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 Trilingual World Observatory: italiano, english, română. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Facile da raggiungere, perfetta per soggiornarvi, ideale per sciare: ecco tre ottimi motivi per dire di sì alla Val Malenco (Valmalenco), innevato giardino tra le montagne più alte.

 

Il gruppo del Bernina (4049 m) e il massiccio del Disgrazia (3678 m) sono le sentinelle secolari che vegliano sui tanti turisti che ogni anno decidono di avvicinarsi alla Valmalenco, sia in estate sia d'inverno, La vicinanza a Sondrio (circa 14 km), e di conseguenza alle principali vie di collegamento con le città lombarde più importanti, facilitano l'arrivo di numerosi visitatori, ben accolti da strutture ricettive di ottima qualità e impianti sciistici ultramoderni. Disposta a forbice tra la Val Lanterna e la Val Chiareggio, alla confluenza del Torrente Lanterna con il Màllero, Chiesa in Valmalenco è la località principale della valle e deve il proprio nome alla chiesa di S. Giacomo (XII sec.); come tante altre località collocate nei pressi dei valichi di frontiera, fu per secoli crocevia commerciale delle carovane che, attraverso il Passo del Muretto (2562 m). trasportavano merci dalla Valtellina ai Grigioni.

Oggi siamo, invece, in presenza di un dinamico centro di villeggiatura invernale, all'avanguardia e ben inserito nel contesto paesaggistico, Identiche considerazioni valgono per l'altra località di rilievo della Valmalenco, Caspoggio, in posizione privilegiata per ammirare la maestosa mole del Bernina. Lanzada, Chiareggio e Torre Santa Maria sono le località che compongono il resto della realtà insediativa della valle. L'Alpe Palù (2010 m) è il centro nevralgico del versante sciistico di Chiesa in Valmalenco, lì prendono le mosse praticamente tutte le seggiovie e sciovie del carosello e, soprattutto, lì arriva la fantasmagorica Snow Eagle, la funivia più grande del mondo, capace di trasportare 160 persone a viaggio. Gli impianti sciistici invernali (11 per circa 60 km di piste) sono principalmente collocati sul versante occidentale del Sasso alto (2336 m).

Raggiungere la Cima Motta è oggi più semplice e veloce grazie alla nuova seggiovia quadriposto ad agganciamento automatico che parte direttamente dall"Alpe Palù; altrettanto direttamente (forse da qui il nome, "Direttissima", della pista) si scende, questa volta con gli sci ai piedi, dal Sasso Alto fino ai Barchi, 4 km più in basso. L'altra nera da segnalare riporta indietro di qualche anno grazie al nome del campione cui è dedicata, quel Gustavo Thoeni che dominò incontrastato negli anni Settanta.

A Caspoggio gli efficienti impianti di risalita seguono principalmente i pendii del Monte Palino (2686 m). da cui scendono diverse belle piste tra le quali le impegnative nere Vanoni e Costera.
Nell'intero comprensorio sciistico sono numerose le possibilità per il fondo: per esempio, il periplo naturale del Lago Palù e gli anelli agonistici di San Giuseppe e Lanzada. Per lo scialpinismo esistono diversi itinerari sia invernali, sui pendii del Sasso Bianco o del Castello di Scerscen, sia primaverili, lungo i ghiacciai del Pizzo Cassandra, dello Scalino e del Bernina. Per godere di scenari unici si può compiere una passeggiata con le racchette da neve lungo l'itinerario che ripercorre la parte iniziale dello storico tracciato del Muretto, da Chiareggio (1612 m) fino al Rifugio Tartaglione Crispo (1780 m). I più agili potranno, invece, "surfare"' sul grande snowpark, manco a dirlo, all'Alpe Palù.

