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Frediano Manzi, dell'associazione S.O.S. Racket e Usura, è in sciopero della fame e della sete, finchè il governo non rivedrà la legge anti-usura. SOSTENIAMOLO. E' URGENTE. DIFFONDIAMO QUESTO VIDEO E IL SUO MESSAGGIO.
By Admin (from 25/11/2010 @ 15:00:07, in it - Osservatorio Globale, read 3256 times)

Frediano non mangia più da oltre una settimana. Frediano non beve più da lunedì mattina e non assume i farmaci che gli sono necessari per regolare l'ipertensione cronica da cui è affetto. Se continua così, Frediano potrebbe entrare presto in coma. Questo non sembra rappresentare un problema, per Frediano, perché Frediano va avanti. Se stanno cercando un martire, lui c'è. 

Frediano Manzi, nemico giurato di usurai ed estorsori dei quali egli stesso è vittima, nel 1992 fonda S.O.S Racket e Usura per aiutare molte di quelle 600 mila persone - 200 mila imprenditori e 400 mila persone comuni - che non ce la fanno più ma che non denunciano, perché si ritroverebbero sole, costrette alla fuga per sopravvivere, perché lo Stato non c'è. La legge 108 del 7 marzo 1996 stanzia dei fondi a favore delle vittime dell'usura, ma i soldi arrivano dopo 3/5 anni, un periodo di tempo eccessivo per chi ha perso tutto. Inoltre, come se non bastasse, vi possono accedere solo i titolari di partita iva: se sei un padre di famiglia, un impiegato, un nonno in pensione e sei strozzato dagli aguzzini non hai diritto a nulla. Per questo, di quei 600 mila, solo in 100 mila hanno il coraggio di denunciare i loro estorsori. Alle altre 400 mila persona normali S.O.S. Racket e Usura ha deciso provocatoriamente di dire la verità: se denunciate, sappiate che lo Stato vi lascerà soli. E anche per coloro che a norma di legge hanno diritto ad accedere al fondo, che non è una regalia ma un mutuo e come tale va quindi rimborsato, pesanti ombre si stendono sui meccanismi di attribuzione degli stessi. Chi decide se il vostro caso particolare abbia diritto o meno di avvalersi della legge 108? Dal 2003 al 2006 commissario straordinario antiracket era il prefetto Carlo Ferrigno. Almeno sette donne, secondo le testimonianze raccolte da Frediano, sarebbero state molestate da Ferrigno, che avrebbe promesso loro l'accesso al fondo nazionale in cambio di favori sessuali. Se si fossero rifiutate, il commissario straordinario avrebbe minacciato di bloccare le pratiche. Se le vittime di usura fossero state di sesso maschile, viceversa, per agevolare l'iter sarebbe stato chiesto loro di trovare un'amica disponibile. Altri procedimenti penali sarebbero in corso a carico di Ferrigno: il suo autista "Tonino" avrebbe avuto il compito di procurargli droga (cocaina) e prostitute minorenni per gli abituali festini nella sua abitazione romana, organizzati per decidere la destinazione dei fondi. 

 Frediano, con la sua associazione, ha inoltre denunciato la presenza sul web di oltre 2000 sedicenti società finanziarie, che operano al di fuori delle restrizioni e dei vincoli previsti dalla legge per l'esercizio dell'attività di prestito liquidità. Per legge, infatti, il sito internet di una qualunque finanziaria deve esporre il numero di iscrizione all'Ufficio Italiano dei Cambi, le cui funzioni dal 2008 confluiscono nella Banca d'Italia, oppure deve rendere esplicita l'iscrizione all'albo dei mediatori creditizi, che può così essere verificata attraverso un'apposito modulo di ricerca online. Nonostante la pubblicazione di un dettagliato elenco di truffatori e usurai che adescano le loro vittime sul web, nessun provvedimento sembra tuttavia essere stato preso per impedire attività così palesemente illecite. Come dire: se non si toccano gli interessi dei produttori di audiovisivi o se non si pestano i pedi ai potenti con un blog di informazione, le istituzioni si fanno improvvisamente garanti della terzietà del web rispetto alle leggi italiane. 

 Questi e altri insignificanti dettagli nella pesante testimonianza, di cui presento alcuni stralci nel video accluso all'articolo, che ho raccolto martedì a casa di Frediano. 

In conseguenza dell'insensibilità istituzionale nei confronti di 400 mila cittadini italiani vittime di usura ed estorsione, Frediano Manzi ha deciso di giocarsi un'ultima disperata carta: lo sciopero della fame, della sete e dei farmaci che deve assumere quotidianamente. E' determinato a non recedere se non ottiene quattro risultati fondamentali:

  1. emendamento della norma che impedisce a tutti coloro che non hanno una partita iva di accedere ai fondi;
  2. accesso ai fondi in tempi ragionevoli;
  3. accertamento delle responsabilità sullo scandalo Ferrigno;
  4. sequestro delle oltre 2000 sedicenti società finanziarie che operano via web precipitando i cittadini nell'inferno dell'usura.

 L'Italia non è solo Saviano, e non è neppure solo Santoro, Fazio, Benigni, Gabanelli, Grillo e tanti altri di cui giustamente si discute a lungo. E' necessario dare spazio anche alle altre decine di valorosi combattenti che ogni giorno rischiano la vita per fare di questo paese un posto migliore, senza neppure l'aiuto di una grande cassa di risonanza mediatica. 

 Parlate delle 600 mila vittime di racket e usura. Parlate di Frediano Manzi e della sua battaglia silenziosa. 
 Potrebbe anche essere l'ultima...

Fonte: byoblu.com