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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 21/12/2010 @ 08:00:55, in it - Osservatorio Globale, read 2843 times)

Fu fondata nel 1191 dal duca Bertoldo V di Zahringen che, secondo la leggenda, avendo ucciso un orso (Bar) nel luogo poi scelto per edificarvi la città, la chiamò Berna. In breve tempo divenne importante centro di mercati e piazza militare. Per sottrarsi al dominio degli imperatori e dei signori iniziò una dura lotta che si concluse con la conquista della libertà nel 1218. Però solo nel 1272, dopo un breve protettorato del conte Pietro II di Savoia, acquistò piena autonomia dandosi un governo aristocratico. Quel tipo di regime fu abbattuto una prima volta dall'esercito francese, nel 1798 e, definitivamente, dai moti liberali del 1830. Diciotto anni più tardi la città fu scelta come sede delle autorità centrali della Confederazione Elvetica.

 

Raggiungere Berna in auto dall'Italia è semplice in quanto numerosi sono i valichi di frontiera tra ai due paesi. Gli itinerari passano tutti o quasi da Ginevra o da Zurigo. In treno, da Milano sono sufficienti dalle quattro alle sei ore. Per quanto riguarda i documenti, per gli italiani basta la carta d'identità.
Berna, capitale del proprio cantone e di tutti i cantoni della Confederazione, «parla» tedesco, ma è facile imbattersi in persone che parlano italiano, francese e inglese. Il periodo migliore per visitare Berna va da maggio ad ottobre. Conta quasi 130.000 abitanti ed è la quarta città più popolosa della svizzera dopo: Zurigo, Basilea e Ginevra.

 

La città di Berna è anche il capoluogo del Canton Berna, il secondo per popolazione tra i 26 Cantoni svizzeri.

Per la posizione geografica (è circondata dalla catena delle Alpi e sorge sulle rive del fiume Aare), Berna offre al visitatore uno spettacolo impagabile: è una città, soprattutto il quartiere medioevale, ricca di angoli pittoreschi. La sera il fascino della città aumenta ulteriormente per tal uni sapienti giochi di luci. Tra i cibi tipici, è da gustare il Bernerplatte, dove lardo, salsiccia e prosciutto lessati sono serviti conIa carne di manzo su un fondo di cavoli. Questo piatto vi farà ricredere sulla cucina Svizzera, che un luogo comune molto diffuso soprattutto in Italia dice non soddisfacente.
In verità, oltre alla cucina internazionale, presente ovunque, ogni cantone offre le sue specialità, alcune delle quali di altissima qualità.

 

Le bellezze storico-architettoniche di Berna sono per lo più raggruppate nel quartiere medioevale. All'ingresso della Marktgasse (la strada princi pale del quartiere) sorge la quattrocentesca Torre dell'Orologio (Zeitglockenturm) con il famoso orologio astronomico costruito nel 1527 da Kaspar Brunnen, che ad ogni ora offre lo spettacolo di una serie di figure scolpite e colorate in movimento.

Davanti alla torre c'è la fontana degli Zahringen, con l'orso in armatura. La strada passa tra i vecchi palazzi delle corporazioni per giungere fino al quattrocentesco Municipio, in stile gotico. Da vedere c'è anche la «fossa degli orsi», al di là del ponte di Nydegg. Sulla stessa sponda del fiume Aare ci si può spingere sino al Rosengarten, un bellissimo giardino situato in ottima posizione panoramica. C'è poi la piazza della cattedrale dove si innalza l'imponente Torre del Munster, la più giovane delle cattedrali gotiche in Svizzera perché fu eretta «solamente» nel 1421. Una visita merita anche il Palazzo Federale che con le sue gonfie cupole verdi domina la città. Il palazzo ospita le sale del Consiglio di Stato e del Consiglio nazionale e le sedi dei vari ministeri. Anche i più frettolosi dovranno trovare il tempo di salire in funicolare sul Gurten, una collina a sud della città. Il panorama spazia per diversi chilometri ed è realmente incantevole.

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 16/12/2010 @ 16:00:38, in it - Osservatorio Globale, read 2877 times)

La notizia ha già fatto il giro del mondo: Julian Assange è stato arrestato in Inghilterra per un presunto stupro consumatosi l’estate scorsa in Svezia.
Il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, nel dirsi soddisfatto del risultato, lo ha rivendicato come un successo della diplomazia internazionale: «Era ora, per fortuna l’accerchiamento internazionale ha avuto successo».

La dichiarazione del nostro ministro degli Esteri è di inaudita gravità e tale da rendere indispensabile che Frattini riferisca immediatamente in Parlamento sull’accaduto e, probabilmente, che rassegni le sue dimissioni.

Julian Assange è, allo stato, un cittadino australiano, che si è consegnato alla giustizia inglese perché destinatario di un mandato di cattura emesso in relazione ad un presunto episodio di stupro che si sarebbe consumato in Svezia la scorsa estate.
Niente di tutto ciò legittima l’operazione di “accerchiamento internazionale” che secondo le parole del nostro ministro avrebbe consentito di pervenire a tale risultato.
Sul punto, pertanto, è innanzitutto necessario che il ministro sia, senza ritardo, chiamato a riferire in Parlamento perché chiarisca se davvero l’Italia ha preso parte a questa manovra di “accerchiamento internazionale” ed in cosa tale operazione sia consistita.

In una pressione sulle Autorità britanniche? In un lavoro di intelligence? In indebite pressioni su soggetti economici affinché chiudessero l’ossigeno a Julian Assange?

Non c’è nessun dubbio che i cittadini italiani abbiano diritto di conoscere la verità sull’attività di “accerchiamento” cui il nostro Governo avrebbe preso parte e sarebbe davvero il colmo se dovessero apprenderla attraverso nuovi cablogrammi diffusi da Wikileaks.
A Julian Assange, sin qui, non è stato contestato alcun reato tale da legittimare, alla stregua del diritto internazionale, l’accerchiamento del quale parla il ministro ed in assenza delle accuse di stupro provenienti dalla Svezia, il fondatore di Wikileaks, sarebbe un uomo libero e innocente sino a prova contraria.

Persino lo statuto della corte penale internazionale, prevede, che a quanti si macchino di orrendi delitti quali crimini di guerra, genocidi o crimini contro l’umanità, sia riconosciuto il diritto ad un giusto processo che, naturalmente, inizia con un’accurata fase di indagini e, quindi, con la formalizzazione di uno o più capi di accusa.
Che Assange ed i suoi abbiano torto o ragione, non è dubitabile, che, l’ordinamento internazionale, riconosca loro il diritto ad un giusto processo, privo di ingerenze politiche.

Se, pertanto, la comunità internazionale – Italia inclusa – ha promosso un’azione di “accerchiamento internazionale” nei confronti di Assange ha dato vita ad un’attività di “persecuzione”, per ragioni, evidentemente, politiche, rendendo configurabile – almeno a livello di tentativo – quello che proprio l’art. 7 dello Statuto della Corte Penale internazionale, qualifica come un “crimine contro l’umanità”.
Ci troveremmo, dunque, dinanzi ad una diplomazia internazionale che punta l’indice contro Assange e lo definisce un “criminale” pur senza avere il coraggio di formalizzare, nei suoi confronti, nessuna accusa, rendendosi, così, rea – lei si – di un crimine contro l’umanità.

In assenza di chiarimenti, pertanto, allo stato, il ministro degli esteri italiano, avrebbe rivendicato la possibile commissione, da parte della comunità internazionale, di un’attività di persecuzione politica, vietata dal diritto internazionale.

Le dimissioni del ministro degli esteri sarebbero un atto dovuto.

Si tratta di una vicenda che non può essere lasciata passare in sordina soprattutto perché, come ho già scritto, il reale obiettivo della diplomazia internazionale non è – né può essere – Julian Assange ma, invece, il diritto a sapere di tutti, contrapposto al preteso diritto al segreto di pochi.

Sono le regole dell’informazione del XXI secolo che, in queste ore, si stanno trascinando sul banco degli imputati e contro le quali si sta celebrando un ignobile processo politico, iniquo ed ingiusto che, peraltro, non risponde all’interesse dei cittadini ma solo ed esclusivamente a quello di un nugolo di uomini che, sin qui, ha amministrato la cosa pubblica, utilizzando il segreto come strumento di potere.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

 

Hai un passaporto australiano, vuoi ritornare nel tuo Paese o è fuori questione perché rischi di essere arrestato all’arrivo per aver rilasciato i “cable” sui diplomatici australiani?

Sono un cittadino australiano e mi manca molto il mio Paese, tuttavia nelle ultime settimane il primo ministro australiano e il procuratore generale hanno fatto sapere chiaramente non solo che il mio ritorno è impossibile, ma che stanno aiutando attivamente il governo Usa nei suoi attacchi contro di me e contro le persone che lavorano con me. Questo ovviamente mi spinge a chiedermi che cosa significa essere un cittadino australiano. Vuol dire qualcosa oppure saremo tutti trattati come David Hicks, giusto perché i politici australiani e i diplomatici possano essere invitati ai migliori cocktail party dall’ambasciata americana?

In che modo credi di aver cambiato lo scenario mondiale? E considerata tutta l’attenzione che hai ricevuto non credi che anche la tua fonte dovrebbe ricevere una parola di apprezzamento da parte tua?

Negli ultimi quattro anni uno dei nostri obiettivi è stato di esaltare le fonti che si assumono i veri rischi in ogni rivelazione giornalistica. E senza questi sforzi, i giornalisti sarebbero nulla. Se è vero, come sostiene il Pentagono, che un giovane soldato – Bradley Manning – è dietro alcune delle nostre ultime rivelazioni, di sicuro lui è un eroe senza precedenti.

Avete rilasciato o rilascerete ‘cable’ (sia negli ultimi giorni sia nelle rivelazioni sulle guerre in Asia) con i nomi di informatori afghani o simili?Avete intenzione di censurare – scusa il termine – qualche nome che voi ritenete potrebbe trovarsi in pericolo di rappresaglia? In ogni caso penso che la storia ti assolverà, ben fatto…

Wikileaks ha una storia di pubblicazioni che dura da quattro anni. In questo periodo non c’è nessuna affermazione credibile – neanche da parte di organizzazioni come il Pentagono – che una persona abbia subito danni come risultato delle nostre attività. Questa è una manipolazione molto comune che cerca di spingere le persone a una conclusione fuorviante. Non abbiamo intenzione di cambiare politica a questo riguardo.

Il Dipartimento di Stato sta dibattendo sulla questione se tu sia o no un giornalista. Sei un giornalista? Nel momento in cui si pubblica informazione che qualcuno non vuole veder pubblicata, ha importanza che tu sia un giornalista oppure no?
Ho cofirmato il mio primo saggio quando avevo 25 anni. Da allora ho lavorato in documentari, giornali, tivù e su Internet. Tuttavia non è necessario dibattere se sono o non sono giornalista. O come mai chi lavora con me misteriosamente è accusato di aver cessato di fare il giornalista nel momento in cui comincia a scrivere per la nostra organizzazione. Anche se io ancora scrivo, faccio ricerca e inchieste, il mio ruolo è primariamente quello di un direttore che organizza e dirige altri giornalisti.