Ma la Valmalenco non offfre solo sci. I paesaggi di incantevole bellezza e i panorami che continuamente si aprono al visitatore attento sono probabilmente le caratteristiche più attraenti di questi luoghi. Alcuni itinerari mineralogici testimoniano l'importanza per l'economia locale dell'attività estrattiva, specie del serpentino, dell'ardesia e della pietra oliare. I più interessati potranno approfondire la loro curiosità sulle tradizioni locali con una visita al Museo Storico Etnografico, Naturalistico e Mineralogico della Valmalenco, il quale fornisce un quadro d'insieme delle attività umane e delle risorse di una delle zone più ricche in Italia dal punto di vista mineralogico (amianto, granati e quarzo). Una novità segno dei nostri tempi è la possibilità di giocare a golf a 2000 metri di altezza tra le nevi dell'Alpe Palù mentre, a Lanzada, una palestra di roccia dà modo di cimentarsi su percorsi e vie di varia difficoltà. Praticamente impossibile sbagliare nella scelta delle pietanze più gustose da assaggiare: bresaola, polenta taragna, pizzoccheri, formaggi d'alpe (Bitto e Valtellina Casera tra i più noti) e ancora sciatt, chiscioi, taroz, coturnici al ripieno di luganega, trote del Màllero e i tipici dolci panon e bisciola.

Vogliamo, per concludere, segnalarVi un'altra valle della provincia di Sondrio: la Val Gerola (Valgerola). D'estate la Val Gerola regala emozioni genuine con la produzione del "Bitto", il formaggio locale famoso in tutta la Regione; d'inverno: largo alla neve!Circa 12 km di piste suddivise su 5 tracciati, la seggiovia Pescegallo (1450 - 1850 m) e la sciovia Salmurano (1780 - 2000 m), formano il piccolo ma efficiente comprensorio Val Gerola Pescegallo, nel Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi. Le piste ricoprono tutti i livelli di difficoltà, ben appoggiate alla costa del Monte Ponteranica (2370 m), nei pressi del Lago Pescegallo. Lesposizione a Nord facilita le precipitazioni nevose, sempre abbondanti e adatte al free ride. A completare l'offerta: scialpinismo e ciaspole sia in Val Gerola, sia nella vicina Val Tartano. La vicina città di Morbegno mostra le sue antiche origini commerciali grazie alle tante botteghe artigiane nell'accogliente centro storico. Per il relax merita una visita la stazione termale di Bagni di Masino, già frequentata da secoli dalla nobiltà veneta e milanese. ( Fonte: Regione Lombardia)

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By Admin (from 18/09/2010 @ 09:32:28, in it - Osservatorio Globale, read 2980 times)

Nonostante la retorica dei governi europei, i flussi migratori non dipendono solo dalle politiche che adottano. Più che gli accordi e le pattuglie, a ridurre gli sbarchi sulle coste del Mediterraneo sono stati fattori episodici e incontrollabili.

Siamo a metà agosto, la stagione di punta nel traffico di migranti. Stavolta però le consuete migliaia di africani e asiatici non stanno arrivando sulle coste delle isole Canarie, della Spagna del sud, della Sicilia e di altre isole italiane.  

In realtà alcuni, pochi, stanno arrivando. Due settimane fa quaranta disperati africani sono riusciti, sbarcarndo sull'isoletta italiana di Linosa, ad aumentarne la popolazione del 10 per cento. La Caritas ha dichiarato che le migrazioni via mare sono in aumento, ma i numeri della Frontex, l'Agenzia europea per il controllo delle frontiere, mostrano che soltanto 150 persone hanno raggiunto l'Italia e Malta nel primo trimestre di quest'anno, contro le 5.200 dello stesso periodo dell'anno scorso. Negli stessi tre mesi solo cinque persone sono approdate alle Canarie, che fino qualche anno fa erano invase da decine di migliaia di migranti africani. Dove sono finiti i migranti?

Tra le varie spiegazioni c'è il fatto che i governi dell'Europa meridionale hanno impiegato la diplomazia (e molti soldi) per risolvere il problema. La Spagna ha concluso diversi accordi con i paesi dell'Africa nordorientale, che hanno spinto verso sud i porti di partenza dei migranti, rendendo così ancora più lungo e costoso il viaggio. Con una mossa ancora più controversa il governo di Silvio Berlusconi ha raggiunto un'intesa con la Libia, che ha autorizzato le pattuglie italiane ad affidare i migranti intercettati alle non proprio amorevoli cure della polizia di Gheddafi prima che abbiano la possibilità di chiedere asilo politico. 

