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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 

Una delle più gravi tragedie della storia del sistema sanitario romeno è avvenuta all’inizio di questa settimana in un ospedale di maternità di Bucarest. Undici neonati ricoverati nel reparto terapia intensiva dell’ospedale di maternità Giulesti sono state vittime di un incendio scoppiato, il più probabilmente, in seguito ad un lavoro improvvisato al condizionatore d’aria. Alcuni dei neonati, con ustioni sul 60-70% del corpo, sono morti. Gli altri sono stabili, ma in prognosi riservata. L’indagine dull’incidente continua. Nel frattempo la direzione dell’ospedale è stata sospesa. Ulteriormente, il ministro della Sanità, Cseke Attila, ha annunciato che si cerca lo sblocco dei posti di lavoro nel sistema sanitario, dove c’è un deficit di personale di migliaia di persone.

Il Governo romeno ha approvato, mercoledì, il primo aggiustamento del bilancio di quest’anno. Stando ai governanti, nella ridistribuzione dei fondi si è tenuto conto della priorità degli investimenti pubblici, si è mirato all’assicurazione del cofinanziamento dei progetti europei, al sostegno alle Piccole e Media Imprese e al pagamento degli arretrati dello stato verso il sistema sanitario, nonchè al pagamento delle pensioni. “Esistono dei ministeri che hanno ricevuto fondi supplementari, soprattutto il Ministero del Lavoro, in tutto 4,4 miliardi, il Ministero della Sanità- 2,9 miliardi destinati al pagamento degli arretrati, il Ministero dell’Ambiente, 241 milioni per il cofinanziamento dei progetti europei. Inoltre, i Ministeri della Cultura e quello delle Comunicazioni hanno ricevuto circa 50 milioni”, ha detto il ministro delle Finanze, Sebastian Vladescu.
I soldi sono stati presi dal budget dei Ministeri dell’Istruzione, dell’Amministrazione e degli Interni e del Ministero della Difesa. Stando al premier Emil Boc, con questo aggiustamento del bilancio dello stato si mira a contenere il deficit entro il 6,8% del Pil.

Lunedì, la Russia ha dichiarato persona non grata un diplomatico romeno, intimandolo a lasciare il Paese entro 48 ore. Si tratta di Gabriel Grecu, segretario presso l’Amabasciata della Romania a Mosca, trattenuto dal Servizio Federale di Sicurezza russo con l’accusa che avrebbe tentato di ottenere informazioni militari da un cittadino russo. In risposta, il Ministero degli Esteri romeno ha espulso, dal canto suo, un diplomatico dell’Ambasciata russa a Bucarest e ha protestato contro la violazione, da parte delle autorità russe, della Convenzione di Vienna sui rapporti diplomatici. “Stando ai provvedimenti dell’articolo 29 della Convenzione di Vienna, la persona di un diplomatico è inviolabile. Egli non può essere sottoposto a nessuna forma di arresto o detenzione”, ha dichiarato Doris Mircea, direttrice comunicazioni nel Ministero degli Esteri romeno.
Mosca ha definito l’espulsione del suo diplomatico da parte della Romania un gesto “non amichevole” e ha dichiarato che si riserva il diritto di prendere anche altre misure.

In riunione straordinaria, i deputati hanno adottato questa settimana la legge sull’Agenzia Nazionale per l’Integrità (ANI). Il voto è avvenuto in assenza dei rappresentanti del principale partito di opposizione, il Partito Socialdemocratico, che hanno lasciato l’aula, scontenti dei provvedimenti dell’atto normativo. Essi affermano che il progetto di legge è incompleto, incostituzionale, e può trasformare l’Agenzia Nazionale per l’Integrità in un’arma politica. La legge sul funzionamento dell’agenzia creata per verificare la legalità dei patrimoni dei dignitari è giunta un’altra volta nel Parlamento dopo essere stata dichiarata due volte incostituzionale. “Abbiamo bisogno di questa legge per far vedere ai romeni, in modo aperto e trasparente, che non c’è nessun tipo di riserva da parte della classe politica per quanto rigurda la verifica dei patrimoni dei dignitari”, ha detto il premier Emil Boc.
Ulteriormente, le Commissioni giuridiche e Diritti Umani del Senato hanno adottato il rapporto sulla Legge ANI nella forma votata dalla Camera. Il documento andrà al vaglio del plenum del Senato, la camera decisionale, per un voto finale.

