonti? Lo fa così perché gli è simpatico Tremonti o gli è simpatico Milanese? No, dice Di Lernia che in cambio questo proietti riceve subappalti nelle opere appaltate dall’Enav, l’Enav è un ente pubblico che si occupa del controllo sui voli, sugli aerei.
Chi è il controllore dell’Enav? Il Ministero dell’Economia, cioè Tremonti e Milanese, non solo, ma questo proietti pare abbia ristrutturato quell’appartamento gratis e in cambio, secondo l’accusa avrebbe avuto degli appalti anche da un’altra società pubblica, la Sogei che è partecipata al 100% sempre dal Ministero dell’economia, quindi il sospetto, Milanese ha querelato Di Lernia per calunnia, quindi dobbiamo parlare semplicemente di sospetto che nasce dal memoriale di Di Lernia è Proietti ristruttura gratuitamente l’appartamento a Milanese dove poi abita Tremonti, Proietti paga l’affitto a Milanese al posto di Milanese di Tremonti e in cambio ottiene subappalti dall’Enav e appalti dalla Sogei che sono società l’una che ha come supervisione il Ministero rappresentato da Tremonti e l’altra che ha addirittura come socio unico il Ministero rappresentato da Tremonti. Dice poi Di Lernia che ci sono dietro a Tremonti brutte storie di ricatti, perché dice Di Lernia, Tremonti è stato ricattato da Lorenzo Cola, quest’ultimo è un faccendiere che è stato in carcere a lungo, forse lo è ancora, altrimenti è stato appena liberato, in quanto era il consulente di Guarguaglini che è il N. 1 della Finmeccanica, per cosa veniva ricattato Tremonti? 1) Veniva ricattato per il fatto che l’affitto della casa non lo pagavano né lui né Milanese, dice Di Lernia; 2) perché Di Lernia era stato costretto, sempre in cambio poi di favori, di appalti a comprare sopracosto uno yacht, una barca di Milanese e poi aggiunge Di Lernia, veniva ricattato Tremonti anche per le sue altre porcate che non sappiamo quali siano.

Chi ricatta il ministro delle Finanze?

Perché veniva ricattato con queste notizie compromettenti da Cola? Perché Cola si sarebbe speso per fare in modo che il suo referente in Finmeccanica, il capo di Finmeccanica Guarguaglini non venisse sostituito, a un certo punto pareva che Tremonti volesse sostituire Guarguaglini con Flavio Cattaneo, l’ex Direttore generale della RAI che ora è amministratore di Terna, per salvare Guarguaglini dall’avvicendamento ci sarebbe stato un ricatto a Tremonti.
Se togli Guarguaglini e metti Flavio Cattaneo noi facciamo uscire le tue porcate: affitto, barca e altre, non sappiamo se è vero o non è vero che le cose sono andate così, sappiamo però che Guarguaglini è stato riconfermato a Finmeccanica e così avremmo, se fosse vero, un uso privato di gruppi pubblici, come: Sogei, Enav e Finmeccanica, dove le nomine non si decidono in base al merito, ma si decidono in base a ricatti, scambi di favori, oppure raccomandazioni di Milanese che era attivissimo nel nominare e nello snominare negli ambienti delle aziende statali e parastatali, questo Di Lernia non è che sia un giglio di campo, Di Lernia è un costruttore accusato a sua volta di corruzione e frode fiscale perché la sua società ha avuto degli appalti dall’Enav.
Però parla, consegna questo memoriale e quindi questo memoriale viene depositato agli atti. Raccontando queste cose nel suo memoriale Di Lernia racconta che l’affitto di Tremonti in realtà non lo pagava Milanese ma lo pagava Proietti in cambio di appalti dall’Enav e dalla Sogei.
A questo punto seconda comunicazione di Tremonti, il quale dice “è vero che lo pagava Proietti”, Milanese pure dice che non è vero che l’affitto lo pagava Proietti, Milanese dice “lo pagavo io e poi Tremonti mi dava circa la metà” Tremonti conferma “davo 4000 Euro al mese a Milanese per il disturbo di occupare un appartamento affittato da lui” 4 mila Euro, i magistrati controllato, non risulta nessun contratto di sublocazione, tra l’affittuario ufficiale, Milanese e il subaffittuario Tremonti, quindi evidentemente gli dava i soldi così, brevi manu, in contanti, non risultano neanche bonifici o assegni se non un assegno che può non riguarda questa faccenda, ma un’altra transazione tra Tremonti e Milanese.
Tremonti comunica tutto ciò e dice: “ho fatto una leggerezza, ho fatto una stupidata, è stato un errore, ma l’ho fatta per ragioni di privacy – perché dice – convenuto lo specifico conteggio di una somma a titolo di contributo, pagata via, via per ciascuna settimana, calcolata in base alla mia tariffa giornaliera di ospitalità alberghiera, nessun nero e nessuna irregolarità, all’inizio avevo pensato a un diverso contratto che poi ho subito escluso per ragioni personali. Trattandosi di questo tipo di rapporto tra privati e cittadini non era dovuto all’emissione di fattura o vietata la forma di pagamento, come facevo a disporre ogni settimana del contante? Dal 2001 prima e poi dal 2008, cioè da quando è diventato Ministro la prima e la seconda volta, la prima volta dal 2001 al 2004 poi fu cacciato e sostituito da Siniscalco, questa volta dal 2008 a oggi, ricevo in contanti in modo perfettamente lecito e ufficialmente registrato il mio compenso da Ministero pari a circa 2390 Euro al mese” quindi dove prende gli altri 1600 Euro al mese per pagare cash il subaffitto informale a Milanese? Dice nel 2008 sul 2007 ho dichiarato tanto al fisco, quanto in Parlamento, un reddito annuale molto elevato come nei tanti anni precedenti e così pur avendo interrotto l’attività professionale, ho o accumulato titolarità di altri redditi, è tutto tracciato e tracciabile, ho fatto errori? Sì, certamente in primo luogo che qualcosa posso rimproverarmi, via il fatto di non avere lasciato prima l’immobile, l’ho fatto in buonafede ma sarebbe stato senza dubbio più opportuno, dato che proprio questo è ora causa di speculazioni che avrebbe potuto e dovuto evitare, però non ho commesso illeciti” questo dice lui, illeciti penali non si sa, vedrà la magistratura.
Illeciti nel senso che ha violato una legge? Quello sì, abbiamo scoperto noi de Il Fatto Quotidiano, che nella legge finanziaria del 2005, nell’ambito della “lotta” all’evasione fiscale, Tremonti aveva fatto infilare una norma che rende nulli i contratti di sublocazione se non vengono registrati, perché? Per evitare gli affitti in nero, se ho degli appartamenti e li affitto a degli extracomunitari e mi faccio dare i soldi fuori busta e poi dico: va beh, ma sono amici miei, li sto ospitando, facciamo tutto tra di noi, è evidente che sto sfuggendo al fisco, qualcuno sta sfuggendo al fisco, qualcosa sta sfuggendo al fisco, ecco perché nel 2005 opportunamente la legge finanziaria che ovviamente era stata fatta l’anno prima, prevedeva che dal primo gennaio 2005 i contratti di locazione o che comunque costituiscono diritti relativi di godimento di unità immobiliari o di loro porzioni, comunque stipulati, sono nulli se ricorrendone i presupposti non sono registrati, inoltre la registrazione del contratto deve essere effettuata entro 30 giorni dalla stipula.
C’è già una sentenza del Tribunale di Roma del 30 settembre 2010 e ribadisce la sanzione della nullità nel contratto di locazione in caso di mancata registrazione entro 30 giorni dalla stipula, questo dice la sentenza, perché? Qual è la ratio di questa norma? Perché l’evasione fiscale nasce spesso da contratti d’affitto informali, in nero, tant’è che già nel 1998 la legge 431 prevedeva la nullità del contratto di locazione a uso abitativo non registrato, è nulla ogni pattuazione ogni volta, volta a determinare un importo del canone di locazione superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato, ma quella norma riguardava soltanto i contratti di locazione a uso abitativo.
Così questa norma è stata integrata con quella che vi ho letto prima del 2005. Tremonti dice: parzialmente occupavo quell’alloggio e quindi pagavo la metà” ma nessuno dei vicini ha mai visto altri se non lui occupare quell’appartamento e quindi perché se lo occupava tutto, pagava soltanto la metà? Tenete presente che se per caso avesse pagato cash a Milanese più di 5000 Euro, sarebbe incappato nella legge antiriciclaggio che prevede che contanti e senza fattura non si possa pagare più di 5 mila Euro, se uno supera i 5 mila Euro, incappa nella sospetta operazione di riciclaggio e quindi il pagamento deve essere tracciabile sopra quella soglia, speriamo che sia vero che pagava soltanto 4 mila Euro, non possiamo verificarlo perché ovviamente se lo faceva per contanti, non esistono bonifici, non esistono assegni e quindi non esistono documenti che dimostrino che dava veramente solo 4 mila Euro a Milanese che pur non mettendo piede in quella casa, di Euro ne pagava 8500, poco importa se poi se li faceva dare da Proietti come dice Di Lernia, oppure se li metteva di tasca sua, prendendoli non si sa bene da quale reddito, visto che poi ha anche due famiglie da mantenere e ha anche la sua di casa, almeno una, credo che ne abbia anche un’altra poi nel napoletano, visto che è originario di quelle parti.
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Non basta, perché Tremonti ha detto: ho lasciato la caserma della Guardia di Finanza per andare a abitare o in albergo o meglio ancora a casa di Milanese per ragioni di privacy, non si capisce che differenza ci sia tra l’albergo e la casa di Milanese ai fini della privacy, perché? Perché Tremonti dice che in quella caserma della Guardia di Finanza si sentiva controllato, spiato e talvolta addirittura pedinato.
In caserma, come fanno a pedinarti in albergo? Se riescono a pedinarti in albergo, riescono anche a pedinarti a casa di Milanese, se invece non riescono a pedinarti a casa di Milanese non riescono a pedinarti neanche in albergo e quindi perché non vai in albergo? Tra l’altro in albergo, ha spiegato lo stesso Tremonti, abitava senza spenderci una lira, perché? Perché ovviamente essendo a Roma per motivi di ufficio, era Ministro, l’albergo glielo pagava lo Stato, glielo pagavamo noi, allora perché lasciare l’albergo dove non spendeva una lira per andare a abitare da Milanese dove spendeva, dice lui, 4 mila Euro al mese cash, per non farsi pedinare? Ma lo potevano pedinare anche in albergo! Poi chi lo pedinava? Ovviamente uomini della Guardia di Finanza, Tremonti come scorta ha uomini della Guardia di Finanza perché è il Ministro delle finanze, ci mancherebbe altro! Ma se uno ha il sospetto che la finanza lo faccia pedinare, può chiedere una scorta dei Carabinieri o della Polizia, perché ha continuato a farsi scortare dalla Guardia di Finanza se aveva quei sospetti? Poi ci sono le date, le date che non tornano, lui dice: quando ho cominciato a temere che mi pedinassero ho lasciato la caserma e sono andato o in albergo o a casa di Milanese, ma l’ultima volta che nella caserma che c’è dietro al Ministero delle Finanze hanno visto Tremonti è il 2004, quando lasciò il Ministero perché nell’estate del 2004 fu cacciato dal governo Berlusconi perché Fini e Casini chiesero la sua testa, accusandolo addirittura di presentare i conti falsi all’Europa e misero al suo posto Siniscalco.
Dall’estate dal 2004 all’estate dal 2008 Tremonti non è stato più Ministro, quindi non ha avuto più alcun titolo per vivere nella caserma della Guardia di Finanza, dove comunque non è tornato mai quando è rientrato al Ministero dell’economia, quindi se aveva paura che lo pedinassero ce l’aveva prima del 2004 in caserma, allora che c’entra il pedinamento eventuale nel 2004 con la scelta di andare a vivere da Milanese? Lo dico perché l’affitto Milanese per l’appartamento in Via Campo Marzio ha incominciato a pagarlo nel 2008, quando Tremonti è tornato al governo, quindi Tremonti per 4 anni non ha avuto cariche, quindi se andava a Roma andava per fatti suoi, immagino in albergo, quando è tornato a essere Ministro, invece di tornare in caserma, visto che aveva paura di essere pedinato, è andato a casa di Milanese, ma allora vogliamo pensare che lo pedinavano nel 2004? E perché?

Se il ministro delle finanze non si fida della Finanza.

