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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 

Buongiorno a tutti, il nano bollito ha appena parlato al Senato, discorso miserello, promesse, autoelogi, autoimbrodature, “abbiamo fatto cose straordinarie”: non si spiegherebbe, se fosse vero, per quale motivo un pezzo importante della sua maggioranza se ne è andato e da oggi, come ha annunciato ieri Fini, passa decisamente all’opposizione, quindi non è più un alleato critico dall’esterno, ma Futuro e Libertà è un oppositore.

La politica dilaga, il Paese si ribella.

Più che quello che succede al Senato però sarebbe interessante vedere quello che succede in Italia, cioè nel mondo reale, nel mondo dei vivi e, da questo punto di vista, ci sono due bei segnali che indicano proprio come il berlusconismo sia finito come forza in grado di ottenere un consenso maggioritario nel Paese.
I segnali si sono verificati questa mattina fuori dal Parlamento e l’altro ieri fuori dalla villa di Arcore: in entrambi i luoghi simbolici dell’attuale potere delegazioni di agenti di Polizia e delle forze dell’ordine hanno manifestato contro il governo, fuori da Arcore ha manifestato la Polizia contro i tagli alla sicurezza da parte del governo che prometteva sicurezza e oggi il Ministro La Russa, il Ministro della Difesa, uno dei due Ministri cruciali per quanto riguarda le politiche di sicurezza, perché è quello che ha la responsabilità dei Carabinieri e delle forze armate, è stato fischiato dalle forze dell’ordine e dai rappresentanti delle forze dell’ordine sempre per i tagli che sono stati imposti alle forze dell’ordine. Quando le forze dell’ordine fischiano e contestano il governo - è un fatto piuttosto raro - significa, soprattutto se quel governo è il governo della cosiddetta destra, un campanello d’allarme o forse di più, significa proprio una catastrofe dal punto di vista mediatico e anche dell’efficacia delle politiche di questo governo. Non stiamo parlando di metalmeccanici politicizzati, non stiamo parlando di intellettuali, di attori di sinistra, non stiamo parlando del Popolo Viola, non stiamo parlando dei grillini, non stiamo parlando dei dipietristi, non stiamo parlando di pidini, non stiamo parlando di finiani, ma stiamo parlando di agenti delle forze dell’ordine contro questo governo. Credo che quello sia molto più importante per quanto riguarda il Paese reale di quello che avviene nel mondo a parte del Senato, dove invece per strane alchimie, per probabili corruzioni e per sicure compravendite il governo Berlusconi probabilmente domani ce la farà a ottenere, sia pure per uno o due voti di maggioranza, la fiducia. Questa almeno è la previsione che si fa, poi naturalmente speriamo - almeno io spero - di essere smentiti dai fatti. Sembra abbastanza incredibile che ce la faccia, quando il Cavaliere un mese fa era dato per morto anche dentro il regno dei morti, cioè il Parlamento. Che cosa è successo in questo mese? Beh, come al solito siamo lesti a dimenticarci le cose, ma un mese fa il capo dello Stato e il Presidente del Senato e quindi Napolitano e Schifani convinsero il Presidente della Camera Fini a aspettare per la presentazione della mozione di sfiducia, anzi per il voto sulla mozione di sfiducia dopo l’approvazione della Legge Finanziaria, dando così a Berlusconi un mese di tempo per comprarsi i parlamentari che gli mancavano. Non dimentichiamo che Berlusconi sta cercando di comprarseli da quest’estate, quando scoprì che l’espulsione dei finiani non significava perdere quattro gatti: significava perderne 44, tra Camera e Senato; 44 che poi sono diventati anche di più e conseguentemente non c’era più la maggioranza a Montecitorio. Berlusconi per settimane ha cercato di comprarseli, per settimane ha cercato di rendere ininfluente la posizione dei finiani: in realtà, invece quando si è andati a votare in Parlamento, alla Camera si è scoperto che il voto dei finiani era decisivo, perché? Perché Berlusconi non era riuscito a comprarsi tutti quelli che gli occorreva comprare. In quest’ultimo mese invece è riuscito a comprare anche quelli che gli occorrevano per rendere ininfluente l’apporto dei finiani alla sua maggioranza, o almeno per arrivare a uno in più. Ha sbagliato Fini, che per un misto di ingenuità e di responsabilità istituzionale ha accettato il pressante invito del capo dello Stato e dell’infiltrato che c’è nelle istituzioni per conto di Berlusconi, cioè Schifani, a rinviare. E’ stato un grande regalo, l’ennesimo grande regalo che il Presidente della Repubblica ha fatto a Berlusconi in un momento di difficoltà. “L’Italia sta attraversando un momento piuttosto difficile”, ha detto il capo dello Stato con grande presenza di spirito, l’altro giorno e quindi, se si fosse votata la mozione di sfiducia un mese fa, Berlusconi sarebbe spacciato, non sarebbe più al governo, avrebbe già dovuto dimettersi, probabilmente avremmo già qualcun altro al suo posto per un governo provvisorio tecnico che per pochi mesi gestisca l’ordinaria amministrazione e porti l’Italia alle elezioni anticipate. L’attesa di quel mese è stata fatale, perché sappiamo benissimo di che cosa è capace Berlusconi, che è una persona capace di tutto, pronta a tutto, capace di tutto anche in termini economici. Non solo, ma una settimana fa il capo dello Stato ha fatto un appello al Consiglio Superiore della Magistratura, che si apprestava a votare una pratica a tutela dei magistrati che Berlusconi aveva definito “ associazione per delinquere”, in particolare di uno, il Pubblico Ministero Fabio De Pasquale, che Berlusconi aveva definito “ il famigerato De Pasquale”, accusandolo addirittura di aver indotto al suicidio il povero Gabriele Cagliari, Presidente dell’Eni, tangentaro. Il capo dello Stato ha raccomandato ufficialmente prudenza e riserbo al Consiglio Superiore della Magistratura nel difendere i magistrati, perché ha detto che “ in una fase politica delicatissima bisogna evitare tensioni”: non l’ha detto a Berlusconi per intimargli di smetterla di insultare la magistratura, l’ha detto al Consiglio Superiore della Magistratura che, per suo dovere istituzionale, ha il compito di tutelare la magistratura dagli attacchi esterni. Quel messaggio, quello del momento delicatissimo in cui non bisogna creare tensioni fatto a suocera e a nuora perché suocera intenda, è stato recepito anche dalla Corte Costituzionale, che l’altro giorno ha incredibilmente deciso di rinviare l’udienza prevista da mesi per il 14 dicembre, cioè per domani sulla legge che consente a Berlusconi di non essere processato (il legittimo impedimento). Chi ha fissato la data del 14 dicembre prima? L’ha fissata la Corte per decidere sul legittimo impedimento, o l’ha fissata il vertice del Parlamento per decidere sulla fiducia? Naturalmente ha deciso la Corte prima: perché hanno deciso proprio di votare la fiducia lo stesso giorno in cui la Corte avrebbe dovuto riunirsi per decidere sul legittimo impedimento? Per fare spostare in avanti la decisione, naturalmente la Corte non è un organo politico, la Corte non deve minimamente interessarsi degli appuntamenti politici che avvengono durante le sue decisioni, o prima o dopo, perché? Perché non deve essere influenzata, deve essere impermeabile ai venti della politica sulla carta: in realtà il Presidente De Siervo, appena eletto con una maggioranza minuscola (otto a sette), sventando tra l’altro una specie di colpo di mano che tentava il centrodestra dentro la Corte Costituzionale, dove sette esponenti giudici costituzionali vicini al governo hanno tentato di eleggere Presidente un certo Quaranta, che è molto meno anziano di De Siervo, mentre invece il Presidente è sempre il più anziano della Corte, anziano come servizio e non come anagrafe, quel Quaranta che tra l’altro era relatore nella sentenza, secondo me scandalosa, che la Corte fece avallando il segreto di Stato sul sequestro di Abu Omar, mandando praticamente in fumo il processo ai dirigenti del Sismi che avevano partecipato o favorito quel sequestro sul nostro territorio nazionale da parte di agenti della Cia. Quaranta ha preso un voto in meno di De Siervo, De Siervo appena eletto ha immediatamente deciso di spostare l’udienza sul legittimo impedimento dal 14 dicembre all’11 o addirittura al 25 gennaio e l’ha spiegato in un’incredibile conferenza stampa, dicendo che il momento politico è surriscaldato e bisogna evitare che ogni decisione della Corte possa essere scambiata per la decisione di un organo politico: in realtà il rinvio è proprio una decisione politica, perché risente di un appuntamento politico che è stato fissato dopo che la Corte aveva fissato la sua data al 14 dicembre e quindi ha ceduto evidentemente, platealmente a una pressione politica del governo, dando a Berlusconi un altro mese di respiro con il suo bel legittimo impedimento per evitare che faccia il matto, perché poi questa è la ragione per cui hanno rinviato. Qualunque sia la decisione che prenderanno a gennaio purtroppo dobbiamo trarne la conseguenza che la Corte Costituzionale si è messa nel gioco politico, ha accettato le regole del gioco politico addirittura nella fissazione del suo calendario, speriamo non anche nella fissazione o nella decisione sul merito. Merito che tutti i giuristi danno per scontato, se la decisione sarà giuridica e non politica e cioè, siccome la legge è uguale per tutti, non ci possono essere il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri che non rispondono alla giustizia per i reati non connessi alle funzioni parlamentari, perché sapete che il legittimo impedimento li copre per i reati non connessi alle funzioni di governo: perché? Perché sono già coperti dall’istituto dell’autorizzazione a procedere per i reati commessi nell’esercizio delle funzioni di governo.
Allontanata la Corte Costituzionale a fra un mese o a quando sarà, perché poi può essere pure che a gennaio il clima sia ancora surriscaldato, e allora che cosa farà la Corte? Continuerà a rinviare sine die, in attesa che il clima politico italiano si raffreddi, o ci farà finalmente sapere se questa porcata del legittimo impedimento è conforme o no alla Costituzione? Allontanata la decisione della Corte, regalato un mese di tempo a Berlusconi per comprarsi i parlamentari che gli mancavano per ottenere la maggioranza, silenzio assoluto del capo dello Stato sullo sconcio che sta scandalizzando il mondo dell’asta dei parlamentari, che si vendono un tanto al chilo e lo dicono addirittura, lo fanno alla luce del sole, dobbiamo parlare del perché questo avviene. Questo avviene perché Di Pietro sceglie male certi suoi candidati, tipo Razzi, Scilipoti e prima De Gregorio, prima ancora Carrara e poi Pisicchio e poi Porfidia, che hanno abbandonato il suo gruppo consiliare in questa e nella precedente legislatura?

Saldi di fine impero.

Beh, non c’è partito che sia immune dalle fuoriuscite, il PD ne ha persi 18: è vero che è più grosso, ma ne ha persi parecchi, l’Udc ne ha persi parecchi, il PDL ha perso i finiani, forse il partito più monolitico è l’ultimo partito leninista che c’è in Italia, ossia la Lega Nord, ma perché la Lega Nord?
Perché è l’unico partito che è in grado di garantire ai suoi eletti la ricandidatura e la rielezione sicura, in base a questa legge elettorale: perché? Perché nei sondaggi è l’unico partito, tra quelli rappresentati in Parlamento, che è dato più avanti rispetto ai voti che ha preso due anni fa e conseguentemente ha dei seggi non solo da garantire a quelli che già ce li hanno, ma ha dei seggi in più da promettere, per cui la Lega Nord ci sta larga con l’attuale rappresentanza parlamentare. Ecco perché questa volta rispetto a altre non c’è nessuno che va cercando un posto al sole: perché? Perché non c’è posto al sole più sicuro, più illuminato e più caldo di quello della Lega Nord. Per il resto gli altri partiti, che nei sondaggi sono tutti al di sotto o più o meno in pari.. l’Udc è più o meno in pari, Di Pietro è un po’ al di sopra rispetto alle elezioni del 2008, il PD è dieci punti sotto rispetto alle elezioni del 2008, il PDL è dieci punti sotto rispetto alle elezioni del 2008, ecco perché queste transumanze, questo formicaio, questo termitaio di gente che freneticamente cerca un approdo più sicuro, perché si sa che si va a votare tra poco e non si ha la garanzia di essere ricandidati, rinominati e rieletti. Il problema non è tanto.. sì, è anche la selezione dei candidati, ma è soprattutto che cosa c’è nella testa dei candidati con l’attuale legge elettorale: il candidato eletto in un collegio uninominale, dove di solito si fronteggiano il candidato del centrodestra e il candidato del centrosinistra e gli elettori di quel collegio possono votare o uno o l’altro, beh, quando viene eletto sa di averci messo del suo, sa di aver fatto una campagna elettorale, sa di averci messo la faccia, sa di aver schivato eventuali colpi bassi dell’avversario, sa di avere un consenso. Perché? Perché i voti li hanno dati proprio a lui, alla sua faccia, alla sua persona. La stessa cosa avviene quando si vota con il proporzionale e con le preferenze, che è un sistema molto esposto ai voti di scambio, alle infiltrazioni mafiose etc., quello delle preferenze, ma anche lì quando uno prende la preferenza, o perché l’hanno votato per simpatia, o perché l’hanno votato per competenza, o perché l’hanno votato perché li ha comprati, in ogni caso il parlamentare sa che i voti sono suoi e quindi sa che il partito deve dire grazie a lui e non soltanto e non tanto lui deve dire grazie al partito. Se invece il parlamentare è nominato dal segretario del suo partito, che l’ha sistemato nelle prime posizioni della lista in quella quota che sicuramente viene eletta, visto che il voto più o meno è prevedibile, allora lui sa di essere una nullità assoluta, sa di non aver fatto nulla per essere eletto, sa di dover ringraziare non migliaia o centinaia di migliaia di elettori, ma una sola persona, ossia il segretario del suo partito che l’ha messo in lista. Il che cosa significa? Beh, significa che in un sistema come questo lui non deve rispondere agli elettori: se il suo leader lo ricandida lui si può ripresentare con lo stesso partito, ma se quel partito è un po’ sotto nei sondaggi allora lui comincia a rischiare e, se viene lusingato da un altro partito, che magari invece sta andando meglio nei sondaggi, allora - tanto non deve mica rendere conto ai suoi elettori! - può anche spostarsi da destra a sinistra, dal comunismo al nazismo senza dover rendere conto a nessuno, perché? Perché c’è solo lui con la sua ansia di conservare la poltrona e nessuno potrà chiedergli conto, perché lui manco l’hanno visto in faccia gli elettori, manco ha fatto la campagna elettorale. Ecco il perché di questi spostamenti senza il minimo scrupolo di coscienza, un po’ perché c’è gente che la coscienza non ce l’ha, un po’ perché c’è gente che giustamente se ne infischia degli elettori: perché? Perché sta lì grazie a una persona e, se ne trova un’altra che gli garantisce il seggio, “Francia o Spagna pur che se magna”, questo è lo sconcio vero, l’aspetto politico istituzionale e morale vero di questa compravendita, cioè una legge elettorale che la favorisce e che spesso la rende addirittura inutile, se parliamo di compravendita di soldi, perché molto spesso non sono i soldi che vengono offerti, molto spesso sono i posti e come fai a processare uno che è stato nominato da un segretario di partito a parlamentare e che cambia bandiera, casacca - idee no, perché non ne ha mai avute né gliene hanno mai chieste, né ha mai avuto la possibilità di esporle a qualcuno - perché c’è un altro che gli garantisce lo stesso posto con maggiori probabilità di ottenerlo, rispetto a rimanere nel posto precedente? Questa è la cosa oscenamente antidemocratica di questa legge elettorale: che non puoi neanche prendertela con quelli che hanno tradito i loro elettori, perché non hanno elettori, a tradire un segretario di partito per un altro ci impieghi poco e non ti crea grandi crisi di coscienza, se devi dire qualcosa ai tuoi elettori magari ci pensi due volte. Il problema è che il tradimento è insito in questa legge elettorale e questi signori sono già comprati e già venduti nel momento in cui vengono portati in Parlamento dai segretari dei partiti: perché? Perché a loro non è stato chiesto come la pensano, non è stata chiesta loro neanche la coerenza, non è stato chiesto loro neanche di restare fedeli al partito e di non farsi comprare da altri, è stato chiesto loro semplicemente di essere fedeli al segretario che li ha portati lì, al leader che li ha portati lì, non per evitare che vadano in un altro partito, ma per evitare che nelle guerre per bande interne ai partiti il parlamentare si schieri con un altro rivale del segretario. E’ così che vengono scelti i parlamentari, per la fedeltà alla persona del loro segretario, non al partito, non agli elettori. Per cui se ne stanno andando da una parte all’altra perché nessuno ha mai verificato se credono nel progetto del partito: sono di solito i portaborse, gli amici e i parenti del segretario che in quel momento fa le liste del partito, il quale è molto sensibile a mantenere la maggioranza dentro il suo partito, non a mantenere un certo numero di parlamentari, possibilmente gli stessi che sono andati in Parlamento, per evitare che se ne vadano in un altro partito; quello che importa è che non si schierino con il suo rivale interno. Se invece si schierano con un altro partito chi se ne frega: l’importante è che gli equilibri interni ai partiti non cambino mai, questa è la logica, è per questo che i partiti hanno sempre le stesse classi dirigenti, è per questo che nessuno ha mai messo in discussione il politburo del PD , dove il massimo dell’alternanza è tra un dalemiano e un veltroniano, nessuno ha mai messo in discussione la leadership di Casini e Cesa nell’Udc, nessuno ha mai messo in discussione la leadership di altri partiti: lasciamo perdere i partiti come quello di Di Pietro, quello di Bossi e quello di Berlusconi, che senza il loro leader non esisterebbero e quindi è evidente che sono partiti quasi personali, ovviamente non possono immaginare di perdere il leader, che è anche il loro marchio di qualità. Ma questo è quello che sta succedendo: sono già venduti nel momento in cui entrano in Parlamento, il fatto che poi si rivendano una seconda o una terza volta è assolutamente consequenziale al fatto che sono entrati già comprati e già venduti, mediante un meccanismo che è quello che ho cercato di descrivere. Se a ciò aggiungete che in Parlamento regna sovrano il conflitto d’interessi avrete la spiegazione di quello che è successo in quest’ultimo mese. Il conflitto d’interessi in questi quindici anni ha consentito a Berlusconi di fare il bello e il cattivo tempo e di ottenere sempre molto di più di quello che avrebbe ottenuto sulla base del famoso consenso popolare. L’altro giorno su Il Fatto Quotidiano Gianni Barbacetto ha scritto un ottimo pezzo per spiegare come Berlusconi sta utilizzando tutto il suo conflitto d’interessi per comprarsi la gente. Il modo di comprare un parlamentare non è soltanto quello di dargli una mazzetta o di promettergli una mazzetta dopo che avrà votato bene, come faceva Achille Lauro, che ai suoi elettori dava una scarpa prima delle elezioni e poi, se veniva eletto, dava la seconda scarpa, la scarpa destra e la scarpa sinistra, dopo che era stato eletto: no, qui c’è una cosa molto più raffinata, ossia Berlusconi, ogni volta che chiama qualcuno a parlare con lui, mette sul tavolo non la pistola, ma un impero da 6 miliardi di Euro - 6 miliardi di Euro! - e 6 miliardi di Euro vogliono dire un quarto della Finanziaria, vogliono dire mezzo punto di Pil, forse. Potrei sbagliare, ma credo che ci siamo vicini. Un impero da 6 miliardi di Euro è un patrimonio che dal 94 ad oggi in sedici anni si è decuplicato: stiamo parlando di 220 milioni di Euro di utili delle holding di famiglia l’anno scorso, di cui 120 se li è messi in tasca lui soltanto l’anno scorso di utili (120 milioni!). Senza contare che nelle holding che controllano il suo impero riposano - scrive Barbacetto - 623 milioni pronti in cassa per lui all’occorrenza. Che cosa volete che siano i 500. 000 Euro che, secondo Calearo, vengono offerti, sono stati offerti in questi giorni? Fino a venerdì, eh, figuratevi come è salito il prezzario nel weekend e nella giornata di oggi! Per Berlusconi, come disse lui un giorno, è fare così: li guadagna nello spazio in cui schiocca le dita 500. 000 Euro per comprarsi un parlamentare pręt à porter. Ma non c’è soltanto il vile danaro, che comunque è stato offerto: Razzi, ex Italia dei Valori, che pare voterà per Berlusconi, dice “ mi hanno proposto di pagare il mutuo e di cambiarmi la vita molto in meglio”, e te credo! Razzi è un ex operaio italiano emigrato in Svizzera, eletto nel collegio estero e sono mesi che gli fanno capire che gli pagano il mutuo; “se mi offrissero una bella somma potrei anche accettarla per fare opere sociali”, dice Giampiero Catone, che ha cambiato una serie di partiti da fare impressione e che attualmente è stato imbarcato da Futuro e Libertà, ma forse è già uscito, forse domani vota la fiducia e c’è chi dice che, dato che è il vero padrone della Discussione, che è il giornale che faceva capo all’Udc quando lui stava con Buttiglione.. fu anche arrestato Catone, poi dice di essere stato assolto da tutto: credo che abbia ancora qualche processo aperto, ma dobbiamo verificare, essendo il vero padrone della Discussione c’è chi ha scritto in questi giorni - lui ha smentito - che Publitalia potrebbe fargli avere dei lauti contratti pubblicitari.

Poltrone e contratti: B. prova a salvarsi.

Come si fa a stabilire se un contratto pubblicitario ha il valore giusto o è sopravvalutato? Quanto ti possono dare per una pagina di pubblicità o per una campagna pubblicitaria?
Quanto vale una pubblicità sulla discussione? Non so se c’è qualcuno di voi, tra quelli che stanno vedendo Passaparola, che ha mai avuto tra le mani una copia della discussione: potete immaginare la diffusione che ha, il fatto stesso che ci sia qualcuno che fa pubblicità lì sopra è già curioso e quanto vale quella pubblicità? Non mi interessa se poi gliela fanno o non gliela fanno, lui dice che non è vero, che fa tutto per nobili scopi ideali e perché cambia un partito dopo l’altro, in quanto è continuamente tormentato da crisi di coscienza: può essere, il problema è che è possibile, quando ti siedi davanti a Berlusconi sai che, se hai un giornale o una radio, o una qualche attività, ti possono fare delle campagne pubblicitarie e portarti dei soldi senza il bisogno di dover giustificare una mazzetta, naturalmente, perché un contratto pubblicitario è regolarmente fatturato. Il problema è che magari la controprestazione vale zero. Ma c’è dell’altro: abbiamo Paolo Guzzanti, grande giornalista berlusconiano, turboberlusconiano fino a un anno fa, poi rompe furibondo con Berlusconi a causa della sua liason con Putin, adesso si scopre che però, siccome era vicedirettore del Giornale di Berlusconi, di Paolo Berlusconi, ha ancora un contratto da 7. 000 Euro al mese: io non penso che Paolo Guzzanti deciderà il suo voto al Senato in base all’interesse di conservare o meno questo contratto, anche perché poi i contratti non è che possano essere rescissi così, i contratti, se vengono firmati, devono seguire un iter giuridico, siamo in uno Stato di diritto per fortuna, ma soprattutto perché Guzzanti, essendo parlamentare e essendo un grande giornalista, avendo guadagnato bene per tutta la vita, non ha bisogno pure dei 7.000 Euro del Giornale, però intanto vedete come quando uno si siede lì davanti può essere già dipendente o potrebbe diventarlo subito dopo: consulente, collaboratore. Cosa ci impiega uno che ha un patrimonio come quello che abbiamo descritto e decine di giornali, televisioni, aziende, una banca, un’assicurazione etc. a farti un contrattino, una consulenza o una presentazione? Lo sai quando ti siedi lì, quando ti siedi davanti a Prodi non ti fa niente, non ti può dare niente, quando ti siedi davanti a Berlusconi ti può dare, ti può cambiare la vita, se tu cambi il voto lui fa così e ti cambia la vita. Pensate a quello che venne fuori nelle intercettazioni per l’inchiesta sulla precedente compravendita dei voti, quella dei Senatori dell’Unione che, nel 2006, nei desideri del Cavaliere dovevano rovesciare il governo Prodi con la spallata al Senato: all’epoca il centrosinistra era al Senato che aveva debole, aveva un solo voto o due voti al massimo, spesso erano necessari i senatori a vita, quando c’era qualche assenza. E allora Berlusconi cominciò la compravendita e come faceva? A uno mandò avanti un tizio a offrirgli dei soldi, a un altro, Bordon.. lo dico senza dire che Bordon è stato comprato, perché poi Bordon non è stato comprato, nel senso che non ha votato contro il governo, ma loro ci stavano tentando e come volevano fare? Volevano, speravano di accaparrarselo dando delle buone parti alla moglie di Bordon, che fa l’attrice e parlavano di questa cosa il membro dell’autorità per le comunicazioni (Agcom) Innocenzi, uomo fedelissimo di Berlusconi e vari produttori o personaggi impegnati nelle fiction RAI e Mediaset. A un certo punto, quando pensavano di averlo conquistato e poi lui invece votò a favore del governo Prodi, allora Innocenzi disse al produttore Guido De Angelis “ sai, lui (Bordon) ora va quattro sere su sei da Fede, Mimun lo chiama, l’ho mandato da Panorama, gli faccio fare l’intervista dal Giornale, insomma sono tutti a disposizione. Bisogna che gli facciamo capire che, se lui ha un percorso vicino al nostro, noi possiamo continuare con questo supporto: se invece lui fa un po’.. se strumentalizza e usa troppo questa cosa per sé allora niente più interviste, niente più comparsate in televisione” e voi capite che, quando uno si siede davanti a Berlusconi, non c’è bisogno che Berlusconi gli offra qualcosa, già sai che se vai con lui Fede comincerà a intervistarti, il TG5 comincerà a intervistarti, il TG1 comincerà a parlare bene di te, sarai ospite nei programmi Mediaset e anche RAI, che ormai è diventata la stessa cosa, salvo rare eccezioni, se invece dici di no sono affari tuoi, non ti fila nessuno, non ti chiama nessuno, nessuno ti conosce, non potrai soddisfare la tua vanità e soprattutto entri nel cono d’ombra, anziché nel cono di luce. Quindi pensate a che ventaglio di possibilità corruttive ha Berlusconi, quasi tutte legittime, quasi tutte lecite: quando si parla di corruzione non si parla sempre di mazzette, penalmente rilevanti, ma quando uno si siede davanti a Berlusconi sa anche che i suoi giornali e le sue televisioni, come li può usare per dare parti a tua moglie, ospitate a te, consulenze etc., può usarli anche per massacrarti, dipende da come ti comporti. Può usarli anche per bastonarti: vedi quello che si è scoperto sulle minacce alla Marcegaglia, che aveva parlato male del governo Berlusconi da parte dei giornalisti del Giornale, vedi il caso Boffo, vedi tanti altri casi, tra cui Fini, Di Pietro, L’Ariosto, Veronica, tutto il pool di Milano, la Boccassini e il pool di Palermo massacrati di botte a reti unificate e a edicole quasi unificate. Quando uno si siede lì sa benissimo che cosa gli succede se dice di sì e che razza di vita infernale fa se dice di no, senza contare che in questi giorni, per fare capire ancora meglio che c’è il conflitto di interessi e che l’azienda di Berlusconi è disposta a dare a quelli che vanno con Berlusconi tutto quello che chiedono, cioè che il conflitto di interessi è consustanziale mai come in questo momento di difficoltà, è sceso a Roma il signor Confalonieri. Perché Confalonieri sta a Roma, incontra Casini, fa dichiarazioni politiche? Cosa c’entra Confalonieri? E’ una bella spia luminosa che gira e dice “ signori, guardate che qua c’è Mediaset, eh, sapete che cosa è Mediaset, fatevi due conti” e non c’è bisogno di mazzette in un sistema come questo, basta fare capire, basta ricordare, basta fare balenare, fare annusare i vantaggi che si otterrebbero in un modo e gli svantaggi che si subirebbero in un altro. Poi naturalmente ci sono anche i reati: se si scopre che qualcuno ha avuto denaro o altra utilità in cambio del suo voto non c’è tutela costituzionale che tenga, eh. Guardate che l’articolo 67 della Costituzione dice che il parlamentare è eletto senza vincolo di mandato: il che significa che può votare in Parlamento come gli pare, perché? Perché è libero rispetto ai suoi elettori, in quanto rappresentando tutto l’elettorato può decidere in coscienza che è meglio per l’elettorato votare contro il partito che l’ha fatto eleggere. Poi c’è l’articolo 68 della Costituzione, che dice che il parlamentare non può essere chiamato a rispondere in giudizio per le opinioni che dà in Parlamento e per i voti che esprime in Parlamento. Quindi nessun parlamentare può essere incriminato per aver votato la sfiducia a Berlusconi dopo essere stato eletto nel partito di Berlusconi, ma può essere chiamato a rispondere del fatto di aver ricevuto delle mazzette per votare in quel modo lì. E’ una totale follia l’idea che il parlamentare, visto che è insindacabile quando vota, sia insindacabile anche quando prende dei soldi o delle prebende in cambio del suo voto! Il voto deve essere libero dagli elettori, ma anche a maggior ragione dalle mazzette, ovviamente.

Cosa succede domani.

La Costituzione non tutela affatto la corruzione in cambio di un voto in Parlamento, tutela il voto, ma la corruzione la punisce, la corruzione continua a essere punita dal Codice Penale.
Naturalmente bisogna dimostrarla, o si trovano le tracce della mazzetta, o chi l’ha presa o chi l’ha pagata la confessa, o c’è un’intercettazione non sul telefono del parlamentare, che non può essere intercettato e quindi da parte del corruttore, sempre che non sia parlamentare, perché se il corruttore e il corrotto sono entrambi parlamentari la corruzione non si può scoprire con le intercettazioni, perché nessuno dei due parlamentari può essere intercettato, c’è da sperare che il corruttore sia un esterno, uno intercettabile. Se invece uno viene ricompensato con un posto, con un posto a sua moglie, con un posto a suo figlio, con un posto alla sua amante o con un posto per lui.. perché ci sono anche quelli a cui non garantiscono la rielezione, perché non la possono garantire e allora gli garantiscono che, nella successiva legislatura, lavoreranno per il partito con uno stipendio pari a quello che prendono adesso come parlamentari, ce ne sono due del PDL che hanno votato contro Prodi e che adesso lavorano con un contratto di? consulenza? lavorano: prendono gli stessi soldi che prendevano prima, l’ha scritto qualche mese fa Repubblica e non l’ha smentito nessuno. Lì è difficile dimostrare il do ut des, perché? Perché basta dire “ ho votato secondo coscienza e poi loro, gentili, mi hanno fatto questo contratto” e salta la corruzione, perché la corruzione presuppone un accordo prima che tu faccia una cosa, anche se poi il contraccambio arriva dopo, per cui è molto difficile da dimostrare e questo è il vero problema, non è che non sia punibile. Naturalmente - e ho finito - Berlusconi ha fatto tutto questo- immaginate quanto gli è costato, perché ne ha dovuti comprare parecchi, eh, stiamo parlando almeno da una quindicina - perché deve restare a Palazzo Chigi e perché deve restare ossessivamente a Palazzo Chigi? L’ha spiegato Fini ieri nell’intervista a Lucia Annunziata, avendo il coraggio di dire quello che tutti sanno in Parlamento, che tutti sanno nei giorni, ma nessuno ha mai il coraggio di dire, ossia che Berlusconi deve restare a Palazzo Chigi per il legittimo impedimento, perché se il Premier è un altro e lui non fa quantomeno il Ministro non c’è legittimo impedimento, perché il legittimo impedimento è riservato al Premier o ai Ministri, quindi va nuovamente sotto processo, anche se la Corte Costituzionale dovesse ritenere legittimo il legittimo impedimento lui non ne avrebbe più diritto, perché non sarebbe più né Premier né Ministro, è per quello che vuole restare lì, non perché abbia paura delle speculazioni finanziarie o perché deve fare le grandi opere o il federalismo fiscale, sono tutte stronzate: vuole rimanere lì per salvarsi le chiappe dai processi e è incredibile che sabato alla manifestazione del PD non abbia avuto il coraggio di dirlo nessuno, per cui abbiamo dovuto aspettare Fini per sentircelo dire papale papale. Che cosa succede domani? Ci sono quattro varianti, tre su quattro dicono che Berlusconi ce la fa: potrebbe vincere addirittura 316 contro 308, se le tre partorienti, che purtroppo sono tutte e tre all’opposizione, cioè una del PD e due di Futuro e Libertà, mi pare di ricordare, fossero assenti. In quel caso, se le tre partorienti sono assenti e Guzzanti, un certo Merlo dell’Udc in transito e Moffa, il finiano malpancista votano anche loro con Berlusconi, Berlusconi vince 316 a 308. Se le partorienti riescono a andare a votare e votano no - e voteranno no, se ci vanno, ovviamente - e Moffa, il finiano, si convince a restare fedele a Fini e Merlo a restare fedele a Casini, allora Berlusconi vince ma di un solo voto, 314 a 313. Se invece Calearo, che oggi sembra orientato a votare la fiducia, si dovesse astenere allora ci sarebbe il pareggio, 313 a 313, ma Berlusconi vincerebbe lo stesso, perché con il pareggio la mozione di sfiducia verrebbe respinta e quindi lui, sebbene non abbia neanche un voto in più in Parlamento, scantonerebbe la mozione di sfiducia e resterebbe lì in piedi galleggiante. L’unica possibilità che Berlusconi vada sotto è che gli voti contro anche Paolo Guzzanti, che le partorienti riescano a andare a votare e a votare no, che Moffa, Merlo e Calearo gli votino contro o almeno che uno dei tre si astenga e gli altri due gli votino contro. Quindi diciamo che oggi i bookmaker dicono che Berlusconi ce la fa a arrivare fino a dopodomani, dopodiché è ovvio che, con un voto di maggioranza, la Lega Nord lo impallinerà immediatamente e lo costringerà immediatamente a andare alle elezioni e quindi paradossalmente, se Berlusconi ce la fa con un voto di maggioranza o poco più, le elezioni sono più vicine, perché lui potrà dire “ io ho un voto in più e quindi non c’è spazio per un nuovo governo” e allora vorrebbe dire che si va a votare con lui che gestisce la fase intermedia per le elezioni. Se invece non ce la fa, allora cominceranno manovre di ogni genere per fare governi tecnici che però comunque, anche se inglobassero tutti gli altri tranne Berlusconi e Bossi, avrebbero sempre uno o due voti di maggioranza e quindi non sarebbero in grado di stare in piedi o per stare in piedi dovrebbero non fare assolutamente nulla, per cui credo che comunque vada in questa legislatura questo governo abbia i giorni contati e si vada alle elezioni, a meno che naturalmente Fini impazzisca e torni indietro, ma non credo sia capace di tanto, oppure che Casini decida di portare il soccorso bianco al Cavaliere morente, ma di questo naturalmente è inutile parlare, perché per adesso siamo nel futurismo, nella fantascienza, nel futuribile e quindi ne parliamo la settimana prossima.

