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 Trilingual World Observatory: italiano, english, română. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 27/07/2010 @ 13:45:49, in it - Video Alerta, read 2178 times)

Nel corso dei secoli numerosi sono stati i nomi attribuiti dalle varie culture a quell’affascinante creatura mitologica che porta l'appellativo di Licantropo: quell’essere umano con la capacità di trasformarsi in lupo mannaro nelle notti di luna piena, protagonista di spaventose storie che, per secoli, hanno dominato le culture di tutto il mondo e che solo negli ultimi 70 anni ha cominciato anche a comparire sul grande schermo.

In principio fu il classico del 1941 “L’uomo lupo” a dare il via a questo mito, personaggio icona destinato a durare a lungo; successivamente abbiamo avuto i vari Van Helsing, lupi mannari americani in giro per il mondo, Twilight, Underwolrd, ed ora, con la firma di Joe Johnston (“Jurassic Park III”, “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi”) arriva questo “Wolfman”, interpretato nientemeno che da due Premi Oscar di tutto rispetto: Benicio Del Toro ed Anthony Hopkins.

Storia spaventosa ma anche storia d’amore e non solo di violenza (avvisiamo subito il pubblico più sensibile dell’interminabile fiumana di sangue che scorrerà dall’inizio alla fine e delle interiora asportate, manco fossimo in una sala operatoria), la riattualizzazione di questo classico (che rimane abbastanza fedele all’originale) si sposta dalle location del Galles degli anni ’40 all’Inghilterra vittoriana del 1890 e ci presenta Lawrence Talbot (Del Toro) che ritorna a distanza di anni nella cittadina di Blackmoor.
Testimone di un indicibile orrore di cui è stato partecipe da bambino, viene allontanato per un anno in manicomio e, una volta uscito, intraprende la carriera teatrale in quel di Londra.

Richiamato dalla fidanzata del fratello (preoccupata per la scomparsa del suo amato), Lawrence dovrà vedersela con una mostruosa creatura che sta seminando panico e terrore nell’intero villaggio, oltre ad impegnarsi a ricostruire un rapporto col padre, abbandonato da decenni.

A rendere omaggio al film, in una versione più attuale per il pubblico di oggi, l'ossessionante e viscerale ululato di un Benicio del Toro (“Traffic”, “21 grammi – Il peso dell’anima” e la recente biografia in due film di Ernesto Che Guevara) dagli occhi incredibilmente espressivi e in grado di trasmettere grandi emozioni, sorretto dalla sempre magistrale interpretazione di Anthony Hopkins (basta solo rammentare il capolavoro “Il silenzio degli innocenti”), freddo come il ghiaccio, esemplare nel non far trasparire alcuna dolcezza verso la tragedia e il dolore, in un look da unghie sporche, pellicce indossate con vestaglia e cappotto, capelli arruffati e che si aggira per un’enorme residenza desolata in totale stato di abbandono (per la cronaca, abitata dal Duca e dalla Duchessa del Devonshire, che ne sono anche i proprietari).
Non tralasciamo anche il cameo di una brava Geraldine Chaplin (nel la parte della zingara Maleva) che presagisce la notizia della maledizione di Lawrence.

Accanto a loro la lodevole interpretazione dell'Ispettore Aberline (interpretato dal celebre attore Hugo Weaving di “Priscilla – Regina del deserto”, la trilogia di “Matrix” e l'altra famosissima trilogia “Il signore degli anelli”), saggio e furbo estraneo tra gli abitanti del minuscolo paesino di montagna.
La presenza femminile (d'obbligo) ha, invece, le fattezze di Emily Blunt (assistente di Meryl Streep in “Il diavolo veste Prada”), vedova e innamorata felice, che ovviamente farà di tutto per salvare il nuovo innamorato di turno.

Pur non spiccando per originalità di trama, la pellicola, che sicuramente incontrerà il gusto di quegli spettatori attratti dal lato oscuro della vita (trasformazione, resurrezione, salvezza), riesce a cavarsela nel rappresentare l'uomo che lotta con i due lati della natura (la parte civilizzata e quella animale) e il buon esito è sicuramente dovuto anche alla cupa fotografia di Shelly Johnson, in grado di risaltare una Londra sporca, inquinata, illuminata da lampade a gas e un paesino (Blackmoor), nebbioso e assonnato, che fa venire i brividi con le sue case buie, creando quel risultato visivo freddo e desolato, tipico delle atmosfere da film horror classico.

Sovrasta il tutto il bel processo di trasformazione dell’uomo in lupo mannaro: quella metamorfosi da calmo nobiluomo a segugio infernale, merito del sei volte vincitore del Premio Oscar Rick Baker, la splendida colonna sonora di Danny Elfman (che può vantare la collaborazione con un notevole numero di registi di fama mondiale) e l'apprezzabile rappresentazione di costumi gotici, ottimamente calati in un'atmosfera come quella richiesta da questo film.

Pur nella semplicità del solito monster movie, cosa può mai dirci l'ennesimo licantropo di turno?
Forse anche solo trasmetterci la sensazione, comune a molti, di aver fatto qualcosa che non avremmo dovuto o che in tutti noi c'è un no so che di primitivo, di animale, che dobbiamo imparare a controllare per non rimanerne condannati.

