Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Appoggiata al versante meridionale del Monte Panarotto, la città di Levico domina la Val Sugana grazie alla sua posizione rialzata sulla conoide alluvionale del Rio Maggiore. Bene illuminata dal sole, con montagne alte nelle vicinanze ricche di boschi e piste da sci, con due stupendi laghi che completano il paesaggio, Levico Terme è il luogo perfetto per un vacanza a contatto con la natura, dove trascorrere un periodo di assoluto riposo, dedicarsi alle proprie passioni sportive e dove curare il benessere del proprio corpo nei numerosi hotel e centri specializzati.
Per raggiungere la località di Levico Terme si può utilizzare l’Autostrada A22 Brennero-Modena. L’uscita consigliata è Trento Centro che si trova a 20km da Levico, seguendo la Statale n. 47 (Superstrada della Valsugana) con indicazioni per Padova – Venezia. Oppure si può imboccare da Vicenza l’autostrada della Valdastico, per poi seguire le indicazioni per Bassano e la Val Sugana, percorrendola fino alla fine. Per chi vuole utilizzare l’aereo conviene volare segli aeroporti di Verona e Venezia rispettivamente posizionati a101 e 148 km di distanza da Levico Terme.
Levico si candida come destinazione perfetta praticamente ad ogni stagione dell’anno: in inverno le piste del Panarotta attendono gli sciatori che possono cimentarsi su tracciati di vario livello tutti uniti dalla magia dei panorami che si godono dai 2.000 metri circa del Panarotta. In primavera Levico è una destinazione perfetta per chi vuole riassettare il fisico in vista dell’estate, e le Terme che aprono ad aprile diventano il luogo ideale dove ritrovare il proprio benessere e la forma fisica. Il clima della Val Sugana è perfetto in questa stagione, con temperature miti in valle, mentre le cerchie delle montagne ancora con le cime innevate offrono panorami mozzafiato. In estate ci sono i laghi e i boschi che richiamano turisti alla ricerca di una vacanza serena e con un contatto intimo con la natura. Interessantissime in questa stagione le passeggiate in quota alla scoperta dei fortini della Prima Guerra Mondiale In autunno Levico può essere un buon punto per effettuare escursioni a Trento e nei paesi vicini, alla ricerca dei celebri mercatini natalizi tipici del Trentino.
Cosa fare e vedere a Levico Terme? Le Terme sono alimentate dalla Fonte di Vetriolo, che si trova in alto verso la cima di Panarotta. Si tratta di acque ferruginose con tracce di arsenico che vengono utilizzate anche dalle Terme di Vetriolo e le Terme di Roncegno. Sono acque dalle proprietà benefiche sulla tiroide e per il sistema nervoso in genere. Sono acque uniche al mondo e sono un ottimo motivo per scegliere questa località come luogo dove trascorrere una vacanza salutistica.
Molto celebrato è il Parco delle Terme, giardino spettacolare di epoca asburgica con piante davvero notevoli, mentre il Grand Hotel delle Terme possiede una architettura piacevole, in stile Liberty. Tra le passeggiate nelle zone di Levico consigliamo la visita dei Forti Italiani e di quelli Austriaci, che segnavano la zona di confine tra fronte italiano ed austriaco durante il primo conflitto mondiale. Le visite più significative sono quelle al Forte Delle Benne a Levico, una fortezza che si può visitare partendo dal centro di Levico attraverso la via S. Biagio per poi arrampicarsi lungo una strada sterrata che conduce al Colle delle Benne, in posizione dominante sul lago. Altri forti da visitare sono il Forte Belvedere a Lavarone, il Forte Verle situato a Pizzo di Levico e l’imponente rovina del Forte Pizzo di Vezzena ( Spitz di Vezzena).
Levico si trasforma durante il periodo dell'Avvento quando la città diventa sede di uno dei più importanti Mercatini di Natale delle Alpi: viene celebrato nel giardino secolare degli Asburgo, non lontano dalle Terme. Le tradizionali casette in legno si distribuiscono lungo le stradine del Parco che si estende su di una superficie complessiva di 12 ettari.
Il mercatino si protrae durante tutto il periodo natalizio fino alla festività dell'Epifania, i 6 gennaio. Qui in una cornice rilassante, quasi incantata, troverete le creazioni dell'artigianato trentino, i prodotti tipici della Valsugana, i chioschi di caldarroste e vin brulè, tutto per vivere in modo intenso e appagante la vera atmosfera del Natale di montagna.
Il lago di Levico si trova ad una quota di 440 m slm, ed è lungo 2,8k per una larghezza massima di quasi 1 km , e possiede una profondità che raggiunge quasi 40 m. Ha una forma che si rastrema verso settentrione, e le montagne che lo stringono fanno quasi pensare di trovarsi in un fiordo norvegese. Il lago rimane distaccato dal vicino lago di Caldonazzo dal rilievo del colle di Tenna, da cui si gode di un ottima vista. Il lato settentrionale del Lago di Levico è bordato dalla cosiddetta "strada dei pescatori", frequentata dagli appassionati delle camminate e passeggiate. Il lago è il luogo ideale per praticate gli sport acquatici come il nuoto, la vela ed il windsurf. ( Fonte: www.ilturista.info)
La Luna sta invecchiando e le sue “rughe” si fanno sempre marcate. Le zampe di gallina hanno cominciato ad invadere il volto bianco del satellite un miliardo di anni fa, quando ha cominciato a raffreddarsi al suo interno. Lo testimoniano le immagini, pubblicate questa settimana su Science, che mostrano ben 14 deformazioni osservate dalla sonda della Nasa Lunar Reconnaissance Orbiter (Lro), lanciata nel giugno 2009.
Non soltanto i nuovi segni scoperti sulla Luna sono i più recenti mai osservati finora, ma ci sono indizi che possano essere molto più diffusi di quanto si credesse, al punto che l’intera superficie lunare potrebbe essere rugosa e avvizzita.