Al via da giovedì il rimpatrio da parte delle autorità francesi di circa 400 cittadini romeni di etnia rom. Č la prima operazione di questo tipo dopo l’inasprimento della politica di Parigi nei confronti di questa minoranza. Di recente, il Governo francese ha annunciato di espellere i rom provenienti dalla Romania e Bulgaria che hanno commesso reati sul territorio della Francia e di smantellare i campi nomadi illegali. Parigi ha criticato Bucarest per l’inefficaccia dei programmi di reinclusione sociale dei rom e ha accennato che potrebbe bloccare l’adesione della Romania all’Area Schengen. Dal canto suo, Bucarest respinge il condizionamento della sua adesione allo spazio europeo di libera circolazione con la questione dei rom e sostiene che la minoranza rom è un problema europeo. Il presidente romeno, Traian Basescu, ha precisato che, sebbene capisca i problemi creati dai rom intorno alle città francesi, va rispettato il diritto di ciascun cittadino di circolare liberamente nell’Ue. Egli ha ricordato che la Romania ha chiesto sin dal 2008 l’elaborazione di un programma d’integrazione dei rom a livello europeo, ma ci sono stati Paesi che hanno ritenuto che questo progetto non fosse necessario.

Sursa: rri.ro

 

MADRID - Un incendio ha distrutto una ventina di ettari di vegetazione sull'isola spagnola di Ibiza: evacuate almeno 700 persone da una spiaggia. ''I bagnanti rischiavano di essere bloccati dalle fiamme sulla spiaggia della cala di Benirras'' nel nord est dell'isola, ha riferito la tv pubblica Tve, citando il Centro regionale delle emergenze. L'incendio si e' avvicinato all'area dove erano parcheggiate le auto dei bagnanti, e una ventina di veicoli potrebbero essere stati danneggiati dalle fiamme.


MANILA - Diciannove persone, 16 turisti da Hong Kong e 3 filippini, sono stati presi in ostaggio su un bus turistico a Hong Kong da un uomo armato. L'autore del gesto sarebbe un ex-poliziotto radiato, armato di un fucile d'assalto M-16, che avrebbe richiesto il suo reintegro 'a pieno titolo' tra le forze dell'ordine filippine. In precedenza erano stati liberati sei ostaggi, tra cui tre bambini.

Fonte: ANSA

 

antico alberoE’ al sicuro solo per poche settimane ancora la parte polacca della foresta di Bialowieza, l’ultimo lembo della foresta di pianura che un tempo rivestiva l’Europa centrale. Mai tagliata, mai sfruttata, mai rimodellata dall’uomo. Un luogo incantato che sembra uscito da una fiaba dei fratelli Grimm.

La foresta si estende su 140.000 ettari circa. La maggior parte si trova in Bielorussia. Sul lato polacco meno del 20% della foresta di Bialowieza è parco nazionale. Il resto è soggetto a disboscamento selettivo.

E proprio questo è il punto sul quale nei giorni scorsi Greenpeace ha battagliato col Governo polacco. Il risultato è che non cadranno alberi fino alla fine della stagione riproduttiva degli uccelli. E poi?

Se volete avere un’idea del fascino della foresta di Bialowieza, leggete la descrizione che ne ha fatto la biologa Lisa Signorile sul suo blog L’Orologiaio Miope. L’ha visitata, beata lei!, all’inizio dell’estate.

Niente sottobosco sotto la volta alta e compatta degli alberi. Penombra e tronchi a perdita d’occhio. Un’aria antica di bosco maturo, come è impossibile respirarne altrove.

La selva Ericina (nell’attuale Germania) descritta da Giulio Cesare nel De Bello Gallico doveva essere più o meno così. E anche gli animali: alce e bisonte europeo, innanzitutto. Poi lupi, castori, linci, cervi, gatti selvatici…

Alcune settimane fa, Greenpeace ha dato battaglia al Governo polacco per il disboscamento selettivo della foresta di Bialowieza. Versione ufficiale: si tagliano solo alberi vecchi e malati. Parere di Greenpeace: anche essi sono indispensabili per l’equilibrio della fpresta e per tutte le forme di vita che la popolano.

