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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Cosa è stato davvero fatto dopo il terremoto?

C’è un ritornello spettrale che aleggia sopra il terzo anniversario del terremoto che ha sconvolto L’Aquila, una frase che rimbalza cristallina dall’Aquila nella Rete e nell’Italia tutta: “ Tre anni dopo, nulla è cambiato”. Si tratta di un frase piuttosto vera, soprattutto se si concentra l’attenzione sul centro storico della città e sui cittadini che lì avevano le proprie case e che da quello sciagurato 6 aprile 2009 non ci sono più potuti tornare. Per questo Wired Italia ha deciso di organizzare la campagna #occupylaquila.


A 36 mesi di distanza dal terribile sisma che ha sfregiato per sempre il volto dell’Aquila almeno 26.787 persone non hanno ancora fatto ritorno alle proprie case (più della metà dei 45mila sfollati iniziali). Di questi 13mila vivono attualmente nelle abitazione del progetto C.A.S.E. (organizzate nelle famose 19 new town volute dal Governo Berlusconi), 2.700 occupano moduli abitativi prefabbricati, mentre altri 380 ancora tirano avanti negli alberghi.

Con una situazione del genere verrebbe da pensare a una mancanza di fondi. E invece i fondi ci sono, in tre anni il Governo Italiano ha stanziato la bellezza di 10,6 miliardi di euro, dei quali 2,9 sono stati utilizzati per gestire l’emergenza nell’immediato, rimangono 7,7 miliardi ancora da sbloccare. Per ricostruire le abitazioni del centro storico servirebbero quasi 4 miliardi di euro, eppure lo stato di attuazione dei lavori è ancora ai primordi. Perché? Secondo alcuni esperti urbanisti è in parte colpa di rallentamenti burocratici, e della scelta di attende la realizzazione di Piani di Ricostruzione non sempre necessari e che hanno chiesto tempi lunghissimi per essere approvato.

L'Aquila L'Aquila

“ Tre anni dopo, nulla cambiato” è dunque una frase vera, ma solo in parte. Se il centro storico versa ancora in condizioni di devasto, qualcosa è stato ricostruito. Merito delle attività autonome di ricostruzione dei beni culturali che, stando ai dati forniti dal Ministro Fabrizio Barca, hanno portato alla ristrutturazione di 119 chiese e all’apertura di 40 cantieri per altrettanti edifici adibiti al culto.

Cosa è cambiato, dunque? O per formulare meglio l’interrogativo: quanti lavori sono stati effettuati in questi tre anni, quali edifici e quali monumenti sono stati messi in sicurezza, e quanti cantieri devono ancora essere aperti?

In un cronoprogramma pubblicato dal sindaco Massimo Cialente intorno a gennaio, viene fatta una stima (da alcuni considerata volutamente ottimista) della tabella di marcia per i lavori pubblici (sia ordinari che di ricostruzione post-terremoto). Secondo il cronoprogramma, a inizio dell’anno i cantieri aperti ammontavano al 39% di quelli previsti, i lavori portati a compimento invece costituivano una fetta minima della torta.

Nelle previsioni di Sindaco e Amministrazione Comunale di qui a giugno la percentuale di lavori terminati potrebbe raggiungere quota 47%, lasciando un 41% di lavori in esecuzione e solo il 12% in fase di bando di gara o contratto.

Nell’ambito di una parziale operazione di trasparenza, sul sito del Commissario delegato per la Ricostruzione, la Presidenza della Regione Abbruzzo ha recentemente pubblicato una planimetria che consente di farsi un’idea chiara degli interventi pubblici eseguiti, quelli in corso d’opera e quelli ancora inchiodati sulla linea di partenza. È interessante notare come dei 38 interventi pianificati, solo 6 siano stati portati a termine e solo 8 cantieri siano tuttora in attività. Gli altri 24 interventi sono ancora in attesa di superare la fase d’appalto o della formalizzazione di un progetto esecutivo.