O, forse, anche solo pensare che, spesso, non sono solo gli animali ad attaccare e ad uccidere, poiché la malignità di noi umani ci può portare a fare cose che mai avremmo immaginato di compiere. Cosa, questa, che dovrebbe farci ancora più paura. ( Fonte: cinemalia.it)

Autore della recensione: Piergiorgio Ravasio

Redazioneonline- Cinema e Spettacoli

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By Admin (from 27/07/2010 @ 12:18:12, in it - Scienze e Societa, read 3443 times)

C’è una fetta della provincia di Pavia che se ne sta racchiusa tra Piemonte ed Emilia-Romagna, nota come Oltrepò Pavese, amata dai golosi per il salame di Varzi, i formaggi dell’alta valle Staffora e l’ottimo vino, apprezzata dai più romantici per il paesaggio dolce e arrotondato delle colline.

Qui, a ridosso dell’Appennino, sorge Salice Terme, piccola frazione di 1000 anime del comune di Godiasco, abbracciata da una corona di colli disseminati di torri, castelli e borghi medievali. Per quanto piccola e dal carattere riservato, si tratta della località turistica più bella e famosa dell’Oltrepò Pavese, nota soprattutto per gli stabilimenti termali che sfruttano le acque sulfuree, salsobromoiodiche e solforose del territorio.

Dall’aerosolterapia alla fangoterapia, le cure e i trattamenti termali si accompagnano a sedute di bellezza, relax e benessere, nello scenario accogliente e moderno del complesso termale di Salice. Le sorgenti locali sono tra le più ricche di idrogeno solforato in Italia, così ricche di minerali da risultare perfette per la cura del sistema respiratorio e cutaneo.

Per chi non fosse ancora convinto c’è un’ulteriore ragione per cui scegliere le Terme di Salice: il Ministero della Salute ha assegnato e confermato alle sorgenti locali la classificazione “1° Livello Super” per la qualità e l’ampia scelta di trattamenti. Per restare all’altezza di un riconoscimento tanto prestigioso il personale del complesso termale è serio e professionale, impegnato a regalare benessere, salute e serenità.

Ma Salice Terme sorge in una terra generosa su tutti i fronti, anche dal punto di vista paesaggistico, naturalistico e, soprattutto, storico-artistico. A pochi chilometri da Salice, infatti, si può ammirare l’Antica Abbazia di S.Alberto, simbolo per eccellenza della vita monastica in età medievale. Eretta nel lontano XI secolo, l’antica chiesetta custodisce gelosamente pregevoli opere d’arte, in particolare numerosi affreschi quattrocenteschi.

Da vedere anche il vicino borgo di Varzi, anch’esso pervaso dall’inconfondibile atmosfera medievale. Qui potrete passeggiare lungo la caratteristica “Via del Sale”, oppure visitare la Chiesa dei Cappuccini del XIV secolo, in austero stile tardo-romanico. La natura incontaminata e il sapore medievale dei borghi limitrofi non devono trarre in inganno: Salice Terme è tutt’altro che isolata, silenziosa o addormentata. Sono invece innumerevoli le occasioni di festa distribuite nell’arco dell’anno, pensate appositamente per celebrare le tradizioni locali, per far conoscere ai visitatori la vera indole del paese e per valorizzare il patrimonio cittadino. Tra le occasioni più amate ci sono il Carnevale dei Bambini, con le sue sfilate in maschera, e l’atteso Concorso Balconi e Giardini Fioriti che si svolge da maggio a giugno. Per tutta l’estate poi, nell’ambientazione incantevole del Parco delle Terme, una volta al mese c’è la Rassegna dell’Hobbistica e del Piccolo Artigianato, con tante bancarelle di tutti i tipi.

Chi ha deciso di visitare Salice Terme sarà felice di sapere che si trova in una posizione strategica, facilmente raggiungibile in auto e comodamente accessibile da tutte le principali vie di comunicazione del Nord d’Italia. A pochi minuti da Alessandria, Voghera, Pavia e Tortona, Salice è raggiungibile mediante l’Autostrada A7 Milano-Genova, sucendo a Casei Gerola e seguendo le indicazioni fino alla meta. In alternativa, dall’Autostrada A21 Torino-Piacenza, bisogna uscire a Voghera e proseguire per circa 10 minuti seguendo i cartelli.

La stazione ferroviaria più vicina è quella di Voghera, sulle linee Milano - Ventimiglia, Roma - Torino e Bologna - Torino, mentre gli aeroporti più vicini sono quello di Milano, a 87 km circa, e quello di Genova, a 112 km.

Giunti a destinazione ci si innamora immediatamente del microclima piacevole, dovuto alla collocazione da nord a sud lungo la vallata del torrente Staffora, che alimenta lo spirare delle brezze settentrionali.

 

Le temperature medie del mese più freddo, gennaio, vanno da una minima di -1°C a una massima di 5°C, mentre in agosto si passa dai 19°C ai 30°C. Le precipitazioni si concentrano specialmente in autunno e in primavera, quando si supera la media di 8 giorni piovosi al mese. ( Fonte: www.ilturista.it) 

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By Admin (from 27/07/2010 @ 11:50:33, in it - Osservatorio Globale, read 4402 times)

Dopo il parere espresso dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, la quale ha deciso che la dichiarazione unilaterale di indipendenza di Kosovo non ha violato il diritto internazionale, le reazioni sono state contraddittorie. Da una parte, Pristina ha salutato la decisione, annunciando che consegnerà ai governi di 121 stati la richiesta di riconoscimento ufficiale dell’indipendenza e che il prossimo anno solleciterà l’adesione all’ONU. Kosovo, con una popolazione di due milioni di abitanti, di cui il 90% albanesi, è stato riconosciuto da 69 Paesi, tra cui gli Stati Uniti e 22 dei 27 stati membri dell’Ue. Al polo opposto, Belgrado ha lasciato intendere che il parere della Corte ha reso molto più difficile l’impegno per una soluzione giusta di compromesso sul futuro status della provincia meridionale della Serbia. Il presidente Boris Tadici ha ribadito che il suo Paese non riconoscerà mai l’indipendenza del Kosovo.

