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 Trilingual World Observatory: italiano, english, română. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

These days, when we think of George W. Bush, we think mostly of what a horrible mess he made of the economy. But his even more tragic legacy is the loss of our moral authority, and the transformation of the United States of America from global champion of human rights into an outlaw nation.

History is likely to judge Bush most harshly for two things in particular: Launching a war against a country that had not attacked us, and approving the use of cruel and inhumane interrogation techniques.

And that's why the two most essential lies -- among the many -- in his new memoir are that he had a legitimate reason to invade Iraq, and that he had a legitimate reason to torture detainees.

Neither is remotely true. But Bush must figure that if he keeps making the case for himself -- particularly if it goes largely unrebutted by the traditional media, as it has thus far -- then perhaps he can blunt history's verdict.

It may even be working. Extrapolating from the response to the book, former vice president Dick Cheney on Tuesday told a crowd gathered for Bush's presidential library groundbreaking in Dallas that "judgments are a little more measured than they were" and that "history is coming around."

The 'Decision' to Go to War

In "Decision Points," Bush describes the invasion of Iraq as something he came to support only reluctantly and after a long period of reflection. This is a flat-out lie. Anyone who paid any attention to the news at the time knew Bush was dead-set on war long before he sent in the troops in March 2003. And there is now an abundant amount of documentation, in the form of leaks, unclassified memos, witness interviews and other people's memoirs to prove it.

The historical record clearly shows that Bush had long harbored a desire to strike out at Saddam Hussein, was trying to link Iraq to 9/11 within a day of the terrorist attacks, and finally found the excuse he was looking for in skewed intelligence about alleged Iraqi weapons of mass destruction.

The only real question is whether he actively deceived the American public and the world -- or whether he was so passionate about selling the public on the war that he intentionally blinded himself to how brazenly Vice President Cheney had politicized and abused the intelligence process.

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Bush repeatedly insists in his memoir that he tried to avoid war. He describes his preferred approach to Iraq as "coercive diplomacy" and tries to explain away the military planning, the troop movements and the constant saber-rattling as being intended primarily to scare Saddam into "disarming". He even tries to retroactively justify one of his notoriously long vacations by suggesting that he needed the time to think. "I spent much of August 2002 in Crawford, a good place to reflect on the next decision I faced: how to move forward on the diplomatic track," he writes.

In an interview with NBC's Matt Lauer aired on Nov. 8, Bush declared, "I gave diplomacy every chance to work." But as David Corn put it ever so succinctly on Politics Daily, that is a "super-sized whopper." U.N. weapons inspectors had found nothing and were getting more cooperation from the Iraqi government just prior to the invasion. And Corn offered up one particularly telling anecdote from the book he co-authored, "Hubris: The Inside Story of Spin, Scandal, and the Selling of the Iraq War": On May 1, 2002 -- almost a year prior to the invasion -- Bush told press secretary Ari Fleischer of Saddam, "I'm going to kick his sorry motherfucking ass all over the Mideast."

Bush writes in his memoir that the idea of attacking Iraq came up at a meeting of his national security team at Camp David, four days after the 9/11 attacks. By his account, it was then Deputy Defense Secretary Paul Wolfowitz who "suggested that we consider confronting Iraq as well as the Taliban." Bush writes that he eventually decided that "[u]nless I received definitive evidence tying Saddam Hussein to the 9/11 plot I would work to resolve the Iraq problem diplomatically."

But that's a hugely disingenuous version of events. It didn't take Wolfowitz and four days after 9/11 for the idea of attacking Iraq to occur to Bush. As the 9/11 Commission report documented: "President Bush had wondered immediately after the attack whether Saddam Hussein's regime might have had a hand in it."

TO BE CONTINUED ...