 Passate parola, buona serata.

Fonte: beppegrillo.it

 

Buongiorno a tutti, siamo agli sgoccioli, non del berlusconismo perché ci ha abituati a avere 7 vite come i gatti, siamo agli sgoccioli di questo governo, perché questo governo come l’abbiamo visto non ha più la maggioranza.

La mossa di Fini

Il discorso di Fini di ieri è uscito dai tatticismi e ha annunciato due possibili soluzioni: o Berlusconi si dimette, va al Quirinale per farsi reincaricare per un nuovo governo, con una nuova maggioranza meno sbilanciata sulla Lega, per questo Fini vorrebbe imbarcare l’Udc, oppure se Berlusconi non vuole cambiare governo e naturalmente programma di governo, Fini ritira i suoi uomini, il Ministro Ronchi, i viceministri e sottosegretari Urso, Meni e Bonfiglio e da quel momento i finiani che sono 35 alla Camera, sono in grado di mandare sotto la maggioranza ogni volta che vogliono.
E naturalmente non avendo più uomini al governo, sono svincolati da qualunque fedeltà al governo e si riservano di votare sì e no legge per legge, Berlusconi è nel sacco, come ha detto Tremonti nell’ultimo Consiglio dei Ministri “il vero Presidente del Consiglio è Fini” che praticamente tiene Berlusconi per le palle, nel senso che a questo punto il Cavaliere ha due strade: o rompe con Fini, va alla crisi di governo e accetta quello che Fini gli ha chiesto, cambiare maggioranza, cambiare programma e da quel momento è ovvio che si troverebbe nelle mani di Fini e di Casini che lo farebbero ballare per i prossimi 3 anni di legislatura logorandolo e consumandolo, oppure non accetta i diktat di Fini quindi va al Quirinale dicendo di non essere disponibile a un governo con una maggioranza diversa, a quel punto potrebbe chiedere e sperare che gli vengano concesse, le elezioni anticipate, oppure, terza strada, restare in piedi con questo governo e naturalmente sottoporsi alle periodiche imboscate primari dei finiani.
Quindi nel primo caso sarebbe nelle mani di Fini, nel terzo caso sarebbe nelle mani di Fini, nel secondo caso, quello delle dimissioni e della richiesta delle elezioni anticipate, potrebbe essere la strada per liberarsi di Fini e per andare davanti agli elettori nella speranza che gli diano, a causa dei meccanismi, dei premi di maggioranza di questa legge elettorale, la porcata di Calderoli che è attualmente in vigore, sperare di avere i numeri sufficienti nella prossima legislatura per governare anche senza i finiani, per renderli ininfluenti, per ottenere quel 30% o più che gli consente di far scattare il premio di maggioranza e quindi di ottenere il 55% dei seggi alla Camera, anche se non ha neanche il 50 e neanche il 40% dei voti.
Però se questa è la sua speranza non è detto che riesca a coronarla, intanto perché le elezioni potrebbero andargli male e quindi potrebbe non ottenere il numero sufficiente di voti per far scattare quel premio famoso di maggioranza e quindi potrebbe, se si va al voto, ottenere una maggioranza relativa che con gli serve a niente, essere semplicemente il primo partito in Italia, ma non avere i numeri, insieme alla Lega per governare. Potrebbe avere la maggioranza che gli serve per governare solo in uno dei due rami del Parlamento, solo alla Camera, sapete che al Senato c’è un altro meccanismo e quindi secondo le proiezioni che si fanno in questi giorni, stante così le cose, Berlusconi potrebbe avere il premio di maggioranza alla Camera, ma non avere la maggioranza al Senato, naturalmente senza uno dei due rami del Parlamento il suo governo cadrebbe lo stesso giorno in cui si apre con la richiesta di fiducia.
Ma potrebbe anche, non arrivarci neanche alle elezioni, perché Berlusconi e lo sa bene, potrebbe, dimettendosi al Quirinale, passare la palla a Napolitano e trovarsi di fronte un Napolitano che fa di punto per non interrompere prematuramente la legislatura e quindi come è prassi consolidata, costituzionale come hanno fatto tutti i suoi predecessori sempre, Napolitano potrebbe andare a cercare una nuova maggioranza in Parlamento, maggioranza che, su certi punti, potrebbe anche esserci, non una maggioranza che sia in grado di governare per i prossimi 3 anni di legislatura, questo credo sia da escludere, perché? Perché questa maggioranza senza Berlusconi e la Lega, dovrebbe andare da Fini all’Udc, al PD, a Di Pietro e naturalmente se si tratta di rifare la legge elettorale potrebbero anche mettersi d’accordo, se si tratta di risolvere il conflitto di interessi potrebbero anche mettersi d’accordo, se si tratta di fare due o tre misure economico – finanziarie a richiesta dell’Europa potrebbero anche mettersi d’accordo, ma su tante altre cose molto meno e poi sarebbe legittimo, intentiamoci, un governo che nasce da una maggioranza parlamentare è sempre un governo legittimo, non esiste il concetto di ribaltone per la nostra Costituzione, ogni parlamentare rappresenta tutto l’elettorato e vota senza vincolo di mandato, quindi il ribaltone è un’espressione giornalistica, polemica, politica ma non c’entra niente con la nostra Costituzione, tutti i governi che hanno un voto in più del 50% dei parlamentari, sono legittimi.
Bisogna vedere se tutti i governi legittimi sono anche buoni e sono anche soprattutto convenienti a quelli che li fanno, immaginate se in Italia andasse al governo per 3 anni uno schieramento, un’ammucchiata, un’armata brancaleone che raduna il partito di destra come quello di Fini, i partiti di centro-sinistra come quelli di Di Pietro e di Bersani e il partito di centro come quello di Casini, 3 su 4 dei quali hanno perso le elezioni nel 2006, Berlusconi avrebbe 3 anni di immense sconfinate praterie per lanciare la sua campagna vittimistica contro coloro che a tavolino con i metodi della vecchia repubblica hanno sovvertito il voto, perché una cosa è sicura, gli italiani nel 2006 hanno dato la maggioranza al centro-destra, è vero che gli italiani che hanno votato per i partiti delle opposizioni: Udc, i Dv, PD con l’aggiunta della sinistra radicale che poi non fece il quorum e quindi non entrò in Parlamento erano più numerosi degli italiani che hanno votato per il Pdl e per la Lega, però Pdl e Lega si presentavano insieme, coalizzati, mentre sinistra radicale, Pd, Idv e Casini non si presentavano coalizzati, quindi non si può stabilire che gli italiani volessero un governo che andava da Casini a Bertinotti all’epoca, né oggi si può ipotizzare che gli italiani in maggioranza vogliano un governo che vada da Fini a Vendola e escluda Berlusconi e Bossi, quindi è evidente che, sia pure legittimo, un governo del genere, se dovesse proporsi di durare per 3 anni, sarebbe dal punto di vista del diritto costituzionale legittimato, ma non sarebbe né opportuno né probabilmente decente, né etico da questo punto di vista però Berlusconi non teme questo, sa che non nascerà un governo senza di lui, prima di andare alle elezioni che duri 3 anni, sa però che potrebbe nascere un governo, un governino, un governicchio balneare, tecnico, provvisorio di pochi mesi e fare alcune cose che non lo preveda, che non lo comprenda, che non lo inglobi, un governo senza di lui, perché? Perché è evidente che questa nuova maggioranza che non può durare 3 anni, né credo se lo proponga, potrebbe però durare 6 mesi, un anno.
Berlusconi sa anche che il Capo dello Stato non vuole tra i piedi elezioni anticipate nei mesi di marzo e aprile, se venisse ufficializzata la crisi di governo oggi, si andrebbe a votare inevitabilmente tra febbraio – marzo – aprile, ma a febbraio – marzo – aprile cade il 150° dell’Unità d’Italia e Napolitano magari è molto spento quando si tratta di questioni molto attuali come le leggi vergogna e tutto quanto, lì dorme sonni profondi, ma quando ci sono anniversari, operazioni storico – archeologiche, operazioni nostalgia è piuttosto attivo e quindi è tutto pronto, lanciato verso questo centocinquantenario che sicuramente sarà un’orgia di retorica infinita e insopportabile, però questo è, verranno tagliati molti nastri, si faranno molti convegni, si faranno molti concerti, ci saranno molti comizi, molte commemorazioni e tutti si proclameranno eredi universali di Cavour, Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Mazzini e chi più ne ha più ne metta, quindi in primavera Napolitano si farebbe tagliare una mano pur di non andare alle elezioni quindi è probabile che tenti un governo non presieduto da Berlusconi perché presieduto da Berlusconi non avrebbe la maggioranza, presieduto da qualcun altro che cerchi di mettere insieme il maggior numero di forze politiche e se conosciamo un po’ Berlusconi, sappiamo che tutti i governi non presieduti da lui non gli piacciono e quindi statisticamente sappiamo che Berlusconi non ha mai appoggiato nessun governo che non fosse presieduto da lui, neanche nel 1995 quando fu addirittura lui a scegliere Dini come suo successore, dopo che era successa la stessa cosa che succede oggi, che uno degli esponenti cardine della sua maggioranza era venuto meno, all’epoca era Bossi, lui a ogni legislatura perde un allenato, nel 1994 perse Bossi, nella legislatura iniziata nel 2001 perse Casini e Follini e adesso ha perso Fini.
Nel 1994 quando cadde il suo governo Scalfaro diede vita scoprendo che c’era una maggioranza che lo voleva a un governo provvisorio che doveva fare la manovra finanziaria correttiva e alcune altre cose, Berlusconi designò Dini come leader della maggioranza parlamentare che era stato il suo Ministro del Tesoro nel suo primo governo, gli promise la fiducia ma all’ultimo momento quando Dini si presentò in Parlamento per chiederla, Berlusconi cambiò idea proprio perché lui non ce la fa a vedere qualcun altro a Palazzo Chigi al posto suo, essendo anche convinto di essere il miglior Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni e quindi Dini non ottenne la sua fiducia, la ebbe poi dalla Lega, dal centro-sinistra e dalla Sinistra Radicale.
Oggi un governo simile presieduto da un tecnico, tecnici poi sulla piazza non è che siano molti ovviamente, lo sappiamo benissimo, otterrebbe una maggioranza che andrebbe da Fini a Casini, a Bersani, a Di Pietro e quindi Berlusconi non ci starebbe perché Berlusconi non avrebbe più il Ministero della Giustizia, non avrebbe più il Ministero delle comunicazioni, sviluppo economico con delega alle comunicazioni e soprattutto non sarebbe lui a gestire la campagna elettorale con inevitabili possibili contraccolpi sulla RAI, con possibili e inevitabili contraccolpi sulla gestione dei servizi di sicurezza delle forze dell’ ordine, delle prefetture e poi sapete che conta chi ha il Ministero dell’Interno e chi controlla le prefetture quando ci sono le elezioni, sapendo poi l’uso che viene fatto di spezzoni di servizi segreti con dossieraggi etc., i servizi segreti fanno capo al governo in carica e la RAI, sappiamo benissimo, che per quanto abusivamente, risponde agli ordini del governo in carica, quindi Berlusconi oltre a perdere il controllo del Ministro della Giustizia e delle comunicazioni, non avrebbe più di che mettere le mani, se non tramite i suoi uomini sulla RAI in campagna elettorale, non potrebbe più ordinare alla Commissione di vigilanza di far chiudere i programmi sgraditi, come avvenne alle ultime elezioni regionali, perdere il pallino della Presidenza del Consiglio, tanto più se si va a votare di qui a pochi mesi, evidentemente gli creerebbe dei seri problemi, questo è il quadro della situazione che si è aperta ieri con il discorso di Gianfranco Fini, quindi capite che in questo momento Fini ancora una volta è riuscito a passare la palla, il cerino nel campo del Cavaliere e spetta al Cavaliere decidere come liberarsene, perché è evidente che le scelte a questo punto spettano a lui e l’alternativa che gli ha posto Fini è chiara.

Cosa succede ora

Molti mi chiedono cosa ne penso di Fini, anche sui siti vogliono un commento, quello che penso l’ho sempre detto, non credo sia particolarmente interessante cosa ne pensa una persona di Fini, nel senso che ciascuno ha gli strumenti per farsene un’idea, è ora di finirla, attendere che qualche giornalista ti dica cosa devi pensare, semmai i giornalisti ti devono dire cosa succede, poi tu decidi a partire da quello che succede come la devi pensare o come non la devi pensare.
Penso che quindi sia molto più interessante anziché fare un commento di quello che è successo ieri, fare un’analisi, vedere qual è la situazione in Italia dopo che Fini ha compiuto l’ultimo strappo che precede la caduta del governo, poteva dichiarare caduto il governo ieri? Certo che poteva farlo, gli conveniva farlo? No, non gli conveniva farlo perché il gioco del cerino non è soltanto un tatticismo, noi sappiamo benissimo che le campagne elettorali da quando c’è Berlusconi non si giocano sulle cose che succedono, ma si giocano su come i mezzi di comunicazione presentano le cose che succedono, Fini ha un grosso punto di forza, non è stato lui a abbandonare Berlusconi ma è stato Berlusconi a farlo cacciare nelle ai sui fedelissimi alla fine di luglio di questa estate con l’accusa di deviazionismo, di essere incompatibile con i valori fondanti del Pdl che lui aveva fondato insieme a Berlusconi, perché era incompatibile? Perché si era messo a difendere la magistratura e a parlare di legalità, veniva accusato di intelligenza con il nemico perché “colluso con la magistratura” come se si potesse essere collusi con le guardie, semmai si è collusi con i ladri di solito, ma naturalmente chi è colluso con i ladri o è un ladro, guarda con sospetto chi è colluso con i magistrati e con le guardie.
Quindi Fini è stato cacciato di fatto, i suoi sono stati deferiti ai probiviri e lui è stato definito incompatibile, anche se non c’è stato un provvedimento esplicito di espulsione che non avrebbe potuto essere emesso se non previo passaggio davanti ai probiviri di fatto Fini il 29 luglio è stato cacciato, è stato poi manganellato per la storia di Montecarlo dai giornali e dalle televisioni, quindi oggi non è indifferente vedere chi si assumerà la responsabilità della caduta del governo, perché dato che la caduta del governo Berlusconi a metà esatta del percorso dei 5 anni di legislatura è il fallimento del Popolo delle Libertà che aveva ottenuto la maggioranza più ampia mai vista nella storia repubblicana e pur con quella maggioranza gigantesca con è riuscito a combinare nulla, se uno dovesse dire cosa hanno fatto questi nei primi due anni e mezzo, la risposta è: niente, zero! Anzi ha fatto danni, come si vede dai crolli di Pompei che sono anche simbolici, gli ultimi giorni di Pompei, voi sapete che a Pompei anziché affidare gli scavi e le zone archeologiche a esperti, a storici dell’arte, a archeologici, a restauratori, anche Pompei è stata affidata una protezione civile, come se la protezione civile ne sapesse qualcosa di Pompei.
Bertolaso continua a fare danni anche dopo le sue dimissioni, Bertolaso e Bondi insieme poi costituiscono un cocktail veramente esplosivo, devastante, non bastava Bertolaso, pure Bondi, quindi questo è un governo che non ha fatto nulla, pur avendo una maggioranza enorme, pur non avendo nessun alibi, ecco perché è importante vedere chi verrà individuato dall’opinione pubblica, dalla propaganda mediatica come il colpevole di questo disastroso fallimento e ecco perché Fini vuole che sia Berlusconi a prendersi la responsabilità di questo fallimento, perché? Perché è a causa di Berlusconi che non si è fatto niente, non è mica colpa di altri se in questi due anni e mezzo il Parlamento e il governo sono stati permanentemente sequestrati per approvare leggi che abolissero i processi al Cavaliere, anziché leggi che si occupassero dei problemi dei cittadini e quindi è molto importante che sia il Cavaliere, non è un tatticismo, è fondamentale a essere individuato come il responsabile del fallimento del Popolo della Libertà.
Quindi questa è la mossa che secondo me è una mossa che dal punto di vista di Fini è molto astuta, quella di dire che è finita, ma di dire i Berlusconi: la responsabilità è tua, prenditela, altrimenti se pensi di poter realizzare quel cosa, dicci quel qualcosa, fai un nuovo programma visto che questo non è più un governo ma è un’agonia, un verminaio!
Il discorso di Fini poi conteneva alcuni punti interessanti, per esempio l’insistenza ossessiva per la legalità, legalità che non è più il vecchio ciarpame neofascista o postfascista di sicurezza, tolleranza zero e ordine, non è un concetto poliziesco di legalità, è un concetto molto più moderno e molto più trasversale, nel senso che è legge uguale per tutti, è la Costituzione repubblicana, questo lo ha ripetuto più volte, non vuole dire ripulire le strade, certo bisogna ripulire le strade, ma non è più quel modo vecchio e un po’ sbrigativo, forcaiolo di intendere la legalità, semplicemente retate, espulsioni, manganelli, brutalità, legalità vuole dire legge uguale per tutti e è un valore costituzionale che non è né di destra né di destra, dovrebbe essere di tutti ma in questi ultimi anni non è stato di nessuno, chi parlava di legalità? A parte Di Pietro che era considerato un fissato, la legge uguale per tutti è a tutela dei deboli, non dei forti, legge uguale per tutti è chi è debole non sente di avere tutele o diritti, sa che esiste una legge che lo difende e se qualcuno viola quella legge che c’è un posto dove andare a far valere i propri diritti, a ottenere giustizia, quindi come diceva Vaclav Halev la legge è la magistratura che la fa rispettare in maniera uguale per tutti, sono il potere di quelli che non hanno potere, il potere dei senza potere, è molto importante il fatto che dal concetto di tolleranza zero, legge e ordine si sia passati al concetto di legge uguale per tutti e di legalità, è un grosso salto da una destra vecchia, muffita, a una destra che tenta di diventare qualcosa di moderno, questo è molto positivo.
Un’altra cosa, una mia soddisfazione personale è che su Il Fatto Quotidiano proprio due giorni prima dell’incontro di Perugia, mi ero permesso di scrivere un articoletto, manca soltanto Gimmy il fenomeno dove prendevo un po’ in giro Fini e Futuro e libertà per certe scelte che mi sembravano poco coerenti, un partito soprattutto se nasce ora ma non nasce dal nulla, nasce da una costola di altre esperienze politiche, deve avere molto chiare le proprie finalità, i propri obiettivi, il proprio programma, perché? Perché poi le idee camminano sulle gambe degli uomini e quindi gli uomini devono essere scelti sulla base delle idee che devono andare a rappresentare, se faccio un partito contro i gay non chiedo di entrare a Vendola, se faccio un partito contro le donne, non chiedo di entrare a una donna, se faccio un partito contro gli immigrati non chiedo di entrare agli immigrati, se faccio un partito contro la corruzione, non chiedo ai corrotti di entrare, anzi li tengo fuori!
Quindi è molto importante capire per cos’è e contro cos’è questo partito, se la legalità è quella che Fini ha raccontato ieri a Perugia, deve domandarsi se le persone che gli stanno al fianco sono tutte coerenti con quell’idea di legalità e lo deve anche dire a quelli che stanno alla porta del partito perché in questo momento la porta di quel partito è affollatissima di gente che chiede di entrare, che spinge per entrare, perché? Perché è evidente, Fini ha 20 anni meno di Berlusconi, a destra si sente che l’aria tira per quella parte, per la prima volta Berlusconi è diventato il passato, sta passando di moda, quindi ci sono molti che per ragioni non di convinzione, ma di moda, opportunismo, arrampicamento o di acqua alla gola, tentano di riciclarsi dall’altra parte, molti potrebbero essere in sintonia con il nuovo partito di Fini, ma non tutti, se i topi scappano dalla nave che affonda, devi mettere qualcuno alla porta per selezionare i topi, per vedere topo e topo, dire a questo: no tu non entri perché non mi piaci, tu entri perché mi piaci oppure magari chiedere al topo che vuole entrare come la pensa su certi temi che tu hai deciso essere fondamentali per il tuo partito.
Negli ultimi giorni, per questo ho scritto “manca solo Gimmy il fenomeno” è entrato di tutto in Futuro e libertà o meglio: c’era già un po’ di tutto prima, i 33 finiani alla Camera e i 13/14 al Senato non è che fossero tutti proprio omogenei con il disegno che Fini ha esposto più volte a Mirabello ma soprattutto a Perugia, la figura di Fabio Granata o di Giulia Buongiorno molto sparati sui temi della legalità e sulla difesa dell’indipendenza della magistratura, con figure come l’Avvocato Consolo, artefice della proposta del Lodo Consolo per l’impunità assoluta dei Ministri, in conflitto di interessi perché anche l’Avvocato del Ministro Matteoli nel processo che Matteoli ha a Livorno non è che siano molto compatibili.
La stessa Chiara Moroni, persona per benissimo etc., perché è diventata parlamentare? Perché è la figlia di un imputato di Tangentopoli che si è suicidato dopo che si è scoperto che prendeva le tangenti e da allora non ha fatto altro che essere utilizzata da Berlusconi per attaccare la magistratura con un volto che naturalmente incute rispetto perché è comunque la figlia di una persona che è morta suicida, che c’entra con chi si propone di difendere la magistratura anticorruzione? Non quando sbaglia, quando ha ragione, stiamo parlando dell’indagine Tangentopoli, non di un’indagine campata per aria, oltre al fatto che già c’era qualcuno che forse era meglio che non ci fosse, poi ne sono arrivati degli altri negli ultimi tempi, c’è una discreta transumanza dal Pdl ai finiani, quindi dovrebbero stare molto attenti, mettere dei cerberi, dei mastini, dei buttafuori all’ingresso per scremare il grano dall’olio, cosa che finora non mi pare abbiano fatto, tant’è che l’altro giorno mentre si vedeva questo fiume in piena di gente che entrava, spingeva, sgomitava etc., il nostro collega de Il Fatto Quotidiano ha chiesto ai colonnelli di Fini che hanno un po’ il compito di dirigere il traffico: avete mai mandato indietro qualcuno o prendete tutti? Loro hanno risposto: Lunardi ci aveva fatto sapere di essere interessato, ma gli abbiamo detto di restare pure dove stava.

Chi si imbarca Fini?

E’ un’ottima cosa naturalmente avere respinto le avance di Lunardi, ma non è che c’è solo Lunardi, non è che bisogna proprio essere Lunardi per diventare impresentabili in un partito che sventola la bandiera della legalità, forse c’è anche un fatto di coerenza, oltre che di storie personali, non è che basta essere incensurati.
Per esempio è entrata Tiziana Maiolo, quest’ultima secondo me è una persona dal punto di vista penale assolutamente ineccepibile, non credo che abbia mai rubato neanche un bottone, la Maiolo è portatrice di una cultura che è completamente antitetica rispetto a quello che dice di voler essere Futuro e Libertà è un ex redattrice de Il Manifesto, è una che ce l’ha sempre avuta con la magistratura, è una che è stata usata proprio per questo da Berlusconi al servizio del proprio garantismo peloso, passata da Rifondazione Comunista a Forza Italia nel 1994, un bel saltino senza neanche passaggi intermedi, anzi neanche qualche camera di compensazione, è diventata subito Presidente della Commissione parlamentare antimafia e lì ha passato il suo tempo a insultare i magistrati, i pentiti e a difendere tutti gli imputati eccellenti di mafia, dopodiché ha chiesto di abolire non il concorso esterno in associazione mafiosa, di abolire il reato di associazione mafiosa, il 416 bis, quello che martiri come La Torre, come Dalla Chiesa, come Chinnici hanno pagato con la vita perché è stato dopo il loro omicidi che è stata varata quella legge che ha istituito il reato specifico di mafia in Italia, credo nel 1982.
Ha chiesto l’abolizione della legge sui pentiti, perché evidentemente i mafiosi le piacciono zitti e poi ha chiesto l’abolizione della custodia cautelare, se uno ammazza un altro bisogna aspettare che venga condannato in Cassazione per poterlo ficcare dentro, questa è la conseguenza se viene abolita la custodia cautelare, la carcerazione prima della sentenza definitiva, cosa c’entra una che la pensa così, è legittimo che la pensi così, ci mancherebbe, è dagli anni 60 che la pensa così, cosa c’entra con Futuro e Libertà non si capisce, oltretutto che beneficio può portare la Maiolo, una che credo non la voterebbe neanche un parente stretto, non è neanche una portatrice di voti, tant’è che Berlusconi l’ha scaricata senza particolari conseguenze.
E’ entrato Alfredo Biondi alla sua veneranda età, Biondi credo sia in Parlamento dal 1964, mentre io nascevo lui entrava in Parlamento, ho 46 anni, è stato Ministro della Giustizia del primo governo Berlusconi, è l’autore e ha dato il suo nome alla prima legge vergogna dell’era berlusconiana, il Decreto Biondi che aboliva la custodia cautelare per Tangentopoli, proprio alla vigilia degli arresti per le tangenti della Fininvest alla Guardia di Finanza e fu proprio Fini insieme a Bossi a far ritirare quel Decreto a furor di popolo e subito dopo furono arrestati i dirigenti della Fininvest e i finanzieri corrotti in quello scandalo e Bossi rivelò che il Decreto era stato fatto a posta per salvare il fratello di Berlusconi dal carcere e lo so benissimo che Biondi è un vecchio liberale, però le cose fatte conteranno pur qualcosa, cosa c’entra Fini con Biondi? E'entrato l'ex coordinatore regionale in Piemonte di Forza Italia Roberto Rosso, quest’ultimo si era appena dimesso questa estate perché amico intimo di quel Cazzago, credo si chiami così, coinvolto nello scandalo di Phonemedia già me lo ricordo qualche anno fa quando coordinava Forza Italia in Piemonte e fu arrestato Luigi Odasso, il direttore generale dell’Ospedale Molinette che prendeva le tangenti in ufficio, come Mario Chiesa, Odasso disse la stessa cosa che aveva detto Chiesa e cioè: non rubo per arricchirmi, rubo per comprare tessere fasulle di Forza Italia e scalare il partito perché voglio diventare Ministro o sottosegretario della sanità, Rosso era il coordinatore regionale del partito che questo Odasso stava scalando a suon di tessere gonfiate, almeno accorgersi che questo stava diventando come la rana che ci gonfia nella fiaba, avrebbe dovuto accorgersene, invece dice tranquillamente: quello stava scalando il nostro partito e non me ne ero neanche accorto, complimenti, chissà che gestione allegra in quel partito!
Possibile che uno che è stato nella Democrazia Cristiana con Vito Bonsignore, non dico con De Gasperi, nel 1992 appena scoppia Mani Pulite si innamora dei magistrati e fa il movimento Mani Pulite, 1994 Forza Italia, adesso appena vedi che Berlusconi è un po’ in difficoltà, Fini Roberto Rosso, possibile? E’ diventato subito il N. 1 dei finiani in Piemonte, non è così che nasce un partito che si propone, legalità è anche coerenza, non è soltanto fedina penale pulita e poi a proposito di fedine penali… poi c’è un altro meraviglioso esemplare di riciclo, ve lo ricordate Valerio Carrara? Fu eletto nel 2001, fu l’unico per sbaglio eletto con Di Pietro in quella tornata perché Di Pietro non fece il quorum per un soffio, l’unico che risultò eletto, credo per il meccanismo dei resti, fu questo bergamasco Carrara, appena mette piede alla Camera, in meno di 24 ore è già passato con Forza Italia, uno che si è candidato nel partito più antiberlusconiano che esista, quello di Di Pietro, zac in meno di 24 ore era già berlusconiano e da allora è sempre rimasto berlusconiano, adesso è dato in avvicinamento, spero che qualcuno lo fermi prima che entri lì dentro!
Anche perché chi ha tradito, può tradire ancora, sono vocazioni queste, adulte tra l’altro, si sono presi Giampiero Catone, quest’ultimo nel 2001 fu arrestato e poi fu coinvolto in varie inchieste, a Roma per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, al falso, alle false comunicazioni sociali, alla bancarotta fraudolenta pluriaggravata, questa è la ragione per cui lo fece arrestare la Procura di Roma nel 2001 mentre era candidato con Buttiglione, perché lui ha cambiato partiti ogni due minuti.
Era già indagato per il fallimento di un’azienda di pannolini, la Abatec, è stato rinviato a giudizio per estorsione ai danni di una multinazionale, poi per la Abatec nel 2008 è stato assolto e recentemente ha detto di avere risolto tutti i suoi problemi giudiziari, ho l’impressione che ci sia ancora qualche processo aperto, ma stiamo verificando, ma si può prendere uno con questo curriculum? Poi c’è Nino Strano, quest’ultimo, qualcuno se lo ricorderà, è quel senatore un po’ strano che nel 2008 quando Prodi cadde, gennaio 2008 festeggiò stappando una bottiglia di Champagne in pieno Palazzo Madama e tirando fuori anche una fetta di Mortadella sventolandola e mangiandosela così con quel gesto molto elegante, poi cominciò a urlare mafioso, culattone di tutto a un tale Cusumano che aveva osato votare a favore del governo Prodi, dato che Cusumano era nell’Udeur, era suo preciso dovere votare per il Governo Prodi, visto che era stato eletto nella stessa coalizione, ma dato che Mastella aveva tradito Prodi, allora uno che tradiva il tradimento di Mastella era considerato un traditore, quindi si prese anche gli insulti e fu poi sputacchiato da quell’altro Barbato.

Fini, Nino Strano e la giunta Lombardo

Questo Strano, Fini disse che non avrebbe più dovuto essere rieletto, invece fu ricandidato, fu trombato allora fu sistemato come Assessore regionale in Sicilia, nella Giunta Lombardo, non l’ultima, la penultima, al turismo, nel frattempo è stato condannato a due anni e due mesi per abuso d’ufficio con il Sindaco Scapagnini e altri 5 assessori perché era assessore in una Giunta Comunale di Catania di Scapagnini e alla vigilia delle elezioni cosa hanno fatto?

Hanno regalato una barcata di soldi ai dipendenti comunali, concedendo loro così all’improvviso il giorno prima o due giorni prima delle elezioni, contributi previdenziali per i danni causati dalla cenere lavica dell’eruzioni dell’Etna, si sono comprati i dipendenti comunali, che in Sicilia come sapete sono molti, anche quelli regionali, con un’elargizione che configura un chiarissimo voto di scambio, visto che è stato fo alla vigilia del voto, condannato con Scapagnini in primo grado, adesso è in corso l’appello, con la legalità uno condannato in primo grado, non è che c’entri molto, oltretutto recentemente i finiani sono diventati insieme al PD e a un po’ di partiti centristi, il perno della nuova ultima Giunta Lombardo che è la quarta, credo, che è fatta da tecnici, quindi Strano non c’è, ma è comunque nell’assemblea regionale siciliana e è il più potenziaro dei finiani in assemblea regionale, possibile che i finiani appoggino, peraltro con il PD la Giunta di Raffaele Lombardo che è indagato per mafia a Catania? Adesso dal rapporto del Ros sul caso Lombardo e sul caso di molti altri, alcuni sono stati arrestati l’altro giorno, risulta che Strano ha dei rapporti con la famiglia Marsiglione che è considerata la reggente del gruppo del clan Santa Paola e gli uomini del Ros parlano tra stretti legami tra Strano e uno degli indagati principali dell’inchiesta, un certo Francesco Marsiglione.
Per esempio scrive il Ros, il 25 dicembre 2007, a Natale di 3 anni fa, Strano si recava presso il carcere di Bicocca, ove utilizzando le sue facoltà di parlamentare, aveva un colloquio con il detenuto Francesco Marsiglione, posto che l’On. Strano è amico di Francesco Marsiglione e la facoltà data ai parlamentari di incontrare i detenuti è funzionale a un controllo delle condizioni degli stessi, non a una visita ai propri elettori o amici.
Dopo l’incontro in carcere Marsiglione nei successivi dialoghi con i propri familiari intercettati, faceva più volte riferimento a tale visita, indicando Strano come frate Nino, le conservazioni, scrivono i magistrati, nelle quali il Marsiglione dialogando con il fratello e con il figlio parla di Nino Strano, denota una disponibilità del politico nei confronti di tutta la famiglia Marsiglione e un interesse dello stesso politico per l’apporto che potrà ricevere in occasione di competizioni elettorali.
Una delle tante intercettazioni immortala Marsiglione che dice “quello, Nino è venuto qua, mi ha salutato, mi ha abbracciato, dice, ma perché non vengono i tuoi, mi fai cercare? Fammi cercare perché ora sono qua questo periodo”, oppure Girolamo Marsiglione che dice “lo zio Nino – che sarebbe secondo gli inquirenti sempre Strano – mi ha detto il giorno 22, ci sentiamo che dobbiamo parlare 10 minuti” oppure “per te papà fatti il curriculum – dice Francesco Marsiglione - senza data e senza niente in modo che tu poi, fammi sapere con tuo frate Nino etc." per gli inquirenti si tratta di ovviamente un possibile voto di scambio, favori, sistemazione di figli in cambio di voti e di aiuti elettorali.
Non sappiamo se Strano sia indagato, ma certamente queste indagini aggravano non giudiziariamente per ora, ma politicamente la posizione di Strano, un partito che si ispira alla legalità non deve cacciare nessuno senza ovviamente neanche un rinvio a giudizio per reati gravi e qui peraltro abbiamo addirittura una condanna in primo grado per abuso d’ufficio, ma dovrebbe almeno porsi il problema di sospendere questo signore, si attende da Fini qualche gesto conseguente dopo il discorso, il bel discorso che ha tenuto ieri a Perugia, un discorso che è stato sottolineato dalle ovazioni del pubblico, ogni qualvolta Fini parlava male di Berlusconi, dopo anni che ci hanno detto che l’antiberlusconismo era una cosa brutta e era una cosa di sinistra, adesso scopriamo che per fortuna sta nascendo, anzi c’è già clandestino perché nessuno se ne è mai voluto accorgere, un antiberlusconismo di destra e questo è molto interessante e è molto importante.