L'afflusso dei migranti in Europa però non è determinato solo dall'efficacia delle misure prese per limitarlo, ma anche dal numero di persone disposte a rischiare vita e risparmi nel tentativo di attraversare le frontiere dell'Unione. Apparentemente ci sono due fattori in gioco. Il numero dei richiedenti asilo dipende dal livello di instabilità nelle aree più problematiche del pianeta. Dato che la Somalia, l'Iraq e i territori palestinesi hanno senza dubbio conosciuto anni peggiori del 2009, è possibile che il patto tra Italia e Libia coincida con una diminuzione naturale del volume dei migranti arrivati sulle coste del nord dell'Africa. 

L'altro fattore è la crisi dell'economia europea, i cui effetti sono evidenti in particolar modo in Spagna. Da quelle parti la crisi potrebbe aver addirittura invertito la direzione delle migrazioni. Il numero dei residenti stranieri nel secondo semestre dell'anno è calato del 2 per cento. La diminuzione più importante è stata quella dei latinoamericani, il cui numero si è ridotto di 100mila unità.

Problema o soluzione?

Tutto questo ci porta a un altro argomento in cui regna una gran confusione, se non una totale malafede. Gli ecuadoriani e i colombiani di Spagna non sono arrivati sulle barche da pesca. E neanche i filippini e i moldavi d'Italia. La migrazione via mare è un cavallo di battaglia della tv popolare, ma non riguarda la maggioranza degli immigrati. Un manifesto della Lega Nord mostra una barca affollata di facce nere, accompagnata dalla didascalia "abbiamo fermato l'invasione". Ma lo slogan non corrisponde alla realtà.

Gli arrivi via mare rappresentano appena un quinto del totale in Italia. L'"invasione" potrebbe quindi non essere stata affatto fermata, o almeno non per sempre. Il ritiro degli Stati Uniti dall'Iraq, la ripresa dell'Europa e un gran numero di altri fattori potrebbero portare a una nuova impennata nel numero delle persone pronte ad accollarsi i rischi di un viaggio della speranza. 
 
Se l'economia europea vedrà un nuovo boom e decine di migliaia di migranti riusciranno a raggiungere il vecchio continente, ai governi importerà qualcosa? Chiunque la pensasse in questo modo potrebbe forse prendere un abbaglio madornale. I governi nazionali sembrano avere la tendenza a passare con disinvoltura dalla compiacenza all'ostilità a seconda della situazione economica e dei sondaggi d'opinione. A livello europeo gli stati membri non hanno mai trovato un accordo per sostenere i piccoli paesi che fungono da via d'accesso, come Malta.

La verità è che l'Europa ha bisogno dei migranti per per controbilanciare il tasso di crescita modesto e per far si che qualcuno si accolli il lavoro sporco disdegnato dai cittadini europei. Quest'estate l'Agenzia catalana per l'impiego ha offerto a 7.800 disoccupati l'opportunità di lavorare come raccoglitori di frutta. Hanno accettato in meno di 1.700. Molti di loro erano di origine straniera.

Fonte: presseurop.eu - The Economist Londra - Traduzione di Andrea Sparacino

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Massimo Ciancimino ha consegnato ai pm di Palermo nuovi documenti che proverebbero l'esistenza di rapporti economici tra il padre, l'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La notizia, anticipata da alcuni quotidiani, ha trovato conferma in ambienti giudiziari dove è stato precisato che si tratta di fogli manoscritti e dattiloscritti che sono ora al vaglio dei periti che devono confermarne l'autenticità. Tra le carte c'é una nota spese, che risale alla fine degli anni '70, in cui Ciancimino attesta di avere ricevuto da Berlusconi 35 milioni di vecchie lire. Il denaro, secondo quanto scrive l'ex sindaco, sarebbe stato utilizzato per finanziare la Dc e in particolare la corrente andreottiana.