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eleonora_brigliadoriE: Dieci anni fa mi dissero che sarei morta entro sei mesi. Avendo già perso mia madre e mia nonna di tumore, e avendole viste spegnersi tra atroci sofferenze dovute alla chemioterapia, mi convinsi che il percorso ospedaliero era solo un modo per morire nel peggiore dei modi. Quindi non ho fatto alcuna cura e neppure esami invasivi. In una situazione d’emergenza, come era quella che stavo vivendo, ritenevo assurdo dovermi far bucare, tagliare, aprire. Non ho fatto neppure la chemioterapia. Non solo perchè cosi si vanno a creare nuovi problemi fisici, ma vengono anche innescati meccanismi di paura. Dopo tre anni il carcinoma che avevo al fegato è scomparso, è andato via quando il virus dell’epatite l’ha metabolizzato…

I: Il virus dell’epatite?
Al livello del fegato è un “simbionte” che, terminato il conflitto, risolve il carcinoma al fegato.

I:Non capisco…
E: Questa spiegazione tecnica l’ho avuta tempo dopo, quando ho scoperto le teorie di Hamer sui tumori. Dopo la mia guarigione, infatti, ho iniziato un percorso di conoscenza su questo tema. Tra i sistemi per l’attivazione dell’autoguarigione dell’individuo che ho studiato, la “Nuova Medicina Germanica” mi è parsa la frontiera più avanzata. Il suo ispiratore è il dottor Ryke Geer Hamer, più conosciuto per la vicenda accaduta in Corsica, quando il figlio fu ucciso da un colpo di fucile per il quale venne accusato il principe Emanuele di Savoia. Proprio a seguito di questa triste vicenda, il medico sviluppò un tumore ai testicoli e la moglie uno al seno. Da li ebbe un’intuizione che lo portò a rivoluzionare i fondamenti stessi della medicina: Hamer capi che i meccanismi cancerogeni hanno una funzione biologica. Il suo stesso tumore era il tentativo estremo del corpo, anche a livello psicologico, di fornire lo strumento per fecondare e avere presto un altro figlio, mentre quello della moglie era il tentativo simbolico di innescare la produzione di latte. Quindi, quando una donna scopre di avere un tumore al seno, dovrebbe cercare di capire la connessione tra quel tipo di tumore e ciò che sta accadendo nella sua vita interiore.

I:Cosi, secondo lei, il corpo guarirebbe da solo dai tumori…
E: Si, quando una persona va a fare la diagnosi, il tumore si sta già riparando da solo. I medici, però interrompono il processo naturale di guarigione e provocano le metastasi, che non sono altro che ulteriori conflitti dovuti al loro stesso intervento.

I: Quindi lei non ha fatto nulla per curarsi?
E: Ho fatto tante cose, ma che avevano a che fare solo con le mie scelte alimentari, con il fatto di rimanere a casa mentre stavo male. C’è gente infatti, che ha un tumore e vive benissimo. Secondo Hamer, tutte le terapie naturali hanno la loro ragione d’essere, perciò basta digiunare o praticare l’omeopatia per risolvere un problema. Che uno decida di guarire con i colori, con le “acque di luce” o con l’urinoterapia, va sempre bene. Purchè non si ostacolino i processi naturali, si può cercare una propria via. Il tumore parte sempre dal cervello, cioè da un’esigenza nascosta ed è “costruttivo”, quindi non bisogna averne paura.

I: In conclusione, questo che cosa significa?
E: Il concetto di cura, inteso secondo l’approccio tradizionale, non aiuta, perchè la persona pensa che la sua guarigione dipenda dalla “corsa agli armamenti”, cioè dalle pillole che gli vengono date. Occorre, invece, capire che si guarisce solo con l’integrazione dei sistemi biologici: i virus e i batteri, invece di essere combattuti, vanno compresi nella loro funzione positiva. Spesso, quando c’è un virus, l’organismo sta solo tentando di completare un processo “riparativo”, come nel caso dell’epatite come nel tumore al fegato. Il cancro non si origina da una cellula impazzita, ma è il segnale di una necessità di una persona. Questo mette in moto meccanismi che hanno uno scopo biologico. Se li si lascia completare il percorso, ricomporanno il conflitto. Il tumore infatti, guarisce da solo nel 90 % dei casi.