Le immagini riprese dalla sonda sono state analizzate dal gruppo americano coordinato da Thomas Watters, del Centro di studi planetari della Smithsonian Institution di Washington.
Secondo gli esperti le increspature sono la prova che meno di un miliardo di anni fa la Luna, raffreddandosi, ha cominciato a ”restringersi”, diventando più piccola e raggrinzita. Questi segni, secondo Watters, sono ”relativamente giovani e il fatto che siano distribuiti globalmente indicano che è in passato è avvenuta una recente contrazione di tutta la Luna, stimata in circa 100 metri”.
Le prima ”rughe” della Luna erano state osservate negli anni ‘70 dalle missioni Apollo 15, 16 e 17, ma su un territorio molto ristretto, pari al 20% della superficie. Con queste nuove immagini ”cambia la nostra immagine della Luna”, ha osservato Mark Robinson, dell’università dell’Arizona e responsabile dello strumento a bordo del satellite Lro, che ha scattato le immagini.
Fonte: blitzquotidiano.it
Le case in legno con i gerani alle finestre e i tetti spioventi, benché facciano pensare a un villaggio non del tutto reale, ospitano circa 4 mila abitanti. Ad abbracciarle la presenza rassicurante e sublime delle montagne del Trentino-Alto Adige, soffici di tutti i verdi immaginabili in estate, vellutate e candide di neve in inverno.
Siamo a Racines, in tedesco Ratschings, comune della Provincia Autonoma di Bolzano che si estende a cavallo della Valle di Racines e la Val Ridanna, attraversata dall’omonimo corso d’acqua. Popolata perlopiù da abitanti di lingua tedesca, la cittadina ospita appena un 1,53% di persone di madrelingua italiana, ma la località è molto amata da turisti provenienti da tutta la penisola in ogni periodo dell’anno. In un susseguirsi sconvolgente di scenari eccezionali, la natura pare avere la meglio sulla piccolezza dell’uomo, e la montagna è senza dubbio l’attrattiva principale del luogo. Un paesaggio incontaminato e vario offre una grande quantità di attività da praticare all’aria aperta, godendo tanto dei prati freschi quanto dei pendii più aspri, tra escursioni guidate, sport e divertimenti.
In inverno, poco al di sopra del paese, è attiva una grande stazione sciistica rivolta verso il versante nord della valle. La zona sciistica di Racines Giovo, che va dai 1300 ai 2100 metri di quota, è tra le più moderne dell’Alto Adige, formata da 8 efficienti impianti di risalita, 25 km di piste da sci e una divertentissima pista per slittino che farà impazzire i più piccoli e non solo.
Uno degli spettacoli naturali di maggior fascino sono le Cascate di Stanghe, collocate proprio tra la Valle di Racines e la Val Ridanna, nei pressi di Racines e Vipiteno. Il fiume Racines, in origine, era un piccolo rio con portata scarsa, ma con il passare dei secoli iniziò a scavare percorsi sotterranei profondi, erodendo il marmo bianco e trasformandosi in un torrente impetuoso: nel punto in cui il corso d’acqua attraversa la gola di Stanghe, conosciuta anche come orrido Gilf, si formano le splendide cascate. La gola è una vera e propria opera d’arte, vertiginosa e affascinante, visitabile nei mesi estivi pagando una piccola cifra simbolica: in un’escursione di circa un’ora si prova l’ebbrezza di percorrere un dislivello di 175 metri.
Aldilà del paesaggio, comunque, non sono da meno alcune testimonianze storico-artistiche di grande pregio. Da vedere, nella vicina località di Mareta, l’imponente castello di Wolfsthurn. Si tratta di un edificio in stile barocco, abbarbicato alla sommità di una collina, che si affaccia al panorama eccezionale tramite 365 finestre. Intorno alla sua storia e alle sue origini c’è un alone di mistero: non si sa molto sulla sua fondazione, ma è certo che nel 1200 al posto del maniero si ergeva in questo punto una torre difensiva, acquistata dai Conti del Tirolo nel 1242 e concessa a Rudolfus Lupus come feudo. Dal 1574 la proprietà passò nelle mani della famiglia Grebmer, che possiede tuttora il castello, accessibile con visite guidate su prenotazione.
Nel 1996, al primo piano dell’edificio, è stato allestito il Museo Provinciale della caccia e della Pesca, che sottolinea i principali aspetti storico-culturali di queste pratiche e arti. Per consentire anche ai bambini di godere della mostra, è stato creato un apposito percorso ludico-didattico sugli animali, per far conoscere loro le caratteristiche delle specie faunistiche locali. Terminata la visita al castello si può tornare al centro di Racines a piedi, tramite un bel sentiero panoramico chiamato “Bosco e Acqua”, di circa 1 km.
Non è difficile immaginare che Racines, immersa nelle atmosfere uniche delle vette montane, goda di un clima tipicamente alpino, con temperature piuttosto basse per tutto l’anno. In inverno il freddo consente abbondanti nevicate, e non fa che accrescere il fascino del paesaggio, oltre ad imbiancare perfettamente le piste da sci: il mese più freddo è gennaio, con valori medi che vanno da una minima di -9°C a una massima di 0°C. In estate la frescura rende le passeggiate particolarmente rigeneranti e piacevoli: basti pensare che le temperature medie di luglio e agosto, i mesi più caldi, vanno da un minima di 9°C a una massima di 21°C. Le precipitazioni si presentano in inverno sotto forma di neve, mentre le piogge sono più abbondanti in estate e toccano il picco massimo tra luglio e agosto, quando raggiungono una media di 102-109 mm mensili.
