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 Trilingual World Observatory: italiano, english, română. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 06/11/2010 @ 08:00:46, in it - Scienze e Societa, read 2583 times)

Brunico (Bruneck) deve le sue fortune alla sua splendida posizione geografica: già nella protostoria la sua regione presentava testimonianze di insediamenti, con tracce lasciate nell’età del bronzo e del ferro, ma anche in epoca romana la valle Pusteria era attraversata da una importante via di comunicazione.
Brunico si trova infatti nel cuore della Val Pusteria, la valle disegnata dal fiume Rienza, là dove vanno a convergere la Val Badia proveniente dai massicci dolomitici e la val di Tures - Valle Aurina che si apre direttamente sotto la vetta d’Italia. Oggigiorno però l’importanza della sua posizione è accresciuta dalla presenza di Plan de Corones (Kronplatz), una montagna che è diventata uno dei comprensori sciistici più importanti d’Europa e del mondo intero.


Per gli appassionati di sci Brunico è famosa come punto di partenza per salire alle piste di Plan de Corones, Kronpklatz in tedesco. Gli impianti si trovano appena a sud di Brunico, presso la località di Riscone (Reischsch) da dove si può utilizzare due telecabine ciascuna suddivisa in due tratte che conduce ai 2275 m della vetta. Qui si trova la celebre campana Concordia 2000 che batte la sua nuota tutti i mercoledì, i venerdì ed i sabato alla 12:10 in punto, ma che è destinata a battere anche per le eventuali, ed auspicate, notizie di pace provenienti dal mondo.
Plan de Corones oltre a presentare impianti perfettamente tenuti è anche un luogo di grandi panorami ed è molto apprezzato anche da chi non pratica lo sci o lo snowboard, e la cabinovia principale è aperta anche durante la stagione estiva.

Tra le altre attrattive naturali di Brunico segnaliamo il particolare fenomeno delle Piramidi di Terra, delle forme di erosione causate da terreni incoerenti in cui si trovano anche massi di certe dimensioni: la pioggia erode i terreni, ma là dove si trova un sasso più grande si forma una sorta di ombrello naturale che protegge l’erosioe e crea dei pinnacoli di terreno molto suggestivo. Questo fenomeno si può ammirare nei pressi di Brunico in due zone distinte: nel comune di Perca, ad est di Bruneck, con le Piramidi di Plata, e tra Brunico e Bressanone presso il villaggio di Terento.

Un'escursione interessante è quella che conduce al Castello di Chela posto un´altitudine di quasi 1200 a nord-est della città, ora solamente una rovina ma di grande fascino e ricco di storia. Le sue origini sono antiche visto che le fondamenta furono gettate da S. Albuino, poco prima dell’anno 1000. Sempre in zona sono da segnalare i i villaggi di S. Caterina e S. Giorgio, posti praticamente all’imbocco della valle di Tures. Risalendo quest’ultima si arriva c Campo Tures, dominato dal celebre Castello Neumelans. Risalendo ulteriormente la valle si raggiunge la Val Aurina, magicamente incorniciata dai contrafforti dello spartiacque alpino, e la Vetta d’Italia, il punto geografico più a nord del nostro paese, che chiude la sua testata.

Tra gli eventi ricordiamo il famoso Mercatino di Natale di Brunico, luogo dove fare shopping durante il periodo dell’avvento, specie se siete innamorati del magnifico artigianato del sudtirolo e dei manufatti in legno. La manifestazione si svolge presso la Piazza del municipio e nella adiacente via Bastioni. In genere la durata del Mercatino di Natale va da fine novembre fino all’Epifania, con esclusione del giorno di Natale.

Brunico si raggiunge utilizzando l’autostrada del Sole A22. Risalendola a nord di Bolzano si supera l’uscita della Val Gardena e si esce a Bressanone (Brixen). Da qui si seguono le indicazioni per la Pustertal – val Pusteria e in meno di 30 km di ondulato fondovalle si raggiunge il centro di Brunico. In alternativa, per chi proviene dalle parte più orientali del nord-est, si può raggiungere la città risalendo da Tolmezzo a Sappada, superare il passo di Croce Complico e scendere in valle Pusteria presso Dobbiaco (Toblach). Da qui ci sono poco più di 25 km per arrivare fino a Bruneck. In alternativa Brunico può essere raggiunta anche in treno.

Brunico si trova a 838 m sul livello del mare, ed è quindi una località di villeggiatura posta ad una quota intermedia. Per la stagione estiva questa significa una valore di temperature gradevole, mai eccessivamente caldo o troppo fresco, con una bella illuminazione della valle che garantisce tante ore di luce. la regione intorno alla città possiede comunque un clima continentale umido, che in estate è caratterizzato da apporti consistenti di precipitazioni anche se il loro carattere temporalesco concede spazio a schiarite e giornate limpide. Le massime raggiungono i questo periodo valori intorno mediamente ai 20 °C e punte fino a 24-25 °C e rari picchi fino a 28-30 °C.
Il clima continentale rende fredda la stagione invernale anche se più avara di precipitazioni rispetto alle altre stagioni. Le minime in valle scendono a valori decisamente sotto gli zero gradi (-5 / -7 °C) a causa delle frequenti inversioni termiche, e il passaggio delle perturbazioni atmosferiche comportano la caduta di precipitazioni, spesso a carattere nevoso.

Brunico è dominata dal suo Castello che si erge circa una trentina più in alto dell’abitato, in sinistra idrografica del fiume Rienza. Da notare in questa costruzione originaria del tredicesimo-quattordicesimo secolo il bel maschio merlato, e nelle vicinanze un interessante cimitero di guerra nelle vicinanze (waldfriedhof), che accoglie i caduti della Prima Guerra Mondiale.
Il centro è pulito ed ordinato e verte intorno alla via di Città, il cuore del centro storico con case tipiche del sud-tirolo e negozi dove fare shopping. Appena a nord di Brunico, presso la frazione di Teodone si trova l’interessante Museo Provinciale degli Usi e Costumi (Mair am Hof), ambientato in una residenza storica ricostruisce gli ambienti tipici delle attività della val Pusteria, con edifici attrezzi e manufatti di utilizzo domestico.