I: Il metodo Hamer viene praticato in Italia?
E: Io, da quando ho seguito un corso sulle leggi di Hamer riservato ai medici, non ho più amici che muoiono di cancro, perchè consiglio loro, senza fare il “dottore” (perchè non lo sono), come comportarsi. I medici di Nuova Medicina non curano più le persone chemioterapizzate perchè sono comunque destinate a morire, più o meno tardi, a causa della devastazione compiuta dalla medicina ospedaliera.

I: Tutto ciò è legale?
E: Il problema è all’interno dell’ospedale, dove, secondo me,ci si deve andare solo per la diagnostica. poi si decida in piena libertà. da quando conosco il rapporto tra anima e corpo, non prendo più farmaci. la mia salute è migliore oggi di quando avevo vent’anni, e credo di averlo dimostrato a “Notti sul ghiaccio”, dove ho dato “la paga” alle ragazzine.

Intervista tratta da “Viversani e belli” di marzo 2007.

Link: http://www.meetup.com/beppegrillo-24/messages/boards/thread/2921736?thread=2921736

Fonte: stampalibera.com - Autore: Alessandra Drago

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Zeitgeist Moving Forward: successo incredibile in tutto il mondo e in Italia: sale stracolme, superato il limite di connessioni alla conferenza di ieri sera con Federico e Daniele, dovremo fare un upgrade per il futuro. Una rivoluzione culturale e non violenta senza precedenti è iniziata, e se ci state leggendo significa che ne siete parte.

Grazie a tutti!



Fonte: zeitgeistitalia.org
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By Admin (from 16/01/2011 @ 12:00:16, in en - Video Alert, read 2222 times)

In adjusting to their new positions in the hospital, the residents embark on a search for different identities. J.D., feeling more like a doctor, proudly dons a white lab coat and attempts to stand up to the Janitor and Dr. Cox. Turk finds himself with intense back pains after being stuck working with Dr. Amato, a very short surgeon. Meanwhile, Elliot is getting some extra attention from Dr. Di Stefano, a handsome surgeon, and Turk's boss, who constantly assigns Turk to work with Dr. Amato to punish him for skipping guy's night out with the other surgeons. When they all get together later, Carla brands them each with an identity: J.D. is the geek; Turk is the jocky frat boy with back problems; and Elliot is... white, an identity that Elliot hates because J.D. is also white.

A new patient, Mr. Blair, has been admitted for a severe sinus infection and J.D. is treating him. As Mr. Blair's infection persists, J.D. decides to administer a stronger antibiotic intravenously. The patient ends up losing his sense of smell and blames J.D. After much anxiety, J.D. finds that it wasn't his fault after all and confronts Dr. Cox for seemingly placing the blame on him.

 

Looking to change her straight-laced reputation, Elliot has a one-night stand with Dr. Di Stefano. Soon after, rumors of her tryst spreads like wildfire throughout the hospital. At first she is upset, but later revels in her new reputation as a sex expert.

 

Carla and Elliot are treating Mrs. Brumbry when Carla realizes that the patient's age disqualifies her from a beneficial G.I. clinical trial. Dr. Cox decides to break the rules and enters her in the trial anyway. Dr. Kelso takes pleasure in reprimanding Dr. Cox, but later finds that the patient actually was qualified. He apologizes, but Cox states he would have broken the rules anyway.

 

In an attempt to fit in with the other jocky surgeons, Turk betrays his friendship with Elliot. Later, after having an eye opening talk with Dr. Amato, he stands up against the other surgeons.

Read more: http://scrubs.wikia.com/wiki/My_New_Coat#ixzz14hg2Yqxw

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By Admin (from 16/01/2011 @ 10:00:03, in ro - Stiinta si Societate, read 2559 times)

 Ca omul, urmarind si urmand exemplul naturii, a reusit sa fabrice, in sensul propriu al cuvantului, zapada si gheata, mai treaca-mearga: materia prima, apa, inca se mai gaseste pe Terra. Dar cum sa fabrici apa? Ei, bine, aceasta problema devenita astazi acuta si-au pus-o chimistii inca din secolul al XVIII-lea. Si chiar au si rezolvat-o!

