Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
A sostenerlo è una recente ricerca realizzata dai ricercatori australiani della University of Western Sidney e pubblicata sul Nutrition Journal.

La ricerca ha coinvolto oltre 156mila uomini e donne, di cui è stato analizzato lo stile di vita e la dieta seguita.
Dalle analisi è emerso che il consumo maggiore di carne e alimenti in genere ricchi di grassi saturi ha fatto aumentare dal 10% al 25% il rischio di sviluppare una forma di asma (AS) e/o asma o rinite allergica (AS/HF).
Sono state rilevate tuttavia differenze di risposta alla dieta da parte di maschi e femmine. In generale i ricercatori hanno scoperto che il consumo di carne era direttamente collegato con l’asma. Nel caso del consumo di formaggio il rischio aumentava soltanto negli uomini, mentre nelle donne sembra avesse un effetto protettivo, così come il pane integrale.
Anche il pollame e il pesce sono risultati collegati all’aumento del rischio di asma e febbre da fieno, sia nelle donne che negli uomini.
“Osservando le analisi per entrambi i sessi – ha spiegato il dottor Rosenkranz, coordinatore della ricerca – le diete in genere ad alto contenuto di carne, in particolare le diete caratterizzate da un maggiore consumo di pollame, pesce e carni rosse e lavorate nelle femmine, e le diete caratterizzate da una maggiore quantità di carne rossa, carni lavorate, e il consumo di formaggio nei maschi, sembrano essere fattori di rischio diagnosi per AS e AS/HF in questa popolazione”.
Fonte: www.informasalus.it via cronachelodigiane.net
Il Codacons sta studiando la prima causa risarcitoria per danni dai vaccini ritirati dell'azienda farmaceutica Novartis. L'associazione sta infatti assistendo due coniugi i quali hanno subito la somministrazione di uno dei vaccini bloccati da Ministero e Aifa.

In data 23 ottobre, spiega il Codacons in una nota, la coppia "residente a Rozzano (MI), denuncia: sono state acquistate in una farmacia del paese due dosi di vaccino antinfluenzale AGRIPPAL prodotte dalla Novartis; un'ora dopo il medico di famiglia provvedeva ad iniettare il prodotto. Il giorno seguente la coppia apprende dalla televisione del blocco imposto dal Ministero della Salute e dall'Aifa proprio al vaccino da loro acquistato e utilizzato. Facile immaginare la paura e lo stato d'ansia causato dalla notizia, e il timore di possibili ripercussioni sul piano della salute". I due coniugi hanno deciso quindi di rivolgersi al Codacons, al fine di ottenere tutela e assistenza legale.
"Proprio in queste ore stiamo studiando la prima causa risarcitoria per danni da vaccini ritirati, nei confronti dell'azienda farmaceutica e di chi verrà ritenuto responsabile di errori e omissioni - spiega il presidente Codacons Carlo Rienzi -. Indipendentemente da risvolti di tipo sanitario, appare palese come i due consumatori abbiano subito un danno, rappresentato dallo stato di paura, ansia e stress generato dall'aver utilizzato un prodotto vietato dal Ministero perchè potenzialmente pericoloso, e che potrebbe avere fastidiosi effetti collaterali".
"Abbiamo deciso dunque di offrire assistenza legale alla coppia, ed invitiamo tutti coloro che si trovino nelle medesime condizioni a prendere contatto con la nostra associazione, al fine di intraprendere analoghe iniziative di tutela", conclude Rienzi.
Intanto Assoconsum presenterà un esposto a 61 Procure Italiane per denunciare la gravità del caso che ha coinvolto l'azienda Novartis Vaccines and Diagnostics. Lo annuncia l'associazione dei consumatori in una nota.
Fonte: aamterranuova.it - Autore: Alexis Myriel