Fonte: ilturista.info

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By Admin (from 06/11/2010 @ 11:00:05, in en - Video Alert, read 1950 times)

A teenager's parents have arranged a visit from "The Rock" for their son in the hospital, but the boy, Jared, points out that he'd rather see a girl's breasts. J.D. tries to convince Elliot to flash Jared. He then pages Dr. Kelso because a procedure was scheduled for a patient (Mr. Martinez) even though he was already dead.

Dr. Cox becomes mad at J.D. because Mr. Martinez's insurance would have been enough to pay for a procedure scheduled for Mrs. Blitt, who can't afford it. J.D. still thinks he did the right thing, and he is rewarded by Dr. Kelso with an invitation to a round of golf in the afternoon.

 

Elliot shows Jared her breasts
 

Elliot decides to fulfill Jared's wish. She later complains that none of her patients are improving, but then Nurse Roberts enters the break room and tells her that Jared is doing much better. Elliot now believes that seeing her breasts helped Jared. She later flashes a coma patient, which results in a major increase of his heart rate.

Turk wants to buy a pen for Carla, but he doesn't have time to buy one. So he takes one out of the "Lost-and-Found-Box ", wraps it and gives it to Carla. Later, he is shown some X-rays from people who had various objects in their colons. Laverne tells him that there is an "ass-box" where they keep the objects found in patients' colons, but there is no lost-and-found box. Turk realizes that the pen he got for Carla was an "ass pen." He tries to get to Carla before she opens the gift, but he is too late.

 

When J.D. gets to the golf course, he is surprised to find Dr. Cox there as well. Through the course of the game, Dr. Cox tries to convince J.D. that a patient's well-being matters more than the hospital's funds, while Dr. Kelso tries to convince him that the hospital cannot function without money. In the end, J.D. decides that Dr. Cox is right. Dr. Kelso discovers that Dr. Cox lied about Mr. Martinez and suspends him.

 

Later, Dr. Cox has a dying patient and is about to pronounce him when Elliot walks into the room and lifts her shirt up. After a moment of awkward silence, Dr. Cox pronounces the deceased.

 

That night, Turk tells Carla the truth about the pen. She is angry at first, but then realizes that Turk holds openness and honesty over sex, and she takes him to bed.


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By Admin (from 06/11/2010 @ 13:00:42, in ro - Observator Global, read 1974 times)

 Traim intr-un anume timp si loc, descoperim istoria sau o construim (obiectiv ori subiectiv, in functie de interese), atunci cand nu avem informatiile necesare pentru a lega intre ele verigile. Raman insa – si sunt pastrate intr-un anonimat bine controlat – numeroase elemente concrete, pe care nici un om de pe planeta nu le poate explica logic. Nu, cel putin la nivelul perceptiei cu cele (numai) cinci simturi, pe care credem ca le avem in dotare. Numai daca nu cumva aceste simturi sunt mai multe si informatiile, fara indoiala, vor fi fiind mult mai numeroase si mai concludente.

Destinul final al civilizatiilor „gresite” sunt cataclismele

Am in fata o carte scrisa de doi cercetatori romani, despre care am mai amintit in revista „Magazin” – Stefan si Claudiu Sgandar. Sigur, nimeni pe lumea asta nu are acces la informatii complete despre trecutul imemorial al Pamantului. (Sau, poate ca da?) Totusi, un capitol realizat de autorii amintiti incearca sa aduca impreuna fragmente din imaginile unor lumi neverosimil de vechi, despre care insa... avem dovezi. Inexplicabile, desigur! Atlantida a devenit, din pacate, un subiect oarecum demonetizat, tocmai prin vulgarizarea sa; in romane, in filme, in ipoteze fals stiintifice.

Continentul Mu isi pastreaza inca aura de mister. Americanul James Churchward, dupa decenii de cercetari in toata lumea (baza concluziilor sale este manuscrisul mayas numit „Codex Troanus”), crede ca acest teritoriu situat odinioara in fabuloasa zona a Pacificului, unde putem spune ca misterele se tin lant, a fost spulberat fara mila. Cauza, ca si in cazul Atlantidei, ar fi un cataclism colosal, desfasurat extrem de rapid („intr-o singura noapte”), tocmai cand civilizatia respectiva ajunsese la apogeu. De ce?

Exista „un Dumnezeu” care nu ne suporta progresul?

Nu luati intrebarea aceasta ca pe o blasfemie. Daca am fost creati de Divinitatea unica si am fost lasati sa ne dezvoltam – cu bunele si cu (foarte) relele noastre –, atunci de ce tocmai civilizatiile avansate pier, dupa cum se spune, in urma unei pedepse dumnezeiesti? Asta, daca se intampla chiar asa, desigur. De ce-si pun amintitii cercetatori romani asemenea intrebari? Exemple

Pe Insula Pastelui, foarte redusa ca suprafata, s-au gasit morminte acoperite cu platforme datand dintr-o epoca indepartata si continand schelete ale unei populatii disparute, ca si statuile gigantice ori tablitele cu scrierea rongo-rongo, inca nedescifrata. Nu la distante enorme – in Pitcairn, Raivane, Tahiti si Moorea – s-au descoperit statui asemanatoare, insa mai mici. Pe de alta parte, lingvistii sustin ca exista si similitudini intre limbile localnicilor din regiunile respective.