Nel 2004 Tremonti non aveva alcuno scazzo con Berlusconi, mentre invece nell’intervista – colloquio con Repubblica lui sembra far risalire questi pedinamenti alla sua recente guerra con Berlusconi che lo considera un rivale interno, un potenziale nemico, uno che gli monta contro Bossi, è un anno circa che i giornali di Berlusconi hanno cominciato a massacrare Tremonti, prima mai!
Quindi Tremonti collega le campagne di stampa de Il Giornale, di Libero e di Panorama contro di lui, le paragona al metodo Boffo, dice di aver detto a Berlusconi “non accetterò che usiate con me il metodo Boffo” addirittura fa cenno alle voci che in Parlamento giravano su una cordata della Guardia di Finanze fedele a Berlusconi, rappresentata dal Gen. Adinolfi, Capo di Stato maggiore della Finanza, oggi indagato a Napoli per rivelazione di segreti che avrebbe avuto un rapporto molto stretto con Berlusconi, rapporto che Berlusconi non può avere con un Generale della Guardia di Finanza perché non sta a lui, la Guardia di Finanza è sotto l’egida del Ministero dell’economia, non del Presidente del Consiglio.
Allora se collega questa guerra per bande che si fronteggia nell’ultimo anno tra ufficiali tremontiani e ufficiali berlusconiani ai vertici della Guardia di Finanza con i pedinamenti e i pedinamenti come abbiamo visto in caserma non possono essere avvenuti dopo il 2004, c’è qualcosa che non quadra, perché questa guerra per bande ai vertici della finanza, ammesso che ci sia, risale al 2010/2011 e lui ha cominciato a vivere a casa di Milanese nel 2008, allora quando è che temeva di essere pedinato? Quando non era neanche al governo, quando non aveva ancora litigato con Berlusconi? Misteri su misteri, infine c’è un profilo istituzionale in tutto questo, cioè il Ministro dell’economia che esercita il controllo sulla Guardia di Finanza che dipende gerarchicamente da lui e nomina i vertici della Guardia di Finanza, pensa che i vertici della Guardia di Finanza lo facciano spiare, perché dico questo? Perché a nessun finanziere, soldato semplice, a nessuno della manovalanza potrebbe mai venire in mente di spiare il Ministro delle Finanze che sta sopra in cima alla piramide gerarchica, se qualcuno dei sottoposti lo fa, vuole dire che gliel’ha chiesto un superiore, un superiore molto importante che ti deve convincere a spiare uno che è addirittura superiore a lui, quindi è evidente che se ci sono stati spionaggi e pedinamenti, sono stati ordinati dagli altissimi vertici, evidentemente non dai vertici fedeli a Tremonti, ma da quelli Fedeli a Berlusconi, quindi è chiaro che Tremonti quando accusa i misteriosi pedinatori e spioni, sta puntando il dito contro la cordata di generali fedeli a Berlusconi e sta puntando dunque il dito contro Berlusconi, contro il suo Presidente del Consiglio, ora può uno fare il Ministro delle finanze in un governo presieduto da un signore che lui sospetta che lo faccia spiare dalla Guardia di Finanza? Può il Ministro delle Finanze limitarsi a sospettare tutto ciò e a pensare di risolvere il problema dei pedinamenti cambiando casa o andando a dormire da un’altra parte? Come se fosse una faccenda sua privata, ma se la Guardia di Finanza spia il Ministro delle Finanze, forse per ordine del Presidente del Consiglio, quello è una specie di colpo di Stato, sicuramente è un reato, perché non l’ha denunciato? Dice non ho le prove, benissimo, ma se tu non ti fidi più di certi ufficiali della Guardia di Finanza, di cui ci sono i nomi e cognomi nei suoi verbali davanti ai magistrati di Napoli, a cominciare da Adinolfi è può potere cacciarli, nel 2007 il Ministro delle finanze Tommaso Padoa Schioppa, un grande Ministro delle finanze, purtroppo scomparso, una persona corretta e irreprensibile, per bene, andò in Parlamento e fece una durissima requisitoria contro il Generale speciale Capo di Stato maggiore della Guardia di Finanza dell’epoca e lo cacciò e ebbe ragione perché di lì a poco Speciale fu condannato in appello per peculato, per l’uso privato che faceva di mezzi aerei del corpo, per farsi portare addirittura le spigole in alta montagna durante le vacanze a lui e ai suoi amici.
Poi ne faceva delle altre, infatti è stato subito premiato dopo la condanna con una candidatura sicura in Parlamento e oggi è parlamentare del Pdl, Tremonti avrebbe dovuto fare la stessa cosa con gli ufficiali che riteneva felloni e poi avrebbe dovuto dimettersi dal governo presieduto da colui che lui ritiene in qualche modo avesse a che fare con quello spionaggio ai suoi danni e poi avrebbe dovuto contemporaneamente andare dalla magistratura a denunciare tutti quanti, perché se il Ministro delle Finanze ha dei sospetti sulla Guardia di Finanza, non li deve risolvere cambiando letto o cambiando stanza o cambiando casa, li deve risolvere per via istituzionale, anche perché visto che sono tutti al loro posto il Presidente del Consiglio, Tremonti e i vertici della Guardia di Finanza e così en passant anche il sottosegretario Crosetto ha dichiarato che anche lui non si fida della finanza, che ha paura della Guardia di Finanza, che se qualcuno parla male della Guardia di Finanza, gli arriva la finanza in casa e che la Finanza rappresenterebbe, dice il sottosegretario alla difesa Crosetto, un potere senza controllo, al punto da invocare il controllo della magistratura, se questo pensano esponenti del governo della Guardia di Finanza, mettetevi nei panni di un imprenditore che si vede arrivare i finanzieri per fare una verifica fiscale, cosa deve fare? Deve farli entrare? O li deve cacciare a pedate dicendo: mi sento spiato, controllato, pedinato, c’è un complotto contro di me? C’è una cordata contro di me? Me la state facendo pagare? Se c’è un corpo dello Stato che deve essere assolutamente imparziale, cristallino e rispondere soltanto alle leggi e non, come lo stesso Tremonti dice: alle cordate e alle guerre per bande, è proprio la finanza, perché? Perché spetta alla Guardia di Finanza sorvegliare sulla correttezza del nostro capitalismo, della nostra impresa, della nostra finanza e far pagare le tasse a chi non le paga in un paese dove ci sono 130 miliardi di Euro all’anno di evasione fiscale e un buco colossale che non sappiamo come riempire e che forse ci potrebbe portare al baratro finanziario entro poco.

Se non è imparziale la Guardia di Finanza, se non è affidabile la Guardia di Finanza è evidente che viene meno lo Stato, l’economia, tutto! Il problema quindi non è la casa, l’affitto, quelli sono casi di malcostume che poi vedremo se hanno rilevanza penale etc., basta meno di ciò che è emerso su Tremonti per far dimettere un Ministro in qualunque altro paese del mondo, compreso l’Africa, Asia e il sud-America, ma qui vedete come è tutto collegato, il problema è che il Ministro Tremonti dovrebbe prima cacciare chi sospetta di averlo spiato e poi dimettersi perché non può rimanere in un governo in cui hai il sospetto che il capo del Governo l’abbia fatto spiare per usare nei suoi confronti il metodo Boffo, in anche per dare un segnale ai cittadini, perché se il Ministro delle Finanze non si fida della Guardia di Finanza, per quale motivo dovremmo fidarcene noi? Passate parola!

Fonte: BeppeGrillo.it

 

 Il 10 maggio scorso, il satellite della Nasa Landsat 5 ha rivolto il suo occhio sul fiume, scattando una serie di immagini che ricostruiscono l'avanzata delle masse d'acqua esondate.

L'emergenza è scattata a inizio maggio, quando il Mississippi e i suoi affluenti hanno inondato vaste aree degli Stati Uniti, in Missouri, Kentucky, Tennessee, Arkanas, Mississippi e Louisiana. Finora, sono state evacuate circa 1300 famiglie nella città di Memphis, invasa dal fiume in piena proprio il 10 maggio e dove il livello delle acque ha toccato i 15 metri, sfiorando di pochi centimetri il record stabilito dalle inondazioni del 1937.

Imponenti le misure d'emergenza adottate per evitare che l'inondazione raggiungesse la città di Cairo, nell'Illinois: nel tentativo di sbarrare la strada alle acque, l'esercito ha scavato una voragine del diametro di tre chilometri per dirottarle verso il bacino di New Madrid. Nei prossimi giorni, le inondazioni raggiungeranno anche New Orleans, terminando la propria corsa nel Golfo del Messico. Nei territori colpiti (fino a 56mila chilometri quadrati) l'agricoltura ha già subito ingenti danni calcolati in almeno due miliardi di dollari.

Fonte: galileonet.it - Riferimenti: Nasa

 
By Admin (from 30/07/2011 @ 11:00:25, in it - Video Alerta, read 2222 times)

Costruire un elicottero a propulsione umana. Era il sogno più grande di Leonardo da Vinci, che alla fine del '400 provò a far volare la sua “vite aerea”. Ma ancora oggi c'è chi tenta di realizzarlo: tutti i partecipanti al Premio Sikorsky, istituito nel 1980 dall'American Helicopter Society e ancora senza un vincitore. Gli ultimi a cimentarsi nell'impresa sono stati gli studenti della  A. James Clark School of Engineering, dell'Università del Maryland (MD, USA) che lo scorso 11 maggio hanno messo alla prova il loro velivolo a pedali, Gamera.

Durante il test, l'elicottero pilotato da Judy Wexler si è alzato davvero in volo, ma solo per quattro secondi: un tempo insufficiente ad aggiudicarsi il premio. Infatti, le regole ferree della gara prevedono che, per vincere, il velivolo alimentato a pedali debba restare in aria per almeno 60 secondi a un'altezza di tre metri da terra. Un obiettivo difficile da raggiungere, ed è forse per questo che in trent'anni ci avevano provato solo altre due squadre: nel 1989 gli studenti della California Polytechnic State University (San Louis Obipso, USA), con Da Vinci III, e nel 1994 quelli della Nihon University (Tokyo, Giappone), con Yuri I.

Fonte: galileonet.it

 

Buongiorno a tutti, ci siamo arrivati come ci siamo detti per anni e cioè al tracollo ormai visibile anche della Seconda Repubblica che muore dello stesso virus che si era portato via la prima: l’illegalità, la corruzione e le collusioni con il malaffare finanziario e mafioso e curioso che quelle forze dell’ ordine che dovrebbero essere mandate a rastrellare il Parlamento colmo di inquisiti e di condannati, vengano mandate invece a picchiare la gente che si oppone alla costruzione di una di delle grandi opere che forse è l’ultimo cascame degli anni 80, della stagione delle opere faraoniche dello sperpero di denaro pubblico e della corruzione sottostante che è il Tav Torino – Lione.

Il Parlamento è peggio del Paese.

Si è sempre detto in questi anni, noi abbiamo sempre contrastato questa scemenza che il Parlamento è lo specchio del paese.
Abbiamo fatto dei libri, io insieme a altri colleghi come Peter Gomez, Gianni Barbacetto, Marco Lillo in cui si raccontava che in Parlamento ci sono fissi ormai da 3, 4 legislature un centinaio tra imputati e indagati e dai 20 ai 30 condannati definitivi, il che significa che in Parlamento c’è un parlamentare su 10 che ha seri guai con la giustizia, se il Parlamento fosse lo specchio del paese, significherebbe che su 60 milioni di abitanti, 6 milioni di abitanti sono sottoprocesso o sono già stati condannati, una cosa semplicemente impensabile, quindi il Parlamento non è lo specchio del paese, il Parlamento è molto peggio del paese, anche se il paese non scherza! Vedete con quali arzigogoli in questi giorni si cerca di giustificare quello che sta accadendo, questa escalation, questa accelerazione di indagini su tangenti, mafie, appalti truccati, si cerca di raccontare la vicenda a prescindere dalle tangenti perché questo è il modo che si è usato per raccontare anche la storia di Tangentopoli dopo qualche mese dall’entrata al governo di Berlusconi nel 1994, si cominciò a dire che Tangentopoli non era scoppiata perché i politici rubavano, ma perché i magistrati avevano dichiarato guerra ai politici e sono più o meno 20 anni che ci raccontano questa favoletta della guerra tra politica e magistratura, per non dover ammettere che le indagini sui politici che rubano e che mafiano nascono perché ci sono molti politici che rubano e che mafiano e sono molti di più i politici che rubano e che mafiano rispetto a quelli che vengono indagati, perché ovviamente su reati nati da associazioni per delinquere così omertose e così impenetrabili quali sono sia il sistema della corruzione, sia il sistema delle mafie, è molto difficile scoprire le prove, scoprire le notizie di reato, sapete bene che i reati si dividono tra quelli a copertura totale e quelli a copertura parziale, quelli a copertura totale sono quelli che non si possono nascondere, gli omicidi sono tanti quanti gli omicidi che conosciamo sono tanti quanti quelli che vengono commessi, le rapine che vengono commesse le conosciamo tutte, i furti d’auto li conosciamo tutti, i furti in appartamento li conosciamo tutti, perché? Perché ovviamente la gente per le assicurazioni va a denunciare questi furti subiti, esattamente come gli omicidi ovviamente non possono passare inosservati, mentre invece la corruzione e i rapporti dei politici con la mafia, sono reati invisibili, quindi o parla chi li ha commessi, o parlano i complici di quelli che li hanno commessi, oppure è impossibile scoprirli, eco perché in quei casi occorrono i pentiti cioè i complici che collaborano con la giustizia e parlano oppure le intercettazioni che fanno parlare la gente senza che la gente sappia di essere ascoltata e è proprio per questo che in questi 20 anni, invece di colpire la corruzione e i rapporti di collusione tra mafia e politica, si è tentato in tutti i modi di colpire i due principali strumenti con i quali i magistrati andavano a scoprire questi reati invisibili.
Da un lato si sono colpiti i pentiti con la riforma Fassino – Napolitano che praticamente li ha aboliti per legge, rendendo non più conveniente per un mafioso collaborare con la giustizia, togliendo un sacco di benefici, obbligando i mafiosi che collaborano a raccontare tutto entro 6 mesi, dopodiché qualunque cosa dicono non vale più, lo stesso si è fatto per i “pentiti” dei reati di tangentopoli quando con la riforma dell’Art. 513 del Codice di Procedura Penale, altra porcheria votata dal centro-sinistra quando era maggioranza con la complicità del centro-destra, poi dichiarata incostituzionale e poi addirittura trasformata in legge costituzionale e infilata all’Art. 111 della Costituzione si è stabilito che quando io, complice di una tangente accuso l’altro mio complice, devo ripetere la stessa cosa non basta che la dica davanti al PM, la devo ripetere davanti alle Tribunale e se non la vado a ripetere, non è che mi possono obbligare a ripeterla, semplicemente se non la vado a ripetere, la persona che ho accusato viene assolta per insufficienza di prove perché quello che ho detto davanti al PM, sia che sia vero, sia che sia falso, viene cestinato, non può più essere preso in considerazione dal giudice.
Così hanno tappato la bocca ai complici che avrebbero potuto accusarli, dopodiché hanno cominciato una tale campagna contro le intercettazioni, per cui adesso si è creato un clima politico bipartisan per il quale non solo a destra, ma anche a sinistra si sostiene quasi unanimemente che le intercettazioni devono essere limitate, devono essere ridotte, devono essere ridimensionate, anche se le usiamo in casi semplicemente eccezionali, basti pensare che le persone intercettate in Italia ogni anno sono 6 mila, su 60 milioni di abitanti, lo 0,001%, ancora l’altro giorno il Capo dello Stato in base a non si sa quali dati, sosteneva che bisogna ridurre le intercettazioni, limitarle ai minimi casi indispensabili, il che peraltro è già previsto dalla legge anche se lui probabilmente non lo sa.
Eppure casi di corruzione e di mafiosità sono talmente numerosi, massicci e evidenti che nonostante il continuo tagliare le unghie, le mani, le dita e le braccia ai magistrati, ancora i magistrati ne scoprono un sacco di questi casi, evidentemente perché la forza della realtà è tale che fa saltare tutti i coperchi che sono stati messi in questi anni non sulla corruzione, ma sulle indagini che riguardano la corruzione e quindi lo spettacolo è quello che abbiamo sotto gli occhi, ogni giorno ormai c’è un arresto per quelli che si possono arrestare o una richiesta di arresto per gli intoccabili che senza autorizzazione del Parlamento non si possono arrestare. L’altro giorno nella stessa giornata si è votato alla Camera, pro o contro la richiesta di poter eseguire l’arresto nei confronti dell’On. Alfonso Papa e al Senato si è votato sulla richiesta del G.I.P. di Bari di poter eseguire la cattura del Senatore del PD Alberto Tedesco, Papa accusato di favoreggiamento e rivelazione di segreti e corruzione, Tedesco accusato di concussione, corruzione, abuso, falso e turbativa d’asta, voto segreto alla Camera Papa viene arrestato, o meglio la Camera concede ai magistrati l’autorizzazione a eseguire un mandato di cattura che era già stato emesso dal G.I.P. e quindi di portare questo parlamentare, Papa, magistrato in aspettativa, a Poggio Reale, là dove quando era magistrato a Napoli era solito lui mandare i suoi indagati.
Il Senato invece grazie ai soliti mascalzoni che si nascondono dietro l’anonimato del voto segreto, è stato salvato Tedesco che continuerà tranquillamente a scorrazzare a Palazzo Madama con sulla testa imputazioni di corruzione, concussione, abuso, falso, turbativa d’asta, nei prossimi giorni si esaminerà alla Camera la richiesta di autorizzare, sempre da parte della Procura di Napoli, anzi del G.I.P. di Napoli la cattura di Milanese, ex finanziere della Guardia di Finanza, diventato poi braccio destro di Tremonti, la vera potenza del Ministero dell’economia, quello che faceva le nomine, quello che teneva i rapporti con una delle due bande ai vertici della Guardia di Finanza, perché l’altra banda era invece considerata vicina al Cavaliere e quindi c’erano gli ufficiali vicini a Tremonti e a Milanese, gli ufficiali vicini al Cavaliere e alla sua azienda.
Milanese è accusato di essersi fatto corrompere per anni, più in natura che non con mazzette tradizionali, regali, Ferrari, auto d’epoca, gioielli, di tutto, aveva un tenore di vita tale che gli permetteva di pagare ogni mese l’affitto di un mega-appartamento nel centro di Roma dove abitava senza pagare Tremonti, che evidentemente gli doveva molto, ragion per cui chiudeva non un occhio, ma due occhi su tutte le scorribande di Milanese che da anni ne combinava di cotte e di crude, vedremo cosa deciderà la Camera, se posso fare una previsione tale è lo shock con cui i parlamentari hanno vissuto l’arresto di Papa, di un loro simile, che penso che d’ora in poi faranno quadrato, troveranno sempre il modo con il voto segreto di salvare i loro simili, come già avevano fatto prima di questo caso, perché dal 1994 a oggi, parliamo soltanto della Seconda Repubblica in 17 anni una ventina di volte i magistrati avevano chiesto di poter arrestare dei parlamentari e tutte quante quelle 20 volte la Camera o il Senato avevano risposto picche, spesso con un voto molto trasversale, spesso salvando dal carcere persone che poi sono state regolarmente condannate.
Nella storia della Repubblica italiana, Prima e Seconda Repubblica, dal 1946 a oggi, su decine e decine di richieste di autorizzazioni all’arresto da parte dei magistrati al Parlamento, il Parlamento aveva votato sì soltanto 4 volte, nel caso di Moranino, il partigiano rosso eletto poi in Parlamento con il partito comunista, accusato per avere fatto dei delitti orribili dopo la fine della guerra partigiana, salvato negli anni 60 dall’arresto, per accuse di reati di sangue, poi ci fu Massimo Abatangelo accusato di eversione nera, reati di armi e di banda armata, poi ci fu Toni Negri accusato di banda armata anche lui per l’eversione rossa, sì per Abatangelo, sì per Negri e sì per Sandro Saccucci il Missimo che nel famoso comizio di Sezze Romano si mise a sparare facendo secca una persona, quindi almeno per chi sparava il Parlamento aveva stabilito che si poteva autorizzare l’arresto, ma se un parlamentare non si metteva a sparare, poteva fare qualsiasi cosa e non aveva mai il rischio di finire in galera.