Lavoisier reinventeaza natura

In epoca marelui savant, se credea ca apa este o entitate chimica indisolubila, intrata - alaturi de aer, pamant si foc - in compozitia oricarei forme de materie. Lavoisier insa a incercat sa rastoarne aceasta teorie, continuand calea experimentala urmata de chimistii britanici Cavendish si Priestley. Sinteza apei duce la obtinerea substantei numite atunci „gaz inflamabil”, care se aprinde in contact cu oxigenul din aer formand apoi vapori de apa ce se pot condensa, de exemplu, pe peretii unei eprubete.

Observand reactia, chimistul francez a rebotezat gazul respectiv hidrogen (in limba greaca, „generator de apa”). Dovezile aduse de savant au reprezentat o descoperire revolutionara, acesta fiind supranumit „parintele chimiei moderne”. Pe baza experientelor sale din 1783, mai tarziu s-au inventat bateria cu combustibil si motorul cu hidrogen. Totusi, descoperirea in sine are (sau poate avea) o importanta infinit mai mare, prin prisma faptului ca apa reprezinta garantul vietii pe planeta.

Apa obtinuta din... apa

Garantul vietii, da, numai ca un fel de gena suicidara a omului face ca acesta sa iroseasca si sa polueze iremediabil tocmai sursele de apa dulce. Ar putea deveni apa rezultata din reactia chimica a lui Lavoisier solutia vitala pentru miliardul de persoane care nu au acces la respectivele resurse? Pana in prezent, solutia prezentata nu a fost luata serios in calcul ca remediu la criza de apa potabila actuala.

Pentru ca exista totusi un obstacol serios: dihidrogenul (H2) nu exista in stare naturala. Iar cea mai usoara metoda de a-l obtine ramane cea care porneste de la... apa insasi, prin electroliza. Pe deasupra, obtinerea din materii organice este foarte costisitoare si polueaza puternic mediul. De aceea, se are in vedere in primul rand desalinizarea apei marine, insa de curand, instalatii cu ajutorul carora se poate obtine apa lichida condensand vaporii de apa din aer au fost realizate in diverse tari, dintre care se citeaza in mod special India si Chile.

Zapada de cultura

Nici povestea zapezilor „fabricate” nu e deloc noua. Inventarea lor in America anilor 40 se leaga de pomicultura! Utilizarea ventilatoarelor pentru protejarea livezilor impotriva temperaturilor scazute a dus la aparitia ninsorii artificiale, folosita un deceniu mai tarziu in scop turistic, pentru acoperirea partiilor de schi in zilele fara zapada. De aici, tunurile de zapada au ajuns in 1963 in Europa, francezii rebotezandu-le pacifist cu un cuvant care s-ar traduce la noi prin „ningatoare”.

Zapada de cultura (sintagma preferata tot mai mult de fabricanti) se obtine din apa sub presiune, pulverizata concomitent cu un jet de aer de -3sC. Minusculele picaturi de apa se transforma in fulgi de zapada in doua secunde, pe pistele astfel acoperite putandu-se schia si la temperaturi usor pozitive. Medalia are insa si revers. Pe langa impactul vizual si sonor asupra cadrului natural, sunt incriminate aportul suplimentar de apa asupra vegetatiei si mai ales consumul mare de apa si de energie electrica. Viata merge insa inainte, cu sau fara „ningatoare”. Problema cu-adevarat serioasa ramane insa cea a apei potabile, element catre care chimistii, fabricantii, investitorii, dar si toti consumatorii ar trebui sa-si indrepte toata atentia.

ADRIAN-NICOLAE POPESCU - magazin.ro

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By Admin (from 16/01/2011 @ 08:00:13, in it - Scienze e Societa, read 2935 times)

Il Lago d’Arpy, il Lago di Liconi e il Lago di Pierre Rouge sono come tanti occhi blu puntati verso l’alto, pronti a catturare frammenti di cielo e portarli sulla terra, nel territorio valdostano della Valdigne. Qui, in un anfiteatro di montagne colossali, trova riparo il borgo alpino di Morgex, un paese di meno di duemila abitanti della Valle d’Aosta, appartenente alla Comunità Montana Valdigne Mont Blanc. Appollaiato alla roccia a 920 metri di quota, Morgex è circondato da una piana pittoresca a forma di ventaglio, incorniciata dalla mole imponente del Monte Bianco e da altre vette affascinanti, quali la Grivola e il monte Crammont. Il corso della Dora fende questa terra verdeggiante e la disseta anche nei periodi più soleggiati, rendendo rigogliosa e fresca la vegetazione: boschi, pascoli e praterie si alternano ai preziosi vigneti, generosi di una deliziosa.