Per raggiungere Racines in auto bisogna percorrere l’Autostrada del Brennero, uscire a Vipiteno e seguire le indicazioni per Ridanna/Racines. Per chi deve servirsi dell’aereo, gli aeroporti più vicini sono quelli di Innsbruck, Bolzano e Verona, rispettivamente a 68 km, 78 km e 200 km dalla meta. ( Fonte: ilturista.info)
Basta un nome solo per racchiudere un’infinità di bellezze naturali ed artistiche: Valle di Casies, infatti, indica sia un grazioso borgo alpino della Provincia Autonoma di Bolzano, sia la verdeggiante vallata che racchiude l’abitato, e ospita una costellazione di paesi di lunga tradizione e impareggiabile ospitalità. Il comune di Valle di Casies ha una popolazione di circa 2000 abitanti, in gran parte tedeschi, che chiamano il borgo Gsies. Tutt’intorno ad esso si estendono gli spazi incontaminati della valle, formata nei secoli dal corso del Rio Casies, punteggiata di borghi come fossero pepite preziose: da Monguelfo si raggiungono quasi i confini con l’Austria, passando per Masi, Planca, Durna in Selva, San Martino e tante altre località incantevoli.
Chi ha voglia di dimenticare, per un momento, i ritmi frenetici della città, qui troverà un’atmosfera quieta e serena, fatta di dettagli curati e tradizioni autentiche: si tratta di un’area incontaminata, tra le più suggestive dell’Alto Adige, che come in passato si regge prevalentemente sull’agricoltura. Il rispetto del passato emerge immediatamente, lanciando lo sguardo sulla Valle di Casies: gli antichi masi e i tipici rifugi di montagna, pittoreschi e affascinanti, raccontano la cultura contadina, accompagnando i visitatori in un viaggio senza tempo. In particolare la malga Kaser è una delle mete favorite dagli escursionisti.
A dire il vero ci sono innumerevoli tracciati, sentieri e percorsi panoramici, da assaporare in ogni stagione dell’anno: in primavera e in estate la natura è un tripudio di colori e profumi, e passeggiando si può respirare a pieni polmoni l’aria cristallina delle Alpi. Le temperature sono fresche, ideali per vivere all’aria aperta: in effetti i valori medi del mese più caldo, luglio, vanno da una minima di 15°C a una massima di 29°C. In autunno e inverno si può continuare ad esplorare il paesaggio, ma munendosi dell’abbigliamento adatto e, in caso di neve, delle pratiche ciaspole: il mese più rigido è gennaio, con una minima media di -5°C e una massima di 6°C. Unico neo, per chi ama passeggiare, sono le precipitazioni: il periodo più piovoso è quello che va da maggio a settembre, e maggio è il mese più colpito dal maltempo, con una media di 10 giorni piovosi sul totale.
Altre mete interessanti per chi ama le escursioni sono la malga Laxiden, i vari rifugi distribuiti tra le pieghe delle montagne, e il magnifico sentiero panoramico Talblick. Se vi trovate nella Valle di Casies durante l’inverno non potete lasciarvi scappare gli oltre 40 km di piste da fondo, per non parlare dei tracciati riservati allo slittino, la pista di pattinaggio e il comprensorio sciistico del Plan de Corones, a pochi chilometri di distanza dalla vallata. Qui troverete discese per tutti i gusti, dalle più ripide e adrenaliniche a quelle ampie e rilassanti, con vedute panoramiche che fanno innamorare.
Lo sport invernale è protagonista anche di una importante manifestazione locale, organizzata ogni anno nel mese di febbraio.
E’ la Gran Fondo della Val di Casies, famosa competizione di sci di fondo che si snoda per 42 km lungo l’intera vallata, la terza delle gare classiche di gran fondo nella Val Pusteria.
Le manifestazioni e le occasioni divertenti non finiscono qui: a Valle di Casies, nel mese di settembre, si tiene la colorita Festa delle Malghe.
Le 40 malghe della zona si riempiono di vita e risate, con gli spettacoli musicali delle bande locali, i canti popolari, i balli della tradizione e la possibilità di assaggiare le prelibatezze della gastronomia tipica.
Raggiungere questo piccolo paradiso di pace, immerso in una trama fittissima di meraviglie naturali, non è difficile grazie ai collegamenti efficaci e moderni. Chi viaggia in auto può arrivare a Valle di Casies tramite l’Autostrada A22 del Brennero, uscendo a Bressanone/Val Pusteria e continuando sulla statale SS49-E66 seguendo le indicazioni. Chi preferisce il treno può contare su collegamenti nazionali e internazionali fino a Fortezza: da qui si prendono le coincidenze per la Val Pusteria, con fermata a Monguelfo, e si raggiunge Valle di Casies in autobus. Gli aeroporti più vicini sono quelli di Venezia, Verona Villafranca e Bergamo Orio al Serio, rispettivamente a 200 km, 253 km e 350 km circa. ( Fonte: ilturista.info)
Tra Brunico e Dobbiaco, nel paesaggio selvaggio dell’Alto Adige, deviando verso destra ci si immerge in una costellazione di borgate montane: sono i frammenti preziosi che, nella Provincia Autonoma di Bolzano, compongono il comune sparso di Valdaora. Popolato da poco più di tremila abitanti, centro rinomato della Val Pusterla, il paese è in gran parte di madrelingua tedesca, e per la maggioranza della gente locale è conosciuto come Olang.
A comporre Valdaora, un quadrifoglio affascinante e ricco di attrattive turistiche, ci sono le quattro frazioni di Valdaora di Sopra,Valdaora di Mezzo, Valdaora di Sotto e Sorafurcia: le prime tre se ne stanno adagiate tra prati e campi, verdeggianti e vellutati nella bella stagione e zuccherati di neve quando si fa più freddo; Sorafurcia invece è la sorella più avventurosa del gruppo, l’unica ad essersi arrampicata sulle pendici del Plan de Corones. Ad abbracciare il territorio comunale ci sono gli scorci pittoreschi del Parco Naturale Fanes-Sennes e Braies, e dai nuclei abitati si diramano due vallate lussureggianti: a nord si estende la valle di Anterselva, a sud la valle di Marebbe si apre oltre il passo Furcia e poco sopra Valdaora, nei pressi della vicina Monguelfo, il lago artificiale diValdaora brilla come uno zaffiro rubato dal cielo.