Mister Assange, ha mai ricevuto documenti che avessero a che fare con gli Ufo?

Abbiamo avuto a che fare con molti personaggi strani ci scrivono sugli Ufo o su come hanno scoperto che erano l’Anticristo mentre parlavano con la loro ex moglie durante una festa in giardino… Tuttavia non hanno finora soddisfatto due delle nostre condizioni di pubblicazione: che i documenti non siano fatti in casa e che siano autentici. Però posso dire che in alcune parti dei nostri cable non ancora pubblicati ci sono riferimenti agli Ufo.

Che cosa è successo a tutti gli altri documenti che si trovavano su Wikileaks prima di questa serie di “mega-leaks”? Li rimetterete on line a un certo punto, ‘difficoltà tecniche’ permettendo?

Molti di questi documenti sono ancora disponibili su Mirror.wikileaks.info e il resto ritornerà on line appena troveremo un momento per occuparci delle questioni tecniche complesse. Da aprile di quest’anno i nostri tempi non abbiamo potuto deciderli noi, perché la nostra agenda è stata decisa dalle mosse del governo americano contro di noi. Ti posso assicurare che sono profondamente dispiaciuto che tre anni e mezzo del lavoro mio e degli altri non sia accessibile facilmente dal pubblico.

Ti aspettavi questo livello di impatto (delle tue rivelazioni) sul mondo? Hai paura per la tua sicurezza?

Ho sempre pensato che l’idea di Wikileaks avrebbe giocato un ruolo globale e a un certo livello era chiaro che lo stava già facendo nel 2007, quando ha cambiato il risultato delle elezioni in Kenya. Credevo che ci sarebbe voluti due anni invece di quattro affinché altri ci riconoscessero questo ruolo importante. Quindi per quel che mi riguarda siamo un po’ indietro rispetto ai miei piani e abbiamo molto lavoro da fare. Le minacce contro le nostre vite sono una questione pubblica, tuttavia stiamo prendendo le precauzioni appropriate, sempre considerando che abbiamo a che fare con una superpotenza.

Può spiegarci la censura su alcune identità marcate come “xxxx” nei cable che sono stati rivelati? Alcune identità critiche sono lasciate in chiaro, altre sono nascoste. Alcuni cable poi sono rivelati in parte… Ancora: c’è un ordine nel modo in cui rivelate i cable o sono selezionati in modo casuale?

I cable che abbiamo reso pubblici corrispondono alle notizie rilevanti dei nostri partners nei grandi media. Sono stati rivisti in redazione dai giornalisti che lavorano su queste storie, dal momento che queste persone devono conoscere bene il materiale, per poterci scrivere. Questi materiali vengono poi rivisti almeno da un altro redattore. Poi noi rivediamo anche degli stralci forniti da altre organizzazioni per essere sicuri che il processo funzioni.

Per quanto possa essere fastidioso, i blocchi al tuo server possono farti pubblicità o quanto meno aggiungono credibilità a quello che fai. E così anche essere stato buttato fuori dai server di Amazon. Cosa ne pensi? E cosa pensi di fare in proposito?

Fin dal 2007 abbiamo messo alcuni dei nostri server sotto giurisdizioni che sospettavamo potessero avere un deficit di libertà di parola, separando la retorica dalla realtà. Amazon è uno di questi casi.

Tom Flanagan, un consigliere del primo ministro canadese, ha detto: “Penso che Assange dovrebbe essere assassinato. Penso che Obama dovrebbe occuparsene e non mi dispiacerebbe se Assange sparisse”. Come ti sei sentito, dopo averlo letto?

E’ corretto dire che mister Flanagan e gli altri che fanno seriamente di queste affermazioni dovrebbero essere incriminati con l’accusa di istigazione a delinquere.

Perché hai creduto che fosse necessario “dare a Wikileaks una faccia”? Non pensi che sarebbe stato meglio se l’organizzazione fosse stata anonima? Tutto il dibattito è diventato molto personale e si riduce a te – “Assange ha rilasciato dei documenti” , “Assange è un terrorista” etc- e nessuno parla più di Wikileaks come di un’organizzazione e molti neanche sanno che ci sono altre persone dietro. Questo rende Wikileaks vulnerabile perché permette ai tuoi avversari di screditarti sul piano personale. Se convincono il pubblico che tu sei un malvagio, uno stupratore e un terrorista, allora la credibilità di Wikileaks sarà finita. E inoltre, con tutto il rispetto per te, non credo che sia giusto nei confronti delle altre persone coraggiose che lavorano per Wikileaks.

E’ una domanda interessante. All’inizio ho cercato di mantenere l’organizzazione anonima, perché non volevo che i nostri ego avessero un ruolo in ciò che facciamo. Questo segue la tradizione dei Bourbaki, un collettivo di matematici francesi anonimi. Tuttavia ciò ha portato rapidamente a una curiosità esagerata su chi fossimo e anche al fatto che degli individui si attribuissero la facoltà di rappresentarci. E alla fine qualcuno deve essere responsabile di fronte all’opinione pubblica. Soltanto una leadership che è disposta a essere pubblicamente coraggiosa può dare un’idea veritiera che le fonti si assumono un rischio per il bene collettivo. In questo processo io sono diventato il parafulmine. Ho ricevuto attacchi non meritati su ogni aspetto della mia vita personale. Ma ho anche ricevuto crediti non meritati, come in una sorta di compensazione

I governi occidentali sottolineano la loro autorità morale legandola al fatto che nei loro Paesi ci sono garanzie legali per una stampa libera. Ma la minaccia di ritorsioni contro Wikileaks e contro di te sembrano indebolire questa pretesa. (…). Sei d’accordo con l’affermazione che attaccando Wikileaks i governi occidentali rischiano di perdere autorità morale? Anzi, credi che davvero i governi occidentali abbiano una qualche autorità morale?

L’Occidente ha “fiscalizzato” le sue relazioni di potere attraverso una rete di contratti, prestiti, possesso di azioni e proprietà finanziarie. In questo contesto, è facile per la parola essere libera perché un cambiamento nella volontà politica raramente porta alcun cambiamento reale in questa rete di rapporti e proprietà. In Occidente la parola, essendo qualcosa che raramente ha effetti sul vero potere, è libera come gli uccelli e i tassi (cioè serve a poco, ndr). In stati come la Cina c’è invece una censura pervasiva perché la libertà di parola ha ancora un potere e dunque il potere la teme. Dobbiamo sempre guardare alla censura come a un segnale economico che rivela il potere potenziale della libertà di espressione in quel tipo di governo. Gli attacchi contro di noi da parte degli Stati Uniti ci fanno intravedere una grande speranza, ovvero che la libertà di informazione sia abbastanza potente da rompere questo muro di rapporti consolidati.

Credi che ci possa essere un vincitore nel gioco in cui sei finito? Tecnicamente puoi continuare a giocare a nascondino con i potenti quando i service provider sono direttamente o indirettamente sotto i controlli governativi, o comunque vulnerabili di fronte alle pressioni, come Amazon? Se vieni “rimosso ” (in senso tecnico, non necessariamente fisico) che alternative hai? C’è una seconda linea di attivisti che può continuare la tua campagna? E il tuo materiale è abbastanza distribuito in modo che rimuovere una cache non voglia dire mettere fine al gioco?

L’archivio “cablegate” è stato distribuito insieme a materiale significativo dagli Usa e da altri Paesi a oltre diecimila persone in forma criptata. Se ci succede qualcosa, le parti più importanti saranno diffuse immediatamente. Inoltre gli archivi “cablegate” sono nelle mani di più organizzazioni editoriali. La storia vincerà e il mondo diventerà un posto migliore. Noi sopravviveremo? Questo dipende da voi»

Traduzione di Lara Crinò

Fonte: PIOVONO RANE di Alessandro Gilioli

 

Studenti e ricercatori sono rimasti sui tetti degli atenei a protestare - con i politici dell'opposizione, da Bersani a Di Pietro, in visita di solidarietà - mentre in aula alla Camera è andata oggi in scena la battaglia degli emendamenti. I parlamentari di Fli, che ieri avevano incassato l'ok alle loro richieste, oggi hanno registrato una retromarcia dal parte del Governo e sono tornati a puntare i piedi minacciando di bloccare il ddl per rispedirlo in commissione in attesa delle necessarie coperture finanziarie.

L'ipotesi dell'impasse è rientrata dopo che il ministro Gelmini ha comunicato la riscrittura dei due emendamenti ritenuti cruciali da Futuro e Libertà: il primo riguarda la possibilità di assumere 1.500 professori associati dal 2011 al 2013 trovando una piena copertura finanziaria, il secondo punta a premiare il merito dei migliori ricercatori. Ma su altri due emendamenti il governo è andato «sotto» in serata.

Ma la partita università ha avuto una eco anche in piazza. E non solo per il presidio, previsto e attuato, davanti a Montecitorio. Studenti - soprattutto delle superiori, che hanno saldato il loro dissenso a quello degli universitari - hanno deviato verso il Senato, entrando nel portone di Palazzo Madama e lanciando uova contro le vetrate; e poi, nelle vie del centro, un altro drappello di manifestanti si è scontrato con le forze dell'ordine: bilancio degli scontri due arrestati e ventisette denunciati. Gli episodi di violenza sono stati stigmatizzati anche dalla forze di opposizione. Rischiano di offuscare - ha osservato il Pd - l'iniziativa «civile, democratica» che oggi si è svolta in tutta Italia da parte di tanti studenti e docenti.

ROMA 24/11/2010 - Un gruppo di studenti e' entrato dentro il portone di Palazzo Madama e lanciano uova contro le vetrate del secondo ingresso della sede del Senato. Le forze dell'ordine stanno cercando di contenere gli studenti che alcune decine. Molti stanno sbattendo i pugni contro la vetrata del secondo ingresso trattenuti dalle forze dell'ordine.
Gli studenti che hanno fatto irruzione nell'ingresso di palazzo Madama sono stati allontanati dalle forze dell'ordine, che hanno chiuso il portone del Senato. Durante l'invasione dell'atrio da parte degli studenti una persona ha accusato un malore e poi i ragazzi sono stati trascinati e respinti all'esterno. Fuori da Palazzo Madama lancio di fumogeni e uova contro il portone. Le forze dell'ordine sono schierate davanti all'ingresso del Senato in tenuta antisommossa. Gli studenti urlano ''dimissioni, dimissioni''.
video da Global Project. (youreporter)

Studenti e docenti che non hanno intenzione di arrendersi, inventando ogni giorno nuove forme di protesta. Stamani un migliaio di universitari ha occupato i cinque principali ponti sull'Arno, situati nei pressi del centro storico di Pisa, paralizzando il traffico in tutta la città. E il Politecnico di Milano ha comprato una pagina di quotidiano (con il contributo volontario di tutto il personale dell'ateneo) per spiegare le ragioni del no alla riforma targata Gelmini.

