ROMA. Un giovane uomo prono su una tavola avvolta dalle fiamme, la bocca aperta in un muto grido, la mano tesa in un gesto estremo: è un'immagine del ‘Martirio di San Lorenzo', pubblicata in apertura di prima pagina dall'Osservatore romano, che annuncia la possibile attribuzione a Caravaggio dell'opera, ritrovata tra le proprietà della Compagnia di Gesù, nel pieno delle celebrazioni per il quarto centenario dalla morte dell'artista.
Dopo il grande successo della mostra alle Scuderie del Quirinale - con quasi 600 mila visitatori - è in corso infatti in queste ore la speciale ‘notte bianca' con cui Roma festeggia fino alle 9 di domani il genio di Michelangelo Merisi (Milano, 29 settembre 1571 - Porto Ercole, 18 luglio 1610), attraverso un itinerario che illumina i suoi capolavori custoditi in chiese e musei.
L'attribuzione del Martirio di San Lorenzo, sottolinea il giornale vaticano, "aspetta ancora la garanzia dell'ufficialità", ma "di certo è un dipinto stilisticamente impeccabile, bellissimo: notevole è la luce che dal fondo scuro sferza e modella con bagliori improvvisi la superficie dei volumi".
Per l'Osservatore romano, "non si può fare a meno di riandare col pensiero a opere come la Conversione di san Paolo, il Martirio di san Matteo o Giuditta e Oloferne". E' "inutile, però - avverte il giornale - cadere nel facile tranello di un Caravaggio ‘a tutti i costi'. Saranno ulteriori indagini diagnostiche e un circostanziato approfondimento documentario, stilistico e critico a fornire le risposte".
Il rapporto di Caravaggio con i Gesuiti rappresenterebbe per gli studiosi un nuovo filone. "Il Martirio di San Lorenzo - spiega sull'Osservatore Romano Lydia Salviucci Insolera - costituisce un chiaro riferimento ai dettami iconografici di evidente matrice gesuitica". In particolare, "il marcato realismo era voluto espressamente dai gesuiti per facilitare nei novizi, destinati nelle terre di missione, la comprensione del momento del martirio, trasformando la paura in accettazione del proprio stato, per il tramite della grazia, proprio come avviene nel giovane san Lorenzo".
Tra i critici contattati per verificare la paternità dell'opera c'é Rossella Vodret, soprintendente al Polo museale romano e ideatrice della ‘Notte di Caravaggio', che al momento frena: "Mi sembra un quadro bello e interessante, ma l'attribuzione al Merisi è da approfondire. Sono stata chiamata nei giorni scorsi dal rettore della Chiesa del Gesù per vedere il quadro, ma purtroppo non ho avuto tempo: ci andrò sicuramente lunedi".
"Per ora - sottolinea ancora - ho visto l'opera solo su Internet e direi, a freddo, che non mi sembra un Caravaggio, pur essendo un lavoro che ha sicuramente legami con l'artista e con la sua cerchia. Ma vale la pena di andare a fondo, anche grazie agli ottimi strumenti che abbiamo a disposizione e che ci consentono risposte precise. Trovo strano che si tratti di un originale non documentato, non citato dalle fonti. Ma tutto può succedere".
Fonte: AmericaOggi.info