Il documento, come altri consegnati dal testimone, era in possesso della vedova dell'ex sindaco, Epifania Scardino, sentita dai pm nelle scorse settimane.

Della dazione di denaro, che sarebbe avvenuta attraverso un assegno, gli inquirenti ebbero notizia già nel 2004, intercettando una conversazione tra Massimo Ciancimino e la sorella Luciana. Interrogato dai pm sul punto, però, nel 2005, il teste si avvalse della facoltà di non rispondere.

Tra le carte consegnate ai pm da Ciancimino ci sarebbero anche le conferme documentali a quanto il testimone ha dichiarato nel corso del processo al generale Mario Mori: e cioé che il padre avrebbe investito denaro nella realizzazione del complesso residenziale Milano 2.

Fonte: AmericaOggi.info

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By Admin (from 17/09/2010 @ 13:00:42, in it - Video Alerta, read 4134 times)

Loose Change è sicuramente il film più completo ed interessante uscito fino ad oggi sull'undici settembre. L'autore è Dylan Avery, un ragazzo poco più che ventenne, che due anni fa si è messo a raccogliere e studiare l'immensa mole di materiale esistente in rete, e ne ha fatto, insieme al suo amico Korey Rowe - fresco reduce delle guerre in Afghanistan e Iraq - un lavoro che è stato già visto, tramite Google Video, da oltre due milioni di persone nel mondo.

Oggi Loose Change arriva anche in Italia con sottotitoli in italiano e grazie a un gruppo di volontari è stato realizzato successivamente il doppiaggio in italiano.

Per chiunque si interessi alla questione dell'undici settembre, e al suo dibattito che non accenna a placarsi, questo è un film assolutamente indispensabile da conoscere.
Il filmato con doppiaggio in italiano da arcoiris.tv

Per me la vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umano. Sarei restio ad ammazzare un agnello per sostenere il corpo umano. Trovo che più una creatura è indifesa, più ha il diritto ad essere protetta dall'uomo dalla crudeltà degli altri uomini. Ma colui che non è degno di tale opera non può offrire protezione.
Per riuscire a vedere faccia a faccia lo Spirito della Verità, universale e onnipresente, bisogna riuscire ad amare la più modesta creatura quanto noi stessi.

M.K. Gandhi, "La mia vita per la libertà - L'autobiografia del profeta della non violenza"

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Deputatul PDL Gelu Visan a dezvăluit, la un post local de televiziune, că o firmă de constructii din judetul Dolj, Tecond SRL, la care au fost actionari, în perioada 2007 - 2008, si cei doi fii ai ministrului Transporturilor Radu Berceanu, ar fi câstigat preferential contracte cu primării si institutii conduse de PDL-isti.

În replică, Victor Berceanu, unul dintre fii ministrului, a precizat că el si fratele său au fost asociati, detinând împreună 40% într-o firmă care, la rândul ei, a avut 30 de procente din firma Tecond timp de 5 luni, din februarie 2008 până în iunie 2008. În acest răstimp, Tecond a încheiat un contract cu Apele Române filiala Gorj, unde director era un liberal. Tecond a înregistrat pierderi, asa că cei doi frati Berceanu au iesit din ea, înfiintănd o firmă de echipamente audio-video.

Chestionat vineri de presă în legătură cu acest subiect, ministrul Transporturilor Radu Berceanu a refuzat să comenteze.

Deputatul Gelu Visan a spus că, în cadrul partidului, el a pus problema ascensiunii acestei firme încă de acum un an, când a observat că Tecond SRL câstigă lucrări în special la licitatiile organizate de primarii PDL. "Am spus că nu facem bine, facem fix ce a făcut PSD în 2000-2004", a afirmat parlamentarul PDL. Ulterior, invitat la Realitatea Tv, el si-a mentinut toate afirmatiile dar a precizat că dezvăluirile sale nu trebuie interpretate ca un atac la adresa lui Radu Berceanu, întrucât stie că fii acestuia au iesit din firmă, unde i-ar fi atras, de fapt, alti oameni din PDL care ar fi vrut să se folosească de acest nume. Visan a mai spus că desi fii lui Berceanu au iesit din firma Tecond în urmă cu peste un an, această societate continuă să aibă contracte cu statul, pentru că în spatele ei s-ar afla un alt PDL-ist din Dolj, un consilier judetean pe nume Stoica stefan care este în prezent seful Directiei Drumuri Dolj.