In mezzo a tante meraviglie le borgate si fanno timide, discrete, come per non disturbare la bellezza della natura. Nel corso dei secoli la storia ha modellato il paese con garbo, perché restasse in armonia con l’ambiente, e ancora oggi Valdaora è un piccolo gioiello dai tratti gentili. Come altri comuni dell’Alto Adige, tuttavia, nel periodo fascista ha visto la creazione delle fortificazioni del Vallo Alpino, precisamente dello Sbarramento Rasun-Valdaora. Ma ciò che fa innamorare i visitatori resta il paesaggio circostante, tutto da ammirare e da godere con gli sci ai piedi o gli scarponcini da escursione: le foreste scure e le colline sinuose celano un reticolo di sentieri panoramici, e i pendii più aspri ospitano le piste da sci. Passeggiando nei pressi del borgo si vedono la Valle di Anterselva con il Gruppo delle Vedrette di Ries, il ghiacciaio del Collalto e tutta la Val Pusterla, e avventurandosi in escursione si possono esplorare i parchi naturali Fanes-Senes Braies, Vedrette e Dolomiti di Braies.
L’inverno è la stagione preferita dagli sportivi: all’aria frizzante e al cielo limpido si aggiunge il candore abbagliante delle nevi, che come una glassa invitante riveste 105 km di piste. Il paradiso degli sciatori e degli snowboarder è il già citato Plan de Corones, una montagna alta 2275 metri, priva di alberi, incastonata tra le Alpi Aurine e le Dolomiti. Per accedervi ci si può servire di 31 impianti di risalita all’avanguardia, e una volta saliti ad alta quota ci si può lanciare verso valle su tracciati di varie difficoltà, oppure sostare sulla cima soleggiata.
Mentre il versante nord, in direzione Riscone, è dominato dalle discese sportive, il lato orientale rivolto verso Valdaora privilegia le piste da carving, con condizioni ottimali per sciatori e snowboarder, punti di ristoro accoglienti distribuiti lungo le piste e campi scuola per i piccoli o gli inesperti. Spostandosi ad ovest l’offerta è completata dall’affascinante versante di San Vigilio di Marebbe.
Tuttavia sarebbe un peccato soggiornare aValdaora e dimenticarsi il borgo, dedicandosi soltanto allo sport, oppure trascurare la località nella stagione estiva: ogni periodo dell’anno, infatti, regala momenti magici grazie alle feste della tradizione popolare, e ad ogni ora del giorno il paese offre svago e occasioni culturali. Tra le numerose manifestazioni popolari, religiose e sportive, ce n’è una che incontra il favore di tutti i buongustai: è la sagra gastronomica “Standlschmaus”, che si ripete ogni anno nei mesi di luglio e agosto.
Prima di partire alla volta di Valdaora, un piccolo paradiso in ogni momento dell’anno, è però necessario prepararsi al clima che vi accoglierà: in inverno le temperature possono raggiungere valori molto bassi, e benché le estati siano decisamente piacevoli nelle ore centrali del giorno, le serate si fanno piuttosto fresche. Le temperature medie del mese più freddo, gennaio, vanno infatti da una minima di -9°C a una massima di 0°C, mentre in luglio e agosto, i mese più caldi, si va dai 9°C ai 21°C. Le precipitazioni, a carattere nevoso da novembre a marzo, si fanno più frequenti in luglio e agosto, quando cadono mediamente 102-109 mm di pioggia mensili.
Per raggiungere il paese ci sono diverse possibilità. Chi viaggia in auto deve percorrere l’autostrada A22 del Brennero, uscire a Bressanone-Varna, continuare sulla statale 49 della Val Pusterla e seguire le indicazioni fino alla meta. Se preferite il treno potrete contare si collegamenti efficienti, infatti l’Alto Adige è connesso in maniera impeccabile con la rete ferroviaria nazionale, con treni diretti a Bolzano dalle principali città italiane e coincidenze agevoli a Bologna e Verona. Se invece scegliete l’aereo, il piccolo aeroporto di Bolzano prevede collegamenti giornalieri con Roma; l’aeroporto di Verona, in alternativa, è a un’ora e 15 minuti d’auto da Bolzano, e quello di Innsbruck, in Austria, è a un’ora e mezza circa. ( Fonte: ilturista.info)
Vivere senza neppure un centesimo in tasca e, allo stesso tempo, concedersi ‘lussi’ come un tetto, un telefono cellulare, la luce elettrica e persino un personal computer. Sembra una boutade invece è la trovata, obiettivamente un po’ stravagante, di Marc Boyle, inglese di 31 anni che, dal 2008 ha deciso di dare un taglio netto a sterline, euro e carte di credito. L’idea, però, il ragazzo l’ha presa sul serio, e non solo lui: alla vicenda, già raccontata in un blog e destinata a diventare un libro, il quotidiano inglese Telegraph dedica un lungo articolo.
La “soluzione Boyle” in un Paese come il nostro dove tanto si parla di crisi della quarta settimana, ha indubbiamente degli aspetti accattivanti. Eppure, nonostante qualche autentico colpo di genio, non proprio tutto torna.
Il progetto è semplice: due anni fa Boyle francescanamente si spoglia di tutti i suoi contanti e si ritira in un caravan alle porte di Bristol decidendo che si può fare a meno di qualsiasi cosa abbia a che fare con il vile denaro: via tutto, dai contratti di luce e gas, fino ai piccoli prodotti per l’igiene personale.
