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 Trilingual World Observatory: italiano, english, română. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Il gruppo anti-islamico English Defence League si prepara a manifestare ad Amsterdam a sostegno del leader del Pvv Geert Wilders. La sua formula trasversale sta trovando imitatori in tutta Europa.

 

La English Defence League (Edl), "esercito di strada" islamofobo apparso l'anno scorso sulle prime pagine dei giornali britannici a causa delle sue violente dimostrazioni, si prepara a sbarcare ad Amsterdam il prossimo ottobre. L'Edl marcerà a sostegno di Geert Wilders, il portabandiera del movimento xenofobo olandese. Alla manifestazione parteciperanno anche la Ligue Francaise de Defense e la Dutch Defence League, recentemente fondate sul modello ingese, insieme ad altri militanti di tutta Europa.

 

Fondata nel 2009, nel corso dell'ultimo anno l'Edl ha organizzato più di una dozzina di marce e dimostrazioni, spesso violente, in tutto il Regno Unito. Le manifestazioni che alla fine dell'anno scorso attiravano appena un paio di centinaia di militanti vedono oggi la partecipazione di migliaia di cittadini.

 

Il 28 agosto una dimostrazione a Bradford, West Yorkshire, sede della seconda comunità di sud asiatici del Regno Unito, ha preso una brutta piega quando i militanti si sono scontrati con la polizia e hanno attaccato gli attivisti antirazzisti con mattoni, bottiglie e fumogeni. Sono stati arrestati in 13.  

Le organizzazioni di controllo sui fenomeni razzisti sostengono che l'Edl sia una delle creature più preoccupanti apparse sulla scena dell'estrema destra britannica dal 1970 e dai giorni del National Front, un partito politico apertamente basato sulla supremazia della razza bianca e le teorie naziste.

Sembra che l'Edl stia riuscendo a esportare nel continente la sua formula, una combinazione tra l'invettiva anti-islamica, la violenza e la pratica di agganciarsi ai gruppi di hooligans, fissando le marce allo stesso orario delle partite di calcio.  

Diversamente da quanto accadeva con l'estrema destra tradizionale, l'Edl, originariamente sviluppatasi nell'ambito della subcultura "football casual", si considera un movimento multietnico, nato per combattere il "jihadismo" più che i musulmani in generale. L'organizzazione fa uso di una retorica legata alle nuove teorie dell'anti-islamismo e del neoconservatorismo, trascurando la nostalgia per il nazismo cara alle altre formazioni di estrema destra.

"La English Defence League vuole fermare la minaccia a ogni costo. I nostri amici cristiani, ebrei, sikh e induisti hanno molto da raccontare a proposito dell'imperialismo islamico", si legge sulla pagina "smascherare i falsi miti" del sito del gruppo. Guramit Singh è uno dei leader dell'Edl. Sikh nato in Gran Bretagna, come Geert Wilders si dichara filoisraeliano e utilizza la colonna ebrea e quella Lgbt (gay, lesbiche, bisessuali e transgender) nella sua lotta alla costruzione di nuove moschee e nella missione di far dichiarare il burqa fuori legge. Durante una dimostrazione tenutasi in marzo a Bolton, un uomo reggeva un triangolo rosa insieme ai cartelloni e alle bandiere anti-islamiche. In questo momento la divisione Lgbt del movimento conta 107 membri. 
 
In totale contrasto con la tradizione dell'estrema destra antisemita, il gruppo ha cominciato a sventolare durante le manifestazioni la bandiera di Israele, e secondo il Jewish Chronicle la divisione ebrea ha ricevuto il sostegno di migliaia di cittadini su Facebook, fino a quando, di recente, la sua pagina è stata cancellata.

Xenofobia light

Al pari di altre formazioni che le organizzazioni di monitoraggio definiscono "estrema destra light", in particolare quella di Wilders, il Partito popolare danese e gli accoliti del deceduto Pim Fortuyn, alcuni membri dell'Edl cercano di prendere le distanze dai  "cavernicoli adoratori di Adolf" (definizione tratta dal sito del gruppo). Tuttavia, nonostante l'Edl non sia propriamente una formazione neo-nazista e neo-fascista, i collegamenti con l'estrema destra tradizionale non sembrano essere stati eliminati. 
 
Tutte le manifestazioni dello scorso anno (tranne due) si sono concluse con decine di arresti. Le marce dell'Edl passano frequentemente dagli slogan anti-islamici all'uso della violenza. Durante una manifestazione a Dudley svoltasi a giugno sono stati presi d'assalto negozi, macchine, abitazioni private e anche un tempio induista.
È difficile trovare statistiche affidabili sulle dimensioni dell'organizzazione, e mancano i dati sulle filiali continentali. Il gruppo sostiene di avere "migliaia" di sostenitori. La polizia ha stimato che durante la marcia di Newcastle upon Tyne di maggio, una delle più grandi organizzate dall'Edl, hanno partecipato fra le 1.500 e le 2.000 persone. 

Stando al sito dell'Edl la manifestazione di Amsterdam dovrebbe svolgersi il prossimo 30 ottobre. Geert wilders dovrà presentarsi in tribunale alla fine del mese prossimo per rispondere dell'accusa di incitamento all'odio razziale. Il processo inizierà il 5 ottobre e il verdetto è atteso per il 2 novembre. 
 
In occasione della marcia saranno presenti i membri della Ligue Francaise de Defense e della Dutch Defence League, formatesi di recente ed entrambe modellate sulla struttura dell'Edl. La Ligue Francaise de Defense si presenta anche con la denominazione anglofona "French Defence League", e recentemente ha adottato il nome di Ligue 732, in onore di un gruppo di tifosi del Paris Saint Gemain nato con la missione di "unificare tutti i tifosi, gli ultras e gli appassionati di calcio francesi per lottare contro l'Islam radicale". Il numero 732 è un riferimento all'anno in cui il re francese Carlo Martello, nonno di Carlo Magno, riportò la vittoria nella Battaglia di Tours, fermando l'avanzata islamica nell'Europa occidentale. 
 
Steve Simmons, portavoce dell'English Defence League, ha dichiarato a EUObserver che i militanti del "movimento anti Jihad" in Germania, Belgio, Svizzera e "altri paesi europei" si uniranno all'Edl ad Amsterdam per fondare quella che dovrebbe chiamarsi "European Defence League", o in alternativa, ricorrendo a un eufemismo, "European Friendship Initiative".
 
