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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 20/01/2011 @ 12:00:33, in it - Scienze e Societa, read 2453 times)

... CONTINUA.

Il senso di impotenza
Un'altra strategia, strettamente interconnessa con il tema del controllo, è la gigantesca campagna mediatica che inculca il senso di impotenza. Un vera e propria operazione pianificata che sta facendo da una parte assuefare a sentirsi impotenti, e dall’altra desensibilizzando alla violenza, spegnendo ogni reattività emotiva.
Come viene attuato tutto ciò? Bombardando di immagini e notizie violente (assassinii, stragi, eccidi, distruzioni, brutalità) senza che avvenga alcun intervento e/o cambiamento per porvi fine. Perché lo fanno? Assuefacendoci ad accettare l’illegalità, il degrado, il furto, il crimine, l’insicurezza del territorio, le bande, l’immigrazione selvaggia, ecc. come cose inevitabili e irrisolvibili, e contemporaneamente non lasciando il tempo di pensare e riflettere, subissandoci di infiniti, incalzanti, estenuanti adempimenti: fisco, contributi, tasse, tariffe, bolli, revisione caldaia, auto, ecc., non è possibile per noi capire cosa sta realmente accadendo, e soprattutto non è possibile organizzarci di conseguenza.
Il senso di impotenza, grazie ai mezzi di comunicazione di massa sta contagiando la società occidentale in maniera capillare, le persone oramai sono completamente apatiche e prive di volontà di cambiamento. Per quale motivo dovremmo cambiare noi stessi e la nostra vita, se non vediamo la luce, se le aspettative sono assolutamente nere? Questo però blocca e paralizza le coscienze di milioni di persone totalmente in balia del Sistema.

Cognizione e comportamento
Abbiamo visto prima che la scuola è strutturata per condizionare culturalmente e socialmente i bambini. Bisogna sapere che già nella prima infanzia ci creiamo falsi sistemi di convincimenti circa la realtà che ci circonda, gli aspetti che più ci toccano (rapporti con i genitori, le figure di potere da cui dipendiamo). Dal punto di vista psicologico, questi sono sistemi falsi, censurati, distorti non conformi alla realtà stessa, al fine adattativo di evitarci angosce e conflitti con certi aspetti della realtà, facendoci vivere in una realtà soggettiva modificata, resa compatibile con i bisogni e le difese della nostra psiche e con l’esigenza di mantenerci in accordo con le persone da cui dipendiamo.
Certe pratiche di manipolazione, si agganciano (se ovviamente ben congegnate) proprio a questi meccanismi, alle distorsioni e rimozioni che sono i loro prodotti e che interessano soprattutto il campo della paura, aggressività e sesso.
I manipolatori (che possono essere religioni, sette, marketing e politica) costruiscono su di essi l’adepto, il cittadino, il consumatore, il lavoratore.
Alle figure di potere genitoriali subentrano o si associano, quelle politiche, governative, giudiziarie, ma anche testimonial della reclame!

Pubblicità
La pubblicità commerciale nasce negli Stati Uniti negli anni ’20 per produrre, dirigere, sostenere la domanda di beni e servizi prodotti in massa dagli impianti manifatturieri. In seguito, dalla metà degli anni ’50, la produzione, l’offerta di beni, superò di molto la domanda, per cui la pubblicità iniziò a indurre la gente a massificare i consumi, creando veri e propri bisogni. Il tutto per vendere prodotti.
In seguito si è arrivati in cui la produzione supera il potere di acquisto, il reddito. Questa situazione è socialmente ed economicamente gravissima, perché gli investimenti attuati per la produzione sono a rischio perché la produzione non sarà comperata. Da qui il rischio di un crollo sistematico e da qui la nascita delle forme di ampliamento del potere di acquisto, ampliando l’accesso al credito: carte di credito e di debito!

Negli anni ’90 il marketing diventa “one-to-one”: la personalizzazione dei prodotti e dei servizi, permessa dall’informatica e l’elettronica, consente di tracciare il singolo cliente in modo tale dal lanciargli gli stimoli personali e mirati. Stiamo parlando di pubblicità personalizzata, ben rappresentata nel film di fantascienza “Minority Report”.
Il marketing pubblicitario, che sia di un farmaco o un cibo, è indubbiamente il più spietato e certamente scientifico sistema di condizionamento mentale. Il loro scopo è quello di convincerci a comprare un prodotto. Per l’analisi delle reazioni e lo studio della psiche, oltre ai test verbali, il marketing di oggi possiede un ricco arsenale di strumenti biofisici (frequenza e ampiezza delle onde corticali, frequenza respiratoria e cardiaca, consumo di ossigeno, resistenza cutanea, tono muscolare, vasocostrizione periferica, ecc.) in gradi di misurare il livello di eccitazione e attenzione del soggetto.

La neuroscienza, che in questo ambito potremo chiamare neuromarketing, ha descritto che l’area encefalica rilevante ai fini della decisione (di acquisto) è la corteccia prefrontale mediana.
E’ comune pensare allo spot pubblicitario in tivù o su un giornale, come alla classica pubblicità di una azienda. Niente di più sbagliato. Ogni parola, colore, carattere, frase, immagine, logo, soggetto usato, ai nostri occhi inesperti potrà sembra casuale, ma non per i neuroscienziati che stanno dietro. Questi esperti (psicologi, psichiatri, sociologi, neuropsichiatri, ecc.) pagati profumatamente, non creano solo pubblicità, ma veri e propri condizionamenti tali da produrre determinate associazioni o stati d’animo nella mente dei destinatari, cioè noi consumatori.
Frequentemente nelle immagini pubblicitarie o propagandistiche vengono inseriti “embeds”, cioè parole o immagini evocative nascoste, non manifeste, non coglibili dalla mente conscia, ma ritenute coglibili dall’inconscio.

Spesso e volentieri queste parole o immagini nascoste sono stimoli sessuali: parole come “sesso”, “sex”, o immagini di organi sessuali, donne nude, orge associate al prodotto reclamizzato. Il tutto, da una parte, per facilitare le scelte di acquisto, e dall’altra, per deviare e quindi meglio controllare le masse. Interferire nella sessualità delle persone (come avviene in molti culti religiosi) è un mezzo sicuro ed efficace per agire sugli strati profondi della psiche!
Se ciò sembra impossibile, le parole del dottor Lechner in merito a quello che fanno alcuni psicologi e psichiatri nell’ambito dell’alcolismo, potranno sembrare fantascienza. Con la scusa di aiutarli a liberarsi dalla dipendenza dall’alcol, raccolgono informazioni su incubi e allucinazioni che i loro pazienti sperimentano soprattutto quando sospendono l’assunzione dell’alcol, e le usano per congegnare pubblicità di alcolici, col presupposto quanto criminoso scopo di evocare, tramite immagini angoscianti, il bisogno di assumere alcol!

Un’altra tecnica “dolce” di conquista seduttiva, consiste nell’indurre la convinzione che la nostra libertà sia in pericolo e che si debba prendere quanto prima una decisione. “Ti stai accontentando? Passa a Quattro Salti in Padella di Findus”, dice la pubblicità televisiva. Tradotto: “stai accettando una limitazione alle tue aspirazioni a mangiar bene? Sei uno sciocco a farlo, perché puoi soddisfarle, liberandoti dai limiti, passando a Quattro salti in padella! Lo spot non vuole certo aumentare la nostra libertà, ma all’opposto restringerla, inducendoci a comprare quel prodotto specifico. Far credere al soggetto che la decisione deve essere sua e solo sua, è un trucco efficace per predisporlo a decidere come si vuole che decida, lasciandogli però l’illusione della libertà.