Sursa: Gandul.info

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By Admin (from 17/09/2010 @ 12:00:09, in ro - TV Network, read 3527 times)

manager (acum 45 minute)

@soto daca prostia ar durea (soto) te-ai tavali in chinuri ... si tu faci aceiasi greseala,nu intelegi de ce comenteaza el asta,el considera ca arestarea preventiva e abuziva si ca face parte din sezonul 1 al "TODAY ON DNA"

 

soto (acum 6 ore)

Mirceo , parca spuneai ca nu esti de partea infractorilor , dar acum esti avocatul lor voluntar. Esti naspa rau.

Sursa: ingurapresei.antena1.ro

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 Coppie gay, testamento biologico e ricerca sulle cellule staminali: lo strappo della Chiesa valdese non poteva essere più netto e ora, la differenze coi cattolici sono più marcate che mai. Dal sinodo dei Valdesi in programma a Torre Pellice nel Torinese, infatti sono arrivati tre sì chiari su altrettanti temi che vedono il Vaticano fortemente schierato per il no.

 La decisione più sofferta, tra le tre, è stata quella della benedizione delle coppie omosessuali. Ci sono voluti tre giorni di riflessione e dibattito e, infine, si è arrivati al voto. Lo spoglio delle schede ha dato un risultato inequivocabile: 105 sì, 9 no, 29 astenuti. Le unioni omosessuali, quindi, saranno riconosciute anche se con tempi che andranno definiti di comunità in comunità in base “al consenso maturo” e al “riconoscimento delle rispettive posizioni”.

 

La differenza dell’Italia sul tema dei matrimoni gay, rispetto ad altri Paesi, è il vuoto normativo. Laddove la legge lo permette, infatti, i valdesi si sono già schierati. Dal 26 agosto il sì è esteso anche in Italia con tanto di esortazione a legiferare in materia sulla base del principio del no a discriminazioni e omofobia.

Sempre i valdesi, a Milano, hanno raccolto e recapitato 500 firme per sollecitare una nuova legge sul testamento biologico. Per il pastore di Milano Giuseppe Platone si tratta di dare “un segnale al Parlamento per una nuova legge sul fine vita che riconosca il diritto inalienabile alla decisione”. Da qui anche la scelta, a livello di comunità, di provvedere al registro per il testamento biologico. Ha iniziato Milano, si sono allineate, nell’ordine, Torino, Bologna, Trieste e Napoli.

 

La Commissione bioetica, intanto, qualche giorno fa  ha approvato un documento in favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali. E la pastora che la guida, Erika Tomassone, spiega:”Il pensiero evangelico dice che ognuno di noi ha la facoltà di decidere; il testamento biologico si colloca su questa linea”.

Fonte: blitzquotidiano.it

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By Admin (from 17/09/2010 @ 08:30:52, in it - Scienze e Societa, read 3396 times)
Silenziosa e immersa nel verde, la Val di Scalve si trova nella parte centrale delle Alpi Orobie, in un'area sempre più convertita alle diverse discipline invernali. Il detto: "vino buono in botte piccola", sembra valere anche per lo sci; a dimostrarlo c'è tutta la Val di Scalve, la più piccola della Provincia di Bergamo ma certamente molto apprezzata dagli amanti della neve. Sarà la particolare esposizione a Nord, la vicinanza a vette importanti come la Presolana (2521 m), il Pizzo Camino (2492 m), il Tornello (2687 m) e il Ferrante (2426 m), oppure l'ostinazione della gente di qui che ha scommesso sul turismo già diversi decenni fa.