In questi giorni ho ricevuto la seguente email:
“Egregio dottore, ho appena letto del ritiro da parte di alcun Stati del vaccino Esavalente Infanrix Hexa prodotto da GlaxoSmithKline. Domani, vado a firmare un non meglio identificato documento (al momento), presso il distretto sanitario per non vaccinare il mio secondo bambino di 2 mesi. Cosa già fatta per suo fratello, che ha due anni ed è meravigliosamente sano, vispo ed intelligente.
Io e mia moglie ci riteniamo fortunati ad abitare in Veneto, dove l’obbligo alla vaccinazione è stato abolito nel gennaio 2008, in quanto profondamente convinti che il non sapere se i nostri figli erano o meno immunologicamente deboli oppure allergici, anche solo ad un componente dei vaccini, non ci avrebbe fatto dormire. All’inizio abbiamo vagliato anche opinioni pro-vaccini, ma ci sono sembrate "da lavaggio del cervello": - “Sono sicuri. lo dice il Ministero!”. - “E se poi si ammala, come vi sentireste da genitori?”. - “Con i vaccini sono diminuite le malattie per le quali sono stati usati!”. - “Con tutti gli immigrati che arrivano in Italia clandestinamente, chissà cosa portano da noi!”. Č di oggi la notizia del ritiro di 2.300.000 dosi potenzialmente pericolose del vaccino anti-influenzale ............ 2.300.000 dosi!!! Mio suocero, ogni anno si inocula il vaccino anti-influenzale e ogni anno, puntualmente, becca l’influenza; al contrario di mia suocera che di farsi il vaccino non ci pensa nemmeno!
Quando il distretto chiama me o mia moglie per i vaccini dei figli, la persona al telefono (sempre la stessa responsabile), ci chiede perché non vacciniamo i bambini e ci dice che abbiamo notizie sbagliate o peggio false! Ci chiede sempre chi è il nostro Pediatra e se è stato lui a consigliarci di non vaccinare. La rassicuriamo sempre che il nostro Pediatra è allineato con il Ministero e che i vaccini ce li propone continuamente ...... Noi facciamo sempre i nomi dei Dr. Gava e Serravalle, come fonti di notizie e non ci sembra che finora nessuno vi abbia denunciati per procurato allarme!! L’ASL di Rimini premia i medici con 3.000 Euro se raggiungono una certa quota di vaccinati ..... Nel nostro bel Paese le menti che non seguono come caproni la corrente sono veramente poche. Quando dico a colleghi o conoscenti che i miei figli non sono vaccinati vengo guardato come un matto che mette a repentaglio la salute dei propri bambini. Noi andiamo per la nostra strada. Il tempo ci dirà se abbiamo fatto la cosa giusta, ma in cuore sentiamo di si! All’intelligenza il buon Dio ha posto dei limiti, alla stupidità no. Un saluto affettuoso, F. T.”.
A parte il fatto che non escluso che prima o poi troveranno il modo di creare qualche difficoltà al Dr. Serravalle e al sottoscritto, è sempre simpatico leggere le testimonianze della gente come questa: “Mio suocero, ogni anno si inocula il vaccino anti-influenzale e ogni anno, puntualmente, becca l’influenza; al contrario di mia suocera che di farsi il vaccino non ci pensa nemmeno!”. I vaccini godono di una buona fama, perché una volta venivano considerati dei veri e propri salvavita ed è difficile cambiare le convinzioni delle persone. Infatti, in base alla mia esperienza, credo che oggi le principali spinte a vaccinare vengano da due diverse forze: la paura dei genitori e l’insistenza dei nonni.
Davanti alle convinzioni profondamente radicate di alcuni nonni che i vaccini fanno bene, tutte le nostre conoscenze scientifiche sui danni vaccinali sono carta straccia e non vengono minimamente considerate da loro! E la paura di uno o entrambi i genitori?
Nei convegni sugli effetti dei vaccini in cui ogni tanto mi capita di parlare, dopo 4 ore di conferenza e circa 150 slide, c’è sempre qualcuno che mi chiede che vaccini può fare al figlio o quanto deve ancora attendere per poterlo vaccinare con la certezza di non avere danni. E questo perché ci hanno fatto un tale lavaggio di cervello inculcandoci talmente tanta paura che molti (ma non i genitori della lettera suddetta) non pensano neppure che oggi in Italia si possa allevare in salute un bambino senza vaccini, cioè senza farmaci. Abbiamo paura che senza una tale protezione si ammalerà!, mentre è vero esattamente l’opposto.
Per quanto riguarda poi la sicurezza dei vaccini pediatrici, ogni tanto, come in questi giorni, si scopre qualche pericolo svelatoci dall’Industria Farmaceutica. Ne sono un brutto esempio i due casi di ritiro immediato (in 19 Paesi esteri ma non in Italia, almeno sino ad ora) di alcuni lotti del vaccino Esavalente Infanrix Hexa della ditta GlaxoSmithKline (lo stesso che continuano a ricevere i nostri figli) e il ritiro altrettanto immediato, solo in Italia per ora, di 4 vaccini influenzali della ditta Novartis.
Forse nessuno li ha mai contati, ma sono veramente tanti i vaccini ritirati, modificati e qualche volta poi anche reintrodotti nel mercato farmaceutico. Il più delle volte all’opinione pubblica non viene detta la vera motivazione che ha indotto questo presa di posizione della Ditta Farmaceutica o di qualche Organo controllore, ma quasi sempre si tratta di danni gravi (in alcuni casi addirittura mortali).
Il vero elenco di questi casi è impossibile da stilare, perché molte volte un vaccino viene ritirato dal commercio solo per breve tempo e poi, silenziosamente, viene reinserito nei canali di commercializzazione. Quelli che seguono sono i dati di cui sono venuto a conoscenza, ma chissà di quanti altri casi non sappiamo e non sapremo mai nulla. Comunque, tutti questi dati sono stati resi noti dopo che i vari vaccini incriminati erano già stati commercializzati.