Il ministro dell'Istruzione però continua a parlare di strumentalizzazioni. «Gli studenti che contestano le riforme del governo rischiano di difendere i baroni, i privilegi e lo status quo» ha detto Gelmini aggiungendo che i ragazzi «vengono strumentalizzati da esponenti politici della sinistra che oggi hanno deciso di inscenare una sceneggiata sui tetti delle università». La riforma è efficace - ha insistito e con lei il presidente del Consiglio: «con questa riforma - ha detto Berlusconi - abbiamo cercato di fare un'università dove cerchiamo di sostituire la burocrazia, le amicizie e le parentele visto che la sinistra ha fatto della scuola un ammortizzatore sociale per molti anni».

Intanto, alla Camera il Governo è stato battuto due volte: su un emendamento dell'Udc relativo ai corsi di laurea di area sanitaria e sulla proposta avanzata dalla Lega di tenere una seduta notturna per proseguire l'esame della riforma.

I lavori dunque proseguiranno. E andranno avanti anche le proteste: «Se il ddl Gelmini verrà approvato alla Camera, tutti gli atenei saranno occupati» hanno annunciato le associazioni studentesche. 

Fonte: La Stampa

 

Buongiorno a tutti, adesso conosciamo le motivazioni della sentenza, il cui dispositivo era già noto dal 29 giugno, con cui la Corte d’Appello di Palermo, ha condannato Marcello Dell’Utri a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, l’altro imputato Gaetano Cinà che era stato condannato per partecipazione all’associazione mafiosa e era il braccio destro di Dell’Utri nei rapporti con Cosa Nostra è morto nel frattempo e quindi per lui il processo si è estinto.

Berlusconi incontrava i boss di Cosa Nostra.

Le conosciamo, sono state depositate venerdì, sono 641 pagine, mi pare di ricordare, se i miei calcoli non sono sbagliati che il nome di Silvio Berlusconi è citato 460 volte, in media quasi una volta ogni pagina.
Ma Berlusconi in questo processo non era imputato, il Procuratore Ingroia nella requisitoria in primo grado l’aveva definito vittima consapevole della mafia, la mafia gli faceva estorsioni, minacce per ottenere qualcosa, Dell’Utri faceva il doppio gioco, stava contemporaneamente con la mafia e con Berlusconi, quindi da una parte stava con chi gli faceva le minacce e le estorsioni, dall’altra parte stava con quello che le riceveva e si interponeva ogni volta a mediare per risolvere i problemi, ovviamente cosa facendo? Facendo sì che Berlusconi venisse incontro alle esigenze di Cosa Nostra. Questo hanno ritenuto i giudici di primo grado, questo hanno confermato i giudici di appello e questa è la cosa più importante, il caposaldo dell’impianto accusatorio è risultato confermato, qual è la differenza tra il primo e il secondo grado? Non è una differenza da poco, in primo grado Dell’Utri viene condannato a 9 anni per avere sostenuto e essere stato sostenuto da Cosa Nostra, il rapporto da do ut des , di scambio che rafforza Dell’Utri e rafforza contemporaneamente Cosa Nostra perché in primo grado si era ritenuto che Dell’Utri avesse messo a disposizione prima i suoi rapporti con il Berlusconi imprenditori, poi i suoi rapporti con il Berlusconi politico, stringendo addirittura quel patto politico – mafioso nel 1994, quando lui stesso ideò e sollecitò e ottenne una fine la discesa in campo di Berlusconi.
In appello la pena è stata ridotta da 9 a 7 anni perché i giudici hanno tolto l’ultimo periodo, il periodo totale è dagli inizi degli anni 70 fino al 1996, questo è il capo di imputazione anche se i fatti proseguivano addirittura fino al 2001, nella sentenza d’appello vengono tolti gli anni che vanno dal 1993 al 1996 e quindi rimane il periodo dall’inizio degli anni 70 al 1992 compreso, perché? Perché scrivono i giudici, come vedremo, con l’intermediazione di Dell’Utri, Berlusconi ha pagato Cosa Nostra fino alla vigilia delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, ha pagato il pizzo a Cosa Nostra, senza mai denunciare le minacce e le estorsioni, ma preferendo venire a patti, addirittura finanziando Cosa Nostra, che peraltro pare, ma questo nella sentenza non è un capitolo che viene affrontato, si sta indagando adesso a Palermo sulle parole di Massimo Ciancimino, ma soprattutto della madre di Massimo Ciancimino, vedova dell’ex Sindaco mafioso Vito a proposito degli investimenti della mafia nelle aziende del Cavaliere negli anni 70/80, quindi i giudici della Corte d’Appello tagliano la responsabilità di Dell’Utri a tutto il 1992 e non dopo, cosa succede dopo? Ricorderete che quando uscì il dispositivo della sentenza che per il dopo assolveva Dell’Utri si disse: ecco quindi i giudici dicono che dopo Dell’Utri ha smesso di avere rapporti con la mafia, mentre ne aveva avuti proprio fino al 1992, non avevamo detto subito: è impossibile che una sentenza dica una sciocchezza del genere, non l’hanno detto neanche per Andresti quando hanno tagliato la sua responsabilità alla primavera del 1980, nelle sentenze cosa si fa? Si decide che sono provati i fatti fino a una certa data, dopo non è che si dice che all’improvviso uno da un giorno all’altro smette di avere rapporti con la mafia, anche perché lo sanno tutti che non si può smettere di avere rapporti con la mafia, anche se tu volessi smettere, la mafia ti chiamerà sempre a avere rapporti con lei, quelli sono rapporti che durano per la vita, è come il diamante, la mafia è per sempre, quando uno si mette nelle sue mani non può su uscirne, non è un taxi che paghi e scendi dalla macchina.
Infatti i giudici sia per Andreotti, sia per Dell’Utri non dicono che hanno smesso uno nel 1980 e l’altro nel 1992, dicono semplicemente che per il periodo successivo gli elementi portati dall’accusa e nel nostro caso anche dal Tribunale, non sono ritenuti sufficienti per dimostrare che il reato si sia protratto anche dopo e quindi con l’insufficienza delle prove o la contraddittorietà delle prove ci si ferma al periodo in cui le prove sono ritenute invece sufficienti, bastanti.
Stiamo parlando quindi di una sentenza che per gli 8/10 è di condanna e per i 2/10 è di assoluzione per insufficienza di prove, spesso per il periodo dopo il 1992 i giudici parlano di insufficiente valenza probatoria delle risultanze processuali, ci siamo capiti.
Nel periodo in cui Dell’Utri da uomo d’azienda si trasforma in inventore di Forza Italia e Berlusconi da uomo d’azienda si trasforma in fondazione di Forza Italia, i giudici ritengono che le prove non siano sufficienti per affermare la responsabilità di Dell’Utri nel reato di concorso esterno in associazione mafiosa e quindi allontanano per insufficienza probatoria, i sospetti di mafiosità da Dell’Utri e da Berlusconi, proprio nel momento in cui la Fininvest si fa Stato, si fa partito politico.
Penso che i magistrati della Procura e della Procura generale, visto che invece avevano sostenuto che le prove sono più che sufficienti anche per il periodo dopo il 1992 e visto che il Tribunale aveva già dato loro ragione su questo punto, faranno ricorso in Cassazione per ottenere che Dell’Utri venga condannato anche per il periodo successivo, ma in ogni caso oggi stiamo commentando la sentenza di appello, è una sentenza, me la sono letta, è una fatica, sono 641 pagine e è uscita solo venerdì, è una sentenza che in certi punti fa veramente sorridere, si ha veramente l’impressione che i giudici facciano i salti mortali per staccare gli elementi l’uno dall’altro, polverizzarli, sparpagliarli, in modo che si perda il disegno di insieme e si possa poi dire che non basta questo, questo o quell’episodio per dimostrare che Dell’Utri ha continuato a magiare anche dopo il 1992, quindi penso che ci siano ampi spazi per un ricorso in Cassazione contro l’assoluzione per insufficienza di prove post 1992, ma già quello che dice questa sentenza che inequivocabilmente è il punto più basso che si sia raggiunto nell’accertamento della verità nei confronti di Dell’Utri perché giudici così benevoli sei suoi confronti, Dell’Utri nella sua carriera di imputato non ne ha mai incontrati e speriamo non ne incontri mai più, anche i giudici più benevoli che lui abbia mai incontrato, dicono comunque, non possono non dire comunque delle cose enormi per la loro rilevanza politica e morale e per le conseguenze che dovrebbero avere sulle istituzioni in un paese che non abbia perso completamente i punti cardinali e il senso dell’orientamento, oltre che la decenza, il comune senso del pudore.
Quando uscì il dispositivo di questa sentenza, appigliandosi alla caduta dell’ultimo periodo, ricorderete che grandi statisti come Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri, i capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato esultarono: il teorema è stato smontato, l’offensiva su mafia e Forza Italia è stata sconfitta, il Tg1 spacciò la condanna a 7 anni per un’assoluzione, una sconfitta della Procura di Milano, Dell’Utri era un po’ meno felice ovviamente, infatti disse una cosa che ancora oggi è il migliore commento a questa sentenza, anche dopo ha lettura delle motivazioni dell’altro giorno e cioè disse: vi pare normale che se io ho avuto rapporti con la mafia, fino al 1992 quando ero un dirigente di Publitalia o un semplice galoppino e segretario di Berlusconi, quando diventò veramente importante, quando invento Forza Italia la mafia smette di avere rapporti con me e io smetto di avere rapporti con la mafia? E’ un’obiezione formidabile dal punto di vista logico, ovviamente, dal punto di vista storico, dal punto di vista giornalistico, nessuno può credere che la mafia rinunci a avere rapporti con Dell’Utri e che Dell’Utri smetta quindi di avere rapporti con la mafia, proprio nel momento in cui può essere più utile alla mafia perché non è più soltanto il dirigente di uno dei tanti gruppi finanziari e imprenditoriali e edili di Milano, ma è il punto di riferimento del partito che si avvia nel 1993 a vincere le elezioni e che nel 1994 vince le elezioni e va al governo, Dell’Utri diceva questo nella speranza di screditare la prima parte della sentenza per dire: è illogico e quindi mi devono assolvere anche per il periodo precedente, è la prova che non ho avuto rapporti con la mafia neanche prima.
Questo ragionamento se uno legge la sentenza e si rende conto che i rapporti prima del 1992 sono proprio talmente sicuri che proprio neanche questi giudici hanno potuto cancellarli, è in realtà per il periodo successivo che c’è da porsi questo interrogativo: com’è possibile che si interrompa il rapporto Dell’Utri – mafia proprio nel 1992, ma come vi ho detto in questa sentenza non arrivano a dire questo, arrivano a dire semplicemente che le prove sono insufficienti.
Vedremo che è abbastanza dubbio che le prove siano insufficienti, dopodiché va rispettata la sentenza, nel senso che i giudici hanno ritenuto che siano insufficienti, vedremo se questa sarà l’opinione anche della Cassazione. Cominciamo dall’inizio: nel 1974 Vittorio Mangano, questo è l’inizio sicuro di questi rapporti, è chiaro che i rapporti sono pregressi, se Dell’Utri porta a casa di Berlusconi Vittorio Mangano nell’ottobre 1974, vuole dire che lo conosceva da prima, in ogni caso la prima data certa è il 1994 quando Vittorio Mangano viene assunto come fattore, come soprastante, come addetto ai cani, ai cavalli, al bestiame e poi si sa che i cavalli non c’erano, ma dettagli!
Cosa suggella questa assunzione? Questo è il primo punto chiave di questa sentenza, che pur benevola nei confronti di Dell’Utri non può non ritenere provato l’incontro tra Berlusconi e Dell’Utri che lo propizia e i casi di Cosa Nostra di quel periodo, Cosa Nostra in quel periodo non aveva un solo capo, come poi è stato con Riina e Provenzano, aveva un vertice collegiale di cui facevano parte Stefano Bontate e subito sotto Domenico Teresi (Mimmo) questi due capi mafia incontrano Silvio Berlusconi insieme all’allora boss della famiglia di Aldo Fonte Francesco Di Carlo che poi ha collaborato con la giustizia e anche i giudici d’appello lo ritengono totalmente attendibile.