Già vegetariano da tempo, l’inglese attrezza il suo orticello per vivere dei frutti della terra. Quanto alle piccole operazioni di pulizia della persona per il bucato bastano le prugne secche bollite e lo spazzolino da denti e il dentifricio sono sostituiti da ossi di seppia. Eppure Boyle riesce a non farsi mancare le più moderne tecnologie: un pannello solare montato sul caravan gli garantisce la luce e l’energia solare gli “accende” il suo pc portatile. Quanto al cellulare Boyle ce l’ha, anche se può solo ricevere. Del resto, avere un cellulare sempre senza credito è una prassi diffusa tra tanti dei nostri adolescenti. E non solo.
La casa – caravan, invece, è un gentile omaggio: a Boyle ha pensato Freecycle, organizzazione inglese di persone che si scambiano oggetti gratuitamente in cui il trentunenne fa il volontario tre volte alla settimana.
Tutto, insomma, sembra funzionare a meraviglia nel mondo gratuito di Boyle. Qualche precisazione è d’obbligo: l’uomo, senza denaro, ha vissuto e a lungo, anche prima di Boyle. Purtroppo aveva l’infausta tendenza a vivere circa la metà di oggi: si ammalava e moriva molto prima. Non solo: il suo modello non è esportabile, per funzionare ha bisogno di una società che usa i soldi. Quei prodotti che il ragazzo scambia, qualcuno deve averli pure prodotti, venduti e comprati.
Infine c’è un dettaglio. Lo racconta lo stesso Boyle al Telegraph che ha intervistato “l’uomo che vive senza denaro”: “Al momento sono single”. Il giovane l0 spiega dicendo che è normale, visto che è squattrinato e viene dal Nord Irlanda dove offrire una cena ad una signora al primo appuntamento è simbolo di virilità. Ci permettiamo, sommessamente, di aggiungere che l’odore di uno che si lava con un distillato di prugne bollite invece che con un volgare bagnoschiuma potrebbe non essere poi il massimo del sex appeal.
Boyle, però, è sicuro: “Grazie al mio libro e al blog alcune donne sembrano iniziare a nutrire qualche interesse nei miei confronti. Certo, non sono un tipo facile: vegetariano e senza un soldo. Ma in tutta la Nazione ci sarà almeno una donna che la vede come me”. Che dire? In bocca al lupo.
Fonte: blitzquotidiano.it
Divertimento puro su 35 km di piste da sogno - per ognuno il suo: dalla discesa lunga 8 km fino alle piste adatte a famiglie. Lo snowboarder trova una vasta area con Funparc e Half-pipe. Fino a 20 km di piste per lo sci da fondo in valle e sul ghiacciaio e la pista per slittini lunga 5 km, completano l'offerta invernale. La neve perfetta e garantita e la vista mozzafiato sulle montagne circostanti sono i nostri gioielli. I locali qualificati invitano ad una sosta, mentre non ci sono tempi d'attesa agli impianti di risalita.
La Val Senales giace a sud delle Alpi ed è piacevolmente influenzata dal clima mite meridionale. Prova ne è che Merano, un'isola mediterranea nel cuore delle Alpi, sia conosciutissima per le sue cure termali. Dalla Val Senales dista solo trenta minuti. La presenza della neve in valle dipende naturalmente dalle zone; più si va in alto, più consistente sarà il manto nevoso. Infatti gli impianti si trovano a fine valle e sul ghiacciaio del Giogo Alto, dove è possibile sciare e fare fondo durante tutto l'anno. Lo sbalzo di temperatura tra inverno e estate è mlnlmo. A Madonna di Senales (1500 m) abbiamo una temperatura media a gennaio di -2,7 °C. Tenendo conto dell'altezza é solo un pò più freddo che Monaco di Baviera (-2,3 °C).
Maso Corto (2.011 m) - Circondato da alte montagne, è il paese situato più alto rispetto alle altre quattro località della valle. Quello che una volta era un grande maso è diventato negli ultimi trent'anni un centro sciistico modernissimo. Hotel ed appartamenti ben attrezzati, moderni impianti sportivi ed una ricca offerta per il tempo libero attirano numerosi ospiti da tutto il mondo. E' il luogo ideale per chi ama immergersi al completo nell'ebrezza delle discese su piste perfette. Anche la scuola di sci e lo snowboard, l'asilo nido ed il servizio di noleggio ed assistenza si trovano sul posto. Maso Corto è anche l'ideale punto di partenza per escursioni d'alta montagna, sia con gli sci d'alpinismo, che con le racchette da neve.
Vernago al lago (1.700 m) - Il paesino di Vernago si trova sulla sponda del lago artificiale omonimo.Quest'ultimo è stato costruito tra il 1956 e il 1964. Il fertile fondovalle insieme ai masi ed alla chiesetta hanno dovuto cedere il posto all'acqua. Piano piano si è sviluppato sulle rive del lago un nuovo insediamento. L'esposizione al sole piace a molti vacanzieri. Da qui, per chi va con gli sci o usa lo snowboard, è facile raggiungere Maso Corto, dove si scia tutto l'anno.La breve passeggiata pamoramica che raggiunge il maso Raffein (posto di ristoro) è percorribile tutto l'anno.Anche Vernago si possono intrapprendere escursioni con gli sci d'alpinismo al rifugio Similaun e al luogo di ritrovamento della mumia.
Certosa (1.327 m) - Lì, dove un tempo vivevano i monaci certosini, (dal 1326 fino al 1782) ancora oggi si percepisce la loro presenza tra le mura del chiostro. Con l'incendio scoppiato nel 1924 il paese venne quasi interamente distrutto, tuttavia non sono state cancellate tutte le tracce del convento. Una parte del muro di cinta è conservato molto bene, così come il chiostro restaurato, la grotta con il sepolcro e la cucina. Tutte testimonianze del passato, che anche d'inverno possono essere visitate. Certosa è la sede amministrativa della valle. Nella piacevole e bella piazzetta in inverno al centro del paese, c'è un piccolo campo per il pattinaggio e il curling. Da qui parte una bellissima passeggiata invernale che raggiunge i masi Raindl e la località Madonna di Senales.