Una delle componenti principali dell’economia locale è proprio la viticoltura: il vitigno autoctono Prié Blanc dà degli acini dolci e succosi, da cui si ricava il Blanc de Morgex e La Salle, che nel 1985 ha ottenuto la D.O.C. e vanta le vigne più elevate d’Europa.

Al luccichio dei chicchi d’uva si aggiungono altre coltivazioni caratteristiche, ma anche la fauna selvatica: gli alberi da frutto trovano il loro habitat ideale nei pressi di Morgex, grazie al clima mite, ed abbondano peri, meli, ciliegi, peschi e noci, mentre le foreste profumate d’alta quota sono composte da abeti, pini e larici. Persino il nodoso castagno, che secondo la leggenda popolare non sopporta la vista dei ghiacciai, trova una collocazione nelle montagne della zona, grazie alle condizioni atmosferiche eccezionalmente dolci. Qui, in effetti, le temperature sono miti e gradevoli, e fanno di Morgex una meta valida in tutte le stagioni. I valori medi del mese più freddo, gennaio, vanno da un minimo di -2°C a un massimo di 4°C, mentre in luglio, il mese più caldo, si passa dai 19°C ai 29°C. Le precipitazioni, scarse in inverno ad eccezione di qualche nevicata pittoresca, toccano il picco massimo in giugno, quando piove in media per 10 giorni sul totale.

A beneficiare di questa atmosfera, oltre agli abitanti ospitali del borgo, ci sono i camosci, gli stambecchi, le lepri, i tassi, gli scoiattoli, le marmotte e i cervi, che si possono scorgere passeggiando lungo i sentieri della zona. Le camminate, dalle più ardue alle più rilassanti, sono tante e suggestive e si snodano tra le borgate della zona, sparse sul fondovalle o abbarbicate lungo i pendii rocciosi delle montagne. I nomi delle frazioni più antiche sono caratteristici e rimandano alla tradizione popolare: da vedere, ad esempio, la località Biolley, che nel dialetto del luogo vuol dire “bosco di betulle”.

Nei dintorni di Morgex non si esauriscono le meraviglie. A 28 km dal centro c’è Aosta, ma basta allontanarsi di 8 km per incontrare Courmayeur e le sue piste da sci esclusive: entrambe le mete sono facilmente raggiungibili grazie alla nuovissima rete autostradale, che tocca le principali città del Nord Italia, della Francia e della Svizzera. A due passi da Morgex e La Thuille, senza bisogno di fare lunghi percorsi in auto, ci si imbatte invece in Arpy, la località sciistica più vicina. Da ottobre a marzo, quando le cime delle Alpi si zuccherano di una neve perfetta, questo è il comprensorio invernale più adatto per chi ama la natura incontaminata e gli ambienti selvaggi, ma non rinuncia allo stesso tempo al comfort di impianti moderni ed efficienti.

Per concedervi un assaggio di storia e cultura, invece, non dovete fare altro che passeggiare per il centro della cittadina con occhi curiosi e attenti. Scoprirete così la bellezza di alcuni edifici, tra cui la chiesa parrocchiale di Santa Maria e il suo campanile, antico superstite della prima versione romanica, citata in un documento del 1176. Nei primi decenni del Quattrocento il complesso fu sottoposto a un grande lavoro di restauro, ma altre modifiche vennero apportate alla fine del Seicento e il risultato tuttora visibile è un edificio semplice ma elegante, con una facciata in pietra a vista e opere d’arte pregiate all’interno.

Da vedere anche la cosiddetta “Tour de l’Archet”, una massiccia torre di pietra posizionata all’estremità occidentale del centro, in una pittoresca piazzetta. Sono attualmente in corso i lavori di restauro che daranno vita, in questa costruzione, alla sede della fondazione culturale intitolata al Natalino Sapegno.

