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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 19/07/2010 @ 12:02:00, in it - Scienze e Societa, read 1959 times)
Alture di velluto verde costellate di fiori, spiagge dorate lambite dal turchese e cime aguzze spruzzate di neve: dalle postazioni panoramiche di Seborga, piccolo centro ligure in provincia di Imperia, sembra di poter abbracciare il mondo intero con un solo sguardo, tanto è variegato il paesaggio che si scorge in lontananza. In realtà si tratta semplicemente dello scenario costiero ligure, un concentrato fantastico di colline, città, montagne, borgate tranquille e spiagge rinomate.

Seborga è un agglomerato timido di casette popolate da meno di 400 abitanti, adagiato nell’entroterra tra Ospedaletti e Bordighera, e distante 46 km dal capoluogo. L’atmosfera che si respira nelle viuzze del centro è quella tipica dei villaggi antichi, infatti Seborga affonda le radici ancora prima del X secolo. Proprietà del conte di Ventimiglia, il paese venne acquistato dai monaci benedettini di Lerino, che ne diventarono i principi.

A proposito di principi, non si può visitare Seborga senza notare alcuni tratti originali, dovuti a una trovata che dagli anni Cinquanta del XX secolo ha fatto molto discutere gli abitanti del luogo e non solo. In quel periodo, infatti, alcuni cittadini iniziarono a rivendicare l’indipendenza del comune dalla Repubblica Italiana, in base all’antico status di principato e a un’ipotetica invalidità dell’annessione al Regno di Sardegna.

Nonostante l’Italia non abbia mai concesso tale indipendenza, i cittadini hanno dato vita a un Principato vero e proprio, con l’elezione di un principe per il governo, il conio di una moneta detta Luigino, e l’utilizzo di speciali targhe automobilistiche accanto a quelle tradizionali. Che si tratti di una convinzione reale o di una trovata pubblicitaria ben riuscita, studiata ad hoc per incuriosire i turisti, certo è che a Seborga si respira un’aria particolare, intrisa di tradizioni suggestive e appassionanti.

Ma l’aspetto più affascinante sono senza dubbio i monumenti del centro storico, ad esempio la splendida chiesa parrocchiale di San Martino. Collocata nel cuore del borgo, eretta tra il XVI e il XVII secolo, la struttura ha una facciata barocca restaurata di recente e un interno di dimensioni modeste, dotato di tre altari e opere d’arte pregevoli. Al di fuori della chiesa, a cingere il sagrato, ci sono gli eleganti archi a tutto sesto e l’ingresso al palazzo dei monaci, utilizzato come residenza durante i loro soggiorni a Seborga. Acquistato da un abitante del luogo nel 1607, l’edificio ospita oggi una residenza privata, e in una delle sale si può ancora ammirare la lastra di ardesia che reca l’iscrizione riguardante il conio delle monete locali.

Proprio nella parte bassa dello stesso palazzo, infatti, tra il 1666 e il 1686 si produssero le famose monete, di cui oggi rimangono pochissimi esemplari preziosissimi, fatti d’argento e incisi accuratamente su entrambi i lati. Su una faccia c’è il busto di San Benedetto, e sull’altra si vedono due rami di palma, una mitra, un pastorale, e una scritta in latino che si riferisce al Monastero di Lerino. Interessanti anche le antiche porte d’accesso a Seborga, che in origine erano quattro ma di cui soltanto tre si sono ben conservate: si tratta della porta San Martino, della porta San Sebastiano e della porta del Sole, mentre dell’ingresso a nord del paese restano soltanto gli antichi cardini.

Infine, disseminati per il paese, si possono vedere vari monumenti commemorativi, innalzati in epoche diverse: in un bel giardino all’entrata di Seborga c’è il monumento a Umberto I fatto costruire nel 1929 da sua moglie, la regina Margherita, che aveva soggiornato nel borgo; accanto all’oratorio di San Bernardo si erge in monumento agli Alpini caduti in guerra, mentre nella piazza dedicata ai martiri patrioti c’è una lapide per i partigiani morti tra il 1943 e il ’45.