„Opinia noastra este ca aceste asemanari nu pot sa confirme decat cel mult emigrarea populatiei polineziene intr-o epoca relativ apropiata, si nu faptul ca ar reprezenta ramasitele unei culturi unice a continentului disparut.” – afirma Stefan si Claudiu Sgandar. Care sa fie adevarul? Deocamdata, in ciuda unor marturii palpabile (pe care, e drept, nu le putem interpreta, cu tot progresul civilizatiei noastre), „stim ca nu stim nimic”!

Autor: ADRIAN-NICOLAE POPESCU - Sursa: magazin.ro

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By Admin (from 07/11/2010 @ 08:00:02, in it - Scienze e Societa, read 3367 times)

Posta quasi in fondo a quella che gli abitanti chiamano affettuosamente la Valletta ai piedi delle cime del gruppo del Cevedale ed all’interno del Parco nazionale dello Stelvio, dotata di una storica fonte termale, stazione sciistica fin dagli anni sessanta, divisa tra gli abitati di paio Fonti e Peio Paese si presenta come una località di vacanza a tutto tondo dove posso trascorrere un piacevole soggiorno in ogni stagione.

Estate a Peio (Pejo) significa innanzitutto natura la posizione nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio che ne fa base di partenza ideale per escursioni naturalistiche ad osservare la flora e la fauna; gli ambienti vanno dal prato adibito a pascolo fino ai ghiacciai passando per meravigliosi laghetti e malghe. Infatti quando mi muovo per qualche escursione non posso dimenticare di portare con me la macchina fotografi e se possibile anche un buon binocolo e sostare in osservazioni, sicuramente potrò osservare qualche capriolo al pascolo, dei timidi camosci che mangiano l’erbette che crescono tra i sassi, oppure una curiosa marmotta, questi sono solo alcuni esempi degli incontri che si possono fare passeggiando tra i prati e i boschi. Le passeggiate che non si possono assolutamente trascurare sono per chi non vuole camminare tanto è sicuramente una puntata al lago di Pian Palù, si tratta di una camminata di circa mezzora su comodo sentiero che ci porta sulle rive del lago artificiale di Pian Palù, il sentiero che corre lungo la riva è anche interessante perché sono ancora visibili i resti dell’attività mineraria che si svolgeva sul versante nord della valle.

Altra passeggiata facile ma che richiede almeno una giornata è il circuito del rifugio Cevedale-Lago del Careser, si va in macchina fino alla centrane elettrica di Malga Mare e da qui si sale lungo il fianco della Val Venezia, caratterizzata dalla morfologia glaciale e dal panorama mozzafiato verso i ghiacciai del Cevedale, fino ai 2600 metri del rifugio Cevedale, qui si risale ancora per qualche centinaio di metri fino al Lago delle Marmotte e da qui sempre in costa fino al Lago del Careser, si attraversa la diga dando anche uno sguardo al ghiacciaio omonimo e si scende rapidamente fino a Malga Mare. Un'altra escursione che si svolge su sentiero, ma tocca quote piuttosto alte è la salita al Rifugio Mantova al Vioz, dalla stazione a monte della seggiovia del Doss dei Gembri, si percorre un sentiero ben segnalato che girando intorno al picco del Dente del Vioz ci porta agli oltre 3400 metri del Rifugio Mantova, questo itinerario non ha paerticolari difficoltà di tipo alpinistico, ma data la quota elevata bisogna essere ben allenati e sempre attenti alle variazioni del tempo che possono essere particolarmente brusche.

I provetti alpinisti invece non si fanno generalmente mancare, tempo permettendo, la traversata delle tredici cime, questo itinerario da farsi sempre accompagnati da una guida alpina, si svolge tutto sulla cresta che unisce la cime principali del gruppo del Cevedale a quote quasi sempre oltre i 3000 metri in in ambiente unico nelle alpi.

Presso l'ufficio visitatori del Parco Nazionale dello Stelvio è a disposizione materiale illustrativo sulla flora e la fauna del parco, spesso vengono organizzate serate a tema e inoltre le guardie del parco organizzano sia in estate che in inverno interessanti escursioni che ci portano negli angoli più reconditi della valle alla scoperta delle bellezze naturalistiche della montagna.

La stagione invernale di Pejo (Peio) offre ai turisti una buona rete d'impianti e piste che si snodano ai piedi del monte Vioz e sono costituite da una telecabina ad agganciamento automatico, tre seggiovie e una sciovia, più un tapis roulant per i più piccini in località Tarlenta. Le piste quasi tutte di livello medio facile, scendono dai 2300 metri del Doss dei Gembri fino ai 1400 metri di Peio Fonti, anchi gli sciatori esperti trovano comunque due piste nere il Canalone e la Delle Gole sulle quali cimentarsi in strette serpentine. Il futuro di questa località è destinato a nuova luce quando verrà completato il progetto del Funifor che raggiungerà i quasi tremila metri del vecchio rifugio Mantova riaprendo agli sciatori la valle della Mite arrivando ad offrire un dislivello sciabile di oltre 1500 metri, servito solo da due moderni e rapidi impianti.

L'esposizione delle piste sempre al sole è particolarmente gradita alle famiglie che facendo base in uno dei rifugi dell'area trascorrono una giornata sulla neve gradita da sciatori e non sciatori.

Moltissime sono le passeggiate che si possono fare nella stagione invernale calzando un buon paio di “ciaspole”, nelle notti di luna piena spesso vengono organizzate uscite al chiaro di luna accompagnati dalle guardie del parco o dalle guide apine.

Lo sci nordico in valle si pratica a Cogolo dove sono tracciati alcuni anelli nella piana di fondovalle, nei pressi dello skilift Biancaneve.