Il filone centrale della psicologia del marketing sono i fattori decisionali: Motivational Research, ricerca motivazionale.
La neuroscienza sa che gli uomini non sono consci del perché fanno buona parte di ciò che fanno. Ecco perché le persone, illudendosi del contrario, rispondono allo stimolo condizionato del simbolo e non alla qualità reale.
La pubblicità, la tecnica motivazionale si concentra proprio sulla manipolazione dei simboli.
I consumatori vengono conquistati mediante suggestioni illogiche, non mediante la qualità o efficacia del prodotto, e questa è la logica delle griffes (prodotti spesso mediocri ma venduti a prezzi alti in virtù di una etichetta-simbolo, quindi esclusivi e per pochi).

Il senso di colpa collegato al piacere di consumi voluttari come tabacco, alcol, dolciumi, inibisce i consumi, quindi va contrastato associandolo per esempio a valori positivi (come il medico che fuma, i nomi alcolici di protesta politica “Fidel”, “Cuba Libre”, calore di famiglia, quindi etica, per i dolci ecc.).
Rispetto al prodotto artigianale, il bene di produzione di massa viene spettacolarizzato per trasformarlo in un simbolo. I supermercati, non a caso, sono luoghi in cui si concentra un potere enorme di emanazione simbolica, quindi un enorme potere condizionante sulla mente.
I due terzi degli acquisti eseguiti nei supermercati sono voluttuari e decisi sul posto, sotto l’effetto di stimoli locali, in uno stato psicofisiologico alterato. Lo ha accertato una ricerca nel 1954 della DuPont Corporation. Infatti nel supermercato la persona è alquanto indifesa rispetto alla manipolazione e si trova in una specie di trappola psicologica, che può essere perfezionata con l’aggiunta di stimoli musicali e olfattivi.
Tra tutte le categorie di consumatori, la più indifesa è quella dei fanciulli, nei quali è facile imprimere bisogni, affiliazioni e abitudini. Inoltre i bambini sono molto più vogliosi di cose nuove e meno capaci a resistere agli impulsi. Sono il punto cedevole della famiglia e infatti il marketing punta proprio su di loro per indurre i genitori a sborsare quattrini.
Con i bambini è più facile suscitare ondate di moda o voghe, che inducono consumi a valanga di tutto un collegato di prodotti sussidiari e con funzioni diverse.
La pubblicità mira a modificare il panorama cognitivo, la visione del mondo, dei valori, dei pericoli o stile di vita, in pratica la pubblicità è l’industria della creazione dei bisogni immaginari  e di mode!

SEGUE ...

 
By Admin (from 19/01/2011 @ 12:00:33, in it - Scienze e Societa, read 3663 times)

... CONTINUA.

Obbedienza al Sistema
Ogni establishment che si rispetti, ha il suo arsenale di mezzi di dominazione, il cui fine ultimo è quello di produrre compliance, cioè obbedienza, conformazione da parte delle persone. Dominare gli altri significa ottenere la loro compliance, più o meno volontaria. Naturalmente è meglio se volontaria, cioè ottenuta con la manipolazione (illusione, persuasione, intidimidazione o condizionamento), anziché imposta con la forza (dittature, colpi di stato).

La scuola
La scuola è il mezzo primario per la manipolazione culturale e mentale. Impadronirsi dei bambini per formarli e condizionarli è nell’agenda di ogni Stato, totalitario o liberale e democratico che sia. Abituare i bambini, attraverso l’esecuzione ripetuta per anni degli ordini degli insegnanti, a seguire gli ordini delle autorità; abituarli alla sistematica gratificazione, all’assenza di regole e di confronti con la realtà, sforna creature incapaci di auto-disciplina, completamente dipendenti e incapaci di organizzarsi. Bambini siffatti, saranno adulti corrotti e dipendenti dall’esterno, quindi più facilmente manipolabili.

Nelle scuole, da una parte l’insegnamento delle materie fondamentali è concepito in modo di prevenire proprio il formarsi di una visione d’insieme (storia e scienza sono due banali esempi), dall’altro si cerca che le nuove generazioni non dubitino mai che il sistema di potere sia democratico e legittimo.
A tal proposito, il linguista statunitense Noam Chomsky scrive: “siccome nelle scuole non insegnano la verità circa il mondo, le scuole devono ricorrere a inculcare negli studenti propaganda circa la democrazia. Se fossero realmente democratiche, non vi sarebbe bisogno di bombardarli con banalità circa la democrazia”.

La conformazione e indottrinamento del popolo statunitense è l’esempio perfetto. Il giorno a stelle e strisce inizia con l’alzabandiera, prosegue con il canto dell’inno nazionale, le preghiere collettive e le esaltazioni patriottiche. Tutta questa “democrazia” e “libertà” del popolo fanno degli USA, non a caso, il paese più guerrafondaio del pianeta!
Viene da sé che nelle scuola non possono insegnare la verità, perché la Verità renderebbe gli uomini liberi!
Non stupisce quindi trovare scritto negli attuali sussidiari scolastici, commenti sulle straordinarie proprietà degli alimenti transgenici (OGM), e come risolveranno per esempio la fame nel mondo. Questa è la più becera e deleteria propaganda di Regime: facendo crescere i bambini di oggi con simili falsità (facilmente dimostrabili), sarà molto più facile da adulti condizionarli, e questo è solo un banale esempio.
Mentre la nostra società deve comporsi non di uomini liberi, ma di una massa di lavoratori-consumatori-elettori alla base, e un piccolissimo gruppo o strato superiore, di dirigenti, figli di imprenditori, politici e banchieri. Solo questi ultimi vengono portati ad un livello di conoscenza privilegiato che consentirà loro di continuare a dirigere la società e mantenere il potere stabilito.

La neuroscienza
Per fare luce sulla manipolazione mentale e come questa viene messa in atto ogni giorno è necessario avere delle nozioni sulle funzioni primarie del nostro cervello.
Il cervello è formato da due emisferi: destro e sinistro. Entrambi processano e analizzano gli stessi dati, la differenza sta nel fatto che l’emisfero di sinistra processa in maniera lineare o sequenziale, quello di destra invece processa i dati simultaneamente. Non solo il destro essendo muto (il centro del linguaggio è a sinistra) deve affidarsi all’emisfero sinistro perché gli fornisca spiegazioni plausibili, ragionate, in vista delle decisioni da prendere sulla base del materiale (immagini, suoni, ecc.) processato a ogni istante. In pratica tutto deve passare per il sinistro.
Siamo cresciuti con la credenza che nasciamo con un certo numero di neuroni e che questi lentamente muoiono senza ricrescere. Le ultimissime scoperte della neuroscienza dicono invece che i neuroni incessantemente formano nuove sinapsi [2] e sciolgono sinapsi vecchie, e in modesta misura, nel cervello si generano nuovi neuroni, soprattutto in determinate parti del cervello.

Questo fatto importante si traduce così: l’acquisizione di nuove conoscenze, abilità, schemi comportamentali, (per esempio apprendere una poesia a memoria, suonare il pianoforte, ecc.) si attua mediante la formazione di nuovi circuiti e lo sviluppo vero e proprio nel cervello delle aree relative. Quindi imparare cose nuove non solo allena il cervello ma anche crea e sviluppa delle zone cerebrali. Viceversa, trascurando queste facoltà, si produce la loro decrescita.
Il nostro cervello è in grado di elaborare una mole incredibile di informazioni: oltre 400 miliardi di bits ogni secondo, ma siamo consapevoli di soli 200 bits. In pratica siamo consapevoli di mezzo miliardesimo di ciò che avviene e giunge al nostro cervello!
Da questo punto di vista, possiamo, con un certo sforzo e impegno, esercitare e coltivare la capacità intrinseca di essere consapevoli in ogni momento della vita, oppure pigramente lasciarci andare facendoci coccolare e atrofizzare l’encefalo.