"Come saprete, Geert Wilders sta subendo un processo per odio razziale", prosegue Simmons. "Noi siamo convinti che sia in atto un attacco alla libertà di parola, e in generale una sorta di sottomissione al radicalismo islamico e all'Islam. Geert ha il coraggio di affrontare questo problema, e noi intendiamo sostenerlo". 
Simmons minimizza sulla violenza del movimento: "Vogliamo che l'evento sia una festa più che un momento di protesta, con cibo, alcol e divertimento". Il portavoce sostiene che alcuni soldati britannici, olandesi e tedeschi fuori servizio legati alle "Armed Forces Unite" (nate dalla "Armed Forces Defence League", un gruppo Facebook di militari e marinai sostenitori della Edl), si sono offerti di aiutare la polizia olandese a mantenere l'ordine durante l'evento.

Traduzione: Andrea Sparacino; Fonte: EUobserver.com - Bruxelles - presseurop.eu

WIE VAN DE DRIE [+BONUS]

Caprice  
Caprice | Monica | Miguela

Bonus: 4 Hot chicks on a Holiday!
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Note

Here we find the usual wit of Bertrand Russell, intent on clearing the way of dangerous myths and noxious opinions. Towards the end of the essay, there is a slight drop in critical awareness, and Russell himself appears to believe that the social sciences have already produced successful ideas, for instance in dealing with large scale unemployment. The fact is that large scale unemployment is still with us but mass production, through advanced technology, has made it less and less of a survival problem.

This text has been later republished in "Unpopular Essays" (1950).

Pride of creed is another variety of the same kind of feeling. When I had recently returned from China I lectured on that country to a number of women's clubs in America. There was always one elderly woman who appeared to be sleeping throughout the lecture, but at the end would ask me, somewhat portentously, why I had omitted to mention that the Chinese, being heathen, could of course have no virtues. I imagine that the Mormons of Salt Lake City must have had a similar attitude when non-Mormons were first admitted among them. Throughout the Middle Ages, Christians and Mohammedans were entirely persuaded of each other's wickedness and were incapable of doubting their own superiority.

All these are pleasant ways of feeling 'grand'. In order to be happy we require all kinds of supports to our self-esteem. We are human beings, therefore human beings are the purpose of creation. We are Americans, therefore America is God's own country. We are white, and therefore God cursed Ham and his descendants who were black. We are Protestant or Catholic, as the case may be, therefore Catholics or Protestants, as the case may be, are an abomination. We are male, and therefore women are unreasonable; or female, and therefore men are brutes. We are Easterners, and therefore the West is wild and woolly; or Westerners, and therefore the East is effete. We work with our brains, and therefore it is the educated classes that are important; or we work with our hands, and therefore manual labour alone gives dignity. Finally, and above all, we each have one merit which is entirely unique, we are Ourself. With these comforting reflections we go out to do battle with the world; without them our courage might fail. Without them, as things are, we should feel inferior because we have not learnt the sentiment of equality. If we could feel genuinely that we are the equals of our neighbours, neither their betters nor their inferiors, perhaps life would become less of a battle, and we should need less in the way of intoxicating myth to give us Dutch courage.

One of the most interesting and harmful delusions to which men and nations can be subjected, is that of imagining themselves special instruments of the Divine Will. We know that when the Israelites invaded the Promised Land it was they who were fulfilling the Divine Purpose, and not the Hittites, the Girgashites, the Amorites, the Canaanites, the Perizites, the Hivites, or the Jebbusites. Perhaps if these others had written long history books the matter might have looked a little different. In fact, the Hittites did leave some inscriptions, from which you would never guess what abandoned wretches they were. It was discovered, 'after the fact', that Rome was destined by the gods for the conquest of the world. Then came Islam with its fanatical belief that every soldier dying in battle for the True Faith went straight to a Paradise more attractive than that of the Christians, as houris (in Islamic faith, one of the beautiful young women who attend Muslim men in paradise) are more attractive than harps. Cromwell was persuaded that he was the Divinely appointed instrument of justice for suppressing Catholics and malignants. Andrew Jackson was the agent of Manifest Destiny in freeing North America from the incubus of Sabbath-breaking Spaniards. In our day, the sword of the Lord has been put into the hands of the Marxists. Hegel thought that the Dialectic with fatalistic logic had given supremacy to Germany. 'No,' said Marx, 'not to Germany, but to the Proletariat'. This doctrine has kinship with the earlier doctrines of the Chosen People and Manifest Destiny. In its character of fatalism it has viewed the struggle of opponents as one against destiny, and argued that therefore the wise man would put himself on the winning side as quickly as possible. That is why this argument is such a useful one politically. The only objection to it is that it assumes a knowledge of the Divine purposes to which no rational man can lay claim, and that in the execution of them it justifies a ruthless cruelty which would be condemned if our programme had a merely mundane origin. It is good to know that God is on our side, but a little confusing when you find the enemy equally convinced of the opposite. To quote the immortal lines of the poet during the first World War:

Gott strafe England, and God save the King.
God this, and God that, and God the other thing.
'Good God,' said God, 'I've got my work cut out.'

Belief in a Divine mission is one of the many forms of certainty that have afflicted the human race. I think perhaps one of the wisest things ever said was when Cromwell said to the Scots before the battle of Dunbar: 'I beseech you in the bowels of Christ, think it possible that you may be mistaken.' But the Scots did not, and so he had to defeat them in battle. It is a pity that Cromwell never addressed the same remark to himself. Most of the greatest evils that man has inflicted upon man have come through people feeling quite certain about something which, in fact, was false. To know the truth is more difficult than most men suppose, and to act with ruthless determination in the belief that truth is the monopoly of their party is to invite disaster. Long calculations that certain evil in the present is worth inflicting for the sake of some doubtful benefit in the future are always to be viewed with suspicion, for, as Shakespeare says: 'What's to come is still unsure.' Even the shrewdest men are apt to be wildly astray if they prophesy so much as ten years ahead. Some people will consider this doctrine immoral, but after all it is the Gospel which says 'take no thought for the morrow'.

In public, as in private life, the important thing is tolerance and kindliness, without the presumption of a superhuman ability to read the future.