Le località di riferimento sono Schilpario e Colere; il primo è il principale polo turistico della valle, forse per l'aria sempre fresca e pulita o forse per la stupenda pineta con cui confina l'abitato; il secondo, Colere, si trova ai piedi del versante Nord della Presolana e rappresenta l'apice dell'offerta sciistica di questo settore prealpino. Per secoli l'economia pincipale della zona è stata l'estrazione mineraria, accompagnata da una modesta attività agricolopastorale; oggi si parla solo di turismo, invernale come estivo.

Schilpario è meta ambita soprattutto per gli amanti dello sci nordico; nei pressi del paese è famosa la pista di fondo degli Abeti 110 km che attraversa la secolare pineta dei Fondi e il cui tracciato, omologato come internazionale e sede dei campionati de12000, dispone di anelli di diversa lunghezza (2,4,7,5 e 10 km) serviti da innevamento artificiale e percorri bili con tecnica classica e libera. Per velocità più sostenute, l'indirizzo giusto è la conca di Epolo, nel versante Nord del Pizzo Camino, su una pista facile servita da un solo ma efficiente impianto di risalita. Per gli itinerari di scialpinismo bisogna, invece, recarsi nella conca dei Campelli.

Altrettanto efficaci sono gli impianti di Colere, sviluppati a ridosso del Pizzo della 
Presolana(2521 m), la vetta principale delle Orobie, in grado di garantire neve anche in primavera e cielo sereno quando più in basso imperversa la foschia. 16 impianti di risalita collegano il paese alla conca ai piedi dell'ultima parete della Presolana (1145 m di dislivello), offrendo belle piste dalle spettacolari quinte scenografiche. Da provare il nuovo anello di fondo (3 km - media difficoltà).

Dopo aver saggiato la neve che morbida ricopre la Presolana, si consiglia un approfondimento sulle tradizioni locali, magari sfruttando l'interessante Museo Etnografico di Schilpario, custode della memoria storica e culturale della valle. ( Fonte: Regione Lombardia)
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Duecentoventuno anni dopo aver rivoluzionato il mondo con la ‘Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino' del 1789, la Francia è sotto accusa per una violazione dei diritti umani. E fa "vergognare" Bruxelles. Le espulsioni dei Rom volute da Sarkozy e commissionate ai prefetti con tanto di circolare ministeriale, ma anche le versioni di comodo raccontate da due suoi ministri alla Commissione europea, hanno fatto scattare la richiesta di una procedura d'infrazione da parte della Commissione europea per "applicazione discriminatoria della direttiva sulla libertà di movimento" e per "mancata trasposizione nella legislazione nazionale delle garanzie" previste dalla stessa direttiva del 2004.

Parigi, che giovedì scorso ha snobbato la risoluzione di censura approvata dall'Europarlamento, ieri replicava dal Quai d'Orsay manifestando stupore e volontà di non fare polemica. Ma a Bruxelles il ministro dell'Immigrazione Eric Besson, a caldo, insiste: non c'é stata alcuna espulsione su base etnica, semmai - è il sottinteso - a sbagliare è stato il ministro dell'Interno, Brice Hortefeux. Ma la Reding non risparmia nulla, alla Francia culla dei diritti. Non il riferimento al nazismo: "Ero inorridita perché sembrava che uno stato membro allontanasse certa gente solo perché appartenente ad una certa minoranza etnica: pensavo che l'Europa non dovesse rivivere una situazione come questa, dopo la seconda guerra mondiale". Non l'accusa di aver barato: "È scioccante che una parte di un governo venga qui e dica una cosa, ed un'altra parte faccia il contrario a Parigi". Non l'ammonimento diretto:
"Non basta cambiare le parole di una circolare, deve cambiare il comportamento". Non la stoccata storica: "Le autorità nazionali che fanno discriminazioni etniche violano la Carta dei Diritti fondamentali, firmata da tutti, Francia compresa".
Il 25 agosto era stata proprio la Reding a lanciare l'allarme, ma durante il dibattito in assemblea plenaria a Strasburgo martedì scorso era stata ‘morbida' con Parigi. Aveva preso per buone, rivendendole all'Europarlamento, le rassicurazioni avute dai ministri Eric Besson (Immigrazione) e Pierre Lellouche (Affari Europei) secondo i quali le espulsioni non venivano fatte su base etnica, ma individualmente e per i motivi di pubblica sicurezza e ordine pubblico ammessi dalla stessa Ue.
A far scattare la furibonda reazione della Commissaria ai Diritti Fondamentali è stata la rivelazione dell'esistenza della circolare del Ministro dell'Interno in cui si chiedevano sistematiche "operazioni importanti prioritariamente contro i Rom".
Di fronte alla domanda di un giornalista di Le Monde, Reding precisa che "no, il testo della circolare non è mai stato ufficialmente ricevuto dalla Commissione".