Fini deve essere chiaro e coerente, conviene a tutti noi italiani sia che siamo di destra, sia che siamo di sinistra, la nascita di un centro-destra normale, non berlusconiano che parli di legalità, ma che poi la pratichi anche quotidianamente, noi de Il Fatto Quotidiano ogni tanto veniamo accusati di stare con Di Pietro, ogni tanto con Grillo, ogni tanto con Fini, ogni tanto con questo, con quell’altro, noi semplicemente abbiamo le nostre posizioni, l’abbiamo detto fin dal primo giorno, la nostra linea politica è la Costituzione repubblicana, chi si avvicina una Costituzione repubblicana ci piace, naturalmente non basta che ne parli, bisogna poi che la Costituzione la attui nei fatti e quindi dai fatti giudicheremo Fini come giudichiamo tutti gli altri, passate parola e ricordatevi l’abbonamento a Il Fatto Quotidiano, grazie e buona settimana!

Autore: Marco Travaglio - Fonte: beppegrillo.it

 

Buongiorno a tutti, oggi parliamo di notizie che spesso facciamo, notizie non date importanti, notizie date non importanti e notizie utilizzate come arma di ricatto, tra quelle non date non so se avete trovato traccia in televisione della gigantesca manifestazione di 50 mila persone in Valle di il Susa, Valle di Susa non è Roma né Milano, 50 mila persone con decine e decine di sindaci hanno manifestato sabato contro il Tav (treno a alta velocità) che sul sito de Il Fatto Quotidiano, abbiamo definito il più caro e il più inutile d’Europa.

Notizie, ricatti e minacce.

E’ l’ennesima dimostrazione che questa opera non si farà, salvo militarizzare e cingere d’assedio con i carri armati per una ventina di anni la Valle di Susa. L’altra notizia non data, che Francesco Di Stefano mi prega di darvi è che oggi iniziano le trasmissioni di Europa 7.
Iniziano in Lombardia, in Lazio e in Abruzzo e in seguito il segnale arriverà su tutto il resto del territorio nazionale, per i dettagli delle trasmissioni che da quello che ho capito sono in pay e quindi richiedono un decoder per ricevere questi programmi che sono in una tecnologia a altissima definizione e credo in Italia usi soltanto Europa 7 e per il relativo decoder potete andare naturalmente sul sito di Europa 7, dove trovate tutte le informazioni e questa è sicuramente una buona notizia visto che la battaglia di Europa 7 contro il monopolio illegale, incostituzionale della televisione dura dal 1999, quando ricorderete il Governo D’Alema bandì la gara per le concessioni nazionali, Europa 7 la vinse, Rete 4 la perse eppure da allora mai è stata messa a disposizione di Europa 7, il pacchetto di frequenze necessarie per trasmettere.
Poi ci sono le notizie che vengono utilizzate per ricattare, minacciare, condizionare, intimidire le persone, premetto subito una cosa, chi segue Passaparola lo sa, chi non lo segue magari ha cominciato a farlo, visto che adesso il Passaparola viene trasmesso anche da Current Tv, non lo sa ancora ma sono qui a posta per ricordarlo, Emma Marcegaglia non ha mai goduto delle nostre simpatie e poi le nostre simpatie sono abbastanza ininfluenti, Emma Marcegaglia è stata spesso argomento delle nostre chiacchierate quando per esempio come Presidente della Confindustria lodevolmente proseguì nell’opera di Montezemolo di bonifica delle varie unioni industriali, soprattutto nel sud, e confermò la decisione di espellere dall’associazione degli industriali i soci che venivano beccati a pagare il pizzo alla mafia, per esempio e in quella circostanza abbiamo detto: perché non vengono espulsi anche i soci che vengono beccati a pagare le tangenti? Perché chi paga il pizzo alla mafia molto spesso lo fa per sopravvivere, lo fa perché altrimenti lo ammazzano, gli fanno saltare il negozio, capannone, il cantiere, infatti giuridicamente è vittima di estorsione chi paga il pizzo alla mafia.
Non bisogna pagare il pizzo alla mafia, ma chi lo paga non commette un reato se è vittima di un’estorsione, mentre invece chi paga tangenti, almeno che non sia costretto, non è vittima di un reato, ma è autore e complice di un reato che si chiama corruzione e guarda caso il Gruppo Marcegaglia ha patteggiato sia come società, sia come persona fisica nella persona del fratello di Emma Marcegaglia, pene detentive e pecuniarie per corruzione nel caso Eni Power, in più ci sono indagini che hanno portato anche dei sequestri su alcuni inceneritori o termovalorizzatore che dire si voglia del Gruppo Marcegaglia, soprattutto in Puglia, sapete che c’è una certa generosità della Giunta Vendola nei confronti del Gruppo Marcegaglia e non soltanto di quello per gli inceneritori e c’è un’indagine che riguarda il gruppo che fa capo al padre di Emma Marcegaglia ma di cui lei è anche dirigente, per smaltimento abusivo, illegale di rifiuti e come potete controllare voi stessi dalle rassegne stampa che navigano su Internet, sono stati scoperti diversi conti esteri che fanno capo al Gruppo Marcegaglia, quindi di queste cose ci siamo sempre occupati, quando? Quando c’era la notizia, quando c’è il patteggiamento diamo notizia del patteggiamento, quando c’è un’indagine, diamo notizia dell’indagine, quando ci sono sequestri di inceneritori, diamo notizia dei sequestri di inceneritori e la stessa cosa ha fatto spesso Beppe Grillo sul suo blog, quindi non siamo qua per difendere Emma Marcegaglia, nel senso che ci sono molte magagne che riguardano lei e il suo gruppo che andavano raccontate e che abbiamo sempre raccontato.
Se qualcuno avesse voglia, può andare in emeroteca, oppure sugli archivi informatici e controllare quali spazi Il Giornale di Silvio Berlusconi e Libero attualmente diretto da Maurizio Belpietro ma fino a un anno fa diretto da Vittorio Feltri che fa capo alla famiglia Angelucci, quale spazio hanno dato questi giornali alle vicende giudiziarie del Gruppo Marcegaglia, troverete delle gran brevi quando va bene, quando va male non troverete niente! La domanda è: ma per quale motivo dopo non avere scritto nulla o quasi nulla delle notizie sulle disavventure giudiziarie del Gruppo Marcegaglia quando avvenivano, recentemente il mese scorso Il Giornale ha manifestato questa spasmodica necessità di raccogliere notizie e di pubblicare notizie sulla Marcegaglia? Guarda caso il giorno dopo la Marcegaglia in un’intervista a Il Corriere della Sera aveva criticato il Governo Berlusconi, dicendo delle cose che peraltro avrebbe potuto dire anche qualche anno fa e cioè che è un governo che non rispetta le promesse, è un governo che racconta agli italiani che il nostro paese sta meglio degli altri rispetto alla crisi finanziaria e mondiale, mentre è uno di quelli che sta peggio e che era ora di finirla di occuparsi di scemenze, tipo la casa di Montecarlo di Tulliani e era ora di cominciare a occuparsi di cose serie cioè lavoro, produzione etc..
Banalità naturalmente, tardive, scoperte dell’acqua calda, sfondamenti di porte aperte, però sapete che negli ambienti dei poteri forti i riflessi sono piuttosto lenti, sta di fatto che nel momento in cui la Signora Marcegaglia critica il Governo Berlusconi, Il Giornale della Famiglia Berlusconi decide di interessarsi ai guai della Signora Marcegaglia, scelta legittima naturalmente, potevano prendere quello che sapevano, copiarlo da noi che l’avevamo scritto in tempi non sospetti e pubblicarlo, invece cosa fanno? Il vicedirettore de Il Giornale, Nicola Porro, telefona al portavoce della Signora Marcegaglia e le dice: ah, domani ci divertiamo! Domani spostiamo i nostri segugi da Montecarlo a Mantova, Mantova è il regno della Marcegaglia, luogo dove c’è la sede del gruppo e tutto quanto e le spacchiamo il cazzo! Questa è l’espressione in dolce stil nuovo, ma nelle telefonate può capitare che si parli così, andiamo al succo!
Il portavoce in realtà Marcegaglia giustamente cade dalle nuvole, nel senso che mai Il Giornale si è occupato delle vicende giudiziarie della Marcegaglia e quindi dice: ma stai scherzando? E’ una burla, è una boutade? L’altro dice: no un po’ è vero! A questo punto il contesto cosa dice? Se si trattasse, non so, di un quotidiano che non è uso attaccare le persone che attaccano o criticano Berlusconi si potrebbe pensare a uno scherzo, ma il portavoce della Marcegaglia sta parlando con il vicedirettore di un giornale che è noto, non da oggi, da quando Montanelli ne fu cacciato e sostituito da Feltri, per avere attaccato tutti quelli che stavano sulle palle a Berlusconi o tutti quelli che davano fastidio a Berlusconi, tutti, dal primo all’ultimo! Feltri arrivò a Il Giornale con una fama di giustizialista, direbbe lui di sé stesso oggi, sostenitore accanito del pool Mani Pulite, appena arrivò a Il Giornale e il pool Mani pulite si stava occupando ovviamente anche del gruppo Berlusconi, cominciò a attaccare il pool Mani pulite e divenne “garantista” o pseudo – garantista, tra le guardie e i ladri smise di simpatizzare per le guardie e cominciò a simpatizzare per i ladri e cominciò a far scrivere noti, pluri-imputati di tangentopoli contro i quali quando era all’Indipendente fino al giorno prima aveva sparato a palle incatenate, era lui che chiamava Craxi “il cinghialone” era lui che scriveva delle cose terrificanti su Pomicino, su De Lorenzo etc..
Poi continuò con la campagna contro Di Pietro, perché Di Pietro minacciava di mettersi in politica e di far fastidio a Berlusconi visto che aveva rifiutato di andare con Berlusconi, poi attaccò la Boccassini quando la Boccassini scoprì le tangenti Fininvest ai giudici e poi attaccò Veronica quando Veronica cominciò a criticare il marito e annunciò il divorzio e poi attaccò il Giudice Mesiano quando quest’ultimo fece la sentenza che condannava la Fininvest in primo grado a risarcire la Cir di De Benedetti per lo scippo della Mondadori e poi attaccò Dino Boffo, quando quest’ultimo si permise una pallida critica sullo stile di vita del Presidente del Consiglio e lo attaccò dicendo una cosa vera, che però non aveva mai detto prima, caso molto simile alla Marcegaglia e cioè che Boffo era stato condannato per molestie nei confronti di una donna, notizia vecchia che fu tirata fuori subito dopo che Boffo criticò lo stile di vita del Presidente del Consiglio e poi ci fu anche la bugia che era talmente incredibile che si potesse raccontare, che all’inizio sembrava vera, cioè che un poliziotto impazzito avesse fatto una relazione, attenzionando Dino Boffo, addirittura per la sua omosessualità e poi si scoprì invece che quella era una lettera anonima, non un'informativa di polizia.

Porro, Feltri e il "padrun" Confalonieri.

Poi attaccò, non vi dico gli attacchi nei confronti miei, di Santoro, di Luttazzi, di Biagi, di Montanelli, finché è stato vivo a assaggiato un massacro mediatico che lo costrinse poveretto negli ultimi mesi di vita a togliere addirittura il nome dal campanello, dal citofono di casa sua a Milano perché riceveva addirittura telefonate anonime sul suo telefono privato di minacce e addirittura una lettera di minacce sotto il piatto nel posto a tavola che occupava ogni sabato quando andava a pranzo con gli amici e i colleghi nel solito ristorante.
Poi attacchi di ogni genere all’Ariosto, a altri magistrati, alla D’Addario, chiunque si sia messo di traverso in questi anni sulla strada del Cavaliere gli hanno sparato a vista.
Quindi quando il portavoce della Marcegaglia, parlando con il vicedirettore del Giornale apprende che questi vogliono mandare i segugi a Mantova per occuparsi degli affaire della Famiglia Marcegaglia, che stanno raccogliendo un dossier, un articolo, un servizio, preparando una campagna sulle disavventure giudiziarie sulla Famiglia Marcegaglia, il portavoce, memore di tutti questi precedenti dice: ecco Marcegaglia è il prossimo obiettivo e avverte la Marcegaglia come è suo dovere fa, cosa fa la Marcegaglia? Può fare due cose potrebbe dire: lasciamo che pubblichino, tanto non ho niente da nascondere, che è un po’ quello che facciamo noi quando a volte mi dicono: sai mi è giunta voce che Il Giornale sta preparando… facciano, qualunque cosa scrivano o è innocua, oppure è falsa! Se è falsa scrivano pure, li querelo, gli faccio causa, questo dovrebbe essere l’atteggiamento di chi non ha niente da nascondere, cioè di chi non è ricattabile, evidentemente la Signora dei timori li ha, ha una bella coda di paglia, tant’è che appena dicono che si sta per pubblicare qualcosa sugli affaire del gruppo di famiglia, allarmatissima telefona, a chi telefona? Telefona a Feltri, direttore editoriale del giornale, oppure a Sallusti, il direttore responsabile… oppure telefona a Porro che si è dimostrato così informato con il suo portavoce, oppure telefona a Paolo Berlusconi, l’editore del Giornale, invece no, chiama Fedele Confalonieri che è il Presidente di Mediaset e che è anche consigliere di amministrazione del Giornale, si dirà: cosa ci fa il Presidente di Mediaset nel Consiglio di Amministrazione di un giornale? Che non è né di Mediaset, né di Berlusconi, anzi non può essere di Mediaset perché violerebbe la Legge Gasparri, la quale fino al 2012 vieta gli incroci tra televisioni e giornali.
Confalonieri riceve la telefonata della Marcegaglia cosa fa? Potrebbero sempre dire: ha chiamato Confalonieri perché è nel direttivo di Confindustria, lei conosce Confalonieri, non conosce Paolo Berlusconi… allora Confalonieri dovrebbe chiamare lui Paolo Berlusconi, l’editore de Il Giornale, invece no, si comporta come se il padrone de Il Giornale, il mero proprietario, fosse proprio Confalonieri, cioè Mediaset, cioè Berlusconi Silvio, chiama Feltri e è lo stesso Feltri nelle interviste a ridicolizzare la Marcegaglia dicendo: ha voluto chiamare il padrun la Marcegaglia, quindi noi dalle parole di Feltri, veniamo a apprendere che il padrun de Il Giornale in violazione della Legge Gasparri, che ha fatto Berlusconi, è Confalonieri, Presidente di Mediaset e manager di un’azienda di proprietà di Berlusconi, perché Mediaset è ufficialmente di Berlusconi e della sua famiglia, oltre a una quota che è sul mercato azionario.
A questo punto cosa succede non si capisce bene, perché le versioni divergono, Feltri dice: ho detto a Confalonieri che sulla Marcegaglia non avevamo niente in cantiere e che quindi stesse pure tranquilla, la Marcegaglia dice testualmente davanti ai magistrati il 5 ottobre: “durante la mia predetta conversazione con Confalonieri rappresentai allo stesso la mia preoccupazione e il mio allarme dicendo allo stesso Confalonieri che era per me assurdo un simile comportamento da parte de Il Giornale e Confalonieri mi rassicurò e mi disse che avrebbe chiamato immediatamente Feltri che sarebbe intervenuto e che poi mi avrebbe richiamato, cosa che infatti fece dopo pochi minuti. In tale seconda telefonata il Confalonieri mi disse di avere parlato con Feltri e che era tutto a posto, nel senso che Il Giornale avrebbe desistito. In tale occasione il Confalonieri mi ribadì anche lui la necessità e l’opportunità che io facessi un’intervista su Il Giornale, non mi era mai capitata una cosa simile che un quotidiano o qualsivoglia altro giornale tentasse di coartare la mia volontà con queste modalità per ottenere un’intervista, ovvero conseguentemente a dichiarati da me precedentemente rilasciate, lo stesso quotidiano Il Giornale in passato non si era mai comportato in tale modo.”, a questo punto Feltri dice: noi non avevamo niente in cantiere, l’ho detto a Confalonieri e quest’ultimo l’ha detto alla Marcegaglia, non c’è niente, la Marcegaglia invece dice che Confalonieri le ha detto un’altra cosa, che era intervenuto e proprio perché era intervenuto, Il Giornale avrebbe desistito.
Desistito da cosa? Evidentemente dal pubblicare qualcosa che c’era in cantiere, non è una differenza da poco la prima versione quella di Feltri, da quella della Marcegaglia, Feltri dice: non ho niente in mano, la Marcegaglia dice: no, Confalonieri mi ha detto che avevano in mano qualcosa su di me e che l’intervento di Confalonieri li ha fatti desistere. Confalonieri dice: mi riconosco perfettamente nella ricostruzione di Feltri e della Marcegaglia, ma sono ricostruzioni incompatibili, se non c’era niente, versione Feltri, può darsi che quello di Porro sia stato uno scherzo, anche se l’hanno ovviamente frainteso e l’hanno frainteso perché? Perché sanno di cosa è capace Il Giornale e come fa Il Giornale ogni volta che critica Berlusconi, in ogni caso anche lo scherzo frainteso va a coartare e a minacciare e a intimidire la Marcegaglia, se invece è intervenuto Confalonieri per bloccare e per farli desistere, allora vuole dire che ci avevano provato, avevano messo da parte delle cose, avevano fatto sapere alla Marcegaglia che le stavano raccogliendo, in cambio di cosa avrebbero evitato di pubblicarle? Qui c’è un altro passaggio interessante dell’interrogatorio della Marcegaglia, dopo il racconto che il suo portavoce mi fece della telefonata di Porro, sicuramente dice la Marcegaglia ha percepito l’avvertimento del Porro come un rischio concreto e reale per la mia persona e la mia immagine, tanto reale che effettivamente mi misi personalmente in contatto con Confalonieri, perché Porro e Il Giornale ce l’avevano con la Marcegaglia? Cosa volevano ottenere da lei dopo che aveva criticato il governo? Il giornale era piccato sia per le mie dichiarazioni contro l’operato del governo, sia per il fatto che io stessa e Confindustria ci siamo sempre filati poco Il Giornale, quest’ultimo e il suo giornalista hanno dunque tentato di costringermi a cambiare il mio atteggiamento, infatti alla fine sia gli uomini vicini alla Marcegaglia, sia Confalonieri cercano di convincerla a fare un’intervista con il Giornale.
A questo punto Belpietro, Feltri e altri dicono: vi pare possibile che facciamo tutto questo casino e andiamo a minacciare il Presidente della Confindustria per avere un’intervista dalla Marcegaglia? Ma come ha detto Feltri, ma chi se ne frega di avere un’intervista della Marcegaglia, questa parla dalla mattina alla sera a reti unificate dicendo cose poco interessanti, è pure una rompicoglioni, così dice lui, Sallusti che è un noto estimatore del genere femminile dice che la Marcegaglia è pure isterica, pensate il maschilismo che c’è dietro a questa definizione, comunque la si pensi nei confronti di questa signora sotto altri punti di vista.

Perché solo Woodcock incappa nelle telefonate.

Vi pare possibile che noi brigavamo e facevamo minacce e dossier per avere un’intervista da questa qua? Manca il movente del reato!
Dicono Feltri e gli altri, in realtà l’intervista non era lo scopo di tutte le manovre che vengono fuori dalle telefonate, lo scopo quale era? Era sì magari un’intervista, ma un’intervista nella quale la Marcegaglia si rimangiasse le critiche al Governo Berlusconi e alle campagne contro Fini per la casa di Montecarlo, quindi attenzione, non volevano portare a casa un’intervista così, domanda e risposta, volevano portarsi a casa un’intervista nella quale piccati per le sue dichiarazioni contro l’operato del governo, la Marcegaglia dicesse che non voleva dire quello quando criticava il governo e che magari invece era pure giusto attaccare Fini, questo è il contesto nel quale la Marcegaglia dice di essersi intimidita e di avere telefonato a Confalonieri, con la coda di paglia perché sa che se raccontano le faccende del suo gruppo finanziario e imprenditoriale, sicuramente non ci fa una bella figura.
Allora capite a cosa pensano i magistrati quando sentendo queste telefonate ipotizzano il reato di violenza privata nei confronti della Marcegaglia, la violenza privata non è picchiare qualcuno, la violenza privata è coartare la volontà di qualcuno, costringere qualcuno a fare qualcosa che non farebbe minacciandolo, questo è il reato, naturalmente le indagini servono per verificare se il reato c’è o non c’è, quindi non è che l’indagine c’è e allora c’è il reato, serve a questo l’indagine, l’indagine la fa il PM Woodcock, il PM Piscitelli con la controfirma che è un timbro di solidarietà del Capo della Procura di Napoli, un magistrato iperprudente, Giandomenico Lepore, tutti a dire: ah il solito Woodcock, quello che non ne azzecca una, in realtà come abbiamo più volte spiegato, Woodcock azzecca, ci sono moltissimi processi avviati da indagini di Woodcock che si sono conclusi con condanne e in ogni caso le indagini non devono concludersi in condanna, le indagini devono appurare se c’è un reato, se c’è un reato devono concludersi con condanne, se non c’è un reato devono concludersi con un’assoluzione, un ottimo PM è quello che fa condannare i colpevoli e fa assolvere gli innocenti, all’inizio non lo sai se uno è colpevole o innocente, certo di fronte a certe telefonate devi indagare, guai se ogni indagine aperta portasse alla condanna, vorrebbe dire davvero che i giudici sono servi dei pubblici Ministeri, invece meno male nella dialettica processuale a volte ci sono assoluzioni e a volte condanne, lo dico perché stamattina per dimostrare che Woodcock non ne azzecca una Il Giornale ricorda l’inchiesta su Salvo Sottile, il portavoce di Fini beccato al telefono a trafficare in ragazzine da dirottare alla RAI, quando stava nelle a Fini alla Farnesina, i provini venivano fatti direttamente sui divani della Farnesina.
Tutti pensano che Sottile sia stato assolto, perché? Perché Woodcock non ne azzecca una, Sottile è stato condannato perché mandava l’auto blu, un mezzo dello Stato a prelevare la Gregoracci, ok? Tanto per dire com’è facile fregare la gente quando su questioni sulle quali nessuno può controllare, come si fa a sapere come vanno a finire i processi a Woodcock se i giornali ne parlano sempre quando ci sono le indagini e poi non seguono i dibattimenti e non vanno a leggere le sentenze, così diventa facilissimo dire che De Magistris non ne azzeccava una, infatti gli hanno tolto tutte le inchieste, a Woodcock non ne azzecca una, intanto stanno cercando continuamente di mettergli i bastoni tra le ruote e se non ne azzeccassero una dovrebbero essere felici questi imputati, bene, siamo capitati nelle mani di un PM che non ne azzecca una, finirà tutto nel nulla, perché si preoccupano, perché li attaccano così? Perché sanno che in realtà questi magistrati poi molto spesso ci azzeccano e comunque la bontà di un magistrato non si calcola dal numero di condanne che portano le sue indagini.
Ma è interessante il meccanismo per capire se siamo di fronte a magistrati impazziti o se siamo di fronte a magistrati che di fronte a una notizia di reato, procedono perché fortunatamente in Italia è obbligatoria l’azione penale, qualcuno dirà: ma possibile che capiti sempre tutto a Woodcock? Ribaltate la domanda e domandatevi: ma quanti magistrati facendo intercettazioni si imbattono in fatti come questi? Il fatto che Woodcock sia considerato uno che ci si imbatte così di frequente o è estremamente fortunato o è profetico, nel senso che quando intercetta un benzinaio già sa che gli capiterà qualcosa tra le mani che riguarda ministri, politici, giornalisti, vip? Oppure ci sono un sacco di magistrati che nelle loro indagini scoprono fatti di questo genere e li imboscano? Perché guardate che Woodcock lavorava a potenza e indagando su faccende locali arrivava spesso a personaggi di rilevanza nazionale, adesso è a Napoli, stava lavorando su un’indagine, lo racconta oggi Il Corriere, a proposito del gruppo Trevi che fa capo al Vicepresidente della Confindustria, Cesare Trevisani, in quell’indagine è venuto fuori un ruolo non di indagato, del portavoce della Marcegaglia, Arpisella, gli hanno messo il telefono sotto controllo, sapete che si può essere messi sotto controllo, capita abbastanza di rado, ma succede, anche senza essere indagati, per esempio se si è vittima di un reato o se si sa qualcosa a proposito di certi fatti, intercettato può essere anche uno che non è o non è ancora indagato, quindi nelle telefonate di questo Arpisella si scopre, invece di quello che ci si aspettava sulle indagini sul Gruppo Trevi, queste telefonate minacciose, questi sms minacciosi con Nicola Porro e è da lì che parte l’indagine, quando sentite Feltri, Sallusti, Porro sbraitare: oddio ci intercettano i telefoni, guai a intercettare i giornalisti, in realtà i giornalisti sono cittadini come gli altri, non hanno nessuna immunità, quindi possono essere intercettati se commettono reati è anche giusto che vengano intercettati, ma qui nessuno dei giornalisti de Il Giornale è stato intercettato, era intercettato questo portavoce della Marcegaglia e nelle registrazioni ovviamente sono rimasti gli sms che gli mandava Porro e le telefonava che faceva con Porro, è così che è nata l’inchiesta, per caso, a questo punto i magistrati hanno visto che c’era un reato che stava per essere consumato, hanno seguito la vicenda e alla fine quando la vicenda si è chiusa, perché? Perché come dice la Marcegaglia hanno desistito dopo la telefonata di Confalonieri, l’indagine, per quanto riguarda le intercettazioni era finita, se avessero voluto fare i bastardi e continuare a fare le intercettazioni a strascico, avrebbero potuto continuare a tenere sotto dei telefoni o addirittura avrebbero potuto mettere sotto intercettazioni i telefoni di Porro e Sallusti e di Feltri, così chissà cosa avrebbero ascoltato se fosse vero che i PM sono lì per incastrare la gente, purché sia, per cercare il pelo nell’uovo, in realtà cosa hanno fatto? Hanno staccato tutto e sono andati a perquisire per vedere se questi dossier, se questa raccolta di informazioni sulla Marcegaglia c’era o non c’era.
Penultima cosa, ancora due cose vi dico, la penultima è che c’è una terza possibilità a proposito di quella divergenza, Feltri dice: sulla Marcegaglia non abbiamo raccolto niente e non volevamo scrivere niente, è uno scherzo di Porro e la versione Marcegaglia: Confalonieri mi disse che c’era qualcosa, ma lui l’aveva bloccata e li aveva fatti desistere, c’è una terza possibilità, cioè che dicano la verità sia la Marcegaglia, sia Feltri e che in realtà sia stato Confalonieri a giocare un po’ sull’equivoco, Confalonieri nella sua veste di amico del cuore di Berlusconi, proprietario di Mediaset, azionista del giornale, amico di Feltri, membro del direttivo della Confindustria, un bel ventaglio di ruoli, alcuni incompatibili gli uni con gli altri si potrebbe dire, addirittura conflitto di interessi, cosa fa? Questa è l’ipotesi, poi vedremo, giovedì ci sono gli interrogatori per capire bene cosa è successo, l’ipotesi è che Confalonieri anche se Feltri gli ha detto: non ce ne frega niente della Marcegaglia, magari lascia intendere che qualcosa c’era, così acquisisce per sé e per l’amico Berlusconi dei meriti agli occhi della Marcegaglia, guarda che ti abbiamo salvata, abbiamo bloccato la pubblicazione del dossier e la campagna che ne sarebbe seguita, in un’altra intercettazione il portavoce di Confalonieri Crippa dice: oddio se parte Feltri va avanti 15 giorni!
Quindi tu Marcegaglia da questo momento sai che ci devi qualcosa, voi capite che anche questa farebbe parte di quella violenza privata, nel caso in cui si dimostrasse che Confalonieri non si è limitato a fare il porta parola di questo e di quell’altro ma ci ha messo del suo e è tutto da accertare, ma è anche possibile che le cose siano andate così e che quindi la Marcegaglia si sia sentita ancora più in soggezione nei confronti di questi signori, visto che pendeva sempre sulla sua testa la spada di Damocle, perché? Perché hanno desistito perché ha telefonato Confalonieri, ma un domani se dici qualcos’altro contro il governo, ma spada potrebbe cascare, potrebbe partire quella campagna che per il momento è stata bloccata, ecco un aggravio della violenza privata.

Qualcuno di troppo nell'Ordine dei Giornalisti.

L’ultima cosa che volevo dire è che ci sono molte persone in Italia che alla luce di questo fatto se avevano voglia di prendere una posizione critica nei confronti del governo non lo faranno più.

Non lo faranno più perché hanno avuto l’ennesima dimostrazione del fatto chiunque critichi o si metta comunque di traverso sulla strada di Berlusconi, parte immediatamente il dossier, questo è un classico, è un automatismo, appena dici qualcosa tranghete, naturalmente se hai qualche scheletro nell’armadio stai sicuro che te lo tirano fuori, anche perché dispongono di mezzi investigativi non comuni, non ordinari, non hanno soltanto i segugi de Il Giornale, abbiamo visto strani personaggi, faccendieri, hanno i servizi segreti e le forze di pubblica sicurezza, le forze dell’ ordine alle loro dipendenze e quante volte abbiamo visto come venivano usati i servizi segreti e certe parti deviate delle forze dell’ ordine non per tutelare la sicurezza dei cittadini, ma per tutelare la sicurezza di Berlusconi e quante volte abbiamo visto portare nelle mani del Presidente del Consiglio informazioni e dossier che avrebbero dovuto rimanere riservati affinché lui ne potesse fare l’uso che voleva, smistarle ai suoi giornali, oppure addirittura telefonare direttamente, ricorderete quel video con Marrazzo in compagnia di trans girato da due Carabinieri deviati, che illegalmente erano entrati in quella casa, illegalmente avevano filmato Marrazzo con ma droga e con i trans, quel Dvd arrivò nelle mani del Presidente del Consiglio, oltre che dell’entourage di Belpietro e dell’entourage di Feltri, i soliti e alla fine Berlusconi chiamò Marrazzo e disse: ho qui un video che la riguarda, stia attento! Glielo disse con l’aria di fargli un favore, in realtà da quel momento Marrazzo era in catene, nelle mani del Presidente del Consiglio.
Se hai qualcosa da nascondere te lo trovano e da quel momento tu non sei più libero, se non hai niente da nascondere, te lo inventano o prendono un particolare vero di una vicenda che ti riguarda e lo manipolano geneticamente per farlo apparire una cosa mostruosa, mentre magari è una cosa innocente o senza nessuna importanza, questa è ancora una volta la lezione di questo caso che va molto al di là delle sorti della Marcegaglia della quale non ce ne frega assolutamente niente e che devo dire hanno confessato quelli de Il Giornale che non sono neanche molto svegli ultimamente, il nervosismo gioca brutti scherzi, perché l’altro ieri cosa hanno fatto, sabato mattina? Hanno detto “ecco il dossier sulla Marcegaglia” e cosa c’era in quel dossier? C’erano degli articoli che erano usciti… era una collezione di articoli uno di Repubblica, uno de L’Espresso, uno de “Il Sole 24 ore”, il comunicato del Cdr, uno de Il Fatto Quotidiano di Giovanna Dantino, uno de L’Unità di Gianola, ce ne sono due miei uno uscito su L’Espresso, uno uscito su Il Fatto Quotidiano, un micropezzo de Il Corriere della Sera sul patteggiamento del fratello della Marcegaglia e un altro pezzo di Vittorio Malagutti su Il Fatto Quotidiano, più un pezzo su La Stampa, indagato il padre della Marcegaglia nell’inchiesta sullo smaltimento abusivo dei rifiuti e un altro pezzo de L’Espresso, questo è il dossier, cosa volevano dimostrare questi spiritosoni, questi buontemponi? Che i dossier li fanno gli altri giornali, quelli di sinistra, perché secondo loro gli altri giornali sono tutti di sinistra, Il Fatto Quotidiano sarebbe di sinistra, La Stampa sarebbe di sinistra, Il Corriere della sera sarebbe di sinistra, i dossier li fanno gli altri, no, gli articoli, le notizie le danno gli altri ogni tanto, la differenza tra una notizia e un dossier è molto semplice: che la notizia esce sui giornali, il dossier non esce, se ho una notizia non la dico a nessuno, se so una cosa sulla Marcegaglia che gli altri non sanno, non chiamo la Marcegaglia, perché? Perché altrimenti quella magari avverte gli altri giornali temendo che abbiano anche loro la notizia, visto poi come si comporta, quella chiama direttamente gli editori, i padrun e così la mia notizia me la bruciano gli altri.
Se ho una notizia sulla Marcegaglia la pubblico, poi chiedo se la Marcegaglia vuole replicare, rettificare, spiegare, se invece ho un dossier, o sto raccogliendo un dossier, mica lo pubblico, faccio sapere all’interessato che lo sto raccogliendo e poi vedo l’effetto che fa, magari quello dice: ma no, non pubblicarlo che ti do l’intervista, ma no, non pubblicarlo che adesso faccio una smentita sulle critiche a Berlusconi, oppure faccio al bell’elogio di Berlusconi, oppure faccio un bell’attacco a Fini, oppure cosa volete per non pubblicarlo? E’ il metodo Corona applicato non alle fotografie ma alle notizie, il fotografo le foto le deve fare per pubblicarle, il giornalista le notizie le deve fare per pubblicarle, non per avvertire segretamente qualcuno e in attesa che succeda qualcosa inguattarle nei cassetti, quindi il fatto che Il Giornale abbia pubblicato i nostri articoli sulla Marcegaglia è la migliore dimostrazione della differenza che c’è tra un giornalista e qualcos’altro, il giornalista le notizie le pubblica, il qualcos’altro le notizie le usa per ricattare e questa secondo il nostro Codice Penale si chiama violenza privata, ma secondo il nostro codice deontologico significa che qui c’è qualcuno di troppo nell’ordine dei giornalisti, o siamo di troppo noi che le notizie sulla Marcegaglia le abbiamo pubblicato quando c’erano, o sono di troppo quelli che le pubblicano soltanto adesso che devono attaccare la Marcegaglia, qualcuno di noi è di troppo, qualcuno di noi abusa del titolo di giornalista, se giornalismo è questo, probabilmente noi dobbiamo cambiare nome, altrimenti devono cambiare nome loro e in tutto questo i lettori che ruolo giocano?