Un ultimo buon motivo per conoscere Seborga è la sua indole vivace, che si manifesta soprattutto durante le feste e gli eventi culturali organizzati in paese nel corso dell’anno. Tra le occasioni da non perdere ci sono la Notte BiancAzzurra, la Festa del Principato, la Festa della Birra e la Festa patronale di San Bernardo che ricorre il 20 di agosto.

Il tutto si svolge in un’atmosfera ridente, nelle viuzze pittoresche del borgo, immerse in un clima piacevolissimo dai tratti mediterranei temperati. Estati calde ma allietate da una leggera brezza, inverni miti e precipitazioni scarse sono gli ingredienti per la vacanza perfetta: in gennaio, il mese più freddo, le temperature medie vanno infatti da una minima di 7°C a una massima di 13°C, mentre in luglio si passa dai 20°C ai 27°C. Le precipitazioni, scarse in estate, si concentrano tra ottobre e novembre, quando cadono in media 83-87 mm di pioggia mensili.

Per raggiungere Seborga si può scegliere tra diverse opzioni. Chi viaggia in auto deve percorrere l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia e uscire a Bordighera, per poi seguire le indicazioni fino alla meta. Per chi preferisce il treno c’è la stazione del paese, situata in una postazione strategica in pieno centro storico, mentre gli aeroporti più vicini sono quelli di Villanova d’Albenga e Genova, rispettivamente a 82 km e 155 km. Ancora più vicino, ma in territorio francese, è l’aeroporto di Nizza, a soli 60 km da Seborga. ( Fonte. ilturista.info)
 
By Admin (from 20/07/2010 @ 10:16:07, in it - Scienze e Societa, read 1287 times)

La cremagliera più ripida del mondo per scalare il Pilatus.


Il tragitto che dalle sponde del lago dei Quattro Cantoni, nella Svizzera centrale, porta in cima al monte Pilatus (2'100 m) non è soltanto panoramico, ma pure unico nel suo genere.

Con una pendenza massima del 48%, la ferrovia a cremagliera del Pilatus è la più ripida del mondo. Raffaella Rossello di swissinfo.ch ha accompagnato il macchinista nella cabina di comando.

 
 
By Admin (from 21/07/2010 @ 10:19:14, in it - Scienze e Societa, read 1488 times)

Il giro del mondo su un aereo solare.


L'avventuriero svizzero Bertrand Piccard ha sognato per anni di diventare il primo uomo a compiere il giro del mondo a bordo di un velivolo solare. Con la presentazione del prototipo di Solar Impulse, che ha necessitato 6 anni di lavoro, il sogno di Piccard è diventato un po' più reale. ( Fonte: Julie Hunt, SF1/ swissinfo.ch)

 
 
By Admin (from 21/07/2010 @ 12:05:42, in it - Scienze e Societa, read 2427 times)

Basterebbe saper che il litorale, in questo tratto di Liguria, prende il nome di Golfo Paradiso, per aver voglia di partire alla scoperta delle sue borgate e delle sue calette pittoresche, in cerca di una quiete e di un paesaggio idilliaci. Le aspettative sono rispettate dalla bellezza di Sori, piccolo comune ligure di circa 4.300 abitanti in provincia di Genova, incastonato lungo la Riviera di Levante.

Il territorio della cittadina, accarezzato dalle onde limpide del Mar Ligure, si allunga nell’entroterra lungo la valle del torrente omonimo, sino allo spartiacque con l’alta valle Fontanabuona e toccando la frazione di Pannesi, nel comune di Lumarzo. Più che un paese è una costellazione di paesini minori, nata dall’unione dell’antico centro di Sori col soppresso comune di Canepa.