Alla luce anche di questi dati, noi genitori possiamo veramente stare tranquilli per l’affidabilità e la sicurezza dei vaccini che permettiamo vengano inoculati nei nostri figli?
Infine, non dimentichiamo che i vaccini sono pericolosi perché possono contenere svariate sostanze: virus vivi o morti, batteri, parti di DNA, frazioni antigeniche, tossine, proteine eterologhe, prioni, antibiotici, mercurio, fenolo, alluminio, formaldeide, fenossietanolo, oli e innumerevoli nuovi composti ad azione conservante o adiuvante, nanoparticelle e chissà cos’altro. Come possiamo pensare veramente che ciò non sia dannoso quando viene inoculato in un neonato?
Mi auguro di cuore che il Lettore (e io mi unisco silenziosamente e timidamente a lui) appartenga al gruppo di persone alle quali il buon Dio ha posto un limite massimo di intelligenza … ma se anche abbiamo un certo grado di stupidità, cerchiamo almeno di non usarlo per vaccinare i nostri figli!
Fonte: informasalus.it
Bibliografia: 1) Ferla A. Vaccini: Novartis ammette responsabilità. Donna vaccinata prima dello stop: 'ho febbre e dolori ovunque' 2) Gava R. L’influenza suina A/H1N1 e i pericoli della vaccinazione antinfluenzale. Criteri scientifici di orientamento. Macro Edizioni & Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2009 3) Gava R. La Sindrome Influenzale in bambini e adulti, Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2012 4) Gava R. Le Vaccinazioni Pediatriche. Revisione delle conoscenze scientifiche. Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed. 1a rist., 2010 5) Gava R. Pericoloesavalente: vaccino ritirato 6) Gava R. Verso una nuova Medicina, Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 3a ed., 2009 7) Gava R. Vincere lo stress quotidiano, Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2012 8) Gava R., Serravalle E. Vaccinare contro il Papillomavirus? Quello che dobbiamo sapere prima di decidere, Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2a ed., 2009 9) Gava R., Serravalle E. Vaccinare contro il Tetano?, Edizioni Salus Infirmorum, 2a ed., Padova, 2011 10) Mengano V. Influenza e Omeopatia. Una possibilità terapeutica in più, Edizioni Salus Infirmorum, Padova, 2009 11) Ravizza S,. Giallo sul ritiro dei vaccini. Dati segreti per settimane 12) Redazione InformaSalus.it. Vaccini Novartis: disposto divieto immediato 13) www.slobodavockovani.sk/news/sukl-nariadil-stiahnutie-vyrobnej-davky-hexavakciny-infanrix-hexa-kvoli-mikrobialnej-kontaminacii 14) www.sukl.sk/buxus/docs/Inspekcia/PostregistracnaKontrola/Mimoriadne_oznamy/Rozhodnutie_Infanrix121007.pdf
Lo studio, pubblicato sul Journal of Alzheimer's disease, dimostra che è possibile ripristinare la neuroplasticità delle cellule dell'ippocampo, regione del cervello in cui i ricordi vengono elaborati e 'conservati'. L'utilizzo adeguato del fattore di crescita nervosa può consentire al cervello di recuperare le capacità di memoria perdute, con il ripristino delle funzioni ad esse connesse in termini di pensiero, comportamento e abilità nello svolgere le attività quotidiane. Lo rivela uno studio scientifico coordinato dal Dr. Marcello D'Amelio, Docente di Fisiologia Umana presso l'Università Campus Bio-Medico di Roma, e dal Prof. Robert Nisticò, Associato di Farmacologia presso l'Università della Calabria, pubblicato sul Journal of Alzheimer's disease. Questa scoperta, per ora ottenuta su modelli animali, promette ricadute importanti dal punto di vista della cura dei disturbi della memoria, in particolare quelli legati al morbo di Alzheimer, la più comune causa di demenza nel mondo.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato, nel 2010, la presenza di 36,5 milioni di persone nel mondo affette da una qualche forma di demenza, con 7,7 milioni di malati ogni anno: in pratica, un nuovo caso ogni 4 secondi. Per questo, ha richiamato tutti i Paesi membri a considerare questa patologia come una priorità mondiale di salute pubblica, specialmente tenendo conto dell'allungamento dell'aspettativa di vita globale e considerato il fatto che tali patologie colpiscono già oggi 1 persona su 8 oltre i 65 anni, per arrivare al 40% degli over 85. Attualmente, i costi legati a queste malattie sono enormi, innanzitutto dal punto di vista economico, con una spesa sanitaria pubblica mondiale annua pari a 604 miliardi di dollari. Il prezzo più alto, tuttavia, viene pagato sotto il profilo sociale, poiché i malati di demenza vivono molti anni dopo l'insorgenza dei primi sintomi e necessitano di cura e attenzioni particolari e crescenti, soprattutto da parte dei familiari. In Italia, dove ancora non esiste uno specifico Piano Nazionale per questo tipo di patologie, si stima che le persone colpite da questi disturbi siano oltre un milione, di cui 600mila circa con Alzheimer.
Per questo, il lavoro, frutto della collaborazione tra Università Campus Bio-Medico di Roma, Università della Calabria, Fondazione Santa Lucia, CNR, Ebri e Università di Tor Vergata assume una portata potenzialmente assai rilevante. "Abbiamo dimostrato – spiega il Dr. D'Amelio – che il Nerve Grow Factor (NGF), ovvero il fattore di crescita nervosa scoperto 60 anni fa dal Premio Nobel Rita Levi Montalcini, ha un ruolo determinante nel modulare la neuroplasticità, cioè la capacità di attivarsi delle sinapsi cerebrali situate nell'ippocampo, regione del cervello molto importante per la formazione della memoria". "Le nostre ricerche sperimentali – aggiunge il Prof. Nisticò – hanno confermato, sia dal punto di vista elettrofisiologico che molecolare, che un cervello in tutto simile a quello umano che presenti alterazioni nel meccanismo grazie al quale i neuroni comunicano tra loro può recuperare in modo sorprendente questa funzionalità attraverso la somministrazione del fattore di crescita nervoso. Ciò, crediamo, schiuderà ora le porte a nuovi studi, che dovranno verificare l'efficacia di tale trattamento direttamente sul cervello umano". La scoperta del meccanismo che sta alla base dell'azione neuroprotettiva del NGF, è un tassello significativo nel percorso che la Scienza ha intrapreso alla ricerca di strumenti terapeutici efficaci nel frenare o bloccare il declino cognitivo e la perdita di memoria, in particolare nei casi di pazienti affetti da malattia di Alzheimer.
Fonte: unicampus.it
La canapa è un’antica coltura, di cui l’Italia era il secondo produttore mondiale fino ai primi del ‘900, che fornisce materie prime a basso impatto ambientale utilizzabili nel settore tessile, alimentare, cartario, farmaceutico, della cosmesi naturale, della bioedilizia.