Mangano non faceva lo stalliere.

Cosa dicono a proposito di quell’incontro? Dicono: deve reputarsi certo che impegnarsi per garantire l’incolumità di Berlusconi sia scesa in campo l’associazione mafiosa, minacce a Berlusconi e ai suoi familiari, interviene Dell’Utri, dice: ho trovato uno che può proteggerti, che può garantire, è un mafioso, si chiama Mangano.
Bisogna vedere se questa garanzia è sufficiente per dare a Berlusconi una serenità addirittura superiore a quella che gli darebbe rivolgersi alle forze dell’ ordine e farsi scortare dalla polizia e dai Carabinieri, lui si fa scortare da un mafioso, lui si rivolge alla mafia, agli stessi che hanno fatto quelle minacce e quindi la mafia va a incontrare Berlusconi con le facce dei suoi uomini più rappresentativi di quel momento per dire: stai tranquillo Mangano è Cosa Nostra, questo è l’incontro che viene a Foro Buonaparte a Milano nel 1974 e che suggella l’assunzione di Mangano come guardaspalle, altro che stalliere o fattore di Berlusconi.
A impegnarsi per garantire l’incolumità di Berlusconi si è scesa in campo l’associazione mafiosa ai suoi massimi livelli criminali, forte della sua notoria pericolosità e potenza a livello nazionale e internazionale e dunque dotata di adeguata e indiscutibile capacità dissuasiva, così come riferito da Francesco Di Carlo, presente alla riunione convocata negli uffici di Milano, proprio per decidere al riguardo.
La riunione, scrive la Corte, si svolse in un periodo compreso tra il 16 e il 29 maggio 1974 negli uffici del Berlusconi, alla presenza oltre che del Di Carlo e del Berlusconi e dello stesso Dell’Utri, anche di Gaetano Cinà, Girolamo Teresi (detto Mimmo) e soprattutto Stefano Bontate che era uno dei più importanti capimafia dell’epoca, membro fino a poco tempo prima del triumvirato, massimo organo di vertice di Cosa Nostra agli inizi degli anni 70 con Gaetano Cinà e Luciano Liggio, collocato pertanto l’incontro milanese riferito dal Di Carlo nella seconda metà del mese di maggio del 1974, può ritenersi che oggetto della discussione dopo i convenevoli di rito, sia stata proprio la garanzia di protezione che Berlusconi aveva inteso ricercare tramite Dell’Utri.
Di Carlo ha detto: hanno parlato che lui aveva dei bambini, dei familiari, che non stava tranquillo, avrebbe voluto una garanzia che qua Marcello mi ha detto che lei è una persona che mi può garantire questo e altro – dice Berlusconi a Bontate – Dell’Utri aveva detto che Stefano (Bontate) poteva garantire, lei mi ha detto: Marcello mi ha detto che lei è una persona che può garantirmi questo e altro, questo è il discorso che Berlusconi fa a Stefano Bontate e quest’ultimo si impegnò personalmente a assicurare con la sua indiscussa autorità mafiosa, indicando a Berlusconi proprio l’imputato, Dell’Utri per ogni eventuale futura esigenza, Bontate investe Dell’Utri come ambasciatore tra Berlusconi e la mafia, lei può stare tranquillo dice Bontate a Berlusconi, se dico io, può stare tranquillo, deve dormire tranquillo, lei avrà persone molto vicine che qualsiasi cosa lei chiede, avrà fatto e lei poi ha Marcello qui vicino per qualsiasi cosa si rivolge a Marcello.
E’ così che inizia tutto, contestualmente stabilendo che avrebbe mandato o comunque incaricato specificamente qualcuno che gli stesse vicino, ci metteva Dell’Utri accanto e poi dice: le mando qualcuno, se già non ce l’ha e infatti di lì a poco in autunno arriva Mangano a Arcore, ciò che risulta decisivo ai fini del processo è che comunque Mangano fu assunto e rimase al servizio dell’imprenditore milanese a Arcore con incarico specifico deciso da Stefano Bontate, uno dei più potenti capi della mafia siciliana dell’epoca, scelto e mandato lì solo per tale ragione, rappresentare a chiunque che il suo nuovo datore di lavoro da quel momento in poi era intoccabile perché godeva della protezione della più pericolosa e diffusa associazione criminale del paese, da quel momento Berlusconi diventa intoccabile perché diventa un protetto di Cosa Nostra e Cosa Nostra in cambio può chiedergli ciò che vuole e lui da quel momento è condizionabile e ricattabile da Cosa Nostra e quando cerca di fare un po’ il ritroso, Cosa Nostra mette una bomba di qua, fa una minaccia di là, una telefonata etc., etc., affinché Dell’Utri intervenga accrescendo il suo peso all’interno e del gruppo e di Cosa Nostra per mediare e risolvere la questione.
Ecco perché Berlusconi da quel momento è nelle mani di Cosa Nostra, consapevolmente, perché? Perché gliel’ha detto Stefano Bontate, il capo di Cosa Nostra, quindi Berlusconi non in è inconsapevole, è consapevole! Non è l’imprenditore estorto e con la pistola alla tempia paga il pizzo alla mafia, è uno che paga il pizzo alla mafia consapevolmente, infatti da lì cominciano i versamenti a Cosa Nostra che vanno a finanziare le varie cosche più vicine prima a Bontate e poi a Riina perché Bontate nel 1981, 7 anni dopo questo incontro, viene ucciso dai corleonesi che prendono il posto della vecchia mafia e con i quali Dell’Utri, tramite Mangano che cambia versante, continua a avere gli stessi tipi di rapporti, fino almeno, dopo è insufficienza di prove all’anno delle stragi, al 1992.
Dell’Utri quindi, scrivono i giudici della Corte d’Appello, ha fornito un rilevante contributo all’associazione mafiosa consentendo a essa con piena coscienza e volontà di perpetrare un’intensa attività estorsiva ai danni del facoltoso imprenditore milanese, imponendogli sistematicamente per quasi 2 decenni, 20 anni, il pagamento di ingenti somme di denaro in cambio di protezione personale e familiare e anche dopo la morte del boss, Stefano Bontate avvenuta nel 1981, scrivono i giudici e la successiva ascesa di Totò Riina, Dell’Utri ha mantenuto rapporti specificatamente adoperandosi fino agli inizi degli anni 90, affinché il gruppo imprenditoriale, facente capo a Silvio Berlusconi, continuasse a pagare cospicue somme di denaro a titolo estorsivo a sodalizio mafioso, in cambio di protezione a vario titolo assicurata, quindi per 20 anni Dell’Utri è diventato costante e insostituibile punto di riferimento sia per Berlusconi che lo ha interpellato ogni volta che ha dovuto confrontarsi con minacce, attentati e richieste di denaro sistematicamente subite negli anni, sia soprattutto per l’associazione mafiosa Cosa Nostra, è inconfutabilmente provato il pagamento da parte di Silvio Berlusconi delle somme richiestegli in favore di Cosa Nostra, si ritiene certamente provata la corresponsione da parte del Berlusconi per il tramite di Dell’Utri di somme di denaro a Cosa Nostra, fino al 1992, sono parole della Corte d’Appello di Palermo.
Difettano invece elementi certi per affermare che ciò sia avvenuto anche negli anni successivi e in particolare dopo la strage di Capaci nel periodo in cui da fine 1993 l’imprenditore Berlusconi decise di assumere il ruolo a tutti noto nella politica del paese.
Dell’Utri è il mediatore, abbiamo detto, ma Dell’Utri utilizza anche Cosa Nostra come una specie di service, di agenzia per il recupero crediti delle aziende di Berlusconi, anche quando sono crediti in nero, anche quando sono crediti non dovuti, è ritenuto dimostrato da questi giudici che nel 1992 Dell’Utri manda il boss di Trapani, Vincenzo Virga a reclamare da un imprenditore trapanese, Vincenzo Garraffa, un credito, un credito che Garraffa non gli doveva, ma che era il ristorno in nero di una sponsorizzazione intermediata da Publitalia, quest’ultima pretendeva in nero la metà del valore di quella sponsorizzazione, Garraffa non aveva fondi neri e non voleva pagare quei 750 milioni di lire Dell’Utri gli manda il boss Vincenzo Virga affinché paghi, ma Garraffa rifiuta e denuncerà Dell'Utri per questo e c'è un processo a Milano nel secondo giudizio di appello dove Dell’Utri è imputato per l’accusa che la Cassazione rimandando indietro il precedente verdetto d’appello, ha ritenuto essere molto probabilmente quella di tentata estorsione aggravata dalla mafiosità.
Veniamo a un altro punto, ma qui ho scusate ma un po’ di sintesi di questa sentenza, siamo quindi al periodo più controverso, quello post 1992, quali erano gli elementi che facevano ritenere alla Procura e al Tribunale che Dell’Utri abbia continuato a avere rapporti anche nella stagione politica, nella stagione Forza Italia? Elementi documentali, non parole di pentiti, elementi documentali poi spiegati da parole di pentiti, per esempio le intercettazioni ambientali in un’autoscuola di un certo Carmelo Amato, uomo di Provenzano, che parlando con suoi amici e picciotti dentro l’autoscuola, organizzava la campagna elettorale di Dell’Utri per le europee del 1999 perché Dell’Utri che era appena scampato in Parlamento a una richiesta d’arresto dei giudici di Palermo grazie al voto del Parlamento che aveva negato ai giudici l’autorizzazione a arrestarlo, come poi è avvenuto per Cosentino, solo che allora la maggioranza ce l’aveva il centro-sinistra, dicevano tra di loro questi mafiosi: bisogna portarlo in Europa per proteggerlo con una doppia immunità, perché altrimenti questi pezzi di cornuti (questi giudici) dicevano i mafiosi, lo fottono!
Quale migliore prova del fatto che se i mafiosi si danno da fare per salvare le chiappe a Dell’Utri dai giudici e farlo eleggere dal Parlamento europeo, non lo stanno facendo per un moto spontaneo di amicizia o di solidarietà, ma evidentemente perché c’è un patto ancora nel 1999, basta leggerle quelle telefonate per capire che i mafiosi non fanno campagna elettorale per tizio o Caio se non sono sicuri che poi tizio o Caio farà delle cose che interessano a loro, non votano così sulla fiducia.