Tutto il borgo si sviluppa su un terreno montuoso, che tocca gli 894 metri di latitudine sulla vetta del monte Becco: gran parte dei rilievi sono occupati dalle tipiche coltivazioni a terrazze, molto diffuse in Liguria per la produzione di uva e olive, affiancate dalla vegetazione selvaggia dell’ambiente mediterraneo e dalle foreste di castagni, faggi e querce. La costa è come un’immensa scultura scalfita nella roccia, con scogliere mozzafiato che si inabissano tra i flutti e raggiungono i 3 metri di altezza. Soltanto di fronte all’abitato principale si apre una piccola caletta di sabbia: per il resto si tratta di insenature aspre e, proprio per questo, ancora più affascinanti.

Anche il cuore di Sori nasconde dei tesori interessanti, preziosi testimoni del passato del borgo e delle sue usanze più caratteristiche. Tra gli edifici di culto più belli e più importanti c’è la chiesa di Santa Margherita, la cui planimetria si sviluppa longitudinalmente, con un atrio e un presbiterio molto allungati. A navata unica, ampia e molto alta, è a forma rettangolare ed è affiancata da una serie di cappelle basse. Interessanti i quadri e gli affreschi risalenti al XVIII secolo, realizzati da artisti della scuola pittorica ligure.

Non mancano poi gli edifici civili, come il ponte “napoleonico” ad arco, in pietra da taglio, che apparteneva all’antico tracciato della via Aurelia, così come la Via Sant’Erasmo, che è la strada più antica e meglio conservata del capoluogo.

 

Sui due lati si innalzano due schiere continue di palazzi piuttosto alti, che costituivano una buona barriera contro eventuali attacchi provenienti dal mare, secondo l’uso tipico dei borghi marinari genovesi.

 

Sul tracciato, verso il mare, si apre la graziosa piazzetta di Sant’Erasmo con l’omonimo oratorio, sede tra l’altro di manifestazioni culturali e musicali.

A proposito di manifestazioni, a Sori non mancano mai le occasioni di divertimento e di festa: in particolare per tutta la stagione estiva gli eventi si susseguono a ritmo serrato, in un turbine continuo di celebrazioni religiose, appuntamenti culturali e serate folcloristiche, in cui regnano la buona musica e la buona cucina. Da non perdere il Sori Jazz Festival che si svolge nei fine settimana di luglio, la festa di San Lorenzo del 10 agosto, la festa di Nostra Signora delle Grazie dal 12 al 15 agosto, la scoppiettante festa di San Rocco del 16 agosto e infine la festa di Nostra Signora Addolorata nella frazione di Teriasca, il terzo fine settimana di settembre. Per l’occasione la piccola località si riempie di stand gastronomici e bancarelle, e fa da scenario agli spettacoli di danza e alla tradizionale processione religiosa.

Per arrivare a Sori si può scegliere tra diverse opzioni. Chi viaggia in auto deve percorrere l’autostrada A12 e uscire a Recco, poi continuare per 6 km in direzione Genova fino a destinazione; in alternativa si può uscire a Genova-Nervi e proseguire per circa 8 km in direzione La Spezia. Se preferite il treno troverete la stazione di Sori sulla linea Genova-La Spezia: qui fermano i treni regionali provenienti da Savona, Genova Voltri, Genova, Recco, Sestri Levante e La Spezia. L’aeroporto più vicino, a 30 km circa, è il Cristoforo Colombo di Genova, da cui ci si può servire dei mezzi pubblici o del treno per arrivare a Sori.

Giunti a destinazione verrete accolti da un clima mediterraneo piacevolissimo, caratterizzato da temperature sempre miti, estate calde ma ventilate e inverni dolci, che non toccano mai valori troppo bassi. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno infatti da una minima di 5°C a una massima di 11°C, mentre in luglio si va dai 21°C ai 27°C. Le precipitazioni, scarse nei mesi più caldi, toccano il picco massimo in ottobre, quando cadono in media 153 mm di pioggia. ( Fonte: ilturista.info)

 
By Admin (from 22/07/2010 @ 10:21:10, in it - Scienze e Societa, read 2181 times)
Per conoscere gli animali da fattoria, l'affetto che sanno dare e ricevere, la loro dignità, la loro bellezza.