Dopo proteste anche spettacolari (attivisti si sono arrampicati sul tetto del ministero dell’Ambiente a Varsavia), è stato raggiunto un accordo che prevede la sospensionedel disboscamento selettivo fino al termine dell’attuale stagione riproduttiva degli uccelli.

Non manca molto tempo, appunto. E poi? Il Governo polacco dice di voler salvaguardare Bialowieza e di voler ampliare i confini del parco nazionale. L’Independent scrive che gli abitanti della zona (oltretutto poverissima) non sono d’accordo: vogliono sviluppo, infrastrutture, posti di lavoro legati allo sfruttamento del legname.

Però Bialowieza è l’ultimo lembo dell’Europa centrale rimasto come era ai tempi di Giulio Cesare. Credo che la sua salvaguardia sia una faccenda europea, e che la Polonia non debba essere lasciata sola a farsi carico della situazione. Bialowieza è come se fosse anche un po’ mia.

Sull’Independent la battaglia per salvare Bialowieza, l’ultima antica foresta europea

Su Associated Press Greenpeace Polonia si batte per la foresta di Bialowieza

Sul blog del Wall Street Journal Greenpeace protesta per il disboscamento di Bialowieza

Su The News la Polonia limiterà il disboscamento a Bialowieza

Su Salvaleforeste proteggere la foresta di Bialowieza

Su L’Orologiaio Miope Bialowieza, l’ultima foresta

Fonte: blogeko.it

 

Piazzale Corvetto si trova a Milano, in una zona di prima periferia a sud est. E' attraversato dai cavalcavia e dalla circonvallazione. Un quartiere di palazzi popolari, che non ha mai avuto lo splendore criminale del Giambellino o conosciuto le rivolte degli emigranti di via Padova e dintorni. Non è così lontano da piazza del Duomo ed è servito da svariati mezzi pubblici.

Corvetto è Milano, quello che rimane di Milano. Il quartiere si è gemellato da anni con Scampia, i suoi abitanti non hanno ancora messo un cartello all'ingresso, come fanno nei paesi, ma l'amministrazione comunale dovrebbe valutarlo con in aggiunta la scritta: "Corvetto secessionista". Se a Scampia alle volanti della Polizia lanciavano di tutto dalle finestre, al Corvetto sono scesi direttamente in strada per picchiare un vigile e impedire un arresto. Era in corso un pestaggio a sangue di un maghrebino da parte di alcuni abitanti del quartiere. I vigili sono intervenuti. Uno di loro ha bloccato un aggressore. Venti ragazzi hanno fermato e picchiato il vigile tra l'indifferenza degli abitanti. L'arrestato è fuggito, o meglio, è andato a dormire a nel SUO quartiere. Il Corvetto è infatti COSA LORO. I ragazzi gridavano esultanti al vigile finito in ospedale: "Te la facciamo pagare, così capisci chi comanda".

Si deve prendere atto che il Corvetto è il primo esempio di federalismo criminale a Milano. Nella zona, da anni, chi si ribella, anche per piccole cose, come un parcheggio o per gli schiamazzi, viene minacciato o picchiato con ferocia. L'emigrazione non c'entra, al massimo è mano d'opera usata dalla criminalità italiana. Milano ha La Russa ministro della Difesa, Berlusconi presidente del Consiglio e il varesotto Maroni ministro degli Interni ed è in mano al Pdl e prima a Craxi da tempo immemorabile. Se a Scampia lo Stato è assente, a Milano è forse troppo presente.

A Londra, a Vienna o a Madrid, il Corvetto, così come Scampia, sarebbero impossibili persino da concepire. Non esistono zone franche, extraterritoriali dove c'è lo Stato e, se esistono, sono la prova che lo Stato non c'è. La secesiùn comincia a dare i primi effetti. Se Boss(ol)i può invocare 300.000 fucili dalla bergamasca e il suo alleato Dell'Utri chiamare eroe Mangano, allora perché dei ragazzi, se provocati dai ghisa della Moratti, non possono difendere il loro territorio? E' il diritto del suolo e il rovescio della Repubblica Italiana, unita nella divisione.