Capitolo a parte lo meritano le acque della Val di Pejo, infatti sono ben due e fonti più note: la Fonte Alpina oligominerale sfruttata commercialmente e distribuita con buona diffusione sul territorio nazionale e valorizzata dal residuo fisso molto basso e l'Antica Fonte. L'acqua dell'Antica Fonte, effervescente naturale con un contenuto di anidride carbonica e ferro che la rendono particolarmente indicata a risolvere problemi di carenza di ferro. Presso il centro termale sono possibili tutti i tipi di terapia legati alle caratteristiche dell'acqua dell'Antica Fonte, e inoltre che non necessita della terapia ti tipo termale può invece usufruire del centro benessere annesso alle terme dove troverà vasche idromassaggio, una piscina, bagno turco ed un centro massaggi nel quale mani esperte provvederanno a rilassare i muscoli stancati da una giornata di attività all'aria aperta.

Tutta la valle è ricca di fontanini dai quali sgorgano acque generalmente ferrugginose e gasate, ma dal gusto differente dato dall'estrema varietà mineralogica delle rocce del gruppo del Cevedale.

Tutta la val di Peio è dotata di un'ottima ricettività caratterizzata da alberghi di medio piccole dimensioni dove l'ospite viene accolto, viziato e coccolato, nei ristoranti posso gustare l'ottima cucina solandra tra le cui specialità spiccano dopo un ottimo tagliere di affettati della valle, gli strangolapreti, gnocchetti verdi da gustare con burro e salvia e la carne salada, da assaporare cotta o cruda il tutto seguito da una bella coppa di panna montata ai frutti di bosco.

La val di Pejo può essere raggiunta uscendo dall'autostrada del Brennero al casello di San Michele-Mezzocorona e percorrendo il corso del Noce che attraversa la val di Non e la val di Sole, oppure risalendo la val Camonica e valicando il passo del Tonale. Chi invece sceglie il treno utilizzerà la ferrovia del Brennero fino a Trento e da qui salirà sul trenino della ferrovia Trento-Malè che risalendo la valle tra boschi e meleti lo porterà fino alla stazione di Mezzana-Marilleva dove un comodo servizio di autocorriere in coincidenza con il treno completerà gli ultimi dieci chilometri che mancano per giungere a destinazione.

Fonte: ilturista.info

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By Admin (from 07/11/2010 @ 11:00:35, in en - Video Alert, read 3112 times)

J.D. gets assigned an important board member, Jordan Sullivan, as a patient. Elliot is treating Dr. Greenberg, a shrink, who is confined to wearing mouth protection which keeps him from speaking. Elliot talks to him about her problems.

 

Meanwhile, Turk spends the night at Carla's apartment, but her mother, who is visiting, storms the room and yells at Turk because they are not married. Turk tells Carla that he will never spend the night at her house again.

 

Jordan seduces J.D.
 

Dr. Cox is still suspended, which Dr. Kelso finds very amusing. J.D. wants to ask Jordan if she could help out Dr. Cox, but he finds her packing and ready to leave. He gets mad, which Jordan finds very hot, so she tells him to take his pants off. They sleep together. When Elliot wants to talk to Dr. Greenberg again, she finds out that he has been released, which makes her sad. After spending the night at Turk's apartment, Carla gets a call from the hospital that her mother has broken her leg.

 

After sleeping with Jordan, J.D. wants to introduce her to Dr. Cox, but Cox informs him that Jordan is his ex-wife. J.D. feels immediately guilty for sleeping with Jordan, but decides not to tell Dr. Cox what happened. Later, J.D. tells Dr. Cox that Jordan could help him get back from suspension, but he doesn't want that because he hates her. Elliot calls her mom who doesn't really listen to her problems, and Carla is angry at Turk, blaming him for her mother's accident. It is up to Dr. Cox to convince her that it had not been Turk's fault.

 

J.D. asks Jordan if she would help Perry, while Turk tells Elliot that he had once seen a therapist and it had helped him a lot. Then Carla tells Turk that she wants to spend the night at Turk's place because her mother is at the hospital. The board meeting ends with a cheerful Dr. Cox. He was not fired, which Dr. Kelso is not pleased with. At the end, Elliot goes to see Dr. Greenberg as a patient and Dr. Cox thanks J.D. for helping him after all, while looking at old pictures of happy times with his ex-wife.

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By Admin (from 07/11/2010 @ 13:00:46, in ro - Stiinta si Societate, read 1693 times)

 Spre dezamagirea pasionatilor de mistere si a celor care nu cred ca suntem singuri in Univers, cautarile unor eventuale civilizatii extraterestre, incepute de catre savantii americani acum mai bine de trei decenii, in cadrul programului SETI, nu au dus, pana in prezent la nici un rezultat notabil. Absolut tuturor surselor radio receptionate in acest interval li s-a gasit o origine explicabila si niciuna nu a fost clar desemnata ca fiind de origine inteligenta. Desigur, aceasta nu inseamna ca n-ar putea exista, intr-adevar, fiinte extraterestre, cu atat mai mult cu cat premisa aparitiei lor pare sa existe...

Cine spune acest lucru? Chiar specialistii de la Observatorul Astronomic Arecibo, din Puerto Rico, cel mai mare din lume. Saptamana trecuta, ei au anuntat descoperirea, intr-un disc de materie cosmica din jurul unei stele situate la circa 220 ani lumina de Terra, a substantelor chimice care au ajutat la crearea vietii pe planeta albastra. Este pentru prima oara cand aceste „caramizi ale vietii” au fost detectate in afara sistemului nostru solar.

Pulberea respectiva, de culoare rosiatica, a fost detectata de telescopul Hubble in preajma unei stele tinere, numite HR 4796A. Aceasta se gaseste in Centaurus, o constelatie vizibila mai ales din emisfera sudica si are o vechime de doar opt milioane de ani – parand un „bebelus” printre celelalte astre din Univers. Steaua este de 20 de ori mai stralucitoare decat Soarele nostru si se gaseste in ultimele stadii ale formarii sistemului sau planetar.