Tutta l’industria dello spettacolo e del divertimento (discoteche, alcol, droga, ecc.) lavorano intensamente per rendere piacevole proprio questa lenta ma insesorabile atrofizzazione; dall’altra parte la politica scolastica mira a renderle legittime agli occhi dei più giovani.
Il tutto perché una popolazione di persone etero-dirette (atrofizzate nel cervello e nella coscienza) è molto più gestibile di una popolazione di persone auto-dirette.
L’altra cosa importante necessaria per comprendere il quadro generale è che la maggior parte delle cose che facciamo nella nostra vita, da mattina fino a sera, le eseguiamo inconsciamente. Nel farle, non solo non siamo coscienti di essere coscienti, ma non siamo nemmeno coscienti di farle. Questo processo incredibile sarà chiarito con l’esempio degli acquisti nei supermercati.
Ricapitolando il nostro inconscio registra ed elabora molti più dati di quelli di cui siamo consapevoli: il processo di elaborazione verbale, di ragionamento, di coordinamento sensori-motorio, mentre parliamo (scriviamo o guidiamo l’auto o suoniamo il pianoforte o giochiamo a calcio) è non solo interamente, o quasi interamente, subconscio, ma è anche immensamente più veloce della coscienza.
Se è vero, come è vero, che il novanta per cento di quello che facciamo viene gestito inconsciamente, mettere le “mani” in questa parte oscura della nostra mente, significherebbe avere un potere enorme di controllo…

SEGUE ...

 
By Admin (from 18/01/2011 @ 12:00:37, in it - Scienze e Societa, read 3004 times)

Noam Chomsky ha elaborato la lista delle 10 strategie della manipolazione attraverso i mass media.

Cercare di spiegare cosa sono e come vengono praticate le cosiddette “tecniche di manipolazione mentale”, in una società quasi completamente controllata e manipolata come la nostra, non è compito facile. Per fortuna il libro scritto dall’avvocato e psicologo Marco Della Luna assieme al neuropsichiatra Paolo Cioni ci viene in aiuto.
Affermare che la nostra società - com’è strutturata - è una vera e propria gabbia mentale, fa subito aizzare i paladini e i difensori dei diritti civili, che sbandierando ai quattro venti termini come “libertà” e “democrazia”, cercano immediatamente di tranquillizzarci tutti, soprattutto le loro coscienze. Forse non capiscono. Forse fanno finta di non capire, che parole bellissime come “libertà” e “democrazia” primo non significano granché e secondo vengono sfruttate e amplificate proprio dall’establishment economico-finanziaria (cioè i veri e propri Burattinai), proprio per dare a noi l’illusione di non essere in gabbia.

“Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo”
Johann Wolfgang von Goethe

Dire alle persone che esse sono prigioniere di un sistema è pericoloso e controproducente perché può scatenare rivolte e ribellioni, mentre convincere gli stessi prigionieri di essere liberi e in democrazia, elimina ogni forma avversa e ogni tentativo di evasione.
Il titolo di un libro [1] del gesuita Anthony De Mello, a tal proposito è interessante, perché se un’aquila, che potrebbe tranquillamente volare libera nei cieli, cresce con la convinzione di essere un pollo, rimarrà per sempre dentro il pollaio. Avrebbe la possibilità di volarsene via, di spiccare il volo, ma tale potenzialità (castrata dalla società intorno) rimarrà latente per il resto della vita o almeno fino al “risveglio”.

Lo aveva perfettamente compreso Edward Bernays, tecnico della propaganda, che nel suo saggio Propaganda del 1929, spiega come sia stato proprio l’avvento delle forme di governo democratico e delle cosiddette libertà individuali, assieme all’industrializzazione, a produrre la necessità oggettiva (da parte della politica e dell’economia) di governare, cioè manipolare dall’alto il pensiero e il comportamento delle masse, sia come elettori che come consumatori.
Questo è il motivo per cui oggi la manipolazione mentale è divenuta una tecnologia e una scienza, nella quale si investono molti più denari che in tutti gli altri campi della psicologia. Non solo, la manipolazione è essenziale e strutturale nella vita quotidiana del mondo in cui viviamo, e se non ci credete leggete fino alla fine.
In un siffatto scenario, dove libertà e consapevolezza sono sempre più minacciate, è indispensabile conoscere gli strumenti che le attaccano. Solo conoscendo possiamo difenderci.

L’importanza dell’informazione
L’importanza dell’informazione è fuori da ogni discussione. Informare, lo dice il nome stesso che deriva da “in-formare”, cioè dare forma. Ma dare forma a cosa, se non alle coscienze? Non a caso, tutte le grandi dittature hanno iniziato sempre con il controllo dei mezzi di comunicazione (mass-media), proprio per plasmare le menti e coscienze delle persone.
Oggi la maggior parte della comunicazione mira non ad informare oggettivamente, ma a influire nella psiche, sui gusti, sulle decisioni delle persone, dei consumatori, dei risparmiatori, degli elettori, ecc.
La totalità delle persone, educata dalla tivù alla passività e pigrizia mentale sin dall’infanzia, non sviluppa la capacità di mantenere l’attenzione autonomamente, se non è emotivamente coinvolta. I manipolatori questo lo sanno bene e per veicolare le loro informazioni (commerciali, politiche, economiche, ecc.), mantengono viva l’attenzione della gente, agendo direttamente nell’emotività. Questo si chiama intrattenimento.
Il paradosso è che sono le persone stesse che esigono di essere intrattenute e non informate, e ovviamente il Sistema le accontenta: informa (a modo loro) attraverso l’intrattenimento.
L’importanza dei mezzi di comunicazione, come detto prima, è enorme. Ai fini della governabilità, soprattutto nelle società basate sul consenso, è indispensabile limitare, ma anche controllare e orientare l’informazione, la costruzione della rappresentazione illusoria del mondo e da cui dipende la produzione e gestione del consenso.
L’informazione proprio per questi motivi, è controllata in modo strettissimo: pochissime agenzia di stampa, di proprietà rigorosamente privata e bancaria, forniscono le informazioni alla quasi totalità dei media (giornali, telegiornali, radio e internet).

Rilassamento e distrazione per meglio controllare
Il rilassamento è la più semplice tra le condizioni mentali che aumentano la suggestionabilità. Tale stato si può indurre facendo in modo che le persone si stanchino fisicamente e mentalmente, oppure tediandole con compiti e discorsi ripetitivi o distraendole con stimoli erotici e/o sessuali (donne bellissime seminude che presentano un programma o vendono un prodotto, ecc.). Anche la musica ha la sua importanza, perché può essere molto dolce per cullare o al contrario usare frastuoni per stordire letteralmente le persone.
Se ad un pubblico rilassato (davanti alla tivù) si somministra una storia con determinati contenuti (la classica storia che si vede nei programmi d’intrattenimento), si ottiene l’induzione di una trance, nelle quale è facile poi operare suggestioni e impianti mentali.
La distrazione è indubbiamente la strategia principe messa in atto dai mezzi di comunicazione di massa.

Tecnicamente il distrarre l’attenzione cosciente (quindi l’azione dell’emisfero cerebrale dominante) di una persona assorbendola in qualche attività o distraendola con notizie e informazioni assolutamente inutili, lascia il subconscio (o l’emisfero non dominante) sguarnito del suo presidio critico, rendendo possibile l’instillazione di suggestioni, immagini, storie, ecc.
Tutto quello che viene veicolato media (tivù, giornali, telegiornali e radio) in virtù del controllo capillare che esiste, è totale distrazione di massa.
Le telecamere e le luci dei riflettori vengono indirizzate su problematiche del tutto inutili per noi (la casa del partito di governo, i rom, gli stupri, delinquenza, l’assassinio in famiglia, ecc.), ma estremamente funzionali per il Sistema, che in questa maniera non fornisce le Vere informazioni e notizie. Riempiono, per così dire, il palinsesto mediatico, per riempire il nostro cervello con spazzatura, idiozie, gossip, e altre stupidità amene. Una volta raggiunto il limite non c’è più spazio per le cose importanti.