La quale lo ha scoperto su internet, come affermato già lunedì dal suo portavoce. I tempi dell'avvio della procedura di infrazione saranno rapidi. "Ho raccomandato a Barroso di prevedere una corsia veloce - spiega la Commissaria - Mi aspetto una decisione entro due settimane".

Ma quali saranno le conseguenze? Ammesso che scatti a tempo di record il deferimento alla Corte di giustizia, per le eventuali sanzioni passeranno mesi se non anni. Restano la condanna politica, e l'avvertimento: "Nessuno stato membro può aspettarsi trattamenti di favore, non quando sono in gioco i valori e le leggi fondamentali dell'Europa. Questo si applica oggi alla Francia. Ma vale per tutti i paesi, grandi e piccoli che saranno in situazioni simili. Potete contare su di me, per questo".

Fonte: americaoggi.info

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By Admin (from 16/09/2010 @ 16:36:32, in ro - Observator Global, read 1841 times)

Magistratii Curtii de Apel Bucuresti au admis recursul lui Sorin Ovidiu Vîntu la decizia Tribunalului Bucuresti de arestare preventivã pentru 29 de zile. Au fost douã voturi pentru admiterea recursului si unul împotrivã. Vîntu nu poate pãrãsi localitatea de domiciliu timp de o lunã. Alãturi de omul de afaceri vor fi eliberati si ceilalti doi inculpati, Alexandru Stoian si omul de afaceri Octavian Turcan.

 

Magistratii Curtii de Apel Bucuresti au judecat cauza miercuri, iar joi au dat publicitãtii verdictul: Sorin Ovidiu Vîntu va fi eliberat. Omul de afaceri a aflat decizia magistratilor în arest.

Instanta a decis revocarea arestãrii preventive în cazul lui Alexandru Stoian. Pentru Sorin Ovidiu Vîntu si Octavian Turcan instanta a decis înlocuirea mãsurii arestãrii cu obligatia de a nu pãrãsi tara. De asemenea, prin decizia instantei, Vîntu si Turcan nu au voie sã ia legãtura între ei si nici cu fratii Popa în perioada derulãrii anchetei în dosarul în care fuseserã arestati, scrie NewsIn.

Omul de afaceri Sorin Ovidiu Vîntu a recunoscut, miercuri, în fata instantei de recurs în procesul arestãrii sale, autenticitatea interceptãrilor telefonice din dosarul în care este acuzat de favorizarea infractorului, precizând însã cã interpretarea datã acestora de procurori nu este corectã.

"Ar fi fost suficient ca procurorul sã-mi cearã documentele legate de transferul de bani. Este o problemã strict politicã, unele instante executã chefurile unui domn. S-au fãcut presiuni sã vând trustul", a spus Vîntu, în fata magistratilor.

Sorin Ovidiu Vîntu, Octavian Turcan si Alex Stoian au fost retinuti, iar ulterior arestati, sãptãmâna trecutã fiind acuzati de favorizarea infractorilor în dosarul fugii fostului sef al Gelsor Nicolae Popa în Indonezia. Procurorii sustin cã SOV i-a finantat acestuia sederea în tara asiaticã prin intermediul lui Turcan si Stoian, soferul sãu. Procurorii au prezentat instantei si o serie de stenograme ale unor convorbiri pe care Vîntu le-ar fi purtat în acest sens cu Popa.

Sursa: Realitatea.net

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