Viata nu e un „accident” petrecut doar pe Pamant

 Astronomii americani sunt de parere ca pulberea respectiva ar fi fost creata de coliziunile dintre numeroasele comete si asteroizi ce orbiteaza in jurul stelei. O analiza detaliata a relevat ca pulberea contine molecule organice de carbon de mari dimensiuni, numite tholini. Despre acestea se crede ca ar fi existat si pe Pamant, in urma cu miliarde de ani si ar fi creat „biomoleculele” absolut necesare aparitiei formelor primitive de viata. In prezent, tholinii nu se mai formeaza in mod natural pe planeta noastra, intrucat ar fi imediat distrusi de oxigenul din atmosfera.

Totusi, prezenta lor a fost detectata in alte regiuni din sistemul solar, inclusiv pe comete si pe satelitul lui Saturn, Titan, unde dau atmosferei locale o tenta rosiatica. Multi experti afirma ca asteroizii si cometele purtatoare de tholini ar fi semanat semintele vietii pe Pamant, acum patru miliarde de ani si ar putea face acelasi lucru pe planetele in formare, in jurul stelei HR 4796A.

Vorbind la conferinta Societatii Americane de Astronomie, desfasurata la Austin, Texas, dr Christopher Salter, astronom la Observatorul Arecibo, a precizat ca descoperirea demonstreaza faptul ca acele „caramizi ale vietii” ar putea aparea in Univers pe scara mult mai larga decat se credea pana in prezent si ca, prin urmare, viata nu este doar un „accident” petrecut pe planeta Pamant.

„Aceste ingrediente ale vietii par sa fie prezente in cantitati vaste, pe orice stea al carei sistem solar este in formare. Posibilitatea ca ulterior pe acele planete sa ia nastere viata este mai mare decit ne-am putea imagina. Studierea unor sisteme solare precum acesta ne-ar putea oferi noi indicii pentru intelegerea conditiilor in care planetele se formeaza iar viata poate evolua”, spune Salter.

Autor: GABRIEL TUDOR - Revista Magazin

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Passeggiare in montagna è sempre un’esperienza unica, in ogni periodo dell’anno: colori, luci, profumi e suoni sono esperienze che parlano all’anima, difficili da raccontare. In estate, nei pascoli, il tintinnio dei campanacci si unisce al gorgogliare argentino dei torrenti, mentre i fiori alpini e le conifere diffondono nell’aria gli odori della libertà; in inverno la neve crea una coltre silenziosa, che rende i suoni ovattati, e l’unico rumore è il fruscio degli scii sulle piste. Questo accade nella parte settentrionale del Trentino Alto Adige, nella Provincia Autonoma di Bolzano, intorno al comune di San Martino in Badia.

Con 1730 abitanti circa, le stradicciole tortuose e i tetti appuntiti, San Martino in Badia è un grazioso borgo montano, dominato dalla quiete tipica dei paradisi di pace e, allo stesso tempo, dall’ospitalità e la vivacità che si addicono a una rinomata meta turistica. In ogni stagione si assiste alla creazione di scenari straordinari: il paese è sempre un piccolo gioiello, pronto a stupire i visitatori con testimonianze storico-artistiche nascoste nel centro, abbracciato da una natura selvaggia che regala giornate indimenticabili all’insegna del relax o dell’emozione.

Trascorrere una vacanza a San Martino in Badia (St. Martin in Thurn) è un’ottima idea per chi ama l’ambiente, la vita dinamica e le atmosfere rilassanti: benché la stagione più gettonata sia l’inverno, grazie alle piste da sci che si snodano nei dintorni del paese, sarebbe un peccato escludere a priori la bella stagione, con la sua lucentezza e gli itinerari mozzafiato tra i boschi e le montagne. Ad avvolgere un paesaggio magnifico c’è il tipico clima alpino, che regala inverni all’insegna della neve e estati tutte da esplorare: le temperature medie di gennaio, il mese più freddo, vanno da una minima di -9°C a una massima di 0°C, mentre in luglio e agosto, i mesi più caldi, si passa dai 9°C ai 21°C. Luglio e agosto, con una media di 102-109 mm di pioggia, sono anche i mesi più colpiti dalle precipitazioni.

Il paradiso di sciatori e snowboarder è Antermoia, la frazione più famosa di San Martino in Badia: è qui che parte la sciovia con cui si possono raggiungere le piste. E’ facile e veloce arrivare alle prime discese, quelle più semplici e adatte ai principianti, mentre a 10 km di distanza si estendono i tracciati dell’area Dolomiti Superski, con la mole imponente del Plan de Corones, e delll’Alta Badia. Alle piste dedicate allo sci classico si affiancano gli spazi per lo slittino e per lo sci di fondo, senza dimenticare le piste da pattinaggio nel cuore del paese.

Quando le temperature iniziano ad alzarsi e le nevi si ritirano, rivelando il verde smeraldino di pascoli e montagne, ci si può avventurare lungo innumerevoli sentieri o fare delle avventurose escursioni a cavallo. Da non perdere l’escursione a piedi lungo i Monti Pallidi, le passeggiate nel Parco Nazionale Puez/Odle o verso il Passo delle Erbe.

E se gli scorci panoramici non vi bastassero, la natura che circonda San Martino vi concede un altro regalo: nel territorio affiorano delle preziose sorgenti termali, note sin dai primi anni dell’Ottocento. L’acqua della zona è classificata come solfato-bicarbonato-alcalino-terroso-fluorurata, è fredda, salata e dal gusto amaro, ed è utilizzata per la cura di malattie reumatiche, cutanee, ginecologiche, vascolari e nervose.