Ma la storia non si respira solo attraverso le opere architettoniche: altrettanto interessanti, e ancora più spassose, sono le tradizioni popolari e le manifestazioni organizzate a Morgex, ottime occasioni per avvicinarsi ai costumi del luogo. Tra le usanze più antiche e famose c’è la Badoche, che si festeggia in paese il 15 agosto, giorno dell’Assunzione, ma si ripete anche nelle frazioni di Villair, a Fraz e a La Ruine in altri giorni dell’anno. In occasione di questa celebrazione patronale, la brigata della Badoche è accompagnata da una fisarmonica e da un clarino e fa il suo ingresso vivace nella piazza, alla fine della Santa Messa. Le danze, interpretate dalle giovani coppie del villaggio, continuano fino a sera, e i genitori dei bimbi nati nell’anno corrente si presentano per donare un fiocco di seta da appendere alla “alabarda”. I festeggiamenti sono accompagnati da banchetti generosi e ottimo vino valdostano.

Raggiungere Morgex non è difficile, grazie all’efficiente rete autostradale che congiunge il borgo alle maggiori città dell’Italia settentrionale. Chi usa l’auto deve imboccare l’autostrada Torino-Aosta, e da Aosta continuare per altri 20 minuti fino all’uscita di Morgex. Chi preferisce il treno deve procedere da Milano in direzione Torino, fermarsi a Chivasso e prendere la coincidenza per Aosta: da qui si prende il treno diretto a Pre-Saint-Didier, che ferma anche a Morgex. L’aeroporto più vicino, a circa 146 km, è quello di Torino Caselle.

Fonte: ilturista.info

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By Admin (from 15/01/2011 @ 16:48:41, in en - Global Observatory, read 2943 times)

Friends,
Those that have listened to my radio shows might have remembered me commenting many times on the fact that when it came to attacks we have experienced in the past: "we haven't seen anything yet".
 
The bored, petty bloggers and various hatefilled individuals who have wasted their time creating anti-z/anti-peter joseph sites and videos are about to be royally trumped by a mainstream media onslaught that will bring the definition of attack/propaganda into a whole new light.
 
I have been contacted by CNN, NBC, FOX, ABC, AP, Yahoo! and many national/local/international news agencies regarding the comment by Zack Osler referencing a TWO YEAR OLD association of my first film and Jared Loughner. The parroting of this painfully unscientific and idiotic association has resonated across all mainstream outlets. As of now, I am not engaging them for I want the new film to be released before anything.
 
After the film is released, I have a feeling we are going to see a huge backlash. The stage has been set... and I want all members to hold strong. Don't let any of this get to you. This is exactly what I have been expecting with regard to the media introduction of TZM and it is long overdue. If it wasn't the AZ shootings it would have been another scapegoat. Just as Wikileaks is now associated with a "rapist"- the Z films and hence the Movement/myself are going to be publicly pegged to "mass murder". This is how the game works and I plan to do a radio show on the history of propaganda in the near future to discuss this historical phenomenon.
 
After the release, I am going to established a large PR campaign for all press interactions from the Movement and TZM is going to explode with interest.
 
 
"First they ignore you, then they ridicule you, then they fight you, then you win."
-- Mahatma Gandhi

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By Admin (from 15/01/2011 @ 12:00:25, in en - Video Alert, read 3488 times)

Programming is understanding.

Kristen Nygaard.

Source: http://lost.co.nz

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By Admin (from 15/01/2011 @ 10:00:29, in ro - Stiinta si Societate, read 1875 times)

 Dorinta omului de a-si prelungi viata i-a insufletit mereu pe urmasii lui Adam. Ajutor ne ofera unele dintre cele mai neinsemnate creaturi de pe Pamant sau mai curand zis... de sub pamant: ramele. Si aceasta dupa ce s-a pus in evidenta faptul ca ele au o gena ce le permite sa traiasca mai mult atunci cand, paradoxal, se afla in pragul inanitiei!