Instead of calling this essay 'Ideas that have harmed mankind', I might perhaps have called it simply 'Ideas have harmed mankind', for, seeing that the future cannot be foretold and that there is an almost endless variety of possible beliefs about it, the chance that any belief which a man may hold may be true is very slender. Whatever you think is going to happen ten years hence, unless it is something like the sun rising tomorrow that has nothing to do with human relations, you are almost sure to be wrong. I find this thought consoling when I remember some gloomy prophesies of which I myself have rashly been guilty.

But you will say: how is statesmanship possible except on the assumption that the future can be to some extent foretold. I admit that some degree of prevision is necessary, and I am not suggesting that we are completely ignorant. It is a fair prophecy that if you tell a man he is a knave and a fool he will not love you, and it is a fair prophecy that if you say the same thing to seventy million people they will not love you. It is safe to assume that cutthroat competition will not produce a feeling of good fellowship between the competitors. It is highly probable that if two States equipped with modern armament face each other across a frontier, and if their leading statesmen devote themselves to mutual insults, the population of each side will in time become nervous, and one side will attack for fear of the other doing so. It is safe to assume that a great modern war will not raise the level of prosperity even among the victors. Such generalizations are not difficult to know. What is difficult is to foresee in detail the long-run consequences of a concrete policy. Bismarck with extreme astuteness won three wars and unified Germany. The long run result of his policy has been that Germany has suffered two colossal defeats. These resulted because he taught Germans to be indifferent to the interests of all countries except Germany, and generated an aggressive spirit which in the end united the world against his successors. Selfishness beyond a point, whether individual or national, is not wise. It may with luck succeed, but if it fails failure is terrible. Few men will run this risk unless they are supported by a theory, for it is only theory that makes men completely incautious.

Passing from the moral to the purely intellectual point of view, we have to ask ourselves what social science can do in the way of establishing such causal laws as should be a help to statesmen in making political decisions. Some things of real importance have begun to be known, for example how to avoid slumps and large scale unemployment such as afflicted the world after the last war. It is also now generally known by those who have taken the trouble to look into the matter that only an international government can prevent war, and that civilization is hardly likely to survive more than one more great war, if that. But although these things are known, the knowledge is not effective; it has not penetrated to the great masses of men, and it is not strong enough to control sinister interests. There is, in fact, a great deal more social science than politicians are willing or able to apply. Some people attribute this failure to democracy, but it seems to me to be more marked in autocracy than anywhere else. Belief in democracy, however, like any other belief, may be carried to the point where it becomes fanatical, and therefore harmful. A democrat need not believe that the majority will always decide wisely; what he must believe is that the decision of the majority, whether wise or unwise, must be accepted until such time as the majority decides otherwise. And this he believes not from any mystic conception of the wisdom of the plain man, but as the best practical device for putting the reign of law in place of the reign of arbitrary force. Nor does the democrat necessarily believe that democracy is the best system always and everywhere. There are many nations which lack the self-restraint and political experience that are required for the success of parliamentary institutions, where the democrat, while he would wish them to acquire the necessary political education, will recognize that it is useless to thrust upon them prematurely a system which is almost certain to break down. In politics, as elsewhere, it does not do to deal in absolutes; what is good in one time and place may be bad in another, and what satisfies the political instincts of one nation may to another seem wholly futile. The general aim of the democrat is to substitute government by general assent for government by force, but this requires a population that has undergone a certain kind of training. Given a nation divided into two nearly equal portions which hate each other and long to fly at each other's throats, that portion which is just less than half will not submit tamely to the domination of the other portion, nor will the portion which is just more than half show, in the moment of victory, the kind of moderation which might heal the breach.

The world at the present day stands in need of two kinds of things. On the one hand, organization - political organization for the elimination of wars, economic organization to enable men to work productively, especially in the countries that have been devastated by war, educational organization to generate a sane internationalism. On the other hand it needs certain moral qualities, the qualities which have been advocated by moralists for many ages, but hitherto with little success. The qualities most needed are charity and tolerance, not some form of fanatical faith such as is offered to us by the various rampant isms. I think these two aims, the organizational and the ethical, are closely interwoven; given either the other would soon follow. But, in effect, if the world is to move in the right direction it will have to move simultaneously in both respects. There will have to be a gradual lessening of the evil passions which are the natural aftermath of war, and a gradual increase of the organizations by means of which mankind can bring each other mutual help. There will have to be a realization at once intellectual and moral that we are all one family, and that the happiness of no one branch of this family can be built securely upon the ruin of another. At the present time, moral defects stand in the way of clear thinking, and muddled thinking encourages moral defects. Perhaps, though I scarcely dare to hope it, the hydrogen bomb will terrify mankind into sanity and tolerance. If this should happen we shall have reason to bless its inventors.

SOURCE: panarchy.org

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By Admin (from 12/09/2010 @ 09:12:26, in it - Osservatorio Globale, read 1987 times)

Sono le regioni del Mezzogiorno d'Italia a guidare la triste classifica delle aree del Paese che contano il maggior numero di reati contro la Pubblica Amministrazione.

 

Una "mappa del malaffare", afferma un'indagine della Cgia di Mestre su dati tratti dalla relazione della Corte dei Conti, che vede concentrato nel Sud il 74% dei procedimenti avviati dalla giustizia amministrativa.

 

Quelli in corso sono 3.680, 2.721 dei quali relativi a contenzioni riguardanti regioni del Meridione.

Le cause avviate in Italia nel 2009 sono state 1.652, pari a 2,75 ogni 100 mila abitanti.

 

Lo stock di giudizi ancora in corso ha toccato, al 31 dicembre 2009, quota 3.680, pari a 6,13 cause ogni 100 mila abitanti. Ma quali sono le fattispecie di reati che aggrediscono la pubblica amministrazione? Si tratta di procedimenti per tangenti, frodi comunitarie, illiceità nel conferimento di consulenze o nella retribuzione di incarichi a personale esterno, irregolarità gestionali nella realizzazione di opere pubbliche, illiceità nella gestione di servizi pubblici e della sanità.

Un fenomeno, sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, che "mette a rischio la tenuta dei bilanci delle amministrazioni".

 

Al Molise spetta la maglia nera, con 31,48 cause aperte ogni 100 mila abitanti, mentre il Veneto è la regione più virtuosa con 0,88 giudizi rimasti ancora in piedi al 31 dicembre del 2009.

 

Gli esperti della Cgia hanno così delineato la "mappa del malaffare" che mina l'amministrazione pubblica.