Il parere della Corte è solo consultivo e l’intera comunità internazionale si augura una ripresa del dialogo tra Pristina e Belgrado. Posizione questa sostenuta anche dalla Romania, che, per la voce del suo ministro degli Esteri, Teodor Baconschi, ha ribadito la fiducia in una soluzione negoziata. “La Corte ha analizzato solo la legalità dell’atto propriamente-detto, di fare una dichiarazione di indipendenza, senza esaminare i suoi effetti giuridici, cioè il problema della legalità della creazione di un preteso nuovo stato. Ribadisco, dunque, la posizione già nota, di nonriconoscimento della statalità del Kosovo, che la Romania ha espresso costantemente negli ultimi anni. Ci auguriamo la ripresa del dialogo tra Belgrado e Pristina, per individuare una soluzione che corrisponda agli interessi di ambo le parti e che contempli la stabilità e la prospettiva europea della regione”, ha sottolineato il capo della diplomazia romena.

D’altra parte, il giudizio della Corte Internazionale di Giustizia ha stimolato l’impegno per il riconoscimento dell’autonomia in alcune reppubliche autoproclamate nello spazio est-europeo. E’ il caso della Transnistria (regione separatista nella Moldova confinante con la Romania) dove, a differenza del Kosovo, il conflitto delle autorità filo-russe con la filo-romena Moldova, ha un carattere politico e non etnico. Il vicepresidente del Parlamento Europeo, Laszlo Tokes, dell’Unione democratica magiari di Romania, ha affermato che se una microregione come Kosovo ha conquistato l’autonomia, ciò sarebbe possibile anche per la Contrada dei Sekleri, al centro della Romania. La dichiarazione è stata duramente criticata dalla classe politica romena, che l’ha ritenuta inaccettabile e persino un attacco allo stato nazionale e alla Costituzione.

Fonte: rri.ro

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By Admin (from 27/07/2010 @ 10:46:11, in it - Scienze e Societa, read 1636 times)

Albert, un simpatico scienziato dalla chioma fluente, ci spiega cos'è la relatività speciale mostrandoci quali effetti subisce Bart, il suo assistente rimbalzello, quando viaggia a velocità vicine a quella della luce.

Alla fine della spiegazione capiremo insieme perché Al, il fratello gemello di Albert, giri ancora con lo skateboard mentre Albert ha già i capelli bianchi.

Il tutto in meno di cinque minuti, perché Albert ha un appuntamento importante... ( Fonte: ogm3d.com)

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Buongiorno a tutti, oggi iniziamo una serie di puntate estive, quindi per vostra e per mia fortuna molto più brevi di quelle ordinarie, che vengono registrate perché parto in vacanza.

La cricca e il nuovo CSM.