Un documentario basato sul libro "Il maiale che cantava alla luna" dello scrittore di fama internazionale Jeffrey Masson. Adatto a tutte le età, particolarmente indicato per la visione nelle scuole medie inferiori e superiori, questo video mostra gli animali "da fattoria" per quello che sono realmente, esseri senzienti e non "macchine" come sono oggi considerati negli allevamenti intensivi.

Nel video impareremo a conoscere questi animali, che solitamente non vengono né amati, né rispettati. Vedremo come vivono in natura, e come vivono invece nella dura realtà dell'allevamento, ma anche come potrebbero vivere se venissero rispettati, l'affetto che sanno dare e ricevere, la loro dignità, la loro bellezza, dentro e fuori. Evitare il loro sfruttamento e la loro morte dipende solo da noi: basta smettere di mangiarli. ( Fonte: www.laverabestia.org)

Doppiaggio in italiano a cura di AgireOra Network,
www.AgireOra.org
Earth View Production e Animal Place,
www.AnimalPlace.org

 

Una scultura in bilico tra la montagna e il mare, intessuta di viottoli tortuosi che scivolano verso la costa o si inerpicano sempre più in alto, da dove si può ammirare la Riviera Ligure in tutto il suo splendore: questa è Bergeggi, borgata ligure di circa 1200 abitanti, in provincia di Savona, abbarbicata a 1100 metri di quota e immersa in un paesaggio mozzafiato.



Situata nei pressi della Riviera delle Palme, splendente porzione del litorale della Liguria, Bergeggi è incastonata alle pendici del Monte Sant’Elia, da dove parte la passeggiata pittoresca che raggiunge il mare. Giunti nella zona litoranea si scoprono le tinte più vivaci e moderne di Torre del Mare, la frazione balneare del comune, realizzata tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso col preciso scopo di incentivare il turismo e accogliere i vacanzieri amanti della zona.

Distante circa 10 km da Savona e 60 km da Genova, capoluogo regionale, Bergeggi è in una posizione comoda e vitale, vicina a città stimolanti e allo stesso tempo immersa in uno scenario suggestivo e tranquillo. La bellezza dell’ambiente e la ricchezza naturalistica hanno determinato la nascita, nel 1985, della Riserva Naturale Regionale di Bergeggi, che oltre al nucleo centrale del paese comprende l’omonima isola e la striscia litoranea corrispondente, con una grotta marina e la bella sughereta delle Natte. Nel 2007 è stata istituita anche un’area marina protetta, molto amata dagli esperti di immersioni.

L'intero isolotto, la costa rocciosa prospiciente, la grotta marina e la sughereta delle Natte fanno parte dal 1985 della Riserva naturale regionale di Bergeggi e dal 2007 dell'Area naturale marina protetta Isola di Bergeggi. Ma la cittadina è anche un concentrato di arte e cultura, ben manifeste nelle architetture che costellano il centro abitato: tra gli edifici religiosi più importanti c’è la chiesa parrocchiale di San Martino di Tours, costruita nel 1706 e custode di un prezioso dipinto del XVI secolo raffigurante la Madonna del Rosario, realizzato in stile tipico ligure-toscano. A questo si aggiungono una statua dell’artista francese Lacroix e un crocifisso di Anton Maria Maragliano. Altri edifici di culto sono la cappella di Santo Stefano, nascosta tra la vegetazione sui colli dietro il borgo, e sull’isola si trovano i resti di un’antichissima chiesa paleocristiana e di un imponente monastero istituito nel 992.