L’impiego di questa risorsa si accompagna alla riflessione, ormai necessaria e doverosa, sui concetti di ecosostenibilità e biocompatibilità. Il seminario si svolgerà presso l’Aula Magna, via Amendola 166/A, a partire dalle ore 17.30. Interverranno Claudio Natile, Presidente dell’Associazione Canapuglia, il Dott. Gianpaolo Grassi, primo ricercatore del CRA di Rovigo, il Prof. Giuseppe De Mastro, docente di coltivazioni erbacee del Dipartimento di scienze agro-ambientali e territoriali.

Al termine dell’incontro, è prevista una degustazione di alimenti biologici a base di canapa. Saranno, inoltre, riconosciuti crediti formativi agli studenti che parteciperanno all’attività seminariale.
Ilaria Babbo - Fonte: canapuglia.it
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Il Financial Stability Board (Fsb), l’istituto internazionale di coordinamento dei governi, delle banche centrali e degli organi di controllo per la stabilità finanziaria a livello globale, ha appena pubblicato un importante studio sul sistema bancario ombra, lo “shadow banking” mondiale. I risultati ci sembrano decisamente sconvolgenti.
Lo studio fatto sull’eurozona e su altri 25 paesi evidenzia che a fine 2011 ben 67.000 miliardi di dollari erano gestiti da una “finanza parallela”, al di fuori, quindi, dei controlli e delle regole bancarie vigenti.