Chi fa il giornalista come diceva Montanelli al servizio dei suoi elettori e basta ha interesse a avere giornalisti che quando hanno le notizie le pubblicano, così le leggono i lettori, non credo che esistano lettori che hanno interesse a giornalisti che le notizie le raccolgono per tenerle nel cassetto e poi chiamare l’interessato dicendo: guarda che ti spacco il culo se… perché? Perché il lettore di tutto questo non verrà mai a sapere nulla, quindi gli mancheranno delle informazioni, forse dal punto di vista dei lettori sono meglio i giornalisti che le notizie le danno, passate parola!

Fonte: beppegrillo.it

 

Buongiorno a tutti, anche a beneficio della neurodeliri che prima o poi dovrà intervenire, leggiamo le ultime esternazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi alla festa del Pdl a Milano ieri :“La sovranità è stata trasferita dal popolo ai PM che ci tengono sotto scopa” non si capisce di cosa stia parlando questo Signore, visto che da febbraio i suoi processi sono congelati e non si hanno notizie di nuove indagini che lo riguardino direttamente.

I vecchietti della P3.

A meno che, come spesso avviene, lui non sappia delle cose che noi non sappiamo, al momento si sa che ci sono i processi Mills, Mediaset e Mediatrade che sono bloccati a Milano da legittimo impedimento e che potrebbero sbloccarsi ma non a causa dei PM che tengono sotto scopa la politica, ma a causa dell’incostituzionalità che la Corte Costituzionale il 14 dicembre potrebbe rilevare sul legittimo impedimento e quindi cancellandolo riaprire quei processi che sono già dibattito, quindi il PM non c’entra nulla.
Potrebbe sapere qualcosa in più di quello che sappiamo noi? Sappiamo che c’è un’indagine a Firenze che nasce dalle dichiarazione di Gaspare Spatuzza e altri collaboratori di giustizia che vedi Berlusconi e Dell’Utri di nuovo indagati per strage, l’abbiamo detto questa estate, la Procura di Firenze ha chiesto e ha ottenuto la proroga delle indagini e quindi per un altro anno si va avanti a accertare tutto questo.
Ma Berlusconi non parla di quello, parla dello scandalo della P3 che evidentemente lo preoccupa, lui pubblicamente ha sempre detto: sono 4 vecchietti sfigati, ieri ha ripetuto “quelli della P3 sono 4 vecchietti che vengono tenuti dentro, finché parlano di Berlusconi” e perché dovrebbero parlare di Berlusconi? Quale pazzo tirerebbe in ballo l’uomo più potente d’Italia se non ce ne fosse il motivo? Il problema è che questi signori della P3 erano tutti legatissimi a Silvio Berlusconi, Flavio Carboni stava con lui nella P2, quest’ultimo gli ha venduto la Villa Certosa a Porto Rotondo in Sardegna, Flavio Carboni si agitava insieme a un altro fedelissimo di Berlusconi, Marcello Dell’Utri a un altro fedelissimo di Berlusconi, il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini, a un altro fedelissimo di Berlusconi, quell’Arcangelo Martino che proprio due estati fa aveva fabbricato una giustificazione posticcia per spiegare l’incredibile rapporto di confidenza tra Berlusconi e la famiglia di Noemi Letizia, dicendo di avere conosciuto il papà di Noemi Letizia all’Hotel Raphael da Craxi in una circostanza in cui c’era anche Berlusconi, notizia che poi è stata ampiamente smentita dai fatti in quanto il rapporto tra Berlusconi e il Signor Letizia, come lo stesso Berlusconi cambiando poi 20 mila versioni o lo stesso Signor Letizia cambiando 20 mila versioni affermarono era risalente a un periodo nettamente successivo.
Infine c’è il famoso Pasqualino Lombardi, il geometra irpino che telefonava a giudici, trafficava con il Csm, trafficava con la Corte Costituzionale, trafficava intorno alla nomina del Presidente della Corte d’Appello di Milano, questi signori quando parlavano al telefono facevano spesso riferimento a un tale Cesare, bene, alcuni di loro, compreso Martino hanno detto che quel Cesare era il nome in codice che usavano tra di loro per designare Berlusconi, Martino ha recentemente anche chiamato in causa Gianni Letta come uno dei referenti delle sue attività.
Berlusconi quindi ha paura che questi signori parlino di lui, ma non mentendo, dicendo la verità perché erano tutti uomini direttamente o indirettamente legatissimi a lui e al suo entourage. Aggiunge il Cavaliere “Se una legge non piace ai PM ricorrono alla Corte costituzionale che è formata, lo sanno tutti, da 11 giudici di sinistra su 15 che sotto la pressione dei PM di sinistra abrogano le leggi” in realtà i PM non c’entrano niente con la Corte costituzionale, perché? Perché sono i tribunali o le Corti d’appello o la Corte di Cassazione, i giudicanti non i pubblici Ministeri, che possono sollevare questioni di incostituzionalità a proposito delle leggi, quindi i PM con la Corte Costituzionale non c’entrano nulla, né i PM di sinistra, né i PM in assoluto, stiamo parlando proprio di un caso di analfabetismo istituzionale che tracima nella psichiatria.
Ma sarà vero che 11 giudici costituzionali su 15 sono della sinistra? Berlusconi spesso ripete che sono 10 i giudici costituzionali della sinistra, adesso evidentemente sono diventati 11 nelle ultime notti anche l’undicesimo ce lo siamo giocato e allora vediamo chi sono questi giudici della Corte Costituzionale, perché lui dice che molti giudici sono di sinistra nella Corte Costituzionale? Perché ce ne è una parte che è di nomina parlamentare in realtà Corte costituzionale e una parte che è di nomina del Presidente della Repubblica e lui sostiene che gli ultimi 3 Presidenti della Repubblica: Scalfaro, Ciampi e Napolitano sono tutti e tre di sinistra, Scalfaro era un democristiano della destra della DC degasperiano, scelbiano, Scelba è quello della celere, secondo lui Scalfaro è di sinistra e quindi nomina giudici di sinistra la Corte Costituzionale, problema: non esistono nella Corte costituzionale giudici nominati da Scalfaro, quest’ultimo ne nominò a suo tempo, poi scaddero e quindi non ce ne sono più di giudici nominati da Scalfaro, ma lui non lo sa, Berlusconi!
Poi ci sono i giudici nominati da Ciampi e da Napolitano, quello nominato da Napolitano è uno, quello nominati da Ciampi sono 4, sono di sinistra? Non si sa come faccia a saperlo Berlusconi se sono di sinistra o di destra, sono dei giuristi di chiara fama che mai hanno manifestato alcuna simpatia da una parte o dall’altra. Ancora più ridicola è l’accusa al giudice nominato da Napolitano, il Giudice Paolo Grossi che è un fiorentino, naturalmente non è un giudice di carriere, i giudici della Corte costituzionale, anche se Berlusconi non lo sa, non sono magistrati, sono professori universitari, avvocati, giuristi, nessuno ha fatto il magistrato, infatti il Prof. Grossi è un giurista, è uno storico del diritto, fiorentino, noto negli ambienti accademici per essere un cattolico di destra, conservatore, lo ha nominato Napolitano e quindi secondo Berlusconi questo cattolico conservatore è diventato comunista pure lui!
In ogni caso se i giudici nominati da Ciampi – e non si vede il perché – e quello nominato da Napolitano non ce ne è prova, anzi c’è prova del contrario, fossero di sinistra, arriveremmo a 5 giudici di sinistra e gli altri 6 per arrivare a 11 come dice Berlusconi, chi sono? Qui siamo veramente nel paranormale, perché i giudici costituzionali sono attualmente così composti: ho nominato dal Consiglio di Stato, uno nominato dalla Corte dei Conti, tre nominati dalla Cassazione, cinque dal Parlamento, come sono stati nominati quelli del Parlamento? Sapete che ci vuole la maggioranza qualificata, di quei 5 nominati dal Parlamento, il centro-destra ne ha nominati due e il centro-destra ne ha nominati tre, quindi facendo finta che quello di destra nominato da Napolitano siano diventato comunista, che i 4 nominati da Ciampi siano tutti comunisti e non ce ne è traccia di queste loro simpatie politiche, avremmo 4 più uno cinque, più i due nominati dal Parlamento in quota centro-sinistra e arriveremmo a 7, e questi 11 di cui parla questo chi sono? Da dove vengono? Come fa a saperlo, cosa dice il Presidente del Consiglio a proposito della più alta istanza giuridica nazionale che è quella che deve valutare la congruità delle leggi rispetto alla Costituzione.
A questo punto il Cavaliere annuncia che è nostro dovere (suo immagino) chiedere l’istituzione di una Commissione parlamentare che indaghi sui poteri dei PM e su tanti fatti accaduti e su questo si verificherà la lealtà dell’alleato Fini perché se non vota tutto quello che dice lui, è sleale, naturalmente Fini ha già detto che nel programma elettorale non c’è traccia di questa Commissione parlamentare, come non c’è traccia dei lodi etc. e quindi i suoi hanno già annunciato che non la voteranno.
Ma è interessante vedere cosa ha in mente il Cavaliere, una Commissione parlamentare che con i poteri della Magistratura indaghi sulla Magistratura per fare ciò che non può fare ovviamente, perché il potere parlamentare, legislativo non può indagare su un altro potere, sul giudiziario, perché? Perché altrimenti ne calpesterebbe le prerogative di indipendenza e di autonomia, quindi sarebbe una Commissione parlamentare di inchiesta incostituzionale.
Su quali fatti dovrebbe indagare? Sui poteri dei PM e su tanti fatti accaduti, i poteri dei PM sono regolati dalla Costituzione, quindi se a Berlusconi non piacciono i poteri che hanno i PM in base alla Costituzione può cambiare la Costituzione se ci riesce, se ha ancora uno straccetto di maggioranza, c’è da dubitarne, allora cosa fa? Non potendo cambiare la Costituzione, fa una bella Commissione parlamentare, pensate che lui voglia veramente accertare dei fatti o accertare i poteri dei PM? No, lui vuole fare un gran casino, vuole buttarla in caciara, perché? Perché deve ottenere alla svelta due obiettivi: 1) un lasciapassare del Parlamento a una legge che lo salva dai processi, ormai mancano poco più di due mesi alla decisione della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento, ha bisogno di qualcosa di rapido, di urgente, non sa come fare, il lodo costituzionale l’abbiamo detto non gli serve a nulla perché ci vuole un anno e mezzo per approvarlo, poi il referendum, nel frattempo faranno in tempo a giudicarlo in tutti e tre i processi che ha aperti a Milano, almeno in primo grado, quindi cosa fa? Fa quello che ha sempre fatto, minaccia di scassare tutto e i soliti paraculi andranno da lui in processione a implorarlo di non scassare tutto, di stare buono, gli chiederanno cosa vuole per stare buono, lui dirà: voglio il lodo come i bambini capricciosi pesterà i piedi e così gli danno il loro, questo è quello che lui auspica, perché lo auspica? Perché ha sempre fatto così e finora ha sempre ottenuto quello che voleva, non solo dai suoi alleati, ma anche da presunti oppositori o da presunti istituzioni di garanzia, non dimentichiamo quando ottenne il lodo Schifani minacciando di scassare tutto alla vigilia della presidenza europea semestrale dell’Italia.

Il CSM di Berlusconi.

Il lodo Alfano, quando minacciò di scassare tutto con il processo breve, grazie anche alla benevolenza del Presidente Napolitano e alla paraculaggine del PD, a febbraio addirittura il legittimo impedimento gliel’ha scritto l’Udc, Vietti, quel bell’esemplare che poi è stato premiato con i voti del PD per diventare Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, infatti ieri cosa fa Vietti?
Dimenticandosi della sua carica e del suo dovere di riserbo, dice che ci vuole un lodo Alfano costituzionale in fretta e non si capisce bene perché il Vicepresidente del Csm debba auspicare un lodo Alfano in fretta, chi lo manda? E’ interessante perché lui è il vice del Presidente del Csm che è Napolitano, ci sono di nuovo manovre per salvare le chiappe al Cavaliere in nome del quieto vivere? Ecco perché lui minaccia di scassare tutto, commissioni di inchiesta, attacchi, urla, strepiti, stracciamenti di vesti, perché sta aspettando i soliti sherpa che vadano a offrirgli qualcosa in cambio della tregua, così lui ottiene esattamente quello che vuole, che non è la Commissione di inchiesta, la Commissione di inchiesta è la pistola carica, messa sul tavolo del Capo dello Stato e delle opposizioni per far sapere “se volete stare tranquilli mi date quello che voglio, altrimenti comincio a sparare” e nel frattempo comincia a sparare, sperando che qualcuno vada a chiedergli: cosa vuoi per smettere di sparare? E’ il solito racket in certe zone del sud si chiama racket, a Roma si chiama dialogo!
Tra i vari fatti che lui vorrebbe verificare in questa Commissione parlamentare di inchiesta ci sono quelli che secondo lui avrebbe commesso un Magistrato a caso, su 10 mila magistrati, Fabio De Pasquale, ma guarda un po’, è proprio il Pubblico Ministero dei processi Mills, Mediaset e Mediatrade, e lui vuole verificare, vuole verificare delle cose che peraltro lui è già sicuro che sono avvenute e infatti dice che il famigerato Fabio De Pasquale, è quello che si è inventato di tutto per evitare la prescrizione – si riferisce alla sua di prescrizione nel caso Mills – e è lo stesso che disse a Gabriele Cagliari che lo avrebbe liberato il giorno dopo e poi è andato in vacanza mentre Cagliari si è suicidato.
Aggiunge poi il Cavaliere, ecco perché è il caso di segnalare agli esperti in psichiatria che De Pasquale è quello che ha attaccato Craxi, in realtà De Pasquale non ha attaccato Craxi, De Pasquale ha fatto indagini su Craxi nello scandalo dell’Eni - Sai, tangenti pagate da Ligresti tramite l’Assicurazione Sai al Partito Socialista per avere i contratti assicurativi nel gruppo Eni, presieduto dal craxiano Cagliari, tangenti che sono andate a Cagliari e a Craxi, infatti sia Ligresti, sia Cagliari sono stati condannati in via definitiva grazie al processo istruito da De Pasquale, condannati non da De Pasquale, condannati dal Tribunale di Milano, dalla Corte d’Appello di Milano e dalla Corte Suprema di Cassazione, fu la prima condanna che ebbe Craxi, infatti scappo all’estero per non finire in galera in seguito a quella condanna e poi alle altre che sono seguite.
De Pasquale ha il torto di averci visto giusto, di avere fatto un processo che è stato poi confermato in tutti i gradi di giudizio, Cagliari non è stato condannato perché si è suicidato in carcere, era un ladro anche lui, prendeva le tangenti anche lui, la vedova dopo i funerali andò in Svizzera, svuotò il conto che aveva aperto Cagliari e riportò in Italia 9 miliardi di lire di refurtiva, quindi stiamo parlando di un tangentaro Gabriele Cagliari, De Pasquale dovrebbe vergognarsi per avere fatto processare e condannare i colpevoli di quella megatangente Eni – Sai, aggiunge Berlusconi perché è grande “De Pasquale visto che il processo Mills – dice lui – sta arrivando una prescrizione, si è inventato la seguente storia: il reato di corruzione c’è quando il corruttore dà i soldi al corrotto” pensate che invenzione questa di De Pasquale, cosa si è inventato? Che la corruzione scatta quando il corruttore dà i soldi al corrotto, ma va? pensate che fantasia, che bizzarrie vengono in mente a questo De Pasquale, ci vuole una Commissione parlamentare di inchiesta per appurare come è possibile che un magistrato si sia sognato che la corruzione scatta quando il corruttore dà i soldi al corrotto!
Aggiunge il povero ometto un’altra prova regina del complotto della magistratura ai suoi danni e cioè che spesso capita che la stessa sentenza viene confermata in primo, in secondo grado in appello e in Cassazione, secondo lui il secondo grado e l’appello sono due cose diverse, ma la prova del complotto è che a volte ci sono delle sentenze che vengono confermate in primo grado in Appello e in Cassazione e a lui non viene il dubbio che vengano confermate perché sono giuste? Gli viene il dubbio che se vengono confermate è la prova del complotto! Il problema sapete qual è? E’ che in Italia ci sono ormai 65 mila detenuti, dei quali 45 mila più o meno, sono lì per scontare pene definitive e sapete perché scontano pene definitive? Perché le loro condanne sono state confermate in primo grado, in appello e in Cassazione, quindi se il fatto che una condanna in primo grado, in appello e in Cassazione è una prova del complotto, vorrebbe dire che tutte le persone che stanno in carcere in questo momento per omicidio, mafia, traffico di droga, stupro, molestie, estorsioni, rapine, furti, scippi, spaccio di droga etc., sono tutte vittime di complotti, sono tutte perseguitate dalla Magistratura, quindi abbiamo trovato il sistema per sfoltire il sovraffollamento carcerario, si aprono le porte del carcere e si fanno uscire tutti i condannati definitivi perché se uno viene condannato in via definitiva, questa è la prova che c’è un complotto contro di lui, se non ci fosse il complotto ovviamente la condanna non verrebbe mai confermata in via definitiva.
Quindi non è possibile che ci sia mai un colpevole, perché se uno è colpevole, pensavamo noi, la sua condanna viene confermata in primo, secondo e terzo grado, ma secondo Berlusconi questa è la prova che uno non è colpevole, perché? Perché se uno viene condannato in primo, secondo e terzo grado è un perseguitato! Quindi è impossibile accertare la colpevolezza di un imputato, pensate cosa deve passare in quella testolina quando dice queste cose e pensate che quello che dice queste cose è il Presidente del Consiglio, segnalo alla neurodeliri per eventuali interventi d’urgenza, esiste anche il trattamento sanitario obbligatorio anche se per i parlamentari bisogna chiedere prima il permesso alle Camere.
Ma attenzione perché la Commissione parlamentare di inchiesta che dovrebbe accertare, tra le varie porcate fatte dai magistrati anche quelle del famigerato De Pasquale, in realtà dovrebbe occuparsi di fatti che sono già stati accertati non una volta, ma a proposito di De Pasquale, 6 volte e per 6 volte tutti quelli che hanno indagato sul caso del suicidio di Gabriele Cagliari e sul ruolo di Fabio De Pasquale che era il PM di quell’indagine, hanno stabilito che De Pasquale non ha fatto niente di male, allora vediamo, ve lo dico non per andare a rinvangare vecchie storie, il caso di Cagliari che addirittura è morto, il caso di Craxi che addirittura è morto, no, perché questo attacco a De Pasquale è il segnale che Berlusconi dà il segnale convenuto ai suoi killer sparsi nelle televisioni e nei suoi giornali, ma non solo nei suoi, purtroppo, perché partano all’attacco di questo magistrato, perché? Perché bisogna creare quella cagnara, casino, canea che è necessario per ottenere la forzatura dell’ennesimo lodo e spacciarla per una norma di legittima difesa nei confronti di un Presidente del Consiglio perseguitato da un Magistrato talmente fuori di testa che ha addirittura indotto al suicidio Gabriele Cagliari, infatti non lo chiamano più lodo:
Questo bell’elemento del Vicepresidente del Csm della Magistratura non dice: ci vuole il lodo, dice: “è importante mettere in sicurezza il Presidente del Consiglio” come si fa per gli edifici a rischio per la 626, mettere in sicurezza le prese della corrente di un magazzino, Berlusconi viene trattato come un edificio da mettere in sicurezza, in realtà non si tratta di metterlo in sicurezza, si tratta di salvargli le chiappe dai processi che lo riguardano non in quanto Presidente del Consiglio, ma in quanto padrone di Mediaset, fondi neri e corruzione del testimone Mills, la messa in sicurezza, cambiano le parole, state attenti ogni volta che usano queste parole è per fregare la gente, la messa in sicurezza!

Il caso Cagliari.

I fatti dunque del caso Cagliari che verranno buttati addosso a questo Magistrato nei prossimi mesi e quindi è bene che quando sentiamo parlare di De Pasquale, il famigerato che ha portato al suicidio Cagliari, sappiamo di cosa si sta parlando, sappiamo che non è vero niente.
Mi aiuto con il libro “Mani Pulite” che abbiamo scritto insieme a Gianni Barbacetto e a Peter Gomez, siamo nel 1993 Fabio De Pasquale apre un’indagine sui rapporti tra l’Eni e la compagnia di assicurazioni di Salvatore Ligresti, la Sai. Dopo avere escluso l’Ina, un’altra concorrente per ottenere l’appalto per assicurare l’Eni, l’Eni di Gabriele Cagliari socialista craxiano si accorda con la Sai per creare una società mista alla quale affidare tutti i contratti assicurativi dei dipendenti dell’ente petrolifero, quindi immaginate che affare, dietro l’accordo si cela un’enorme tangente, la Sai ha sbaragliato i concorrenti, pagando 17 miliardi di lire, De Pasquale lo scopre nell’aprile 1993, leggendo delle carte sequestrate durante una perquisizione nello studio di un commercialista, un certo Aldo Molino.
Interroga l’amministratore delegato della Sai Rapisarda, poi De Pasquale ascolta Gabriele Cagliari, lui dice di non sapere niente della mazzetta, ma le indagini proseguono, si trovano altre prove di questa tangente e il 26 maggio 1993 il G.I.P. Grigo firma 4 mandati di cattura e arresta: Cagliari, il direttore finanziario dell’Eni Ferranti, Rapisarda e il commercialista perquisito Molino.
Rapisarda e Molino non si fanno trovare e si danno alla fuga, Cagliari invece non può fuggire, perché? Perché è già in carcere per un’altra inchiesta del pool Mani Pulite di Milano del quale Fabio De Pasquale non faceva parte del pool tradizionale, quello che aveva iniziato a occuparsi di Mario Chiesa e poi dei fascicoli successivi.
Era lì perché doveva rispondere Cagliari di un’altra tangente che gli contestava il pool, quindi il mandato di cattura lo raggiunge già in carcere e quindi la carcerazione disposta per conto del pool Mani Pulite si assomma a quella nuova disposta dal G.I.P. Grigo su richiesta di De Pasquale per lo scandalo Eni – Sai.
Il 5 luglio viene arrestato Salvatore Ligresti dopo qualche giorno di irreperibilità e ammette di avere trattato personalmente l’accordo tra Eni e la Sai, definendolo con Craxi, Citarristi (Segretario amministrativo della DC) e Cagliari.
L’Avvocato di Cagliari, Vittorio D’Aiello, un grande Avvocato milanese recentemente scomparso, legge i giornali e scopre che i Ligresti ha confessano, allora chiede un nuovo interrogatorio per Cagliari che fino a quel momento aveva negato e così il 15 luglio Cagliari davanti al suo Avvocato e a De Pasquale viene di nuovo interrogato in carcere e adesso cambia registro dice: sì ho parlato con Craxi dell’operazione Eni – Sai e ho dato il via libera a Ligresti, ma continua a negare di sapere qualcosa delle mazzette.
De Pasquale spiega che non lo può scarcerare, perché? Perché per scarcerare un indagato bisogna che vengano meno le esigenze cautelari, se uno collabora è chiaro che vengono meno le esigenze cautelari perché? Perché una volta che fornisce le prove su sé stesso non può più inquinarle ovviamente, ma può anche decidere di non collaborare e con un’espressione un po’ rude, scherzosa aggiunge: l’indagato che confessa lo mette in culo all’accusa, nel senso che quando confessi vinci sull’accusa, perché? Perché a quel punto se non è il PM a chiedere la tua scarcerazione, verrai comunque scarcerato dal G.I.P. o dal Tribunale del riesame e dalla Cassazione, difficile trovare un indagato che collabora che venga tenuto dentro se si scopre che ha detto tutto.
L’interrogatorio va avanti nel tentativo di far dire a Cagliari qualcosa di più preciso su quell’accordo che ammette di avere avuto, ma Cagliari si ferma lì e Aiello alla fine dell’interrogativo dice ai giornalisti di essere fiducioso che Cagliari che ormai rimane dentro solo per lo scandalo Eni – Sai per le altre vicende di Mani Pulite è già stato revocato il mandato di cattura, possa ottenere almeno gli arresti domiciliari. Il giorno un però De Pasquale va a trovare Enrico Ferranti, il direttore finanziario dell’Eni e gli legge le dichiarazioni di Cagliari, allora Ferranti dice: non ho mai saputo di intese sottostanti di carattere corruttivo all’accordo Eni – Sai, se Cagliari era informato dell’esistenza di accordi in sede politica, tali per cui la definizione del progetto era affidata al commercialista Molino, in quanto delegato a riscuotere una consistente erogazione di denaro proveniente da Ligresti, allora devo dire che si sono sentito turlopinato, De Pasquale esce dalla stanza e entra in quella di fianco dove lo sta aspettando Cagliari per un altro interrogatorio.
Dice a Cagliari: guardi che da quello che mi dice Ferranti continuo a pensare e ne ho elementi anche in più che lei non mi stia dicendo la verità e quindi non credo che ci siano i presupposti perché lei venga scarcerato, se lei mi sta inquinando le prove addirittura negli interrogatori, come faccio io a dare il parere favorevole alla scarcerazione? E la sera fa il parere negativo al G.I.P. sulla richiesta di scarcerazione avanzata dai difensori anche perché rileggendosi un po’ gli atti non solo si è convinto che Cagliari sta mentendo, il che è legittimo per un indagato, ma naturalmente è un elemento a favore del fatto che è bene tenerlo dentro, ma addirittura che stia tentando di pilotare l’atteggiamento processuale dei suoi coimputati.
De Pasquale ritiene che Cagliari sta inquinando le prove e ha visto giusto perché il tentativo di depistaggio c’è, in seguito sia Ferranti, sia un altro commercialista prestanome di Craxi, Pompeo Locatelli ammetteranno che Cagliari stava depistando dal carcere.
L’Ing. Cagliari – racconterà Locatelli più avanti – mi mandò più volte a dire, quando ero detenuto di non parlare assolutamente delle questioni che riguardavano i rapporti economici intervenuti tra me e lui, in quanto egli aveva deciso di limitarsi a ammettere puramente e semplicemente i fatti che gli venivano contestati, quello che non poteva negare, il Cagliari pertanto mi richiedeva di comportarmi anche io in tale modo.
Nell’interrogatorio Locatelli dà anche la chiave ai giudici per scoprire le banche e le fiduciarie svizzere dove era stato depositato il tesoro personale di Cagliari e di sua moglie Bruna che infatti di ritorno poi dalla Svizzera dopo il suicidio del marito restituirà 12 miliardi di lire, frutto di tangenti e fondi neri sul conto del marito.
A questo punto, 17 luglio 1993 il G.I.P. Maurizio Grigori riceve il parere negativo di De Pasquale alla scarcerazione e esamina il caso, perché poi è lui che decide, mica è De Pasquale!
Ha 5 giorni a disposizione Grigo per esaminare la pratica Cagliari, ma il 20 luglio, 3 giorni dopo Cagliari viene trovato morto a San Vittore, soffocato da un sacchetto di plastica che si era calato o che qualcuno gli ha calato sul capo e stretto intorno al collo, Borrelli sconvolto, Di Pietro attacca il suo collega, perché? Perché aveva saputo che aveva promesso la scarcerazione e poi l’aveva invece negata, non sapendo che nel frattempo De Pasquale aveva scoperto che Cagliari stava depistando e quindi aveva scoperto un elemento in più rispetto a quello che c’era prima e quindi non lo poteva scarcerare, se depistava da dentro il carcere, figuratevi da fuori!
De Pasquale viene dunque additato anche dall’Avvocato di Cagliari come il responsabile diretto di quella morte tragica per avere promesso la scarcerazione a Cagliari e di essere partito per le vacanze, rimangiandosi la parola. De Pasquale parte per le vacanze, perché? Perché ormai quello che doveva fare lui l’ha fatto, adesso la decisione spetta al G.I.P. ovviamente e nel caso in cui qualcuno lo richiamasse per cambiare versione è ovvio che ci sarebbero altri magistrati se non lui di ritorno che potrebbero raccogliere eventuali nuove dichiarazioni.
Basta però leggere le lettere e il testamento scritti da Cagliari e gli ultimi giorni in carcere prima di togliersi la vita per capire che Cagliari non si è suicidato a causa dell’aspettativa di uscire poi venuta meno con il no del Pubblico Ministero alla sua scarcerazione, risulta da quello che scrive Cagliari che la decisione di uccidersi l’aveva presa almeno 11 giorni prima dell’ultimo interrogatorio davanti a De Pasquale quando neanche ancora si parlava del sì o del no alla scarcerazione, in un espresso datato 3 luglio che Cagliari ha inviato ai familiari chiedendo di non aprirlo subito si legge “Carissimi sto per darvi un nuovo grandissimo dolore, ho riflettuto intensamente e ho deciso che non posso più sopportare a lungo questa vergogna” il giorno dopo, 4 luglio un altro bigliettino inequivocabile “io sottoscritto Gabriele Cagliari nella mia piena facoltà di intendere e di volere dichiaro di volere che il mio corpo dopo la morte venga cremato e che le ceneri siano consegnate a mia moglie Bruna”, 10 luglio altra lettera alla moglie “carissima Bruna la settimana scorsa ti ho scritto l’espresso che ora avrai ricevuto e che ormai devi aprire, vi troverai le ragioni di questa mia decisione amara fino a essere insopportabile ma senza alternativa siamo agli epigoni di un sistema sconfitto, un sistema che non ho certamente contribuito a instaurare, ma che purtroppo ho accettato” e qui oltre a un preannuncio di suicidio c’è anche una chiara ammissione di corresponsabilità ho accettato, ho fatto parte di quel sistema che sta morendo e poi c’è una lettera per il suo Avvocato D’Aiello che si chiude così: la vergogna del mio stato attuale che consegue al repentino modificarsi della situazione generale del paese è la ragione di fondo di questa decisione, ho preso l’unica soluzione che la dignità e l’orgoglio mi impongono” si scatena il putiferio contro De Pasquale, il Ministro della Giustizia Conso, qui c’era ancora il governo Amato, ultimo governo della Prima Repubblica, manda gli ispettori a Milano, Dinacci e Nardi fanno l’indagine ispettive sul comportamento di De Pasquale e di Grigo e concludono: nessun rilievo può muoversi al G.I.P. Dott. Grigo in ordine alla materia in esame.

Il PM più odiato dai criminali.

Quanto a De Pasquale, a parte rimproverargli quell’espressione “l’indagato confessa lo mette in culo all’accusa” quindi dicono che era un’espressione non consona al linguaggio di un magistrato, scemate, trasmettono gli atti al Procuratore generale presso la Cassazione, Vittorio Sgroi, titolare dell’azione disciplinare perché decidesse se aprire o non aprire il procedimento disciplinare davanti al Csm.