Arresto di Papa: panico in Parlamento.

Ecco perché parlo di shock, perché Papa è stato il primo parlamentare della storia della Repubblica, tra la Prima e la Seconda Repubblica a essere arrestato per una storia non di sangue e non di armi, cioè per un reato contro la pubblica amministrazione, corruzione, rivelazione di segreto, favoreggiamento.
E se pensate che in anni passati furono salvati persino candidati all’arresto per mafia come Giancarlo Cito poi condannato per i suoi rapporti con il clan della Sacra Corona Unita, come Marcello Dell’Utri, poi condannato per false fatturazioni, frode fiscale in via definitiva e in Parlamento e in secondo grado per associazione per delinquere di stampo mafioso in concorso esterno, voi vi rendete conto che forse Papa non è il peggiore dei parlamentari degli ultimi 65 anni, eppure per lui è stata data l’autorizzazione all’arresto, perché? Evidentemente perché la politica in questo momento si sente detestata dall’opinione pubblica e sta cercando, nel suo impazzimento terminale, di dare qualche segnalo in contro tendenza, visto che la rabbia contro la casta monta, se credono di salvarsi la faccia autorizzando l’arresto di Papa e ricominciando a fare i loro porci comodi, naturalmente si sbagliano, anche perché lo stesso giorno il voto per l’arresto di Papa veniva neutralizzato dal voto contro l’arresto di Tedesco che se è possibile è accusato di cose ancora peggiori rispetto a Papa.
A contorno sappiamo che a Milano c’è un’indagine clamorosa sull’enorme buco dell’ospedale San Raffaele, ospedale di questo prete, il Simoniaco che si chiama Don Verzè e che da 40 anni tiene il sacco a Berlusconi fino a quando lo aiutò a far spostare le rotte aeree da Milano 2 con la scusa che bisognava costruire l’ospedale nel bel mezzo della città satellite, che c’è un Ministro romano, Saverio Romano imputato per mafia che non si dimette, che c’è la Procura di Roma che indaga su Finmeccanica e sulla P3 e sugli amici di D’Alema nello scandalo Enac, ne abbiamo parlato due settimane fa, che la Procura di Napoli ha indagini di altissimo livello che quella di Palermo sta indagando su parlamentari ipoteticamente corrotti con i soldi di Don Vito Ciancimino, pizzini, Romano e Cuffaro e che presto il Parlamento dovrà autorizzare o negare l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni che riguardano questi parlamentari con il commercialista di Vito Ciancimino, nonché suo prestanome, il Rag. Lapis, a questo punto uno dice va beh, il centro-destra è nella melma fino al collo, lo sapevamo, il Partito fondato da Berlusconi non può che finire con una grande retata, perché? Perché è ovvio che se si mettono tutti a imitare il capo li vanno a prendere con l’accalappiacani, visto quello che va il capo, qualunque cosa facciano i suoi sottoposti, sarà sempre meno grave di quello che ha fatto il capo che ha letteralmente fregato una casa editrice a De Benedetti per mettersela in tasca con una sentenza comprata, si può immaginare qualcosa di più enorme, stiamo parlando di un furto che la Corte d’Appello di Milano ha appena quantificato in 560 milioni di Euro, avete mai visto uno che è riuscito a rubare più di 560 milioni di Euro?
Quindi capite, questa è la maggioranza, maggioranza che naturalmente ha non soltanto i suoi esponenti inquisiti, a cominciare dal capo del governo, ma ha i suoi principali esponenti che o sono inquisiti in proprio, oppure hanno il loro braccio destro, il loro prestanome indagati, Tremonti operava per le mani di Milanese, Gianni Letta operava per le mani di Bisignani, inchiesta P4 anche questa davanti alla Procura di Napoli, il problema è quello che c’è dall’altra parte, quello che non c’è dall’altra parte, che in una situazione come questa è ovvio che le opposizioni ci dovrebbero sguazzare, praterie per correre a guadagnare consensi, invece dall’altra parte, come al solito, c’è chi riesce a pareggiare il conto, c’è chi riesce se non a fare pari e patta, alleno a far dire alla gente che se Atene piange, Sparta non ride o viceversa, se Sparta non ride Atene piange, perché questo? Perché non bastando gli scandali dei finanziatori della fondazione di D’Alema italiani e europei che prendevano e pagavano tangenti come abbiamo raccontato due settimane fa, adesso riesplode una Tangentopoli a Milano tutta rossa, nella vecchia Stalingrado del nord che era Sesto San Giovanni, Sesto San Giovanni, comune operaio, comune rosso, popolato da tanta brava gente che lavora e che ha sempre votato a sinistra e che ha avuto come Sindaco in passato Filippo Penati, il quale poi ha fatto carriera, è diventato per una legislatura Presidente della Provincia di Milano, due anni fa quando Bersani ha preso in mano la segreteria del PD Pennati è diventato il braccio destro ufficiale di Bersani, capo della segreteria politica del segretario nazionale, dopo avere perso le provinciali e quindi avere mancato la riconferma come Presidente della Provincia, Penati quest’anno è stato premiato come tutti i trombati, del resto, con una bella candidatura alla Regione e lì è Vicepresidente del Consiglio regionale da una settimana, almeno che si sappia, poi lo era almeno da prima, da una settimana si sa che Penati è indagato dalla Procura di Monza per concussione, corruzione e finanziamento illecito, concussione vuole dire che è accusato di avere costretto degli imprenditori a pagargli tangenti, con la minaccia di non farli lavorare, cioè di rovinarli, corruzione vuole dire che ci sono degli imprenditori che lo hanno pagato anche senza essere costretti e che lui ha preso i soldi, finanziamento illecito vuole dire che almeno una parte di quei soldi li ha destinati al suo partito, che fino al 2008 si chiamava PS e dal 2008 si chiama PD.
I fatti contestati dalla Procura di Monza arrivano fino al 2010, quindi questa è la prima indagine per finanziamento illecito, non solo a un esponente importantissimo del PD, il pupillo del segretario, ma è la prima indagine che coinvolge direttamente il PD per essersi finanziato illecitamente, a qualcuno di voi potrebbe venire una curiosità e dire: ma i partiti a differenza che nella Prima Repubblica, dove i finanziamenti pubblici non riuscivano a coprire le loro spese, nella seconda si sono regalati tradendo il famoso referendum del 1993, quelli che chiamano i rimborsi elettorali, che sono uno sproposito perché non solo bastano a sostenere tutte le loro spese elettorali, ma coprono il triplo delle loro spese elettorali, che ovviamente sono taroccate, non è neanche necessario giustificarle, quindi navigano nell’oro, che bisogno hanno di integrare, con tangenti.
Infatti in questi ultimi anni è stato rarissimo il caso di una contestazione di finanziamento illecito a partiti, perché quasi sempre si scopriva che in realtà i soldi se li mettevano in tasca i singoli, questo capitava anche nella Prima Repubblica, ma nella Prima Repubblica c’era un sistema di taglieggiamento fisso di una percentuale che gli imprenditori dovevano dare a tutto il sistema dei partiti, spesso anche alle opposizioni perché non si opponessero, che serviva a foraggiare illegalmente i partiti e poi all’interno di quel sistema c’era qualcuno che ci faceva la cresta e che si metteva i soldi in tasca, questa volta non c’è quel sistema generale, sono episodi molto frequenti, per importi anche molto alti, ma senza una sistematicità, infatti per esempio Sesto San Giovanni le accuse riguardano soltanto Penati e il suo entourage, gli altri partiti non sono coinvolti, mentre nella Prima Repubblica c’era sempre un accordo di tutti i partiti di governo e spesso dell’opposizione addomesticata, perché ciascuno avesse la sua parte e nessuno rompesse i coglioni sulle gare d’appalto truccate, quindi questa è la principale differenza, però qui una parte, almeno di questi soldi pare che sia andata prima ai DS e poi al PD, partiamo di importi molto grandi, c’è un imprenditore, costruttore…

Terremoto PD.