Fonte: beppegrillo.it

 

 petrolio in mareTorno sulla marea nera. La gran parte del petrolio– circa il 75% – è ancora nascosta sotto le onde del Golfo del Messico. Oltre un terzo dei genitori residenti lungo la costa ha rilevato problemi di salutenei figli. Fra gli adulti direttamente esposti alla marea nera, il 40% riferisce sintomi respiratori o irritazioni alla pelle.

Lo affermano due ricerche indipendenti, rispettivamente delle Università della Georgia e della Colombia. Smentiscono i trionfali proclami delle autorità Usa secondo il quale è praticamente tutto finito e la maggior parte del petrolio versato in mare dal pozzo Bp si è dissolta come zucchero nel tè.

A proposito: non è finito un bel niente. Anche se il pozzo è pieno di fango e cemento, gli internauti postano sempre nuovi filmati su Youtube relativi a vere o presunte perdite di idrocarburi dal fondale.

Bp e Guardia Costiera sono alle prese con problemi tecnici relativi al modo migliore per sigillare definitivamente il pozzo tramite i relief well. Ma torniamo ai due studi.

La salute, innanzitutto. Ricercatori della Mailman School of Publich Ealth della Columbia University hanno intervistato 1200 adulti residenti entro 10 miglia dalla costa del Golfo del Messico.

Hanno registrato le risposte senza effettuare diagnosi. I risultati quindi possono essere distorti (esagerati, o anche sottostimati) a causa della percezione soggettiva.

Ma sembra proprio che le cose non vadano bene. I problemi di salute sono stati evidenziati soprattutto da persone con i redditi più bassi. E a proposito: dato l’impatto della marea nera su pesca e turismo, l’8% degli intervistati ha perso il lavoro. Il 25% delle famiglie ha subito una consistente flessione dei redditi.

Quanto al petrolio nel Golfo del Messico, le autorità americane pochi giorni fa hanno fatto squillare le trombe: il 50% è stato bruciato in mare (come se questo trattamento lo facesse magicamente sparire, invece di trasformarlo in cenere e fumo), il 25% è evaporato e il restante 25% non costituisce più una minaccia.

Invece un gruppo di scienziati che fa capo all’Office of Public Affairs della Georgia University ha analizzato i dati ufficiali fo e ha concluso che non è vero: è ancora nel Golfo del Messico il 70-79% del petrolio sversato in mare.

Gli scienziati dicono anche che rimarrà lì per un bel po’. Per evaporare o per degradarsi il petrolio deve galleggiare in superficie. E’ noto invece che il massiccio uso di disperdenti lo ha distribuito lungo tutta la colonna d’acqua.

Il comunicato stampa dell’Università della Colombia: gli effetti della marea nera sulla salute

Sul New York Times secondo le autorità Usa i tre quarti del petrolio non sono più nel Golfo del Messico

Il comunicato stampa dell’Università della Georgia: fino al 79% del petrolio è ancora nel Golfo del Messico (la pagina contiene i link al testo completo della ricerca)

Fonte: blogeko.it

 
By Admin (from 27/08/2010 @ 09:37:18, in it - Osservatorio Globale, read 2287 times)

Arestarea preventiva a asistentei Florentina Cirstea este este o masura exagerata. Unde e prezumtia de nevinovatie? Este pericol public? Este recidivista? Este suficienta suspendarea din functie si judecarea in libertate cu interdictia de a parasi localitatea. Cerem eliberarea imediata a Asistentei Florentina Cirstea si judecarea in libertate.

Semneaza petitia

Vezi semnaturile pentru petitia: Judecarea in libertate a asistentei Florentina Cirstea


Un'infermiera, Florentina Cirstea, è stata accusata dagli inquirenti rumeni per la morte di cinque neonati nell'incendio avvenuto il 16 agosto nell'ospedale pediatrico Giulesti di Bucarest. Lo scrive oggi l'agenzia di stampa Mediafax.