La cifra complessiva è pari al 111% del Pil mondiale. E’ la metà delle attività bancarie globali ed è circa un quarto dell’intero sistema finanziario.
In dieci anni è cresciuta di ben 41mila miliardi di dollari. Oggi supera il picco di 62mila miliardi raggiunto nel 2007 prima della crisi.
E’ più che mai allarmante il fatto che sia aumentata di oltre 7mila miliardi solo nel 2011! In barba a tutti i summit internazionali dedicati alla riforma della finanza speculativa! Ciò ovviamente conferma il sostanziale fallimento dei vari G8 e G20.
Il sistema bancario ombra è composto da tutte le transazioni finanziarie fatte fuori dalle regolari operazioni bancarie che, come noto, operano attraverso i conto correnti e con i risparmi dei cittadini e delle imprese. Esse sono operazioni fatte da differenti intermediari finanziari, come certi hedge fund, fondi monetari e obbligazionari, certi fondi equity, broker dealer e soprattutto operatori collocatori di derivati finanziari. Sono tutte attività rigorosamente “over the counter” (otc), cioè stipulate fuori dai mercati borsistici e spesso tenute anche fuori dai bilanci.
Ma al di la degli aspetti tecnici e dei differenti settori economici di applicazione, si tratta di strumenti finanziari che creano forme di credito a lungo termine sulla base però di fondi a breve e brevissimo termine, che operano con una leva finanziaria pazzesca, spesso di parecchie centinaia di volte superiore al sottostante iniziale.

Lo studio indica anche come il cosiddetto “maturity/liquidity transformation”, cioè il difficile rapporto tra le scadenze di lungo termine di certe operazioni finanziarie e la necessità di trovare la liquidità a breve in caso di necessità, sia sempre stato e sia la fonte principale dell’attuale crisi sistemica.
Dei 67.000 miliardi, gli Usa ne gestiscono 23.000 mentre la zona euro 22.000. Ma è la Gran Bretagna che, non in termini assoluti ma in rapporto al suo effettivo e limitato potere economico, gioca la parte del leone con ben 9.000 miliardi. Si ricordi che il suo Pil è quasi un settimo di quello americano, ma manovra un volume più di un terzo delle operazioni ombra americane. Dopo la crisi lo “shadow banking” di Londra è cresciuto annualmente del 10%.
Un caso particolare tutto da studiare è quello dei Paesi Bassi che hanno visto un tasso di crescita del 45%. In verità la storia ci ha fatto conoscere un sistema bancario e finanziario “anglo-dutch” che ha sempre determinato gli assetti geopolitici e coloniali. Quindi non è un caso se oggi mette i bastoni tra le ruote dell’Unione europea, dell’euro e dei lavori della grande riforma finanziaria contro la speculazione.
Oltre alle sue gigantesche e documentate dimensioni, l’altro aspetto di grande preoccupazione del sistema bancario ombra è il suo rapporto con il sistema bancario ufficiale.
Noi possiamo affermare che il “sistema ombra” spesso è un’emanazione delle grandi banche internazionali che hanno interesse ad aggirare le regole e i controlli cui sono sottoposte.
Secondo noi lo “shadow banking” non è fatto da pirati completamente fuorilegge e contro ogni autorità preposta. I banchieri ombra sono forse più simili ai bucanieri “indipendenti”, come il noto Francis Drake che imperversava nei mari terrorizzando navi e mercantili, ma era al servizio della corona britannica.
Davvero disarmante è poi la parte dello studio del Fsb dedicata alle misure di riforma da intraprendere. Si è ancora in alto mare. Si parla di raccolta dati, di catalogare i vari intermediatori finanziari e le varie operazioni secondo i settori di intervento, ecc.
Questa situazione di incertezza evidentemente rivela la forte influenza della lobby dello “shadow banking” e delle grandi banche finanziarie. Non è tollerabile che a 4 anni dal fallimento della Lehman Brothers e dall’inizio della crisi sistemica non si sia fatto nulla per riformare la grande finanza.
Naturalmente non è colpa del Fsb e dei suoi analisti. E’ tutta colpa dei governi e della loro subalternità ai veri poteri forti della finanza mondiale.
Fonte: Arianna Editrice via cronachelodigiane.net
Da un lato esistono dati che indicano l'esistenza di una componente genetica, ma dall'altro gli eventuali geni responsabili avrebbero dovuto essere eliminati dalla selezione naturale, rendendo la preferenza sessuale per il proprio sesso un tratto molto più raro di quanto in effetti non sia.
All'origine di una preferenza sessuale per il proprio sesso potrebbero esserci fattori epigenetici, ossia fattori ereditabili che non riguardano i geni, ma le modalità della loro espressione. Questo potrebbe spiegare la persistenza nella nostra specie (e non solo) dell'omosessualità, un tratto che dal punto di vista evolutivo è alquanto problematico: se vi fossero geni responsabili dell'omosessualità, la selezione naturale darwiniana dovrebbe limitarne la diffusione, dato che un omosessuale più difficilmente avrà una prole numerosa a cui trasmetterli.