Scusate, c'è stata una scossa di terremoto e sono andato nel pallone. Dicevo, delle consulenze a due commissari delle cooperative rosse emiliane, anche ai tempi di Tangentopoli spesso il PC poi PDS si faceva retribuire non con tangenti cash, ma con lavori o consulenze alle cooperative rosse, che poi evidentemente si sdebitavano secondo un altro canale.
Quindi il totale dei soldi che Pasini avrebbe dato a Penati e al PD ex DS sarebbero circa 8 miliardi in 10 anni, poi non c’è solo lui perché come vi ho detto c’è Di Caterina il quale dice di avere pagato ratealmente, mensilmente a volte 100 a volte 20 milioni di lire, ma non solo, adesso salta fuori un altro nome molto rinomato fin dai tempi di Tangentopoli, Bruno Binasco che era il braccio destro l’uomo ombra di Marcellino Gavio, il defunto l’anno scorso, costruttore, uno dei più grossi proprietari di autostrade in Italia, Binasco entrava e usciva di galera nel 1992/1993, poi è stato processato una miriade di volte per una miriade di tangenti, la gran parte delle volte si è salvato per prescrizione, qualche volta è stato anche condannato in via definitiva, una volta è stato condannato insieme a Primo Greganti per avere finanziato Greganti con una finta caparra non tornata indietro, allo scopo, scrivono i giudici di Tortona di finanziare illegalmente l’allora PC, PDS, adesso questo signore che è il plenipotenziare del gruppo Gavio perché Gavio è morto, ritorna fuori, come possibile finanziatore ancora una volta di Penati e questo in tempi molto recenti, tra il 2008 e il 2010 con un meccanismo che spiegano bene Ferrarella e Guastella su Il Corriere della Sera, una tangente presunta naturalmente di 2 milioni di Euro, concordata nel 2008 e pagata nel 2010 e nel 2008 Penati era Presidente della Provincia di Milano e nel 2010 era diventato il capo della segreteria di Bersani, cosa hanno fatto? Hanno finto la vendita di un immobile di proprietà dell’imprenditore Di Caterina al gruppo Gavio retto da Binasco, cosa hanno fatto naturalmente? Di Caterina per i preliminari dell’acquisto, della cessione del suo immobile a Binasco ha avuto una caparra enorme di 2 milioni di Euro e poi dopo due anni Binasco ha rinunciato all’acquisto di quell’immobile, ma gli ha lasciato la caparra, secondo l’accusa erano già d’accordo fin dall’inizio che l’acquisto era falso e che quindi la caparra sarebbe rimasta a Di Caterina e così hanno giustificato un esborso da Binasco a Di Caterina, perché questo? Non perché Binasco dovesse qualcosa a Di Caterina, ma perché Binasco doveva finanziare, questa è l’ipotesi d’accusa, il PD e Penati, Di Caterina avanzava un sacco di soldi che aveva anticipato al PD e a Penati e allora cosa hanno fatto? La triangolazione: Binasco deve finanziare Penati, Di Caterina avanza dei soldi da Penati, invece di Binasco dà i soldi a Penati e Penati li dà a Di Caterina, cosa fanno? Binasco li dà direttamente a Di Caterina e Penati a estinto il suo debito avendo ricevuto soldi prima da Di Caterina, paga Binasco, questa è l’ipotesi di accusa, la triangolazione per camuffare una tangente da caparra.
Credete che questi costruttori facciano questa versamenti importanti in periodi di crisi così per la bella faccia dei politici? Ovviamente no, in cambio vengono favoriti, oppure non vengono ostacolati, in questo caso è tutta una partita di centro-sinistra, è tutta una partita PD a altissimo livello perché sotto Bersani c’è Penati, Penati sta a Bersani come Milanese sta a Tremonti è il suo uomo di fiducia, non sto dicendo che fa le stesse cose, sto dicendo che è il suo uomo di fiducia. A questo punto ai magistrati viene la curiosità di andare a vedere quali sono negli anni i rapporti tra il Gruppo Gavio e Penati, quel gruppo Gavio che era già stato condannato, lo ripeto, nella prima Tangentopoli del 1992/1993 per avere finanziato illegalmente il PC tramite Greganti, quando trattano con Binasco questi signori sanno che è un pregiudicato per avere finanziato il loro partito e continuano a trattarci. Nel 2004 cosa fa l’ottimo Penati da Presidente della Provincia di Milano? Compra le quote della Milano - Serravalle facendo, accollando alla collettività, alla Provincia di Milano un bel pezzo di autostrada, la Milano – Serravalle è quella che collega Milano con Genova, e facendo spendere alla Provincia di Milano una barcata di soldi, una barcata di soldi che poi vanno ovviamente nelle tasche di Gavio e del gruppo Gavio – Binasco e con quei soldi cosa fa il gruppo Gavio? Sostiene la scalata di Unipol alla Banca Nazionale del lavoro, quella di Consorte, quella dei furbetti del quartierino. In un bel libro di Gianni Barbacetto che si intitola “Compagni che sbagliano” sono pubblicate le intercettazioni, intercettazioni nelle quali si dimostra che la Provincia di Milano grazie a Penati, per comprarsi il 15% di azioni della Serravalle da Gavio, ha speso 238 milioni di Euro pagando a azione 8,9 Euro, mentre un anno e mezzo prima, Gavio le aveva pagato 2,9, il che significa che Gavio realizza una plusvalenza di 176 milioni a spese dei milanesi e con quell’enorme tesoretto va a sostenere Consorte che di lì a poco dà la scalata alla Bnl, non ci sarà mica un legame? La cosa più interessante ancora è che nelle telefonate intercettate si scopre, lo ha raccontato Barbacetto in quel libro e su Il Fatto Quotidiano, salta fuori anche il nome di Bersani, perché il 28 giugno 2004 Binasco a Marcellino Gavio dice: il problema non è Penati (Presidente della Provincia) che con lui un accordo si trova, il vero problema è Albertini, cioè il Sindaco di centro-destra. Due giorni dopo entra in scena Bersani, Binasco dice a Il Giornale che con Bersani Gavio ha da sempre un ottimo rapporto, infatti il 30 giugno 2004 Bersani dice a Gavio che ha parlato con Penati e dice a Gavio di cercare Penati per incontrarsi in modo riservato, ora fermiamo tutto e vedrà che tra una decina di giorni, quando vi vedrete troverete un modo. 5 giorni dopo, il 5 luglio 2004 Penati chiama Gavio e gli dice: buongiorno, mi ha dato il suo numero l’On. Bersani e Gavio: sì volevo fare due chiacchiere con lei quando è possibile e Penati: guardi non so, beviamoci un caffè. L’incontro avviene in modo riservato come suggeriva Bersani in un Hotel di Roma, non in una sede istituzionale, non è che il Presidente della Provincia di Milano riceve il costruttore Gavio nella sede della Provincia di Milano davanti a testimoni e poi emette un bel comunicato per dire: abbiamo ricevuto il Commendator Gavio per parlare di questo, questo e questo, riservato su suggerimento di Bersani e quello che succede dopo è naturalmente quell’affarone meraviglioso che riesce a concludere sulla Serravalle il gruppo privato Gavio a spese dei contribuenti milanesi, grazie alla scriteriata scelta di Penati di comprare quel 15% di quote, strapagandole il triplo di quelle che le aveva pagate un anno e mezzo prima il privato.
Allora voi capite che quando i rapporti tra politica e affari sono questi, che ci siano tangenti o che non ci siano tangenti, è già grave di per sé quello che è successo, che non c’è nessuna trasparenza e quando queste opacità sono ai massimi livelli, bisogna interrogarsi su come vengono selezionate anche le classi dirigenti del centro-sinistra, queste intercettazioni sono di 7 anni fa, sono note da almeno 5 anni, dopo che queste intercettazioni sono state rese note, Bersani è diventato Segretario del PD e Penati è diventato il capo della sua segreteria e se non ci fosse l’indagine della Procura di Monza, molto probabilmente, visto il rapporto che c’è tra i due, se il centro-sinistra dovesse vincere le prossime elezioni tra due anni, Penati sarebbe diventato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel posto dove oggi Letta fa il braccio destro di Berlusconi e magari un altro fedelissimo di Bersani, Pronzato, arrestato per le tangenti sui voli, essendo lui consigliere di Bersani al Ministero, responsabile trasporti aerei del PD e consigliere di amministrazione dell’Enac in conflitto di interessi totale, visto il rapporto che ha con Bersani, magari poteva diventare il Ministro dei trasporti, ora uno è in galera, Pronzato e sta patteggiando dopo esserne uscito e l’altro è indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito, c’era bisogno dell’inchiesta per capire che Penati ha un rapporto malato con il mondo degli affari? Cosa ci voleva per mandarlo via se non bastavano quelle intercettazioni con Gavio e quell’affare che ha impoverito la Provincia di Milano, un’istituzione e ha arricchito un privato che poi finanziava il partito come il gruppo Gavio?

Queste sono le domande che dobbiamo cominciare a porre duramente, d’estate i politici girano nei loro collegi, quando incontrate Penati o incontrate Bersani se vi capita fategli queste domande, noi le abbiamo fatte su Il Fatto Quotidiano e speriamo di ricevere risposta, perché questi signori si illudono di raccattare il potere quando Berlusconi se ne andrà, si illudono che gli caschi in mano Palazzo Chigi, non hanno capito quello che noi, mi spiace, autocitarmi ancora ma abbiamo più volte ripetuto e cioè che la casta è fatta così, non sono tutti uguali ma sono complementari e quando cade Berlusconi cadranno anche questi, se prendono qualche volto è perché c’è ancora Berlusconi, quando non ci sarà più Berlusconi uno sarà costretto a guardare in faccia loro, quindi non li voterà più o si inventano dei leader nuovi, una classe dirigente nuova che abbia un altro tipo di rapporto con il mondo degli affari, oppure Berlusconi cadrà, cadranno anche loro e noi avremo un voto politico totale, dentro il quale potranno infilarsi i peggiori avventurieri, esattamente come accade nel 1994 quando ci si infilò il Cavaliere Silvio Berlusconi, passate parola, buona settimana!

Fonte: beppegrillo.it

 

Non è fantascienza, ma quello che avviene quando le formiche carpentiere (Camponotus leonardi) ingeriscono le spore del fungo Ophiocordyceps unilateralis e iniziano a comportarsi come zombie. Una nuova ricerca della Penn State University (Pennsylvania, USA), pubblicata su BMC Ecology, spiega il meccanismo responsabile di queste manifestazioni.

Le formiche carpentiere vivono di norma sui rami alti delle foreste e, come fanno tutte le formiche, si spostano seguendo la scia lasciata dagli altri individui della colonia. Tuttavia, quando questi insetti vengono infettati dal parassita, iniziano a vagare in modo erratico, cadono al suolo o si spostano nella parte più bassa degli alberi, a pochi centimetri da terra. Qui, poco prima di morire, serrano le mandibole attorno alla venatura principale di una foglia, rimanendovi agganciate anche dopo la morte.

Per capire cosa provochi questi comportamenti, un gruppo di scienziati ha studiato le formiche carpentiere delle foreste tailandesi. Osservando al microscopio l’interno del corpo di alcuni individui parassitati, i ricercatori hanno capito che il fungo cresce nel corpo dell’ospite, provocando alterazioni al sistema nervoso (causa di convulsioni e dell’andamento erratico) e a quello muscolare. In questo secondo caso, in particolare, gli scienziati hanno notato che la proliferazione delle cellule del fungo nella testa dell’animale causa l’atrofia e il distaccamento dei muscoli mandibolari. In questo modo le mandibole non sono più in grado di muoversi e, una volte chiuse intorno alla vena fogliare, rimangono strette in quello che viene chiamato il “morso della morte”.

Analizzando meglio questo comportamento, gli scienziati hanno inoltre osservato che il morso e la morte non sopraggiungono in un momento qualsiasi della giornata, ma solo quando il sole è allo zenit. Alcuni giorni dopo la morte della formica inizia la crescita del fungo, che si ramifica all’esterno della testa dell’insetto, formando un gambo e poi il frutto con le nuove spore.

Il comportamento pre-morso della formica, quindi, ha la funzione di condurre l’ospite in un ambiente che sia ottimale alla crescita e alla riproduzione del parassita. Infatti, come spiegano i ricercatori nello studio, “il termine zombie indica che anche se l’individuo manipolato ha le sembianze di una formica, esso rappresenta il genoma del fungo che esprime un comportamento del parassita attraverso il corpo della formica.”

Fonte: galileonet.it - Riferimenti: BMC Ecology doi:10.1186/1472-6785-11-13

 

Buongiorno a tutti, anche questo passaparola è registrato qualche giorno prima di oggi quando va in onda e per la precisione è registrato mercoledì scorso, non so quello che è successo nel frattempo da oggi, mercoledì mentre vi parlo a oggi lunedì mentre vado in onda.

G8: dieci anni dopo.

Ma gli scandali che lambiscano, toccano i vertici della Guardia di Finanza e portano a parlare di un fatto che credo sia di grande attualità anche in vista del decimo anniversario dei fatti di Genova che si commemora proprio in questi giorni, fatti di Genova che portarono all’evento luttuoso dell’uccisione di Carlo Giuliani durante il G8 famigerato del luglio 2001, ma anche a altri fatti che avrebbero potuto essere luttuosi e che non lo furono soltanto perché i feriti anche gravi delle violenze a Bolzaneto e alla scuola Diaz, avrebbero potuto anche finire peggio di come già non sono finiti.