E il Procuratore generale Sgroi decide di non aprire l’azione disciplinare e archivia il procedimento, anche perché gli ispettori Dinacci e Nardi gli hanno scritto: “appare assai difficile collegare il suicidio del Cagliari ai comportamenti del Dott. De Pasquale, in quanto va tenuto conto delle numerose lettere indirizzate ai familiari che egli ha lasciato scritte dal 3 luglio in poi” quelle che vi ho letto prima.
Ma non è mica finita, perché contro De Pasquale che è inviso alla classe politica prima e seconda repubblica, è quello che ha fatto condannare Craxi per la prima volta, non dimentichiamolo e è quello che ha fatto arrestare e condannare Ligresti, grande costruttore, palazzinaro, assicuratore, padrone di giornali, di mezza Milano e di mezza Italia, continua l’accanimento contro De Pasquale, non contenti della prima ispezione che era finita a suo favore, il governo Berlusconi, anzi il Ministro Mancuso che è nel Governo Dini nel 1995 e che però è praticamente una sorta di avamposto berlusconiano dentro il governo Dini, decide una nuova ispezione sui magistrati di Milano, che naturalmente finisce nel nulla e poi c’è anche un processo penale contro De Pasquale che viene denunciato a Brescia per abuso d’ufficio e addirittura omicidio colposo e naturalmente anche questo viene archiviato dal G.I.P. Giuseppe Ondei con questa motivazione “si deve senza dubbio ritenere che nella condotta tenuta dal De Pasquale nella vicenda in oggetto non sia ravvisabile alcuna ipotesi di reato”.
Ma non basta, perché come scrive Ferrarella su Il Corriere di oggi: non c’è solo l’ispezione ministeriale che non ravvisa alcun illecito disciplinare, non c’è soltanto il Ministro Conso e il Procuratore Generale Sgroi che decidono di non accusare De Pasquale perché non è successo nulla di scorretto, non solo c’è la denuncia di Mancuso per abuso d’ufficio e l’omicidio colposo a Brescia finita in archiviazione, ma c’è addirittura una causa che gli eredi di Craxi fanno alla Corte Europea dei diritti dell’uomo per denunciare i magistrati che avevano fatto condannare Craxi nel processo Eni – Sai sostenendo che si erano violati i diritti dell’uomo Craxi, ma anche in questo caso la Corte di Strasburgo non ravvisa alcun tipo di censura, di più, c’è il solito Sgarbi che va a Domenica In a dire che De Pasquale è assassino, bene l’hanno condannato in appello per diffamazione a 2 mesi e a 100 milioni di lire di risarcimento al PM, poi in Cassazione si è salvato grazie all’insindacabilità, si è detto che quando dava dell’assassino al Magistrato a Domenica In, parlava esprimendo legittime opinioni insindacabili in quanto parlamentare.
Così 6 istanze diverse hanno stabilito che il famigerato Magistrato Fabio De Pasquale è un galantuomo e che nella vicenda Cagliari non ha fatto nulla di cui debba pentirsi e se sia minimamente collegabile al suicidio di Gabriele Cagliari. Ultimo punto, Berlusconi vuole accertare nella Commissione parlamentare di inchiesta gli abusi di potere della Magistratura milanese dai tempi di Mani Pulite e il colpo di stato ordito dal pool Mani Pulite di intesa con Scalfaro, che dice Berlusconi: chiamò Bossi e lo invitò a scaricare il Primo governo Berlusconi, siamo nel novembre – dicembre del 1994 dopo il famoso invito a comparire che Berlusconi aveva ricevuto in seguito al suo coinvolgimento nelle tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza.
Forse qualcuno dirà: possibile che a 16 anni di distanza si debba ancora accertare cosa avvenne in quel novembre – dicembre del 1994 tra l’invito a comparire del 21 novembre e la caduta del governi Berlusconi il 22 dicembre? No, non è possibile, infatti è stato già tutto chiarito anche quello in varie sedi, chi lo ha chiarito? Intanto gli ispettori ministeriali che prima Berlusconi e poi Mancuso mandarono al pool di Milano e cosa hanno stabilito di quei presunti abusi dei magistrati? Hanno stabilito che il pool Mani Pulite e tutta la Procura avevano dedicato il massimo impegno e i risultati conseguiti grazie alla serietà, alla specifica professionalità, allo spirito di sacrificio dei magistrati del pool e alla profonda armonia tra i sostituti e la dirigenza, avevano dato vita a un’indagine che praticamente definivano una pietra miliare nella storia della magistratura, poi sottolineavano l’assoluta regolarità delle vicende processuali che il governo Berlusconi chiedeva di verificare, le indagini in casa Fininvest, il Dott. Confalonieri sembra desumere dal solo fatto che sono state promosse indagini a carico di persone in qualche modo collegate alla Fininvest un fumus persecutionis a prescindere da concrete censure al comportamento degli inquisiti.
Su Tele + gli inquirenti hanno fornito risposte esaurienti e documentate su tutte le questioni sollevate, pressioni su indagati per incastrare Berlusconi? Ne parla ancora adesso, dice che li tengono dentro perché facciano il suo nome, ugualmente gratuita è l’affermazione secondo cui si sarebbero pretese, per evidenti scopi politici, chiamate di correità calunniosa nei confronti del Presidente del Consiglio, accanimento contro Berlusconi e la Fininvest? Il lamentato accanimento investigativo, espressione di una pretesa strumentalizzazione politica del potere giudiziario, non ha trovato alcun riscontro nelle attività di indagine della Procura di Milano.
In conclusione le doglianze del Dott. Berlusconi appaiono prive di qualsiasi pregio, le censure e i magistrati del pool mosse dal Dott. Berlusconi alla fine degli accertamenti esperiti sono risultate pretestuose, manette facili? Nessun rilievo sotto questo aspetto può essere mosso ai magistrati milanesi, i quali non paiono avere esorbitato dai limiti imposti dalla legge, i provvedimenti custodiali, tra l’altro, sono stati spesso ulteriormente suffragati dall’ulteriore e decisiva prova della confessione dell’indagato e confermati dai G.I.P., dai tribunali del riesame e dalla Cassazione e neanche il risultato – scrivono ancora gli ispettori mandati da Berlusconi dentro la Procura di Milano – che le confessioni siano state in seguito ritrattate perché rese sotto minaccia di ulteriore protrarsi della detenzione e chi lo dice come Sgarbi dice falso, scrivono gli ispettori, non è possibile ascrivere quelle confessioni alle condizioni fisiche disumane nelle quali si sarebbero venuti a trovare molti indagati, alcuni dei quali suicidatesi, non è stata mai segnalata l’applicazione di regimi detentivi differenziati invece inaspriti rispetto alla generalità dei casi.
Conclusione, gli ispettori mandati da Berlusconi esaltano gli enormi meriti di un’inchiesta che rimarrà una pietra miliare nella storia giudiziaria del nostro paese, essendo servita a recuperare legalità e trasparenza nelle istituzioni e nella politica, meriti che i presenti accertamenti fugando ombre e dubbi prospettati in ordine a determinate vicende di cui alcune avevano colpito l’opinione pubblica, evidenziando la sostanziale correttezza dei magistrati del pool mani pulite con l’esclusione di qualsiasi anomalia o comunque di aspetti suscettivi di rilievo disciplinare, hanno finito con il rimarcare ulteriormente.

Questo è quello che ha già stabilito l’ispettorato del Ministero, l’autorità politica che ha investigato sulla correttezza dei magistrati di Milano e ha già fatto il suo dovere, oggi, 16 anni dopo, si vuole riscrivere quella storia confidando forse che qualcuno si dimentichi che quella storia è già scritta e quella storia è stata definita una pietra miliare nella storia giudiziaria di questo paese.

Il fatto che a proporla di riscriverla sia un noto imputato che sta cercando ancora una volta di salvarsi le chiappe, mi pare che si commenti da sé, passate parola!

Ps. Alcuni amici che hanno seguito il Passaparola di ieri (lunedi - n.d.Red. TA) mi fanno notare che, nel video diffuso da repubblica.it Silvio Berlusconi non dice che il pm De Pasquale “si è inventato la seguente storia: il reato di corruzione c’è quando il corruttore dà in soldi al corrotto”, ma lo critica per avere sostenuto che la prescrizione va calcolata dal momento in cui il corrotto spende i soldi della tangente, e non nel momento in cui li riceve. E questi amici hanno ragione: purtroppo mi ero fidato di una trascrizione del quotidiano la Repubblica (1° ottobre, pagina 6) che, rivedendo il video, appare scorretta. Già che ci sono, faccio notare che, anche dicendo la seconda cosa (e non la prima frase che erroneamente la Repubblica e poi il sottoscritto gli abbiamo attribuito), il premier riesce a pronunciare una castroneria. Infatti non è vero che la tesi del pm De Pasquale sia stata confermata in primo, secondo e terzo grado. E non è nemmeno vero che quella riferita da Berlusconi fosse la tesi del pm. Questi aveva sostenuto che i famosi 600 mila dollari della tangente a Mills furono messi a disposizione dell’avvocato inglese alla fine del 1999, ma entrarono nella sua disponibilità soltanto nel febbraio del 2000, in un tourbillon di conti, fondi e società estere che non sto qui a riepilogare (lo fa diffusamente il libro di Gomez e Mascali “Il regalo di Berlusconi”, ed. Chiarelettere). In primo e in secondo grado quel calcolo fu condiviso dai giudici del tribunale e della Corte d’appello, mentre la Cassazione, il 26 febbraio scorso, retrodatò la consumazione del reato al novembre 1999, e dunque la prescrizione al novembre 2009. E’ dunque falso quanto sostenuto dal premier, che vede nella conferma delle tesi del pm in primo, secondo e terzo grado la prova dell’”accordo fra i giudici di sinistra per sovvertire il risultato elettorale.

Fonte: BeppeGrillo.it

 

SYNOPSIS: Zeitgeist: Moving Forward, by director Peter Joseph, is a feature length documentary work which will present a case for a needed transition out of the current socioeconomic monetary paradigm which governs the entire world society. This subject matter will transcend the issues of cultural relativism and traditional ideology and move to relate the core, empirical "life ground" attributes of human and social survival, extrapolating those immutable natural laws into a new sustainable social paradigm called a "Resource-Based Economy".
zeitgeistmovingforward.com

Buongiorno a tutti, stavo riguardando com’è partita questa faccenda di Fini, lo so che la politica è un’altra cosa, lo so che ieri siete stati in molti alla Woodstock organizzata da Beppe Grillo a Cesena, lo so che lì si è parlato di politica vera, di progetti, di programmi, di idee nuove, quello è il futuro, il presente purtroppo è la melma nella quale ci tocca rimestare perché da quello che sta succedendo dipenderà se e quando andremo a votare, quali leggi passeranno e quali no in Parlamento prima che si spera defunga, il nostro immediato futuro dipende da questo maleodorante presente che ruota intorno alla cosiddetta vicenda Fini – Montecarlo.

Le minacce di Feltri.

Allora sono andato a riprendere un po’ di ritagli, il vizio di tenere un po’ tutto e di non buttare via niente, allora forse servirà vedere com’è cominciata questa storia, 28 luglio 2010, sono passati pochi mesi, questo è il primo pezzo che Il giornale dedica alla casa di Montecarlo, Fini, la compagna e il cognato e una strana casa a Montecarlo, questione morale, “un appartamento lasciato da eredità da Alleanza Nazionale, finisce a una misteriosa finanziaria estera, ora ci abitano familiari del Presidente della Camera e nessuno ne sa niente”.
E’ un articolo non accompagnato da commenti, forse il migliore commento è quello che c’è a pag. 3, un altro articolo che dice “rottura a un passo, pronto il partito di Fini, la scissione del Pdl è vicina, manca solo la scintilla per la rottura tra Berlusconi e il Presidente della Camera”. Che giorno era il 28 luglio? Era la vigilia della riunione del vertice del Pdl, nella quale si è deciso di deferire ai propri viri i 3 principali collaboratori di Fini, Fabio Granata, Bocchino e Briguglio e di definire Fini assolutamente incompatibile con il partito che aveva fondato insieme a Berlusconi due anni prima, di fatto l’espulsione dei finiani che nei giorni successivi vanno alla conta e diventeranno i famosi 44 gatti tra Camera e Senato contro i 4 gatti che Berlusconi aveva preventivato che se ne sarebbero andati.
Quindi il giorno prima dell’espulsione di fatto di Fini e dei suoi, Il Giornale piazza il primo articolo di una lunga serie, una serie che è diventata quotidiana, una specie di rubrica fissa su Il Giornale e poi su Libero che il giorno dopo ha cominciato, vedete il 29 luglio Fini non spiega la casa dei misteri, Libero è arrivato il giorno dopo e da allora a fotocopia ha affiancato Il Giornale nella sua campagna contro Berlusconi che è cominciata per Il Giornale il giorno prima dell’espulsione di Fini e per Libero il giorno dell’espulsione di Fini.
Quando Fini viene espulso Il Giornale commenta “colpo di grazia” e subito sotto la casa di Montecarlo, ecco i conti segreti, questo è Il Giornale del 30 luglio che commenta l’espulsione avvenuta il 29, il giorno dopo del primo articolo de Il Giornale uscito il 28, questa è la successione degli eventi, ma c’era già stata un’avvisaglia interessante, datata un anno fa, era il 14 settembre e Vittorio Feltri che da poco si era reinsediato alla direzione de Il Giornale dove aveva subito esordito con la campagna contro il Direttore di Avvenire Dino Boffo, aveva scritto un articolo, era già un periodo in cui Fini e i suoi dissentivano su alcune posizioni di Berlusconi in materia soprattutto di giustizia, di legalità e di leggi ad personam e era una specie di avvertimento alla vigilia della decisione della Corte costituzionale sul lodo Alfano, la Corte Costituzionale doveva decidere ai primi di ottobre e qui si ipotizzavano complotti, la Corte Costituzionale Fini per rovesciare Berlusconi, c’erano le rilevazioni di Spatuzza, di Massimo Ciancimino, mettendo tutto insieme Feltri pensò bene di lanciare un avvertimento a Fini dicendogli: guarda che se la Corte boccia il lodo, disse testualmente “bocciato un lodo Alfano se ne approva un altro modificato e lo si manda immediatamente in vigore, Fini ha l’esigenza immediata di trovare una ricollocazione o di qua o di là, non gli è permesso di tenere un piede nella maggioranza e uno nell’opposizione, deve risolversi subito” a questo punto uno direbbe: sennò? Sennò glielo spiegava Feltri, diceva “perché oggi tocca al Premier, domani potrebbe toccare un Presidente della Camera, è sufficiente per dire ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo, meglio non svegliare il cane che dorme!”.
Insomma, o la dai sempre vinta a Berlusconi, oppure saltano fuori fascicoli, è evidente che questi fascicoli sono lì, se un giornalista fa il giornalista e pensa che un fascicolo abbia un’attualità e un interesse pubblico, sia una notizia, la pubblica, perché invece far sapere: non svegliare il cane che dorme, potrebbero saltare fuori fascicoli, evidentemente perché l’informazione viene usata come un manganello, come una pistola, dice: qua c’è la pistola, anzi è nel cassetto, però te la faccio vedere, se fai il bravo resa nel cassetto, se non fai il bravo la tiro fuori e magari sparo!
Questo non è il giornalismo, questa è un’altra cosa e questo avviene sul giornale di proprietà della famiglia del Presidente del Consiglio, dopodiché il fascicolo a luci rosse non è uscito fuori perché? Perché era già uscito fuori, se ne era già occupato l’espresso, questi a volte usano anche dei fascicoli un po’ tarocchi, magari sul numero ne hanno qualcuno che non è proprio chissà ché! L’Espresso aveva già raccontato che c’era una metresse con uffici prospicienti a quelli di una delle sedi del Parlamento che riceveva uomini politici e loro portaborse di vari partiti, tra cui alcuni vicini al Presidente Fini.
Poi a rilevare che c’erano politici che andavano a puttane con tutto quello che era successo con Berlusconi che non è che ci andava, le riceveva nella sua residenza e ci si faceva pure filmare, avrebbe sortito scarsi effetti il dossier, allora si è proceduto a un altro dossier e cioè qualcuno ha tirato fuori la storia di questa casa, tenete presente che questa casa che oggi viene ingigantita per cui sembra un enorme… in realtà è un alloggetto di una sessantina di metri quadrati, sta al piano terreno, senza vista mare a Montecarlo e che ha un valore che è stato stimato dal condominio del quale fa parte, è ovvio che nei condomini non si ha l’interesse a sottovalutare il valore di un appartamento, semmai a sopravvalutarlo perché così si rivaluta e si sopravvaluta tutto il condominio e quell’appartamento fu valutato quando alla fine degli anni 90 la contessa Colleoni lo donò a Alleanza Nazionale, se non erro 450 milioni di lire, dopodiché, dopo anni in cui rimaneva lì ovviamente di cosa se ne fa un partito di un appartamento a Montecarlo, non l’hanno neanche ristrutturato, quindi era molto malmesso, si è fatto avanti Giancarlo Tulliani “cognato” di Fini, fratello della compagna di Fini, madre delle due figlie di secondo letto di Fini e ha segnalato una società la ?Printemps? che ha sede a Saint Lucia un paradiso fiscale, quindi una società offshore di cui si ignora il vero proprietario, ma si conosce soltanto il legale rappresentante che è un certo James ?Wolfensau?, stesso rappresentante legale dell’altra società che poi rileva l’appartamento venduto da Alleanza Nazionale alla Printemps e che si chiama Timara, anche essa rappresentata da Wolfensau e Timara è quella che poi affitta l’appartamento a Tulliani, per quanto viene venduto l’appartamento? Era stato valutato in origine nel 1999/2000 450 milioni di lire, poi si passa all’Euro, quindi diventerebbero 275 mila Euro, viene venduto a un po’ di più, a 350 mila Euro, è stato venduto a poco? Sicuramente, se si mettevano di impegno riuscivano a venderlo a un prezzo superiore.
Il problema qual è? E’ che questi sono fatti loro, nel senso che se un partito è amministrato da una persona che riesce a ottimizzare i ricavi del suo patrimonio, peggio per quel partito, ma quelli sono soldi privati, beni privati non sono soldi pubblici, non sono soldi nostri, non è una casa del demanio, è una casa pubblica, non c’entrano enti previdenziali, non c’entra niente, non è affittopoli, non è casopoli, è un affare privato tra questa contessa che dona incredibilmente una casa a un partito anziché a un ente benefico, il partito ne fa quello che vuole, ci rimette qualche soldo, il problema qual è? Il problema è: A) che la casa di Montecarlo viene venduta a una società offshore; B) che poi da questa società offshore o meglio da una società gemella la affitta Tulliani.
Teniamo presente cos’è Montecarlo, anche Montecarlo è un paese offshore, anche Montecarlo è un paradiso fiscale, a Montecarlo chi opera? Società offshore, quindi non è come vendere una casa di Roma a una società offshore, stiamo parlando di una casa di Montecarlo che viene venduta a una società offshore che naturalmente è offshore esattamente come Montecarlo; 2) viene affittata da Giancarlo Tulliani che è quello che aveva segnalato la società interessata a comprare.

Fini e Giancarlo Tulliani.

Questo al momento è l’unico tema di rilevanza pubblica di tutta questa storia, cioè che Fini, visto che la società l’aveva segnalata il fratello della sua compagna, avrebbe dovuto seguire la trattativa in modo da verificare non tanto che la società fosse una società equivoca, perché se vendi una società offshore tu non potrai mai sapere di chi è quella società, quindi non aveva strumenti per capire di chi poteva essere, ma proprio perché l’aveva segnalata il cognato, per accertarsi che non ci fosse qualcuno che ci faceva la cresta e questo sicuramente non l’ha fatto anche se noi non sappiamo se c’è qualcuno che ci ha fatto la cresta e la leggerezza, ingenuità di cui ha parlato Fini, che è abbastanza comprensibile nel senso che in un partito come Alleanza Nazionale che ha un enorme patrimonio immobiliare, donazioni, lasciti, vecchi militanti, vecchie sedi, terreni, ti puoi immaginare che il segretario nazionale deleghi ampiamente il tesoriere del quale si fida, poi è il Sen. Pontone, un vecchio avvocato di Napoli, una persona per bene e quindi lascia fare e lì è lo sbaglio, proprio perché la società l’aveva segnalata Tulliani avrebbe dovuto verificare e magari sollecitare in qualche modo altre offerte, di modo che si aprisse un’asta e il partito incassasse qualcosa in più.
Questa è al momento l’unica questione di interesse pubblico che investe il Presidente della Camera e che giustifica il fatto che si parli di questa storia, poi cosa succede? Succede che il fascicolo, il dossier esce, perché? Perché Fini ha svegliato il cane che dorme, si è messo di traverso sulla legge Bavaglio, sul processo breve, ha osato parlare di legalità a aprile nella direzione nazionale del partito quando puntò i piedi contro Berlusconi, quindi è stato dichiarato incompatibile, è stato cacciato, esce il dossier immediatamente e nel dossier cosa si tende a dimostrare? Che Fini è un ladro, che fini è un delinquente, che quindi questione morale è l’occhiello del primo articolo de Il Giornale: Fini non ha alcun titolo per fare la morale a Berlusconi perché è un ladro, questo è quello che vogliono dimostrare.
Naturalmente a casa mia e credo anche a casa vostra se si scopre che c’è un ladro in più rispetto ai ladri già conosciuti in Parlamento e al governo ce ne sono un bel campionario, si prende atto, abbiamo un ladro in più, invece no, loro non vogliono dimostrare che Fini è un ladro per dire semplicemente che ne abbiamo uno in più, per loro se Fini è un ladro, vuole dire che Berlusconi è onesto, loro hanno questa strana matematica, per noi un ladro più un ladro fanno due ladri, per loro un ladro più un ladro fa zero ladri, nel senso che l’eventuale ladritudine di Fini, cancellerebbe la conclamata ladritudine, evasioni fiscali, falsi in bilancio, corruzioni, corruzioni giudiziarie di Berlusconi e del suo entourage.
Quindi l’eventuale ladritudine di Fini elide i reati e le illegalità commesse da Berlusconi e dal suo clan, questo è il tentativo che devono fare, da quel momento ci sono in Italia due giornali che non hanno il compito di andare a vedere come sono andate le cose a Montecarlo, ma hanno il compito in partenza, a prescindere di dimostrare che Fini è un ladro. Se trovano elementi bene, se non li trovano li inventano!
Allora cosa cominciano a fare? Sollecitare Fini a rispondere, Fini risponde nei famosi 8 punti, comunicato di questa estate dice: la casa è stata venduta a quella società su segnalazione di Tulliani quando poi ho scoperto dopo la vendita che Tulliani affittava quella casa, potete immaginare il mio disappunto, mi sono incazzato con Tulliani.
Sarà vero, non sarà vero, questo è quello che dice Fini, immediatamente Il Giornale e Libero tentano di smentirlo, perché? bisogna dimostrare che Fini non solo è un ladro, ma è anche un bugiardo, quindi interpellano mezzo mondo per vedere se Fini mente, ogni tanto pubblicano la testimonianza di qualcuno che dice di avere visto Fini a Montecarlo, nelle vicinanze di Montecarlo, a parte che se Fini fosse stato a Montecarlo, chi di noi non è stato a Montecarlo almeno una volta, non è che tutti quelli che sono stati a Montecarlo, allora vuole dire che sanno e poi bisogna vedere quando, perché magari è stato a Montecarlo dopo che aveva saputo che la casa era affittata dal cognato, era occupata dal cognato o magari è proprio andato a Montecarlo a dirgli di lasciare la casa, visto che si era incazzato.
In ogni caso queste testimonianze vengono abbandonate perché non c’è nessuna che sia decisiva o inoppugnabile che dimostri che Fini prima di quando ha detto di averlo saputo, avesse saputo che la casa era affittata da Tulliani, allora salta fuori il primo scudo umano della nostra storia, un consulente del mobilificio Castellucci che interpellato da Il Giornale dice di avere visto Fini da Tulliani al mobilificio alla periferia di Roma sulla Via Aurelia, posto non certo da vip, comprare una cucina Scavolini da 4500 Euro e dice questo tizio: avevo sentito dire in azienda che era destinata a Montecarlo, però lui non ha elementi, ha la planimetria, il disegno della cucina componibile ma non ha naturalmente il luogo nel quale è stata recapitata, avevo sentito che doveva andare a Montecarlo, voci… la cosa curiosa questo signore dice che per continuare a lavorare in quel mobilificio lui sarebbe tenuto al segreto su quella cucina perché i suoi capi gli avevano detto che non se ne doveva parlare, ma lui cosa fa, eroico, si dimette dal mobilificio e fa dimettere anche sua moglie che lavorava lì, quindi rinuncia a due posti di lavoro, gli unici della famiglia, due stipendi, gli unici della famiglia, rovinandosi l’esistenza per poter gridare al mondo le voci che aveva sentito sulla destinazione di questa cucina che non doveva essere neanche un granché perché era 4500 Euro il costo pagato.
Una cucina di 4500 Euro è proprio una robetta Ikea o forse meno, in ogni caso queste voci poi non trovano conferma, Fini dice: no la cucina è stata presa per una casa a Roma, sbaglia a non farla vedere perché dovrebbe organizzare una visita guidata se i politici hanno un dovere di trasparenza su tutto, abbassati al livello di questi signori, organizza una bella visita guidata con telecamere nella casa romana dove c’è la cucina e così si dimostra che razza di informazione fanno questi, invece si limita a dirlo, però è ovvio, l’onere della prova spetta agli altri, non spetta mica a lui, lui farebbe bene a rovesciargliela subito in faccia quella cucina, però se non lo vuole fare, non è che sia tenuto a farlo, in fondo è l’accusa che deve dimostrare che lui ha comprato la cucina per Tulliani, mica lui che deve dimostrare che non l’ha comprata e non ci riescono a dimostrarlo.
L’atteggiamento di questi due missionari così disinteressati in nome della verità da rinunciare allo stipendio e al posto di lavoro per dare un’intervista a Il Giornale, fa abbastanza ridere, ma non è l’unico caso anomalo di scudi umani pronti a immolarsi e a rovinarsi l’esistenza, la carriera e la faccia, anche per venire incontro alle esigenze del padrone d’Italia.
Viene abbandonata anche la pista della cucina, c’è un imbarazzato pezzo su Il Giornale di Feltri in cui uno dei suoi vice dice: è possibile che la cucina inizialmente destinata a Montecarlo, sia poi stata richiamata a Roma? Ci sono cucine che pagano semoventi con le rotelle in giro per l’Europa in attesa che Fini dica dove devono andare, alla fine Fini richiama la cucina e la cucina rientra mestamente a Roma, dopo che si era già eccitata tutta perché pensava di andare a finire a Montecarlo!
Abbandonano la pista della cucina perché loro sono così, non è che dicono: vi abbiamo raccontato una balla, pestano uno e poi quando scoprono che è quello sbagliato, neanche gli chiedono scusa, cominciano subito a pestare un altro, questo è il loro modus operandi.
Mentre la storia di Montecarlo rischiava di languire, stavano raschiando il fondo del barile, avevano addirittura pubblicato lo stato di famiglia Tulliani, avevano riesumato Gaucci per fargli sputare la sua ex fidanzata tutta la famiglia Gaucci, cose che con il tabaccaio di Gaucci, la schedina del superenalotto, salta fuori una lettera, una lettera datata 16 settembre, firmata da mister Rudolph Francis, Ministro della Giustizia dell’isola di Saint Lucia, Francis scrive questo memo riservato al suo Primo Ministro in cui gli dice: dalle indagini che ho svolto risulta che la società che affitta la casa di Montecarlo a Tulliani, appartiene in realtà a Tulliani, quindi Tulliani finge di affittare l’appartamento di Montecarlo, ma in realtà l’appartamento è suo, lo affitta da sé stesso, quindi Alleanza Nazionale l’ha venduto a lui e allora deducono i segugi de Il Giornale di Libero: Fini ha mentito e naturalmente è sottinteso, è un ladro!

Le società Off Shore e il Ministro di Santa Lucia.

Naturalmente se Tulliani fosse il proprietario o della Timara o della Printemps o di tutte e due e affittasse da sé stesso la casa, le cose cambierebbero ma non sarebbe la prova né che Fini ha rubato, né che Fini è un bugiardo, perché?
Perché è ben possibile che visto che le società sono società offshore e solo il proprietario conosce il proprietario, Fini non sapesse che Tulliani è il proprietario della o delle due società, se Tulliani è il proprietario delle due società, come fa Fini oggi a sapere chi è il proprietario delle due società, può soltanto chiedere a Tulliani e Tulliani può soltanto dirgli: non sono il proprietario oppure sono il proprietario, gli ha detto: non sono il proprietario, come fa a dimostrare a Fini che non è il proprietario? Non esistono carte in mano a uno che non è il proprietario di una società offshore per dimostrare che non è il proprietario di una società offshore, pensate un attimo se qualcuno dicesse di qualcuno di voi che siete proprietari di una società offshore alle Cayman e magari non è vero, voi come fate a difendervi dall’accusa di essere proprietari di una società alle Cayman, dite: non è vero, ma qualcuno dice: eh ma non ci credo, portami le prove e voi come fate a portare le prove del fatto che la società non è vostra? Dovreste portare le prove che dimostrano di chi è quella società, ma come fate a avere le prove sul reale proprietario di una società offshore se non è vostra? Chi ve le dà? Capite qual è la situazione, resta naturalmente anche l’ipotesi che Fini e Tulliani siano d’accordo, che Fini abbia fatto vendere sottocosto la casa alla società offshore sapendo che era di Tulliani e che poi abbiano fatto a mezzo, questa è l’insinuazione che aleggia in questa campagna, il problema è che è un’insinuazione molto grave che andrebbe dimostrata.
Basta dire che qualcuno sostiene così e qualcuno sostiene cosà, l'onere della prova spetta all’accusa, bisogna dimostrare intanto che Tulliani è proprietario di quelle società e poi che Fini lo sapeva prima di vendergli la casa, oppure che l’ha saputo dopo, ma sperava che tutto restasse sotto silenzio e questo non è minimamente provato, quindi fino a prova contraria c’è la parola di Fini che finora non è mai stata smentita e non sarebbe smentita neanche se si scoprisse che Tulliani è proprietario delle società, perché? Perché Tulliani potrebbe averlo fregato e non averglielo detto, avergli detto: faccio da intermediario per le società tizia e caia, senza dirgli: sono il proprietario della società tizia e caia, oppure dicendogli: non sono il proprietario della società tizia e caia mentendogli, può essere!
Sicuramente la versione opposta Fini ladro in combutta con Tulliani è talmente grave che soltanto per pronunciarla bisognerebbe avere qualche elemento e finora sulla proprietà di Tulliani della società di Saint Lucia c’è questa lettera che il Ministro della Giustizia all’improvviso il 16 settembre decide di scrivere al suo Premier di Saint Lucia, è una lettera molto strana, intanto perché siamo in un paradiso fiscale che campa, tutta la sua economia campa di quello, sull’assoluta riservatezza garantita a quelli che portano i loro capitali e che aprono società offshore proprio perché hanno l’assicurazione totale che le operazioni sono top secret, che nessuno le rivelerà, è reato penale a Saint Lucia, rivelare il nome del titolare di una società offshore, quindi il Ministro della Giustizia, almeno questo lo dovrebbe sapere.
Allora perché rivela il nome presunto di una società offshore al suo premier? Perché fa un’indagine per andare a scoprire il proprietario di una società offshore domiciliata a Saint Lucia nel suo paese? Soprattutto com’è possibile che se tu fai un memo riservato per il tuo premier, quindi lo conosci tu e lo conosce il tuo Premier, questo memo 3 giorni dopo finisca su due giornali di Santo Domingo, giornali concorrenti che però guarda caso lo ricevono entrambi, sono i due più importanti giornali di Santo Domingo, Santo Domingo è l'isola dove latita e dove adesso risiede Luciano Gaucci, è un caso naturalmente, ma naturalmente da quando quel documento finisce sui due giornali di Santo Domingo e sui rispettivi siti è ovvio che in Italia qualcuno se ne accorge, l’unico mistero che non è un mistero è per quale motivo sia finita su ?Dagospia? questa lettera, ma è evidente ormai su Internet si trova di tutto e quindi Dagospia che riceve segnalazioni da tutte le parti, appena la riceve la pubblica perché è una lettera firmata dal Ministro della Giustizia di Saint Lucia che aggiunge un tassello importante se fosse vero alla nostra storia, Giornale e Libero ci si fiondano, anche Il Corriere lo pubblicano, anche La Stampa, naturalmente e Corriere la pubblicano dicendo: c’è una lettera firmata da questo Ministro, vediamo se è vero o non è vero, invece naturalmente Il Giornale e Libero l’apprendono subito come la prova che Fini ha mentito e che forse ha rubato, mentre in realtà Fini non ha mai detto sua in contrasto con quella lettera, ha detto che gli risultava che Tulliani aveva intermediato per quelle società e ha detto che secondo lui, secondo quello che gli risulta le società non sono di Tulliani, ma se poi Tulliani l’ha fregato come fa a saperlo Fini? Certamente non si sarebbe esposto fino a quel punto, fino a dire: si riderà quando si scoprirà di chi sono quelle società e che non sono riconducibili alla mia famiglia, se avesse saputo che invece lo erano, soltanto un pazzo sarebbe andato da Mentano a fare quella dichiarazione.
A questo punto un cronista de Il Fatto Quotidiano giovedì scorso Marco Lillo la sera riesce a trovare questo Ministro e gli chiede: l’ha scritta lei quella lettera? Perché c’era anche il caso che fosse un documento falso, la carta intestata non corrisponde con la carta intestata del Governo di Saint Lucia, è diversa, la cartiera ufficiale dello Stato di Saint Lucia dichiara al sito ilfattoquotidiano.it “questa carta intestata non è la nostra” quindi è apocrifa, quindi forse anche la lettera, la firma del Ministro è apocrifa, Marco Lillo chiama il Ministro e quest’ultimo dice: no quella lettera l’ho scritta io, aggiunge: prossima settimana faccio una conferenza stampa, era giovedì sera e il Ministro stava a Ginevra insieme a altri membri del Governo di Saint Lucia, da Saint Lucia (Caraibi) Ginevra, chissà cosa ci faceva in Svizzera, governo in trasferta.
Sta di fatto che mentre Lillo parla con il Ministro della Giustizia un signore che si qualifica come amico della moglie del Premier di Saint Lucia, telefona una redazione di Annozero, la redazione di Annozero fa delle verifiche, non è uno scherzo telefonico e questo signore dà una serie di elementi in cui dice: guardate che quella lettera è falsa, non si capisce bene se vuole dire che è falso come documento o se è falso il contenuto del documento, ma aggiunge, siamo a Ginevra perché abbiamo paura e perché a Saint Lucia c’è un pullulare nelle ultime settimane di uomini dei servizi segreti italiani, libici e russi, guarda un po’, l’asse Roma – Putin – Gheddafi viene in mente proprio a questo signore che telefona raccontando questa cosa e la cosa stupefacente è che il mattino dopo, mentre Annozero mette in dubbio la cosiddetta presunta patacca della lettera di Saint Lucia, il mattino dopo il Ministro Francis è già rientrato a Saint Lucia da Ginevra, credo con un volo privato, non penso ci siano linee dirette così rapide che la sera sei a Ginevra e il mattino dopo sei già a Saint Lucia, sta di fatto che fa una conferenza stampa nel pomeriggio dove conferma che la lettera l’ha scritta lui e aggiunge di averla dovuta scrivere e di avere dovuto fare le indagini su quella società perché c’è una pressione di uomini dei servizi presenti sul territorio che mettono in pericolo il buon nome e l’economia di uno stato che campa sull’anonimato che da un lato è una spiegazione che conferma la presenza di uomini dei servizi che già Il Giornale di Feltri aveva raccontato, citando l’agenzia di Daniele Capezzone il Velino, nostri uomini dei servizi segreti che vanno a Saint Lucia per indagare su una vicenda che riguarda il Presidente della Camera, gli uomini dei servizi segreti se sono regolari e non deviati dipendono dal Capo del Governo, conferma dunque il Ministro che ci sono uomini dei servizi segreti che mettono a repentaglio l’economia di un paese che vive sulla riservatezza e poi lui cosa fa? Mette a repentaglio la riservatezza del suo paese rivelando al Primo Ministro il proprietario, presunto tale di questa società e non prende neanche la precauzione perché questo memo rimanga riservato tra lui e il primo Ministro, tant’è che è già finito sui siti e sui giornali e lui fa una conferenza stampa per confermare ufficialmente il proprietario di una società offshore, da quel momento l’economia di Saint Lucia è rovinata, perché? Perché nessuno andrà più a portare i suoi capitali e a creare società offshore in un paese dove un Ministro fa indagini e rivela il nome del proprietario di un offshore, ma soltanto un pazzo continuerà a andare lì, andranno in un altro posto, alle Virgin Island, alle Cayman … commette un comportamento che nel momento in cui diventa pubblico è un reato il Ministro della Giustizia di Saint Lucia, rivela il beneficiario, il proprietario delle azioni al portatore che sono state depositate al momento della costituzione di questa società violando completamente non solo il codice penale del suo paese, ma le regole minime di riservatezza, tant’è che il capo dell’opposizione laburista, tale Anthony che è stato Primo Ministro dal 1997 al 2007 a Saint Lucia dice: il Ministro non si alza la mattina e si mette a indagare su una società a caso, sarebbe una follia, non è una pesca a campione, ci sarebbe una fuga di massa di miliardi di capitali, il nostro paese si è dato una giurisdizione in materia fiscale e societaria che garantisce l’anonimato e il rispetto del segreto dei dati sensibili, si avviano delle indagini se c’è un’autorità straniera che lo chiede formalmente.