Questo lunedì parliamo del Csm che sta per essere totalmente rinnovato dopo che i magistrati hanno eletto i loro 16 consiglieri, cosiddetti togati.
Il Csm è formato da un Presidente che è il Capo dello Stato, il Presidente della Repubblica, ci sono altri due membri di diritto che sono il primo Presidente della Cassazione, il Procuratore Generale della Cassazione, quindi chi c’è in quel momento entra di diritto nel Csm, i due magistrati di vertice della Cassazione insieme al Capo dello Stato non sono eletti, ma sono lì sempre, poi c’è un vice Presidente che è eletto dal Parlamento, all’interno di 8 membri laici che secondo gli intendimenti dei nostri padri costituenti, devono essere degli alti esponenti del mondo del diritto, della giurisprudenza, delle persone di notoria competenza, autorevolezza, prestigio, indipendenza e che invece visto che sono eletti dal Parlamento, soprattutto negli ultimi decenni, sono diventati praticamente dei politici trombati in cerca di collocamento, oppure dei politici addirittura in servizio permanente effettivo che vanno a farsi 5 anni di Csm, poi se ne tornano all’attività politica e rappresentano così non il diritto, i cittadini in quanto eletti dal Parlamento, ma rappresentano i loro partiti.
Intanto vediamo cosa stabilisce la nostra Costituzione repubblicana sul Csm che è un organo costituzionale, all’Art. 104 leggiamo “la Magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”, quindi è un ordine ma è anche un potere dello Stato, il Csm è presieduto dal Presidente della Repubblica, ne fanno parte di diritto il primo Presidente e il Procuratore generale della Corte di Cassazione, gli altri componenti sono eletti per 2/3 da tutti i magistrati ordinari, tra gli appartenenti alle varie categorie e per 1/3 dal Parlamento, ve l’ho detto, nell’attuale composizione sono 8 i laici e 16 i togati, quindi 1/3 e 2/3.
Per 1/3 dal Parlamento in seduta comune tra professori ordinari di università in materie giuridiche e Avvocati dopo 15 anni di esercizio, in Consiglio elegge un Vicepresidente tra i componenti designati dal Parlamento, i membri elettivi del Consiglio durano in carica 4 anni, prima ho detto una sciocchezza, ho detto 5 invece sono 4 gli anni di durata e non sono immediatamente rieleggibili, devono almeno aspettare un turno per tornarci, non possono, finché sono in carica, essere iscritti negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale.
Spettano, Art. 105, al Csm, secondo le norme dell’ordinamento giudiziario, le assunzioni, le assegnazioni ed i trasferimenti, le promozioni e i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati. Le nomine dei magistrati hanno luogo per concorso, dice l’Art. 106, la legge sull’ordinamento giudiziario può mettere alla nomina anche elettiva di Magistrati onorari per tutte le funzioni attribuite a giudici singoli, su designazione del Csm possono essere chiamati all’ufficio di consiglieri di Cassazione per meriti insigni professori ordinari di università in materie giuridiche e abbiano 15 anni di esercizio e siano iscritti negli albi speciali per le giurisdizioni superiori, questo è quello che bisogna sapere sul Csm.
Adesso cosa sta succedendo? Sta succedendo che la Magistratura, almeno una parte di essa è nel centro delle polemiche perché un bel gruppetto di magistrati sono stati beccati, grazie alle intercettazioni telefoniche in rapporto con i faccendieri di quella che è stata chiamata la nuova P2 o detta anche P3, gente che aveva rapporti con Carboni condannato per il crac dell’ambrosiano con Dell’Utri condannato definitivamente per evasione fiscale e condannato in appello per mafia, imputato in altri processi per calunnia etc., con un certo Pasqualino Lombardi, un geometra in pensione di Avellino che incredibilmente riusciva ad arrivare dappertutto, con un certo Arcangelo Martino anche lui condannato per concussione, ex socialista, ora nel Popolo della Libertà e altri personaggini, tra questi magistrati presi in rapporti con questa cricca ci sono il sottosegretario alla Giustizia, Massimo Caliendo, c’è il Giudice Gargani, fratello di un deputato ex democristiano e poi di Forza Italia, c’è il Giudice Marra che è stato spinto alla presidenza della Corte d’Appello di Milano anche da pressioni di questa cricca, ci sono giudici come il Presidente della Corte d’Appello di Salerno Marconi e altri dei quali si sta occupando anche il Csm.
Le pressioni di questa cricca venivano rivolte a membri del Csm, per far nominare magistrati amici, considerati affidabili dalla cricca e dai mandanti della cricca, oppure per non nominare magistrati non affidabili, questo Consiglio mentre nominava magistrati di quel genere, non dimentichiamo la figura del primo Presidente della Cassazione che fortunatamente da un mese o due è andato in pensione, Vincenzo Carbone che era anche egli intimo di quel Pasqualino da Avellino e è il primo Presidente della Cassazione che ha presieduto le sezioni unite che hanno cacciato o punito magistrati evidentemente inaffidabili per queste cricche come Clementina Forleo, Luigi De Magristris, Nuzi, Verasani e Apicella a Salerno, hanno punito Alfonso Sabella che non ha ottenuto le nomine che aveva chiesto e che è stato sottoposto a un discreto linciaggio dopo essersi opposto alla dissociazione, un progetto che fa parte del trattative Stato – mafia quando lui era al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, alla direzione delle carceri, magistrati inaffidabili al potere, questa cricca e i suoi amichetti, tra i laici e anche tra i togati di diritto del Csm, sono stati messi da parte o addirittura puniti.
Per questo, per recuperare il prestigio del Csm, sarebbe assolutamente necessario che questo nuovo Csm, venisse composto da personaggi di specchiata indipendenza e autonomia, che si ritornasse a quello spirito costituzionale che voleva arrivare a consigli migliori nel mondo del diritto, infatti i nomi non mancano, ci sono insigni giuristi, insigni costituzionalisti che potrebbero essere votati dal Parlamento, anche perché poi tra loro verrà scelto il successore di Mancino, il Vicepresidente e Mancino, ce ne siamo occupati diverse volte, non possiamo certamente dire che sia stato un Vicepresidente che rappresentasse un capolavoro di autonomia e indipendenza, ha sempre fatto politica fin da giovane, nella DC, poi nel Partito Popolare, nella Margherita, in questi anni si è visto dalle sue decisioni, dalle sue prese di posizione, che non era certamente una figura tra quelle auspicate come rappresentative di un’indipendenza assoluta, aveva anche lui i suoi amici etc., poi è naturale, mica nessun delitto, ma sarebbe meglio che i membri del Csm, soprattutto il Vicepresidente non avesse amicizie e una carriera politica così attiva e così, in qualche modo, influenzante alle sue spalle.


Un CSM pulito nell'interesse di tutti.