Il fatto che l'omosessualità, maschile e femminile, sia presente pressoché in tutte le culture e che si manifesti più frequentemente in alcune famiglie ha spinto a ipotizzare l'esistenza di una base genetica, anche se tutte le ricerche di geni le cui varianti potessero essere associate allo sviluppo dell'omosessualità hanno dato sistematicamente esito negativo.
Questo apparente conflitto potrebbe essere risolto dai risultati di uno studio condotto dal Working Group on Intragenomic Conflict del National Institute for Mathematical and Biological Synthesis (NIMBioS) – pubblicato sulla rivista “The Quarterly Review of Biology” – nel quale i ricercatori hanno focalizzato l'attenzione su alcuni marcatori epigenetici, temporaneamente presenti nel corso dello sviluppo dell'embrione e del feto.
Mentre i geni costituiscono sistemi di istruzione per la produzione di proteine, i fattori epigenetici dicono in quali tessuti e in quale momento vanno espressi i geni. I marcatori studiati da Sergey Gavrilets e colleghi sono quelli sesso-specifici prodotti nelle prime fasi di sviluppo dell'embrione e destinati a regolare la sensibilità delle cellule alle variazioni dei livelli degli ormoni sessuali nel corso del successivo sviluppo del feto. In pratica, la presenza di questi marcatori impedisce che un feto di sesso femminile subisca una mascolinizzazione se i livelli di testosterone sono troppo alti o una femminilizzazione del maschio nel caso opposto.
Questi fattori epigenetici vengono per lo più prodotti di nuovo a ogni generazione; in qualche caso, però, alcuni possono passare da una generazione all'altra, e interferire con l'azione di quelli prodotti dall'embrione. Nel caso dei fattori epigenetici sesso-specifici, se vengono ereditati quelli caratteristici del sesso opposto, saranno influenzati ora la preferenza sessuale, ora l'identità sessuale, ora lo sviluppo dei caratteri sessuali primari, a seconda di quanti e quali fattori siano stati ereditati.
Il modello matematico sviluppato dai Gavrilets e colleghi ha mostrato che i geni che codificano per questi marcatori epigenetici possono diffondersi facilmente nella popolazione, perché i fattori epigenetici che producono, di per sé favoriscono la fitness del genitore (ossia la mascolinità dell'uomo e la femminilità della donna), mentre in un numero relativamente ridotto di casi riescono a "intrufolarsi" nelle cellule germinali e passare alla prole.
Source: lescienze.it
Non dovranno ringraziare un biglietto fortunato della lotteria, ma il russo Yuri Milner, che qualche mese fa ha istituito una serie di riconoscimenti nel campo della fisica fondamentale, curati da un'apposita fondazione, la Fundamental Physics Prize Foundation, investendo una montagna di soldi con l'intenzione nemmeno troppo velata di fare concorrenza al riconoscimento per eccellenza, il premio Nobel. Che proprio pochi mesi fa, invece, è stato tagliato del 20 per cento a causa della crisi economica.

Hawking ha ottenuto il riconoscimento intellettuale e i tre milioni di dollari per i suoi studi su buchi neri, gravità quantistica e prime fasi di vita dell'universo. In una email al quotidiano britannico "The Guardian", il cosmologo ha dichiarato che "premi come questo giocano un ruolo importante" nel dare un riconoscimento pubblico ai risultati che si ottengono nel campo della fisica, ma ha anche sottolineato che "nessuno inizia a fare ricerca in fisica con l'intenzione di vincere un premio".
Altri tre milioni se li divideranno, come recita il comunicato ufficiale della fondazione: "i leader del progetto LHC, degli esperimenti CMS e ATLAS, dal momento in cui LHC venne approvato dal Consiglio del CERN nel 1994, inclusi Peter Jenni, Fabiola Gianotti (ATLAS), Michel Della Negra, Tejinder Singh Virdee, Guido Tonelli, Joe Incandela (CMS) e Lyn Evans (LHC), per il loro ruolo di guida nell'impresa scientifica che ha portato alla scoperta" del bosone di Higgs.
"Considero il premio ricevuto come un premio per tutta la collaborazione ATLAS - ha dichiarato Fabiola Gianotti - per il duro lavoro svolto negli anni da tutti coloro che hanno partecipato all'esperimento. L'intero ammontare della frazione di premio assegnatoci sarà quindi utilizzato per supportare e finanziare il lavoro, nel gruppo ATLAS di giovani fisici, provenienti da paesi economicamente disagiati".
"E' un riconoscimento straordinario al lavoro delle miglia di persone che in questi venti anni hanno contribuito ad LHC - ha commentato Guido Tonelli - e che ha condotto a una scoperta destinata a cambiare la nostra visione del mondo".
La cerimonia di premiazione del Fundamental Physics Prize si terrà al CERN il 20 marzo 2013. La prima edizione, nel luglio scorso, ha fatto scalpore, grazie all'assegnazione del congruo premio a ben nove fisici teorici diversi. E non poteva essere altrimenti, visto lo spirito imprenditoriale di Milner, miliardario cinquantenne, che ha un passato di fisico teorico, interrotto poco prima di ottenere il PhD, all'epoca dell'Unione Sovietica.
Source: lescienze.it
Durante un recente discorso in Polonia, l'ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale Zbigniew Brzezinski ha avvertito i colleghi elitisti che un movimento mondiale di "resistenza" al "controllo esterno" guidata da "attivismo populista" sta minacciando di far deragliare la transizione verso un nuovo ordine mondiale.

