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Crodo e le sue terme: visita alla cittŕ del Crodino in Piemonte.
By Admin (from 07/12/2010 @ 12:00:50, in it - Scienze e Societa, read 2523 times)

Forse non tutti conoscono Crodo, piccolo borgo piemontese nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola, ma a tutti è ben noto il “Crodino”, la celebre bevanda nata qui nel 1964, tuttora prodotta dal gruppo Campari. Popolata da appena 1457 abitanti, che affettuosamente la chiamano “Crò”, Crodo è una serena cittadina termale, centro principale della Valle Antigorio, situata 16 km a nord di Domodossola. Nell’aria frizzante, quasi sempre dominata dal sole, si stagliano le sagome innevate delle montagne, i tetti aguzzi delle casette graziose, i campanili delle chiese che costellano il borgo e le colline. Passeggiando per le stradicciole del centro, dal sapore intimo e accogliente, si può sentir raccontare una leggenda, che racconta le vicende della Crodo lontana e delle sue antiche terme.

 

La storia vuole, infatti, che le proprietà benefiche delle acque locali siano state scoperte al tempo delle crociate. Pare che un cavaliere, tornando da Gerusalemme, si sia fermato a Salecchio in fin di vita, stremato dall’impresa e dal viaggio. Abbeverandosi a una sorgente trovata per caso, che zampillava da una roccia, avrebbe ripreso miracolosamente le forze, e lo stesso sarebbe accaduto alla sua cavalla: da allora i cittadini, che avevano assistito alla scena stupefacente, si servirono dell’elisir per alleviare ogni tipo di malattia. Come l’antico cavaliere, oggi sono molti i visitatori che si recano a Crodo per beneficiare delle cure termali, in uno stabilimento accogliente e curato, dotato di ogni comfort. L’acqua, medio minerale-solfato-bicarbonato-calcica, è ideale per le patologie del sistema urinario e digerente, ma anche per i disturbi del metabolismo, il diabete o, più semplicemente, l’alimentazione durante la gravidanza.

 

Benchè sia un piccolo paese, Crodo offre tanti altri gioielli da non trascurare. Per chi non rinuncia a un pizzico di cultura, infatti, ci sono dei monumenti interessanti: nella frazione di Avernolo, a 1000 metri di quota, c’è il Muro di Avernolo o “Muro del Diavolo”. Si tratta di un’antica costruzione megalitica, formata da massi monumentali, che in epoca preromana fungeva probabilmente da luogo di culto.

Risale a un passato più recente la Torre di Rencio, nell’omonima località, di cui rimangono alcune rovine. Abbarbicato a uno sperone roccioso, il castello di Rencio fu edificato tra il IX e il X secolo allo scopo di difendere la valle e controllare le rotte commerciali subalpine. Tra le chiese del borgo vale la pena di visitare la parrocchiale di Santo Stefano, costruita nel X secolo ma ampliata nel 1582 e nel 1616; la cinquecentesca chiesa di S. Giulio, in stile romano-gotico, affiancata dall’oratorio di San Giovanni Battista; infine il santuario della Madonna della Vita, realizzato nel XVII secolo e affrescato all’interno dal Giuseppe Borgnis nel 1715.

Ma l’aspetto più affascinante di Crodo sono forse le sue tradizioni, le usanze popolari, le credenze legate alla vita genuina di un tempo. Per chi desidera conoscerle, nella vicina frazione di Viceno, c’è l’originalissimo Museo della Montagna, aperto in estate ma visitabile tutto l’anno su prenotazione. In una caratteristica casa di montagna, con i muri in pietra, il tetto di piode e le finestre con le inferriate, è allestita questa esposizione dedicata alla vita contadina di un tempo. Cimeli, suppellettili, mobili e attrezzi da lavoro –tra cui spicca un grande telaio- sono custoditi nelle varie stanze, arredate con cura secondo il gusto passato.

 

Di tutt’altro genere è il Museo Nazionale delle Acque Minerali “Carlo Brazzorotto”, una collezione unica nel suo genere: qui sono raccolte più di ottantamila etichette e novemila esemplari di bottiglie di acque minerali. Chi ama la vita all’aria aperta troverà pane per i suoi denti nel territorio di Crodo, che fa parte del Parco Naturale Veglia-Devero. Qui ci si potrà avventurare lungo una fitta rete di sentieri, attraverso l’ondeggiare delle praterie d’alta quota e l’imponenza austera delle montagne più aspre.

 

Persino i più pigri non sapranno resistere alla tentazione e si avventureranno in qualche passeggiata. Complice il clima mite di Crodo, che gode di temperature dolci e tante ore di sole: i valori medi, infatti, vanno da un minimo di 5°C a un massimo di 11°C in gennaio, il mese più freddo. Si passa invece dai 21°C ai 27°C in luglio, il mese più caldo. Le precipitazioni, scarse in estate, si concentrano in primavera e autunno, quando piove in media per 8 giorni al mese.

A completare la ricca offerta turistica ci sono alcuni appuntamenti immancabili, distribuiti nell’arco dell’anno. Tra gli eventi più attesi ci sono le degustazioni di ottobre, dedicate ai prodotti più rappresentativi della regione: “Dalla magia di un riccio…ai piaceri della tavola” è il nome, ad esempio, della rassegna dedicata alle castagne, protagoniste assolute di piatti deliziosi. Deliziose anche le specialità, dolci e non, che si potranno assaggiare tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, in occasione della sagra “Mele e Miele”.

 

Chi ha deciso di raggiungere Crodo per un soggiorno rilassante, salutare e appassionante, può scegliere tra diverse possibilità di viaggio. Chi usa l’auto e viene da Torino deve percorrere la A4 in direzione Milano, prendere il raccordo dell’Autostrada A26 in direzione Sempione Confine di Stato, raggiungere Gravellona Toce e proseguire sulla superstrada fino all’uscita per Crodo. Per chi viene da Milano il tragitto è lo stesso, ma l’autostrada da percorrere è la A8 in direzione Sesto Calende, da cui prendere il raccordo A26. Per chi sceglie il treno la stazione ferroviaria di riferimento è quella di Domodossola, a circa 14 km da Crodo, collegata a Novara, Milano, Locarno e Briga. Per chi si serve dell’aereo c’è l’Aeroporto di Torino Caselle, a 195 km dalla meta.

Fonte: ilturista.info

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