Quindi sarebbe opportuno che i partiti facessero non uno, ma 10 passi indietro, sarebbe opportuno che il Capo dello Stato li invitasse nel momento in cui dice: eleggete i membri laici, perché i membri laici devono essere votati dal Parlamento con maggioranza qualificata, non con il 50% e quindi il rischio è che avvenga una spartizione, che il centro-destra dica al centro-sinistra: noi certa gente ve la votiamo e certa gente non ve la votiamo, ma anche che il centro-sinistra dica al centro-destra: certa gente non ve la votiamo, ne votiamo degli altri.
Quindi urge un appello del Presidente del Csm, affinché si eviti di mandare avvocati di politici o politici in servizio permanenti e invece purtroppo i nomi che si leggono sui giornali per gli 8 membri laici del nuovo Csm, sono tutti politici o Avvocati di politici, peraltro con delle storie tutt’altro che cristalline.
Il centro-destra ne dovrebbe eleggere 5 e il centro-sinistra ne dovrebbe eleggere 3, tra i quali dovrebbe essere tratto il Vicepresidente del Csm, che Berlusconi voglia mettere dei suoi amichetti affidabili lo sappiamo, la sua concezione delle istituzioni è una concezione proprietaria, io mando lì gente fedele a me, pensa così persino della Corte Costituzionale, figuratevi del Csm, infatti ci vuole mettere Biondi l’ex Ministro della il giustizia, quello del Decreto Salvaladri, quello delle ispezioni contro la Procura di Milano, nonché parlamentare da 50 anni, a dire poco.
Ci vuole mandare Gargani, il fratello del Magistrato che è sotto procedimento disciplinare per i rapporti con la P3 e non stiamo parlando del colpe di un fratello che devono ricadere sull’altro, ma i fratelli Gargani, come ha raccontato Il Fatto l’altro giorno, anche loro avellinesi, hanno una storia in comune, il Giudice Gargani, fratello dell’On. Gargani, è stato spesso al Ministero, ha lavorato spesso al Ministero, dentro governi di Berlusconi, quindi non stiamo parlando di capolavori di lontananza dalla classe politica e poi vogliono mettere, si parla di altri.
Quindi è ovvio che da Berlusconi non ci si può attendere che nomini persone di specchiata indipendenza e autonomia, ci sarebbe da meravigliarsi lo facesse, c’è da aspettarsi però che lo facciano altri, per esempio i finiani, i quali invece pare che vogliano nominare un certo Lo Presti che è un Avvocato siciliano che ha fatto il parlamentare anche lui più volte, che non è certamente rispondente a quei criteri di estraneità ai giochi della politica e ci sarebbe da attenderselo dal PD, il quale essendo insieme all’Italia dei Valori, e all’Udc all’opposizione, è chiamato a concordare 3 candidature, a meno che l’Udc non ottenga una delle 5 del centro-destra e chi vogliono mettere questi signori del PD? Vogliono mettere l’ex Avvocato di D’Alema, Guido Calvi è un ottimo Avvocato, persona eccelsa, ma anche lui nel pieno della contesa politica, oltre a avere rappresentato D’Alema, per esempio nel caso Unipol, dove si scatenò contro i magistrati che avevano indagato, osato indagare sui rapporti tra D’Alema e consorte e raccogliere le intercettazioni e chiedere al Parlamento di utilizzarle, Guido Calvi era proprio uno degli ayatollah contro Clementina Forleo etc., è opportuno che l’Avvocato di D’Alema vada al Csm, assolutamente no, come non è opportuno che ci vada Fanfani nipote di cotanto politico e anche lui persona perbenissimo naturalmente, però anche lui parlamentare della Margherita per diversi anni e poi non è opportuno che ci vadano altri politici i cui nomi si fanno in questi giorni.
L’Udc chi ci vuole spedire? Ci vuole spedire Michele Vietti, fedelissimo di Casini, è un politico democristiano torinese, che ha fatto il sottosegretario alla Giustizia nel secondo governo Berlusconi, quando l’Udc stava con Berlusconi e come sottosegretario alla Giustizia ha condiviso e votato e contribuito a scrivere tutte le leggi vergogna della legislatura dal 2001 al 2006 e materialmente si è occupato di stilare le tabelle con le soglie di non punibilità per la legge sul falso in bilancio, sapete che il falso in bilancio è reato soltanto quando si superano certe soglie e guarda caso Vietti calcolò quelle soglie in modo che Berlusconi ci stesse dentro per mandare in fumo i suoi processi per falso in bilancio, vogliono mandare questo al Csm e addirittura con l’appoggio del PD, eleggerlo Vicepresidente del Csm al posto di Mancino.
Ricordo che anni dopo, persino Tremonti disse che forse era il caso di ripristinare il reato di falso in bilancio come era prima, ma Vietti rispose: sono contrario a cambiare di nuovo il falso in bilancio, una nuova riforma farebbe sospettare che la precedente sia stata fatta per salvare dal processo qualche imputato in particolare, ma va?! E certo la volevano cambiare dopo che la legge sul falso in bilancio, aveva consentito a Berlusconi di mandare in fumo i suoi processi per falso in bilancio, con la formula “il fatto non è più previsto dalla legge come reato” perché l’imputato con l’aiuto di Castelli e di Vietti, gliel’aveva depenalizzato e questa dovrebbe essere la figura destinata a restituire il prestigio di autonomia e di indipendenza di un Csm inquinato dalla P3, ci si manda uno politicamente inquinato già in partenza, non c’è neanche il timore che si inquini dopo perché arriva già inquinato prima e il PD vuole fare una scelta di questo genere?
Noi su Il Fatto abbiamo lanciato un appello ai finiani, al PD e all’Italia dei Valori perché mandino personalità di provata indipendenza, che non abbiano tessere, avventure politiche alle spalle, finora ci ha risposto soltanto Di Pietro, Micromega ha lanciato un appello firmato da Margherita Hack, Paolo Flores D’Arcais, Andrea Camilleri e Umberto Eco in tal senso e non hanno avuto risposte, hanno avuto naturalmente decine di migliaia di persone che l’hanno sottoscritto, anzi andate sul sito di Micromega oppure su quello del Il Fatto quotidiano, sottoscrivetelo, solo Di Pietro ha risposto dicendo: non metto, inizialmente sembrava intenzionato a mettere l’Avvocato Li Gotti che un’ottima persona anche lui, ma è parlamentare, è stato sottosegretario del Governo Prodi, quindi non è bene che in questa fase ci vadano uomini di partito, infatti Di Pietro ha detto: faccio un passo indietro e per me va bene se sosteniamo giuristi come Vittorio Grevi, come l’ex Presidente della Consulta Gustavo Zagrebelsky, come l’ex giudice Bruno Tinti o come Franco Cordero, uno dei padri del diritto penale, della procedura penale in Italia, sono questi i nomi naturalmente che sarebbero auspicabili e tanti altri ce ne sono il Prof. Giostra, il Prof. Ainis, Lorenza Carlassare collaboratrice de Il Fatto, costituzionalista insignissima, Borrelli, l’ex Procuratore di Milano, che sarebbe una figura altissima e nobilissima e darebbe lustro a questa istituzione, credo che dipenda molto anche da noi che il Consiglio Superiore uscirà da questa settimana che comincia oggi, dipende dalla pressione che questi appelli e dal numero di firme che questi appelli riceveranno per fare pressione sul Partito Democratico dove già gli amici di D’Alema pare si siano messi d’accordo con gli amici di Casini per mandare avanti Vietti in cambio del permanere di Casini all’opposizione della sua resistenza alle sirene per un ritorno di fiamma con Berlusconi nelle cene a casa Vespa, il Csm usato addirittura, come merce di scambio per contropartite politiche, questo è quello che non solo si spera, ma che bisogna pretendere dai partiti di opposizione, gli elettori del PD se lo ricordino, è in queste fasi cruciali che si valuta la qualità dell'opposizione e è in queste frasi cruciali che bisogna decidere per chi votare alle prossime elezioni in qualunque momento saranno, se il PD si presterà a questo orrendo inciucio per mandare Vietti o altri politicanti al Csm, vorrà dire che non ha imparato nessuna lezione e che è rimasto lo stesso di prima e che quindi non merita nessuna fiducia.