CONTINUA ...

 
By Admin (from 17/01/2011 @ 12:00:52, in it - Scienze e Societa, read 2490 times)

 Faimoasa exploratoare Maria Uca Marinescu cred ca nu mai are nevoie de prezentari detaliate. In schimb, mai mereu ne obliga sa-i actualizam biografia, caci la cei saizeci si... de ani ai sai inca nu are astampar, raspunzand mereu unei vechi chemari a departarilor. De putin timp, s-a intors poate din cea mai stranie, mai tulburatoare expeditie polara, prilej cu care a mai stabilit un record personal, national si mondial: dupa ce a devenit prima femeie din lume care a ajuns (in acelasi an!), pe schiuri, la Polul Nord si la Polul Sud, in martie 2007 a dus tricolorul romanesc pana la Polul Nord magnetic. De data aceasta insa, aventura cunoasterii, prin care a dorit sa marcheze un inceput de sarbatorire a Anului Polar International, a fost dublata de o experienta pe alocuri halucinanta.

„Privirea” din neant

Uca Marinescu este o veritabila enciclopedie, care se pricepe sa te surprinda si sa te fascineze cu toate informatiile si imaginile adunate de-a lungul anilor, din intreaga lume. Totusi, despre anumite intamplari traite vorbeste cu fireasca reticenta a omului rational care stie ca mentalitatea si educatia ne determina deseori sa punem noi insine bariere gandirii.

Exista astfel o limita a credibilului, o zona crepusculara unde putini se incumeta sa se aventureze, chiar daca inteleg destul de bine ce se intampla acolo. Temerara noastra insa nici macar nu fusese avertizata de cunoscatori, inainte sa ia contact direct cu misterele Nordului. Iar primul impact de acest gen a avut loc in conditii speciale. Se afla in Yukon, in anul 1996, intr-o tentativa de a merge spre nordul extrem al Canadei.

Se produsesera insa inundatii si cu foarte mare greutate a gasit un loc intr-un mic avion pentru cercetari stiintifice; cinci persoane, incluzand si membrii echipajului. La un moment dat, s-a zburat mai jos, se vedeau turme de caribu, dar Uca a avut o senzatie nemaitraita: „Cineva” parca o privea insistent in ceafa, incercand sa-i patrunda in minte. O senzatie de panica amestecata cu jena a facut-o sa-i priveasca pe ceilalti, pe furis. Nimic nu parea sa-i deranjeze, oamenii se comportau normal...

Santinelele magnetice

Abia dupa aterizare, spaima inexplicabila a inceput sa mai piarda din forta, dar oricum o domina, astfel ca in camera de cazare si-a luat toate masurile de siguranta pentru a sta la distanta, pe cat posibil, de acea prezenta nevazuta si terifianta. Timp de un an, nu a vorbit nimanui despre strania experienta. S-a intamplat atunci sa cunoasca un experimentat pilot american, care i-a povestit despre o imprejurare absolut similara traita de el, dar avea si explicatia: influenta magnetismului terestru, foarte puternic catre Poli, asupra creierului uman.

 Oarecum linistita, Uca nu s-a gandit ca avea sa mai intalneasca sfredelitoarea „privire” a neantului. In aprilie 2001, mergand pe schiuri catre Polul Nord geografic, alaturi de alti zece exploratori din mai multe tari, incerca sa-si invinga un sentiment de atingere a propriilor limite, gandindu-se la lucruri placute. Mai aveau vreo 40 de kilometri pana la punctul terminus, stia ca in urma se afla Kim, un coleg chinez, cand l-a observat pe acesta in dreptul ei, in timp ce o depasea. A fost un moment derutant. Brusc, desi se afla in aer liber, a simtit ca trebuie sa se aplece, ca pentru a trece pe sub o bariera nevazuta. Facand miscarea respectiva, l-a vazut pe Kim procedand la fel, evitand in mod inexplicabil ceva ce nu exista pentru cele cinci simturi omenesti!

Dincolo de spatiu si de timp

Totusi, explicatia a venit si de la data aceasta. Viktor, colegul rus care studia magnetismul terestru, le-a vorbit despre niste centuri magnetice extrem de puternice, care isi fac simtita prezenta... nevazuta, in apropierea relativa a Polilor terestri. De altfel, fenomenele care se petrec aici depasesc pana si fantezia unui Jules Verne. O „joaca” inegala si innebunitoare pentru orice om mai slab de inger, intre cei doi Poli, ajunge sa spulbere pana si granitele fixate de simturile noastre pentru spatiu si timp.

„Grupul celor 11” a fost permanent supravegheat si indrumat prin satelit, astfel ca stiau in permanenta distanta exacta pana la Polul Nord. Pana pe la 41-42 km, cand au constatat, dimineata, ca de fapt au mai putin de mers. Insa, dupa kilometrul 37, in ziua urmatoare s-a intamplat invers, distanta era mai mare, ceea ce le dadea un sentiment acut de zadarnicie. Totusi s-au obisnuit, asa ca, dupa atingerea punctului extrem-nordic al planetei, cand au constatat ca saniile lasate la 2 km spre sud se aflau de fapt la 4 km, au inteles ca au de-a face cu un (alt) fenomen explicabil: „plimbarea” insesizabila a banchizei, sub influenta amintitului joc intre nord si sud.

*

Am lasat la urma poate cel mai senzational episod din timpul recentei aventuri nordice a Ucai Marinescu. Foarte pasionata si talentata autoare de fotografii, a surprins cateva instantanee, pe cand se afla intr-un avion de cercetari care zbura spre nord, la -48 grade Celsius. Era inceputul lunii martie 2007. Cu toate acestea, data inregistrata pe imaginile aparatului foto este 01.01.2025 sau 05.01.2025! O calatorie in timp?

Aici, e cazul sa ne abtinem de la comentarii. Cel putin, fiindca atat in zona Polului Nord, cat si in cea a Polului Sud, se efectueaza de multi ani si alt gen de cercetari decat cele stiintifice... Pe de alta parte, trebuie sa spunem ca episoadele insolite traite de Uca in calatoriile sale sunt mult mai numeroase si speram sa avem prilejul de a vi le impartasi, in articole viitoare.

ADRIAN-NICOLAE POPESCU - Sursa: Revista Magazin
(Imaginile fac parte din fototeca exploratoarei Uca Marinescu)

 

eleonora_brigliadoriE: Dieci anni fa mi dissero che sarei morta entro sei mesi. Avendo già perso mia madre e mia nonna di tumore, e avendole viste spegnersi tra atroci sofferenze dovute alla chemioterapia, mi convinsi che il percorso ospedaliero era solo un modo per morire nel peggiore dei modi. Quindi non ho fatto alcuna cura e neppure esami invasivi. In una situazione d’emergenza, come era quella che stavo vivendo, ritenevo assurdo dovermi far bucare, tagliare, aprire. Non ho fatto neppure la chemioterapia. Non solo perchè cosi si vanno a creare nuovi problemi fisici, ma vengono anche innescati meccanismi di paura. Dopo tre anni il carcinoma che avevo al fegato è scomparso, è andato via quando il virus dell’epatite l’ha metabolizzato…

I: Il virus dell’epatite?
Al livello del fegato è un “simbionte” che, terminato il conflitto, risolve il carcinoma al fegato.