Secondo l'agenzia, l'infermiera dovrà apparire oggi di fronte a un giudice e il procuratore ne chiederà l'arresto. Cirstea è accusata di non aver controllato in maniera costante i neonati che si trovavano nell'unità di terapia intensiva del nosocomio.

I cinque bimbi sono morti per le gravi ustioni loro procurate dall'incendio scoppiato otto giorni fa. Altri sei neonati sono rimasti feriti e rimangono in condizioni critiche ma stabili.

L'incendio, secondo le prime risultanze dell'inchiesta, sarebbe iniziato da cavi elettrici attaccati al condizionatore d'aria della terapia intensiva e si sarebbe presto diffuso nella stanza attaccando le incubatrici.

Le immagini delle telecamere di sorveglianza, rese pubbliche la scorsa settimana, mostrano genitori e membri dello staff medico che tentano disperatamente di entrare nella terapia intensiva sfondando vetri con sedie e con altri strumenti. Per entrare, ci sarebbe stato bisogno di un "badge", ma nessuno degli addetti che ne erano in possesso era presente in quel momento. Secondo la procura, l'unica persona che aveva la chiave elettronica era l'infermiera di turno che doveva essere lì e non c'era.

Fonte: Apcom

 

Giunta ad una nuova variante, dopo essere stata due volte posta al vaglio del Parlamento romeno e sempre due volte contestata dalla Corte Costituzionale, la Legge sull’Ani (l’Agenzia Nazionale per l’Integrità), è stata adottata, questa settimana, dal Senato, la camera decisionale nella rispettiva questione, nella variante approvata dalla Camera. Con un’unica eccezione- i senatori hanno bocciato un emendamento della Commissione Giuridica della Camera bassa, che prevedeva l’esenzione dei leader sindacali dall’obbligo di presentare una dichiarazione patrimoniale. “Con l’adozione della legge sull’Ani, la Romania riacquista una parte della credibilità persa”, ha valutato il premier Emil Boc. Il buon funzionamento dell’Agenzia Nazionale per l’Integrità- organismo creato nel 2007 per verificare eventuali conflitti d’interessi o i patrimoni illegali dei dignitari- rappresenta una delle condizioni poste dall’Ue per rinunciare al monitoraggio della Romania nel campo della giustizia e della lotta alla corruzione. Nel rapporto sulle riforme giudiziarie in Romania, pubblicato a luglio, Bruxelles ha criticato la Legge sull’Ani, menzionando nel documento “la volontà politica insufficiente per sostenere i processi di riforma”. Il segretario generale dell’Ani, Horia Georgescu, ritiene che l’attuale forma della legge sia molto migliorata rispetto alla precedente. Il modulo della dichiarazione patrimoniale, che resterà pubblica, conterrà dati sulle case, sui conti bancari e sui gioielli, l’unica informazione riservata essendo l’indirizzo delle case detenute. Inoltre, nelle dichirazioni d’interessi saranno menzionati i contratti sviluppati dai dignitari con lo stato. Un altro provvedimento importante riguarda la possibilità che una persona che ha ricoperto una carica politica possa essere verificata per un periodo di 3 anni dal momento della conclusione del mandato.

Sempre questa settimana, il Senato ha approvato un’ordinanza di urgenza del Governo di modifica del Codice Fiscale, tramite cui è stata aumentata l’IVA, dal 1 luglio, dal 19 al 24%. La misura è stata presa per poter contenere il deficit di bilancio nel 6,8% del Pil, in concordanza con quanto convenuto con il Fondo Monetario Internazionale, che ha concesso un prestito alla Romania. L’opposizione aveva chiesto che l’Iva non aumentasse per gli alimenti primari, nonchè un suo aumento del 5% per il settore edilizia, ma le proposte sono state bocciate. “L’aumento dell’Iva è stato praticamente una misura d’urgenza, perchè non c’è più tempo per un altra misura. È chiaro che occorerrebbero altre misure che sostituiscano questi introiti supplementari, che sono molto difficili da trovare e, comunque, consisterebbero sempre nell’aumento di un’imposta, perchè il bilancio ha bisogno di soldi a breve termine. C’è una pressione molto grande con le spese giornaliere, con l’assicurazione delle liquidità necessarie, e l’IVA, da questo punto di vista, è la misura che produce gli effetti più rapidi”, spiega l’analista economico Razvan Voican, del quotidiano Ziarul Financiar.
I senatori liberali e socialdemocratici hanno criticato l’intero piano anticrisi del Governo, ritenendo che l’aumento esagerato della fiscalità avrà degli effetti negativi a medio e lungo termine. Tra cui, l’aumento dell’evasione fiscale.