Madonna di Senales (1.500 m) - Nel fondovalle intorno alla chiesa barocca, si estende l'insediamento pru grande della valle. Le origini di questo luogo di pellegrinaggio risalgono al lontano 1304. L'attrazione più spettacolare del paese pero, é il nuovo ArcheoParc, aperto dall'l aprile al 2 novembre. Da ammirare ci sono anche i masi centenari all'interno ed intorno al paese, in particolare il maso "Oberniederhof" che risale al dodicesimo secolo. Gli amanti degli sport invernali possono usufruire di una pista per lo sci da fondo, di un campo del ghiaccio all'aperto per il pattinaggio e il curling e di sentieri per escursioni invernali etc. e tutto ci6 ad appena 9 km.dagli impianti sciistici di Maso Corto.
Monte S. Caterina (1.245 m) - Dove un tempo vivevano i monaci certosini, (dal 1326 fino al 1782) ancora oggi si percepisce la loro presenza tra le mura del chiostro. Con l'incendio scoppiato nel 1924 il paese venne quasi interamente distrutto, tuttavia non sono state cancellate tutte le tracce del convento. Una parte del muro di cinta è conservato molto bene, così come il chiostro restaurato, la grotta con il sepolcro e la cucina. Tutte testimonianze del passato, che anche d'inverno possono essere visitate. Certosa è la sede amministrativa della valle.Nelia piacevole e bella piazzetta in inverno al centro del paese, c'è un piccolo campo per il pattinaggio e il curling. Da qui parte una bellissima passeggiata invernale che raggiunge i masi Raindl e la località Madonna di Senales.
La Val di Fosse è una valle laterale della Val Senales e porta il visitatore al centro di un ambiente ancora vergine e cioè il Parco Naturale del Gruppo di Tessa che al contempo è anche la riserva di caccia piu grande della provincia di Bolzano. Da inizio primavera ad estate innoltrata il parco è molto frequentato da escursionisti, mentre d'inverno è preferito da chi pratica lo sci alpinismo. Percorrere la parte alta della Valdi Fosse d'inverno è piuttosto pericoloso a causa della caduta di valanghe. Fonte: Associazione Turistica Val Senales
Quando il sole accarezza la terra con la giusta angolazione, l’Altopiano dello Sciliar sembra un lago di luce, costellato di borghi come di pepite preziose e incorniciato da una cinta di guglie frastagliate, le vette imponenti delle Alpi. Qui, a 1004 metri di quota, sorge Siusi allo Sciliar, in tedesco Seis am Schlern, frazione del comune di Castelrotto nella provincia autonoma di Bolzano.
Siusi allo Sciliar, nel cuore del Trentino Alto Adige, è un piccolo centro a misura di bambola, ma è così affascinante e importante da dare il nome all’alpe più grande d’Europa, la maestosa Alpe di Siusi, che lo sovrasta con la sua mole spettacolare. Boschi folti e profumati, campi e pascoli teneri sono gli ingredienti di un paesaggio magico, che verso nord e verso ovest si trasforma, laddove le Alpi superano i tremila metri, in un paradiso di ghiacci, nevi fragranti e vedute sublimi. A est, invece, la visione stupenda e rassicurante del Parco Naturale Sciliar-Cantinaccio, a cui si può accedere direttamente da Siusi.
Siusi è oggi una meta turistica rinomata, che non ha però dimenticato la timidezza e l’autenticità di un tempo: del passato rimangono le tradizioni più squisite, la cucina deliziosa, la cortesia e l’amore per la propria terra; di nuovo ci sono invece l’efficienza delle strutture turistiche e le stazioni sciistiche all’avanguardia, studiate per il divertimento più puro. Escursioni nel paesaggio incontaminato, ferrate e arrampicate, scivolate sulla neve con gli sci o lo snowboard e magiche gite in carrozza sono solo alcune delle attività proposte dal borgo ai piedi delle Alpi.
Per conquistare le prime vette e raggiungere la zona sciistica potete prendere la funivia dell’Alpe di Siusi direttamente dal centro del paese, e scoprire ben 26 impianti di risalita per un totale di 58 km di piste, in attesa di essere assaggiate dai veri amanti della montagna. La zona è inclusa nel comprensorio del Dolomiti-Superski, e offre tante piste di difficoltà differenti, perfette per principianti, professionisti e attrezzate anche per i più piccoli. Chi vuole imparare da zero potrà frequentare l’animazione dello “Ski Fun Park”, mentre i patiti della tavola troveranno pane per i loro denti allo Snow Park, lungo ben 1500 metri.
Se poi non vi accontentate di questo scenario idilliaco, ricordate che l’Alpe di Siusi è da anni collegata all’area sciistica della Val Gardena, con altri 176 km di piste servite da oltre 80 impianti di risalita. Se amate la montagna e la vita all’aria aperta, ma non siete estimatori degli sport invernali, apprezzerete le innumerevoli attività che Siusi e l’Alpe di Siusi offrono durante l’estate. I sentieri per le escursioni e le pedalate formano, sui lati delle montagne e nell’altopiano, un dedalo di percorsi affascinanti, immersi in una natura incontaminata e agghindati di panorami insuperabili. Inoltre ai piedi delle montagne, tra antichi masi e mulini tradizionali, si estende il campo da golf più bello dell’Alto Adige, comodamente raggiungibile dal paese. A proposito di masi, invece, vale la pena di visitare il Maso Biologico Pflegerhof, dove si coltivano tante varietà di erbe selvatiche e aromatiche e si vendono prodotti naturali di prima scelta.