Dopo aver riconosciuto i meriti della natura, che ha saputo creare in Val Badia un paesaggio lussureggiante e maestoso, è il momento di scoprire le piccole opere d’arte realizzate dall’uomo:San Martino in Badia vanta una lunga storia, fatta di tradizioni popolari e usanze vivaci, una gastronomia deliziosa e un’ospitalità che mette tutti a proprio agio. Il paese è spesso definito “la culla della cultura ladina”, ed è infatti sede dell’Istituto Culturale Ladino e del Museum Ladin presso il Ciastel del Tor: qui si possono conoscere da vicino la cultura, la storia, la lingua e i costumi della popolazione più antica e affascinante delle Alpi. Da non perdere la Valle dei Mulini, nella frazione di Longiarù, con un sentiero che per oltre un chilometro si snoda nella campagna e tocca gli otto mulini della zona, tutti ristrutturati e aperti alle visite.

Anche le manifestazioni confermano la ricchezza delle tradizioni locali, e un periodo particolarmente vivace è quello delle feste natalizie. Tra le occasioni più attese c’è il concerto di ottoni che si tiene la sera della vigilia nella chiesa parrocchiale di Longiarù, ma anche il famoso Interski-Show del 29 dicembre, una fiaccolata spettacolare seguita da fuochi d’artificio lungo le piste di Antermoia, che culmina con la degustazione di dolciumi e vin brulé. Un’altra fiaccolata si tiene la sera del 31 dicembre, con partenza al Ciastel del Tor e spettacolo pirotecnico sotto il castello.

Per raggiungere San Martino in Badia ci sono diverse possibilità. Chi viaggia in auto deve prendere l’autostrada del Brennero A22 fino al casello di Bressanone, percorrere la strada statale 49 della Val Pusteria e girare ai bivi per San Lorenzo e Picolino. Chi prende il treno può contare sulla linea ferroviaria Lienz-Fortezza, che tocca varie località della vallata, mentre gli aeroporti più vicini sono quelli di Bolzano, Venezia, Verona e Innsbruck (Austria), rispettivamente a 91 km, 192 km, 236 km e 117 km circa. 

Fonte: ilturista.info

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By Admin (from 08/11/2010 @ 11:00:14, in en - Science and Society, read 1945 times)

For years I just sort of assumed that cells were self-reproducing blobs of protein. Maybe you did too. Turns out they’re way smarter than that. You will be amazed at this video. Dr. Bonnie Bassler from Princeton University presents a beautiful TED talk on how bacteria communicate with each other by forming words out of simple molecules.

She also explains…

  • How bacteria strategize together on how to ‘take down’ their host
  • Elegant systems of bioluminescence
  • Symbiotic relationships between organisms
  • Cells speak multiple languages

Enjoy this remarkable presentation.

Source: cosmicfingerprints.com

Further Reading: Nature Magazine on the sophisticated community behavior of Myxobacteria

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Criminala! La puscărie cu ea! Să moară! I-a omorât pe copii! Sunt doar câteva dintre îndemnurile postate de unii cititori pe forumurile ziarelor si televiziunilor românesti imediat după aflarea numelui asistentei învinuite în tragedia de la Maternitatea Giulesti. Nu există cuvinte care să redea durerea fără margini a părintilor - unii si-au îngropat copiii pierduti, ceilalti se roagă zi si noapte lui Dumnezeu pentru salvarea micutilor rămasi în viată, la Spitalul „Grigore Alexandrescu”. Dar, dincolo de isteria mediatică, justitia forumistă sau declaratiile anchetatorilor, cazul Florentinei Cîrstea readuce în atentia opiniei publice o problemă care, în mod normal, n-ar fi trebuit să existe: agonia sistemului sanitar.

În urmă cu o săptămână (articol datat 2010-08-31 - n.Red. TA), judecătorii au dispus arestarea preventivă, pentru 29 de zile, a asistentei Florentina Cîrstea, aruncând-o în spatele gratiilor, exact ca pe infractori. Motivatia Judecătoriei Sectorului 6, care a emis mandatul de arestare, lasă perplex pe absolut oricine prin absurditatea argumentelor invocate în sustinerea deciziei. „În prezenta cauză, instanta se raportează la circumstantele reale de săvârsire a infractiunii de ucidere din culpă, urmările produse, numărul victimelor, nou-născuti lipsiti de apărare, aflati într-o unitate sanitară specializată, tocmai ca să beneficieze de servicii medicale, sentimentul puternic de insecuritate produs în rândul opiniei publice si starea de dezaprobare generală cu privire la comportamentul inculpatei, care nu si-a îndeplinit îndatoririle de serviciu si nu a asigurat supravegherea copiilor care se aflau în 16 august în salonul de terapie intensivă”. Cu alte cuvinte, neîncrederea românilor în sistemul sanitar este unul dintre factorii care au contribuit la decizia de arestare. Dar cum poate fi o persoană privată de libertate pentru că un judecător consideră că asta îsi doreste publicul? Nici în Justitie nu prea au încredere românii si, cu toate astea, n-am văzut arestat nici un magistrat...

Pe de altă parte, să credem că arestarea asistentei a rezolvat problema, iar românii au din nou încredere în sistemul sanitar? Sigur că nu! Numai un naiv sau un posesor de IQ 60 ar crede asta. Adevărul este altul, iar autoritătile se feresc să-l rostească: neîncrederea populatiei în sistem există, dar ea va reveni numai atunci când adevăratii vinovati, care ne conduc de 20 de ani, îsi vor asuma public partea de vină pentru starea dezastruoasă în care au adus sănătatea românească.

Absurdul justitiei nu se opreste, însă, aici: „Arestarea preventivă a asistentei este necesară pentru buna desfăsurare a procesului penal, atâta timp cât aceasta a avut o atitudine oscilantă, una dintre martore a revenit asupra unei declaratii anterioare; martora a mentionat că refuză să declare dacă i s-a sugerat de către o persoană să omită detalii referitoare la accident”. Asadar, judecătorul a considerat că procesul penal se poate desfăsura numai în stare de arest, desi arestarea preventivă este o măsura exceptională care se ia, de regulă, în cazuri bine stabilite prin lege, precum împiedicarea săvârsirii altor infractiuni, distrugerea probelor, disparitia învinuitului etc. Arestarea preventivă se mai aplică în cazul săvârsirii de infractiuni cu intentie, în special prin violentă. Or, aici nici vorbă nu poate fi despre o asemenea stiuatie.