Berlusconi e le sue Off Shore.

Nel caso di rogatorie o per comprovati indizi che la società nella sua attività sta commettendo dei reati, riciclaggio, frodi, traffici illegali, qui non c’è nessun reato commesso a Saint Lucia, Tulliani non è indagato né in Italia, né a Saint Lucia, c’è una ragione per cui il Ministro deve fare un’indagine sul reale proprietario della società?

Assolutamente no, a meno che dice l’ottimo ex Premier di Saint Lucia, non ci sia una richiesta da parte di un’autorità legislativa superiore, ma non mi sembra questo il caso, la procedura in questo caso sarebbe stata diversa, il Ministro avrebbe aperto un fascicolo, avrebbe delegato gli uffici preposti e avrebbe esteso una relazione, tutto alla luce del sole, invece in questo caso c’è una nota confidenziale destinata al Primo Ministro, qualcosa informale, se questa fosse la prassi metteremmo in discussione la nostra legislazione, nessuno si sentirebbe più tutelato dal segreto da noi violare il segreto societario è un crimine! L’indagine, sono certo che è stata sollecitata e chissà da chi, vedremo!
Meglio non anticipare, meglio non fare illazioni, meglio attenersi esclusivamente ai fatti accertati, quindi attenzione, il documento del Ministro di Saint Lucia è autentico in quanto il Ministro dice di averlo scritto, non sappiamo se è veritiero, un conto è che un documento l’abbia scritto io, nel qual caso è autentico, lo rivendico, l’ho scritto io, un altro conto è se quello che ho scritto è vero, questo è un altro paio di maniche, questa è la distinzione che su Il Fatto, pur avendo lo scoop dell’intervista al Ministro, abbiamo precisato subito, attenti non stiamo parlando del Ministro Vassalli, non stiamo parlando del Ministro della Giustizia inglese, francese, americano, tedesco, stiamo parlando del Ministro di Saint Lucia, di un atollo, che fa strane cose, che dice strane cose, che mette a repentaglio l’incolumità economica e finanziaria del suo paese per fare un favore grosso come una casa al Presidente del Consiglio italiano, perché? Questa è la domanda, è l’altro scudo umano dopo quello del mobilificio, la carriera di questo signore è rovinata naturalmente, nessuno lo eleggerà mai più o lo voterà mai più visti i danni che ha fatto all’economia del suo paese, resta ancora la domanda se quello che ha scritto è vero, cioè che Tulliani è proprietario della casa o se non è vero, questo lo potremo sapere soltanto quando qualcuno porterà la carta che dimostra che Tulliani è proprietario, finché non c’è quella carta non si può dire che Tulliani sia il proprietario.
E se anche poi fosse il proprietario bisognerebbe ancora dimostrare che Fini lo sapeva al momento in cui autorizzò la vendita a quella società, in questo caso Fini dovrebbe dimettersi non solo da Presidente della Camera ma dalla vita politica per avere mentito e per avere favorito un suo parente nella cessione di un bene del partito, ma se non si dimostra che lo sapeva, Fini non deve dimettersi né dalla politica, né da Presidente della Camera perché? Perché non c’è assolutamente nulla di eticamente riprovevole in quello che è successo, almeno fino a quello che si sa in questo momento, attenzione!
Il fatto poi che chiedergli le dimissioni sia Berlusconi è veramente strepitoso perché hanno detto che Fini deve spiegare perché ha autorizzato a vendere una casa di 50/60 metri quadrati a una società offshore e perché le case, anche dei tuoi familiari, anche in affitto le devi tenere sotto controllo, se vi capita leggete il pezzo di Antonella Mascali su Il Fatto Quotidiano che oggi è anche sul sito, dove si ricorda che Berlusconi non ha un cognato che forse è proprietario di una società offshore o forse ha affittato una casa da una società offshore , Berlusconi non ha neanche la colpa di avere autorizzato la vendita di una casa a una società offshore, Berlusconi ha o ha avuto 64 società offshore del comparto B very discrete Fininvest, creato a metà degli anni 80 e per tutti gli anni 90 dall’Avvocato David Mills per tacitare il quale fu pagata a Mills una tangente di 600 mila dollari in Svizzera, in più il Cavaliere Silvio Berlusconi possiede tra Antigua e le Bermuda, tutti paradisi fiscali, almeno 6 ville intestate tutte a società offshore, in più è proprietario di una barca di 48 metri del valore di 13 milioni di Euro intestata alla Società Morning Glory Yachting Limited sede alle Bermuda, paradiso fiscale, con tutta quella galassia di società offshore Berlusconi ha pagato tangenti a Craxi, ha pagato Previti perché pagasse i giudici della Mondadori, ha pagato le scalate Standa e Mondadori, ha eluso la legge Mammì controllando tramite prestanomi Telepiù quando non poteva avere più di 3 televisioni e ha fatto tante altre belle cosette che trovate nella sentenza Mills e nelle sentenze All Iberian, tutt’ora per quel sistema offshore Berlusconi ha in piedi il processo Mediaset e il processo Mediatrade che riguardano frodi fiscale presunte, appropriazioni indebite presunte, falsi in bilancio presunti che arrivano fino al 2005 per lui e fino al 2009 per altri dirigenti del gruppo tra cui Confalonieri, il figlio Piersilvio che era insieme alla sorella il vero proprietario delle società Century One e Universal One che stavano a Guernsey nelle isole del Canale, altro paradiso fiscale offshore e che utilizzavano queste due società per conto del padre per incamerare i fondi neri che si accumulavano nei passaggi di proprietà dei diritti televisivi acquisiti dalle major americane a Hollywood.

Questo è colui che oggi sta insegnando la morale a Fini, questo è il proprietario dei giornali che fanno la morale a Fini per le case e le società offshore, come al solito chi ha non solo una trave, ma 5, 6, 10, 20 travi nell’occhio fa la morale a quello che forse, ma non è ancora deciso, ha una pagliuzza, passate parola!

Fonte: beppegrillo.it

 

Buongiorno a tutti, questo sarà un autunno caldo non soltanto per la politica, ma anche per le inchieste giudiziarie di mafia e politica che inevitabilmente si intrecciano con la vicenda del Governo, i giornali fanno finta di non capire, le televisioni nascondono, ma la ragione principale per la quale Berlusconi sta cercando disperatamente di comprare parlamentari per riempire il vuoto che potrebbe lasciare Fini non riguarda i destini del paese, riguarda i suoi destini giudiziari.

Berlusconi e Dell'Utri indagati per strage.

E' per quel 5% del programma in 5 punti che lui ha proposto alla sua coalizione e che i finiani hanno detto di non condividere, che lui sta cercando i voti da riempire il buco aperto dai finiani e quel 5% si chiama scudo.
Si chiama scudo che attualmente lo riguarda per processi probabilmente destinati comunque alla prescrizione con il Processo Mills e Processo Mediaset, non credo invece per il terzo processo, il Processo Mediatrade che riguarda fatti talmente recenti che è abbastanza difficile immaginare che possano prescriversi in tempi brevi, ma soprattutto quello scudo che lui vede lontano, potrebbe riguardare le nuove accuse di mafia che stanno piovendo un po’ dappertutto e che hanno portato nel silenzio e nell’indifferenza generale alla riapertura, l’estate scorsa, l’estate del 2009 dell’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi del 1993, quella che fu aperta a Firenze a suo tempo e poi fu archiviata a suo tempo, l’archiviazione risale al 14 novembre 1998 e era l’indagine nella quale Berlusconi e Dell’Utri erano indagati per concorso nelle stragi di Milano, Firenze e Roma del 1993, indicati come autore 1 e autore 2, sapete che le archiviazioni non sono proscioglimenti nel merito, l’archiviazione vuole dire che non c’è stato il tempo per completare le indagini in tempo utile e quindi al momento dello scadere dei termini e delle indagini, non ci sono elementi sufficienti per chiedere il giudizio.
Archiviazione significa che il fascicolo va in freezer pronto a essere estratto e riattivato in presenza di qualunque elemento nuovo, è quello che è successo l’estate dell’anno scorso, quando Spatuzza raccontò dei suoi colloqui con Giuseppe Graviano, il quale gli aveva confidato che quello di Canale 5, Berlusconi e il nostro compaesano, Dell’Utri ci hanno messo l’Italia nelle mani, confidenza che Spatuzza dice di avere ricevuto da Giuseppe Graviano al Bar Doney gennaio 1994, 2 mesi prima delle elezioni e pochi giorni prima del discorso televisivo della discesa in campo del Cavaliere.
Di fronte a questi nuovi elementi forniti da Spatuzza i magistrati hanno riaperto l’indagine, hanno indagato per un anno e questa estate hanno chiesto una proroga di un altro anno e l’ho ottenuta dal G.I.P., segno che ci sono elementi per continuare a indagare su chi? Su Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri che sono attualmente, mentre stiamo parlando, indagati a Firenze per concorso nelle stragi del 1993, capisco che qualcuno di voi farà tanto di occhi, perché nessuno lo sa, perché l’hanno scritto pochi giornali questa estate e poi se ne sono subito dimenticati, essendo invece ben più interessati alle vicende della Cucina Scavolini del quasi cognato di Gianfranco Fini, mentre noi inseguivamo la lepre della Cucina Scavolini, Berlusconi e Dell’Utri sono indagati per un anno e lo saranno per un altro anno, visto che la proroga ottenuta dal G.I.P. dura ancora un anno e poi si dovrà comunque chiudere l’inchiesta o con una richiesta di archiviazione o con rinvio a giudizio, indagati per concorso nelle stragi, il Presidente del Consiglio in carica e il Sen. Marcello Dell’Utri, chiaro? Che non significa che siano colpevoli, significa che c’è un’indagine per strage nei confronti del Presidente del Consiglio e del Sen. Dell’Utri, forse la notizia meriterebbe qualche eco in più, visto che oltretutto già nella richiesta di archiviazione, nel provvedimento di archiviazione del 1998, i magistrati scrivevano cose piuttosto interessanti, per esempio 7 agosto 1998 il Procuratore aggiunto di Firenze Flerie e i sostituti Chelazzi, Nicolosi e Crini e l’allora sostituto procuratore della Procura antimafia Piero Grasso, poi diventato Procuratore di Palermo e poi ancora Procuratore nazionale antimafia, firmavano la richiesta di archiviazione per autore 1, autore 2 cioè Dell’Utri e Berlusconi e scrivevano “La natura e la durata del rapporto tra Berlusconi, Dell’Utri e i capi della mafia non ha mai cessato di dimensionarsi, almeno in parte sulle esigenze di Cosa Nostra, vale a dire sulle esigenze di un’organizzazione criminale” e scrivevano sempre i PM di Firenze più Grasso che erano stati raccolti molteplici e univoci elementi a sostegno della tesi secondo cui Cosa Nostra ha appoggiato la nascente Forza Italia in cambio di interventi sulla normativa di contrasto alla criminalità organizzata, ma questo non bastava a dimostrare che ci fosse un nesso tra Berlusconi e Dell’Utri che fondavano Forza Italia e la campagna stragista che accompagnò e forse accelerò la discesa in campo del Cavaliere e quindi scrivevano “Resta privo di rappresentazione il dato che consenta di definire con esattezza i termini dell’interrelazione tra il dinamismo militare di Cosa Nostra e le iniziative d’accordo adottate nell’organizzazione, quale risultante del dinamismo politico” e quindi il G.I.P. Giuseppe Soresina firmò il Decreto di archiviazione, scrivendo che l’ipotesi iniziale d’accusa e cioè che Dell’Utri e Berlusconi siano stati tra i mandanti occulti delle stragi del 1996, aveva addirittura incrementato la sua plausibilità nel corso dell’indagine, ma non si erano raggiunti elementi sufficienti per chiedere un rinvio a giudizio, ora quell’indagine che già nel 1998 il G.I.P. scriveva avere aumentato la plausibilità della tesi accusatoria è stata riaperta evidentemente perché c’è di più, ci sono le parole di Spatuzza e evidentemente ci sono anche dei riscontri già trovati dai magistrati, i quali altrimenti non avrebbero potuto chiedere la proroga delle indagini, se in questo primo anno di lavoro non avessero trovato elementi che li inducono a andare avanti, questo è lo stato dell’arte, questo non lo sa nessuno, tranne i fortunati lettori di alcuni rarissimi quotidiani che ne hanno parlato questa estate e i fortunati voi che state seguendo questo Passaparola e che venite a sapere un fatto piuttosto agghiacciante che in questo momento il nostro Capo del Governo, tra le altre cose, è indagato per strage insieme al Sen. Dell’Utri.

Non chiacchiere, ma documenti scritti.

Ma c’è un’altra indagine che è quella della Procura di Palermo che sta per portare a sviluppi piuttosto interessanti, anche qui quasi nel silenzio generale, ogni tanto esce qualche articoletto di qua o di là, ma manca completamente un’informazione proporzionata alle dimensioni di quello che sta venendo fuori e alla gravità dei fatti che stanno venendo fuori.
Non stiamo parlando delle chiacchiere di Ciancimino, stiamo parlando delle carte che Ciancimino e ultimamente anche sua madre, la vedova di Vito Ciancimino già Sindaco mafioso di Palermo, già complice del sacco di Palermo, già arrestato e condannato per mafia grazie al pool di Falcone e Borsellino, il figlio e la moglie di Vito Ciancimino non stanno facendo chiacchiere, stanno portando carte che erano disseminate in una serie di cassette di sicurezza, archivi sparsi per il mondo, sparsi in varie case, astutamente Vito Ciancimino e i suoi familiari non tenevano tutto in un solo posto, lo tenevano un po’ sparpagliato in giro per il mondo perché, il perché lo si vede quando arrivano le carte e stando alle ultime notizie pare che le carte più interessanti dell’ultima ondata di quelle arrivate alla Procura di Palermo e di Caltanissetta siano proprio quelle fornite dalla madre di Massimo Ciancimino, dalla moglie di Vito Ciancimino, una signora che si chiama Epifania Scardino, vedova Ciancimino.
Partiamo da un assegno, un assegno di cui si ebbe notizia per caso da un’intercettazione telefonica, il 5 marzo del 2004 Massimo Ciancimino era sotto intercettazione perché i magistrati di Palermo stavano indagando sul tesoro del padre, ipotizzavano che il figlio si fosse dato da fare per riciclarlo, allora gli hanno messo il telefono sottocontrollo e pochi giorni prima di perquisirgli la casa a Mondello, hanno sentito Massimo Ciancimino parlare con la sorella Luciana, anche lei ovviamente figlia di Vito Ciancimino, in famiglia sono politicamente divisi, Massimo era un po’ più verso il centro-sinistra, Luciana pare sia vicina al centro-destra, questo per spiegare quello che si dicono.
Luciana racconta a Massimo che l’ha cercata un certo Gianfranco, probabilmente dal contesto della telefonata si intuisce che Gianfranco è Gianfranco Micciché, all’epoca coordinatore di Forza Italia in Sicilia e futuro Ministro e Gianfranco l’aveva invitata alla convention per festeggiare di lì a poco i 10 anni della vittoria di Forza Italia alle elezioni del 1994, quelle del 27 marzo, qui era il 5 marzo, quindi mancavano 3 settimane all’evento e lei era stata invitata da Gianfranco a questa convention che si doveva tenere proprio a Palermo.
Allora dice Luciana a suo fratello che Gianfranco in quell’occasione le farà conoscere Berlusconi, Massimo, il fratello di Luciana, le risponde che potrebbe approfittarne – ne fa una battutina allusiva – per restituire l’assegno di 35 milioni che Berlusconi aveva versato al papà, a Don Vito, il quale l’aveva conservato in una carpetta con tanto di firma del Cavaliere Silvio, un assegno risalente agli anni 80, vediamo la telefonata, Luciana dice a Massimo “Minchia, mi telefonò Gianfranco, mi arriva un messaggio “il 27 marzo a Palermo per i 10 anni di Forza Italia e viene Silvio Berlusconi, è stata scelta Palermo perché è la sede più sicura, saremo 15 mila” sapete che loro decidono prima quanta gente c’è alle convention, 15 giorni prima già lo sanno! Allora ci scrivo questo messaggio a Gianfranco “rincoglionito a chi lo dovevi mandare questo messaggio? Secondo me sbagliasti!” lei dice ma davvero volevi invitare proprio me a questa festa, mi risponde Micciché che è veramente un elegantone “suca mezz’ora fa mi chiama, minchia ma sei una merda”, vedete com’è elegante Micciché nei confronti delle signore, “io ci dissi – dice Luciana – perché sono una merda?” dice Micciché “L’ho mandato a te, siccome so che lo vuoi conoscere” quindi l’invito era proprio indirizzato a te, perché so che tu Luciana Ciancimino vuoi conoscere Silvio Berlusconi, il fratello risponde “digli che abbiamo un assegno suo, se lo vuole indietro” se vedi Berlusconi digli che gli ridiamo quell’assegno, se lo rivolesse…
Luciana ride “chi il Berlusconi?” e Massimo “sì ce l’abbiamo ancora nella vecchia carpetta di papà” Luciana “ma che cazzo dici?” Massimo “certo”, Luciana “del Berlusca?” Massimo “sì di 35 milioni, se lo si può, glielo diamo!” nella perquisizione che viene fatta qualche settimana dopo a casa di Ciancimino, i Carabinieri cercano questa carpetta con l’assegno di Silvio Berlusconi a Vito Ciancimino, anni 80 di 35 milioni ma non lo trovano, dopodiché sapete che quella perquisizione è oggetto di accertamenti perché pare che i Carabinieri che l’hanno fatta siano entrati più per non trovare le cose che per trovarle, comunque ufficialmente risulta che quella carpetta non è stata trovata e quindi questo assegno diventa una specie di leggenda, alcuni dicono “ma è una leggenda metropolitana, è una delle tante fanfaronate di Massimo Ciancimino, questo chiacchierone che inventa, che condisce…” invece no, l’assegno è venuto fuori, dove? Dalle carte che ha ritrovato la vedova di Ciancimino, la Signora Epifania Scardino, quest’ultima è stata sentita questa estate dalla Procura di Palermo e ha portato una serie di carte, compresa la fotocopia di quell’assegno di 35 milioni di lire firmato dal nostro attuale Presidente del Consiglio, ma ha portato anche altre cose che dimostrano rapporti societari e affaristici tra l’ex Sindaco mafioso di Palermo e il nostro Presidente del Consiglio, perché è importante questo? Intanto è importante perché ne aveva già parlato Massimo Ciancimino del fatto che suo padre gli aveva confidato che negli anni 70/80 lui, Vito Ciancimino, i costruttori mafiosi Bonura e Buscemi e Stefano Bontate avevano investito un sacco di soldi nelle aziende televisive e edilizie di Berlusconi Milano 2.

Berlusconi è rincorso dal suo passato.

Tutti a dire: ah non è vero, non è possibile etc., a parte il fatto che le stesse cose hanno raccontato Filippo Rapisarda sui capitali mafiosi che arrivavano a Berlusconi negli anni 70/80 tramite Dell’Utri, l’hanno raccontato molti pentiti di mafia, quindi non è il primo a raccontare queste cose Massimo Ciancimino.
C’è la famosa perizia contabile del dirigente di Banca d’Italia Giuffrida fatta per conto della Procura di Palermo in cui si dice che dei soldi che hanno capitalizzato le finanziarie che controllavano la Fininvest tra gli anni 70/80 non si sa da dove arrivino almeno 350 milioni di Euro, calcolati al valore di oggi, misterioso donatore, Berlusconi che si avvale della facoltà di non rispondere, invece di dire chi gli ha dato quei soldi.
Ma si poteva dire: chiacchiere Rapisarda chiacchiera, i pentiti chiacchierano, Massimo Ciancimino chiacchiera, c’era un appuntino trovato nel libro mastro della famiglia mafiosa di San Lorenzo, quella comandata dal boss Salvatore Biondino che faceva anche da autista a Riina che segnando gli introiti della cosca, in questo bigino, da una parte segnava gli introiti del pizzo, le estorsioni e dall’altro segnava i regali e alla voce regali c’era un solo regalo, c’era una cifra con scritto 1990 Canale 5, quindi è una prova documentale che i mafiosi della famiglia di San Lorenzo ricevevano denaro con la causale Canale 5, chissà cosa vuole dire, forse il permesso di piazzare certe antenne che servivano alla Fininvest a trasmettere a Palermo.
Adesso però non abbiamo più soltanto parole o un libro mastro di dubbia interpretazione, abbiamo carte sui rapporti tra Vito Ciancimino e Silvio Berlusconi, prima che Berlusconi diventasse politico, quando era ancora un palazzinaro e un editore televisivo, portate non più da Massimo, ma dalla vedova Ciancimino, la Signora Epifania Scardino, la prima carta è un pizzino, è un pizzino che nel 2001, questa pare la datazione, adesso si stanno facendo accertamenti più precisi sull’età della carta su cui è scritto questo pizzino, che Don Vito Ciancimino nel 2001, pare, manda a Bernardo Provenzano, chiamandolo “caro ragioniere” in cui si parla esplicitamente di Berlusconi, cosa dice in questo pizzino Ciancimino a Provenzano nel 2001, quando Provenzano è libero, è il capo della mafia perché Riina è in galera da 7 anni e Berlusconi sta per tornare o è appena tornato al governo, 2001 e quando c’è il 61 a 0, tutti i collegi uninominali della Sicilia vanno a Forza Italia e quando negli stessi mesi, poche settimane dopo le elezioni politiche c’è il cappottone di Totò Cuffaro a capo del centro-destra che va a fare il governatore della Sicilia, questo è il 2001.
Nel pizzino a Provenzano, Vito Ciancimino scrive “dei 100 milioni ricevuti da Berlusconi, 75 a Benedetto Spera e 25 a mio figlio Massimo – poi aggiunge sempre nello stesso pizzino Vito Ciancimino parlando con il capo della mafia Bernando Provenzano – caro rag., bisogna dire ai nostri amici di non continuare a fare minchiate e di risolvere i problemi giudiziari” questa volta che vanno al governo che si occupino anche di leggi ad mafiam per noi, non soltanto per loro!
Perché Ciancimino era agli arresti domiciliari, 75 milioni a Benedetto Spera e 25 a mio figlio Massimo di quei 100 milioni ricevuti da Berlusconi, sembra che Vito Ciancimino dica a Provenzano: hai ricevuto quei 100 milioni che ci manda Berlusconi? Bene, 25 li dai a mio figlio, sono per me, 75 li dai a Benedetto Spera, che è il braccio destro di Bernardo Provenzano.
Cosa sono quei 100 milioni ricevuti da Berlusconi di cui si parla in quel pizzino? C’è un versamento fisso, mensile, trimestrale, semestrale di Berlusconi a Ciancimino? Cos’è quella suddivisione, il 25% va a Ciancimino e il 75% va a Benedetto Spera, in cambio di cosa? Da quanto dura questa abitudine di pagare la mafia da parte di Berlusconi, cosa sono dividendi di vecchie quote azionarie? Sono regali? Tangenti? Mistero, certamente sono qualcosa di diverso rispetto all’assegno degli anni 80 di cui parlano Massimo Ciancimino e sua sorella, perché negli anni 80 Berlusconi non era in politica, era in politica Ciancimino nella Democrazia Cristiana, per un certo periodo anche nella corrente andreottiana.

Berlusconi Cavaliere, Ciancimino in galera.

Sta di fatto che a quei tempi Ciancimino come racconta suo figlio e adesso anche sua moglie, aveva investito capitali nelle società di Berlusconi, dice la vedova Ciancimino che il marito incontrava negli anni 70 Berlusconi a Milano, ma poi alla fine quando lui entrò in politica Ciancimino si sentì tradito dal Cavaliere.

Poi ci sono dei soldi in contanti, quelli di cui parliamo a proposito del pizzino datato pressappoco 2001, abbiamo l’assegno anni '80 quando Ciancimino fa politica e Berlusconi è imprenditore e abbiamo il pizzino del 2001 quando Berlusconi è politico e Ciancimino è detenuto ai domiciliari e c’è sempre Berlusconi che paga o Ciancimino o addirittura secondo me quello che si legge nel pizzino Provenzano, questo è lo stato dell’arte, naturalmente con il contorno di qualche altro documento, Ghedini appena sono uscite le notizie su questo pizzino e su questo assegno e su questi soldi ha subito detto che sarà la Magistratura a dimostrare che mai il Presidente Berlusconi ha avuto contatti diretti o indiretti con Vito Ciancimino di cui all’epoca non conosceva neanche l’esistenza, è strano che uno che non conosce l’esistenza di Vito Ciancimino gli mandi un assegno da 35 milioni negli anni 80, è una cifra importante, non è come 35 milioni del 2000, siamo negli anni 80, quindi secondo Ghedini mai Berlusconi ha avuto rapporti diretti o indiretti con Vito Ciancimino di cui non conosceva all’epoca neanche l’esistenza o con suoi familiari, né tanto meno ha avuto rapporti economici e sarà agevole provarlo in giudizio, non sarà mica tanto agevole perché se c’è un assegno firmato da Berlusconi e conservato da Ciancimino, quello è proprio la prova che invece ci sono rapporti diretti e anche economici e non con i familiari, con lui e a questo punto l’assegno viene fuori.
L’assegno viene fuori perché è notizia di qui giorni che la Signora Ciancimino, la vedova ha trovato e consegnato ai magistrati quel famoso assegno che stava nella carpetta del Marito e di cui parlavano i due figli nella telefonata intercettata, è un assegno da 35 milioni di lire che risale, secondo la datazione che è stata fatta al periodo che va tra il 1979 e il 1983, proprio gli anni in cui arrivano finanziamenti ben più enormi di quello, nelle casse della Fininvest, quindi da una parte le società di Berlusconi ricevono enormi capitali, forse anche dalla Sicilia, dall’altra Berlusconi fa un assegno da 35 milioni per Vito Ciancimino, vedete che è come se uno investisse i suoi capitali e poi ricevesse dei dividenti, tutto da dimostrare naturalmente, ma questo flusso incrociato di soldi che arrivano dalla Sicilia, forse secondo molti racconti, nelle casse delle società di Berlusconi e dall’altra poi ritornano indietro sotto forma di assegni a Ciancimino, è abbastanza curiosa.
Ma c’è di più, perché in quegli anni Ciancimino utilizzava questi soldi per, questa è la dizione di uno dei suoi appunti: acquisto tessere periodo 79/83, acquisto tessere cosa vuole dire? Che comprava tessere fasulle della Democrazia Cristiana per vincere i congressi e sbaragliare la concorrenza in Sicilia e a spese di chi comprava queste tessere? Secondo le carte che sono state portate dalla Signora Epifania Scardino, le tessere le comprava con soldi di Berlusconi, non solo l’assegno ma si parla anche di un altro versamento in contanti di 25 milioni e altri soldi ancora, sempre in contanti e assegni, avrebbe ricevuto Ciancimino per comprare tessere fasulle da Giuseppe Ciarrapico e Gaetano Caltagirone, due impresari, imprenditori, palazzinari, quello che volete, romani molto legati a Andreotti, mentre stranamente Berlusconi risultava legato a Craxi, ma era trasversale evidentemente.
Oppure Don Vito aveva ottimi motivi per fargli sputare fuori dei soldi, chi lo sa! C’è un altro pizzino, anzi un altro appunto che Massimo Ciancimino attribuisce a suo padre, Vito, nel quale il padre Vito scrive e questo è il periodo già in cui Vito è deluso da Berlusconi perché Berlusconi l’ha fatta franca, ha fatto fortuna, è diventato un big dell’impresa e poi della politica, mentre lui invece è finito in galera, condannato e questo Ciancimino non riesce a sopportarlo, infatti scrive in uno sfogo scritto a macchina “io, Dell’Utri e Berlusconi siamo figli della stessa lupa – aggiunge – io sono un perseguitato, io sono stato condannato e loro Berlusconi e Dell’Utri assolti per questioni geografiche” cosa vuole dire “questioni geografiche”? Aggiunge nei suoi appunti Vito Ciancimino che il vero perseguitato è lui, non Berlusconi e dice “ho aiutato Dell’Utri e Berlusconi nell’impresa edilizia a Milano 2 negli anni 70/80, insieme a altri costruttori mafiosi, come Buscemi, Bonura etc., quello che Berlusconi ha fatto a Milano, io l’ho fatto a Palermo – scrive Ciancimino – ma a lui l’hanno fatto Cavaliere del Lavoro e a me mi hanno arrestato!”
Capite che con questo materiale in mano che non sono chiacchiere, ma sono assegni e pizzini e lettere e pezzi di diario che accompagnano e aiutano a spiegare quegli assegni e quei versamenti, i Magistrati hanno di che fare un salto di qualità e Berlusconi ha di che fare un salto sulla sedia.

Ancora una volta il suo passato minaccia di raggiungerlo proprio nel momento più difficile proprio dal punto di vista politico per lui e se è così difficile è anche perché è molto preoccupato perché sente sul suo collo il fiato del suo passato che sta un’altra volta per raggiungerlo, naturalmente di tutto questo nella stampa libera e indipendente e nella televisione libera e indipendente non si parla e quindi ne parliamo noi perché siamo qui a posta, passate parola!

Fonte: beppegrillo.it

 
By Admin (from 17/09/2010 @ 13:00:42, in it - Video Alerta, read 4124 times)

Loose Change è sicuramente il film più completo ed interessante uscito fino ad oggi sull'undici settembre. L'autore è Dylan Avery, un ragazzo poco più che ventenne, che due anni fa si è messo a raccogliere e studiare l'immensa mole di materiale esistente in rete, e ne ha fatto, insieme al suo amico Korey Rowe - fresco reduce delle guerre in Afghanistan e Iraq - un lavoro che è stato già visto, tramite Google Video, da oltre due milioni di persone nel mondo.

Oggi Loose Change arriva anche in Italia con sottotitoli in italiano e grazie a un gruppo di volontari è stato realizzato successivamente il doppiaggio in italiano.

Per chiunque si interessi alla questione dell'undici settembre, e al suo dibattito che non accenna a placarsi, questo è un film assolutamente indispensabile da conoscere.
Il filmato con doppiaggio in italiano da arcoiris.tv

Per me la vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umano. Sarei restio ad ammazzare un agnello per sostenere il corpo umano. Trovo che più una creatura è indifesa, più ha il diritto ad essere protetta dall'uomo dalla crudeltà degli altri uomini. Ma colui che non è degno di tale opera non può offrire protezione.
Per riuscire a vedere faccia a faccia lo Spirito della Verità, universale e onnipresente, bisogna riuscire ad amare la più modesta creatura quanto noi stessi.