Definendo l'idea che il 21 ° secolo è il secolo americano "una disillusione condivisa", Brzezinski ha dichiarato che il dominio americano non è più possibile a causa dell'accelerazione del cambiamento sociale guidato da "comunicazioni di massa istantanee come la radio, la televisione e Internet", che hanno stimolato un crescente "risveglio universale della coscienza politica di massa."
L'ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha aggiunto che questo "aumento in tutto il mondo dell'attivismo populista sta dimostrando ostile alla dominazione esterna del tipo che ha prevalso nell'età del colonialismo e dell'imperialismo."

President Jimmy Carter and Soviet General Secretary Leonid Brezhnev sign the Strategic Arms Limitation Talks (SALT II) treaty, June 18, 1979, in Vienna (Austria) Zbigniew Brzezinski is directly behind President Carter.
Brzezinski ha concluso che "la resistenza populista persistente e fortemente motivata di coscienza politica e dei popoli risvegliati e storicamente avversi al controllo esterno ha dimostrato di essere sempre più difficile da eliminare."
Anche se Brzezinski ha commentato in tono neutro, il contesto in cui ha parlato, unitamente alle sue precedenti dichiarazioni, indicherebbe che questa non è una celebrazione della "resistenza populista", ma una perplessità per l'impatto che questo sta avendo sul tipo di "controllo esterno" che Brzezinski ha sostenuto più volte.
Queste considerazioni sono state effettuate a un evento per il Forum europeo per le nuove idee (EFNI), un'organizzazione che sosterrebbe la trasformazione dell'Unione europea in un anti-democratico federale superstato, il tipo stesso di "controllo esterno" a cui messa in pericolo è stata sottolineata da Brzezinski durante il suo speech.
In questo ambito, bisogna comprendere che l'argomentazione di Brzezinski sulla "resistenza populista" di notevole ostacolo per l'imposizione di un nuovo ordine mondiale è da interpretare più come un avvertimento che come riconoscimento/celebrazione.
Tieni anche in considerazione ciò che Brzezinski ha scritto nel suo libro Between Two Ages: il ruolo dell'America nell'era tecno-digitale, in cui ha sostenuto il controllo delle popolazioni da parte di una classe politica tramite la manipolazione digitale.
"L'era digitale comporta la comparsa graduale di una società più controllata. Una tale società sarebbe dominata da una élite, libera da valori tradizionali. Presto sarà possibile esercitare una sorveglianza quasi continua su tutti i cittadini e mantenere file completi ed aggiornati che contengono anche le informazioni più personali di ogni cittadino. Questi file potranno essere accessibili in realtime da parte delle autorità ", ha scritto Brzezinski.
"Nella società digitale la tendenza sembra essere verso l'aggregazione dei supporti individuali di milioni di cittadini non coordinati, facilmente alla portata di personalità magnetiche ed attraenti che sfruttano le più recenti tecniche di comunicazione per manipolare le emozioni e controllare le decisioni", ha scritto nello stesso libro.
La preoccupazione improvvisa di Brzezinski per l'impatto di una popolazione politicamente risvegliata globale non è figlia dell'idea che Brzezinski si identifichi con la stessa causa. Brzezinski è il fondatore della potente Commissione Trilaterale, un luminare del Council on Foreign Relations ed un partecipante regolare del Bilderberg. Una volta è stato descritto dal presidente Barack Obama come "uno dei nostri pensatori più importanti".
Questa non è affatto la prima volta che Brzezinski ha lamentato la crescita di una opposizione populista alla dominazione da parte di una piccola elite.
E' stato nel corso di un meeting del CFR del 2010 che Brzezinski aveva avvertito i colleghi globalisti colleghi che un "risveglio politico globale", in combinazione con lotte interne tra le élite, minacciava di far deragliare la transizione verso un governo mondiale.
Nota caprina: e noi, allora, ne avevamo parlato. Perchè quando Brzezinki parla, è sempre opportuno ascoltare con attenzione.
Saluti felici,
Autore: Felice Capretta - Fonte: clubcapretta.it
Mohandas Karamchard Gandhi, detto il Mahatma (in sanscrito significa Grande Anima, soprannome datogli dal poeta indiano R. Tagore), è il fondatore della nonviolenza e il padre dell'indipendenza indiana.