Anche le architetture militari hanno a Bergeggi dei valorosi esponenti, come i forti di Santo Stefano e San Giacomo, il primo del XVII secolo e il secondo del XVIII, entrambi collocati tra le montagne al confine fra Vado Ligure e Bergeggi. Inoltre il paese era anticamente dominato dal forte di Monte Sant’Elia, di cui rimangono solo alcune parti. Risale all’Alto Medioevo la torre costiera d’Ere, che serviva ad avvistare eventuali nemici in avvicinamento, mentre la torre Rovere è del Quattrocento.

Come ogni antico borgo marinaro che si rispetti, anche Bergeggi fa rivivere la sua storia e le sue tradizioni passate attraverso un ricco repertorio di eventi popolari e culturali, che animano il centro in varie occasioni nel corso dell’anno. Tra le manifestazioni più moderne c’è “Bergeggi Sotto&Sopra”, un appassionante concorso di fotografia subacquea, ma le feste più apprezzate sono quelle che affondano le radici nella tradizione eno-gastronomica, come la Sagra del Vino Nostralino e la Sagra dei Saraceni.

La Sagra del Vino Nostralino si svolge nella piazza del paese a metà giugno, e comprende la premiazione del miglior vino presentato, del vino più corposo e del vino col miglior bouquet, ma soprattutto una degustazione imperdibile di prodotti vinicoli e culinari deliziosi, accompagnati da buona musica e allegri spettacoli danzanti. Anche la Sagra dei Saraceni, che si tiene nella seconda metà di luglio, dà la possibilità di assaggiare le ghiottonerie più caratteristiche della città, prima di assistere ai giochi e agli spettacoli serali.

A conciliare il divertimento e la vita all’aria aperta ci pensa il clima piacevole di Bergeggi, di tipo mediterraneo temperato, con valori climatici miti e tante giornate di sole. Le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno in effetti da 1°C a 12°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 16°C ai 29°C. Le precipitazioni, quasi assenti nel periodo estivo, toccano il picco massimo in ottobre, quando cadono in media 106 mm di pioggia.

Per raggiungere Bergeggi si possono valutare diverse opzioni. La città non è dotata di un proprio casello autostradale, pertanto dall’Autostrada A10 è necessario uscire a Vado Ligure-Savona se si viene da nord, oppure a Spontorno se si viene da sud, per poi continuare lungo la Strada Provinciale 1 Aurelia fino alla meta. Se si sceglie il treno conviene scendere a Vado Ligure-Quiliano, sulla linea Ventimiglia-Genova nel tratto compreso tra Savona e Genova. L’aeroporto di Genova è a circa 54 km, e quello di Villanova d’Albenga è circa alla stessa distanza da Bergeggi. ( Fonte: ilturista.info)

 
By Admin (from 23/07/2010 @ 10:32:40, in it - Scienze e Societa, read 2023 times)
Documentario su fast food ed in particolare Mac Donald.

Dopo accurati esami, da cui risultano tutti i valori nella norma e un perfetto stato di salute, il protagonista si nutre per un mese esclusivamente da Mac Donald con tre pasti quotidiani: colazione, pranzo e cena. I risultati saranno scandalosamente tremendi, tutti i parametri andranno più che fuori dalla norma e tanto altro ancora.

La dimostrazione con tanto di esperimento scientifico che il fast food è nocivo alla salute e pericoloso per la fase della crescita. Una considerazione: ma cosa ci danno da mangiare? ( Fonte: laverabestia.org)

 
By Admin (from 23/07/2010 @ 12:10:29, in it - Scienze e Societa, read 2991 times)

Un tempo pittoresco villaggio di pescatori, oggi Portofino è il simbolo della vacanza esclusiva e raffinata, dove uno splendido contesto naturale e paseaggistico fa da fulgido sfondo alla vita mondana e lussuosa di una delle baie più "in" di tutta la penisola. Per arrivare in questa incantevole località di vileggiatura si può optare per l'areo, scegliendo come scalo l'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova che dista circa 30 km dalla citttà, oppure utilizzare il treno, scendeno alla stazione di Santa Margherita Ligure oppure, in alternativa, a quelle di Recco e Camogli e da qui utilizzare l'autobus. Per chi dispone di mezzi propri l'uscita dell'autostrada consigliata è quella di Rapallo, da qui bisogna seguire la Sp 227 che passa da Santa Margherita Ligure, superare la località di Paraggi ed arrivare a Portofino.