Gli spiritosi magistrati della Corte D'Appello.

I magistrati della Corte d’Appello molto spiritosamente ritengono che quelle telefonate non siano sufficienti a dimostrare quel patto e è strano, perché?
Perché nel 2001, due anni dopo, quando si va alle elezioni politiche e nello stesso anno si vota alle regionali in Sicilia quando Forza Italia otterrà 61 collegi su 61 nell’isola, si sentono il boss di Brancaccio Guttadauro erede dei Graviano, intercettato nel salotto di casa sua con le cimici, con le ambientali, parlare un po’ con un altro mafioso, Aragona e un po’ con un tale Pino, del fatto che Dell’Utri nel 1999 alle elezioni europee, aveva preso impegni con Gioacchino Capizzi, altro capo mafia anziano e poi però non si era più fatto sentire e quindi bisognava richiamarlo all’ordine, “Dell’Utri non è più venuto a Palermo … perché l’unica persona con cui parlava Dell’Utri lo hanno arrestato, quello con cui
Dell’Utri ha preso l’impegno, ca fu ddu cristiano, chistu Iachinu Capizzi ca era chiddu di sessant’otto anni …”, questa è la frase captata in quelle intercettazioni, quindi secondo i magistrati questa conversazione non è sufficiente a dimostrare che ci sia stato quel patto politico – mafioso per fare eleggere Dell’Utri 1996 Parlamento italiano, 1999 Parlamento europeo, 2001 di nuovo Parlamento italiano ma di più, la prova che sembrava inconfutabile per dimostrare i rapporti tra mafia e Cosa Nostra erano quelle agende sequestrate negli uffici di Publitalia dove la Segretaria di Dell’Utri aveva segnato il 2 novembre e il 30 novembre due appuntamenti con Mangano, Dell’Utri aveva detto, non riferito specificamente a quei due appuntamenti lì in quelle due date, anche perché come fa uno a ricordarsi le date, ma quando i giudici gli contestano quelle agende dice: ma sì – dopo che era uscito dal carcere nel 1991 dove stava nel 1980 – Mangano veniva ogni tanto a Milano per parlarmi dei suoi problemi personali di salute, voi capite da una parte le agende con scritto viene Mangano, arriva Mangano, Mangano Vittorio era mi per parlarle per problema personale, Mangano verso il 30 novembre 5 giorni prima comunica con precisione, in una c’è scritto proprio Mangano Vittorio, nell’altra c’è scritto Mangano, nello stesso mese di novembre quando sta nascendo Forza Italia, negli uffici di Publitalia a Milano Dell’Utri non è che dice: non ho mai visto Mangano, dice: no, ogni tanto veniva a trovarmi per gli appuntamenti, chiedete alla segretaria, così dice, i giudici riescono a scrivere che intanto il Mangano del secondo appunto potrebbe non essere Vittorio, visto che non c’è scritto Vittorio, ma un altro Mangano, un certo Roberto Mangano che sta in un’agenzia di Dell’Utri e che poi Dell’Utri non ha affatto ammesso di incontrare Mangano in quel periodo, solo perché ha detto che non si ricorda se l’ha incontrato proprio il 2 o il 30 novembre, ma si ricorda che comunque in quel periodo lo frequentava per parlare di problemi di salute Dell’Utri essendo laureato in legge, è diventato evidentemente il medico personale di Vittorio Mangano che a Palermo non trova un medico legato alla mafia per farsi visitare, pensate l’assurdità!
I giudici non si limitano a dire che non è sicuro che quegli incontri siano avvenuti o che quel Mangano era proprio il Vittorio Mangano, no arrivano a dire che quei due incontri non si sono affatto verificati, emerge la prova che quei due incontri non si sono affatto verificati! Qui siamo veramente nel regno di Alice nel paese delle meraviglie! E’ qui che si ha come l’impressione che si sia proprio deciso sistematicamente di staccare il Dell’Utri politico e quindi il Berlusconi politico dalla mafia per confinare il tutto al periodo imprenditoriale, se qualcuno innamorato di certe espressioni altisonanti, le sentenze politiche, volesse trovare qualche elemento in materia, beh, qui ci sono degli elementi in materia, chi parla di sentenze politiche, qua potrebbe trovare qualche elemento per parlarne, perché qui proprio si prendono queste agende e si fa di tutto per non capire quello che emerge da queste agende.
Ma c’è di più, ci sono degli incontri sui quali pare esserci poco dubbio, un anno dopo, tra Dell’Utri e Mangano, parlano molti collaboratori di giustizia e in termini molto convincenti, ci sono anche dei riscontri, siamo alla fine del 1994, quando sta per cadere il governo Berlusconi e Mangano riceve da Dell’Utri la promessa di provvedimenti favorevoli alla mafia, poi cade il governo Berlusconi e cosa succede? Succede che nei mesi successivi in Parlamento, sotto il Governo Dini, ma anche con i voti di Forza Italia, passa la famosa riforma della custodia cautelare che rende molto più difficile arrestare e tenere in carcere i mafiosi, oltre che i colletti bianchi, il Ministro della Giustizia del Governo Dini è un uomo molto vicino a Berlusconi, Filippo Mancuso, quello che poi diventerà un parlamentare di Forza Italia, anche se all’epoca era un tecnico e poi litigherà negli anni successivi.
Quindi quale migliore prova del fatto che poi si sono veramente verificati quei provvedimenti che Dell’Utri aveva promesso a Mangano, sapete che in materia di giustizia le maggioranze e le minoranze contano poco, le peggiori leggi pro mafia in questi anni sono sempre state votate da destra e sinistra insieme sia che governasse il centro-sinistra, sia che governasse il centro-destra, in quel momento poi c’era un governo tecnico di Dini, sul quale c’era la Lega, il centro-sinistra in maggioranza e dentro il governo e Berlusconi che aveva votato contro la fiducia, ma che poi su questo provvedimento contro la giustizia, aveva votato a favore, Dell’Utri poteva tranquillamente promettere provvedimenti anche se in quel momento al governo Berlusconi non c’era più, perché? Perché le leggi in materia di giustizia, pro mafia venivano fatte trasversalmente e poi comunque questa legge c’è stata, è stata approvata nell’agosto 1995, cosa dicono i giudici? E’ uno dei passaggi più strepitosi: non risulta del tutto inverosimile che Vittorio Mangano abbia falsamente riferito di avere affrontato con i suoi referenti milanesi, discorsi su garanzie, promesse e interventi a favore per Cosa Nostra, al fine di mantenere un ruolo di prestigio in seno al sodalizio mafioso, o persino al solo scopo di accreditarsi some indispensabile e insostituibile per sfuggire a una condanna a morte che rischiava anche per le sue malefatte interne alla sua cosca e di cui potrebbe avere avuto già sentore, al di là della ritenuta insufficienza di prove idonee a approvare l’assunzione di impegni e la prestazione di promesse da parte dell’imputato Dell’Utri nei confronti di Cosa Nostra per il tramite di Mangano, non è irragionevole ritenere che questi, Mangano, possa avere millantato con altri mafiosi: Cocuzza, La Marca etc. che l’hanno poi raccontato, anche riferendo loro di colloqui realmente avvenuti e i pretesi impegni che in realtà invece non erano mai stati assunti, un mafioso che già rischia la pelle perché ha fatto qualche marachella interna alla sua cosca, cosa fa? Si inventa di avere parlato con Dell’Utri e di avere ricevuto garanzie da Dell’Utri, quindi inganna i mafiosi con il rischio che se lo scoprono o vanno a verificare, se c’era qualche dubbio o accopparlo o no, lo accoppano di sicuro perché sapete che millantare all’interno di Cosa Nostra non è come millantare stando a Palazzo Chigi o firmando il contratto con gli italiani, se uno millanta all’interno di Cosa Nostra lo accoppano all’istante, su vicende politiche di questa delicatezza, pensate quando Salvo Lima e Ignazio Salvo hanno promesso che il maxiprocesso sarebbe finito in assoluzione e poi è finito in condanna, Riina li ha fatti sparare per la strada e erano referenti politici, non erano picciotti comuni come Vittorio Mangano o capi mafia come era diventato Vittorio Mangano nella famiglia di Porta Nuova e quindi millantava, quindi praticamente noi dobbiamo credere, questa è la cosa un po’ ridicola di questa sentenza, che dà veramente l’impressione di un’arrampicata sui vetri per il periodo post 1992 che la mafia decide nel 1994 di votare Forza Italia perché le piaceva il programma di Forza Italia, molto simile al suo, scrivono i magistrati che è provato che nel 1994 la mafia vota in massa per Forza Italia, può ritenersi che tra la fine del 1993 e i primi mesi del 1994 in concomitanza con la nascita del partito politico Forza Italia voluto da Berlusconi e creato con il determinante contributo organizzativo di Dell’Utri in Cosa Nostra, maturò diffusamente la decisione di votare per la nuova formazione e lo stesso avvenne poi anche nel 1999 come abbiamo visto, ci sono i picciotti nell’autoscuola che organizzano la campagna elettorale, ciò però non significa, perché non c’è la prova certa, che ci sia stato un accordo, il Mangano delle agende potrebbe anche essere un omonimo, gli incontri con Dell’Utri nel 1994 potrebbero essere delle millanterie di Mangano, Spatuzza che parla di quel patto per cui furono fatte le stragi poi per accelerare la discesa in campo, non è attendibile, perché non è attendibile? Perché non l’ha detto subito, siamo alle solite, qui è come se i giudici si fossero sempre occupati di furto di bestiame e non avessero esperienza, in realtà ce l’hanno, di storie di mafia e non sapessero che il mafioso prima ti dice le cose meno gravi, quando si pente, oppure prima ti dice le sue, poi con una certa ritrosia tira in ballo gli amici, poi alla fine con enorme fatica tira in ballo i politici, Buscetta impiegò 10 anni per fare il nome di Andreotti che non aveva fatto neanche davanti al Falcone, perché? Perché è così, è inevitabile, è umano, hanno paura, lo sanno cosa gli succede quando toccano il livello politico, secondo questi giudici spiritosi il fatto che Spatuzza abbia detto soltanto dopo diversi mesi le cose che riguardavano specificamente Berlusconi e Dell’Utri che poi era semplicemente un incontro che lui aveva avuto e un colloquio che ha avuto con Graviano, mica cose paragonabili alla sua partecipazione alla strage di Via d’Amelio, diventa secondo i giudici tardivo e quindi inattendibile, come se uno solo perché dice una cosa tardi fosse inattendibile, non si capisce cosa c’entri!