La Banca Centrale della Romania ha ammonito in un rapporto sulla stabilità finanziaria, reso pubblico mertedì, che il rischio di credito resta la principale vulnerabilità del settore bancario romeno a causa dell’alto grado di indebitamento della popolazione. Nonostante la contrazione economica registrata, il sistema finanziario è rimasto stabile lo scorso anno e nella prima parte di quest’anno, affrma la Banca Centrale, valutando che un ruolo importante l’hanno svolto gli impegni assunti dalle autorità romene nei confronti degli enti finanziari internazionali.

È stato deciso il perseguimento penale dell’assistente che doveva monitorare i neonati vittime di un grave incendio nel Reparto Terapia Intensiva dell’Ospedale di Maternità Giulesti di Bucarest, avvenuto la scorsa settimana. Cinque dei neonati sono morti. Dagli accertamenti è risultato che l’assistente era mancata per 12 minuti dal reparto, tempo in cui l’incendio, scoppiato a causa di un lavoro impprovvisato al condizionatore d’aria, si è diffuso rapidamente. Gli altri sei neonati che si trovavano nel reparto sono in prognosi riservata.

Le autorità romene e francesi hanno convenuto che il numero dei poliziotti romeni distaccati in Francia sia aumentato da 4 a 14. La decisione è stata presa nel contesto della decisione delle autorità di Parigi di espellere alcune centinaia di rom oriundi della Romania e Bulgaria, che vivevano in campi abusivi alle periferie delle città. La decisione della Francia di rimpatriare i rom è stata criticata da numerosi paesi europei. Il segretario di stato romeno, Valentin Mocanu, il quale ha discusso con le autorità francesi, ha ammonito, giovedì, a Parigi, sul rischio di una deriva razzista e xenofoba. Le autorità dei due paesi hanno convenuto, tuttavia, che il principio della libera circolazione non può essere usato come pretesto per la tratta di esseri umani, la prostituzione, l’accattonaggio e la delinquenza.

Fonte: rri.ro

 

Tramite il suo prestanome Alfano, ripropone la legge che gli assicurerà la prescrizione nei suoi processi. Mandiamoli via con un calcio nel sedere! I nostri eroi sono i cittadini aquilani che hanno fischiato il rappresentante del Governo che voleva fare passerella accanto alle macerie del terremoto. Macerie che stanno lì a dimostrare le bugie della ricostruzione. 

I nostri eroi sono precari della scuola che in questi giorni a Palermo, finiscono in ospedale a causa del loro sciopero della fame. Perchè contestano la distruzione della scuola pubblica. A settembre vivremo sulla pelle dei nostri figli che vanno a scuola la truffa del “fare” berlusconiano. Tremonti e il suo braccio armato, il ministro Gelmini hanno tagliato 8 miliardi di euro. Ma sapete cosa sono 8 miliardi di tagli?  

Significa tagliare sul personale, 64mila precari che non solo non verranno normalizzati, ma perderanno anni di graduatorie e professionalità. Ma a farne le spese non saranno soltanto i lavoratori della scuola. Infatti questo governo ha cancellato anche tantissime classi della scuola dell’infanzia, in tutti gli asili nido. Lo ha fatto velocemente e impunemente, senza preoccuparsi di rendere la vita impossibile alle famiglie con bambini piccoli. E leveranno il tempo pieno: davanti alle scuole ci sono le file di genitori disperati che cercano di ottenere i pochi posti disponibili. Infine, hanno ridotto le ore delle superiori. Con una ciliegina marcia e indigesta sulla torta: ci saranno aule con 35 alunni, mentre il numero legale è di 26.