L’unico modo per farglielo sapere è scrivere, telefonare, firmare l’appello, mandare fax, e-mail a questi signori con la minaccia di non votarli mai più, se non ci daranno finalmente un Csm dal quale scompaiano le zampe dei partiti, almeno di alcuni partiti che dicono, sostengono e sperano che la gente ci creda di essere diversi da Berlusconi, passate parola!

Vai all'area di Woodstock 5 Stelle!

Fonte: BeppeGrillo.it

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Il rapporto della Commissione Europea sulla giustizia romena, reso pubblico ieri, è il più critico di tutti quelli elaborati dopo l’ingresso della Romania nell’Ue, il primo gennaio del 2007. Per la prima volta, la Commissione Europea afferma esplicitamente che Bucarest non adempie agli impegni assunti all’adesione. Il rapporto critica, soprattutto, la nuova forma della legge sul funzionamento dell’Agenzia Nazionale per l’Integrità (ANI), incaricata a controllare i conflitti d'interesse e la legalità dei patrimoni dei dignitari. Stando alla Commissione, la legge ANI, nella variante adottata dal Senato dopo essere stata bocciata dalla Corte Costituzionale, rappresenta un grande passo indietro nella lotta alla corruzione.

Il principale difetto della legge sarebbe quello di eliminare la possibilità di sanzionare le dissonanze tra i beni e i redditi individuati e, implicitamente, quella di controllare i patrimoni ottenuti durante l'esercizio di un incarico pubblico. L'ultima variante della legge è stata, però, dichiarata anch’essa incostituzionale, cosicchè il Parlamento ha, adesso, la chance di correggerla. È quello che si augura anche il presidente romeno Traian Basescu, che ha convocato il Parlamento in sessione straordinaria, per accelerare il processo legislativo nel caso dell’Agenzia Nazionale per l’Integrità. Un’altra vulnerabilità individuata dalla Commissione Europea è il fatto che le autorità romene non scoprono e quindi non sanzionano quasi nessun caso di conflitto d’interesse e dichiarano nulli pochissimi appalti pubblici su cui pende il sospetto di truffa.

Se la Direzione Nazionale Anticorruzione è anche questa volta lodata per indagare i casi di corruzione al vertice, i tribunali vengono, invece, criticati per la lentezza delle cause. Nonostante le carenze riscontrate nel sistema giudiziario romeno, la Commissione Europea non parla di eventuali sanzioni. Il portavoce della Commissione, Mark Grey, notava il sostegno del pubblico alle raccomandazioni fatte da Bruxelles e dichiarava che è l’ora che le autorità romene rispettino i propri impegni.

Senza contestare la sua correttezza tecnica, il presidente Traian Basescu rimprovera al rapporto il tono esageratamente politico e l’affermazione, che ha definito inaccettabile, che la Romania non si attenga agli impegni assunti quando è entrata a far parte dell'Ue. Il capo dello stato ha annunciato che Bucarest elaborerà il proprio rapporto sulla giustizia romena, che invierà agli stati membri e alla Commisione Europea. Dal canto suo, il Guardasigilli romeno Catalin Predoiu non ha celato il suo disappunto che il regresso registrato per quanto riguarda l’Agenzia Nazionale per l’Integrità abbia buttato in un cono d'ombra dei progressi importanti, mentre il Procuratore generale della Romania, Laura Codruta Kovesi, ha valutato che l’analisi della Commissione è oggettiva e che le riforme del sistema giuridico vanno continuate.

Fonte: rri.ro

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Unico settore in crescita l'elettronico, mentre l'alimentare in flessione del 4%.

Le vendite al dettaglio a maggio sono calate dell’1,9% su base annua e dello 0,3% su base mensile. L’impietosa foto dei consumi degli italiani la scatta l’Istat. L’istituto sottolinea che si tratta di un “risultato negativo”, il secondo consecutivo, spalmato omogeneamente a livello tendenziale sia sul comparto alimentare (-2%), che su quello non alimentare (-2%).

Si tratta di una diminuzione che deriva da variazioni negative relative sia alle vendite della grande distribuzione sia a quelle imprese operanti su piccole superfici (rispettivamente -0,5% e -2,9%). Nella grande distribuzione le vendite dei prodotti alimentari e quelle dei prodotti non alimentari sono diminuite, rispettivamente, dello 0,8% e dello 0,2%. Anche per i piccoli negozi, che hanno segnato il calo maggiore, entrambi i comparti hanno registrato una variazione negativa: -3,9% per gli alimentari e -2,7% per i non alimentari. Guardando più da vicino la grande distribuzione, su base annua si registrano risultati negativi per tutte le tipologie di impresa, con la sola eccezione degli esercizi specializzati (+0,7%).