Nel numero di giudizi aperti dopo il Molise si trova la Sicilia, con 23,2 cause rimanenti ogni 100 mila abitanti, la Basilicata (16,09), la Calabria (13,29), la Campania (13,28) e la Sardegna (9, 22). Dopo il Veneto, tra le regioni meno interessate da questo fenomeno, ci sono Emilia Romagna (0,97 ogni 100.000 abitanti), Lombardia (1,06), Piemonte (1,20), Liguria (1,80) e Friuli Venezia Giulia (2,36). La classifica rimane pressoché invariata anche quando si tratta di analizzare le cause sorte nel 2009.

 

"Specie sul fronte delle consulenze, - commenta la Cgia di Mestre - ci si trova di fronte ad una vera e propria emergenza.

Non si tratta di fatti episodici o di incapacità di gestione, bensì di una vera e propria patologia". 

Fonte: americaoggi.info

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By Admin (from 12/09/2010 @ 08:11:51, in it - Scienze e Societa, read 3493 times)

Prato allo Stelvio (Prad am Stilfserjoch) è una ridente località di fondovalle, posta qualche chilometro a monte della confluenza del Rio Solda con il fiume Agide. Siamo all’inizio dell’alta Val Venosta , quel tratto terminale della valle del fiume Adige che stretta dai massicci dell’Ortles e del Palla Bianca, gradualmente risale in direzione di Malles e più in alto al lago e al passo di Resia.

 

Da Prato inizia la salita al celebre passo alpino, vetta di prestigio per tutti gli appassionati di ciclismo, che con un dislivello complessivo di 1.845 metri porta in 25 chilometri e 48 tornanti al celebre passo dello Stelvio, la cima Coppi per antonomasia del Giro d’Italia.

La Val Venosta è stata da sempre un importante vi di comunicazione tra Europa Centrale bacino Mediterraneo, costituendo uno dei valichi più bassi dell’arco alpino assieme a quello del Brennero, ma oggi si candida a diventare un importante direttrice del turismo, ponendosi al confine tra Austria, Svizzera ed Italia, ed offrendo la magia di impressionanti paesaggi montani, sulle cui cime regna perenne il gelo ed il ghiaccio. Per raggiungere Prato allo Stelvio in genere si preferisce la direttrice dell’autostrada A22 del Brennero da percorrere fino a Bolzano sud. Da qui si segue la Statale 38, molto scorrevole, che supera Merano, Silandro e porta per un totale di 75 km (1 ora di percorso) al bivio di Sponfigna. Da qui si abbandona la Val Venosta e si sale in circa 2 km all’abitato di Prato allo Stelvio.

Pur trovandosi sul fondovalle, Prato allo Stelvio è comunque una località climatica in virtù dei sui 913 m di quota che rendono l’aria cittadina fresca e frizzante, e refrattaria alle calure tipiche dell’estate. Il clima di questo comparto delle Alpi vede estati fresche in cui si alternano fasi stabili a episodi temporaleschi, più frequenti sulle cime specie nei pomeriggi. Sono proprio i mesi estivi a vedere gli apporti di precipitazioni più abbondanti, mentre in inverno cade la neve e grazie alle inversioni termiche di fondovalle, con minime che scendono a valori intorno ai -10 °C si hanno le condizioni ideali per creare piste ed anelli di fondo di ottima qualità.

Cosa fare e vedere a Prato dello Stelvio?
La posizione di Prato allo Stelvio, sulla conoide di deiezione del Rio Solda, allo suo sbocco nella Val Venosta, permette di raggiungere diversi comprensori sciistici in un tempo relativamente breve: a sud di Prato allo Stelvio troviamo le stazioni di Solda (Sulden), Trafori e il Passo dello Stelvio, mentre più a nord oltre a Malles Venosta troviamo i centri di sciistici di Belpiano e Malga di San Valentino. Prato allo Stelvio si trova anche abbastanza vicino alla Val Senales e gli impianti di Laces – Malga Tarres.

Prato allo Stelvio lega comunque il suo nome all’importante Parco Nazionale Dello Stelvio, un enorme area protetta che si noda interno al massiccio dell’ortles-Cevedale. Qui a prato si trova il Centro visite Aquaprad uno dei più importanti del Parco Nazionale, di sicuro quello con la più grande aerea espositiva, con obiettivo puntato proprio sull’acqua. Elemento che tra l’altro caratterizza gli ambienti del parco, con i ruscelli, le cascate ed i grandi ghiacciai in alta quota. Presso l’Aquaprad si trova: la mostra “Tra i pesci – un viaggio in mondi sconosciuti”, con acquari didattici che raccolgono le specie ittiche della zona. Qui è possibile acquistare il libro guida di aquaprad e qui inoltre si tengono spettacoli e manifestazioni presso la Sala Raiffeisen. Il prezzo di ingresso è di 6 euro per gli adulti e 4 euro per i bambini.

A Prato si trovano poi alcuni edifici storici, in stile rinascimentale e una bella chiesa.
San Giovanni è una basilica in stile romanico, riccamente affrescata, da segnalare in città anche la Chiesa Parrocchiale della Vergine Regina. Fuori da Prato allo Stelvio merita una visita la chiesa di San Giorgio nella vicina frazione di Agumes, e la chiesa di Santa Cristina a Pinet. Vicino a studerno si trovano le rovine del Castello Churburg, o Castello Coira. ( Fonte: ilturista.info)

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The US is marking nine years since 9/11 amid controversy over plans for an Islamic centre near Ground Zero and a threat to burn the Koran.

The biggest event is in New York, where relatives are reading out the names of those who died when planes hit the twin towers of the World Trade Center.

President Barack Obama has urged respect for other religious faiths.

US Vice President Joe Biden and others at Ground Zero commemorations - 11 Sept 2010

US Vice President Joe Biden and New York mayor Michael Bloomberg paid their respects.

Meanwhile, the pastor behind the threat to burn Korans in Florida has said the event has been cancelled permanently.

"We will definitely not burn the Koran, no," the Reverend Terry Jones told NBC's Today show.

"Not today, not ever," he said when pressed about whether his planned demonstration might happen at a later date.

Speaking at a memorial event at the Pentagon - which was also hit by an airliner on 11 September 2001 - President Obama paid tribute to those who died in the attacks, saying America's greatest weapon was to stay true to itself.

America would never be at war with Islam, Mr Obama declared.