M.K. Gandhi, "La mia vita per la libertà - L'autobiografia del profeta della non violenza"

 

Buongiorno a tutti, devo ringraziare e ne approfitto, tutte le persone che sono venute alla festa de Il Fatto da venerdì a domenica alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, devo ringraziare anche i giornali italiani perché hanno fatto finta di non vedere una cosa importante che è successa politicamente, forse una delle cose più importanti che sono successe negli ultimi mesi, proprio sul palco della Versiliana grazie a Il Fatto Quotidiano.

Di Pietro e Fini insieme contro la corruzione.

Abbiamo invitato politici di vari partiti, abbiamo invitato il finiano Granata, Di Pietro, Claudio Fava di Sinistra ecologia e libertà, abbiamo invitato anche il Sindaco di Firenze del PD Matteo Renzi, ma ha pensato bene di darsi per altri impegni.


C’era il Sindaco di Pietrasanta che rappresenta un raro esemplare di PD sveglio e infatti sta bonificando quell’area molto inquinata dal malaffare, il precedente Sindaco era stato preso di peso e portato in galera per uno scandalo molto grave, li abbiamo fatti parlare insieme al Procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, uno dei massimi esperti di reati finanziari e di corruzione, di una proposta di legge che Il Fatto ha lanciato sabato, non è una proposta vaga, abbiamo proprio scritto la legge in modo che nessuno la possa manipolare a suo piacimento e abbiamo chiesto di confrontarsi su questa legge, naturalmente era abbastanza scontato che presi singolarmente questi politici dicessero “sì è una legge anticorruzione” conosciamo Granata come un esponente rarissimo della tradizione della destra legalitaria in Sicilia, conosciamo Di Pietro, Claudio Fava, conosciamo anche se non rappresenta ovviamente il suo partito, la sua esperienza amministrativa il Sindaco di Pietrasanta, ma vederli impegnarsi, soprattutto Granata e Di Pietro che sono gli unici due in Parlamento con i loro partiti o con i loro gruppi parlamentari, a fare propria questa legge e a imporla all’attenzione del Parlamento inserendola nell’agenda dei provvedimenti da esaminare e da votare nella Conferenza dei Capigruppo della Camera, è un fatto più unico che raro, è la prima volta che politici di destra e politici di centro-sinistra danno vita a quello che noi abbiamo chiamato un inciucio buono, un accordo trasversale non per fare leggi a favore dei corrotti o dei mafiosi com’è sempre avvenuto in questi 16 anni, ma per fare una legge contro la corruzione e contro i reati finanziari.
Dovrebbe essere una notizia in un paese soprattutto come il nostro ma in un qualsiasi paese che politici di destra e di sinistra si mettono d’accordo per fare una legge anticorruzione, anziché il solito processo breve, il solito lodo, il solito scudo etc., invece sui giornali di stamattina “Zero Tituli” come dice Mourinho, se si esclude Il Tirreno che è il giornale di Livorno, quindi territorialmente competente ma purtroppo non molto diffuso su scala nazionale, non c’è un solo giornale che abbia dedicato una sola riga a questo fatto che non c’entra niente, potevano anche non parlare della festa de Il Fatto, potevano dire che i finiani e i dipietristi si sono impegnati a portare in aula una legge anticorruzione, sappiamo anche perché ce lo ha comunicato che il vicecapogruppo del PD l’On. Zanda si è impegnato a fare altrettanto a nome del suo partito, sapete che in Parlamento i gruppi parlamentari non sono moltissimi, sono: Pdl, finiani, Udc, Lega, dipietristi e PD, sono 6, se è vero che noi abbiamo l’adesione del gruppo PD, del gruppo dipietrista e del gruppo finiano significa che abbiamo la metà dei gruppi parlamentari presenti, se dovesse venire anche l’adesione di un altro gruppo o la Lega o l’Udc, chi lo sa, sarebbe una contraddizione ma è anche difficile difendere pubblicamente una posizione ostile a una legge anticorruzione, un conto è rubare di nascosto, un conto è dire: no, noi siamo contrari a una legge anticorruzione, infatti noi per questo l’abbiamo presentata precisa, precisa, chi la vuole leggere interamente la trova sul sito de ilfattoquotidiano.it ma adesso la spiego in termini semplici, anche se abbiamo preparato proprio l’articolato con l’aiuto di magistrati, giuristi, avvocati, esperti, è una sfida a tutti quelli che dicono a parole “siamo contro la corruzione” benissimo allora prendete questa legge e approvatela, c’è già la pappa pronta, non dovete neanche sforzarvi, c’è già tutto, il minimo che si può fare, poi certo se si possono aggiungere altri punti.
Dato che persino Berlusconi, quando sono scoppiati gli scandali ha detto: ci vuole una legge anticorruzione, poi è ovvio hanno partorito una schifezza affidata a Alfano, non a caso e poi l’hanno insabbiata in Senato, dove naturalmente non a caso il Presidente Schifani già noto per avere insabbiato la legge di iniziativa popolare proposta al VDay da Beppe Grillo e firmata da 350 mila persone, però almeno lanciamo un’altra sfida e vediamo, visto che tutti dicono, non tutti sono d’accordo per l’incandidabilità dei condannati, noi sì naturalmente, 350 mila persone sì, ma su una legge anticorruzione persino Berlusconi aveva detto che ci stava e i leghisti come faranno a giustificare di fronte ai loro lettori che quando questa proposta andrà in aula, loro la contrasteranno? I leghisti contro una legge anticorruzione? Magari qualche leghista che si ricorda perché è nata la Lega e cos’era la Lega ai tempi di Manipulite c’è ancora e l’Udc se è vero quello che dice pubblicamente, cioè che bisogna recuperare il maltolto della corruzione per trovare i soldi per i cittadini che ne hanno bisogno, benissimo allora vediamo quali di questi gruppi ufficialmente alla Conferenza dei Capigruppo dirà di no, non all’approvazione, ma alla messa in discussione e al voto di questa legge, questa è la sfida che abbiamo lanciato ieri e che in un giorno ha già avuto l’adesione a parole, poi vedremo nei fatti, la seguiremo, li talloneremo come fa Beppe per la legge sull’incandidabilità dei condannati, vedremo se alle parole seguiranno i fatti, però intanto c’è già un fatto, che solennemente Granata a nome dei finiani, Di Pietro a nome del suo partito Italia dei Valori e Zanda che ce lo ha fatto sapere a nome del PD, hanno aderito a questa proposta.
Cosa prevede questa proposta? Prevede delle norme più severe e altre nuove di zecca, per colpire più efficacemente i corrotti e i corruttori e gli autori dei reati finanziari che sono spesso il mezzo per arrivare alla corruzione e spesso sono addirittura lo scopo della corruzione, quindi sono intimamente collegati, le norme nuove servono a colpire dei comportamenti che oggi sono un po’ nebulosi, gelatinosi direbbero i giudici di Firenze nell’ordinanza di arresto dei furbetti della cricca della protezione civile, gelatinoso perché? Perché non c’è più la classica mazzetta del corruttore che porta i soldi al corrotto, c’è un tal pappa e ciccia, un tale conflitto di interessi, un tale rapporto di parentela, cognatismo, favori reciproci anche in natura, nel senso di mignotte, massaggiatrici ma anche lavoretti domestici fatti con lo sconto, case pagate dal costruttore a propria insaputa, quel sistema gelatinoso dove non è ben chiaro per quale motivo tu fai un favore a tizio e tizio fa un favore a te, non è ben chiaro e non è ben facile dimostrare che l’una cosa è avvenuta in cambio dell’altra, si sa che sono passati dei favori e dei soldi, basta il passaggio di favori e di soldi per integrare, in certi casi naturalmente, un reato che può chiamarsi traffico di influenze illecite, che può chiamarsi corruzione tra privati e poi ci sono altri comportamenti che in Italia non sono proprio puniti come l’autoriciclaggio, quando qualcuno commette un reato, ci fa dei soldi con quel reato e poi ricicla i soldi che ha guadagnato facendo quel reato.
Questo si chiama autoriciclaggio perché tu ricicli soldi sporchi che hai incamerato tu, con un reato tuo, sembra incredibile ma oggi riciclare i soldi sporchi ottenuti con un reato proprio non è reato, l’autoriciclaggio non è reato, è reato soltanto se ricicli soldi che hanno guadagnato illegalmente degli altri, capite la follia!
Tutto questo ha una cornice, una cornice che è un dovere a cui lo Stato italiano non adempie da 11 anni, la ratifica di due convenzioni Ocse che l’Italia come tutti gli altri stati membri ha firmato a Strasburgo nel 1999, convenzione penale e la convenzione civile, contro la corruzione da 11 anni l’Italia non ratifica queste due convenzioni, il che significa che ha preso un impegno con gli altri paesi dell’Ocse, gli altri paesi dell’Ocse hanno ottemperato a questo impegno inserendo nel proprio ordinamento quella convenzione e facendole proprie, mettendole in vigore e noi no, da 11 anni, dal 1999 si sono succeduti, c’era il Governo D’Alema all’epoca, poi il Governo Amato, poi il Governo Berlusconi 2, poi il Governo Prodi 2, poi il Governo Berlusconi 3, 5 governi, tutte le maggioranze, tutti i partiti sono stati in maggioranza per qualche tempo in questi 11 anni e nessuno ha saputo o voluto, potuto ratificare quelle convenzioni.
Quindi qui si parte dalla ratifica delle convenzioni, ci si mette nell’ordinamento italiano ciò che è già presente nell’ordinamento degli altri paesi membri dell’Ocse che hanno siglato e poi ratificato queste convenzioni.

Ratificare le convenzioni internazionali.

Quindi l’Art. 1 è un articolo che conferisce al Presidente della Repubblica l’autorizzazione del Parlamento a ratificare perché poi l’ultima firma spetta a lui, le due convenzioni contro la corruzione, quella civile e quella penale.

L’Art. 2 esplicita che anche l’Italia dà piena e intera esecuzione alle convenzioni, le incamera e diventano legge, a questo punto ci vogliono degli altri articoli, ne abbiamo pensati 8, dal 3 al 10, la legge è in 10 articoli per adeguare il nostro ordinamento, il nostro Codice Penale per renderlo compatibile con queste convenzioni, ci sono delle modifiche ovviamente, Art. 3, modifiche al Codice Penale e qui c’è tutta una serie di reati che vengono introdotti ex novo, oppure che vengono modificati, che la corruzione e i reati finanziari si evolvono, l’era della globalizzazione non c’è lo stesso modo di rubare che c’era prima, ci sono modi molto più raffinati, molto più ingegnerizzati e quindi il diritto deve seguire il crimine e darsi delle norme che sposino le nuove forme di criminalità per poterle punire e possibilmente anche impedire, spaventando con il deterrente quelli che le vogliono commettere.
Prima modifica: la corruzione diventa un unico reato, perché dico un unico reato? Perché prima c’erano la concussione e la corruzione che erano la stessa cosa, il gesto della corruzione e il gesto della concussione qual è? E’ che tizio paga caio perché non svolga un’opera di controllo, perché chiuda un occhio, quindi il privato paga il rappresentante dello Stato che lo dovrebbe controllare perché non lo controlli, se lo costringe a farlo è concussione, se invece sono d’amore e d’accordo per pagare e scambiarsi il favore allora è corruzione, è difficilissimo stabilire quando uno è costretto a pagare o non è costretto a pagare, facciamo un unico reato, un unico reato che dice che il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che abusando dei suoi poteri costringe o induce qualcuno a dare o a promettere a lui o a un altro denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da 4 a 12 anni, con la stessa pena è punito quello che li prende i soldi, il Pubblico ufficiale o l’incaricato di Pubblico servizio che riceve, quindi non costringe o induce, ma riceve per sé o per un terzo denaro o altra utilità o ne accetta una promessa in relazione al compimento o all’omissione o al ritardo di un atto del suo ufficio o servizio, oppure al compimento di un atto contrario, addirittura ai suoi doveri di ufficio o di servizio, quindi può essere corruzione sia quando vai a corrompere un pubblico ufficiale perché faccia qualcosa che non deve o che non potrebbe fare, ma anche perché faccia qualcosa che potrebbe fare, se pago qualcuno per avere prima una licenza o qualcuno per avere la patente quando me l’hanno ritirata o qualcuno per avere un documento invece di aspettare, questo può darsi che ne abbia diritto a questa cosa, ma non devo pagare per avere una cosa cui ho diritto, perché se pago è evidente che me la danno prima che agli altri, oppure in condizioni favorevoli, quindi la corruzione propria e impropria viene distinta in questo modo, ma non c’è più la differenza che c’era prima tra chi paga perché è costretto e tra chi costringe a pagare oppure no, l’importante è che il pubblico ufficiale non deve prendere soldi al di là del suo stipendio, se prende i soldi al di là del suo stipendio, evidentemente poi commette un atto contrario ai doveri del suo ufficio, oppure addirittura proprio dei doveri del suo ufficio, quella si chiama corruzione.
La condanna comporta l’interdizione perpetua dei pubblici uffici, sempre, nel caso di chi paga il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, quindi prima abbiamo visto quanto prende chi riceve i soldi, abbiamo parlato del corrotto, adesso vediamo il corruttore quanto prende, il corruttore non essendo ovviamente un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, prende meno, prendo da 2 a 6 anni, comunque una pena piuttosto importante.
Se la promessa o il versamento sono fatti in cambio di un atto di ufficio o di una cosa che il pubblico ufficiale addirittura ha già fatto la pena è da 3 mesi a un anno, se invece è fatta perché il pubblico ufficiale venga meno ai suoi doveri d’ufficio allora la pena è da 2 a 6. Quando il corruttore viene indotto da una minaccia, quindi in qualche modo costretto a pagare, ottiene un’attenuante, quindi non più come prima concussione paga soltanto quello che costringe il privato a pagare, mentre il privato è vittima di estorsione e quindi non risponde di nessun reato, qui se uno è indotto a pagare, deve sapere che comunque sta commettendo un reato che è punito più lievemente perché c’è un’attenuante in quanto l'hanno costretto a pagare minacciando di fargli del male, quindi c’è una diminuzione della pena fino alla metà.
C’è una corruzione più grave delle altre? Sì, è quella in atti giudiziari, quando si corrompe un giudice o un testimone o un perito, o chiunque faccia parte di un processo, affinché il processo non sia giusto, quando uno corrompe il giudice, il Pubblico Ministero, il testimone per farsi assolvere essendo colpevole o per vincere una causa civile avendo torto, questa è la corruzione giudiziaria, la conosciamo bene perché Berlusconi, Previti ci sono dei grandi esperti, corruzione del Giudice Metta per fregare la Mondatori a De Benedetti e darla a Berlusconi, corruzione del testimone Mills perché faccia la falsa testimonianza nei processi Guardia di Finanzia e All Iberian in modo da farlo assolvere o da farlo prescrivere anche se colpevole, è la corruzione più grave perché ribalta la bilancia della giustizia a vantaggio di chi ha torto, di chi è colpevole, questa naturalmente resta una corruzione più grave delle altre, quindi la condanna è alla reclusione da 5 a 10 anni, poi vedrete i dettagli.
Nascono dei nuovi reati, per esempio la corruzione in affari privati, cos’è? Per esempio: il capoufficio acquisti di un’azienda, quello che deve andare a cercare chi deve essere il fornitore degli specchietti retrovisori delle auto prodotte dalla sua azienda, chi deve produrre la leva del cambio, chi deve produrre i posacenere, i fanali, le candele, il tubo di scappamento, gli ammortizzatori, i freni, l’impianto idrico, sono tutte forniture, i tappetini dei sedili, il capoufficio acquisto decide chi fa queste forniture all’azienda che produce la macchina, se prende la stecca dal forniture, cosa succede? Che dà la fornitura a lui, anche se magari gli specchietti retrovisori prodotti da un’altra aziende costerebbero di meno, però l’altra azienda non dà la stecca al capoufficio acquisti e quest’ultimo continua a far spendere più soldi alla sua azienda per dare l’appalto alla ditta amica che poi gli fa i regalini!
Tutto questo non c’è un pubblico ufficiale, perché? Perché sono contrattazioni tra una grande azienda e i suoi fornitori, in tutto il mondo è reato, corrompere e farsi corrompere in queste transazioni, in Italia no, perché? Perché non abbiamo ratificato la convenzione internazionale, che prevede la corruzione tra privati, quanto costa una macchina se i fornitori vengono scelti in base alla migliore offerta che fanno rispetto alla macchina i cui pezzi vengono prodotti non dal fornitore che fa la migliore offerta, ma dal fornitore che paga la migliore tangente al capoufficio acquisti? E’ ovvio che la macchina N. 2 costa molto di più della N. 1 e quindi va fuori mercato e quindi l’azienda ne risente e quindi i consumatori spendono di più per comprare la macchina, qui c’è un danno, anche nella corruzione tra privati, si potrebbero fare migliaia di altri esempi, diventa reato, dipendenti, consulenti, collaboratori di una società che ricevono indebitamente per sé o per terze persone denaro o altra utilità o accettano la promessa in relazione al compimento, all’omissione o al ritardo di atti rientranti nei propri incarichi e funzioni, ovvero al compiti di atti contrari ai propri doveri, sono puniti con la reclusione da 1 a 4 anni, se sono amministratori, direttori generali e dirigenti preposti a redigere i bilanci oppure sindaci o liquidatori della società, di anni se ne possono beccare anche da 2 a 8, perché? Perché se uno becca i soldi e poi tarocca pure i bilanci della società, capite che la questione si aggrava, interdizione pena accessoria, interdizione dagli uffici direttivi delle società, non si può più dirigere una società dopo che si è stati condannati per questo reato, fuori!

Nuovi reati per la corruzione globalizzata.

Altro reato, millantato credito, cos’è il reato di millantato credito? E’ un reato che punisce colui che va in giro a dire: sono molto potente, se volete ottenere qualcosa dovete pagarmi, datemi dei soldi che poi all’occorrenza sono a vostra disposizione, uno che va in giro a fare lo smargiasso e ci lucra, perché?
Perché dice: se mi tenete buono, poi vi sarò riconoscente, quindi non è uno che ti dice: se mi dai dei soldi ti faccio questa cosa, è uno che dice: comprami, sono all’asta, sarò a tua disposizione per qualunque esigenza, è più furbo del corrotto, perché il corrotto prende i soldi in relazione a quella cosa, mentre questo è uno che dice: pagami e vedrai che ti troverai bene. Come è disegnato oggi questo reato, non aiuta a acchiappare il sistema gelatinoso della cricca, meglio come lo chiama la Convenzione europea anticorruzione, un reato che lo deve sostituire, che è molto più preciso e che si chiama “traffico di influenze illecite” cos’è? Chiunque afferma di essere in condizioni di esercitare un’illecita influenza su un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, ah qui mi ero sbagliato: non è uno che dice: sono potente perché ho una carica pubblica, no, sono potente perché sono amico di quello che ha una carica pubblica e quindi se dai i soldi a me, poi vado a perorare la tua causa con il mio amico. Pensate soltanto a quel Pasqualino Lombardi, mi pare si chiami, un geometra irpino che parlava direttamente sul cellulare con il Presidente della Corte d’Appello di Milano, Marra e con il Presidente della Cassazione Carbone che gli diceva: uè Pasqualino! Questo si aggirava negli altissimi ambienti della magistratura, della politica etc., facendo cosa? Millantando credito, non perché millantasse dei rapporti che non aveva, li aveva e a volte riusciva anche a propiziare nomine o a bloccarne al Csm, ecco perché è bene che si chiami questo comportamento “traffico di influenze illecite” perché lui prometteva di spendere la sua influenza presso altissimi magistrati, Corte Costituzionale, Corte di Cassazione, Corte d’Appello di Milano, lui Pasqualino che non era un pubblico ufficiale, si proponeva come anello di congiunzione con i pubblici ufficiali e molti lo prendevamo sul serio, popolo perché sapevano che aveva quei rapporti, chiunque affermando di essere in condizioni di esercitare un’illecita influenza su un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio, in relazione al compimento, all’omissione o al ritardo di un atto dell’ufficio servizi o al compimento di un atto contrario ai doveri d’ufficio, riceve indebitamento per sé o per un terzo denaro o altra utilità, quale prezzo per l’influenza esercitata o quale remunerazione per il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio suo amico o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da 4 a 10 anni e poi ci sono altri particolari di questo reato che riguardano poi attenuanti, aggravanti e infine anche qua c’è l’interdizione perpetua dei pubblici uffici per chi viene condannano.
Capite che tutto questo si integrerebbe perfettamente con la proposta Grillo sull’incandidabilità, perché se si arriva alla condanna con interdizione perpetua dai pubblici uffici di questi personaggi, questi personaggi in Parlamento non ci possono più entrare, ma non possono più neanche fare il bidello di una scuola pubblica, interdizione perpetua!
Attenzione per i reati che abbiamo detto: corruzione, corruzione giudiziaria, corruzione tra privati e traffico di influenze illecite, nascono i pentiti, come per la mafia, come per il terrorismo, cosa succede? Tra il corrotto e il corruttore c’è solidarietà, sono complici in un reato che si commette almeno in 2, uno paga, l’altro prende, se c’è anche il mediatore, quello che fa il traffico di influenze sono in 3, quello che dice: dammi i soldi che li porto a, sono influente presso X, le due o tre figure sono intrecciate perché? Perché uno non può dire: ho dato dei soldi a tizio e far incriminare tizio, viene incriminato anche lui, uno non può dire: ho preso soldi da tizio e far incriminare solo tizio, viene incriminato anche lui, perché? Perché il reato l’hanno fatto insieme!
Quindi oggi è difficile scoprire questi casi, proprio perché nessuno delle persone che sono a conoscenza di questi casi può parlare senza essere incriminato per avere partecipato a questi reati, allora bisogna trovare il modo di rendere conveniente parlare, facendo cosa? Dando uno sconto di pena al primo che parla, purché parli di cose nuove, purché dica tutto quello che sa e quello che ha fatto e lo dica prima che lo scopra il Magistrato, altrimenti se lo dice dopo il Magistrato già l’ha scoperto, ammettere delle cose che già sa il Giudice non porta nessun vantaggio alla giustizia e alla collettività, si innesca la corsa a chi per primo denuncerà il complice, perché? Perché otterrà lo sconto di pena, l’attenuante per la collaborazione, quindi nessuno potrà più stare tranquillo quando darà dei soldi a qualcuno o prenderà dei soldi da qualcuno, perché ci sarà sempre il rischio che poi quel qualcuno, l’altro, voglia guadagnarsi l’attenuante e lo vada a denunciare, sarà più facile scoprirlo e sarà più difficile commetterli questi reati, perché ci sarà più paura di oggi quando invece la solidarietà, l’omertà e il silenzio sono proprio il collante di questi fenomeni di nuova e vecchia corruzione.
Ecco così viene istituita un’attenuante speciale per i rei confessi di corruzione, corruzione giudiziaria, corruzione in affari privati e traffico di influenze illecite, se prima che il Pubblico Ministero chiede il tuo rinvio a giudizio per qualcosa, tu denunci i tuoi complici, restituisci il maltolto, questo è molto importante dicendo ovviamente delle cose che il Magistrato non sa ancora e dicendo tutto, hai diritto a uno sconto fino ai 2/3 della pena, se poi si dovesse scoprire che non avevi detto tutto, allora te la danno tutta intera la pena, così ti passa la voglia di fare il reticente.
Vi dicevo dell’autoriciclaggio, è l’ultimo reato nuovo che viene introdotto dalla proposta de Il Fatto Quotidiano, è un reato che serve a punire finalmente il comportamento che oggi non è punito di colui che reimpiega il denaro ricavato da un reato che lui stesso ha commesso, in Italia questo non è reato, in Francia invece lo è, negli Stati Uniti lo è, è reato l’autoriciclaggio persino in Svizzera che non è proprio nota per essere un modello di trasparenza su questi tipi di reati, è molto più trasparente di noi.
Oggi il reato di riciclaggio e il reato di impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, artt. 648 bis e ter del Codice Penale, puniscono soltanto chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni e altre utilità provenienti da delitto, ovvero compie in relazione a essi, altre operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa, questo è il riciclaggio com’è scritto oggi.
L’altro reato, l’impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita punisce chiunque impiega in attività economico – finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto, ma attenzione, in entrambi i casi, solo fuori dai casi di concorso nel reato, cosa vuole dire questo? Vuole dire che con queste 7 paroline “solo fuori dai casi di concorso nel reato” vuole dire chi ha accumulato i soldi con un delitto proprio e poi ha riciclato gli stessi soldi in proprio, non è compreso in questi due reati e allora queste 7 paroline scompaiono e così in futuro sarà punito anche quello che ricicla i denari che lui stesso ha guadagnato con dei reati, per esempio chi vende droga, chi prende il pizzo, chi fa un sequestro di persone e incassa il riscatto, chi prende tangenti, chi evade le tasse e poi rimette in giro i soldi che illecitamente ha guadagnato, impiegandoli in attività lecite naturalmente, attività edilizie, finanziarie, investimenti etc., può essere punito non solo per le attività illecite per i reati che ha commesso per guadagnare quei soldi, ma anche per avere riciclato o autoriciclato quei soldi.
Poi ci sono modifiche al Codice Civile, a cominciare dalla prima, la più importante, torna il reato di falso in bilancio, è evidente che la trasparenza contabile è decisiva per combattere la corruzione, perché? Perché le tangenti con quali soldi si pagano? Con i fondi neri e i fondi neri come si fanno? Taroccando i bilanci delle società, portando via i soldi e evadendo anche le tasse, prima cosa da fare si ripristina il reato di falso in bilancio come reato di pericolo e non di danno, quindi è sempre reato falsificare i bilanci, non soltanto quando qualche azionista si sente danneggiato e fa denuncia e le pene naturalmente aumentano per rendere di nuovo possibile fare i 3 gradi di giudizio prima che scatti la prescrizione e aumentando le pene si possono di nuovo fare intercettazioni e mettere le manette a qualcuno durante le indagini, cosa che oggi non è più possibile fare per il reato di falso in bilancio.
Quindi ritorniamo a una legislazione più dura e più severa sui reati contabili, modificando l’Art. 2621 del Codice Civile “false comunicazioni sociali”, è quello che modifica il 2622 “false comunicazioni sociali in danno della società dei soci o dei creditori” diventa “false comunicazioni nella società quotata in borsa” poi ancora le pene e le aggravanti e le attenuanti e c’è anche una riformulazione del 2624 “falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle società di revisione” partecipano ai falsi in bilancio anche i revisori, quelli che devono certificare i bilanci e che certificano spesso bilanci falsi.

Ripristinare il falso in bilancio.

Art. 5 “false dichiarazioni contabili e false comunicazioni sociali a fini di corruzione” chi presenta una falsa dichiarazione dei redditi per fregare il fisco e evadere le tasse, oppure trucca i bilanci per accumulare fondi neri, il tutto finalizzato a pagare tangenti, viene punito sia per i reati fiscali e di bilancio che ha commesso e sia per i reati di corruzione, traffico di influenze etc., a prescindere dall’ammontare dei soldi che ha sottratto al fisco.

Perché oggi sapete che per punire l’evasione fiscale, grazie a una legge criminale del centro-sinistra, bisogna superare delle soglie molto alte di imposta evasa, altrimenti non si va neanche nel penale, se questi reati sono stati commessi per corrompere non contano le soglie, si può tranquillamente andare nel penale anche per importi più bassi, nel futuro bisognerà poi fare e la faremo nei prossimi mesi, una proposta di legge di riforma del sistema penale tributario che oggi è ridicolo, favorisce gli evasori anziché i contribuenti onesti.
Art. 6, la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, sapete che la legge, la famosa 231 è quella che punisce le società, non solo i loro singoli amministratori, ma proprio le società in quanto tali quando sono inquinate e quando commettono degli illeciti amministrativi che dipendono dai reati che hanno commesso i dirigenti o i manager di queste società, le società devono dimostrare per non incappare in sanzioni, di avere rimosso questi personaggi inquinanti e di avere adottato dei regolamenti interni, tali da prevenire e impedire in futuro che vengano perpetuati questi comportamenti, questo vale anche per le norme di sicurezza, se non ci sono norme di sicurezza, in base alla 231 ne risponde anche la società e per non risponderne più, deve dimostrare di avere sistemato le cose della sicurezza sul lavoro e di avere adottato dei modelli organizzativi tali per impedire che si continuino a violare le norme sulla sicurezza, è la stessa cosa per le società che corrompono, che hanno fondi neri, rispondono anche come società, la Telecol sta rispondendo davanti ai giudici di Milano per lo spionaggio della sua security, in quanto c’è una responsabilità dell’azienda, non soltanto degli uomini singoli che andavano poi a fare lo spionaggio della security Telecom.
Questa legge viene resa più severa e più pregnante per quanto riguarda i reati nuovi che abbiamo disegnato prima di corruzione, traffico di influenze illecite, corruzioni tra privati etc., in relazione alla Commissione di questi delitti si applica all’ente la sanzione pecuniaria da 200 a 600 quote e in relazione alla corruzione giudiziaria e a altri reati più gravi si applica la sanzione da 300 a 800 quote, cosa sono le quote? Sono dei complicatissimi algoritmi che in base al valore della società la puniscono e quindi ogni società ha le sue quote, l’importante è stabilire che quando viola la legge 231, queste quote in proporzione al valore della società, le si ritorcono contro perché le paga sotto forma di sanzioni.
Infine ci sono tempi più lunghi di prescrizione e di accertamento dei reati fiscali e dei reati di corruzione, traffico di influenze etc., quando si scopre che è stato corrotto un ufficiale o sottufficiale della Guardia di Finanza o un ispettore dell’Agenzia delle entrate per nascondere i reati fiscali, se tu hai corrotto qualcuno per non scoprire le tue evasioni fiscali, a quel punto hai truffato lo Stato, quindi lo Stato non ti può contestare i reati fiscali e quelli collegati con una prescrizione che parte dal momento in cui li hai commessi, perché tu hai corrotto qualcuno perché non li scoprisse, quindi lì la prescrizione scatta dal momento in cui il reato è stato scoperto, non dal momento in cui è stato commesso, altrimenti è un incentivo a corrompere l’Agenzia delle entrate e la Finanza perché non scoprano i reati, così quando verranno poi scoperti saranno già prescritti, invece no, la prescrizione scatta da quando verranno scoperti e così è più difficile che si prescrivano.
Vedrete che ci sono altri 3 articoli che riguardano dei passaggi tecnici, l’ultimo dice, il decimo: la nuova norma non costa praticamente un Euro, è tutto a costo zero dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, questa è la proposta di legge sulla quale, almeno a parole, dipietristi, finiani e Partito Democratico hanno promesso di dare battaglia in Parlamento perché venga portata all’ordine del giorno, speriamo che, dato che sono complementari venga agganciata alla proposta di iniziativa popolare di Beppe Grillo sull’incandidabilità dei condannati e speriamo che finalmente dopo tanti inciuci sulle leggi vergogna, ce ne sia uno su una legge positiva.


Qualcuno dirà: siete degli illusi, può darsi ma almeno avremo dimostrato che non siamo capaci soltanto a criticare, siamo capaci anche a proporre, se poi quando proponiamo le nostre proposte vengono scartate senza che nessuno ci dica cos’è che non va e anzi finora ci hanno detto tutti che questo progetto è un progetto positivo, bene, allora ci saranno i nomi, cognomi, le facce e le sigle dei partiti a cui sapremo cosa fare al momento di andare a votare, sapremo come punirli, mentre invece se ci saranno partiti di destra o di sinistra che fanno proprie queste proposte, chi vorrà potrà tranquillamente votarli perché è chiaro che chi vota una legge così severa contro la corruzione, così come chi vota una legge sull’incandidabilità dei condannati, vuole dire che non ha niente da temere, altrimenti sarebbe un kamikaze, sarebbe un suicida e se non altro un ottimo sistema per scremare il grano dal loglio, per scremare i buoni dai cattivi, per scremare gli onesti che non hanno niente da temere dai ladri che invece da leggi come queste hanno tutto da temere, passate parola!

Fonte: BeppeGrillo.it

 

Buongiorno a tutti, mi scuso ma oggi parliamo, a vario titolo, ancora della seconda e della terza carica dello Stato. Cominciamo dalla terza che ieri ha parlato a Mirabello, in Provincia di Ferrara, non ha detto cose sensazionali. Ascoltate da noi non sono cose sensazionali, sono cose che sappiamo e ci diciamo dal 1994, quando Berlusconi entrò in politica, mi venivano in mente gli articoli di Montanelli del 1993, addirittura poco prima che Berlusconi entrasse in politica, ma Montanelli già l’aveva saputo, nei quali si diceva cos’è la destra, cosa dovrebbe essere la destra e si prevedeva cosa sarebbe stata quella che Montanelli chiamava questa truffa, questa patacca di destra che Berlusconi aveva in mente.

Buongiorno, Fini.

Tutte le previsioni di Montanelli si sono avverate, la destra è diventata quella roba che Fini ieri ha descritto, peccato che Fini ne abbia fatto parte fino a ieri e questo è il punto di maggiore debolezza dell’intervento di Fini, che però ha un pregio, quello di avere preso atto sia pure con notevole ritardo, della necessità che anche in Italia nasca una destra normale e il fatto stesso che lui si sia preso la scena in una piazza molto piena come quella di Mirabello e abbia potuto grazie ai siti Internet, grazie a La Sette che ha trasmesso in diretta il suo discorso, abbia potuto descrivere come potrebbe essere una destra diversa, è un fatto in sé importantissimo.