Testimoni che non possono testimoniare.

Ciancimino? Massimo Ciancimino, qui siamo al capolavoro, non l’hanno mai sentito i giudici della Corte d’Appello, non l’hanno voluto sentire, non l’hanno mai visto in faccia, hanno semplicemente esaminato verbali trasmessi, ma i processi si fanno con i testimoni in aula, soprattutto quando sono nuovi, appena arrivati, li senti tu i testimoni, verifichi tu se sono attendibili, loro decidono che è inattendibile senza averlo neanche visto in faccia, anzi avergli neanche fato una domanda, senza avergli neanche parlato una sola volta, guardate che è molto strano!
Tutto ciò che porta a ritenere che ci sia stato un patto politico – mafioso alla base della nascita di Forza Italia e del voto che loro stessi ritengono che la mafia abbia dato per anni a Forza Italia, viene buttato via in qualche modo con qualche arrampicatina sugli specchi e così dobbiamo pensare che è possibile la tesi di un’adesione di Cosa Nostra sorta spontaneamente, indotta e determinata dalla convinzione che il sodalizio mafioso avrebbe avuto certamente da guadagnare da un programma garantista sui temi della giustizia, quale quello adottato dalla nuova formazione, è sicuro che Dell’Utri aveva avuto rapporti con la mafia fino al 1992 provati, è sicuro che Berlusconi ha pagato la mafia fino alla vigilia della strage di Capaci, ma quando la mafia vota per loro, un anno e mezzo dopo e decide di votare per loro nell’autunno del 1993 lo fa così, in base a una sintonia programmatica, gli piace al programma di Forza Italia ai mafiosi, è garantista e quindi per la prima volta nella loro vita danno il voto al buio!
Non si mettono d’accordo prima con quelli che andavano a votare e badate che in questa stessa sentenza c’è scritto che negli anni 80, una delle ragioni per cui Berlusconi subì attentati e estorsioni, era proprio il fatto che la mafia voleva agganciare i socialisti, Craxi, prima di votarli, tant’è che ci fu la bomba alla Villa di Via Rovani nel 1986 e poi nelle elezioni del 1987 i mafiosi votarono per il Psi, per dare una lezione alla Democrazia Cristiana che non aveva bloccato il maxiprocesso di Falcone e Borsellino, adesso che cambia il quadro politico e la mafia deve decidere per chi votare nel 1994, cosa fa? Vota sulla fiducia, eppure il partito l’ha fondato Dell’Utri, uno con il quale loro potevano parlare, eppure ci sono le agende nelle quali è segnato almeno uno dei due appuntamenti certamente tra Mangano e Marcello Dell’Utri e molti pentiti dicono che era proprio Mangano quello che andava a fare il pony express tra Milano e Palermo per verificare lo stato di avanzamento lavori della nascita di Forza Italia, tutto questo è ritenuto o insufficiente o addirittura mai avvenuto secondo questi giudici, ecco perché qualche appassionato delle sentenze politiche potrebbe anche parlare di sentenza politica per questa parte e ecco perché, forse, ci sono spazi e margini per un ricorso in Cassazione, fermo restando il rispetto che ognuno deve a ogni sentenza, il rispetto vuole dire intanto leggerle, cercare di capirle e poi nel caso in cui evidenzino punti deboli, farli sapere.

Fonte: beppegrillo.it

 

Frediano non mangia più da oltre una settimana. Frediano non beve più da lunedì mattina e non assume i farmaci che gli sono necessari per regolare l'ipertensione cronica da cui è affetto. Se continua così, Frediano potrebbe entrare presto in coma. Questo non sembra rappresentare un problema, per Frediano, perché Frediano va avanti. Se stanno cercando un martire, lui c'è. 

Frediano Manzi, nemico giurato di usurai ed estorsori dei quali egli stesso è vittima, nel 1992 fonda S.O.S Racket e Usura per aiutare molte di quelle 600 mila persone - 200 mila imprenditori e 400 mila persone comuni - che non ce la fanno più ma che non denunciano, perché si ritroverebbero sole, costrette alla fuga per sopravvivere, perché lo Stato non c'è. La legge 108 del 7 marzo 1996 stanzia dei fondi a favore delle vittime dell'usura, ma i soldi arrivano dopo 3/5 anni, un periodo di tempo eccessivo per chi ha perso tutto. Inoltre, come se non bastasse, vi possono accedere solo i titolari di partita iva: se sei un padre di famiglia, un impiegato, un nonno in pensione e sei strozzato dagli aguzzini non hai diritto a nulla. Per questo, di quei 600 mila, solo in 100 mila hanno il coraggio di denunciare i loro estorsori. Alle altre 400 mila persona normali S.O.S. Racket e Usura ha deciso provocatoriamente di dire la verità: se denunciate, sappiate che lo Stato vi lascerà soli. E anche per coloro che a norma di legge hanno diritto ad accedere al fondo, che non è una regalia ma un mutuo e come tale va quindi rimborsato, pesanti ombre si stendono sui meccanismi di attribuzione degli stessi. Chi decide se il vostro caso particolare abbia diritto o meno di avvalersi della legge 108? Dal 2003 al 2006 commissario straordinario antiracket era il prefetto Carlo Ferrigno. Almeno sette donne, secondo le testimonianze raccolte da Frediano, sarebbero state molestate da Ferrigno, che avrebbe promesso loro l'accesso al fondo nazionale in cambio di favori sessuali. Se si fossero rifiutate, il commissario straordinario avrebbe minacciato di bloccare le pratiche. Se le vittime di usura fossero state di sesso maschile, viceversa, per agevolare l'iter sarebbe stato chiesto loro di trovare un'amica disponibile. Altri procedimenti penali sarebbero in corso a carico di Ferrigno: il suo autista "Tonino" avrebbe avuto il compito di procurargli droga (cocaina) e prostitute minorenni per gli abituali festini nella sua abitazione romana, organizzati per decidere la destinazione dei fondi. 

 Frediano, con la sua associazione, ha inoltre denunciato la presenza sul web di oltre 2000 sedicenti società finanziarie, che operano al di fuori delle restrizioni e dei vincoli previsti dalla legge per l'esercizio dell'attività di prestito liquidità. Per legge, infatti, il sito internet di una qualunque finanziaria deve esporre il numero di iscrizione all'Ufficio Italiano dei Cambi, le cui funzioni dal 2008 confluiscono nella Banca d'Italia, oppure deve rendere esplicita l'iscrizione all'albo dei mediatori creditizi, che può così essere verificata attraverso un'apposito modulo di ricerca online. Nonostante la pubblicazione di un dettagliato elenco di truffatori e usurai che adescano le loro vittime sul web, nessun provvedimento sembra tuttavia essere stato preso per impedire attività così palesemente illecite. Come dire: se non si toccano gli interessi dei produttori di audiovisivi o se non si pestano i pedi ai potenti con un blog di informazione, le istituzioni si fanno improvvisamente garanti della terzietà del web rispetto alle leggi italiane. 

 Questi e altri insignificanti dettagli nella pesante testimonianza, di cui presento alcuni stralci nel video accluso all'articolo, che ho raccolto martedì a casa di Frediano. 

In conseguenza dell'insensibilità istituzionale nei confronti di 400 mila cittadini italiani vittime di usura ed estorsione, Frediano Manzi ha deciso di giocarsi un'ultima disperata carta: lo sciopero della fame, della sete e dei farmaci che deve assumere quotidianamente. E' determinato a non recedere se non ottiene quattro risultati fondamentali:

  1. emendamento della norma che impedisce a tutti coloro che non hanno una partita iva di accedere ai fondi;
  2. accesso ai fondi in tempi ragionevoli;
  3. accertamento delle responsabilità sullo scandalo Ferrigno;
  4. sequestro delle oltre 2000 sedicenti società finanziarie che operano via web precipitando i cittadini nell'inferno dell'usura.

 L'Italia non è solo Saviano, e non è neppure solo Santoro, Fazio, Benigni, Gabanelli, Grillo e tanti altri di cui giustamente si discute a lungo. E' necessario dare spazio anche alle altre decine di valorosi combattenti che ogni giorno rischiano la vita per fare di questo paese un posto migliore, senza neppure l'aiuto di una grande cassa di risonanza mediatica. 

 Parlate delle 600 mila vittime di racket e usura. Parlate di Frediano Manzi e della sua battaglia silenziosa. 
 Potrebbe anche essere l'ultima...

Fonte: byoblu.com

 

Byoblu.Com - Il Videoblog di Claudio Messora - Informazione Libera

Fonte: byoblu.com

«D’in su la vetta de la torre antica, uomini solitari, alla città gridando andate anche poscia che il giorno more, ed erra il vostro grido di dolore»


Ieri a Milano c’era il sole. La vecchia ciminiera in via Carlo Imbonati, stagliata contro il cielo azzurro al tramonto, pareva quasi romantica. Un’illusione, un armistizio temporaneo in mezzo a giornate livide di piombo, cariche di rovesci torrenziali, gelide di vento sferzante che si fa beffe delle fortunose coperture in plastica, dei baveri delle giacche e delle nocche che cercano rifugio in tasca. Tre immigrati, tre lavoratori, tre uomini invisibili, sans papier, dal 4 novembre vivono lassù, accampati nello stretto anello che si avvolge intorno alla torre a decine di metri di altezza, che solo per raggiungerlo c’è da arrampicarsi su una tale sequela di pioli di ferro che basta guardarli, dal basso, per avere un attacco di vertigini. Figurati a salirci.