"We will not sacrifice the liberties we cherish or hunker down behind walls of suspicion and mistrust," he said.

Rallies


US Vice-President Joe Biden and his wife were among the dignitaries who attended the commemoration in New York, where the names of all the victims are being read out.

For the first time, relatives reading out the names have been joined by people working to build the Ground Zero memorial.

"No other public tragedy has cut our city so deeply, no other place is as filled with our compassion, our love and our solidarity," said New York Mayor Michael Bloomberg.

"It is with the strength of these emotions, as well as the concrete, glass and steel that is brought in day by day that we will build on the footprints of the past, the foundation of the future."

Bells tolled across the city to mark the moment at 0846 (1346 GMT) when the first hijacked plane struck the North Tower of the World Trade Center nine years ago.

This year's anniversary is likely to be the most contentious and fraught yet, says the BBC's Laura Trevelyan.

Once the city's official commemorations are over, rallies will be held both for and against the proposed Islamic community centre and mosque near Ground Zero.

Both sides want to use the emotion of the day to highlight their causes, our correspondent says.

Four airliners were hijacked during the attacks in 2001, which claimed the lives of 2,975 people, as well as the 19 hijackers.

Planes were crashed into each of the Twin Towers in New York and the Pentagon near Washington, while the fourth crashed into a field in Pennsylvania after passengers fought back against hijackers.

President Obama's wife Michelle, the First Lady, will be present at the event in Shanksville, Pennsylvania, along with former First Lady Laura Bush.

Sensitivity issue


Some relatives of the 9/11 victims oppose the Muslim centre in New York because they say it disrespectful to have a reminder of Islam by the place where so many died.

However, other families support the project as an expression of America's commitment to freedom of religion.

Stephanie Parker, daughter of 9/11 victim Philip L Parker, attended a vigil in support of the Islamic centre near the site on Friday.

She said she had come to the vigil, which gathered about 2,000 people, because she was troubled by what she saw as people wrongly equating all of Islam with the hijackers.

"I think the anniversary is being overshadowed," she told the Associated Press news agency.

Sally Regenhard, who lost her firefighter son Christian Regenhard on 9/11, planned to attend both the ceremony in New York and the anti-mosque protest.

"The purpose is to speak out and express our feelings that this mosque, the location of it, is a grievous offence to the sensitivity of 9/11 families," she said.

The anti-mosque rally is expected to hear taped messages from Bush-era diplomat John Bolton and conservative blogger Andrew Breitbart.

Dutch anti-Islam politician Geert Wilders, who advocates banning the Koran, plans to address the rally in person, as do a handful of Republican congressional candidates.

Pressure on pastor


Saturday saw new protests in mainly Muslim countries over the Koran-burning proposal, with rallies reported in Somalia and Afghanistan.

Pastor Terry Jones had said he hoped to meet a leading imam to discuss the proposal for the Islamic centre, to be located a short distance from Ground Zero, the WTC site.

He said he had suspended the book-burning only because he had received a guarantee, from an imam in Florida, that the centre would be moved.

Terry Jones arrives in New York's La Guardia airport, 10 September

Police escorted Mr Jones after his arrival in New York's Laguardia airport.

But the planners of the Islamic centre have said they did not speak to the Florida imam, and would not be moving their project.

Mr Abdul Rauf said on Friday that he was "prepared to consider meeting with anyone who is seriously committed to pursuing peace" but added that he had no current plans to meet Mr Jones.

Mr Jones is the pastor of the tiny and previously little-known Dove World Outreach Center in Gainesville, Florida, and author of a book entitled Islam is of the Devil.

He had planned to stage an International Burn a Koran Day on Saturday, saying the book was "evil".

But pressure was put on the pastor to cancel the burning. The FBI visited Mr Jones to urge him to reconsider his plans and he was telephoned by US Defence Secretary Robert Gates.

Image of the Ground Zero layout

In his remarks on Friday, Mr Obama denied that his administration's intervention in the affair had elevated it to greater prominence.

He appealed to Americans to respect the "inalienable" right of religious freedom and said he hoped the preacher would abandon his plan to burn the Koran, as it could add to the dangers facing US soldiers serving abroad.

"This is a way of endangering our troops, our sons and daughters... you don't play games with that," he told reporters.

Source: British Broadcasting Corporation

WIE VAN DE DRIE

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By Admin (from 11/09/2010 @ 16:00:00, in it - Scienze e Societa, read 2861 times)

A una decina di chilometri ci sono i blu intensi e le tinte dorate della Riviera Ligure di Ponente, mentre dalla parte opposta, sullo sfondo del borgo, si riconosce la sagoma maestosa del monte Bignone, alto 1299 metri. Siamo ad Apricale, un paese ligure di appena 600 abitanti in provincia di Imperia, situato nell’entroterra di Bordighera a circa 50 km dal capoluogo.

 

Incastonato nella valle del Merdanzo, il centro vanta a una Bandiera Arancione del Touring Club, ricevuta per l’alta qualità dell’offerta turistica, ed è recensito tra i Borghi più Belli d’Italia.

 

I riconoscimenti ufficiali non stupiscono i visitatori, che giungendo ad Apricale si sentono immediatamente a casa, abbracciati da un paesaggio variegato e affascinante che comunica protezione e potenza all Compreso nella Comunità Montana Intemelia, il paese ha uno stemma comunale insolito per un borgo montano: vi è raffigurato, infatti, un veliero, per ricordare la collaborazione che un tempo Apricale intratteneva con i cantieri navali del litorale ligure, trasportando verso i porti costieri il legno delle sue foreste, necessario alla realizzazione delle navi della Repubblica di Genova.

Oggi l’economia di Apricale si regge principalmente su una componente diversa, ovvero il turismo. Il successo della località, a metà strada tra le atmosfere sublimi della montagna e il calore solare della Riviera Ligure, è dovuto in gran parte alle bellezze storiche, artistiche e architettoniche che costellano il piccolo centro. Tra gli edifici più interessanti ci sono numerose chiese, come la chiesa di Santa Maria degli Angeli situata ai piedi del paese, decorata all’interno con magnifici affreschi quattrocenteschi.