 

Portofino si affaccia su di uno scenario naturale di rara suggestione, tanto che il promontorio roccioso che prosegue oltre la città è dichiarata zona protetta fa da oltre settant'anni. In questa zona di Liguria l'uomo è riuscito a creare una perfetta simbiosi con il paesaggio, le case dalle varie tinte cromatiche ma delicate come fossero colori pastello, si integrano pienamente alla cornice verde delle montagne trapuntate di pini e macchia mediterranea.

 

Da visitare a Portofino c'è tutto il centro, caratteristico per le sue case in stile genovese ed alcune opere d'arte pregevoli. I monumenti da segnalare sono l'Oratorio di Santa Maria Assunta, in splendido stile gotico, e le due chiese di San Martino (dodicesimo secolo) e quella di San Giorgio al cui interno sono custodite alcune reliquie attribuite al santo. Una passeggiata classica da compiere a Protofino è quella che conduce alla punta del faro, sull'estremità meridionale del promontorio. Il percorsa passa nelle vicinanze del Castello Brown, del sedicesimo secolo, che domina la sua baia con i suoi bastioni e la coorte di pini secolari, uno dei quali, maestoso, svetta dalle sue mura.

 

Proseguendo si arriva alla punta, in una cornice di verde silvestre, con i profumi della macchia mediterranea e con un panorama a sbalzo sulle rocce, che toglie il respito, e s'affaccia sull'intero golfo del Tigullio. Se cercate invece una bella spiaggia, la migliore è quella posta a meno di due km dal centro cittadino, tornando indietro in direzione di Recco. La prima baia che s'incontra è quella della località di Paraggi, l'unica dotata di una grande spiaggia nella zona, difatto diventando la Spiaggia di Portofino. Il luogo è decisamente "in" con un paesaggio molto bello e grandi barche che ogni tanto vengono ad ancorarsi nelle vicinanze.

 

La spiaggia è spesso frequentata da personalità e VIP ed è una delle località più raffinate della riviera.

 

Da Portofino si compiere una bellissima escursione che è un vero tuffo nella storia, e cioè la visita dell'Abbazia di San Fruttuoso, nel cuore del parco naturale e delpromontorio di Portofino.

 

La chiesa non è raggiungibile con l'automobile e quindi ci sono due uniche possibilità: arrivarci via mare, approfittando delle escersioni organizzate, o noleggiando la vostra barchetta se siete provetti navigatori, oppure compiere la passeggiata via terra, opzione consigliabile solo se siete veri amanti del trekking visto che si tratta di sentieri decisamente impegnativi.

 

Qualunque sia il vostro modo di giungere fino a San Fruttuoso, la ricompensa è assicurata dalla magnifica costruzione che da circa 1000 anni sigilla con le sue pietre il fondo della baia, Lo scenario della spiaggia con dietro il santurio colore delle rocce, il campanile e le arcate alla base, vi rimarrà impresso a lungo. E' anche possibile pernottare alla baia ma, essendo una dimora storica, il vostro budget deve essere particolarmente consistente... ( Fonte: ilturista.info)

 
By Admin (from 24/07/2010 @ 09:55:00, in it - Scienze e Societa, read 4045 times)