Il tema quindi è l’affidabilità e l’imparzialità delle forze dell’ordine, non tanto della truppa, conosco personalmente credo e salvo smentite fattuali la stragrandissima maggioranza dei poliziotti, Carabinieri, finanzieri siano servitori dello Stato, spesso malpagati e lavorano anche al prezzo di sacrifici importanti, ma che purtroppo a mano a mano che ci si avvicina ai vertici della Polizia di Stato, dell’arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza, gli inquinamenti aumentano a dismisura e non sempre chi dovrebbe provvedere a fare pulizia la fa, spesso prevale il corporativismo un po’ mafioso per cui una mano lava l’altra.
In questi giorni abbiamo pubblicato su Il Fatto Quotidiano un articolo di Ferruccio Sansa che ricorda come uno dei personaggi più negativi di quei giorni a Genova di 10 anni fa e cioè il Dott. Giacomo Toccafondi medico in tuta mimetica a Bolzaneto, ritenuto responsabile anche se poi il reato si è prescritto, di un comportamento di particolare crudeltà, scrivono i giudici, è stato promosso, premiato all’A.S.L., è soltanto uno dei casi, perché delle decine di uomini delle forze dell’ ordine che si sono resi responsabili di pestaggi, sevizie gratuite su personaggi di solito poco pericolosi o per nulla pericolosi o addirittura inermi e innocenti in quella feroce repressione sono stati prima ritenuti colpevoli dalla magistratura e poi nel frattempo promossi dalla Polizia di Stato, per esempio Vincenzo Canterini condannato a 4 anni in primo grado per la mattanza alla Scuola Diaz, è stato promosso Questore e ufficiale di collegamento dell'Interpol a Bucarest , Michelangelo Fournier condannato a 2 anni in primo grado è finito al vertice della direzione centrale antidroga, Alessandro Perugini, famoso perché tra l’altro prese a calci in faccia un quindicenne e più condannato in primo grado a due anni e 4 mesi per le sevizie a Bolzaneto e a altri due anni e 3 mesi per vari arresti illegali, è diventato il capo del personale alla Questura di Genova e poi dirigente alla Questura di Alessandria e poi abbiamo questo medico.
Leggo alcuni stralci dell’articolo di Ferruccio Sansa su Il Fatto Quotidiano “è il medico in mimetica ricordato da tanti ragazzi rinchiusi nella caserma di Bolzaneto, è uno dei durante tori chiamati a rispondere civilmente per gli orrori del G8 ma per lui nessuna sanzione, anzi la sua A.S.L. ha deciso di premiarlo, Genova il 23 luglio ricorderà le giornate più buie della sua storia recente, 10 anni fa si teneva il G8 segnato dalla morte di Carlo Giuliani, dalle violenze inaugurate nelle strade della città nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto, la città vuole chiudere le ferite etc.”, il Dott. Giacomo Toccafondi a 10 anni dal G8 il medico genovese non ha subito alcuna conseguenza, eppure è uno dei 4 dottori che secondo i magistrati avrebbero partecipato alle violenze di Bolzaneto, il processo penale con decine di testimonianze, ha ricostruito nei dettagli le violenze nella caserma alle porte di Genova, furono ore di delirio, sopraffazione, umiliazioni, libero sfogo alle peggiori inclinazioni di alcuni poliziotti e agenti penitenziari, è perfino difficile riuscire a leggere le parole dei testimoni, i magistrati nella sentenza parlano di un inferno, ricordano che lo shock di questa esperienza fu tale che a molte donne iniziò il ciclo mestruale prima del ritmo naturale. Il Dott. Toccafondi – scrive Sansa – è uscito indenne dal processo e ha ottenuto la prescrizione anche se dovrà rispondere civilmente, per la Corte d’Appello di Genova è stato un medico “che anziché lenire la sofferenza delle vittime di altri reati, la aggravò agendo con particolare crudeltà su chi, inerme e ferito non era in grado di opporre alcuna difesa, subendo in profondità sia il danno fisico che determina il dolore, sia quello psicologico dell’umiliazione causato dal rito dei suoi aguzzini”. Toccafondi è il dottore che visitava – scrive Sansa – in mimetica ricordato da tanti ragazzi ospiti di Bolzaneto, ma neanche l’ombra di una sanzione è arrivata da parte del suo ordine professionale, è ora di abolirli questi ordini professionali.
Già non sono state soltanto le forze dell’ ordine a fare muro per difendere i loro appartenenti, dall’ordine dei medici non è arrivato alcun provvedimento per Toccafondi, ma il medico di Bolzaneto oltre a non essere punito, è stato anche premiato, oggi è un dirigente medico dell’A.S.L. 3 genovese, la più importante della Liguria e una delle maggiori l’Italia , non solo nel 2004 è stato invitato proprio dalla sua azienda sanitaria locale a fare il capo del medical service in Kosovo al seguito dell’esercito, un onore cui molti medici aspirano. Adesso però ecco l’ultima sorpresa, nel 2010 lo stesso anno della sentenza l’A.S.L. 3 oltre a riconoscergli lo stipendio, gli ha attribuito la cosiddetta retribuzione di risultato, ossia il premio per il conseguimento degli obiettivi, così Toccafondi ha intascato 4.548 Euro, una decisione contro cui Sel, Sinistra e libertà ha presentato un ordine del giorno al Consiglio regionale della Liguria, scrive Simone Leoncini coordinatore di Sel , esprimiamo sdegno per questa decisione. Alessandro Benzi capogruppo della Federazione della Sinistra aggiunge: il Dott. Toccafondi ha chiaramente violato le norme etiche alla base della sua professione, quelle norme che sarebbe stato normale considerare prima di assegnargli un riconoscimento e poi ci sono altri esponenti politici da Ferrando del PD, a Rossi di Sel che sono ancora più duri e chiedono al governatore Burlando di verificare al più presto se il comportamento di Toccafondi non si configuri come incompatibile con l’esercizio della professione medica in una struttura pubblica.
Pensare che la sentenza d’appello per le violenze di Bolzaneto dove passarono 252 ragazzi fermati dopo gli scontri in piazza, era stata particolarmente severa, tutti colpevoli, 44 imputati tra funzionari, agenti, ufficiali dell’arma, generali, guardie carcerarie, militari, medici, pochi o nessuno pagherà, la Commissione parlamentare di inchiesta non è stata fatta e questo non è che sia un grande danno perché le commissioni parlamentari di inchiesta sono fatte a posta per confondere le acque anche di quel poco che la Magistratura è riuscita a accertare.
La quasi totalità dei reati, calunnie, lesioni non gravi, abusi gravi contestati ai poliziotti della Diaz così agli imputati di Bolzaneto sono stati spazzati dalla prescrizione, restano in piedi le lesioni gravi che però vanno in prescrizione dopo 10 anni e 6 mesi nel gennaio dell’anno prossimo e i falsi che di anni ne prevedono 12,5, gennaio 2014. A 10 anni dal G8 si celebreranno all’insegna dell’impunità, così diversa dal perdono invocato da molti. Questo medico non era un esponente delle forze dell’ ordine, ma l’imparzialità delle forze dell’ ordine è in discussione, soprattutto in questi giorni in cui si torna a parlare dei vertici della Guardia di Finanza, se ne parla per due inchieste, l’inchiesta sulla P4 e l’inchiesta sullo scandalo Milanese – Tremonti, in entrambe le indagini è indagato Milanese, Milanese è un deputato del Pdl, ex ufficiale della Guardia di Finanza che poi si è dato alla politica e da 10 anni è il consigliere più ascoltato, è la persona più vicina a Tremonti, questo Signor Milanese, Marco Milanese ha una richiesta di arresto che il Parlamento deve esaminare in questi giorni, non una richiesta di arresto, un ordine di cattura del magistrato che per essere eseguito necessita dell’autorizzazione della Camera, esattamente come l’ex Magistrato Alfonso Papa in attesa di un responso della Camera sulla richiesta di autorizzazione a eseguire l’arresto nei suoi confronti.
Cosa sta avvenendo fuori ancora una volta? Che ai vertici della Guardia di Finanza si bada molto alle guerre per bande politiche e molto poco alla missione che deve avere la Guardia di Finanza che è un corpo armato dello Stato, incaricata di combattere l’evasione fiscale, di scoprire gli evasori fiscali, di denunciarli e insieme a tutti i vari organismi fiscali, agenzia delle entrate etc., far pagare le tasse a chi non le paga, quindi stiamo parlando di una funzione delicatissima e cioè uno dei capisaldi della democrazia, quanto corrispondono i contribuenti per le esigenze dello Stato, più evasori ci sono, meno mezzi ci sono per dare servizi ai cittadini, più i cittadini onesti devono pagare al posto di quelli disonesti che non pagano, l’imparzialità di chi deve sorvegliare questo settore è fondamentale, perché? Perché la Guardia di Finanza viene a conoscenza, grazie ai suoi poteri investigativi, di dati sensibili, i redditi delle persone, i contributi fiscali delle persone e delle aziende e quindi dato che non può controllare tutti, ma deve controllare a campione, come viene deciso quel campione? Chi decide i bersagli delle ispezioni fiscali, delle visite fiscali, delle verifiche fiscali e chi no? Quando arriva la verifica fiscale è a sorpresa o è programmata come le interrogazioni a scuola? Perché la verifica fiscale deve essere a sorpresa, se ti avverto arrivo a fare la verifica, quelli mettono a posto le carte, distruggono i documenti, impapocchiano le prove, quindi la verifica deve essere a sorpresa, se invece avverti che stai arrivando, dai modo all’evasore potenziale di mettere al sicuro le prove della sua evasione.
Ecco perché ai vertici di questo organo militare, militarizzato dello Stato, dovrebbero esserci persone di assoluta imparzialità, di assoluta onestà e di assoluta un avvicinabilità, nessuno dovrebbe poterli chiamare, nessuno dovrebbe avere neanche i loro numeri di telefono, dovrebbero essere persone che vivono nell’isolamento più totale, almeno rispetto a quegli ambienti sui quali devono esercitare un controllo così intrusivo e così delicato.

I finanzieri e il Corruttore.

Invece da almeno 30 anni a questa parte, se non di più, spesso e volentieri capita che le indagini evidenzino che ai vertici della Guardia di Finanza ci sono degli ufficiali o degli alti ufficiali infedeli, non imparziali, partigiani, con rapporti pericolosi con i poteri forti che sono naturalmente quelli che dal punto di vista fiscale devono di più e che quindi se evadono fanno più danni
Da quando poi in politica c’è il conflitto di interessi e quindi ci sono soggetti economici e finanziari dentro la politica, le amicizie politiche possono condizionare anche direttamente l’attività della Guardia di Finanza perché comunque la Guardia di Finanza dipende dal governo, dipende dal Ministero delle Finanze, così come i Carabinieri dipendono dal Ministero della Difesa e la Polizia di Stato dipende dal Ministero dell’Interno.
La prima indagine che mi viene in mente che evidenziò gravissime collusioni ai vertici della Guardia di Finanza era lo scandalo dei petroli N. 2, quello scoperto a Torino da giudici come Mario Vaudano, si scoprì che i petrolieri godevano di protezioni da parte della Guardia di Finanza che guarda caso in quel periodo aveva ai suoi vertici dei generali affiliati alla loggia P2, per cui il vertice della Guardia di Finanza nel 1981 fu azzerato praticamente dall’inchiesta P2 perché si scoprì che i vertici dei servizi segreti anche della Guardia di Finanza era pieno di piduisti. Qualche anno prima un finanziere insieme a due colleghi si era recato a ispezionare nel 1979 i cantieri di Milano 2 , cantieri gestiti dalla Edilnord di Silvio Berlusconi, uno proprietario, incontrarono i finanzieri questo signore che si aggirava nei capanni del cantiere, gli chiesero se fosse il proprietario e se conoscesse Berlusconi, lui disse: sì sono Berlusconi, ma sono soltanto il progettista, un consulente incaricato della progettazione, quelli si bevvero la superballa, Berlusconi ha sempre mentito fino da quando andava all’asilo, mentì quel giorno alla Finanza, era facilissimo verificare che stava mentendo, si sono presi per buona quella balla e hanno chiuso in quattro e quattr’otto l’ispezione anche se avevano riscontrato delle anomalie di tipo valutario.
Chiusa l’ispezione dopo un po’ uno dei tre finanzieri, si chiamava Gallo e fu scoperto nelle liste della P2 , un altro dei finanzieri si chiamava Massimo Maria Berruti e lasciò dopo poco la Guardia di Finanza per diventare Avvocato e per andare a lavorare nel comparto estero del gruppo Fininvest per il Milan e per alcune società estere del gruppo Fininvest. Il fatto che fosse stato nella Guardia di Finanza, naturalmente, faceva sì che diventasse molto utile per il gruppo Berlusconi, che aveva una particolare predilezione per gli ex finanzieri, perché a capo dei servizi fiscali del gruppo Fininvest, Berlusconi aveva nominato un altro ex finanziere, un certo Salvatore Sciascia, l’ex Finanziere Sciascia e l’ex finanziere Berruti li ritroviamo nel 1994 nell’indagine di Mani pulite che è un po’ l’ultima grande indagine del pool Mani Pulite, dopo due anni dall’inizio dell’inchiesta su Tangentopoli, quando all’inizio del 1994 si scoprì grazie alla confessione, alla denuncia di un giovane sottufficiale che non voleva farsi corrompere, che a Milano sotto lo sguardo del Comandante, il Gen. Cercello ufficiali e sottufficiali della Guardia di Finanza erano soliti addomesticare le verifiche fiscali prendendo tangenti dalle aziende, dall’una all’altra confessione si scoprì, grazie a Di Pietro, Davigo, Colombo, Greco e Ielo che componenti il pool Mani Pulite che ben 500 aziende, alcune tra le maggiori esistenti sul mercato borsistico, corrompevano i finanzieri affinché chiudessero un occhio o due nelle verifiche fiscali, fingessero di non vedere le irregolarità o i reati fiscali commessi da quelle aziende, pensate il danno per l’erario, 500 aziende che corrompono la Guardia di Finanza, furono arrestati quasi 100 finanzieri a cominciare dal loro capo, il Gen. Cercello che poi è stato condannato a pene altissime perché faceva la cresta su tutte le tangenti che prendevano i suoi sottoposti, una percentuale andava a lui, 4 di quelle aziende Tele +, Mediolanum, Video Time e Mondadori appartenevano all’allora Presidente del Consiglio che è anche l’attuale Presidente del Consiglio, che evidentemente aveva delle cose da nascondere, evasioni fiscali, fondi neri all’estero e giri di prestanomi per far arrivare i soldi a quei prestanomi a cui lui aveva intestato le sue quote di Tele + che aveva dovuto cedere almeno pro forma per non incappare nelle sanzioni previste dalla Legge Mammì che già gli consentiva di possedere tre reti televisive nazionali in chiaro, a patto che non possedesse giornali e Il Giornale l’aveva passato a suo fratello e a patto che non possedesse pay tv e le aveva girate a questi prestanomi, questo avrebbero potuto scoprire i finanzieri se avessero fatto delle serie ispezioni, invece al termine di quelle ispezioni venivano corrotti regolarmente da chi? Da Salvatore Sciascia che aveva ottimi addentellati e quando scoppiò l’inchiesta chi si incaricò per conto del gruppo Fininvest di depistare le indagini, suggerendo la strategia del silenzio ai finanzieri che stavano per essere arrestati? L’altro ex finanziere che lavorava per Berlusconi, l’Avvocato Berruti, Berruti alla fine è stato condannato a 8 mesi per favoreggiamento e è stato immediatamente promosso in Parlamento dove siede tutt’ora, pregiudicato.
Sciascia è stato pure lui condannato perché pagava materialmente le tangenti per conto della Fininvest ai finanzieri, non solo non l’hanno cacciato dalla Fininvest, anche lui 3 anni fa è stato promosso parlamentare, quindi siede anche lui in Parlamento, un pregiudicato corruttore. Nei diari di Umberto Cicconi, fotografo, amico intimo di Craxi, c’è un documento che Craxi conservava, vi lascio immaginare perché, che era una letterina che gli aveva scritto nel 1980 Berlusconi che in quegli anni era letteralmente terrorizzato dalla Guardia di Finanza, era il 1980, quindi l’anno dopo della missione interrotta in quel bel modo da Berruti e di nuovo la finanza minacciava di andare a visitare le sue aziende, allora Berlusconi scrisse un appunto a Craxi che diceva “Caro Bettino come ti ho accennato verbalmente Radio Fante, cioè le voci militari che lui aveva raccolto, evidentemente tramite i suoi amichetti ex finanzieri, ha annunciato che la Polizia tributaria si interesserà a me – se uno non ha niente da nascondere che problema c’è? Invece lui aveva molto da nascondere, tant’è che si rivolgeva a Craxi che all’epoca era uno dei politici più importanti d’Italia e gli diceva – ti ringrazio per quello che crederai sia giusto fare” cioè? Evidentemente bloccare o pilotare la nuova ispezione della Guardia di Finanza dalle parti di Berlusconi che già controllava tramite Craxi la finanza prima ancora di entrare in politica, anche perché Berlusconi stava nella P2 insieme ai vertici della Guardia di Finanza, eppure non gli bastava e ha bisogno anche di un appoggio politico, il che vuole dire che Berlusconi sapeva che Craxi poteva intervenire per bloccare o addomesticare o ammorbidire verifiche fiscali, poi ci meravigliamo se abbiamo un’evasione fiscale che ormai tocca i 140 miliardi di Euro l’anno, è grazie a queste cose, è grazie a questi comportamenti qua!
Adesso la Guardia di Finanza è di nuovo nell’occhio del ciclone perché nel caso P4 sono indagati due altissimi ufficiali della Guardia di Finanza sospettati di avere passato notizie su indagini che stavano facendo loro e i magistrati, a chi? A Alfonso Papa, ex magistrato deputato Pdl, sulla cui testa pende la richiesta di autorizzazione all’esecuzione di un arresto che è già stato disposto dal G.I.P. di Napoli, chi sono questi signori? Il più importante di loro, indagato con quel sospetto è il Gen. Michele Adinolfi, Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza, indagato per rivelazione di segreti e favoreggiamento, secondo il PM avrebbe informato Bisignani e il suo giro di cui faceva parte anche Papa di indagini che interessavano a questi signori, i quali poi facevano mercato di queste notizie riservate sulle indagini.
Il nome di Adinolfi è emerso in un territorio del deputato Milanese, è anche lui ex ufficiale della Guardia di Finanza, braccio destro di Tremonti, il Capo di Stato Maggiore è accusato di avere avvertito Bisignani di alcune notizie relative all’inchiesta sulla P4 non direttamente, per far arrivare le informazioni si sarebbe servito di un intermediario pure lui indagato e chi passava ne notizie a Adinolfi? Secondo il PM avrebbe potuto essere e infatti è stato indagato pure lui, il Comandante interregionale della Guardia di Finanza per l’Italia meridionale, Gen. Vito Bardi che è in servizio a Napoli, ma non basta, non basta perché proprio in questi giorni emerge che il vizio di pilotare le verifiche fiscali non si era fermato agli anni 70/80, anzi pare, lo racconta sempre Milanese, braccio destro di Tremonti perché ormai l’hanno preso con le mani nel sacco regali, Ferrari, gioielli, arricchimenti incredibili, la casa da 8500 Euro di affitto al mese prestata gratis a Tremonti etc., Milanese cosa racconta? Senza scusate non è Milanese, Milanese che fa il nome di chi potrebbe raccontarlo che è un altro ufficiale della Guardia di Finanza e questo racconta che la Mediolanum fu avvertita di un imminente verifiche fiscale, cos’è la Mediolanum? La Mediolanum è una società quotata in borsa che capitalizza 2 miliardi e passa, di cui 2/3 appartengono a Ennio Doris, quello che fa la pubblicità disegnando cerchi nel deserto e 1/3 appartiene a Berlusconi, è una banca – assicurazione.
L’Agenzia delle entrate ha contestato a Mediolanum in questi anni, accertamenti per 250 milioni per il passato sul fronte assicurativo e altri 150 milioni di Euro sul fronte bancario per gli anni dal 2005 al 2009, l’aliquota di tassazione reale, scrive Marco Lillo su Il Fatto del gruppo di banca - assicurazione, sarebbe particolarmente bassa, il 18%, grazie alla domiciliazione in Irlanda delle holding. Allora il Gen. Adinolfi è indagato per favoreggiamento di Bisignani per avergli passato quelle notizie, è nei guai per questa presunta soffiata a Mediolanum, in quanto Adinolfi è considerato molto vicino al gruppo Fininvest, è un vecchio amico di Adriano Galliani fino a quando Galliani era Presidente di una società di calcio a Monza e Adinolfi era Comandante dei Carabinieri a Monza, pare che sia molto legato anche a Gianni Letta e a Marcello Dell’Utri e in terzo luogo Adinolfi è nell’occhio del ciclone perché è tirato pesantemente in ballo da Milanese, l’uomo di Tremonti, come uno di coloro che di intesa con Berlusconi, dava una mano a sputtanare Tremonti per stroncargli la carriera politica nel momento in cui Berlusconi che ormai è ossessionato dal nemico interno, dopo aver fatto fuori Casini e Fini, adesso vuole far fuori Tremonti considerandolo un traditore.

