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Corte di Cassazione: Equiparare le droghe leggere a quelle pesanti potrebbe essere in contrasto con i precetti della Costituzione.
By Admins (from 23/06/2013 @ 06:09:11, in it - Osservatorio Globale, read 1990 times)

Con questa motivazione la Terza sezione penale della Corte di Cassazione ha disposto l'invio degli atti alla Consulta perché valuti i dubbi di legittimità della legge sulla droga Fini-Giovanardi.

La decisione della Suprema Corte arriva in risposta ad un ricorso presentato da un 46enne originario di Palermo, condannato a 4 anni di reclusione e ad una multa di 20 mila euro per essersi rifornito di quasi 4 kg di hashish. Il difensore ha sollevato in Cassazione la questione di legittimità costituzionale della norma sulla base del fatto che l'eliminazione della distinzione "e il rilevantissimo aumento delle pene edittali" per le condotte che riguardano le droghe leggere "non sarebbe conforme né al principio di proporzionalità rispetto al disvalore espresso dalla condotta incriminatrice, né all'esempio di proporzionalità predisposto a livello comunitario". I giudici della Terza sezione penale, ritenendo fondate le questioni sollevate, ha rinviato gli atti alla Corte Costituzionale.

I dubbi della Cassazione riguardano però anche il percorso che portò all'approvazione della Giovanardi-Fini e in particolare la possibile violazione dell'articolo 77, secondo comma, della Costituzione, che regola i decreti legge e le leggi di conversione: le norme in questione, infatti, vennero inserite nella legge di conversione con un maxiemendamento al dl 272/2005, inerente "misure urgenti dirette a garantire la sicurezza e il finanziamento per le Olimpiadi invernali di Torino, la funzionalità dell'amministrazione dell'interno e il recupero di tossicodipendenti recidivi".

Per la Suprema Corte, dunque, la questione di legittimità della norma che "parifica ai fini sanzionatori" droghe pesanti e leggere - elevando così le pene (prima comprese tra 2 e 6 anni) per chi spaccia hashish prevedendo la reclusione da 6 a 20 anni con una multa compresa tra 26mila a 260mila euro, riguarda, in via principale, "il profilo dell'estraneità delle nuove norme inserite nella legge di conversione all'oggetto, alle finalità e alla 'ratio' dell'originale contenuto del decreto legge". In via subordinata, la Cassazione chiede che, "qualora le nuove norme siano ritenute non del tutto estranee al contenuto e alla finalità della decretazione d'urgenza" venga valutato il profilo della "evidente carenza del presupposto del caso straordinario di necessità ed urgenza" relativo ai decreti legge. "Appare non manifestamente infondato - si legge nella sentenza n.25554 depositata - ritenere che l'introduzione delle nuove norme abbia travalicato i limiti della potestà emendativa del Parlamento tracciati dalle pronunce della Corte Costituzionale".

Fonte: repubblica.it