Expertii sunt de parere ca daca vor reusi sa produca un medicament capabil sa activeze o gena similara la om, durata si calitatea vietii ar putea creste considerabil. Cercetarile desfasurate la California's Salk Institute for Biology au demonstrat ca fiintele din regnul animal care au o alimentatie saraca in calorii tind sa traiasca mai mult si mai sanatos.

„Ne-a intrigat faptul ca animalele cu o dieta restrictiva sunt totusi foarte dinamice. Probabil ca atunci cand nivelul de calorii este scazut, organismul reactioneaza intr-un mod original, activand aceasta gena care protejeaza impotriva efectelor negative asupra sanatatii, asociate cu imbatranirea”, spune prof. Hugo Aguilaniu.

Postul - cheia sanatatii perfecte

Ideea ca reducerea cantitatii de alimente consumate, dar adoptarea in acelasi timp a unei diete echilibrate din punct de vedere al aportului de minerale, vitamine si nutrienti, ar putea contribui la prelungirea vietii, nu este noua. Studii desfasurate prin 1930 pe cobaii de laborator au dovedit ca rozatoarele private sistematic de hrana traiau mai mult decat suratele lor, bine alimentate.

Acum insa, pentru prima data, cercetatorii au identificat la viermii nematozi (categorie din care fac parte ramele) gena responsabila de acest fenomen interesant, numind-o pha-4. Ei au gasit totodata o gena similara la om si spera sa o poata activa cu ajutorul unor medicamente de sinteza, pentru a evita limitarile impuse de o dieta stricta. „Daca mananci prea putin, risti sa mori de inanitie. Daca dimpotriva, consumi prea mult, risti sa te imbolnavesti de obezitate, maladii cardiace si alte boli similare.

 Restrictia dietara este o cale de mijloc, foarte eficienta in aceasta problema”, spune Andrew Dillin, de la institutul mentionat. Pana ca oamenii de stiinta sa descopere acest medicament miraculos, unii semeni de-ai nostri au decis sa verifice pe propria... burta efectele reducerii cantitatii de hrana. De pilda, englezul Bob Cavanaugh urmeaza de sase ani un regim alimentar drastic dupa ce i se descoperise un nivel de colesterol „rau” foarte ridicat.

Dupa ce a citit o carte despre restrictiile calorice, s-a decis sa mearga pe acest drum si, in consecinta, din ziua respectiva a inceput sa-si cantareasca absolut toate mesele, calculand cu grija cantitatile de grasimi, carbohidrati, proteine, vitamine, minerale si aminoacizi pe care corpul sau le asimila. In tot acest timp, Cavanaugh nu a mancat decat de doua ori pe zi, dimineata si seara, avand un aport total de 1800 de calorii zilnic. De atunci, nivelul de colesterol s-a redus considerabil, greutatea a scazut la media normala pentru varsta lui si englezul nu a mai fost absolut deloc bolnav in ultimii sase ani, neavand nici macar o raceala!

GABRIEL TUDOR - magazin.ro

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By Admin (from 15/01/2011 @ 08:00:55, in it - Scienze e Societa, read 2339 times)

A 25 km da Torino, nel cuore del Piemonte, dove le colline si aprono per far passare il Po, si incontra il piccolo centro di Castagneto Po, popolato da meno di 2 mila abitanti e distribuito tra i 180 e i 583 metri di quota. Chiamato Casgné dagli abitanti del posto, il paese in provincia di Torino è formato da un nucleo centrale, sul versante meridionale di una collina, e da una costellazione di borgate minori, che si raccolgono intorno ad essa come frammenti di una piccola galassia. Sul versante orientale spicca Genesio, a occidente si vede Cimenasco in lontananza, mentre Ossoli se ne sta alla sommità del rilievo, tutti ad altitudini differenti.