Continua sul mio blog sul Fatto Quotidiano: La sanatoria truffa

E allora cosa ci fanno tre ragazzi in cima a quella torre? Perché non ciapen el camel e la barcheta e non tornano a casa, come direbbe Prosperini? Magari! Non chiedono di meglio. Anzi, si può dire che non vedano letteralmente l’ora di tornarsene a casa. Senza perdere il lavoro, si intende, perché anche loro tengono famiglia, come tutti. Eppure, per il fatto che non ce li vogliamo, sono costretti a restare. Ironico, non è vero? C’è gente che è in Italia da 6, perfino 8 anni. Ha sempre lavorato sodo, facendo quei mestieri che tanto fanno storcere il naso alla generazione del Grande Fratello. Guadagnano 400€ al mese, come Syed Ali, e riescono anche a mandarne 200 a casa, a un bimbo che hanno visto nascere e basta, perché nel frattempo è cresciuto, come nel frattempo i tuoi genitori sono morti senza che tu abbia potuto versare una sola lacrima sulla loro tomba. Senza permesso di soggiorno non si può andar via, perché un clandestino ha solo doveri e nessun diritto: deve lottare ogni giorno per conservare i quattro stracci che si è conquistato. Chi parte, perde tutto. Soprattutto quei 200€ da mandare a casa al prezzo di una vita da schiavo deportato. Tutto questo nel 2010, in piena globalizzazione, nella civilissima Italia. E pensare che perfino in Romania ogni minoranza etnica ha per legge una rappresentanza in Parlamento.

Nel 2009, finalmente, dopo oltre 8 anni di incertezza arriva la sanatoria. Dai che ci siamo… Macché! Possono fare domanda di regolarizzazione solo colf e badanti. Non importa quante aziende ti abbiano sfruttato per oltre un lustro: se non hai cambiato pannolini o lavato cessi non puoi diventare un uomo libero. Fa niente che anche Pompei stia cadendo a pezzi: nell’attesa che il Vesuvio perda la pazienza, la Repubblica del Bunga Bunga reclama i suoi servitori. Ma l’Italia, come diceva Shakespeare, è un popolo di furbi e di servi. E di furbi che fregano i servi, aggiungo io. Così i furbi, novelli Re Mida, iniziano a trasformare manovali e carpentieri in colf. Dietro lauto compenso, si intende. Cosa fareste voi, dopo 8 anni che non vedete vostro figlio? Paghereste fino a 10mila euro per rientrare nella sanatoria. E siccome non ce li avete, telefonate a vostro padre in Bangladesh che si vende la casa per mandarvi tutto quello che ha. In fondo, pensa papà, l’Italia è la culla della civiltà e val bene una messa. Sbagliato, perché oltre ai tuoi 10mila euro, il tuo improvvisato benefattore sta cercando di regolarizzare almeno altre 50 colf, tutte a rigoroso servizio presso il suo monolocale di 45 mq. Il che finisce per insospettire perfino i più mansueti burocrati, incalliti maratoneti del timbro, che rigettano la vostra domanda. Così vi ritrovate con un papà senzatetto e un foglio di rigetto della vostra domanda in mano, sempre che il vostro aguzzino sia tra quelli che l’istanza di regolarizzazione l’ha presentata davvero, perché ci sono ben 20 mila tuoi fratelli che hanno versato migliaia di euro in cambio di ricevute grossolanamente falsificate in Photoshop. Poi, sulle carcasse sventrate dagli sciacalli, arrivano anche gli avvoltoi: gli avvocati. Non c’è problema, ti dicono, risolviamo tutto noi: ci vogliono solo altri 2 mila euro per fare ricorso, ovviamente senza alcuna garanzia circa l’esito favorevole dello stesso. E dove li prendi altri 2 mila euro, ora che papà non ha più una casa e mamma è morta? Allora vogliono proprio che alla fine tu ci vada, a rubare! Tanto, così o cosà, nel frattempo ti sei fatto oltre 500 giorni di carcere, perché oltre al danno hai dovuto sopportare anche la beffa di essere stato prelevato decine di volte dai carabinieri, mentre aspetti l’autobus per andare a lavorare (mica a spacciare). E il tuo datore di lavoro? E gli sciacalli? E gli avvoltoi? Liberi di continuare a delinquere. La legge è uguale per tutti, …o no?

I ragazzi che salgono sulle gru e scalano le torri sono figli e sono padri di famiglia disperati, truffati, beffati. Non pretendono niente, chiedono solo di poter continuare a fare gli schiavi. Magari senza essere arrestati, derubati e presi in giro. L’Italia ha bisogno di almeno 180 mila lavoratori all’anno per ricoprire i ruoli che gli italiani non gradiscono. Grazie alla legge Bossi-Fini la carenza di organico è arrivata a sfiorare quota 800 mila. Loro non sono più di 5-600 mila: 50 mila quelli truffati dalla sanatoria della vergogna; 20 mila quelli che hanno pagato il racket della regolarizzazione senza che neppure la loro domanda venisse presentata e 500 mila che in quella truffa, almeno in quella, non ci sono cascati. Chiedono un permesso di soggiorno valido sei mesi. Sei mesi in cui potranno dimostrare di avere un lavoro, nel rispetto delle norme di sicurezza, per uscire dal nero e contribuire con le loro tasse, con i loro doveri alla soddisfazione dei diritti degli italiani: di tutti gli italiani, non solo di quelli che fanno gli imprenditori sulla pelle degli altri, aggirando contribuzioni e normative proprio grazie al serbatoio di clandestinità che la Bossi-Fini garantisce, sottraendo così domanda al mercato del lavoro al quale mezzo milione di italiani potrebbero rivolgersi se solo potessero competere ad armi pari con chi si può privare di tutto, perfino dell’identità, con chi è costretto a restare da chi a parole vorrebbe mandarlo via, ma nei fatti lo imprigiona nei suoi campi-lavoro, alle sue condizioni, riducendolo all’obbedienza più cieca e totale in cambio di un tozzo di pane.

Eh già: gli immigrati servono proprio perché sono clandestini. A chi vuoi che convenga regolalizzarli?

 
By Admin (from 17/11/2010 @ 15:00:22, in it - Osservatorio Globale, read 2085 times)
Siete sconvolti anche voi per la battuta di Berlusconi sui gay?
Be', risparmiatevi un po' di indignazione per tutti gli altri politici che, più o meno esplicitamente, hanno espresso posizioni altrettanto omofobiche, se non addirittura peggiori.
Date un'occhiata qua sotto e arrivate fino in fondo: ne varrà la pena, perché fra i giustizieri degli omosessuali ce ne sono alcuni che fino ad oggi avevate considerato assolutamente insospettabili.

Siamo messi molto peggio di quanto sembra, o sbaglio?
Se lei mi chiede: "Un maestro dichiaratamente omosessuale può fare il maestro?" Io le dico di no. Capito? Perché ritengo che non sia educativo nei confronti dei bambini. 
(Gianfranco Fini) 

E se ancora non si è capito essere culattoni è un peccato capitale e, pertanto, chi riconosce per legge una cosa del genere è destinato alle fiamme dell'inferno. 
(Roberto Calderoli) 

Meglio noi del centrodestra che andiamo con le donne, che quelli del centrosinistra che vanno con i culattoni. 
(Umberto Bossi) 

E' meglio che un bambino stia in Africa con la sua tribù, piuttosto che cresca con due uomini o due donne, con genitori gay. 
(Rosy Bindi) 

Le adozioni gay? Non credo che sia una scelta che la società possa accogliere e neppure penso che sia utile per il bambino essere adottato e crescere con due persone dello stesso sesso. 
(Piero Fassino) 

L’omosessualità è una devianza della personalità: un comportamento molto diverso dalla norma iscritta in un codice morfologico, genetico, endocrinologico e caratteriologico. 
(Paola Binetti) 

Le coppie gay sono costituzionalmente sterili. 
(Mara Carfagna) 

Altre forme di convivenza sono di serie B rispetto alla famiglia. 
(Pierferdinando Casini) 

La fiction che mette in scena due ragazze lesbiche che si sposano veicola l'idea di una parodia di matrimonio che mette a rischio il futuro della nostra società. 
(Carlo Giovanardi) 

Per le coppie omosessuali sono assolutamente contraria alla fecondazione o al fatto che abbiano figli. Lo dico a favore dei bambini perché hanno diritto di avere un padre ed una madre. E’ una questione di principi di riferimento. 
(Giorgia Meloni) 

Le unioni di fatto? Sì al riconoscimento dei diritti per le coppie eterosessuali. Ma il problema sono i gay. 
(Clemente Mastella) 

E' indegno che un drappello di ministri partecipi a una manifestazione vergognosa come il gay pride. 
(Maurizio Gasparri) 

Le minoranze omossessuali non devono essere discriminate, ma è sbagliato quel che ha deciso la Spagna di Zapatero, stabilendo che le coppie omossessuali possono adottare bambini. Noi non lo consentiremo mai. 
(Francesco Rutelli) 

Ma l’omosessualità è una devianza. Quindi niente famiglia e niente adozioni. Il gay dichiarato non può essere né insegnante, né militare, né istruttore sportivo. 
(Pier Gianni Prosperini) 

Baciarsi e denudarsi nella piazza della Cattedrale di Roma è un modo esibizionista che fa molto male ai gay perché genera una reazione. Si lamentano posizioni omofobiche ma quando si offende il sentire comune con forme esibizionistiche poi nessuno può controllare le reazioni. 
(Savino Pezzotta) 

La famiglia è una sola, quella fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna: il resto è ciarpame da non prendere neanche in considerazione. 
(Giuseppe ciarrapico) 

Meglio fascista che frocio. 
(Alessandra Mussolini) 

Sono certa che tutti i genitori italiani sperano di avere figli eterosessuali. 
(Daniela Santanchè) 

Sul piano politico e sociale sono contro ogni disriminazione contro i gay. Ma moralmente penso che sia sbagliato. Come non pagare le tasse. 
(Rocco Buttiglione) 

I gay sono delle persone ammalate, devono essere comprese e posso comprenderle. Però non possono offendere, andando ad occupare un territorio dove ci sono persone che non sono della loro stessa tendenza. Devono farsi curare, se sono curabili, altrimenti devono stare dentro le loro mura, perché non possono invadere la libertà altrui. 
(Riccardo Missiato) 

Ma insomma, dobbiamo fare l'elogio degli invertiti? Ma se lo fossero tutti si estinguerebbe la razza umana! 
(Giulio Andreotti) 

Darò subito disposizioni alla mia comandante dei vigili urbani affinché faccia pulizia etnica dei culattoni. 
(Giancarlo Gentilini) 

No, non sono favorevole al matrimonio tra omosessuali, perché il matrimonio tra un uomo e una donna è il fondamento della famiglia, per la Costituzione. E, per la maggioranza degli italiani, è pure un sacramento. 
(Massimo D'Alema) 

A Firenze non è mica vietato l’accesso agli omosessuali. Non sono stati invitati al convegno perché si parla di famiglie e i gay non lo sono. 
(Antonello Soro) 

I fondatori della psicologia moderna descrivono l’omosessualità come patologia clinica. 
(Luca Volontè) 

Gli omosessuali devono smetterla di vedere discriminazioni dappertutto. Dicano quello che vogliono, la loro non è una condizione di normalità. 
(Flavio Tosi) 

Nella vita penso si debba provare tutto tranne due cose: i culattoni e la droga. 
(Renzo Bossi) 

Ho tanti amici gay e non penso che il matrimonio o l'adozione siano una loro priorità. Le persone che conosco io vogliono semplicemente poter vivere serenamente questa loro condizione. 
(Renata Polverini) 