I:Non capisco…
E: Questa spiegazione tecnica l’ho avuta tempo dopo, quando ho scoperto le teorie di Hamer sui tumori. Dopo la mia guarigione, infatti, ho iniziato un percorso di conoscenza su questo tema. Tra i sistemi per l’attivazione dell’autoguarigione dell’individuo che ho studiato, la “Nuova Medicina Germanica” mi è parsa la frontiera più avanzata. Il suo ispiratore è il dottor Ryke Geer Hamer, più conosciuto per la vicenda accaduta in Corsica, quando il figlio fu ucciso da un colpo di fucile per il quale venne accusato il principe Emanuele di Savoia. Proprio a seguito di questa triste vicenda, il medico sviluppò un tumore ai testicoli e la moglie uno al seno. Da li ebbe un’intuizione che lo portò a rivoluzionare i fondamenti stessi della medicina: Hamer capi che i meccanismi cancerogeni hanno una funzione biologica. Il suo stesso tumore era il tentativo estremo del corpo, anche a livello psicologico, di fornire lo strumento per fecondare e avere presto un altro figlio, mentre quello della moglie era il tentativo simbolico di innescare la produzione di latte. Quindi, quando una donna scopre di avere un tumore al seno, dovrebbe cercare di capire la connessione tra quel tipo di tumore e ciò che sta accadendo nella sua vita interiore.

I:Cosi, secondo lei, il corpo guarirebbe da solo dai tumori…
E: Si, quando una persona va a fare la diagnosi, il tumore si sta già riparando da solo. I medici, però interrompono il processo naturale di guarigione e provocano le metastasi, che non sono altro che ulteriori conflitti dovuti al loro stesso intervento.

I: Quindi lei non ha fatto nulla per curarsi?
E: Ho fatto tante cose, ma che avevano a che fare solo con le mie scelte alimentari, con il fatto di rimanere a casa mentre stavo male. C’è gente infatti, che ha un tumore e vive benissimo. Secondo Hamer, tutte le terapie naturali hanno la loro ragione d’essere, perciò basta digiunare o praticare l’omeopatia per risolvere un problema. Che uno decida di guarire con i colori, con le “acque di luce” o con l’urinoterapia, va sempre bene. Purchè non si ostacolino i processi naturali, si può cercare una propria via. Il tumore parte sempre dal cervello, cioè da un’esigenza nascosta ed è “costruttivo”, quindi non bisogna averne paura.

I: In conclusione, questo che cosa significa?
E: Il concetto di cura, inteso secondo l’approccio tradizionale, non aiuta, perchè la persona pensa che la sua guarigione dipenda dalla “corsa agli armamenti”, cioè dalle pillole che gli vengono date. Occorre, invece, capire che si guarisce solo con l’integrazione dei sistemi biologici: i virus e i batteri, invece di essere combattuti, vanno compresi nella loro funzione positiva. Spesso, quando c’è un virus, l’organismo sta solo tentando di completare un processo “riparativo”, come nel caso dell’epatite come nel tumore al fegato. Il cancro non si origina da una cellula impazzita, ma è il segnale di una necessità di una persona. Questo mette in moto meccanismi che hanno uno scopo biologico. Se li si lascia completare il percorso, ricomporanno il conflitto. Il tumore infatti, guarisce da solo nel 90 % dei casi.

I: Il metodo Hamer viene praticato in Italia?
E: Io, da quando ho seguito un corso sulle leggi di Hamer riservato ai medici, non ho più amici che muoiono di cancro, perchè consiglio loro, senza fare il “dottore” (perchè non lo sono), come comportarsi. I medici di Nuova Medicina non curano più le persone chemioterapizzate perchè sono comunque destinate a morire, più o meno tardi, a causa della devastazione compiuta dalla medicina ospedaliera.

I: Tutto ciò è legale?
E: Il problema è all’interno dell’ospedale, dove, secondo me,ci si deve andare solo per la diagnostica. poi si decida in piena libertà. da quando conosco il rapporto tra anima e corpo, non prendo più farmaci. la mia salute è migliore oggi di quando avevo vent’anni, e credo di averlo dimostrato a “Notti sul ghiaccio”, dove ho dato “la paga” alle ragazzine.

Intervista tratta da “Viversani e belli” di marzo 2007.

Link: http://www.meetup.com/beppegrillo-24/messages/boards/thread/2921736?thread=2921736

Fonte: stampalibera.com - Autore: Alessandra Drago

 
By Admin (from 16/01/2011 @ 08:00:13, in it - Scienze e Societa, read 2929 times)

Il Lago d’Arpy, il Lago di Liconi e il Lago di Pierre Rouge sono come tanti occhi blu puntati verso l’alto, pronti a catturare frammenti di cielo e portarli sulla terra, nel territorio valdostano della Valdigne. Qui, in un anfiteatro di montagne colossali, trova riparo il borgo alpino di Morgex, un paese di meno di duemila abitanti della Valle d’Aosta, appartenente alla Comunità Montana Valdigne Mont Blanc. Appollaiato alla roccia a 920 metri di quota, Morgex è circondato da una piana pittoresca a forma di ventaglio, incorniciata dalla mole imponente del Monte Bianco e da altre vette affascinanti, quali la Grivola e il monte Crammont. Il corso della Dora fende questa terra verdeggiante e la disseta anche nei periodi più soleggiati, rendendo rigogliosa e fresca la vegetazione: boschi, pascoli e praterie si alternano ai preziosi vigneti, generosi di una deliziosa.

Una delle componenti principali dell’economia locale è proprio la viticoltura: il vitigno autoctono Prié Blanc dà degli acini dolci e succosi, da cui si ricava il Blanc de Morgex e La Salle, che nel 1985 ha ottenuto la D.O.C. e vanta le vigne più elevate d’Europa.

Al luccichio dei chicchi d’uva si aggiungono altre coltivazioni caratteristiche, ma anche la fauna selvatica: gli alberi da frutto trovano il loro habitat ideale nei pressi di Morgex, grazie al clima mite, ed abbondano peri, meli, ciliegi, peschi e noci, mentre le foreste profumate d’alta quota sono composte da abeti, pini e larici. Persino il nodoso castagno, che secondo la leggenda popolare non sopporta la vista dei ghiacciai, trova una collocazione nelle montagne della zona, grazie alle condizioni atmosferiche eccezionalmente dolci. Qui, in effetti, le temperature sono miti e gradevoli, e fanno di Morgex una meta valida in tutte le stagioni. I valori medi del mese più freddo, gennaio, vanno da un minimo di -2°C a un massimo di 4°C, mentre in luglio, il mese più caldo, si passa dai 19°C ai 29°C. Le precipitazioni, scarse in inverno ad eccezione di qualche nevicata pittoresca, toccano il picco massimo in giugno, quando piove in media per 10 giorni sul totale.

A beneficiare di questa atmosfera, oltre agli abitanti ospitali del borgo, ci sono i camosci, gli stambecchi, le lepri, i tassi, gli scoiattoli, le marmotte e i cervi, che si possono scorgere passeggiando lungo i sentieri della zona. Le camminate, dalle più ardue alle più rilassanti, sono tante e suggestive e si snodano tra le borgate della zona, sparse sul fondovalle o abbarbicate lungo i pendii rocciosi delle montagne. I nomi delle frazioni più antiche sono caratteristici e rimandano alla tradizione popolare: da vedere, ad esempio, la località Biolley, che nel dialetto del luogo vuol dire “bosco di betulle”.

Nei dintorni di Morgex non si esauriscono le meraviglie. A 28 km dal centro c’è Aosta, ma basta allontanarsi di 8 km per incontrare Courmayeur e le sue piste da sci esclusive: entrambe le mete sono facilmente raggiungibili grazie alla nuovissima rete autostradale, che tocca le principali città del Nord Italia, della Francia e della Svizzera. A due passi da Morgex e La Thuille, senza bisogno di fare lunghi percorsi in auto, ci si imbatte invece in Arpy, la località sciistica più vicina. Da ottobre a marzo, quando le cime delle Alpi si zuccherano di una neve perfetta, questo è il comprensorio invernale più adatto per chi ama la natura incontaminata e gli ambienti selvaggi, ma non rinuncia allo stesso tempo al comfort di impianti moderni ed efficienti.