Così il governo di centrodestra infrangerà sistematicamente le norme di sicurezza, anti incendio e sanitarie. Preparano il più grande licenziamento in massa della storia della Repubblica.

Per questo non staremo con le mani in mano: saremo al fianco dei lavoratori allargando a tutta Italia la protesta contro i tagli alla scuola pubblica già partita in Sicilia, saremo vicini ai cittadini aquilani, appoggiando le loro vertenze e chiedendo in Parlamento che la ricostruzione parti immediatamente, e – a costo di occuparlo, il Parlamento - impediremo l'ultimo colpo di coda del Caimano che presenterà l'ennesima legge ad personam, sul cosiddetto processo breve, che di breve ha soltanto il raggiungimento dell'impunità e non certo della verità processuale.

Sarà la nostra rivoluzione d'autunno per la cacciata del Re Sola.

Fonte: antoniodipietro.com

 

Nel palazzo del Congresso è in atto una dura battaglia fra governo e gruppi di opposizione, si combatte a suon di interrogazioni e rapporti parlamentari, voci smentite e dichiarazioni ufficiali. Il mondo politico e l’opinione pubblica sono spaccati in due fra passato e presente, fra presunta legalità e libertà di espressione. A Buenos Aires, nel parlamento argentino, all’ordine del giorno c’è la libertà di stampa.

islam means no peace

Chiunque tenti di rimettere ordine e venire a capo della storia politica argentina deve scontrarsi con gli annosi episodi della dittatura militare che solo trent’anni fa sconvolgevano il paese sudamericano. Quello che la famiglia presidenziale Kirchner, prima con Nestor, ora con sua moglie Cristina Fernandez, sta affrontando da qualche anno a questa parte è un forte revisionismo storico, che da un lato urla vendetta per il tanto atteso riconoscimento dei crimini del governo militare, dall’altro fa scalpore per le prese di posizione autoritarie che strizzano l’occhio proprio a metodi di controllo totalitario.

In quest’ultimo periodo tiene banco la questione dei mezzi di comunicazione, con al centro la “telenovela” Papel Prensa, società a minima partecipazione statale (9-10%) e di proprietà maggioritaria dei giornali indipendenti Clarìn e La Nacion. Papel Prensa fu fondata nel 1969 come prima azienda nazionale di produzione di carta e cellulosa per giornali quotidiani. Il passaggio della parte maggioritaria ai quotidiani indipendenti Clarìn, La Nacion e La Razon avverà solo nel 1976, in piena dittatura militare, quando al decesso del proprietario, il banchiere David Graiver, gli eredi decidono di vendere le proprietà. Passano pochi mesi e i familiari Graiver vengono arrestati dal governo militare. Papel Prensa passa sotto il controllo del governo, con l’accusa di essere uno strumento della famiglia del banchiere, ma con l’intento reale della Giunta Militare di avere sotto controllo l’intera stampa nazionale.

Solo nel settembre del 1978 viene inaugurata la nuova proprietà Clarìn-La Nacion-La Razon, dopo che le tre testate strappano di mano Papel Prensa al governo militare con una campagna mediatica congiunta che rimetteva all’opinione pubblica la regolarità dell’acquisto della società dalla famiglia Graiver.

Nel marzo 2010, la questione Papel Prensa riprende quota. Le società Clarin e La Nacion, rimaste uniche società maggioritarie dopo il fallimento de La Razon, vengono accusate di aver indotto con minacce e pressioni la famiglia Graiver a vendere Papel Prensa nel ’76 dopo la morte del capostipite David, acquisendo quindi in modo irregolare la maggioranza delle azioni societarie, che altrimenti sarebbero passate totalmente allo Stato.

La svolta chavista del presidente Cristina Fernandez de Kirchner, fanno aumentare il timore che l’autorità del governo CFK stia sfociando in un clamoroso passo indietro, verso i tempi del controllo assoluto delle parole, dei mezzi, delle persone, di tutto ciò che era discordante con il messaggio governativo.