Si, ca tacâmul umilintei să fie complet, Florentina Cîrstea a fost adusă în duba Politiei cu mascatii, exact ca în cazurile în care trupele speciale escortează la Tribunal cei mai periculosi infractori. Doar asistenta era – nu-i asa? – pericol social, iar autoritătile au luat toate măsurile ca nu cumva inculpata să fugă, să sustragă sau să distrugă probele. Asa s-a considerat că este corect, iar asta ne scuteste de orice comentarii.

Unii spun că ceea ce s-a întâmplat la Maternitatea Giulesti nu putea fi prevăzut, însă o analiză mai atentă arată tocmai contrariul. De ani întregi, Ordinul Asistentilor trage semnalul de alarmă în privinta personalului insuficient din sistemul sanitar si a riscurilor ce decurg de aici. Asistentii medicali părăsesc cu sutele unitătile în care lucrează, iar acest exod este o adevărată bombă cu ceas. Cu toate acestea, până acum, răspunsul Ministerului Sănătătii a fost acelasi sec si iresponsabil: „Nu sunt bani. Descurcati-vă cu ce aveti!”. Practic, Ministerul a refuzat să ia în calcul posibilitatea unei tragedii, desi aceasta era de asteptat prin politica falimentară si incoerentă, concentrată întotdeauna pe economii la sânge. Iar nenorocirea s-a întâmplat. Atunci când în sectia ATI există o singură (!) asistentă pe tură în loc de patru, iar infirmierele lipsesc cu desăvârsire, rezultatul nu poate fi altul. Nu se punea întrebarea dacă, ci când si unde se va întâmpla ceva dezastruos. Nenorocirea s-a produs la Maternitatea Giulesti dar, practic, toate unitătile medicale din România sunt nevoite să lucreze cu mai putin personal decât au nevoie si există riscul ca situatia din Capitală să se repete oricând, oriunde în tară.

După tragedie, ministrul Sănătătii a anuntat că în sistem sunt libere 7 000 de locuri, dar nu pot fi angajati decât maximum 1 000 de oameni în sistemul sanitar. De unde s-au găsit, peste noapte, banii care lipseau, chiar si pentru 1 000 de oameni? Si ce facem cu restul de 6 000? Se asteaptă, oare, o nouă tragedie, poate cu mai multe victime?

Nimeni întreg la minte nu poate crede că tragedia de la maternitatea Giulesti are drept cauză neglijenta unei singure asistente. O dovedesc comentariile echilibrate ale cititorilor care scriu că vina trebuie împărtită si că un singur om nu poate fi învinuit de tot ce s-a întîmplat. Pe de altă parte, mai sunt de clarificat si alte aspecte: cine este vinovat că Florentina Cîrstea nu a avut pe cine să lase în loc? Cine plăteste pentru faptul că Maternitatea Giulesti functiona cu personal mult sub necesar? Cine a făcut revizia instalatiei electrice? Cine a verificat amplasarea acesteia si a evaluat potentialele pericole de incendiu? De ce nu exista în spital un sistem integrat de supraveghere video, care ar fi putut ajuta, chiar în lipsa asistentei din sectie? Cine a decis montarea usilor pe bază de cartele magnetice, desi acest lucru este total interzis în unitătile care au o singură cale de acces, asa cum este Maternitatea Giulesti? Iar lista poate continua...

Ieri s-a judecat recursul împotriva deciziei de arestare preventivă a Florentinei Cîrstea. Apărarea a explicat că asistenta a nu avea cum să prevadă aparitia unui incendiu sau a unui alt eveniment neasteptat si că, în fisa postului, asistenta nu avea obligatia de a se afla permanent în salon. Mai mult, potrivit fisei postului, asistenta ar fi avut obligatia de a supraveghea pacientii din salonul de neonatologie, si nu de la terapie intensivă, ea nefiind nici instruită pentru a supraveghea un asemenea salon. Un ordin al ministrului Sănătătii prevede că în sectiile de terapie intensivă ar trebui să fie sase asistenti si patru infirmieri, iar în Maternitatea Giulesti, pe 16 august, erau două asistente pe tură, dintre care una se afla în concediu. La ora la care a avut loc incendiul, Florentina Cîrstea era deja de 11 ore în activitate, timp în care a făcut munca a sase oameni. Mai mult, ea trebuia să aibă în subordinea sa „una sau două asistente debutante si una sau două infirmiere”, dar a fost nevoită să se ocupe singură de toată sectia de terapie intensivă.

În pofida tuturor argumentelor, instanta a decis mentinerea stării de arest. Decizia este definitivă.

Asistenta Florentina Cîrstea trăieste o dramă ale cărei dimensiuni sufletesti si efecte în timp nu putem nici măcar să ni le imaginăm. Se simte vinovată că a lipsit acele 12 minute fatale din sectie. Este îngrozită si nu va uita toată viata imaginile dezastrului, pe care le-a văzut mai întâi cu ochii ei, apoi la jurnalele tv. A înteles perfect suferinta din sufletele părintilor. De o săptămână este neom. Nu mai stie ce înseamnă somnul, mâncarea si se roagă lui Dumnezeu să nu mai moară vreun nou-născut. Are o imagine distorsionată în ochii comunitătii, dar mai ales în cei ai propriului său copil, care stia că ea salvează vieti, iar acum o vede încătusată si după gratii, în acelasi rând cu criminalii, violatorii si tâlharii. Dar, mai ales, este "vinovată" pentru că a acceptat să lucreze de una singură, fără să cârtească, si să-si facă datoria. Si, pentru toate astea, instanta nu a acceptat ca ea să fie judecată în libertate, ba a respins până si cererea avocatului, de consiliere psihologică specializată a asistentei la locul de detentie.