Per concedervi un assaggio di storia e cultura, invece, non dovete fare altro che passeggiare per il centro della cittadina con occhi curiosi e attenti. Scoprirete così la bellezza di alcuni edifici, tra cui la chiesa parrocchiale di Santa Maria e il suo campanile, antico superstite della prima versione romanica, citata in un documento del 1176. Nei primi decenni del Quattrocento il complesso fu sottoposto a un grande lavoro di restauro, ma altre modifiche vennero apportate alla fine del Seicento e il risultato tuttora visibile è un edificio semplice ma elegante, con una facciata in pietra a vista e opere d’arte pregiate all’interno.

Da vedere anche la cosiddetta “Tour de l’Archet”, una massiccia torre di pietra posizionata all’estremità occidentale del centro, in una pittoresca piazzetta. Sono attualmente in corso i lavori di restauro che daranno vita, in questa costruzione, alla sede della fondazione culturale intitolata al Natalino Sapegno.

Ma la storia non si respira solo attraverso le opere architettoniche: altrettanto interessanti, e ancora più spassose, sono le tradizioni popolari e le manifestazioni organizzate a Morgex, ottime occasioni per avvicinarsi ai costumi del luogo. Tra le usanze più antiche e famose c’è la Badoche, che si festeggia in paese il 15 agosto, giorno dell’Assunzione, ma si ripete anche nelle frazioni di Villair, a Fraz e a La Ruine in altri giorni dell’anno. In occasione di questa celebrazione patronale, la brigata della Badoche è accompagnata da una fisarmonica e da un clarino e fa il suo ingresso vivace nella piazza, alla fine della Santa Messa. Le danze, interpretate dalle giovani coppie del villaggio, continuano fino a sera, e i genitori dei bimbi nati nell’anno corrente si presentano per donare un fiocco di seta da appendere alla “alabarda”. I festeggiamenti sono accompagnati da banchetti generosi e ottimo vino valdostano.

Raggiungere Morgex non è difficile, grazie all’efficiente rete autostradale che congiunge il borgo alle maggiori città dell’Italia settentrionale. Chi usa l’auto deve imboccare l’autostrada Torino-Aosta, e da Aosta continuare per altri 20 minuti fino all’uscita di Morgex. Chi preferisce il treno deve procedere da Milano in direzione Torino, fermarsi a Chivasso e prendere la coincidenza per Aosta: da qui si prende il treno diretto a Pre-Saint-Didier, che ferma anche a Morgex. L’aeroporto più vicino, a circa 146 km, è quello di Torino Caselle.

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 15/01/2011 @ 08:00:55, in it - Scienze e Societa, read 2333 times)

A 25 km da Torino, nel cuore del Piemonte, dove le colline si aprono per far passare il Po, si incontra il piccolo centro di Castagneto Po, popolato da meno di 2 mila abitanti e distribuito tra i 180 e i 583 metri di quota. Chiamato Casgné dagli abitanti del posto, il paese in provincia di Torino è formato da un nucleo centrale, sul versante meridionale di una collina, e da una costellazione di borgate minori, che si raccolgono intorno ad essa come frammenti di una piccola galassia. Sul versante orientale spicca Genesio, a occidente si vede Cimenasco in lontananza, mentre Ossoli se ne sta alla sommità del rilievo, tutti ad altitudini differenti.

Proprio nella frazione di San Genesio risiede uno dei tesori più preziosi di Castagneto Po, che gli amanti di arte, storia e cultura non possono trascurare. Si tratta della Chiesa di San Genesio, realizzata nei primi anni del Novecento ma affiancata da un campanile romanico dell’anno Mille. Spostandosi nel vero e proprio centro di Castagneto Po si scoprono altri edifici interessanti, come la chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, realizzata nel XIX secolo in stile neoclassico, probabilmente sostituendo una precedente costruzione del XIII secolo. All’interno non si può fare a meno di alzare gli occhi verso la cupola, ornata da splendidi affreschi, e non sono da meno la maestosa pala d’altare e l’organo a canne dell’Ottocento.

Da vedere anche una schiera di dimore signorili disseminate per il paese, perlopiù abbracciate da parchi incantevoli, popolati da piante secolari. Tra le residenze più eleganti si distinguono la barocca villa Ceriana, eretta nel XVIII secolo, e l’ottocentesca villa Revel, in stile neo-palladiano.

Ad attirare il maggior numero di turisti, tuttavia, sono sempre state le note proprietà benefiche del “Regio Fonte”, una sorgente termale generosa di acque salutari. Temporaneamente chiusa per lavori di restauro, in attesa di riprendere l’attività a pieno ritmo, la struttura termale di Castagneto Po ha da sempre garantito soggiorni rilassanti e confortevoli, immersi in uno scenario accogliente dove la bellezza del paesaggio incontra le strutture più moderne. Le acque, salso-bromo-solforose, si rivelano particolarmente utili per chi soffre di disturbi gastro-epatici.

L’elisir miracoloso non è il solo regalo che la natura ci fa: nei pressi di Castagneto Po, infatti, il paesaggio è una culla irresistibile, pronta ad abbracciarvi e guidarvi lungo i sentieri, i prati e i boschi, alla scoperta di paesaggi incontaminati. Nel 1978 è stata istituita la Riserva Naturale del Bosco del Vaj, con lo scopo di valorizzare il patrimonio faunistico e in particolare per la tutela del faggio, una pianta amante del freddo che qui sopravvive a quote eccezionalmente basse.

A nutrire la natura lussureggiante presso Torino, e a rendere la visita a Castagneto Po ancora più piacevole, contribuisce il clima della zona. L’inverno è una stagione suggestiva, con temperature medie che in gennaio vanno da una minima di -3°C a una massima di 6°C, condita da frequenti nevicate e da un’aria frizzante. In estate le temperature medie aumentano: in luglio, il mese più caldo, si va da una minima di 16°C a una massima di 28°C. Le precipitazioni si distribuiscono nell’arco dell’anno in maniera abbastanza regolare, ma il picco massimo arriva in maggio, quando cadono in media 120 mm di pioggia.

Chi sceglie di visitare Castagneto Po non deve trascurare le manifestazioni locali, ottime occasioni per sperimentare di persona l’ospitalità del luogo e conoscere le tradizioni più genuine. Tra le feste da non perdere c’è la Notte delle Lumere: un tempo veniva chiamata così, in tutto il Piemonte, la notte di Halloween, e ancora oggi, ogni 31 ottobre, si può fare un’escursione notturna nel Parco Naturale della Collina Torinese e festeggiare insieme banchettando.

A proposito di banchetti: un’altra importante manifestazione di Castagneto Po è “Stramangiando”, una rassegna gastronomica organizzata in collaborazione con SlowFood, che si tiene alla fine di settembre e ha lo scopo di far conoscere a tutta l’Italia le specialità della gastronomia locale.

Per arrivare a Castagneto Po si può scegliere tra diverse possibilità. Chi viaggia in auto, daTorino, deve prendere la tangenziale A4/E64, uscire a Aosta/Trafori Padania Superiore e procedere in direzione Torino/Chivasso. A questo punto si imbocca la SS11 verso Torino/Abbadia di Stura, dopo 10 km si prende la A21/E70 verso Piacenza/Brescia e si segue la direzione Tangenziale Milano/Bologna. Dopo 8 chilometri si prende la SP 467R, si attraversa Pratissolo e si svolta a sinistra verso Castagneto Po.