La rassegna dei monumenti religiosi può continuare con la parrocchiale della Purificazione di Maria Vergine, eretta nel XII secolo ma modificata e ampliata a più riprese. In particolare, nel 1760, un massiccio restauro ha conferito all’edificio delle linee tipicamente barocche, e anche la facciata neo romanica è stata ristrutturata completamente nel 1935. Meritano un po’ di attenzione anche la Chiesa di Sant’Antonio del XIII secolo, eretta presso il cimitero locale, l’Oratorio di San Bartolomeo con il suo polittico ligneo del 1544, i ruderi della chiesa di San Pietro in Ento e la Cappella di San Vincenzo Ferrer, edificata nel Cinquecento ma arricchita di forme barocche in seguito, situata a circa un chilometro dal cuore di Apricale. Altre cappelle da non perdere sono quella di San Martino, la cinquecentesca Cappella di San Rocco e la Cappella di Moudena, collocata proprio lungo la mulattiera che conduce verso la regione di Moudena.

Un ultimo edificio di grande pregio, questa volta a carattere civile, è il Castello Lucertola, che veglia sulla piazza principale di Apricale dall’alto di uno sperone roccioso, affiancato dalla bella chiesa della Purificazione di Maria Vergine. Realizzato per i Conti Ventimiglia nel X secolo, il maniero passò dalle mani della famiglia genovese Doria ai Savoia, e infine alla famiglia Cassini di Apricale, che decise di cambiarlo da postazione difensiva a dimora privata. Oggi il castello appartiene al Comune di Apricale e, in seguito a una massiccia operazione di restauro, è adibito a spettacoli, eventi culturali e manifestazioni.
Infatti ad Apricale non mancano le occasioni di festa e di divertimento, che danno la possibilità ai visitatori di aggiungere un po’ di svago al proprio soggiorno e di conoscere più da vicino gli usi locali. Ogni anno si allestiscono mostre fotografiche, scultoree e pittoriche nel castello, mentre la piazza antistante è scenario della festa dell’olio nuovo, della festa di primavera, della festa di San Valentino e della sagra della pansarola. Quest’ultima cade la prima domenica di settembre ed è dedicata al tipico dolce della zona: per lì occasione le donne del paese si svegliano all’alba e iniziano a preparare le pansarole, deliziose frittelle di farina, zucchero e anice, alternandosi di fronte ai pentoloni destinati alla frittura. Una volta cotti, i dolciumi sono spesso accompagnati da zabaione fatto in casa. Altri prodotti caratteristici della zona sono l’olio, che deriva dalle pregiate olive taggiasche, e il vino di uva Rossese.

Chi ha già l’acquolina in bocca non perda altro tempo: raggiungere Apricale è semplice con qualunque mezzo di trasporto, grazie agli efficienti collegamenti autostradali e ferroviari di cui gode. In auto si arriva comodamente tramite la A10 Genova-Ventimiglia, uscendo a Bordighera, mentre la stazione ferroviaria di Bordighera è a soli 15 minuti di autobus. Gli aeroporti più vicini sono quelli di Nizza e Genova, rispettivamente a 35 minuti e un’ora di auto da Apricale.

La ciliegina sulla torta, che completa l’offerta irresistibile di uno dei più bei borghi italiani, è un clima mite di tipo temperato, ideale per le vacanze estive a contatto con la natura ma anche per le visite culturali primaverili o autunnali. Le estati sono calde ma non afose, rinfrescate dalla brezza che spira dalla costa, e le temperature medie di luglio e agosto vanno dai 18°C di minima ai 27°C di massima. Il mese più freddo è gennaio, con valori medi compresi tra 4°C e 11°C, mentre le precipitazioni si concentrano in autunno e primavera, quando piove in media 8 giorni al mese. ( Fonte: ilturista.info)

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By Admin (from 11/09/2010 @ 14:30:04, in en - Video Alert, read 2255 times)

On days when I can only remember back a few years, I've been a fan of Ruben Bolling's Tom the Dancing Bug for as long as I can remember. The zany strip appears weekly in Salon Magazine. The strip occasionally chronicles the adventures of...

GOD MAN !

Have trouble finding your favorite God-Man adventures?

No more! Just use this handy pocket catalog.

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Source: fecundity.com

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By Admin (from 11/09/2010 @ 13:00:45, in it - Scienze e Societa, read 2481 times)

Una delle nostre battute preferite è una vignetta di Calvin & Hobbes (e quindi di Bill Watterson): “Credo che uno dei segni più sicuri dell’esistenza di intelligenze aliene sia il fatto che nessuno di loro ha mai cercato di contattarci“. Insomma, sembra proprio che, se vogliamo chiacchierare con qualcuno, si sia noi a dover prendere l’iniziativa.

Un primo tentativo ragionevolmente serio di comunicazione con gli extraterrestri è quello tentato il 16 novembre 1974 ad Arecibo, per festeggiare la ristrutturazione del telescopio: 1679 bit, trasmessi in circa tre minuti verso M13 (che, come tutti sanno, è l’Ammasso Globulare di Ercole, quindi grosso modo in direzione del “centro” della nostra Galassia; da non confondersi con M31, che è invece il codice, nel catalogo Messier, di Andromeda), contenevano un messaggio destinato a raggiungere tra venticinquemila anni circa (niente battute sulle poste nazionali, prego) qualche probabile alieno.

1679 può sembrare un numero piuttosto strano, ma ha una ben precisa ragione: è il prodotto di due numeri primi (73 e 23), quindi viene spontaneo (beh, diciamo che quantomeno “potrebbe” venire spontaneo) organizzare i nostri bit in modo univoco in un rettangolo 23×73 e vedere se esce fuori qualcosa [Nota a margine: in realtà potete organizzarlo come due rettangoli, quello "giusto" da 73 righe e 23 colonne o l'altro, da 23 righe e 73 colonne: quest'ultimo, comunque, mostra delle regolarità che dovrebbero convincervi a provare nell'altro modo].

AreciboMa cosa c’era, nel messaggio? Beh, per prima cosa lo riproduciamo qui di fianco (grazie, Wikipedia); le parti nere sono degli zeri, mentre tutte le parti colorate sono degli uno: i colori sono inseriti unicamente per capire di che zona stiamo parlando.

La prima parte (zona bianca) riporta i numeri da uno a dieci in binario; ignorate l’ultima riga, serve solo a far capire da che parte si trova il bit meno significativo; inoltre, avendo a disposizione sostanzialmente tre bit, dall’otto in poi si sono dovute usare due righe.