Uno dei primi lavori portati è a termine è stato il restauro della Fontana delle 99 cannelle, uno dei monumenti più antichi e memorabili della città. Grazie ai 500mila euro del Fai (Fondo Ambiente Italiano), la ristrutturazione è stata terminata nel dicembre del 2010. Un altro importante lavoro consegnato è la ristrutturazione delle Mura Urbiche a Borgo Rivera, mentre i lavori di restauro di Porta Rivera sono ancora in fase di esecuzione, il costo dei due interventi ammonta a 800mila euro.

Tra le Porte colpite dal sisma ci sono poi Porta Castello e Porta Napoli. Porta Castello, edificata nel Cinquecento e distrutta già in precedenza da un terremoto nel 1703, ha già subito l’intervento necessario: riportava danni diffusi in tutta la struttura e ci sono voluti 25mila euro (donati da Lions Club – L’Aquila Host) per rimetterla in sesto. Porta Napoli invece è stata interessata da diversi crolli e la sua ricostruzione ha richiesto oltre 260mila euro (Fondazione Carispaq), i lavori sono ancora in corso.

Altri due interventi completati sono quelli che hanno interessato Caserma Campomizzi (13 milioni di euro) e la Casa della Giovane Italiana – Ex Isef che ora ospiterà gli uffici della struttura commissariale per la ricostruzione (1,9 milioni di euro).

Passando agli edifici religiosi, sono stati già smantellati i cantieri per la ricostruzione del Complesso di Sant’Amico, un ex-convento che per i danni riportati in seguito al sisma ha richiesto lavori per un totale di un milione di euro.

Tra i cantieri aperti ci sono quello della Chiesa di San Biagio d’Aminterum (termine previsto per il 18 luglio 2012, con 2,9 milioni di euro di finanziamento) e la Chiesa di San Giuseppe dei Minimi (chiusura cantiere prevista per fine 2012, con 1,7 milioni stanziati dal Governo del Lazio). Procedono anche i lavori alla Chiesa di San Pietro di Coppito, il luogo di culto fu edificato intorno alla fine del 1200 e in seguito al terremoto ha riportato gravi lesioni alle strutture portanti, con il conseguente crollo del campanile e di parte della facciata. Per l’intervento sono stati erogati 750mila euro.

Per la Chiesa di Cristo Re invece sono stati stanziati 720mila euro e anche in questo caso il cantiere è ancora aperto.

Sono stati poi completati i lavori preliminari di messa in sicurezza della cupola e del tamburo della Basilica di San Bernardino, le cui condizioni sono ora favorevoli all’inizio dei lavori previsti per Luglio 2012, per cui il Cipe ha stanziato 25 milioni di euro. Quasi ultimata invece la ristrutturazione della Basilica di Santa Maria di Collemaggio che ha richiesto finora oltre tre milioni di euro.

Tra gli edifici non adibiti al culto, quelli attualmente in fase di effettiva ricostruzione sono il Palazzetto dei Nobili (1,1 milioni di euro donati dalla Camera dei Deputati), l’edificio della Questura, per cui il Cipe ha stanziato quasi 13 milioni di euro (conclusione prevista per settembre 2012) e il Palazzo di Giustizia. In quest’ultimo caso, i 40 milioni stanziati dal Cipe sono stati in parte impiegati per i lavori sul corpo centrale, che verranno indicativamente portati a termine entro fine estate 2012. I lavori relativi all’Ala Uffici sono invece ancora in corso d’appalto e dovrebbero essere terminati entro l’estate del 2013.

In alcuni casi, agli interventi di ricostruzione sono stati affiancati lavori di costruzione di nuovi edifici, è il caso del complesso che oggi ospita la Procura Generale e la Corte D’Appello, i 7 milioni di euro stanziati dal Cipe hanno consentito di riqualificare la palazzina dell’ex-stazione ferroviaria e di procedere alla costruzione di un nuovo edificio circolare inaugurato lo scorso 23 settembre.