L’aeroporto più vicino, per chi viaggia in aereo, è quello di Torino Caselle, a 35 km circa, da cui si possono prendere gli autobus della Provibus per arrivare a destinazione.

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 14/01/2011 @ 12:00:05, in it - Scienze e Societa, read 1908 times)

Ad Entracque c’è un legame speciale tra il borgo e il paesaggio: le casette, strette strette tra loro come per scaldarsi a vicenda, sono dei rifugi sicuri contro la forza indomabile della montagna, tane rassicuranti che proteggono dal freddo e dalla neve. Allo stesso tempo, però, sono sculture in armonia col panorama, e sopravvivono da sempre grazie alla natura selvaggia circostante, che attira sul posto innumerevoli visitatori. Entracque è un borgo piemontese di appena 800 abitanti in provincia di Cuneo, incastonato tra i monti come un monile delicato. Dai suoi 904 metri di quota, a 25 km dal capoluogo provinciale, il paese vive ogni anno un incremento notevole della popolazione, che in estate e in inverno raggiunge le 5000-6000 anime, distribuite negli alberghi pittoreschi o nelle seconde case riservate alle vacanze.

Le cose non sono andate sempre così: un tempo la vocazione di Entracque era agricola, grazie al clima alpino che favoriva la coltivazione delle patate e altri prodotti montani. Tra il Settecento e l’Ottocento prese piede l’industria tessile, che venne però abbandonata con l’avvento dell’industria moderna, cedendo il passo a una nuova risorsa economica fondamentale: appunto il turismo.

Una componente fondamentale è il turismo invernale, sviluppatosi sin dall’inizio del Novecento grazie alla vicinanza della Riserva Reale di caccia. Negli anni Sessanta vennero create le piste da discesa del monte Viver e la sciovia cosiddetta “Piccola”, subito affiancata dalla sciovia “Grande”. Il decennio successivo vide l’istallazione di nuovi skilift, e negli anni Novanta tutte le strutture godettero di un ammodernamento esclusivo. Ospitando gare di rilevanza nazionale e internazionale la stazione sciistica ha riscosso un successo sempre maggiore, sino ai risultati attuali: circa 20 km di piste, alcune utilizzate per le competizioni, in parte innevate artificialmente benché l’ottima esposizione garantisca un buon innevamento da dicembre a marzo. Nel 2006 si sono svolti su queste piste i Giochi Olimpici Torino, regalando ulteriore lustro agli impianti di Entracque.

Se visitate Entracque in primavera o in estate non troverete le vette luccicanti di neve, ma una tavolozza di verdi lucenti, nello scenario magico del Parco delle Alpi Marittime: qui potrete intraprendere lunghe passeggiate, pedalate e vere e proprie arrampicate, in un reticolo inesauribile di sentieri di diverse difficoltà. Elemento dominante del paesaggio, riconoscibile anche nel nome del paese, è da sempre l’acqua: l’economia di Entracque si è sempre basata sull’utilizzo intelligente del ricco patrimonio idrico a disposizione, e già nel Seicento lo sfruttamento del torrente Gesso e del Rio Busset serviva ad azionare i mulini e a far funzionare le fabbriche tessili.

A testimoniare il legame indissolubile tra il borgo e le acque ci sono, in paese, numerose fontane, che con le loro forme caratteristiche accompagnano il visitatore in un percorso affascinante attraverso i secoli. In piazza Giustizia e Libertà si legge un’iscrizione, sulla cornice della fontana, datata 1565, ma ci sono tante altre fontane realizzate in vari periodi, che costituivano veri e propri punti di incontro nel centro cittadino. I mascheroni, le decorazioni e le figure fantastiche di questi piccoli monumenti ricordano un mondo magico, artistico e tradizionale che affonda le radici in tempi lontani.

Fu Vittorio Emanuele II, nel 1836, a notare la ricchezza d’acqua nel territorio, e a stabilire nei paraggi del paese la riserva di caccia Savoia e le riserve di pesca. Oggi l’importanza di questo prezioso elemento emerge chiaramente a Valdieri, la vicina località termale, dove strutture moderne e accoglienti sono pronte a regalarvi un soggiorno indimenticabile dominato dal relax e la pace.

Ma la natura circostante regala agli abitanti di Entracque tante altre cose, aldilà delle acque purissime, delle piste da scii e dai panorami mozzafiato del Parco: le montagne sono infatti generose di prodotti genuini, che finiscono sulle tavole locali sotto forma di piatti prelibati, dopo un passaggio nelle mani sapienti delle signore del posto. Particolarmente gustosi sono i formaggi, soprattutto la ricotta e i tomini freschi, ma anche il saporitissimo Castel Ariund, da accompagnare col miele di rododendro o di millefiori. Da assaggiare anche il Brus, una pasta cremosa ricavata dalla ricotta, ottima da spalmare sul pane rustico diEntracque a base di farina di malto. Immancabili le “cuiette”, ovvero gli gnocchi della tradizione, realizzate con i “bodi”, le rinomate patate di Entracque.

A proposito di prodotti tipici: all’inizio di settembre si svolge in paese la fiera della patata, in concomitanza con la festa patronale di Sant’Antonio. Un’altra occasione di festa particolarmente sentita è quella dell’Immacolata, che comprende la degustazione delle prelibatezze locali, i mercatini natalizi e tanta buona musica ad animare le vie cittadine.

Ad incorniciare il tutto c’è un clima piuttosto piacevole, mite tutto l’anno, senza sbalzi eccessivi di temperatura o valori estremi. Le temperature medie del mese più freddo, gennaio, vanno infatti da una minima di 2°C a una massima di 5°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 17°C ai 27°C. Le precipitazioni sono scarse in estate, infatti a luglio cadono appena 43 mm di pioggia, ma si presentano con più frequenza in primavera, quando cadono in media 110-120 mm di pioggia mensili.

Per raggiungere Entracque si possono valutare diverse possibilità. Chi viaggia in auto dovrà percorrere l’autostrada Savona-Torino, uscire a Cuneo e proseguire per Entracque passando da Borgo San Dalmazzo. Chi sceglie il treno dovrà scendere alla stazione ferroviaria di Cineo, sulle linee Torino-Cuneo o Genova-Cuneo, e raggiungere la meta con gli autobus della Nuova benese. Gli aeroporti più vicini sono invece quelli di Cuneo Levaldigi e di Torino Caselle, rispettivamente a 44 km e 148 km circa.

Fonte: ilturista.info

 
By Admin (from 13/01/2011 @ 12:00:09, in it - Scienze e Societa, read 2893 times)

Situato in bassa Valsesia, la sua sagoma inconfondibile è riconoscibile a distanza. Un'enorme tartaruga che domina la valle dall'alto dei suoi 899 metri.

 

Dipende dalla giornata. Se è bella e luminosa, sin dalla pianura delle risaie che fiancheggiano la Statale 299 - quella che da Novara conduce all'alta Valsesia - è possibile scorgere la sagoma inconfondibile del monte Fenera, una specie di enorme tartaruga che domina la valle dall'alto dei suoi 899 metri. E' una montagna per certi versi unica, quella che dà il nome al Parco Naturale. La superficie dell'area protetta (3.378 ettari, poco più di 33 chilometri quadrati) include boschi cedui e perenni, una flora dalle spiccate peculiarità, grotte di grande interesse speleologico e archeologico, una ricca fauna e segni del passaggio e della storia dell'uomo risalenti ai periodi più remoti. Gran parte del Fenera è di struttura carsica. Ciò ha dato origine alla formazione di numerose cavità, specie nella zona mediana della parete ovest del monte, nelle quali sono stati rinvenuti, oltre a spettacolari formazioni stalattitiche e stalagmitiche, resti di animali del Pleistocene associati a culture di diversi gruppi umani che si sono succeduti nel tempo almeno da 70 mila anni addietro, se non prima ancora.