La parte viola sono numeri: 1, 6, 7, 8 e 15: visti così non vi dicono probabilmente nulla, ma il fatto che siano i numeri atomici di idrogeno, carbonio, azoto, ossigeno e fosforo, ossia degli elementi che compongono il nostro DNA probabilmente (?) salterà immediatamente agli occhi degli extraterrestri, e questo dovrebbe portarli a capire la zona verde: il blocco sulla sinistra contiene le cifre 7-5-0-1-0 e, siccome abbiamo appena finito di parlare di atomi, una popolazione ragionevolmente intelligente dovrebbe associarli immediatamente al sistemino visto sopra: sette del primo (idrogeno), cinque del secondo (carbonio), nessuno di azoto, uno di ossigeno e niente fosforo, ossia, per la gioia dei chimici, C5OH7, che come tutti dovrebbero sapere è la forma del desossiribosio così come si trova nel DNA.

Da qui è tutta discesa: sulla stessa riga del desossiribosio avete adenina e timina (e poi un’altro desossiribosio), poi una riga formata da due gruppi fosfato (ripetuta anche alla fine) e in mezzo i soliti due desossiribosio con citosina e guanina.

La parte blu, a questo punto, dovrebbe essere abbastanza chiara: l’elica del DNA, mentre il numeraccio bianco in mezzo secondo qualcuno rappresenta un errore: c’è scritto qualcosa dalle parti di quattro miliardi e rotti e dovrebbe essere il numero delle coppie, ma il valore esatto è dalle parti di tre miliardi.

Quello in rosso è un omino, disegnato come forse anche Rudy riuscirebbe a farlo: sulla sinistra l’altezza, e qui gli extraterrestri dovrebbero rendersi effettivamente conto che siamo degli enigmisti: infatti non è indicata in centimetri, ma in multipli della lunghezza d’onda del messaggio. Idea decisamente carina, secondo noi.

La parte gialla rappresenta il sistema solare, e la Terra, per indicare che è casa nostra, è sfalsata; il telescopio di Arecibo (con indicate le dimensioni), chiude il messaggio e, per far vedere che a noi le complicazioni piacciono, scrive il numero in orizzontale.

Placca del Pioneer 10Non sappiamo se si sia notato, ma come messaggio a noi sembra cervellotico, scritto male e tale da mettere fortemente in dubbio l’origine intelligente; tutt’altro discorso, invece, se parliamo della piastra attaccata al Pioneer 10, ma fosse lì è più facile: sempre da Wikipedia, la vedete qui di fianco.

Qui, la simbologia è decisamente più diretta (e più comprensibile: qualche dubbio potremmo averlo sul disegno in alto a sinistra (la transazione di spin dell’atomo di idrogeno) o sul fatto che la strana stella sotto rappresenti il nostro indirizzo di casa, riferito alle distanze di quattordici quasar di cui è indicato il periodo (l’unità di tempo, qui, è data dalla frequenza della transazione di spin); in realtà all’epoca aveva causato molte discussioni per il suo supposto antropocentrismo: francamente, visto che l’abbiamo fatta noi e deve parlare di noi, evitare l’antropocentrismo ci pare piuttosto difficile, e abbiamo sempre considerato la più bella critica quella di una vignetta che Rudy ricordava, ma non se ne parla neppure di ritrovarla; ormai pronto a violare fior di copyright pur di riprodurla (facendola ridisegnare al figlio ancora minorenne, quindi anche sfruttamento di minori), è arrivato in soccorso Piero, che ne conservava una copia: la riproduciamo qui di fianco.

Sagan GiovianiIl tentativo più robusto (e serio) per comunicare con gli extraterrestri, a nostro parere è comunque quello tentato dal radiotelescopio di Eupatoria, (o Evpatoria, o Evpatorija, o Yevpatoriia; scegliete voi la traslitterazione dal cirillico che preferite) trasmesso tre volte a distanza di quattro mesi una dall’altra; abbiamo recuperato il testo della prima trasmissione, e ve lo passiamo volentieri: lo trovate a Link a RM029; siccome è molto lungo, non ci pensiamo neanche a riprodurlo qui.

Ora, se avete letto con attenzione, dovrebbe sorgervi spontanea una domanda: “Perché il testo della prima trasmissione?” Semplice: nella prima c’era un errore di stampa, corretto nelle successive: se volete provare a decifrarla, cercate anche l’errore; se non volete neanche provarci, trovate la soluzione di un lettore nel nostro Bookshelf.

Quello che ci rende tristi è il fatto che quello probabilmente più bello di tutti non è mai stato trasmesso; è stato costruito nel 1960, ed è stato proposto come problema ai lettori su un giornale giapponese: presumiamo utilizzando i caratteri occidentali, che rispetto agli ideogrammi hanno una parvenza quasi extraterrestre (sensazione reciproca, se possiamo dire la nostra); per quanto ci risulta, solo quattro soluzioni esatte sono arrivate al giornale, e ve lo proponiamo qui di seguito: abbiamo qualche problema di notazione, quindi vi diciamo subito che le lettere adiacenti sono trasmesse con un breve intervallo tra l’una e l’altra e gli spazi, le virgole, i punti e virgola, i punti fermi e i ritorni carrello rappresentano intervalli di silenzio crescenti; i numeri a inizio paragrafo non vengono trasmessi.

1 A. B. C. D. E. F. G. H. I. J. K. L. M. N. P. Q. R. S. T. U. V. W. Y. Z.
2 A A, B; A A A, C; A A A A, D; A A A A A, E; A A A A A A, F; A A A A A A A, G; A A A A A A A A, H; A A A A A A A A A, I; A A A A A A A A A A, J.
3 A K A L B; A K A K A L C; A K A K A K A L D. A K A L B; B K A L C; C K A L D; D K A L E. B K E L G; G L E K B. F K D L J; J L F K D.
4 C M A L B; D M A L C; I M G L B.
5 C K N L C; H K N L H; D M D L N; E M E L N.
6 J L AN; J K A L AA; J K B L AB; AA K A L AB. J K J L BN; J K J K J L CN. FN K G L FG.
7 B P C L F; E P B L J; F P J L FN.
8 F Q B L C; J Q B L E; FN Q F L J.
9 C R B L I; B R E L CB.
10 J P J L J R B L S L ANN; J P J P J L J R C L T L ANNN, J P S L T; J P T L J R D.
11 A Q J L U; U Q J L A Q S L V.
12 U L WA; U P B L WB; AWD M A L WD L D P U. V L WNA; V P C L WNC. V Q J L WNNA; V Q S L WNNNA. J P EWFGH L EFWGH; S P EWFGH L EFGWH.
13 GIWIH Y HN; T K C Y T. Z Y CWADAF.
14 D P Z P WNNIB R C Q C.