Chi non rinuncia a un pizzico di cultura troverà a Siusi allo Sciliar alcune testimonianze storiche accattivanti. In paese si trovano tre chiese significative: quella di Santa Maria Ausiliatrice è la più antica, fondata nel XVII secolo, mentre la più grande è quella di Santa Croce, nella Piazza Oswald von Wolkenstein; per finire c’è la chiesa di San Valentino, splendido esempio del gotico tirolese.
Fanno parte del territorio comunale anche alcuni ruderi interessanti, come quelli di CastelRovereto, Castel Salego e Castelvecchio. Castelvecchio, nonostante gli acciacchi del tempo, è tuttora una dimora sontuosa, appartenuta un tempo al grande viaggiatore e spadaccino Oswald von Wolkenstein. I resti dell’antico castello Salego, invece, immersi nel fitto bosco di Hauenstein, risalgono probabilmente al XII secolo e negli anni hanno conosciuto diversi signori, fino alla caduta in rovina del XVII secolo. Oggi le vestigia appartengono alla Diocesi di Bolzano-Bressanone e nel 2001, dopo mesi di lavoro, sono state consolidate, abbellite da una zona alberata e rese accessibili al pubblico. Un’antica leggenda narra che un tempo i due castelli erano uniti da un tunnel sotterraneo, percorribile in circa mezz’ora, abitato da una splendida fanciulla bionda che custodiva uno scrigno pieno d’oro e d’argento.
Ma una vacanza nell’altopiano dello Sciliar, e in particolare un soggiorno a Siusi, non sarebbe completa senza la magia delle tradizioni, delle ricette gastronomiche immortali e delle manifestazioni popolari organizzate in paese nell’arco dell’anno. Tra le occasioni più caratteristiche e golose c’è la Festa dello Strudel, che dalla fine di agosto a meta settembre coinvolge le pasticcerie e i ristoranti di vari comuni della zona, compresoSiusi allo Sciliar. Il tipico dolce a base di mele viene preparato secondo la ricetta tradizionale, ma proposto anche in nuove versioni, a seconda della fantasia dello chef: prugne, albicocche, lamponi e ananas vanno a comporre i caldi ripieni alla frutta, ma trovano spazio anche reinvenzioni salate a base di ricotta, verdure, crauti o salmone. A conclusione della festa si tiene una grande manifestazione finale, proprio nella piazza Oswald von Wolkenstein nel centro di Siusi: le degustazioni di strudel si accompagnano all’assaggio di succhi di frutta naturali e altri prodotti fatti in casa, mentre le bancarelle vendono prodotti tipici della gastronomia locale e dell’artigianato.
Per raggiungere questo paradiso dell’ospitalità, immerso tra i pascoli e le montagne, si possono valutare diverse opzioni. Chi viaggia in auto deve percorrere l’Autostrada del Brennero A22, uscire a Bolzano Nord-Altopiano dello Sciliar e proseguire per circa 19 km fino alla meta, seguendo le indicazioni. Se viaggiate in aereo potete atterrare a Milano, prendere il treno fino a Bressanone e continuare il viaggio con gli autobus di linea. L’abitato di Siusi è ben collegato tramite l’autobus a Selva di Val Gardena, e la cabinovia nel centro del paese consente di raggiungere la vetta dell’Alpe di Siusi.
Giunti a destinazione si viene accolti dal tipico clima alpino, caratterizzato da inverni freddi e estati fresche: le temperature medie del mese più rigido, gennaio, vanno da una minima di -5°C a una massima di 6°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 15°C ai 29°C. Il mese più colpito dalle precipitazioni è maggio, con una media di 10 giorni piovosi sul totale, mentre da dicembre a febbraio si contano in media 4 giorni di maltempo al mese, spesso sotto forma di neve. ( Fonte: ilturista.info)
La moda per le adolescenti torna ad essere pericolosa, non solo sul piano educativo bensì proprio a livello di fisico.
Attenzione infatti alle lenti a contatto utilizzate per fini estetici, colorare o modificare la forma delle pupille.
L’idea arriva dal video di Lady Gaga, "Bad Romance", che spopola tra le più giovani fans della cantante americana, tutte in corsa per imitare gli occhi grandi e spalancati che la "star" mostra nel video.
Ma gli oculisti lanciano un serio allarme relativo al pericolo per la salute degli occhi che l’uso di tali lenti può provocare.
Si rischiano congiuntiviti, infezioni e altri guai seri che possono addirittura arrivare a compromettere, anche in modo irrimediabile, la vista, nel giro di 24 ore.
Questi accessori arrivano dall’Oriente e pure se gli Usa li hanno messi al bando raggiungono i comodini delle ragazzine che le acquistano, al costo di circa 20 dollari, su internet. Urge il controllo dei genitori...
Fonte: milanoweb.com - Autore: Max Marinelli
Chi ama le poesie di Montale può ritrovare quei profumi mediterranei, quelle atmosfere sublimi e quelle sferzate d’aria marina visitando Monterosso al Mare, la località ligure che l’autore amava scegliere come luogo di vacanza e di ispirazione. Antico borgo della Riviera di Levante, Monterosso ospita poco più di 1.500 abitanti e si trova in provincia di La Spezia, costituendo la più occidentale delle celebri Cinque Terre.
Incastonata al centro di una conca naturale, che sembra voler bere l’acqua limpida del Mar Ligure, la cittadina è una perla preziosa arenata tra le scogliere, incorniciata da villaggi di pescatori altrettanto interessanti, che non fanno che accrescerne il fascino. A Ovest del centro sorge Feigna, oltre il colle dei Cappuccini, una frazione nata di pari passo allo sviluppo turistico e balneare del comune, raggiungibile mediante un tunnel di poche decine di metri.