Cosa taglierei per aumentare i fondi della ricostruzione spara? Gli aiuti alle coppie gay. 
(Claudio Scajola) 

Ho tutto il rispetto possibile per le persone omosessuali, li conosco, ho delle amicizie, nessuna discriminazione: ma il Gay Pride è un fatto di esibizionismo sessuale ed io sono contrario all’esibizionismo. 
(Gianni Alemanno) 

Una cosa sono i diritti individuali, e un’altra è equiparare il matrimonio naturale tra persone di sesso diverso con quello tra persone dello stesso sesso, finalizzato alla procreazione, perché quella è la ragione del fatto che il matrimonio sia protetto dal diritto pubblico: di questo non se ne parla. 
(Ignazio La Russa) 

Nel nostro Paese ognuno può vivere come meglio ritiene, basta che stia all'interno delle leggi. Non si possono però trasformare i desideri in diritti illegittimi. Bene quindi ha fatto la Consulta a rigettare le istanze che volevano far introdurre di fatto nel nostro paese il matrimonio gay. 
(Isabella Bertolini) 

Sono sempre stata contraria al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. 
(Livia Turco) 

In Europa si approvano leggi che disgregano la famiglia e si mettono con arroganza e protervia al voto popolare i valori della persona e della vita: il riferimento è chiaramente è alla legge spagnola sulle coppie omosessuali e al referendum italiano sulla fecondazione assistita. 
(Marcello Pera) 

Il PDL ed il centrodestra si sono battuti strenuamente per difendere la famiglia fondata sul matrimonio dagli attacchi, provenienti da sinistra, tesi ad un’odiosa equiparazione tra unioni civili e famiglia tradizionale. 
(Gabriella Carlucci) 

Già cinque anni fa Forza Nuova aveva fatto un manifesto in cui si diceva che dietro ad un pedofilo si nasconde un omosessuale, il che non significa dire che tutti gli omosessuali siano pedofili, bensì che tra i pedofili è forte l'omosessualità latente o manifesta. 
(Roberto Fiore) 

Nel nostro Paese non c’è spazio per il riconoscimento della coppia omosessuale. 
(Italo Bocchino)

Fonte: metilparaben.blogspot.com

 

PORT-AU-PRINCE. Diverse persone sono rimaste ferite ieri a Cap-Haitian, seconda città di Haiti, dove un consistente gruppo di persone ha manifestato contro il contingente nepalese dei caschi blu dell'Onu, considerato da alcune fonti responsabile dell'epidemia di colera che ha già ucciso un migliaio di persone in tutto il paese.

 Proprio ieri, le Nazioni Unite hanno d'altra parte fatto sapere di attendersi un "aumento significativo" dei morti - 917 secondo gli ultimi dati del governo - a causa del colera. Citando esperti in epidemie, il rappresentante aggiunto Onu a Port-au-Prince, Nigel Fisher, ha detto a New York che l'epidemia "durerà sicuramente dei mesi", senza escludere che possa protrarsi "per anni". Casi della malattia, ha aggiunto, "sono ormai stati riscontrati in tutti i dieci dipartimenti nei quali é suddiviso il paese". A rendere note le manifestazioni di ieri sono state in particolare le emittenti locali.
Secondo Radio Metropole, a Cap-Haitien "migliaia di persone si sono riversate nelle strade, criticando la gestione dell'epidemia da parte delle autorità e chiedendo la partenza dei soldati della missione dell'Onu". Proprio a causa dei disordini, la città è rimasta "paralizzata", ha aggiunto l'emittente, precisando che i manifestanti "hanno lanciato sassi e bruciato pneumatici".

A intervenire, bloccando le proteste, sono stati poi gli uomini della polizia e della Minustah, la missione Onu per la stabilizzazione del paese, che hanno lanciato gas lacrimogeni. Ormai da tempo circola nel paese l'ipotesi - sostenuta anche da alcuni studiosi - che i responsabili dell'epidemia possano essere i militari del Nepal che fanno parte del contingente Onu e che sono di stanza nei pressi del fiume Artibonite, nord del paese, l'area dove è cominciata l'epidemia. Nell'isola di Hispaniola da decenni non si registravano casi di colera. La malattia è invece relativamente più presente in Nepal.
Il ministero dell'educazione ha d'altra parte lanciato una campagna di sensibilizzazione sulla malattia in tutto il Paese.
La situazione haitiana viene in particolare seguita attentamente dalla confinante Repubblica Dominicana. La polizia inviata da Port-au-Prince ha oggi bloccato a Dajabon, alla frontiera, l'ingresso nella Repubblica Domenicana di centinaia di haitiani, che come ogni lunedì intendevano attraversare il confine per vendere i propri prodotti nei mercati locali.

Proseguono d'altra parte in tutto il paese i preparativi in vista delle elezioni presidenziali e legislative in programma il 28 novembre. Secondo alcuni esperti, il voto dovrebbe essere rinviato e il governo dovrebbe concentrare i propri sforzi proprio sull'emergenza colera, e sugli aiuti e la ricostruzione del Paese dopo il mega-terremoto dello scorso 12 gennaio, nel quale hanno perso la vita circa 250 mila persone.

Fonte: AmericaOggi.info

The Republic of Haiti is a Caribbean country. It was the first independent nation in Latin America and the first black-led republic in the world. Despite these facts, Haiti is the poorest country in the Western Hemisphere. On January 12, 2010, a 7.0 magnitude earthquake struck Haiti and devastated the capital city of Port-au-Prince. Reportedly, more than 150,000 (source: RussiaToday — 20.02.2010) people were killed and many buildings were destroyed and damaged in the quake.

 
By Admin (from 16/11/2010 @ 15:00:59, in it - Osservatorio Globale, read 3097 times)

Afghanistan: trent’anni di guerra e di obiettivi geostrategici e politici che sono nettamente diversi da ciò che danno a intendere i discorsi ufficiali. Se sotto il regime talebano la produzione di oppiacei era stata quasi completamente sradicata, oggi raggiunge invece diverse migliaia di tonnellate all’anno, da quando Hamid Karzai presiede al destino del Paese. Un traffico che si misura in miliardi di dollari e il cui controllo, molto lucrativo, si dimostra uno degli “obiettivi nascosti” della guerra. E’ quel che ci ricorda Rimbus, il nostro blogger francese, con questo post che evoca irresistibilmente la favola dell’apprendista stregone incapace di ammaestrare i mostri che ha creato…

Campo di papaveri. Foto: Arthur Chapman, Flickr, sotto licenza CC

Ieri il presidente Hamid Karzai ha protestato energicamente contro un’operazione antidroga condotta in sinergia dall’Alleanza Atlantica e la Russia in Afghanistan, che egli qualifica come una violazione della sovranità.

“Nessuna istituzione è autorizzata a condurre una tale operazione in territorio afghano senza previo consenso del governo”, afferma la presidenza afghana in un comunicato. “Tali operazioni condotte senza la coordinazione sbeffeggiano palesemente lo stato sovrano. L’Afghanistan risponderà con fermezza a qualunque reiterazione di un simile atto.”

Oppio…

L’Afghanistan, primo produttore mondiale di oppio (quasi 7000 tonnellate all’anno), viene preso nella trappola della sua dipendenza da questa droga millenaria. L’oppio è talmente presente negli ingranaggi dell’economia del Paese che le voci fanno del suo presidente un drogato, e i suoi fratelli sono sospettati di essere i primi trafficanti del Paese. In certe province produttrici di papaveri (Badakhshan, in terra Tadjik e soprattutto Helmand, in terra Pashtun), la pasta marrone rimpiazza anche i soldi. L’ONU stima che l’8% della popolazione sia dipendente da oppiacei.

In queste condizioni risulta comprensibile la reazione di Hamid Karzai: attaccare la coltura del papavero porterebbe alla rovina i coltivatori, attaccare il traffico rovinerebbe i negoziati coi capi della guerra che lo controllano, e un caos economico (il mercato dell’oppio rappresenta un terzo del PIL afghano, quasi 3 miliardi di dollari) andrebbe ad aggiungersi alle disgrazie di una popolazione già distrutta da trent’anni di guerra.

Come si è arrivati a tutto questo?

Sequestro di oppio in Afghanistan. Foto: Caporale Sean K. Harp, Forze Aeree USA, pubblico dominio.

L’oppio veniva utilizzato da sempre in Afghanistan, ma in modo moderato e come medicinale, con una produzione locale.

L’invasione sovietica del 1979 ha cambiato le carte in tavola. A quell’epoca la coltura del papavero si è fortemente sviluppata presso i mudjahiddin, a un ritmo che corrispondeva al loro bisogno di armamenti moderni (missili anti-elicottero Stinger).

L’uso dell’oppio per destabilizzare il nemico è un grande classico. La guerra dell’oppio condotta dagli Inglesi per indebolire la Cina all’inizio del XX secolo ne è un esempio. Incitare i contadini afghani a piantare il papavero da oppio aveva un duplice effetto: intossicare i soldati russi e generare miliardi di dollari.

Secondo l’universitario canadese Michel Chossudovsky, l’economia afghana della droga è stato un progetto concepito minuziosamente dalla CIA, con l’assistenza della politica estera americana e nel 1995 l’ex direttore delle operazioni della CIA in Afghanistan, Charles Cogan, ha ammesso che la CIA aveva in effetti sacrificato “la guerra alla droga alla Guerra Fredda” (fonte).

Perciò, dopo aver favorito la nascita dell’islamismo, gli apprendisti stregoni dello spionaggio americano avrebbero fatto dell’Afghanistan il primo produttore mondiale di droga.

Come nei peggiori film dell’orrore, spesso i mostri fuggono dai loro creatori. La probabile sconfitta delle truppe della coalizione occidentale non potrà impedire il ritorno al potere dei principali capi della guerra afghani, e l’economia della droga è lontana dall’essere sradicata.

Mentre il regime dittatoriale dei talebani aveva fatto abbassare radicalmente il traffico di oppio nel 2001, l’invasione occidentale ha fatto ripartire la produzione a pieno ritmo.

Non bisogna certo vedere una teoria del complotto dietro questi errori che sono oggi i principali pericoli che minacciano la nostra società (terrorismo islamico e tossicomania), ma piuttosto il segno di una politica incosciente e di una visione a breve termine, che non calcola gli effetti della sua incompetenza.

Il discorso ufficiale che vorrebbe farci credere che i nostri eserciti che aiutano gli Afghani è abbastanza cinico da parte di coloro che hanno completamente distrutto questo Paese. Ciò che questa guerra avrà ottenuto, sarà il reinsediarsi di un narco-regime per mano di un governo fantoccio.

Scritto da Rimbus sul suo blog, 31/10/2010 - Tradotto da Sara Gianfelici. Vedere post originale in francese. Fonte: e-blogs.wikio.it

 
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