…logicamente, anche qui qualcuno ha avuto qualcosa da ridire: un messaggio, in particolare, presupporrebbe una convenzione che non è spiegata; non solo, ma pare che solo alcuni extraterrestri dovrebbero riuscire a capire cosa significa una certa riga.

Ora, se volete provarci…

Fonte: rudimatematici-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it

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By Admin (from 11/09/2010 @ 12:00:50, in ro - TV Network, read 2245 times)

Realitatea dezvăluie că o femeie a depus plângere penală pentru lovire împotriva lui Mircea Băsescu. Previzibil, fratele prezidential dezminte opărit si o dă pe conspiratii politice. Dacă tânărul avocat care s-a luat de piept prin parcări de birt cu Jucătorul era vinovat pentru o asociere din trecut cu Sorin Rosca Stănescu si a fost scos betivan (fără vreo probă sau declaratie asumată, în pofida oricărei reguli de bază a jurnalismului) de unealta slinoasă si gângavă numită Cartianu, soferita din Constanta este – a aflat el, vânzătorul de pui si cel mai mare detectiv din neam si din port – prietenă cu Nicusor Constantinescu si angajată a Consiliului Judetean. La pachet, olecută culpabil e si Mugur Ciuvică, care-l enervează rău pe presedinte.

Familia-clan Băsescu ori are la bază o scoală de gândire foarte strictă si consecventă (altfel ar fi greu de priceput de ce tuturor Băsestilor le scapă dreapta a neveu când îi ia capu’), ori e ponegrită nedrept, după o retetă prestabilită, de toată lumea rea si cârtitoare. Care, evident, nu o merită. Pe baza trecutului de arme asumat de Traian (întărit de Nutzy) si a unicului interviu al Mariei, eu as avea un răspuns facil la îndemână, dar sunt subiectiv si mă abtin de la verdicte scrise. Starea asta de fapt, însă, nu mă împiedică să-mi doresc ca, la un moment dat, dacă tot sar la lume si se dau asa smardoi cu toate structurile statului în spate, fratii dinamită (la pachet sau oricare dintre ei) să dea peste unul fără minte si cu mai putin simt de conservare-n gestiune. Să le albească dintii cu o perversă ca pe Targu Ocna, ca să le iasă pe nas umflatul muschilor la oameni pe strada…

UPDATE: Augustule cur, buzele arse vor să te sărute! Biju îsi ia tainul

Sursa: ciutacu.ro

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By Admin (from 11/09/2010 @ 09:10:53, in it - Osservatorio Globale, read 2737 times)

L'occupazione in Italia continua a soffrire la crisi economica ma il dato dei senza lavoro resta migliore di quello medio dell'Eurozona: a luglio - secondo i dati provvisori diffusi ieri dall'Istat - gli occupati sono diminuiti di 18.000 unità rispetto a giugno (-0,1%) e di 172.000 rispetto a luglio 2009 (-0,7%) ma il tasso di disoccupazione è rimasto sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente fissandosi all'8,4%, oltre un punto e mezzo al di sotto di quello medio dell'Ue a 16 pubblicato ieri da Eurostat.

 

Rispetto al 7,9% di luglio 2009 la disoccupazione è aumentata di 0,5 punti percentuali portando i senza lavoro a quota 2.105.000. Rimane però l'allarme giovani. Il tasso di disoccupazione, anche se cala di 0,6 punti percentuali, rimane altissimo, al 26,8%: in pratica resta senza lavoro oltre un giovane su quattro. Negativo è anche il dato degli inattivi, cioé di coloro che tra 15 e 64 anni restano fuori dal mercato del lavoro.

 

Se a luglio la disoccupazione frena leggermente (15.000 senza lavoro in meno rispetto a giugno), gli inattivi crescono di 76.000 unità: sono a quota 14.948.000 persone, il livello più alto dall'inizio delle serie storiche nel 2004. Questo - secondo i tecnici dell'Istat - è dovuto anche all'effetto scoraggiamento, ovvero alla rinuncia di una parte di persone disponibili al lavoro alla ricerca di un'occupazione a causa della scarsa fiducia nella possibilità di trovarla.

Continua a scendere il tasso di occupazione (ora al 56,9% con un calo di 0,1 punti su giugno e di 0,7 punti su luglio 2009) mentre cresce il tasso di inattività (al 37,8% con un aumento di 0,2 punti su giugno e di 0,3 sullo stesso mese del 2009) mentre nel mese si è verificato un calo del tasso di disoccupazione giovanile (-0,6 punti al 26,8%) anche se resta senza lavoro oltre un giovane su quattro.

 

A fronte di 172.000 occupati in meno in un anno sono stati gli uomini a subire l'arretramento maggiore (115.000 in meno pari a un calo di 0,8 punti) mentre le donne hanno perso 57.000 posti (-0,6 punti). Su 153.000 inattivi in più in un anno (un punto percentuale in più) le donne sono state 60.000 (+0,6 punti) e gli uomini 93.000 (+1,8 punti). Per gli uomini il tasso di disoccupazione a luglio è al 7,5% mentre per le donne è all'8,4%. Per le donne il tasso di inattività resta consistente con una donna su due (il 49%) tra i 15 e i 64 anni fuori dal mercato del lavoro.

 

"La situazione rimane preoccupante - dice il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi - ma sarebbe colpevole non riconoscere il dato oggettivo di un differenziale positivo con l'Europa e di una tendenza negativa sostanzialmente fermatasi". "È una Waterloo sociale - sottolinea il capogruppo Pd in Commissione lavoro, Cesare Damiano - ma il governo non trova niente di meglio che discutere del processo breve per dare l'ennesimo salvacondotto a Berlusconi".

Preoccupazione viene poi espressa dai sindacati. "La ripresa non si traduce in aumento dell'occupazione", dice Giorgio Santini della Cisl che chiede interventi così come Giorgio Fammoni della Cgil indicando il massimo storico del tasso di inattività. "Politiche per i giovani e per il Sud", è il pensiero di Guglielmo Loy della Uil.

Fonte: americaoggi.info

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