Qui si trovano alcuni arenili ampi, più confortevoli e meno selvaggi delle insenature anguste che caratterizzano la zona, ma non mancano le calette dal sapore misterioso, dominate da un silenzio magico spezzato solo dal fischio del vento e dal fruscio delle onde. Ma l’acqua non è il solo elemento che abbellisce Monterosso al Mare: anche la terra è fondamentale, non solo per l’economia del paese, ma specialmente perché il paesaggio ligure non sarebbe così bello senza i rilievi che si innalzano a ridosso delle località costiere. Anche Monterosso fa parte della Comunità Montana della Riviera Spezzina, ed è incluso nello splendido Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Spostando lo sguardo all’interno del borgo, nel cuore storico del paese, si scoprono alcuni edifici storici di grande valore, come la Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, iniziata nel 1282 e terminata nel 1307. A pianta basilicale, divisa in tre navate che si allargano avvicinandosi all’altare, la chiesa è affiancata da una torre campanaria imponente, a base quadrangolare e con una merlatura sulla cima che risale al periodo medievale. Nella lunetta superiore del portale si può ammirare un bell’affresco del Battesimo di Cristo. Di tutt’altro genere, ma altrettanto interessante, è il Castello di Monterosso, edificato ad opera dei genovesi. Le mura del lato lungo si stanno notevolmente degradando, e l’area del maniero è oggi in gran parte occupata dal cimitero della città.
Ma il bello di Monterosso è anche la capacità di accarezzare la natura circostante con rispetto, fondendosi con essa e giocando con le rocce per creare camminamenti e sculture. Se si ha voglia di passeggiare, ad esempio, ci si può dirigere verso Punta Mesco, la vetta che chiude il golfo di fronte all’abitato, attraverso una bel percorso panoramico. Dopo poco più di un’ora si raggiunge il cosiddetto “semaforo”, il vecchio faro segnaletico da tempo abbandonato, da cui si ammira un panorama spettacolare a picco sulle onde, sorprendente nell’ora del tramonto. A un centinaio di metri ci sono i ruderi suggestivi di un’antica chiesa.
Da vedere anche la famosa Statua del Gigante, realizzata nel 1910 in cemento armato dall’architetto Francesco Levacher e dallo scultore Arrigo Minerbi. Alta 14 metri e pesante ben 170 tonnellate, la scultura raffigura Nettuno e se ne sta appoggiata a uno sperone roccioso che sovrasta la villa in cui Eugenio Montale trascorse buona parte della sua vita e delle sue vacanze. A rendere ancora più pittoresca la cittadina ci sono le sue manifestazioni tradizionali, ottime occasioni per gustare i migliori piatti della cucina ligure e per apprezzare il folclore locale. Il terzo sabato di maggio c’è la sagra del limone, che tinge di giallo tutto il borgo e profuma le strade di agrumi: nelle stradicciole si accalcano le bancarelle di ogni genere, dove si possono acquistare vari prodotti a base di limone, dai liquori alle marmellate, passando per i dolci e le creme.
Nel pomeriggio si può partecipare alla passeggiata a tema “8000 passi al profumo di limone”, che accompagna i visitatori lungo le strade di Monterosso a partire dalla casa di Montale, toccando i punti più belli e visitando un caratteristico limoneto. A conclusione della festa ci si riunisce in piazza tra la musica e le degustazioni, per premiare la vetrina più bella realizzata sul tema del fresco agrume. Da non perdere anche la sagra dell’acciuga fritta, che si svolge il terzo sabato di giugno, la sagra dell’acciuga salata e la festa del vino di fine settembre. I primi giorni dello stesso mese si disputa a Monterosso l’originale Torneo di Noci, un antico gioco popolare del luogo che assomiglia al gioco delle bocce, ma che prevede l’uso delle noci.
Eventi e Manifestazioni: All'inizio dell'estate appuntamento per la Festa di San Giovanni Battista che si svolge tra il 23 e il 24 di giugno. E' caratterizzata da un caratteristico falò dei bambini, e da spettacoli pirotecnici che accompagnano i lumini di cera, accesi in spiaggia e lasciati liberi in mare a creare un'atmosfera magica. Festa grande il 14 agosto per la Processione dei Pellegrini, che si effettua presso la Madonna di Soviore, mentre a settembre, in genere, si svolge la Festa dell'Acciuga. In questa occasione la città si riempie di stand gastronomici per gustare questo pesce tradizionalmente conservato sotto sale. La festa si conclude con una gita in barca per osservare le lampare.
Il dolce clima delle Cinque Terre trova la sua massima espressione qui a Monterosso, con estati calde ma respirabili, grazie all'azione delle brezze, che mantengono le massime in fenere al di sotto dei 30 °C. In estate piove poco, ed in genere le uniche piogge assumono carattere temporalesco, e quindi di breve durata. In inverno non fa mai troppo freddo, ed anche se ci si imbatte in una giornata ventosa o perturbata, lo spettacolo della burrasca che si infrange sulle rocce della riviera, dona grandi emozioni.
Il tutto è condito da un clima piacevolissimo e pieno di sole, ideale per le passeggiate, la vita da spiaggia e le visite culturali. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di 3°C a una massima di 11°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 18°C ai 29°C. Le precipitazioni sono scarse nei mesi più caldi, mentre si fanno più frequenti soprattutto in autunno. I lesi più piovosi sono ottobre e novembre, con una media di 140-149 mm di pioggia ciascuno.
Per raggiungere Monterosso al Mare si può scegliere il mezzo di trasporto che si preferisce. Se si viaggia in auto si può percorrere l’autostrada A12 Genova-Livorno con uscita Carrodano, poi si continua sulla strada provinciale SP566 per Levanto e si imbocca la SP370 fino a Monterosso. Chi opta per il treno trova la stazione ferroviaria cittadina sulla linea Genova-La Spezia, mentre l’aeroporto più vicino è quello di Genova, a circa 100 km di distanza. ( Fonte: ilturista.info)
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