Fra dichiarazioni, indizi, intrighi e contraddizioni tipiche di un mondo che è ancora fortemente condizionato da episodi poco limpidi del suo recente passato, una storia che viene presentata all’opinione pubblica quasi con i toni di una soap opera, inizia a lasciare spazio a un forte sospetto: avere in mano la produzione di carta e la relativa vendita e ripartizione ai giornali indipendenti significa avere in mano l’intera stampa nazionale, significa poter gestire le voci scomode. Il governo è a un passo dal controllo totale.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

 

Un'estate caratterizzata da una ricerca esasperata del low cost a tutti i livelli, dai trasporti alla sistemazione alberghiera a discapito della qualità, con una durata della vacanza mediamente inferiore al passato, così come la spesa media per turista. E' la fotografia di questa stagione estiva ormai agli sgoccioli scattata da Asshotel che sottolinea i risultati poco soddisfacenti per le imprese alberghiere. Sul risultato dell'intera stagione turistica si sono riverberati infatti la scarsa propensione ai consumi, condizioni meteo poco favorevoli, il cambiamento dei consumi turistici e l'aumento delle vacanze "mordi e fuggi". Secondo Asshotel, "i primi dati sembrano confermare una tendenza in atto già da qualche anno: il mare appare in costante declino dal 73% del 2006 al 47% del 2010, per un cambio delle abitudini da parte dei consumatori che diversificano le loro vacanze a favore della montagna, di vacanze verdi e di percorsi culturali in costante ascesa. Il turismo balneare ha - in termini di arrivi e presenze - sostanzialmente ricalcato il risultato del 2009: non è andato bene soprattutto nelle località che storicamente hanno contribuito al successo del turismo balneare italiano (Rimini e Riviera Romagnola, Versilia, Isola d'Elba, Liguria, Sicilia), mentre in Puglia ed in alcune località marine della Campania, delle Marche e del Veneto l'andamento è stato migliore. "I fatturati delle imprese alberghiere si sono ulteriormente assottigliati di un 12-16% - sottolinea Filippo Donati, presidente Asshotel - In Italia si continua ad assistere ad un basso tasso di utilizzo delle camere d'albergo, unito ad un elevato indice di stagionalità, particolarmente accentuato nel Mezzogiorno, con punte in Calabria e Sardegna. La caduta della redditività delle imprese alberghiere contribuisce a mettere in seria difficoltà un numero crescente di piccole e medie imprese di filiera in tutta Italia". Per questo, "Asshotel - conclude Donati - è disponibile, da subito, al confronto con il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla per una analisi di settore che possa produrre le scelte tanto attese dagli oltre 34 mila alberghi italiani".


Easy Jet cerca assistenti di volo italiani per le basi di Milano Malpensa e Roma Fiumicino. Le selezioni sono già aperte: i Recruitment Days per la base di Malpensa avranno luogo al Ramada Ticinum Hotel di Oleggio il 7, 8 e 9 settembre, mentre per la base di Roma l'appuntamento è per i giorni 21, 22 e 23 settembre presso l'Hilton Garden Inn di Fiumicino (l'hotel indicato potrebbe variare, si consiglia di verificare tutti i dettagli sul sito easyJetcareers.com). Per partecipare alle selezioni è necessario compilare l'application form per la base d'interesse sul sito di easy Jet. I candidati che supereranno le selezioni dovranno poi seguire un corso presso la easyJet Academy di Luton.


Atterraggio d'emergenza all'aeroporto di San Francisco per un volo della compagnia australiana Qantas che stava sorvolando l'Oceano Pacifico quando è esploso un motore. L'aereo, un 747-400, con 230 passeggeri a bordo, era partito da San Francisco per Sydney poco dopo la mezzanotte ora locale. L'incidente si è verificato dopo 45 minuti di volo al motore numero 4 dell'ala destra. La manovra di emergenza si è conclusa senza incidenti e tra i fragorosi applausi dei passeggeri a bordo.

Fonte: travelnostop.com

 
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Now Colorado is one love, I'm already packing suitcases;)
14/01/2018 @ 16:07:36
By Napasechnik
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21/11/2016 @ 09:41:39
By Anonimo
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21/11/2016 @ 09:40:41
By Anonimo


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19/04/2024 @ 20:08:20
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