Tra i progetti ancora fermi è il caso di menzionare il Teatro San Filippo, la Scuola De Amicis e il Conservatorio Alfredo Casella. Al Teatro San Filippo i lavori sarebbero dovuti partire lo scorso Agosto e durare in tutto quattro mesi, a otto mesi di distanza il Teatro San Filippo è ancora inagibile e la Compagnia dell’Uovo ha lamentato il rischio di perdere i finanziamenti ministeriali

I lavori di ricostruzione alla Scuola De Amicis sono ancora fermi, nonostante sul sito CommissarioPerLaRicostruzione.it l’inizio fosse stato previsto per febbraio/marzo. Parte del finanziamento per questo cantiere era stato raccolto nella cornice dell’iniziativa Amiche Per l’Abruzzo, patrocinate da una serie di star femminili della musica italiana. Una sorte simile è toccata a un’altra iniziativa, patrocinata da Jovanotti, che a due settimane dal terremoto aveva raccolto 1,2 milioni di euro con la canzone all-star “Domani”: gran parte dei fondi sono stati allocati per la ricostruzione del Conservatorio Alfredo Casella, i lavori però non sono ancora partiti.

Una piccola parte delle donazioni raccolte con “Domani” erano invece destinati alla ricostruzione del Teatro Comunale, per il quale l’avvio dei lavori è previsto per inizio maggio.

Ma al di là delle cifre e dei progetti che abbiamo elencato, la situazione intorno alla ricostruzione de l’Aquila rimane tuttaltro che trasparente, e a tre anni di distanza i cittadini non possono più attendere. Per questo nelle scorse settimane un gruppo di cittadini ha lanciato un’operazione di trasparenza chiamata Appello Per L’Aquila. L’obbiettivo: la diffusione dei dati che le istituzioni possiedono e la costituzione di un osservatorio partecipato per vegliare sulla ricostruzione.

Fonte: Wired.it

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Dispozitivul de iluminat a fost premiat la competitia Bright Tomorrow, organizata de Departamentul Energiei din SUA, fiind singurul care a putut îndeplini standardele extrem de riguroase cerute de organizatori.

Competitia a avut ca scop identificarea unei alternative a becului incandescent de 60 de wati, înca utilizat pe scara larga în SUA, dar care urmeaza sa fie scos din productie în curând. (Fabricarea becurilor de 100 wati a fost deja sistata în SUA si Europa; în Europa a fost oprita si cea a becurilor de 60 de wati.)

„Becul” care durează 20 de ani va fi pus în vânzare în SUA

Organizatorii au cerut participantilor sa fabrice un dispozitiv care sa dea aceeasi lumina calda ca si cea a unui bec incandescent, dar sa fie mult mai efcieinte din punct de vedere energetic.

Produsul prezentat de compania olandeza Philips a fost singurul care a corespuns standardelor de performanta impuse, iar premiul a fost acordat abia dupa 18 luni de testari.

Dispozitivul realizat de Philips foloseste capacitatile LED-urilor (diode emitatoare de lumina) în locul filamentelor incandescente; la o durata de functionare de peste 4 ore pe zi, durata sa de viata este de 20 de ani.

Performanta are un pret: un asemenea "bec" costa, în prezent, 60 USD, desi firma Philips a facut, cu anumite magazine, aranjamente financiare care vor permite vinderea dispozitivelor la pretul redus de 20 USD.

Sursa: BBC News - via Descopera.ro

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"What we see in other animals is that when females are scarce, males become more competitive. They compete more for access to mates," says Vladas Griskevicius, an assistant professor of marketing at the Carlson School and lead author of the study. "How do humans compete for access to mates? What you find across cultures is that men often do it through money, through status and through products."