Le grotte del Fenera sono dette "a orso" per la gran quantità di rinvenimenti ossei dell'Ursus spelaeus (orso delle caverne); un plantigrado alto fino a quattro metri, dotato di potenti mandibole, estintosi circa 20.000 anni or sono. Numerosi sono anche i reperti, in genere sempre ossa, di altri antichi animali. Il ritrovamento (nel 1989) di due denti dell'uomo di Neanderthal - con tutta probabilità gli unici nell'arco alpino italiano - conferma l'importanza dell'area del Fenera nella più remota antichità, quando era abitata da questo nostro progenitore, vissuto in Europa da 85.000 a 35.000 anni fa.

 

Gli antichi uomini del Fenera pare attribuissero significati di carattere magico agli imponenti massi sporgenti dalle pendici della montagna, come si rileva dalle analisi delle incisioni rupestri locali, fra le quali vanno ricordate le numerose "coppelle" (semplici buchi nella roccia) o di incisioni più elaborate, quali forme antropo-zoomorfe, poi esorcizzate in epoca paleocristiana con varie croci incise. Montagna ricca di acque, il Fenera; con la zona del Parco si presenta al 93 per cento coperto di boschi, con prevalenza di castagni e una numerosa varietà di piante. Le colline meridionali sono il regno della robinia, mentre negli avvallamenti più umidi e in prossimità dei torrenti troviamo l'ontano e il pioppo nero.

 

Completano il panorama vegetale arbusti e piante erbacee comuni. Vi sono poi specie più rare, accanto ad altre rarissime e di grande valore ornamentale, quali la lingua cervina, la felce florida e il capelvenere. All'interno del Parco sono oltre 800 le varie specie botaniche catalogate. La regina incontrastata della fauna del Fenera è senza dubbio la cicogna nera, che da qualche anno nidifica in zona. Oltre a molte altre specie di uccelli, bisogna ricordare i rapaci. I mammiferi sono rappresentati da martore, ghiri, caprioli, lepri, cinghiali. Fra i rettili si trovano la vipera e il ramarro. Per quanto riguarda le testimonianze architettoniche, dai resti di una fucina per la lavorazione del ferro di tarda epoca romana, si passa alle murature a spina del secolo XII, alle rovine del castello di Robiallo, al sistema a castra sviluppato lungo le vie commerciali che percorrevano la valle attorno al 1300. Le testimonianze più significative dell'epoca romanico-gotica e del Barocco nell'area del Fenera si hanno con la chiesa parrocchiale di Grignasco e con la cappella di Sant'Antonio in località Ca' Negri. C'è poi un fiorire di chiese e oratori nelle varie frazioni in quota, come per esempio a Colma, Maretti e sulla cima del monte stesso. All'architettura antonelliana e a quella del tardo Neoclassico vanno ascritte le chiese di Soliva e Castagnola e il santuario di Boca, oltre alle numerose e particolari case degli alpeggi (Alpe Fenera, i Camini) e ad altre con tetti in paglia, i noti e tradizionali taragn. Il monte Fenera e il suo parco hanno più di un motivo di interesse per chi arriva dalle grandi città vicine: l'ampio panorama, per esempio, sulla catena dei rilievi alpini verso settentrione (col superbo profilo del Monte Rosa) e, verso meridione, la pianura disseminata di risaie e di campi coltivati. Ma l'interesse maggiore dell'area protetta è dato da ciò che si può vedere e quasi toccare con mano: la grande "tartaruga" in pietra, che da secoli caratterizza la geografia di questa parte del Piemonte orientale.

Fonte: mondointasca.org - Autore: Federico Formignani

 
By Admin (from 12/01/2011 @ 12:00:14, in it - Scienze e Societa, read 2315 times)

Il gruppo Tessa è situato tra i confini dell’Italia e dell’Austria, tra il Burgraviato e Val Passiria e Val Senales. L’Alta Via (numero 24) è uno dei sentieri escursionistici più suggestivi dell'intero arco alpino: una lunghezza di 100 km, l’altezza di circa 1400 m e differenze d’altezza di ca. 100 m.

 

L’Alta Via di Merano è divisa da una parte sud e nord. Nella parte nord Lei può raggiungere il punto più alto che si chiama Passo Gelato (superbi 2.839 m). Ma anche nella parte sud Lei può raggiungere un’altezza di 1.839 m al Rifugio del Valico.

 

I punti più esposti sono attrezzati con catene, funi o parapetti di sicurezza. Gradini naturali, artificiali o scalette facilitano inoltre ascesa e discesa.

 

Per tutto il giro s’impiega tra 3 e 8 giorni. Ma senza paura! Regolarmente ci sono dei rifugi alpini e per rifocillarsi e per pernottare oppure per ripararsi dalle intemperie (Si prega di osservare gli orari d’apertura!).

 

Lagundo è situato nella parte sud: la parte del sole

 

La parte sud ha delle viste splendide: la Val Venosta di sotto, il burgraviato e il val di Passiria. Generalmente si può dire, che la parte sud si possono fare escursioni tutto l’anno; soprattutto tra il maggio e il novembre.

 

Spettacoli di natura all’Alta Via di Merano e il parco naturale Tessa

 

Noi abbiamo tante bellezze naturali, che si possono godere. Le cime impressionanti come il „Tschigat“ (a 2.998 m), la „Mutspitze“ (a 2.294 m) e la “Matatzspitze” (a 2.179 m). Altre bellezze sono la cascata di Parcines, che è probabilmente con l’altezza di caduta di 97 m la cascata più alta d’Alto Adige, e i laghi di Sopranes, 10 laghi alpini situati all’altezza tra 2.117 m e 2.589m.

 

Durante la camminata Lei vedrà masi costruiti secoli fa, che hanno coniato il paesaggio alpino; offrono uno sguardo sulla realtà contadina dell'Alto Adige e sul duro lavoro delle sue genti che in secoli di impegno hanno creato (e conservano ancora) questo paesaggio montano e agricolo.

 

A Lagundo Lei può vedere la Parrocchia di S. Giuseppe, oppure la vecchia Chiesa Parrocchiale dei SS. Ippolito ed Erardo. Per più informazioni Si prega di ciccare qui.

 

L’Alta Via nord: la parte alta

 

Questa parte La porta dalla Val di Fosse alla Val di Plan. Il Passo Gelato a 2.895 m divida queste due valli, ma deve essere attraversato. A causa dall’altitudine si possono fare escursioni solo tra giugno e settembre.

 

Accesso all’Alta Via da Lagundo

 

L’Alta Via di Merano offre tanti accessi. Lagundo Vi offre uno molto speciale: prendendo la seggiovia a Velloi (a 906 m) e dopo la cabinovia, una seggiovia nostalgica fino al rifugio Leiter (a 1.450 m; telefono 0473 44 86 60) dove inizia l’Alta

Via di Merano.

 

In caso Lei volesse fare una escursione sportiva: Lei può andare a piedi sul sentiero n° 25 ossia n° 25A che parte da Lagundo passa per Velloi fino alla malga Leiter.

 

Per i camminatori esperti c’è la possibilità del sentiero “Felsenweg” n°22. Questo sentiero è sotto dell’Alta via di Merano, parte da Velloi e va fino al rifugio Hochmuter(a 1.361 m). Ma attenzione: questo sentiero è solo per persone che non hanno le vertigini!

 

Malga Leiter (1.450m) - Rifugio Hochmuth (1.361m)

durata: ca. 0h 45'

Trattoria Steinegg

Marzo - Novembre

Tel. : (+39) 0473 229940

 
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By Anonimo


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19/04/2024 @ 18:47:07
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