Florentina Cîrstea plăteste pentru toate greselile. Ale ei si, mai ales, ale celor care au adus Sănătatea în starea de acum. A ajuns să fie victima unui sistem nenorocit, pentru care a muncit cu pasiune. A salvat zeci de vieti si nimeni nu a lăudat-o. A primit un salariu de mizerie fată de colegii din Occident – că tot ne place să clamăm apartenenta la lumea civilizată –, iar pentru că i s-a întâmplat o nenorocire, care putea să cadă asupra oricui, putin mai lipseste să fie linsată, numai să se găsească un vinovat care să plătească pentru toti. Ca întotdeauna, autoritătile se grăbesc să sacrifice un om care este, poate, cel mai putin vinovat pentru cele întâmplate si refuză o abordare globală, în profunzime, a chestiunii. Si asta pentru că nu au curajul să-si asume public partea de vină pentru catastrofa sănătătii românesti. Este mult mai usor să-i pui cătusele unei asistente decât să recunosti că ai contribuit si tu, factor de decizie, prin neglijentă si iresponsabilitate, la aparitia nenorocirii. O atitudine lasă, specifică autoritătilor centrale, care nu face decât să perpetueze pericolul pentru cei care vor avea „îndrăzneala” să apeleze, de acum încolo, la serviciile unitătilor sanitare românesti.

Cazul Florentina Cîrstea constituie un precedent deosebit de periculos. Orice asistentă sau moasă care intră singură în tură pe sectorul de care răspunde lucrează terorizată de gândul că în orice clipă se poate întâmpla ceva asemănător ca la Maternitatea Giulesti, iar ea va fi, mai mult ca sigur, singura care va plăti pagubele. Pentru că cei „de sus” sunt imuni si nu-i atinge nici o pedeapsă, oricât de mult ar fi gresit. În conditiile în care autoritătile rămân surde si mute la nevoile sistemului sanitar, multumindu-se cu declaratii si promisiuni goale de continut, asistentii au de ales între a pleca din tară si a astepta răspunsul la întrebarea:

CINE URMEAZĂ LA RÂND?

Marius Asăndulesei
Compartimentul publicatii, comunicare, imagine si relatii cu mass-media

OAMGMAMR Iasi

Sursa: oamr-iasi.ro

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By Admin (from 08/11/2010 @ 15:00:50, in it - Scienze e Societa, read 1658 times)

Come dice il nome, il blog britannico “Europe à la carte” ci suggerisce di viaggiare in Europa. I suoi 11 scrittori condividono consigli di viaggio, racconti e colonne di opinionismo. Oggi Sian infierisce contro gli aeroporti. Passa in rassegna le cose che la esasperano maggiormente: i sandwich dai prezzi proibitivi, le regole di sicurezza ridicole più spesso di quanto non siano valide, la sufficienza verso i fumatori e… il mal-trattamento dei bagagli.

Questa settimana sono in Norvegia e, se per un verso adoro volare, essere in volo, dall’altro gli aeroporti mi stressano. Tutta la giornata per andare all’aeroporto mi stressa. Fondamentalmente non ridivento felice finché non sono seduta sull’aereo e siamo in volo. Ho preoccupazioni da aeroporto. Ma non la fanno per niente più facile per me. In pratica, devo andare in due o tre aeroporti per raggiungere la mia destinazione finale. Ecco qui le mie principali “bestie grame” sugli aeroporti:

I prezzi. So che siamo un mercato in crisi, ma perfavore, possiamo smettere di far pagare 5 sterline per un sandwich? Mi aspetto un margine di profitto. Davvero me lo aspetto. Ma il cibo e le bevande di base non dovrebbero essere così care. Dateci tregua. Vi compreremo da mangiare comunque, ma forse lo assaporeremmo di più se i prezzi non ci facessero piangere. Eppoi, sapete, possiamo anche comprarci anche uno spuntino, forse un bicchiere di vino. Capite come funziona?

Le sportine di plastica. Avrei voglia che le regole su queste cose non cambiassero, ma nessuno sa davvero cosa fare. C’è sempre incertezza. Ulteriormente evidenziate quando il tipo della sicurezza ‘non sapeva’ se dovevo mettere il mascara in un sacchetto. Grazie, Terminal Cinque. Un grande aiuto.

Il trattamento bagagli. Solo ieri un mio compagno di viaggio ha visto i nostri bagagli lanciati giù con un dislivello di nove piedi [NdT: equivale a circa 2,75 metri], spostati a calci e generalmente trattati piuttosto malamente dalla British Airways. Ora, non sono abbastanza ingenua da credere che tutte le borse vengano trattate con tanta gentilezza, neanche fossero dei gattini, ma almeno prendete la minima precauzione affinché non ci sia possibile vedervi.

La mancanza di aree fumatori. Sono una fumatrice. Mi scuso in anticipo. Ma mi piacerebe poter fumare una volta che ho superato la sicurezza. Solo un minuscolo spazio esterno dove poter andare, dove non disturbo nessuno. Anche gli aeroporti nei Paesi che non permettono di fumare al chiuso, ce l’hanno. Non capisco perché noi no.

I tempi dell’imbarco che confondono. Sembra che ogni compagnia aerea abbia regole diverse sull’orario di chiusura dell’imbarco. E’ dieci minuti prima della partenza del volo? Mezz’ora? Non sono mai riuscita a capirlo completamente. Non perché non sia pignola in fatto di puntualità in aeroporto (credetemi, mi stressa più questo che qualunque altra cosa), ma non credo che ci sia coerenza sotto questo aspetto.

Beh, ecco le mie 5 più brutte bestie grame. Cosa dà più fastidio a voi?

Scritto da Sian, blog Europe à la carte. Tradotto da Sara Gianfelici. Vedere post originale in inglese.

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