Il nome Gandhi in lingua indiana significa 'droghiere': la sua famiglia dovette esercitare per un breve periodo un piccolo commercio di spezie.
Nato il 2 ottobre 1869 a Portbandar in India, dopo aver studiato nelle università di Ahmrdabad e Londra ed essersi laureato in giurisprudenza, esercita brevemente l'avvocatura a Bombay.

Di origini benestanti, nelle ultime generazioni la sua famiglia ricoprì alcune cariche importanti nelle corti del Kathiawar, tanto che il padre Mohandas Kaba Gandhi era stato primo ministro del principe Rajkot. I Gandhi tradizionalmente erano di religione Vaishnava; appartenevano cioè ad una setta Hindù con particolare devozione per Vishnù.
Nel 1893 si reca in Sud Africa con l'incarico di consulente legale per una ditta indiana: vi rimarrà per ventuno anni. Qui si scontra con una realtà terribile, in cui migliaia di immigrati indiani sono vittime della segregazione razziale. L'indignazione per le discriminazioni razziali subite dai suoi connazionali (e da lui stesso) da parte delle autorità britanniche, lo spingono alla lotta politica.
Il Mahatma si batte per il riconoscimento dei diritti dei suoi compatrioti e dal 1906 lancia, a livello di massa, il suo metodo di lotta basato sulla resistenza nonviolenta, denominato anche Satyagraha: una forma di non-collaborazione radicale con il governo britannico, concepita come mezzo di pressione di massa.
Gandhi giunge all'uguaglianza sociale e politica tramite le ribellioni pacifiche e le marce.
Alla fine il governo sudafricano attua importanti riforme a favore dei lavoratori indiani: eliminazione di parte delle vecchie leggi discriminatorie, riconoscimento ai nuovi immigrati della parità dei diritti e validità dei matrimoni religiosi.
Nel 1915 Gandhi torna in India dove circolano già da tempo fermenti di ribellione contro l'arroganza del dominio britannico, in particolare per la nuova legislazione agraria, che prevedeva il sequestro delle terre ai contadini in caso di scarso o mancato raccolto, e per la crisi dell'artigianato.
Diventa il leader del Partito del Congresso, partito che si batte per la liberazione dal colonialismo britannico.
Nel 1919 prende il via la prima grande campagna satyagraha di disobbedienza civile, che prevede il boicottaggio delle merci inglesi e il non-pagamento delle imposte. Il Mahatma subisce un processo ed è arrestato. Viene tenuto in carcere pochi mesi, ma una volta uscito riprende la sua battaglia con altri satyagraha. Nuovamente incarcerato e poi rilasciato, Gandhi partecipa alla Conferenza di Londra sul problema indiano, chiedendo l'indipendenza del suo paese.

Del 1930 è la terza campagna di resistenza. Organizza la marcia del sale: disobbedienza contro la tassa sul sale, la più iniqua perché colpiva soprattutto le classi povere. La campagna si allarga con il boicottaggio dei tessuti provenienti dall'estero. Gli inglesi arrestano Gandhi, sua moglie e altre 50.000 persone. Spesso incarcerato anche negli anni successivi, la "Grande Anima" risponde agli arresti con lunghissimi scioperi della fame (importante è quello che egli intraprende per richiamare l'attenzione sul problema della condizione degli intoccabili, la casta più bassa della società indiana).
All'inizio della Seconda Guerra Mondiale Gandhi decide di non sostenere l'Inghilterra se questa non garantirà all'India l'indipendenza. Il governo britannico reagisce con l'arresto di oltre 60.000 oppositori e dello stesso Mahatma, che è rilasciato dopo due anni. Il 15 agosto 1947 l'India conquista l'indipendenza. Gandhi vive questo momento con dolore, pregando e digiunando. Il subcontinente indiano è diviso in due stati, India e Pakistan, la cui creazione sancisce la separazione fra indù e musulmani e culmina in una violenta guerra civile che costa, alla fine del 1947, quasi un milione di morti e sei milioni di profughi.
L'atteggiamento moderato di Gandhi sul problema della divisione del paese suscita l'odio di un fanatico indù che lo uccide il 30 gennaio 1948, durante un incontro di preghiera.
Fonte: biografieonline.it via cronachelodigiane.net
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