To test their theory that the sex ratio affects economic decisions, the researchers had participants read news articles that described their local population as having more men or more women. They were then asked to indicate how much money they would save each month from a paycheck, as well as how much they would borrow with credit cards for immediate expenditures. When led to believe women were scarce, the savings rates for men decreased by 42 percent. Men were also willing to borrow 84 percent more money each month.

In another study, participants saw photo arrays of men and women that had more men, more women, or were neutral. After looking at the photographs, participants were asked to choose between receiving some money tomorrow or a larger amount in a month. When women were scarce in the photos, men were much more likely to take an immediate $20 rather than wait for $30 in a month.

According to Griskevicius, participants were unaware that sex ratios were having any effect on their behavior. Merely seeing more men than women automatically led men to simply be more impulsive and want to save less while borrowing more to spend on immediate purchases.

"Economics tells us that humans make decisions by carefully thinking through our choices; that we're not like animals," he says. "It turns out we have a lot in common with other animals. Some of our behaviors are much more reflexive and subconscious. We see that there are more men than women in our environment and it automatically changes our desires, our behaviors, and our entire psychology."

"The Financial Consequences of Too Many Men: Sex Ratio Effects on Savings, Borrowing, and Spending" will be published this month in the Journal of Personality and Social Psychology. Co-authors of the study include Joshua Tybur (VU University Amsterdam), Joshua M. Ackerman (M.I.T.), Andrew Delton and Theresa Robertson (University of California, Santa Barbara), and Andrew E. White (Arizona State University).

Sex Ratios Affect Expectations of Women

While sex ratios do not influence the financial choices women make, they do shape women's expectations of how men should spend their money when courting. After reading a news article informing women that there are more men than women, women expected men to spend more on dinner dates, Valentine's gifts, and engagement rings.

"When there's a scarcity of women, women felt men should go out of their way to court them," adds Griskevicius.

In a male-biased environment, men also expected they would need to spend more in their mating efforts.

Population Data Supports Research Findings

In addition to conducting laboratory experiments, the researchers reviewed archival data and calculated the sex ratios of more than 120 U.S. cities. Consistent with their hypothesis, communities with an abundance of single men showed greater ownership of credit cards and had higher debt levels.

One striking example was found in two communities located less than 100 miles apart. In Columbus, Ga., where there are 1.18 single men for every single woman, the average consumer debt was $3,479 higher than it was in Macon, Ga., where there were 0.78 single men for every woman.

Research Implications for Marketers and Society

Whereas previous research has found that merely seeing an attractive woman in advertising would make a man more aggressive or make a man more interested in conspicuously consuming, "The Financial Consequences of Too Many Men" study suggests it may not be that simple. According to the findings, whether a woman is alone or surrounded by many or few men can have a great impact on the reaction it elicits.

Griskevicius says the effects of sex ratios go beyond marketing and influence all sorts of behavior. He cites other studies showing the strong correlation between male-biased sex ratios and aggressive behavior.

"We're just scratching the tip of the iceberg when it comes to financial behavior," says Griskevicius. "One of the troubling implications of sex ratios for the world in general is that it's about more than just money. It's about violence and survival."

Source: University of Minnesota - via ZeitNews.org

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Alle 00.38 del 5 aprile 2012, una nuova collisione di due fasci di protoni da 4 Teraelettronvolt (TeV) è avvenuta al Large Hadron Collider di Ginevra. La collisione, dall'energia complessiva di 8 TeV, è un nuovo record mondiale e ha dato il via alla raccolta dati all'Lhc per l'anno 2012.

" Dopo due anni di esperienza con entrambi i raggi a 3,5 TeV, ci siamo sentiti in grado di aumentare l'energia senza introdurre rischi significativi per le nostre apparecchiature" ha spiegato il responsabile tecnologico dell'acceleratore Cern Steve Myers: " Ora si apre la strada a sperimentazioni che possono sfruttare un potenziale energetico ancora maggiore!".