Anche per Tremonti il "metodo Boffo".

Come fa? Lo fa come fa sempre, raccogliendo dossier, non sappiamo se sia vero, ma quello che raccontano Milanese e un po’ più sfumato Tremonti e i magistrati di Napoli è che c’è stato uno scazzo furibondo tra i due, tra Tremonti e Berlusconi e Tremonti a un certo punto ha detto a Berlusconi “contro di me il metodo Boffo non attacca!” e Milanese racconta molto di più e cioè che Tremonti sosteneva di essere pedinato e dossierato.
A me personalmente delle sorti di Tremonti come di quelle di Berlusconi, come di tutti i politici non importa un fico secco, ma il fatto che ci possa essere la finanza dietro manovre per fregare qualcuno e salvare qualcos’altro sì, quello mi interessa molto e deve interessare tutti noi, perché l’imparzialità dei vertici della Guardia di Finanza è fondamentale per garantire un sistema democratico e anche un sistema fiscale equo, nelle guerre per bande c’è da avere paura perché o si appartiene alla banda vincente, oppure? Oppure ti possono massacrare, perché? Perché è un corpo armato dello Stato che può decidere di perseguitare tizio e di salvare caio, di far apparire tizio core un evasore e caio come un santo mentre magari la verità è il contrario! Si può decidere di usare la Guardia di Finanza come arma di ricatto, se non fai il bravo ti mando la finanza, come arma di rappresaglia, non hai fatto il bravo, ti mando la finanza!
Dice Milanese a verbale: ho visto il Ministro Tremonti qualche giorno fa - stiamo parlando del mese scorso, sono verbali e fatti avvenuti poche settimane fa, a giugno – e mi ha detto che ha avuto uno sfogo con il Presidente del Consiglio Berlusconi, perché aveva saputo che lui, il Ministro Tremonti, era seguito, o comunque negli ambienti politici si dice che stanno attuando il metodo Boffo anche nei confronti di Tremonti, anche utilizzando intercettazioni fatte nei miei confronti per le mie vicissitudini giudiziarie” Milanese è stato indirettamente intercettato, direttamente non si può perché è parlamentare, mentre parlava con altri della P4 etc., è indagato da mesi, quelle telefonate non sono venute fuori per usarle bisogna aspettare l’autorizzazione della Camera per usarle almeno nei confronti di Milanese, ma è ovvio che se le indagini le fa la Guardia di Finanza e ai vertici della finanza ci sono ufficiali infedeli, usano quelle telefonate come arma di ricatto per fare dossier, non per fare indagini.
“I miei problemi giudiziari vengono usati per contrastare la scesa politica del Ministro Tremonti – aggiunge Milanese – Tremonti mi ha ribadito che ha riferito a Berlusconi che stanno cercando cose per metterlo in difficoltà dal punto di vista politico”, Tremonti poi ci è cascato con tutti e due i piedi perché avrebbe dovuto quantomeno lasciare la casa che gentilmente gli metteva a disposizione Milanese, visto che sapeva da dicembre che Milanese era sotto indagine per avere speso il nome di Tremonti e fatto affari in cambio di nomine e si era fatto regalare un sacco di roba in cambio di nomine e favori veri o millantati, invece Tremonti è rimasto in quella casa fino alla settimana scorsa, quindi se sapeva che c’era un complotto contro di lui, come al solito con il suo comportamento ha collaborato al complotto, perché ha aiutato coloro che lo volevano sputtanare, se avesse lasciato la casa che gli metteva a disposizione Milanese quando seppe che Milanese era sotto indagine per quelle brutte storie che coinvolgevano anche la sua persona, avrebbe fatto un figurone, invece si è fatto prendere come tutti con il sorcio in bocca!
“Ho capito – aggiunge Milanese – che Tremonti faceva riferimento anche alla finanza e al Gen. Adinolfi come partecipanti a questo piano ordito nei suoi confronti, Berlusconi ha negato che ciò potesse essere vero e che nessuno stata ordendo piani nei suoi confronti. Ma il Ministro è convinto che tutto ciò sia vero e che nella questione ci sia anche la nomina del futuro Comandante generale della Guardia di Finanza, dove si contrastavano due correnti: gli amici di Adinolfi e dietro Gianni Letta e Berlusconi e dall’altra parte gli amici di Tremonti e cioè il Gen. Spaziante. Ricordo – dice ancora Milanese – che sono molto stretti i rapporti tra la Presidenza del Consiglio e Adinolfi, c’è un filo diretto con il Dott. Letta, l’anno scorso alla festa del compleanno di Adinolfi, Letta verso mezzanotte lo chiamò al telefono direttamente per fargli gli e Adinolfi era a cena con chi? Con la Ministro Gelmini accompagnata dal marito, Adriano Galliani Milan, Lasco responsabile sicurezza di Terna, anche egli ex ufficiale di Finanza, Stefano Grassi delle Poste, l’Avvocato Fischetti, il Prof. Cognetti, Lello Pagnozzi del Coni, Colaninno padre, pensate imprenditori, finanzieri, che fanno a festeggiare il compleanno del Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza che ogni tanto dovrebbe anche controllare se pagano le tasse, pensate che cena da conflitto di interessi, a un certo punto chiama Letta per fargli gli auguri.
Se è vero quello che viene raccontato in questi verbali e cioè che la Guardia di Finanza viene utilizzata per pedinare o per screditare o per cercare cose su un Ministro, figuratevi come può stare tranquillo un cittadino normale che non ha neanche la protezione di una delle due bande che sovrintendono ai vertici della Finanza, ma si ritrova inerme e con quale fiducia potrà ricevere i finanzieri in casa sua, nella sua aziendina anche se i finanzieri che vanno lì per i 9 casi su 10, sono persone oneste che fanno soltanto il loro lavoro? E’ così che a poco a poco se ne va lo Stato, lo Stato se ne va quando non c’è più la garanzia dell’imparzialità delle figure istituzionali, quando tu sospetti che la multa per divieto di sosta te l’abbiano fatta non perché hai parcheggiato in divieto di sosta, ma perché i Vigili Urbani ce l’hanno con te. Di solito è un sospetto assurdo, però quando si leggono queste cose, non sulle multe per divieto di sosta, ma per cose ben più delicate come il ruolo della Guardia di Finanza, qualcuno sarà autorizzato a sentirsi vittima di una persecuzione anche se magari non lo è, perché comunque questi intrallazzi che minano l’imparzialità delle Fiamme Gialle, ormai sono sotto gli occhi di tutti, intercettazioni e verbali, se ne parla tranquillamente, attualmente al Governo abbiamo un Ministro dell’economia, il cui braccio destro sostiene che è stato pedinato e dossierato con la collaborazione del Presidente del Consiglio e dei suoi amici e del Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza e nello stesso Governo continuano a rimanere seduti allo stesso tavolo il pedinato e l’ipotetico pedinatore, quello che usa il metodo Boffo è quello che doveva esserne la vittima.

Poi ci meravigliamo se l’affidabilità dei nostri titoli di Stato è sottozero, poi ci meravigliamo se gli speculatori hanno individuato l’Italia come il nuovo ventre molle da colpire, il problema non è se l’opposizione collabora o meno con il governo, il problema è che un governo del genere e istituzioni del genere sono talmente sputtanate da diventare un po’ come Tremonti con la casa, i migliori alleati di chi vuole speculare e complottare contro l’Italia, il problema non è se l’opposizione aiuta o non aiuta il governo, il problema è il governo che per rendere credibilità al nostro paese se ne dovrebbe andare al più presto, passate parola!

Fonte: BeppeGrillo.it

 

Buongiorno a tutti, siamo nella relazione de Il Fatto Quotidiano perché questo passaparola viene registrato, oggi è venerdì pomeriggio e quindi viene registrato 3 giorni prima che vada on line il consueto lunedì, è la settimana di Tremonti che prima senza fare nulla per nascondersi dà del cretino al suo collega di governo Brunetta, interpretando un sentimento vastamente diffuso nel paese e credo anche nel mondo politico, poi viene travolto contemporaneamente dal disastro giudiziario che coinvolge colui che è stato a lungo il suo braccio destro e il suo consigliere politico Marco Milanese, un ex ufficiale della Guardia di Finanza che poi, come spesso avviene, è passato alla politica.

Tremonti: finanza e orologi.