Proprio nella frazione di San Genesio risiede uno dei tesori più preziosi di Castagneto Po, che gli amanti di arte, storia e cultura non possono trascurare. Si tratta della Chiesa di San Genesio, realizzata nei primi anni del Novecento ma affiancata da un campanile romanico dell’anno Mille. Spostandosi nel vero e proprio centro di Castagneto Po si scoprono altri edifici interessanti, come la chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, realizzata nel XIX secolo in stile neoclassico, probabilmente sostituendo una precedente costruzione del XIII secolo. All’interno non si può fare a meno di alzare gli occhi verso la cupola, ornata da splendidi affreschi, e non sono da meno la maestosa pala d’altare e l’organo a canne dell’Ottocento.

Da vedere anche una schiera di dimore signorili disseminate per il paese, perlopiù abbracciate da parchi incantevoli, popolati da piante secolari. Tra le residenze più eleganti si distinguono la barocca villa Ceriana, eretta nel XVIII secolo, e l’ottocentesca villa Revel, in stile neo-palladiano.

Ad attirare il maggior numero di turisti, tuttavia, sono sempre state le note proprietà benefiche del “Regio Fonte”, una sorgente termale generosa di acque salutari. Temporaneamente chiusa per lavori di restauro, in attesa di riprendere l’attività a pieno ritmo, la struttura termale di Castagneto Po ha da sempre garantito soggiorni rilassanti e confortevoli, immersi in uno scenario accogliente dove la bellezza del paesaggio incontra le strutture più moderne. Le acque, salso-bromo-solforose, si rivelano particolarmente utili per chi soffre di disturbi gastro-epatici.

L’elisir miracoloso non è il solo regalo che la natura ci fa: nei pressi di Castagneto Po, infatti, il paesaggio è una culla irresistibile, pronta ad abbracciarvi e guidarvi lungo i sentieri, i prati e i boschi, alla scoperta di paesaggi incontaminati. Nel 1978 è stata istituita la Riserva Naturale del Bosco del Vaj, con lo scopo di valorizzare il patrimonio faunistico e in particolare per la tutela del faggio, una pianta amante del freddo che qui sopravvive a quote eccezionalmente basse.

A nutrire la natura lussureggiante presso Torino, e a rendere la visita a Castagneto Po ancora più piacevole, contribuisce il clima della zona. L’inverno è una stagione suggestiva, con temperature medie che in gennaio vanno da una minima di -3°C a una massima di 6°C, condita da frequenti nevicate e da un’aria frizzante. In estate le temperature medie aumentano: in luglio, il mese più caldo, si va da una minima di 16°C a una massima di 28°C. Le precipitazioni si distribuiscono nell’arco dell’anno in maniera abbastanza regolare, ma il picco massimo arriva in maggio, quando cadono in media 120 mm di pioggia.

Chi sceglie di visitare Castagneto Po non deve trascurare le manifestazioni locali, ottime occasioni per sperimentare di persona l’ospitalità del luogo e conoscere le tradizioni più genuine. Tra le feste da non perdere c’è la Notte delle Lumere: un tempo veniva chiamata così, in tutto il Piemonte, la notte di Halloween, e ancora oggi, ogni 31 ottobre, si può fare un’escursione notturna nel Parco Naturale della Collina Torinese e festeggiare insieme banchettando.

A proposito di banchetti: un’altra importante manifestazione di Castagneto Po è “Stramangiando”, una rassegna gastronomica organizzata in collaborazione con SlowFood, che si tiene alla fine di settembre e ha lo scopo di far conoscere a tutta l’Italia le specialità della gastronomia locale.

Per arrivare a Castagneto Po si può scegliere tra diverse possibilità. Chi viaggia in auto, daTorino, deve prendere la tangenziale A4/E64, uscire a Aosta/Trafori Padania Superiore e procedere in direzione Torino/Chivasso. A questo punto si imbocca la SS11 verso Torino/Abbadia di Stura, dopo 10 km si prende la A21/E70 verso Piacenza/Brescia e si segue la direzione Tangenziale Milano/Bologna. Dopo 8 chilometri si prende la SP 467R, si attraversa Pratissolo e si svolta a sinistra verso Castagneto Po.

L’aeroporto più vicino, per chi viaggia in aereo, è quello di Torino Caselle, a 35 km circa, da cui si possono prendere gli autobus della Provibus per arrivare a destinazione.

Fonte: ilturista.info

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