Nonostante l'aumento dell'energia di collisione sia piuttosto modesto, si tratta sempre di miliardi di volt. Per i ricercatori del Cern, questo significa capacità di sperimentazione e scoperta per gli esperimenti che riguardano le particelle ipotetiche, come per esempio quelle previste dalla teoria della Supersimmetria. Queste particelle potrebbero essere prodotte in quantità molto superiore alle alte energie, così come per il bosone di Higgs, la sfuggente particella ipotetica su cui si concentrano da sempre gli sforzi di Lhc (e a cui si potrebbe presto cambiare nome). Tuttavia, questa potenza superiore porterà anche molto rumore di fondo, cioè segnali che sembrano essere associati a quelli delle particelle del modello Standard, ma che in realtà non lo sono. Questo significa che ci vorrà più tempo per analizzare i dati, e che per confermare gli indizi sul Bosone di Higg o per affermare con certezza la sua inesistenza ci vorrà almeno un anno di esperimenti.

" L'aumento di energia ci permetterà di massimizzare le nostre possibilità di scoperta scientifica", ha dichiarato il direttore di ricerca del Cern Sergio Bertolucci. " Il 2012 si preannuncia come un anno importante per la fisica delle particelle". Lhc funzionerà a pieno ritmo fino alla fine dell'anno, per poi essere disattivato per un lungo periodo per prepararsi a girare ad una potenza di 6,5 TeV per facio di protoni verso la fine del 2014. L'obiettivo finale è di raggiungere una potenza massima di 7 TeV per fascio, una potenza quasi doppia a quella attuale.

La storia di Lhc, la più grande macchina mai costruita dall'uomo (e anche una delle più costose, con un budget stimato di 7,5 miliardi di euro), è stata spesso funestata di incidenti e inconvenienti. Il tunnel di 27 chilometri si trova a 100 metri sotto il confine tra Francia e Svizzera. Dopo aver inaugurato le operazioni nel 2008, un gruppo di scienziati tentò di fermare gli esperimenti perché convinti che avrebbero causato un buco nero capace di distruggere la Terra. Una serie di incidenti (tra cui il più bizzarro è sicuramente quello dell' uccello e della baguette) ha costretto Lhc a riparazioni massicce per l'intero 2009, ed è quindi solo nel 2010 che sono cominciati gli esperimenti. Da allora, numerosi falsi allarmi non hanno ancora portato alla scoperta del famigerato bosone.

Fonte: Wired.it

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Tranzitia la o minte colectiva a permis aparitia unui numar potential infinit de notiuni, gânduri, concepte, dându-le oamenilor si capacitatea de a reflecta, pentru prima data, asupra noului si inventiilor.

Fara aceasta schimbare, crede John Hoffecker, arheolog în cadrul Universitatii Colorado, SUA, marile realizari tehnice, de la ceas la navetele spatiale, n-ar fi fost, cu mare probabilitate, inventate. E îndoielnic ca, fara aceasta caracteristica, oamenii ar fi devenit creaturile "industrializate", obsedate de tehnologie, care sunt azi.

„Creierul colectiv” i-a ajutat pe oameni să realizeze toate marile invenţii

Cercetatorul considera ca primele semne ale unei asemenea schimbari au aparut în urma cu cca. 1,6 milioane de ani, când oamenii au început sa fabrice primele topoare de piatra.

Acestea reflecta existenta unui "concept de design" stocat în celulele nervoase ale creierului si transpus în piatra si par sa fi luat nastere pe baza unei puternice relatii de conditionare reciproca între mâini, ochi, creier si uneltele însele.

Apoi, în urma cu 75.000 de ani, în Africa, ritmul schimbarilor s-a accelerat si a început formarea "mintii colective". Oamenii au reusit sa gaseasca o cale de a-si împartasi unii altora ideile complicate.

Acum 40.000 ani au început sa produca lucrari de arta decorativa, iar în urma cu 30.000 de ani - primele instrumente muzicale.