Questo Milanese ospitava Tremonti in un gigantesco appartamento a Roma per il quale pagava la bellezza di 8500 Euro di affitto al mese e quindi le disavventure di Milanese e indirettamente di Tremonti coinvolgono e trascinano le condizioni finanziarie dell’Italia di cui Tremonti dovrebbe essere il responsabile in un gorgo di speculazione di cui non conosciamo ancora, mentre vi sto parlando, gli sviluppi del momento delicatissimo in cui l’Italia deve rendersi minimamente credibile di fronte all’Europa con una manovra finanziaria che cominci a rimettere in sesto quei conti pubblici che per anni ci è stato assicurato che erano assolutamente a posto e che invece non lo erano.
Per Milanese c’è una richiesta di autorizzazione all’esecuzione di un mandato di cattura di un ordine di custodia cautelare a cui il Parlamento dovrà rispondere sì o no e come sempre è avvenuto in questi ultimi 20 anni è prevedibile che il Parlamento dirà no, Parlamento che tra l’altro continua a fare melina su altre due richieste di autorizzazione all’esecuzione dell’arresto nei confronti di un parlamentare del PD, il Sen. Alberto Tedesco e di un altro parlamentare del Pdl, il Magistrato in aspettativa Alfonso Papa. Diciamo che sta andando a finire questa seconda Repubblica come abbiamo più volte vaticinato in una gigantesca retata, stanno emergendo in questo crepuscolo dell’impero tutte le ruberie che in questi anni erano rimaste nascoste, mentre come alla fine di ogni impero, adesso è saltato il tappo e quindi da quel tappo, qua del vaso di Pandora sta uscendo di tutto e di più, stiamo assistendo anche a episodi di piccola meschineria, appartamenti, case, auto, regali, regalini, cose miserevoli, non giganteschi furti, poi certo ci sono anche i giganteschi furti come quelli degli appalti della cricca della protezione civile che invece ci sono costati un sacco di soldi e questa è la ragione per cui non abbiamo, nonostante le promesse visto approvare la legge anticorruzione, non abbiamo mai visto neanche discutere la legge sull’incandidabilità dei condannati, legge di iniziativa popolare su cui al V-day avevamo raccolto insieme a Beppe Grillo e a tanti altri, raccolto decine di centinaia di migliaia di firme.

Sono anche questi, però i giorni in cui si commemora una ricorrenza, una ricorrenza di un’intervista, pensate la forza di quell’intervista che viene ancora ricordata proprio a 30 anni di distanza, è l’intervista che il 28 luglio 1981 in pieno scandalo P2 l’allora Segretario del Partito Comunista Enrico Berlinguer rilascio a Eugenio Scalfari, nella quale Berlinguer non puntava il dito tanto sulle corruzioni, sulle concussioni, sui reati, quanto proprio sulla trasformazione, sull’involuzione del sistema dei partiti che da organizzatori del consenso, da intermediari tra noi cittadini e le istituzioni, erano diventati ciò che già lui aveva individuato 30 anni fa e ciò che oggi tutti abbiamo sotto gli occhi e cioè bande, clan dediti, prima ancora che all’appropriazione di denaro pubblico, all’opposizione dello Stato e di tutti gli spazi che sono pubblici e che quindi non dovrebbero essere occupati da associazioni private, quali sono i partiti in Italia.
Infatti Berlinguer diceva: le conclusioni, le conclusioni, le ruberie devono essere denunciate e perseguite, chi le commette deve essere messo in galera, ma qui il problema è anche a monte, anche chi non ruba comunque sta abusando del proprio potere perché occupa lo Stato, le istituzioni, gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli ospedali, le università, la RAI, alcuni giornali, questo diceva Berlinguer, la questione morale non si esaurisce nel fatto che essendoci dei corrotti nelle alte sfere della pubblica funzione bisogna scovarli, denunciarli e metterli in galera, la questione morale fa tutt’uno con l’occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, partiti che sono diventati macchine di potere e di clientela scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile zero!
Poi all’interno di questa occupazione che è formalmente legale perché non è proibita dal Codice penale ma è costituzionalmente illegale perché la Costituzione riconosce l’esistenza dei partiti come una delle tante forme attraverso le quali si può fare politica, ma non come l’Unica e soprattutto li riconosce come gli enti privati che non hanno quindi alcun diritto di mettere le mani su ciò che è nostro, la RAI, gli ospedali le fondazioni bancarie, le A.S.L., i giornali e tutto ciò che hanno occupato nel frattempo i partiti, pensate soltanto alle Authority indipendenti che sono diventate anche esse dei terreni di caccia per la lottizzazione dei partiti. L’intervista sulla questione morale di Berlinguer non è attuale soltanto per ricorrere i 30 anni di quell’intervista, ma è attuale perché vediamo cosa sono diventati i partiti, per quale motivo l’emendamento Di Pietro dell’altro giorno che prevedeva l’abrogazione delle province è stato bocciato da una maggioranza trasversale che va dal Pdl, alla Lega, al PD, hanno votato a favore soltanto quelli che non presiedono Province e cioè i finiani di FLI e i casiniani dell’Udc , ma perché non hanno posti da difendere nelle presidenze delle Province.
La bocciatura è avvenuta perché i partiti si ritengono i proprietari anche delle province, oltre che dei comuni e delle regioni, province dove devono scaricare una parte del loro ceto dirigente facendolo pagare a noi, anche se le Province sono notoriamente inutili perché dall’inizio degli anni 70, quando furono create le regioni, si stabilì che le regioni arrivavano a sostituire le province, adesso poi ci sono in arrivo e già in cantiere le aree metropolitane, quindi abbiamo una serie di enti territoriali che rendono assolutamente inutili le province, le province che ci costano 17 miliardi l’anno, 17 miliardi l’anno non vuole dire che se venissero abolite risparmieremmo 17 miliardi l’anno, ne risparmieremmo una decina perché poi è ovvio che il personale in parte andrebbe ridistribuito negli altri enti sostitutivi e che comunque ci sono delle spese che continuerebbero a esserci perché le province gestiscono le scuole, le strade e quindi qualcun altro lo dovrebbe fare al loro posto, ma il calcolo del risparmio che avremmo ogni anno è di una decina di miliardi di Euro, stiamo parlando di 1/4 della manovra finanziaria che naturalmente non sarebbe un taglio una tantum, quello delle province, ma sarebbe un taglio strutturale perché scomparirebbero e quindi ogni anno risparmieremmo quei 10 miliardi e ne avremmo quindi per fare ciò che serve naturalmente non al ceto politico, ma ai cittadini, questa proposta è stata bocciata dai 3 maggiori partiti che ci sono in Parlamento e che sono: Lega, Pdl (i partiti di governo) e poi il PD il principale partito che chiamiamo convenzionalmente di opposizione anche se poi l’opposizione è una parola grossa!

L'opposizione delle fondazioni.

Altro fatto, l’opposizione che non c’è, l’opposizione di carta velina nel momento in cui il governo è talmente sputtanato che ormai i Ministri si sputano in faccia e si danno del cretino l’uno con l’altro in pubblico, dov’è l’opposizione?
Perché non produce un’immagine di alternativa credibile? Per la semplice ragione che evidentemente non se lo può permettere, quante volte ce lo siamo detto? Ancora una volta in questi giorni grazie alle indagini giudiziarie veniamo a scoprire dei particolari di una situazione, di un sistema che tutti conoscevano benissimo e cioè non solo il ritorno di tangentopoli che non è ritornata perché non se ne era mai andata, ma il ritorno a certe pratiche che accomunano ambienti e politici di centro-sinistra e di centro-destra rendendoli quasi indistinguibili, l’unica cosa che li distingue è che nel centro-destra ci sono personaggi che riescono a rubare molto di più di quello che non riescono a rubare esponenti del centro-destra, in particolare in questi giorni, proprio a proposito dell’invadenza ormai piovresca della partitocrazia, si parla di fondazioni, in particolare si parla di una fondazione, ma se ci fate caso e andate a controllate su Internet, quasi tutti i politici i leader o quelli che si credono leader, quelli che hanno un minimo di potere all’interno dei partiti di centro-destra e di centro-sinistra, hanno dietro di sé una fondazione, ce l’hanno davanti a sé come schermo, la fondazione per chi capisce di diritto molto meglio di me, è una società di un certo tipo che consente di raccogliere dei fondi per alcuni nobili scopi come quello di sviluppare un dibattito sulla politica, sull’economia, sulla società di fare ricerca, di organizzare convegni, di promuovere riviste, di pubblicare libri di editare i giornali etc. e naturalmente queste fondazioni raccolgono contributi in forma agevolata per chi li dà e per chi li riceve e soprattutto veniamo a scoprire, ma lo vediamo tra un attimo, che trincerandosi dietro la legge sulla privacy, le fondazioni che hanno dentro di sé nella loro presidenza, nel loro vertice uomini politici importanti, non rendicontano i finanziatori e i finanziamenti perché sostengono che i loro nomi sono coperti dalla privacy. Non ho gli strumenti giuridici per dire che questa scusa della privacy non ha un fondamento, può essere che la legge sulla privacy l’abbiano scritta così male, da proteggere addirittura i finanziatori di una fondazione attraverso la quale poi un politico svolge la sua attività politica, penso che se l’hanno fatta così male la dovrebbero cambiare per una ragione molto semplice che la privacy significa la tutela della vita privata di una persona, non la tutela del segreto sull’attività pubblica di una persona o di un’azienda, anche perché in Italia per legge i politici, singoli e i partiti, hanno l’obbligo per legge di dichiarare in un elenco che è pubblico alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica i nomi dei loro finanziatori e gli importi dei finanziamenti che ricevono, quindi se voi andate una Camera e chiedete l’elenco di quelli che finanziano il PD, Pdl, la Lega, l’Udc , l’Italia dei Valori etc., ve lo devono dare.
Possibile mai se se un politico crea una fondazione e quella fondazione riceve dei finanziamenti da aziende private, i finanziatori della fondazione del politico non devono essere resi noti perché coperti da privacy? ma io non voglio sapere con chi sono fidanzati questi signori, non voglio sapere chi sono le loro mogli, i loro figli, le loro cartelle cliniche, non mi interessa, quella è privacy, voglio sapere chi li finanzia e quello è un fatto anche mio, mio in qualità di elettore, mio in qualità di cittadino, se voto per quel partito o per quel politico, almeno quando si poteva votare per quello o per quell’altro politico, voglio sapere da chi è finanziato, perché abbiamo detto tante volte, se è ambientalista e è finanziato dai costruttori di inceneritori o di altri marchingegni inquinanti, lo voglio sapere se fa le battaglie per la questione morale e è finanziato da condannati o da delinquenti lo voglio sapere, se fa il pacifista e poi è finanziato dalle aziende che poi producono armi lo voglio sapere e anche se è finanziato da persone in assoluta trasparenza onestà lo voglio sapere lo stesso perché mi piace votare per qualcuno che è finanziato da gente coerente con il progetto di quel qualcuno.
Dico questo perché è venuta d’attualità una di queste fondazioni, mi concentro su questa perché è ai disonori delle cronache in questi giorni, ma il problema della trasparenza di queste fondazioni, riguarda tutte le fondazioni che hanno dentro di sé o dietro di sé dei politici, degli eletti, delle persone che devono rendere conto a noi di tutto quello che fanno in qualità di politici, tenete presente che in Inghilterra dove peraltro i politici guadagnano 1/3 di quello che guadagnano i nostri, hanno pensioni irrisorie rispetto a quelle dei nostri, i politici non solo mettono sul sito della Camera dei Comuni l’elenco dei loro finanziatori, cosa che devono fare anche i nostri, ma addirittura le pezze d’appoggio delle note spese che accollato allo Stato, dopo che è successo quel popò di scandalo su coloro che ricevevano rimborsi pubblici per delle spese un po’ allegre e molto poco documentate anche se stiamo parlando di importi irrisori di poche migliaia di sterline o di poche decine di migliaia di sterline, curiosamente da noi i finanziatori di queste fondazioni non sono noti, a meno che non vengano coinvolti in un’indagine, infatti abbiamo appreso i nomi e i cognomi di due dei finanziatori della fondazione di D’Alema e di Giuliano Amato italiani e europei proprio perché sono finiti in carcere, uno si chiama Paganelli e è un imprenditore che possiede degli aeroplani, è un’azienda aeronautica che si chiama Rotcof e che aspirava a gestire con questa sua azienda la linea aerea tra Firenze, Pisa e l’Isola d’Elba per dare modo a chi va o viene dall’Isola d’Elba di evitare di prendere il traghetto, ma di potersi prendere il suo aereo.
Paganelli, Paganelli padre e Paganelli figlio, il padre si chiama Viscardo ed il figlio si chiama Riccardo, questa Rotcof è risultata finanziare la Fondazione italiani e europei perché? Perché è finita sottoinchiesta e i Paganelli sono finiti in carcere, adesso tra un attimo vi dico perché sono finiti in carcere. L’altro finanziatore italiani e europei che abbiamo appreso grazie a un’indagine giudiziaria è un certo Pio Piccini, Pio Piccini è il fratello di Sergio Piccini, chi era Sergio Piccini? Era un signore, nel frattempo defunto che lavorava con Tanzi alla Parmalat e Tanzi ha raccontato che Piccini era quello che portava i soldi ai politici, Sergio Piccini, poi Sergio Piccini è morto e i soldi ai politici li ha portati un altro elemosiniere di Tanzi Romano Bernardoni.
Sergio Piccini portava i soldi per conto di Tanzi ai politici e poi è morto. Il fratello invece è vivo, si chiama Pio e è amministratore della Omega, ricordate lo scandalo Omega, Eutelia, quelle società, quelle scatole cinesi che arrivavano a Londra, se ne era occupato Annozero, se ne è occupato Report, se ne sono occupati i giornali, il risultato qual è? E’ che 6 mila lavoratori di Omega sono finiti senza lavoro sul lastrico e quanti articoli abbiamo dedicato allo scandalo Eutelia, allo scandalo Omega etc.. Piccini è l’amministratore di questo bel castello di carte, ma è anche un finanziatore della Fondazione Italiani europei perché Paganelli della Rotcof Aviation Italia e perché Piccini della Omega facevano pubblicità o finanziavano italiani e europei che è anche una rivista mensile, credo, perché gli piaceva la rivista? Perché pensavano che la rivista fosse molto letta? E’ una rivista sicuramente di livello, è una rivista molto di elite, perché finanziavano questa rivista della Fondazione Italiani e europei? Perché dicono loro o fanno capire loro, tenersi buoni gli uomini di D’Alema poteva servire loro per avere dei favori nelle gare e negli appalti.
Uno dei due, Piccini aspirava a aggiudicarsi l’appalto dalla Finmeccanica per la gestione delle intercettazioni giudiziarie, un amico di D’Alema, quello che raccoglieva i fondi della Fondazione italiani e europei, tale Vincenzo Morichini, ex amministratore delle agenzie Inas Italia, che era quello che si era dato da fare a proposito di una barca, la Icarus 2 di D’Alema, tant’è che alcuni hanno scritto che la barca di D’Alema la usava D’Alema ma era intestata a questo Morichini e a un altro amico di D’Alema che si chiama De Santis, questo Morichini che raccoglieva i finanziamenti per gli italiani e europei, amico decennale di D’Alema era intervenuto per aiutare Piccini a ottenere dalla Finmeccanica di Guarguaglini l’appalto per la gestione delle intercettazioni giudiziarie che, come sapete, vengono fatte fuori, vengono date in appalto a società terze perché lo Stato non se ne accolla i costi e la responsabilità, pensate in quali mani stava andando a finire il settore delle intercettazioni, grazie agli amici di D’Alema, a questo Piccini amministratore di Omega che naturalmente è stato arrestato per la bancarotta fraudolenta di Omega e arrestato per quella ha raccontato tra le altre cose, di avere finanziato italiani, europei con 30 mila Euro.
Perché? Perché serviva per introdursi in un certo ambiente e ottenere favori, l’altro Paganelli, quello della Rotcof Aviation voleva gestire la tratta aerea Firenze – Pisa – Elba, tratta aerea che poi non si è mai fatta, è stata bloccata proprio per i traffici di questi e per le inchieste che ne sono conseguite, quindi se oggi per andare all’Elba dovete ancora prendervi il traghetto come più o meno avveniva nel Medioevo, lo dovete a questi signori che hanno pasticciato e hanno fatto casino anche con tangenti, infatti il Paganelli con la sua Rotcof per avere il collegamento aereo tra la Toscana e l’Elba si era rivolto a chi? Anche lui a Morichini, quello che raccoglie i finanziari per italiani e europei e gli aveva chiesto una mano e Morichini cosa aveva fatto? Da un lato si era preso un finanziamento di 30 mila Euro anche da Paganelli per italiani e europei, dall’altro era andato a raccomandare Paganelli da un consigliere dell’Enac che è l’ente di controllo sui voli che era un certo Franco Pronzato che è uno del PD, era consigliere di Bersani quando Bersani era Ministro delle attività produttive e era membro del Consiglio di Amministrazione dell’Enac e era il responsabile per i trasporti del PD, uno che fa contemporaneamente il Consiglio di Amministrazione dell’Enac, l’ente di controllo sui voli e è anche responsabile trasporti del Partito Democratico, pensate il conflitto di interessi com’è vasto, ramificato e trasversale, Pronzato dall’Enac si dà da fare per aiutare questo Paganelli che Morichini gli ha raccomandato, naturalmente nessuno fa niente per niente, per amicizia e quindi Paganelli paga 40 mila Euro a Morichini, il quale divide la tangente, metà se la tiene, 20 mila e metà la gira a Pronzato e poi da Paganelli c’è pure il finanziamento alla rivista Italiani e europei per 30 mila Euro.