Perché per la prima volta si è sbriciolato il monolite che da 17 anni chiamiamo destra e che prevedeva un solo uomo al comando, anzi al telecomando, come diceva Enzo Biagi e tutti gli altri dietro a fargli da camerieri a leccargli i piedi, da ieri c’è un altro punto di riferimento per chi è di destra e è un punto di riferimento inconciliabile con il berlusconismo se non in quella formula che in politichese Fini ha chiamato il patto di legislatura per evitare il trauma delle elezioni anticipate, elezioni che tra l’altro si terrebbero se si facessero molto presto con la stessa legge elettorale con cui abbiamo tenuto le ultime due di elezioni.

La legge elettorale che lui stesso ha votato anche se ieri ha avuto almeno il buongusto di dire che fu un errore votarla, mentre invece avete visto che i leghisti che quella legge che avete concepito con Calderoli, dopo che Calderoli l’aveva definita porcata, continuano a difenderla e continuano a dire che non bisogna cambiarla, quindi con una legge elettorale così è evidente che le elezioni sarebbero truccate, nel senso che i partiti continuerebbero a portare in Parlamento chi vogliono i loro segretari.

La nuova destra che Fini ha delineato è una destra che fa politica, forse è questo l’aspetto che avrà colpito di più ieri, soprattutto quelli che si sentono di destra, sentire un leader della destra che non parla dei suoi processi e delle sue aziende perché non ha né precisi, né aziende, quindi può dedicarsi a parlare, per ora ne ha solo parlato, non è che li ha risolti, parlare dei problemi e quindi i problemi li conosciamo benissimo, è un elenco di ovvietà dalla questione sociale alla questione dell’opposizione, al rapporto tra nord e sud, i costi del federalismo, la politica della scuola, della cultura, la politica estera, reduce dalle sceneggiate come le ha chiamate Fini dei genuflessi al gaglioffone Gheddafi, giustizia e tutto quanto, dimentico sicuramente cose importanti.
Se l’è presa con 3 o 4 Ministri chiave, anche se ne ha nominato solo uno Fini, se l’è presa con i tagli “'n do coio coio” che sono andati a devastare la scuola, quindi se l’è presa con la Gelmini e con il suo mandante che è Tremonti, se l’è presa con i tagli indiscriminati alla cultura e se l’è presa con Bondi e con il suo mandante, Tremonti, se l’è presa con gli scappellamenti a Gheddafi e quindi con quella specie di cameriere ridens che si fa passare per Ministro degli Esteri Frattini, evidentemente se l’è presa con la politica giudiziaria e quindi con Alfano e con il suo mandante, Ghedini definito il Dott. Stranamore che sembra avere sempre risolto i problemi del Cavaliere invece non è mai riuscito a risolverli, ma in compenso ha ispirato leggi che stanno, mentre parliamo, continuando a fare danni devastanti.

Quindi questo patto di legislatura lascia il tempo che trova, si capisce benissimo che i due, come scrive qualche giornale stamattina non sono separati in casa, ma sono divorziati in casa, Fini è stato molto astuto perché mentre sfregiava a rasoiate il Sacro volto e il corpo mistico di mister B, lasciava a lui la responsabilità della rottura, accusava lui di avere tradito il programma elettorale e sfidava lui a decidere se nascerà o non nascerà questo nuovo partito di futuro e libertà perché spetterà a Berlusconi, a questo punto, rimasto con il cerino in mano, decidere se revocare l’espulsione di Fini e dei finiani nel qual caso potrebbe anche darsi che riescano a restare insieme per qualche altro mese, o se invece confermarla, nel qual caso è evidente che non si può espellere qualcuno e poi pretendere che resti senza partito, dovrà per forza fondarlo, ma è ovvio che la responsabilità sarà di Berlusconi e quando Fini dice: siamo disposti a votare per i 5 punti del nuovo programma, ma prima vogliamo vedere cosa nascondono i 5 titoli di questi 5 punti, a cominciare dal vedere cosa vuole dire riforma della giustizia, è evidente che Fini non prende a scatola chiusa i 5 punti e quindi Berlusconi ha già fatto sapere che i 5 punti non sono negoziabili, nel senso che sa lui quello che vogliono dire e pretende dagli altri fedeltà a prescindere a scatola chiusa.

Si è avviato un percorso che ci porterà a votare molto probabilmente in primavera se non prima e è molto importante quello che è successo non perché qualcuno si debba innamorare di Fini, non perché qualcuno debba credere a prescindere senza andare a vedere che Fini riuscirà a fare quello che dice di voler fare, la nuova destra che ha in mente l’abbiamo capita, l’ha spiegata bene, anche perché è un oratore capace, in gamba, tagliente, abbastanza sereno, sarcastico, ma avrà la classe dirigente adeguata per realizzare quello che dice di voler fare? Questa è la domanda, quando si vedono certi colonnelli finiani come Fabio Granata, come Angela Napoli, come Flavia Perina e come altri si direbbe quasi di sì, quando si vedono dei giovani intellettuali come Filippo Rossi e il Club di Fare Futuro si direbbe di sì, quando poi si vedono i Bocchino, gli Urso e altri si direbbe di no, vedremo, ma intanto è importante il fatto che per la prima volta il monolite è sbriciolato e la destra non parla più con una sola voce, sempre la solita di processi e di televisioni, ma parla anche… adesso c’è anche un’altra destra che si incammina e quindi per chiunque in Italia di destra, di centro, di sinistra, apatico, abulico, agnostico, apolide è comunque un fatto importante, per la prima volta a destra cambia qualcosa dopo 17 anni di satrapia incontrastata e numericamente cambia qualcosa perché due anni fa Berlusconi aveva la più ampia maggioranza mai vista nella storia repubblicana, adesso non ha più la maggioranza alla Camera e rischia di perderla al Senato se vengono via uno o due senatori ancora oltre ai 10 che sono già usciti dal Pdl per aderire al popolo di Futuro e Libertà, quindi è ovvio che piaccia o non piaccia quello che sta succedendo è una novità.
Dove ci porterà non lo sappiamo, ma almeno il fatto che si possa intravedere in lontananza un qualcosa di simile a una destra normale che parla di politica e fa politica invece di parlare di affari e di fare affari, non può che essere accolto con soddisfazione da tutti quelli che hanno a cuore l’Italia perché una democrazia si regge quando c’è una destra, una sinistra, una politica normale, fatte da gente che di quello si occupa, poi ciascuno voterà come gli pare naturalmente, ma credo che anche chi è di sinistra o anche chi guarda con favore alle liste Cinque Stelle o a chi non va a votare, comunque non può che essere soddisfatto nel vedere che la destra non è più Mediaset e basta, non è più la Standa e basta, non è più Mediolanum e basta, ma è un gruppo di persone che per quanto discutibili, comunque vogliono fare politica e non vogliono salvarsi dai processi, altrimenti sarebbero rimasti con quello che fa gli affari e che vuole salvarsi dai processi.
Chiusa la parentesi iniziale su Fini anche perché è tutto da vedere, merita che si vada a vedere cosa farà, questo è il credito che si è guadagnato ieri con questo discorso buono anche se molto tardivo. Apro una parentesi nella parentesi che conteneva anche una notevole inesattezza, capisco che Fini non voglia dare a Berlusconi il pretesto di dire che Fini vuole liberarsi di lui per via giudiziaria, già hanno attribuito a Fini, a causa di quel fuori onda con quel Magistrato, Procuratore di Pescara, Trifoggi in cui Fini diceva semplicemente che le accuse di Spatuzza erano una bomba atomica e che andavano verificate, però l’hanno tradotto che Fini sperava che Berlusconi venisse condannato in base a quelle accuse e che quindi Fini sarebbe uno che aspetta sulla riva del fiume che passi il cadavere di Berlusconi perforato da proiettili di tipo giudiziario e quindi questo alibi Fini non gliel’ha voluto dare e ha detto: noi abbiamo favorevoli a uno scudo che però riguardi solo lui, non quindi al processo cosiddetto breve e non quindi a altre norme che devasterebbero l’intero sistema giudiziario per salvare Berlusconi da due processi.

Dicendo questo ha detto una cosa non vera, ha raccontato una balla e cioè ha detto che il lodo Alfano costituzionale sarebbe una legge che avvicinerebbe l’Italia a altri paesi europei dove già sarebbero protette le cariche di governo per consentire a chi governa, di governare sereno, intanto Berlusconi da due anni, da quando c’è stato il lodo Alfano, poi bocciato e sostituito con legittimo impedimento ha i processi congelati, non si può dire che in questi due anni sia stato disturbato dai suoi processi perché non c’è stata una sola udienza nella quale lui abbia dovuto comparire in questi due anni, eppure i risultati sono quelli che ha illustrato Fini ieri, un governo che non ha rispettato il suo programma, che non ha fatto niente di ciò per cui era stato votato quindi un non governo, un non Pdl, non certo per colpa dei processi, perché i processi sono congelati da due anni, quindi non è per i processi che Berlusconi non governa, Berlusconi non governa perché non gliela frega niente di governare, sia che abbia i processi, sia che non li abbia, quindi già questa è una prima balla.
Ma la seconda balla è che in altri paesi chi governa abbia la sospensione, il congelamento dei processi fino a quando smette di governare, questa è un’idea sbagliata, perché falsa, non c’è nessun paese d’Europa e nessuna democrazia al mondo, nella quale chi ricopre cariche di governo abbia una particolare immunità, ci sono paesi dove c’è l’immunità parlamentare, paesi peraltro in cui l’immunità è legata, nei casi più larghi ai reati funzionali, commessi nell’esercizio delle funzioni parlamentari, nei casi più stretti l’immunità riguarda soltanto le cose che dici o le leggi che voti, quindi gli atti strettamente collegati con la funzione parlamentare, Berlusconi sapete benissimo ha due processi che lo riguardano in quanto padrone di Mediaset, caso Mills e caso Mediaset, non c’entrano niente con le sue attività di governo o di Parlamento, quindi lo riguardano come privato cittadino, non c’è paese al mondo dove un parlamentare possa invocare un’immunità, non dico un Presidente del Consiglio o un membro di un governo, un parlamentare possa invocare l’immunità parlamentare per salvarsi da accuse che lo riguardano come imprenditore privato e privato cittadino, Berlusconi sarebbe sotto processo in qualunque democrazia del mondo, anche se fosse parlamentare e anche se fosse Presidente del Consiglio, perché? Perché oltre a quella blandissima e leggerissima immunità parlamentare che c’è in altri paesi, non è prevista nessuna immunità supplementare per chi fa il Presidente del Consiglio o il Ministro, si dice sempre la Francia, in Francia sono sospesi i processi e solo quando riguardano reati collegati con funzioni elettive per il Capo dello Stato, non per il primo Ministro, il primo Ministro Fillon non è affatto immune, ha l’eventuale congelamento dei processi, anche se non ha processi, Sarcozy, il Presidente della Repubblica, esattamente in Italia, dove già il Presidente della Repubblica per i reati ovviamente connessi con le sue funzioni, ha i processi sospesi fino a quando non smette di essere Presidente della Repubblica e è il responsabile per quanto riguarda gli atti che compie in funzione di Presidente della Repubblica. Quindi i Ministri e il Primo Ministro in Francia non hanno alcuna particolare immunità ministeriale, ma dico di più, in Francia i Ministri e il Primo Ministro non possono essere presi tra i parlamentari, quindi non godono neanche dell’immunità che hanno i parlamentari. Sono nudi come mamma li ha fatti quando vanno al governo, il che significa che l’immunità dei parlamentari prevede che in nessun paese un parlamentare possa essere arrestato in custodia cautelare, prima del condanna definitiva senza l’autorizzazione del Parlamento, i Ministri sì, il Primo Ministro sì, perché? Perché non sono parlamentari, non hanno neanche l’immunità parlamentare, quindi questa cosa la devono smettere di raccontarla, che il Lodo Alfano costituzionale o il legittimo impedimento sono norme che ci avvicinano e ci uniformano al resto d’Europa, ci uniformano a nulla, forse ci uniformano alla Libia, forse ci uniformano alla Russia di Putin, alla Bielorussia di Lukashenko, non esistono democrazie nelle quali sia previsto alcunché per i processi del Presidente del Consiglio e dei suoi Ministri, anche perché di solito fanno così: se uno è indagato non lo candidano alla Presidenza del Consiglio e non lo fanno Ministro, così se poi viene condannato, quando viene condannato è già un pensionato e se uno viene indagato dopo che è stato nominato Presidente del Consiglio o Ministro, lo fanno dimettere, così se verrà condannato sarà un pensionato, anche lì, se invece verrà assolto, allora potrà riprendere la sua carriera politica come è successo a Dominique de Villepin che per due anni si è fatto il processo per la Clearstream, ha dovuto rinunciare addirittura alla corsa alla Presidenza della Repubblica, ha lasciato che il suo rivale interno nel partito gollista diventasse Presidente della Repubblica e cioè Sarcozy e alla fine è stato assolto completamente e ha ripreso la sua carriera politica, guarda un po’ come fanno negli altri paesi!

Se c’è un Ministro, un politico indagato salta il politico o il Ministro, in Italia se c’è un politico o un Ministro indagato salta il processo, questa è la differenza!

"Schifare Schifani non è reato".

Chiudo la parentesi interna, chiudo quella esterna su Fini e veniamo all’altra carica dello Stato perché è successa una cosa secondo me meravigliosa sabato a Torino, giovani assolutamente auto- organizzati, mandati da nessuno, pagati da nessuno, precettati da nessuno, si sono mandati da soli dopo essersi passati la voce via Facebook e altri social network, sono andati, erano circa una cinquantina a contestare Renato Schifani, invitato opinatamente alla festa nazionale del PD sul palco di Torino a duettare con lui c'era il povero Piero Fassino che ormai proprio non ne azzecca più una neanche per sbaglio!
Cosa sia venuto in mente al PD di invitare Schifani con tutto quello che sta emergendo, non so se è chiaro, ma c’è un’indagine della Procura antimafia di Palermo sulle accuse di Spatuzza e di altri pentiti di mafia come Campanella e di altri personaggi che hanno avuto a che fare con Schifani come un certo Costa che in primo grado è stato condannato per riciclaggio e che era proprio il suo principale, lo stipendiava ai tempi, per mafia, la Procura di Palermo sta valutando accuse di mafia contro il Presidente del Senato, il Presidente del Senato l’abbiamo detto la settimana scorsa, ha dichiarato di volersi fare interrogare, ha fatto un comunicato, ma siccome i giornali non avevano ripreso tutti, nessuno escluso, le inchieste dell’Espresso e de Il Fatto Quotidiano che raccontavano di questa indagine, quando Schifani ha detto “voglio essere interrogato” hanno censurato il comunicato di Schifani, perché? Perché altrimenti avrebbero dovuto raccontare a che proposito questo signore aveva fatto un comunicato per dire di essere sentito, a che proposito voleva essere sentito, che gli viene in mente al Presidente del Senato di chiedere alla Procura antimafia di interrogarlo se non c’è niente su di lui? Per milioni di italiani, la stragrande maggioranza, quelli che non leggono L’Espresso e Il Fatto o che non vedono Passaparola, Schifani è un giglio di campo, un personaggio immacolato e cristallino e quindi non si potrebbe capire perché un giorno all’improvviso come un fulmine a ciel sereno decide di fare un comunicato per chiedere di essere sentito dalla Procura antimafia di Palermo, se i giornali l’avessero scritto, avrebbero dovuto raccontare quello che non avevano raccontato, che avevamo raccontato noi su Il Fatto e Lirio Abbate sull’Espresso, allora non hanno parlato del suo comunicato, perché? Perché altrimenti i loro lettori avrebbero domandato: ma perché non ci avete raccontato che c’è un’inchiesta su Schifani? Per fortuna ci sono dei ragazzi che leggono l’Espresso e il Fatto Quotidiano, infatti la contestazione è avvenuta con copie de Il Fatto Quotidiano e de L’Espresso tra le mani da parte dei contestatori, appena li hanno visti con quei due giornali eversivi tra le mani, il servizio d’ordine del PD e le forze dell’ ordine hanno deciso di tenerli fuori dallo spazio per il pubblico, già hanno poca gente, poveracci questi tengono ancora fuori i ragazzi che inalberano il Fatto e l’Espresso, vogliono proprio rimanere soli questi del PD, li hanno tenuti fuori non si sa in base a quale legge, avvengono ormai quotidianamente dei soprusi illegali, le forze dell’ ordine sono costrette a commettere dei soprusi illegali, a malmenare, strattonare, tenere lontani dai politici i cittadini e non c’è nessuna legge che consenta di fare una roba del genere, anzi è vietato impedire alla gente di andare a seguire un dibattito pubblico in uno spazio pubblico, non erano mica dentro la sede del PD, dove il PD fa entrare gli chi pare? Erano in piazza, non hanno mica comprato Piazza Castello quelli del PD, anche perché non hanno neanche gli occhi per piangere! Era zona pubblica, suolo pubblico, perché la gente non poteva andare? Perché veniva selezionata tra quelli che forse avevano la faccia dei contestatori e quelli che avevano la faccia dei plaudenti? Questo è un primo punto, perché la gente è stata strattonata quando voleva contestare? Perché sono stati allontanati? Cosa facevano? Qual è il delitto commesso da gente che grida al Presidente del Senato: spiegaci i tuoi rapporti con tizio, caio e sempronio? Rispondi qua! E rispondete voi signori del PD alla domanda: che vi è saltato in mente di invitare un soggettino del genere in un momento del genere alla vostra festa? Non a Porta a Porta dove devono andare tutti? Alla vostra festa!

La contestazione riguardava proprio quei fatti di cui erano a conoscenza queste poche persone e di cui non erano a conoscenza gli altri della Claque, quelli che erano lì per applaudire che sono stati fatti entrare e probabilmente, dato che non leggono niente, non era a conoscenza di nulla neanche il politburo del PD, infatti quando hanno cominciato a contestare, le cronache scrivono che Fassino era esterrefatto dicendo: ma che c’entra Schifani con le storie di mafia? Come che c’entra? Sei stato lontano dall’Italia, anzi dal pianeta, sei stato su Marte negli ultimi anni? Sei caduto in letargo e ti sei appena svegliato? Non sai chi è il Presidente del Senato? Lo sai che il tuo partito si è astenuto? Non sai che il tuo partito ha applaudito Schifani quando è stato eletto? Non sai che il tuo partito non ha candidato nessuno contro Schifani per la prima volta nella storia repubblicana? Non sai che la tua capogruppo Anna Finocchiaro lo ha baciato pubblicamente? Non ti ricordi che è lo stesso Schifani che ti insultava dalla mattina alla sera quando era capogruppo di Forza Italia al Senato e insultava persino i senatori a vita ultranovantenni solo perché esercitavano il loro diritto di voto? Non ti ricordi che Schifani ha proposto una legge costituzionale per togliere il diritto di voto ai senatori a vita perché votavano come non piaceva a lui? Non ti ricordi che vomitava veleno contro il centro-sinistra per tutti gli anni in cui è stato al Senato prima di travestirsi da padre della patria intoccabile? Non si ricordano niente questi! O sono rincoglioniti oppure non si sa dove abbiano vissuto in questi anni, non si sa cosa leggano, o meglio lo si sa, leggono i giornali che di queste cose non si occupano, salvo un giorno scoprire che c’è una contestazione e dire: ohibo’ e allora devono nasconderla, non possono nascondere la contestazione, ma nascondono i motivi della contestazione, è molto interessante un nostro cliente fisso, Pierluigi Battista ha dedicato un commento molto duro, non contro Schifani, ci mancherebbe, contro i contestatori di Schifani, senza mai pronunciare la parola mafia, senza mai ricordare il perché la gente è andata in piazza a chiedere conto a questo signore, ha preferito raccontare una fiaba e cioè che 50 cittadini sono usciti di casa per impedire a Schifani di parlare.
Figuratevi chi se ne frega di impedire a Schifani di parlare, a parte che quello parla dalla mattina alla sera, sta sempre in televisione, lo intervistano sui giornali, come si fa a impedire alla seconda carica dello Stato di parlare? Semmai è ai cittadini che viene impedito di parlare e le uniche occasioni che hanno per parlare è quando c’è qualche vip in piazza con le telecamere al seguito, allora lì un cittadino può infilarsi, è l’unico momento in cui un cittadino può dire la sua, perché? Perché non può dirla più neanche al momento di andare a votare, visto che Schifani non l’ha eletto nessuno, ma lo ha nominato Berlusconi per motivi che sempre più chiaramente emergono dalle indagini e dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che secondo me sono assolutamente attendibili e credibili e verosimili.

Battista e il Corriere della Serva.

Sentite cosa scrive questo bel tomo Battista “Di sinistra o di destra il professionista del fischio e dello schiamazzo è convinto di stare dalla parte del bene contro il nemico da zittire, simbolo del male, è un populista all’ennesima potenza.
Il popolo vero è assente! – dice Battista noto trascinatore di popoli e di folle, sapete che ogni volta che si muove devono transennare le strade, perché ci sono proprio queste fiumane di suoi fan che gli corrono incontro e che lo vorrebbero abbracciare – i professionisti dell'intimidazione - pensate 50 ragazzi contro quegli apparati enormi armati fino ai denti, autoblindate, cortei… - il prevaricatore populista, i prepotenti, il bavaglio, intimidire, assediare, purissima prepotenza, dissidenti preventivi, fischiano perché qualcuno non possa parlare, arroganti, cupi, fanatici, sta diventando una moda, una pessima abitudine antiliberale e antidemocratica, minoranze molto agguerrite e molto organizzate – ma da chi? – sono organizzati quelli che strepitano contro Dell’Utri e Schifani, vogliono impedire il diritto d’espressione a chicchessia - si rileggano l’Art. 21 della Costituzione, sia ricordata la libertà di espressione per contestarla a quelli che contestano Schifani, guardate che è un caso fantastico questo, - è un fenomeno da circo, la smettano di zittire gli altri per sentirsi buoni e forti, non in nostro nome – tiene a precisare Battista che i contestatori non erano in piazza a suo nome, casomai qualcuno avesse pensato che i contestatori di Schifani li aveva mandati Battisti, lui dice: non in mio nome, io non c’entro, chi l’avrebbe mai detto tra l’altro!

Naturalmente tutti sanno, chi ha visto le immagini lo sa che nessuno voleva zittire Schifani, volevano semplicemente fargli vedere che noi sappiamo, siamo in pochi ma sappiamo chi è lui, sappiamo quali sono i suoi amici, clienti e collaboratori e quali erano i suoi amici e clienti i suoi collaboratori in Sicilia, sappiamo che c’è un’inchiesta della Procura antimafia che riguarda le accuse che i mafiosi muovono a Schifani, sappiamo, sventoliamo, abbiamo letto, ci devi spiegare, questa era la contestazione e si sperava che questa contestazione imponesse alle telecamere di parlare finalmente di un caso sul quale né Repubblica, né Il Corriere della Sera, tanto per citare soltanto i due giornali più diffusi d’Italia, hanno voluto spendere qualche spazio, per cui chi ha guardato il Tg1, Tg2, etc. quella sera ha visto questi strani soggetti che contestavano un preclaro statista di cui non si sa niente perché non ci hanno raccontato le puntate precedenti, ma è importante contestare, perché a furia di contestare si impone ai giornali e alle televisioni di far sapere che c’è qualcuno che non ci sta e magari così viene la curiosità di capire: ma cosa avranno voluto quei ragazzi? Cosa avranno voluto dirci? Cosa li avrà mossi a uscire dalle loro case un sabato pomeriggio invece di andarsene a spassarsela nel weekend? Sono andati a farsi menare, perché ogni volta che ci provi ti menano! Qui viene raccontato tutto come una passeggiata organizzata, come se qualcuno avesse pagato il pullman a questi, questi hanno preso botte per andare a dire la verità a questo signore e si sono sentiti dare delle squadristi da Fassino, dei fascisti da Giubilei, il mezzobusto del Tg3 che evidentemente non sa cosa vuole dire fare il giornalista, il moderatore, a me capita ogni tanto, dato che vado spesso in giro a parlare, ma non ho l’auto blindata, non ho la scorta, non ho il servizio d’ordine che tiene lontani i contestatori, capita che ogni tanto qualcuno si metta a urlare e contestare e lo faccio parlare, gli do la parola, gli dico: mi dica cosa c’è? Mi dica qual è il problema, così le rispondo. E’ così che si smontano le contestazioni quando le contestazioni sono infondate o sono fatte a posta per impedire a qualcuno di parlare. Invece avete mai visto un politico che dopo aver finito di parlare apre lo spazio al dibattito? Cede la parola a quelli che non sono d’accordo con lui e poi gli risponde? L’unico modo che hanno di rispondere ai cittadini che fanno obiezioni è quello di mandargli la Digos per portarli via a peso, identificarli e tenerli lontani dai futuri comizi, come si fa con i tifosi violenti allo stadio.

Questo è un bel momento.

Squadristi, fascisti, detto da uno che crede di essere un giornalista, questo Giubilei, fascisti alla gente? Ma come ti permetti, ma chi sei? Fascisti, gazzarra intimidatoria il Capo dello Stato è intervenuto con un suo monito, era un po’ che non lanciava moniti, mi viene in mente Pertini, quello sì un vero Presidente della Repubblica, almeno personalmente quando penso a un Presidente della Repubblica penso a Pertini, a Scalfaro, a Einaudi, non certamente all’ultimo, gazzarra intimidatoria, cosa diceva Pertini?

Libero fischio in libero Stato quando la politica era una cosa seria, ruspante, quando i partiti con tutti i loro difetti avevano dietro milioni di persone, milioni di votanti veri, milioni di scritti che rappresentavano pezzi della società, il fischio era libero e si affrontavano i fischi con sportività, libero fischio in libero stato diceva Pertini.
Giovanni Leone fischiato, non si è messo a urlare o cosa… ha fatto le corna, gesto molto volgare, naturalmente, ma assolutamente sdrammatizzante rispetto a questi tromboni che adesso si impancano, chiedono l’intervento della pula, ha fatto le corna alla napoletana, quante volte saranno stati fischiati Berlinguer, Almirante, non si ricordano interventi impettiti: guai a fischiare, chiamate la pula con il ditino alzano.

È un bel momento perché la gente fischia, è bellissimo, mostri sacri intoccabili, monumenti a sé stessi che si aggirano a bordo dei loro piedistalli, Gianni Letta va alla festa della perdonanza a L’Aquila e giù fischi dai terremotati, finalmente! Smontata questa maschera da museo delle cere che ci ammorba dalla notte dei tempi, va a Venezia a rappresentare il cinema italiano, giù fischi e quei fantozzi della mostra del cinema fanno un comunicato per dire: non è vero che ci sono stati fischi a Letta, ma che vi frega, mica vi hanno accusati di averlo fischiato voi, è la gente che fischia, i comunicati per negare l’evidenza, Fantozzi con la lingua felpata, scene di fine impero!

Ricordate l’Avvocato Ghedini costretto a riparare in una libreria, anche lì fischiavano, chiamavano con il suo nome, bellissime scene se ci si limita a fischiare, il fischio è l’ultimo atto che ci è rimasto non violento e mi auguro che nei prossimi mesi si moltiplichino questi casi di contestazione pubblica, dove ci sono le telecamere che non possono fare a meno di notarli, anche se poi censurano le motivazioni, ma è così che si alimenta nell’opinione pubblica l’idea che sta finendo questo regime, che sta finendo come finiscono le pagliacciate, sta finendo in una risata omerica, ecco perché bisogna studiare e per fortuna i ragazzi sono capaci a farlo, studiare forme sempre più creative, ironiche, eleganti di contestare, guai a usare toni aspri, a tentare atti violenti o a rifugiarsi nell’insulto, la maniera migliore per contestarli è smontarli proprio con l’ironia, lo sberleffo, la pernacchia di Totò, devono finire sommersi dalle pernacchie, bisogna inventare forme sempre più creative e sempre diverse di contestazione, in modo che non possano mai dire che c’è il terrorismo alle porte e se lo dicono, coprirsi ulteriormente di ridicolo, perché quando uno ti fa una pernacchia e tu rispondi e stanno arrivando le BR la gente si mette a ridere e farebbero ancora più ridere di quanto già non facciano ridere oggi!

Questo secondo me è il segreto, smontarli con il sorriso sulle labbra, una risata li seppellirà, è importante questo momento proprio perché è nelle piazze che ormai si detta l’agenda della politica e quindi chi nelle piazze c’è e riesce a usare il linguaggio migliore, geniale l’idea della Woodstock di Beppe Grillo per il 26, mai fossilizzarsi sulla manifestazione precedente, sempre inventarne delle altre, spero che la manifestazione che stanno organizzando Paolo Flores e altri insieme al Popolo Viola sia un altro sforzo creativo per il 2 ottobre, noi nel nostro piccolo come Fatto Quotidiano organizziamo 3 giorni di festa per il primo compleanno del nostro giornale questo weekend prossimo, venerdì, sabato e domenica al teatro del Parco della Versiliana e al Caffè letterario a Pietrasanta, ci saranno tra gli altri Salvatore Borsellino, Lirio Abbate, il Giudice Scarpinato, Massimo Fini, Paolo Flores, Don Gallo, Corrado Guzzanti, lo scrittore Antonio Tabucchi, Vauro, Dario Vergassola, Vincino, Oliviero Bea, Furio Colombo e tutti noi giornalisti de Il Fatto che ci alterneremo in questi incontri alcuni satirici, altri di informazione e altri di dibattito, faremo Domenica mattina un dibattito sulla corruzione, perché questa settimana su Il Fatto presentiamo la nostra proposta di legge anticorruzione e vedremo, con Fabio Granata finiano, Antonio Di Pietro, Renzi del PD e Claudio Fava di Sinistra e Libertà se c’è in Parlamento una maggioranza che voglia fare una legge anticorruzione per recuperare enormi risorse dalle tangenti.

Siete tutti invitati naturalmente, è un mese di settembre con i weekend belli pieni, Versiliana questo fine settimana e poi tra due il sabato e la domenica, 25/26 se non erro a Cesena la Woodstock con Beppe Grillo e tantissimi artisti che trovate sul blog, passate parola!

Fonte: beppegrillo.it

 
By Admin (from 03/09/2010 @ 14:28:47, in it - Video Alerta, read 3723 times)

“Un film politico? E quale film non lo è? Ogni volta che parliamo facciamo politica”. E’ sincero e taglia subito corto sulle sue motivazioni Julian Schnabel nel presentare “Miral”, il film basato sul libro di Rula Jebreal, la giornalista palestinese (oggi sua compagna nella vita, seduta al suo fianco al tavolo della conferenza stampa in veste di sceneggiatrice) che ha raccontato attraverso la sua vicenda cinquant’anni di storia del Medio Oriente e di conflitto arabo-israeliano.

“Volevo fare un film su questo argomento – racconta il regista – e volevo farlo partendo dal libro scritto da Rula. Non credo al cinema come intrattenimento puro, come divertimento. Penso che come altre forme di espressione impegni il suo autore, lo leghi alle idee che esprime. Io spero innanzitutto che il conflitto tra Palestinesi e israeliani finisca prima possibile, ma credo anche che come diceva Renoir in questa vicenda ognuno ha le sue rag ioni, ma nessuna di queste vale abbastanza per mettere fine alla questione”.

Americano, figlio di madre ebrea, Schnabel confessa di aver conosciuto “tardi” la storia palestinese, approfondita proprio attraverso il rapporto con Rula Jebreal e il suo libro: “Volevo raccontare questa storia dal mio punto di vista, che è di parte, ma certo non di quella palestinese. Non sono un politico, né uno statista, ma penso che se solo il mio film riuscirà a catturare l’attenzione sulla storia del Medio Oriente avrà ottenuto il risultato sperato”.

Attraverso quattro figure di donna, partendo dal 1948, “Miral” torna alle origini del conflitto, sposando anche una tesi, sostenuta fino in fondo. Un film militante? “Impossibile non esserlo – ripete Schnabel. Un film sull’universo femminile prima vittima dei conflitti? Di tutti i conflitti? “Come pensare il contrario, se ancora oggi, nel XXI secolo una donna sta per essere lapidata in un Pese potenza mondiale per le sue relazioni personali – attacca il regista americano -. Piuttosto bisognerebbe sottolineare che questo fillm, questa storia, è nata dai racconti che mi ha fatto mia madre, ebrea americana, e dalla figura della madre di Rula, una donna palestinese.

Alla fine questa è la conferma che esistono più somiglianze che differenze tra questa gente. Io stesso ho evitato per anni di andare in quella terra, frenato dall’idea che avevo del conflitto e delle ragioni della mia parte. Poi ho dovuto e voluto raccontare una storia diversa, il mio pensiero, attraverso questo libro”. E le critiche per il rapporto sentimentale che vi lega? L’accusa di aver ricostruito in maniera troppo patinata la storia, facendo anche parlare tutti, arabi e israeliani indifferentemente in inglese? “Senza Rula non avrei mai potuto fare questo film – dice Schnabel -. Lei è stata il motore di tutto e anche quella che ci ha condotti per mano in questa terra, fisicamente. La lingua inglese poi non è una mancanza di rispetto, volevamo solo far vedere e vendere il film in tutto il mondo. E’ stata una scorciatoia”. E pensate davvero che potrà essere visto e accettato in Medio Oriente, in Israele? “Certo, il film è già stato acquistato per essere distribuito in quei territori, e andrà sicuramente nelle sale in Israele”.

Fonte: ilcittadino.it - Autore: Lucio D’Auria

 
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