Tra gli esercizi non specializzati, gli ipermercati hanno segnato la flessione più ampia (-1%) e i supermercati quella più contenuta (-0,5%). Focalizzandosi sulle dimensioni delle imprese, in termini tendenziali quelle piccole (fino a cinque addetti) hanno subito un calo del 3,1%, quelle medie (dai 6 ai 49 addetti del 3,3%) e al contrario le imprese più grandi (con almeno 50 addetti) hanno messo a punto un lieve aumento dello 0,1%.

Non solo i prodotti alimentari hanno registrato una flessione. Maggio tutti i gruppi hanno evidenziato risultati negativi, con l’eccezione dei settori ‘supporti magnetici, strumenti musicali ed elettrodomestici, radio, tv e registratori (rispettivamente +3,6% e +1,6%). I gruppi calzature, articoli in cuoio e da viaggio e abbigliamento e pelliccerie hanno, invece, segnato le riduzioni più marcate (rispettivamente -5,2% e -4,5%).

Fonte: ilfattoquotidiano.it

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By Admin (from 26/07/2010 @ 14:00:06, in it - Video Alerta, read 1695 times)

Bell'esempio di come esistano modi molto diversi di fare e di concepire il cinema.
Il regista e attore Lucien Jean Baptiste esordisce sul grande schermo, dopo aver lavorato molto in televisione, con una commedia divertente, lineare ma che apre interessanti spunti di riflessione.

Il tutto con un badget abbastanza ridotto e attori non certo di primo grido ma che risulteranno essere decisivi per le sorti del film: il protagonista della vicenda è lo stesso Jean Baptiste, supportato egregiamente da Firmin Richard ( vista anche nel film di Dino Risi Tolgo il disturbo ) esilarante e spassosa con la sua vitalità e le sue battute; in più c'è anche l' Anne Consigny de Lo scafandro e la farfalla ma con una parte decisamente minore.

La commedia, campione d'incassi in Francia e di cui si sta già allestendo un sequel i cui diritti sono stati acquistati dagli Usa, affronta con leggerezza, ilarità e uno humor intelligente i conflitti razziali in Francia negli anni '80. La storia narra le vicende della famiglia Elisabeth, padre madre e tre figli, che non se la passano bene economicamente, anche perchè il padre di colore, Jean Gabriel, è uno scansafatiche immaturo che non ha voglia di lavorare e passa molto tempo alle agenzie ippiche, sperperando quel poco denaro che ha a disposizione. Promette ai figli una vacanza sulla neve, troppo dispendiosa per le loro tasche, e per dimostrare alla moglie, sempre più stanca degli atteggiamenti del marito, di potercela fare, ne combina di tutti i colori, riuscendo alla fine però nel suo intento di far godere anche ai suoi figli di un tipo di vacanza solo per bianchi ( e ricchi ).

Divertente quindi già la situazione di partenza, con una famiglia di neri alle prese con la classica "settimana bianca", da sempre territorio solo per bianchi che infatti guardano spassosi le rocambolesche avventure sulla neve della strampalata famiglia, priva di qualunque attrezzatura adeguata, dall'abbigliamento alle attrezzature sportive.

Il film si snoda piacevolmente lungo la rotaia del genere commedia leggera, nonostante qualche banalità e luogo comune di troppo come il conflitto tra un adolescente nero che gioca a basket e il ragazzo bianco che scia e che si "lottano" la bella parigina di turno, alternando momenti di pacata riflessione ad altri di assoluto divertimento.

Il problema dell'integrazione razziale, sebbene sia diminuito rispetto a 20-30 anni fa, è tutt'ora presente in Francia e riguarda soprattutto quelle persone native di vecchie colonie francesi, in questo caso le Isole delle Antille, come appunto la famiglia protagonista della pellicola e come la vera famiglia del regista.
La questione sociale non viene peraltro molto approfondita nel film (che però non partiva con queste pretese) ma rimane in superficie allo svolgimento della storia che scorre via tranquilla e senza sussulti e che solo grazie alle ottime performance attoriali si riesce a rendere più che godibile per un pubblico di tutte le età. ( Fonte. cinemalia.it)

Autore: Mario Missimi

Redazioneonline- Cinema e Spettacoli

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By Admin (from 26/07/2010 @ 12:16:00, in it - Scienze e Societa, read 2185 times)

Se non fosse per il nome, che rimanda al turismo termale, si potrebbe pensare che l’elemento dominante del paese sia la roccia: Vallio Terme in effetti, paese di 1.146 abitanti in provincia di Brescia, fa parte della comunità montana di Valle Sabbia ed è incastonato tra i monti Ere e Crovino a nord, e i monti Fontnelle, Olivo e Tre Cornelli a sud.

 

Posizionata a 5 km circa da Gavardo, nel cuore verdeggiante della Lombardia, Vallio Terme è in realtà abbracciata da una natura fertile e ricchissima di acqua. L’abitato è infatti adagiato nella vallata del torrente Vrenda, e a breve distanza si apre la distesa luminosa e cristallina del Lago di Garda, con la sua superficie liscia e una costellazione di cittadelle incantevoli lungo le sponde.