Odata cu aparitia simbolurilor si a limbajului, unelte ale comunicarii, destinate exprimarii gândurilor, spune Hoffecker, si cu integrarea consecutiva a creierelor într-un super-creier, mintea umana pare sa fi devenit o forta creatoare cu posibilitati infinite.

Creierele individuale din cadrul unui grup social au fost integrate într-un fel de internet neurologic, iar comunicarea a devenit unul dintre motoarele evolutiei.

Unul dintre sustinatorii acestei teorii este Stephen Hawking, care a afirmat ca e momentul "sa adoptam o perspectiva mai larga si sa consideram transmiterea externa a informatiei, alaturi de ADN, drept un factor al evolutiei speciei umane."

Sursa: Mail Online - via Descopera.ro

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Now, University of Missouri researchers have found that the way in which news coverage of a crisis is framed affects the public’s emotional response toward the company involved.

Glen Cameron, the Maxine Wilson Gregory Chair in Journalism Research and professor of strategic communication at the University of Missouri School of Journalism, along with Hyo Kim of Nanyang Technological University in Singapore, studied the reactions of news readers when exposed to a story about a crisis. One group read an “anger-frame” story that blamed the organization for the crisis. Another group read a “sadness-frame” story that focused on the victims and how they were hurt by the crisis. Cameron and Kim found that those who read the “anger-frame” story read the news less closely and had more negative attitudes toward the company than those exposed to the “sadness-frame” story.

“The distinct emotions induced by different news frames influenced individuals’ information processing and how they evaluated the corporation,” Cameron said.

Cameron and Kim also found that a corporate response to a crisis that focuses on the relief and wellbeing of the victims tends to improve the public’s perceptions of the corporation as compared to the message focusing on the law, justice, and punishment. This was the case regardless of how the initial news was framed (i.e., anger vs. sadness). Cameron says these findings illustrate the importance of controlling the message during a crisis.

“It is important for corporations to put on a human face during crises,” Cameron said. “If a corporation can focus on the wellbeing of the victims and how the corporation will improve following the crisis, they have a better chance of influencing “sadness-frame” news coverage as opposed to “anger-frame” coverage. If the news coverage remains “sadness-framed,” public perception will stay more positive.

Cameron says this research is important, not to help corporations shirk responsibility, but rather to handle crisis situations in the best way possible.

“Crises are going to happen,” Cameron said. “Unfortunately, planes will crash and there will be oil spills. This study helps to show how the public will react to different types of news coverage of crises, and subsequently, what the best ways are for corporations to handle any crises they may encounter.

This study was published in Communications Research.

Source: University of Missouri - via ZeitNews.org

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Ai migliori non sempre vengono riconosciuti tutti i meriti. Anzi, capita che siano proprio le istituzioni a mettere il bastone tra le ruote a chi si distingue per la voglia di fare. È il caso di Thomas Hodgkin,  medico e filantropo che dedicò la propria vita allo studio delle  malattie tumorali. Infatti, le sue critiche nei confronti del colonialismo in America ne arrestarono bruscamente la carriera.

Dalla sua, Hodgkin aveva tutte le  carte in regola per essere un medico esemplare. Nato nel 1798 da una famiglia  quacchera di Pentonville, passò da un breve apprendistato presso un farmacista di Brighton direttamente ai corsi di medicina dell’ospedale  Guy’s and St Thomas’ di Londra. Nel 1821 proseguì gli studi a Parigi, dove conobbe  René Laënnec, l’inventore dello stetoscopio.

Fu proprio merito di Hodgkin se il nuovo strumento trovò la via dell’Inghilterra. Sebbene i medici inglesi fossero scettici, il giovane dottore si impegnò a lungo nella diffusione dell’invenzione di Laënnec. Non a caso il quacchero di Pentonville aveva sempre criticato la mancanza di curiosità da parte dei colleghi più anziani.