 

Tutti dentro i finanziatori di D'Alema.

Com’è finita questa storia? Morichini è indagano per corruzione e false fatture, Paganelli quello degli aerei è stato arrestato per corruzione, Pronzato, responsabile PD per i trasporti e consigliere di amministrazione dell’Enac è stato arrestato per corruzione, Paganelli che ha pagato la tangente è stato arrestato per corruzione, Piccini era già stato arrestato per il crac di Omega, questo è il quadro complessivo.
Su Il Fatto Quotidiano ci siamo permessi, mi sono permesso io, di fare qualche domanda a D’Alema, 5 domande a partire dal fatto che questi episodi non sono episodi sporadici perché dal 1993, cioè da Mani Polite, che ogni volta che scoppia uno scandalo prima o dopo, più prima che dopo, salta fuori il nome o di D’Alema o di uno dei suoi amici, nel 1993 la prima volta fu quando il pool di Mani Pulite mandò un avviso di garanzia a un certo Cesare De Piccoli che era un parlamentare Veneto, dell’allora Pds, i magistrati scrissero che aveva ricevuto una tangente, un finanziamento illecito dalla FIAT Enginering di 300 o 200 milioni di lire nel 1992 per finanziare la corrente, facente capo a livello nazionale a Massimo D’Alema, D’Alema protestò, De Piccoli disse che era innocente, dopodiché ha preso la prescrizione e l’ha portata a casa perché il reato è stato accertato dal G.I.P. che ha negato a De Piccoli il proscioglimento nel merito e gli ha dato la prescrizione, lui non è che ha rinunciato per essere assolto nel merito dall’accusa addirittura di avere preso dei soldi dalla FIAT in Svizzera, lui ex comunista, no, ha preso la prescrizione e è andato a casa.
Nel 1995 ci fu lo scandalo di Affittopoli, scatenato da Il Giornale di Feltri per ragioni se volete strumentali, può darsi, però intanto D’Alema lasciò la casa che aveva da un ente previdenziale a un affitto irrisorio e ne prese un’altra, poi nel 1994/1995 ci fu anche l’inchiesta della Procura di Bari che un imprenditore malavitoso che poi ha patteggiato addirittura per concorso esterno in associazione mafiosa con la Sacra Corona Unita, Francesco Cavallari che aveva un sacco di cliniche private in Puglia, aveva raccontato di avere finanziato politici invece di sinistra tra i quali D’Alema cui aveva dato brevi manu una busta con 20 milioni dentro a metà degli anni 80, fortuna per D’Alema che era passato troppo tempo anche in quel caso il G.I.P. di Bari dichiarò la prescrizione, ma non disse che non si sapeva se il reato c’era o non c’era, disse che il finanziamento illecito era stato accertato, ma che non si poteva procedere oltre per prescrizione, anche perché D’Alema si guardò bene anche lui dal rinunciarvi.
Poi nel 2004 ci fu lo scandalo Parmalat, il crac più enorme della storia d’Europa con Tanzi che racconta le attività frenetiche dei suoi due elemosinieri, prima Piccini e poi Bernardoni e tra l’altro dice: Bernardoni si è occupato della sponsorizzazione della fondazione italiani e europei che non ho seguito direttamente, D’Alema attraverso Minniti altro deputato dalemiano DS è stato invece finanziato da Piccini, quindi Bernardoni dà i soldi alla Fondazione italiani e europei, Piccini, dice Tanzi, finanzia D’Alema tramite l’On. Minniti, chissà se è vero, io se dicessero a me, di me ho preso dei soldi dalla Parmalat, denuncerei per calunnia Tanzi che l’ha detto, invece D’Alema e credo neanche Minniti non denunciato Tanzi per calunnia, negano semplicemente che i finanziamenti siano veri, è la loro parola contro quella di Tanzi naturalmente anche perché nel frattempo Piccini è morto.
D’Alema però non può negare le sponsorizzazioni della Parmalat a questa rivista italiani e europei che doveva essere veramente appetitosissima visto che anche la Parmalat la finanziava, infatti dice a verbale, al magistrato che lo sente come testimone che la Parmalat aveva fatto dei contratti con italiani e europei per comprare delle pagine pubblicitarie e che tra l’altro non le aveva pagate neanche tutte perché le aveva fatte per 3 anni e le aveva pagate soltanto per un anno, per il 2002, tant’è che fondazione italiani e europei si era insinuata nel passivo della Parmalat.
Nel 2006 lo scandalo delle scalate bancarie dei furbetti del quartierino D’Alema c’è anche lì con le sue telefonate entusiastiche a Consorte e quando la Clementina Forleo, il G.I.P. di Milano chiede al Parlamento europeo, prima italiano e poi europeo l’autorizzazione a utilizzare anche nei confronti di D’Alema per eventuali concorsi nell’aggiotaggio contestato a Consorte, il Parlamento italiano, manda tutto al Parlamento europeo, il Parlamento europeo destra e sinistra insieme tutti amorevolmente affratellati vota l’immunità e cioè dice ai magistrati che non possono utilizzare le telefonate in cui D’Alema parla a Consorte di una scalata occulta e ritenuta illegale dai magistrati.
Nel 2009/2010 tutti gli scandali pugliesi coinvolgono persone che sono considerate molto vicine a D’Alema, dall’ex Assessore alla sanità Tedesco, al Vicepresidente della Giunta Vendola Frisullo, Frisullo finisce in galera, Tedesco lo mandano in Parlamento poco prima che i giudici decidano di mandarlo in galera e poi ci sono gli scandali degli ultimi giorni, dai quali oltre a quei finanziamenti strani di 30 mila Euro da Piccini e di 30 mila Euro da Paganelli alla fondazione c’è pure un’altra notizia e cioè che Paganelli tramite Morichini aveva prestato i suoi aerei per far volare D’Alema, D’Alema non li ha pagati quei voli e uno di quei voli, almeno 1 è servito a D’Alema per fare campagna elettorale, capite che se uno fa la campagna elettorale si deve pagare l’aereo e un altro fa campagna elettorale e non si deve pagare l’aereo, quello che non si deve pagare l’aereo è avvantaggiato, perché? Perché è un modo comunque per finanziare una campagna elettorale quello di regalarti i voli aerei.
D’Alema ci ha risposto dicendo che gli aerei li aveva pagati Morichini, il suo amico che raccoglieva i finanziamenti per la Fondazione, il problema è che non li ha pagati D’Alema e non li ha pagati il PD e quindi c’è evidentemente un avvantaggiarsi di un volo gratis e bisognerebbe anche domandarsi perché Paganelli dà i voli gratis a D’Alema e poi finanzia la Fondazione italiani e europei e poi paga Morichini e Pronzato per avere i loro favori per ottenere la gara sulla tratta dell’Isola d’Elba, bisognerebbe domandarsi per quale motivo c’è questa fiumana di persone che decidono di finanziare ambienti vicini a D’Alema così per spirito missionario o perché in cambio avevano un tornaconto.
Su tutte queste vicende abbiamo posto 5 domande, 5 “dalemmi” li abbiamo chiamati a D’Alema buttandoli così, come si fa con i messaggi in bottiglia perché i politici italiani di solito non ti rispondono oppure ti insultano, oppure ti denunciato: 1) come ha potuto la Fondazione italiani e europei accettare contributi da un personaggio o già chiacchierato come Piccini, poi arrestato per bancarotta dopo avere gettato sul lastrico 6 mila lavoratori di Omega? 2) Piccini e Paganelli dicono di avere finanziato italiani e europei per essere favoriti in gare e appalti, non crede Presidente D’Alema di dover restituire quei contributi prima che la accusino di fare politica con soldi sporchi? 3) Francesco Cossiga dopo avere volato gratis con la Parmatour, la compagnia aerea della Parmalat quando venne fuori restituì alla Parmalat l’importo dei viaggi, non dovrebbe farlo anche lei con i voli gratuiti dei passaggi aerei da Paganelli e Morichini? Perché? Perché ogni passaggio aereo aveva un valore di 6 mila Euro, per 5 fa 30 mila Euro, sarebbero dei soldi che lui avrebbe dovuto pagare per quei viaggi se avesse pagato. 4) lo sa che mentre lei vola sul bimotore di Paganelli gli elbani continuano a viaggiare in traghetto perché i maneggi sull’appalto Enac hanno bloccato la linea aerea Firenze – Pisa – Isola d’Elba? 5) posto che i parlamentari devono dichiarare le loro fonti di finanziamento, posto che lei svolge la sua attività politica tramite la fondazione italiani e europei, posto che le indagini ne hanno svelato 3 finanziatori di quella fondazione: Tanzi, Piccini e Paganelli, tutti regolarmente finiti in galera, non è il caso di rendere pubblica la lista concreta dei finanziatori di italiani e europei, così magari nell’eventualità viene fuori pure qualche incensurato? Queste erano le domande che avevo posto incredibilmente e lodevolmente D’Alema ci ha risposto, la risposta la trovate su Il fatto Quotidiano, come trovate anche le obiezioni che gli abbiamo fatto accompagnate da un invito a venirci a trovare in redazione per un bel forum al quale possono partecipare non soltanto il sottoscritto, ma anche gli altri colleghi come Ferruccio Sansa, Marco Lillo, Antonio Massari che stanno seguendo le indagini nelle quali sono coinvolti uomini molto vicini a Massimo D’Alema.

Credo che proprio per questa ragione l’intervista di Berlinguer sulla questione morale è particolarmente attuale e quindi anche questa sul nostro sito de Il Fatto Quotidiano, ma anche Beppe Grillo l’ha pubblicata sul suo blog qualche mese fa, va riletta integralmente e soprattutto va domandato agli esponenti politici e ciascuno di noi qualcuno lo incontra a convegni etc., com’è stato possibile che Berlinguer 30 anni fa avesse capito tutto, avesse denunciato tutto e poi i suoi eredi invece di raccogliere la sua eredità l’abbiano dispersa preferendo l’eredità di Craxi? Telese l’altro giorno in un bell’articolo ha ricordato che tutti gli ultimi leader del Partito Democratico hanno fatto capire o dichiarato esplicitamente che Berlinguer rappresentava il vecchio, mentre Craxi rappresentava il nuovo, sarà un caso ma il partito di Craxi è morto e sepolto, mentre il partito di Berlinguer di cui loro continuano a beneficiare, sia pure per ragioni di memoria e abusivamente, è tutt’ora vivo e vegeto, l’ex PC oggi si chiama Partito Democratico con l’aggiunta di qualche democristiano, mentre l’ex Psi non esiste più, è stato raso al suolo, il che già dimostra che il vecchio era Craxi e il nuovo con tutti i suoi difetti, i suoi errori politici, ma non morali, era Berlinguer e in ogni caso se il nuovo è Craxi, io personalmente preferisco il vecchio e cioè Berlinguer e penso che se Berlinguer fosse il Segretario del Partito Democratico, molto probabilmente l’altro giorno avrebbe fatto votare i suoi per l’abrogazione delle Province e oggi pubblicherebbe su Internet i finanziatori della fondazione italiani e europei, passate parola!

Fonte: BeppeGrillo.it

 
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