La collocazione del paese è a dir poco strategica, invitante per ogni tipologia di vacanza. La regione è tranquilla ma vivace allo stesso tempo, vicina ad attrazioni turistiche rinomate ma lontana dai ritmi disumani delle grandi città. A questo va aggiunto che la presenza di automobili, nel centro, è davvero ridotta, e fa sì che le passeggiate tra le viuzze più caratteristiche siano davvero piacevoli. Chi poi ama camminare anche nella natura più selvatica e incontaminata, potrà continuare l’esplorazione della zona circostante, grazie a un ricco reticolo di sentieri censiti dal C.A.I. Le frazioni sono collegate tra loro da passeggiate di vario tipo, rilassanti o più avventurose, sempre affacciate su panorami spettacolari: particolarmente d’effetto è il sentiero 508, che collega la contrada di Vigle con la Rocca di Bernacco.

Ma la ricchezza più preziosa di Vallio Termesono senza dubbio le sue acque, dalle dimostrate caratteristiche depurative, che hanno portato alla creazione di un centro termale accogliente e moderno. Le Terme di Vallio sono abbracciate da un parco verdeggiante e curato, dove il relax e la vita all’aria aperta si coniugano con la salute e il benessere fisico. Oltre ai trattamenti veri e propri ci si può cimentare in numerose attività ludiche come le bocce, i giochi per bambini e il ping-pong, oppure ci si può abbandonare agli intrattenimenti musicali. Protagonista del centro è la fresca acqua minerale che zampilla direttamente dalla fonte Castello, appartenente al gruppo delle acque bicarbonato-alcaline e indicata per la cura di vari disturbi: l’apparato gastroenterico, gastrico, intestinale e urinario traggono grandi benefici dall’utilizzo di questa magica pozione, per non parlare dei trattamenti di bellezza e rilassamento a cui possono sottoporsi tutti i clienti alla ricerca di un soggiorno anti-stress.

Dopo aver recuperato le energie si può sfruttare l’ottima posizione di Vallio Terme per avventurarsi alla scoperta della zona circostante. La vicinanza con alcune città d’arte di grande valore, come Mantova, Brescia e Verona, fanno del paese un trampolino di lancio ideale per chi non rinuncia alla cultura. A Soiano del Garda, a Padenghe e a Moniga si possono ammirare gli splendidi castelli medievali, oltre ad alcune architetture romaniche affascinanti come la Pieve di Santa Maria a Malerba, la chiesa di Santa Lucia a Balbiana e la Chiesa della Santissima Trinità a Solarolo.

Una zona ricca di attrattive è quella compresa tra il corso del Chiese e la costa del lago, da Salò a Desenzano del Garda: un itinerario appassionante, che consente di viaggiare attraverso i secoli e diversi stili architettonici, tocca antichi borghi intrisi di arte, di storia e di cultura. Ad abbracciare tali meraviglie c’è un paesaggio luminoso e lussureggiante, fatto di colline sinuose ricoperte di ulivi argentei e viti cariche di acini d’oro e rubino.

A nutrire una vegetazione tanto ricca ci pensa il clima mite e piacevole di Vallio Terme, caratterizzato da inverni non troppo freddi e estati calde, soleggiate, mitigate dalla brezza che spira dal lago. Le temperature medie del mese più freddo, gennaio, vanno da una minima di -3°C a una massima di 4°C, mentre in luglio e agosto si passa dai 18°C ai 29°C. Le precipitazioni, distribuite in modo piuttosto regolare nell’arco di tutto l’anno, raggiungono il picco massimo in maggio, quando cadono in media 92 mm di pioggia.

Con un atmosfera così non stupisce che il paese sia generoso di feste, manifestazioni popolari, ricorrenze e eventi culturali in ogni periodo dell’anno.

 

L’occasione più pittoresca e vivace è la “Festa della Valle”, che si tiene a fine luglio e coincide con i giorni finali del rinomato Palio delle Contrade.

 

Si tratta di un appuntamento appassionante, soprattutto per i rappresentanti delle otto frazioni del paese, che si sfidano in diversi giochi, tornei e gare bizzarre, coinvolgendo persone di ogni età.

Per raggiungere Vallio Terme, le sue acque miracolose e il suo clima paradisiaco, potete scegliere tra diverse possibilità. Se viaggiate in auto dovete percorrere l’autostrada A4 Milano-Venezia e uscire a Brescia Est, quindi imboccare la S.S. 45 bis Brescia-Salò e prendere la deviazione a Gavardo, continuando fino a destinazione. Chi sceglie il treno può scendere alla stazione di Brescia, sulla linea Milano-Venezia, a 23 km circa da Vallio Terme, mentre l’aeroporto più vicino è quello di Milano Linate, a 126 km circa. ( Fonte: 
www.ilturista.info)

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By Admin (from 26/07/2010 @ 10:41:01, in it - Scienze e Societa, read 2368 times)

E' il più famoso sovrano bavarese, un mito del decadentismo e il più conosciuto, amato e controverso figlio della Baviera.

Ludwig nasce il 25 agosto 1845 nel castello di Nymphenburg e, dopo un'adolescenza trascorsa spesso lontano da Monaco nella residenza estiva di Hohenschwangau, sale al trono appena diciottenne nel 1864.

E' uno dei rampolli più in vista delle corti europee: bello, alto un metro e novantuno, slanciato e con due occhi di un azzurro cupo che incantavano tutti.

Nel corso del suo regno, Ludwig II ha fatto costruire tre castelli, specchio della sua personalità e delle sue passioni storiche, artistiche e musicali.

Tra i monumenti più visitati della Germania, i castelli di Neuschwanstein, Linderhof ed Herrenchiemsee sono un inno alle antiche leggende germaniche, magistralmente messe in musica da Wagner, e all'epoca d'oro dell'assolutismo e della Francia del "re sole" Luigi XIV, un vero e proprio mito per il sovrano bavarese. ( Fonte: tuttobaviera.it)

 
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