Medico esemplare Un orecchio per la scienza La scoperta  Carriera stroncata

Nel 1825, divenuto medico a tutti gli effetti, Hodgkin iniziò a lavorare presso un ospedale londinese che offriva cure di  pronto soccorso ai cittadini più poveri della capitale. Il lavoro era massacrante e, per giunta, il giovane medico non percepiva alcuno  stipendio. Dopo due anni e mezzo di sfruttamento, la situazione cambiò e per il medico si aprì la possibilità di avere un posto al Guy’s and St Thomas’.

Hodgkin lavorò al museo di patologia dell’ospedale, dove ebbe modo di raccogliere migliaia di campioni biologici e studiare malattie fino a allora sconosciute. Fu proprio grazie a queste ricerche approfondite che, nel 1832, il medico scoprì le cause del  linfoma che oggi porta il suo nome (il  morbo di Hodgkin).

Ma quando nel 1837 si presentò l’occasione di ottenere un posto come assistente medico, gli eventi presero una brutta piega. Al posto di Hodgkin venne scelto Benjamin Babington, amico del giovane quacchero e figlio di un ex medico. Per quanto fossero entrambi candidati brillanti, pare che Benjamin Harrison, il tesoriere dell’ospedale, fosse contrario alla promozione del ragazzo di Pentonville.

Il motivo? Hodgkin aveva sempre criticato in pubblico le politiche imperialiste dell’Inghilterra nei confronti delle ex-colonie. Guarda caso, Harrison era anche vice-presidente della Hudson’s Bay Company, la quale aveva fatto fortuna vendendo armi e alcolici in cambio di pellicce agli indiani d’America. Insomma, un bel  conflitto di interessi d’altri tempi.

Hodgkin lasciò per sempre l’ospedale e prese a viaggiare per il mondo per studiare le malattie che affliggevano le popolazioni in Africa e Medio Oriente. E fu proprio in Palestina che il medico trovò la morte a causa del  colera. Era il 1866.

Fonte: Wired.it

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In caso di compravendita in Rete non c'è pseudonimo che tenga: la reale identità dell'internauta deve essere esplicitata in fase di registrazione. È quanto ha stabilito la terza sezione penale della Cassazione, con la  sentenza 12479/2012, pubblicata il 3 aprile. Chi, recita la sentenza, crea un account di posta elettronica usando le generalità di un altro utente " al fine di trarne profitto o di procurare a quest'ultimo un danno" commette reato di sostituzione di persona ( articolo 494 del Codice penale). Nello specifico caso in oggetto è stata confermata una multa di 1.140 euro, già comminata dalla Corte d'appello di Roma, a un 42enne che aveva partecipato a una serie di aste online con un nome di fantasia. A monte, l'iscrizione era stata fatta a nome di un'ignara donna che si è vista addebitare i pagamenti. L'uomo si è difeso dichiarando che " non c'è alcuna necessità di servirsi di una vera identità per comprare oggetti online, ben potendo usare uno pseudonimo". Da qui la chiara presa di posizione della Cassazione.

In linea generale, l'argomento è di stretta attualità. Online e soprattutto sui social network spopolano le utenze false, i cosiddetti fake, legate all'identità di personaggi noti. Il caso di Fiorello, scomparso da Twitter la scorsa settimana, è un esempio eclatante: non passa giorno in cui qualche bontempone non si registri con il vecchio account dello showman siciliano (@sarofiorello) e cinguetti il sospirato ritorno. Intanto, il diretto interessato gioca con l'interesse virtuale scatenatosi in seguito alla sua cancellazione in azzurro e fa capolino su Youtube.