 Costanza è la città più antica del territorio della Romania, attestata per la prima volta nell’anno 657 avanti Cristo, ai tempi della colonia greca di Tomi. Conquistata in seguito dai romani, la città-porto al Mar Nero è stata rinominata Constantiana, in onore di Flavia Giulia Costanza, la sorella dell’imperatore Costantino il Grande. La storia della città rispecchia in gran parte le tribolazioni e le trasformazioni subite dai territori romeni. Alcuni segni sono ancora presenti: vestigia delle mura di recinto, colonne, palazzi o il faro portuale, situato nel lungomare, vicino alla statua del poeta nazionale romeno Mihai Eminescu. Nonostante sia conosciuto come il Faro Genovese, esso non ha alcun legame con il porto di Genova, anche se nel XIII° secolo il Mar Nero era praticamente sotto il dominio dei genovesi, che contribuirono allo sviluppo della città. La storia del Faro comincia in realtà all’inizio del XIX° secolo, quando la città era sotto occupazione turca. 

L’ingegnere Petre Covacef, autore del libro “La storia del faro genovese”, ci ha spiegato quali sono state la decisioni prese all'epoca dall'amministrazione turca dei fari portuali. “Questa amministrazione costruì nel 1802 a Sulina il vecchio faro, conservatosi a tutt'oggi. Poi, nel 1822, a Costanza fu eretto un altro faro, su un promontorio e, infine, nella località Sabla, fu costruito anche un faro in legno. Nel 1828, la città di Costanza fu occupata dall’esercito russo, che aveva iniziato una guerra contro i turchi, durata due anni e svoltasi parzialmente anche in Dobrugea. La guerra si è conclusa con la firma del Trattato di Adrianopoli nel 1829. A Costanza, l’esercito russo aveva portato tante armi e munizioni, specialmente polvere da sparo, depositate in vari locali pubblici e nei vecchi silos di cereali della città, svuotati per farne posto. Il faro, esistito fino al 1829, funzionò nelle condizioni tecniche specifiche alla prima metà del XIX° secolo. La luce del faro proveniva dal fuoco acceso nella sua cupola e alimentato da una miscela speciale a base di paraffina. Si conosce anche il nome dell'allora custode, un certo Toma Radicevici”, ha spiegato il nostro ospite. 

Purtroppo, il faro sarebbe stato distrutto dall'incendio provocato dalle munizioni dell'esercito russo, che avrebbe devastato anche gran parte della città. La ricostruzione del faro è stata decisa molto più tardi, quando la città di Costanza rinacque, in seguito alla costruzione della ferrovia che la collega a Cernavoda, nel 1865. La stessa società che aveva costruito la ferrovia costruì anche un nuovo faro. "Per il faro, furono portati costruttori italiani che all’epoca lavoravano a Costantinopoli. Erano muratori, marmisti, tagliapietre ed altri e probabilmente provenivano dal genovese. La gente del posto, all'apprendere dell’arrivo dei costruttori in città, chiese chi fossero. La risposta: italiani di Genova. E così, la gente andava a vederli al lavoro. Cosa costruivano i genovesi? Un faro. Ecco perché questo faro, costruito in un anno, si chiama il Faro Genovese”, spiega inoltre l’ingegnere Petre Covacef. Alto 21 metri, il faro di Costanza era visibile dal mare da una distanza di circa 24 km. Si conferma a tutt'oggi un importante reperto della storia di Costanza.

Fonte: rri.ro

 
By Admin (from 24/07/2010 @ 10:36:25, in it - Scienze e Societa, read 1584 times)
Ad appena un mese di vita verrà strappato alla mamma e stipato in un tir per essere trasportato. Se sopravviverà al viaggio estenuante, senza cibo né acqua, arriverà nell’inferno del macello.

Immobilizzato, stordito e infine sgozzato, morirà lentamente, per dissanguamento. Mentre ciò avviene gli altri agnellini assistono al massacro, percepiscono l’odore del sangue e attendono terrorizzati il loro turno, per essere poi uccisi allo stesso modo.

Ogni anno 900.000 agnelli, tolti prematuramente alle proprie madri, vengono immolati per le tavole degli italiani, in nome della tradizione.
( Fonte: laverabestia.org)


 
 
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Now Colorado is one love, I'm already packing suitcases;)
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By Napasechnik
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By Anonimo


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