Tornando alle questioni giudiziarie, la registrazione con altrui e noto nome non è stata toccata dalle corti nostrane. " L'anonimato", spiega a Wired.it l'avvocato esperto di diritto digitale Fulvio Sarzana di Sant'Ippolito, " è protetto fino a prova contraria". Fino a quando il reale proprietario dell'identità non viene danneggiato in qualche modo, come recita la sentenza sopracitata e come la Cassazione - ricorda Sarzana - aveva già stabilito il 14 dicembre del 2007. La sentenza 46674 condannava un uomo reo di aver stretto rapporti in Rete a scopo sessuale utilizzando le generalità di un'altra persona, tutelata anche in questo caso dal 494 del Codice penale. Se, precisa invece Sarzana, un anonimo qualunque acquista il dominio erosramazzotti.it o crea l'account Twitter @alessiamarcuzzi, il cantante e la presentatrice " possono agire in difesa della loro reputazione online" e chiedere la cancellazione di indirizzo e profilo ma " non non ci si sta più muovendo, non essendoci danno o profitto, entro i confini del reato di sostituzione".

Fonte: Wired.it

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Multumita particulelor emise de Soare, aurorele boreale sunt mai frumoase ca niciodata, lucru ce se poate observa într-un nou clip realizat de-a lungul ultimelor 8 luni de un fotograf pasionat.

Cele mai spectaculoase imagini cu aurora boreală, surprinse într-un clip uluitor (VIDEO)

Ole C. Salomonsen a petrecut perioada cuprinsa între septembrie 2011 si aprilie 2012 fotografiind cerul în Suedia, Norvegia si Finlanda, capturând în total peste 150.000 de cadre.

Editând fotografiile surprinse, Salomonsen le-a ales pe cele mai reusite 6.000 dintre acestea, pe care le-a compilat într-un clip spectaculos, acompaniat de muzica compozitorului norvegian Kai-Anders Ryan.

Salomonsen a descris munca descrisa pentru realizarea acestui film: „Clipul video rezuma efortul depus de-a lungul acestui sezon agitat, încheiat în urma cu doar câteva zile. În aceasta perioada, soarele face sa fie dificila fotografierea aurorelor, asa ca am decis sa închei aventura si sa public acest clip video. Am condus mii de kilometri între locatiile din regiunea arctica, iar la fata locului ma agitam pentru a fotografia cu 2-3 camere diferite. Spre norocul meu, am avut parte de companie în multe dintre noptile friguroase pe care le-am îndurat”.

Sursa: Vimeo - via Descopera.ro

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“In order to behave efficiently, you want to process relevant sensory information as fast as possible, but relevance is determined by your current situation,” said Joy Geng, assistant professor of psychology at the UC Davis Center for Mind and Brain.

For example, a flashing road sign alerts us to traffic merging ahead; or a startled animal might cue you to look out for a hidden predator.

When concentrating on a specific task, it’s helpful to reconfigure brain networks so that task-relevant information is processed most efficiently and external distractions are reduced, Geng found.

Geng and co-author Nicholas DiQuattro, a graduate student in psychology, used functional magnetic resonance imaging to study brain activity in volunteers carrying out a simple test. They compared their results to mathematical models to infer connectivity between different areas of the brain. The study appeared in the Dec. 7 issue of the Journal of Neuroscience.

The subjects had to look for a letter “T” in a box and indicate which way it faced by pressing a button. They were also presented with a “distractor”: another letter T in a box, but rotated 90 degrees.

The distractor was either similar in appearance to the target, or brightened to be more attention-getting.

Subjects did better in trials with an “attention-getting” distractor than a less obvious one, and lit up specific areas of the brain accordingly.

The new work shows that the brain doesn’t always “ramp up” to deal with the situation at hand, Geng said. Instead, it changes how traffic moves through the existing hard-wired network -- rather like changing water flow through a network of pipes or information flow over a computer network -- in order to maximize efficiency.

Source: UC Davis - via ZeitNews.org

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Now Colorado is one love, I'm already packing suitcases;)
14/01/2018 @ 16:07:36
By Napasechnik
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21/11/2016 @ 09:41:39
By Anonimo
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21/11/2016 @ 09:40:41
By Anonimo


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30/04/2024 @ 09:27:58
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