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 Trilingual World Observatory: italiano, english, română. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Aceasta este versiunea Oficiala lansata Online pe YouTube a documentarului "Zeitgeist: Mergind Inainte" regizat de Peter Joseph. (cu 30 de subtitrari disponibile!)

Pe 15 ianuarie 2011, "Zeitgeist: Moving Forward" a fost lansat in teatre si cinematografe pline in 60 de tari, 31 de limbi, 295 orase si 341 locuri de desfasurare. Acest documentar a reprezentat cea mai mare lansare de film non-profit si independent din intreaga istorie.

Aceasta este o lucrare necomerciala si este disponibila online pentru vizionare gratuita, fara restrictii in ceea ce priveste incarcarea / descarcarea / publicarea / dirijarea prin legaturi - atita timp cit nu exista un schimb de bani.

Gratuit, un Torrent DVD pentru cele 2 ore si 42 de minute de film in 30 de limbi este, de asemenea, pus la dispozitie prin intermediul site-ul principal (vezi link mai jos), cu instructiuni despre cum se poate descarca si copia singuri filmul pe DVD. Toate celelalte documentare ale lui Peter Joseph sint disponibile gratuit in acest format.

Website:
http://www.zeitgeistmovingforward.com
http://www.zeitgeistmovie.com

Release Map:
http://zeitgeistmovingforward.com/zmap

$5 DVD: 
http://zeitgeistmovingforward.com/dvd

Miscarea Zeitgeist:
http://www.thezeitgeistmovement.com

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By Admin (from 09/02/2011 @ 08:00:50, in it - Osservatorio Globale, read 1915 times)

I sostenitori della deregulation e della liberalizzazione a oltranza considerano i tagli allo Stato sociale l’unica strada possibile per arrivare a un’economia più efficiente e che produca posti di lavoro, scrive Gurutz Jáuregui, professore di diritto costituzionale all’Università dei Paesi Baschi. Il pensiero unico neoliberale vuole imporre, con una buona dose di determinismo, questa soluzione a tutti, come se fosse scientificamente inevitabile. Ma non è così: queste scelte economiche sono dettate da organizzazioni internazionali, come la Banca mondiale o l’Ocse, che obbediscono agli interessi del capitale finanziario e che non hanno un’investitura democratica.

 

Esistono, in teoria, due grandi risposte o soluzioni alla crisi dello Stato sociale. La prima è il rafforzamento e il miglioramento dei servizi. La seconda, la diminuzione forzata delle domande e delle necessità sociali dei cittadini. Stando ai dati degli ultimi anni, e come conseguenza del trionfo generalizzato del neoconservatorismo, è chiaro che la grande maggioranza dei governi dei paesi sviluppati ha optato, con maggiore o minore intensità, per la seconda soluzione. Si tratta di un’alternativa che ha come obiettivo l’indebolimento, se non lo smantellamento puro e semplice, delle conquiste sociali ottenute negli anni scorsi.

 

Se si tralasciano alcune sfumature fra due versioni – una conservatrice tradizionale e l’altra più ultraliberale –, i difensori dello smantellamento dello Stato sociale difendono le loro posizioni basandosi su due ragioni fondamentali.

 

La prima, di ordine economico, insiste sul sovraccarico prodotto nella domanda economica. La seconda, di ordine politico, sottolinea i fattori di ingovernabilità che derivano da questo sovraccarico imposto allo Stato. La soluzione consiste, quindi, nello “scaricare” lo Stato di questo pesante onere che gli impedisce di funzionare. Di qui la necessità di deregolamentare e liberalizzare alcune funzioni che sino a oggi erano state svolte dallo Stato stesso. Una liberalizzazione che riguarda non solo alcune attività economiche ma anche, e soprattutto, la politica sociale (sanità, occupazione, pensioni, eccetera).

 

Secondo queste tesi, lo snellimento e il conseguente passaggio dell’attività economica dello Stato verso settori privati provocherebbe quella che potremmo definire “la sindrome del conto della lattaia”. Avrebbe inizio una ripresa economica, questa darebbe luogo a una maggiore crescita, questa maggiore crescita faciliterebbe la riduzione della disoccupazione, la riduzione della disoccupazione migliorerebbe il livello di benessere dei cittadini, questo livello di benessere farebbe aumentare il consumo, eccetera. Come ha sostenuto il 22 febbraio scorso Rodrigo Rato, ministro dell’Economia e secondo vicepresidente del governo spagnolo, nel presentare il Piano di liberalizzazione e di impulso dell’attività economica approvato dal suo gabinetto, questo è non solo “l’unica risposta possibile alla convergenza europea”, ma anche l’unica via per “arrivare a un’economia più efficiente e con maggiore capacità di creare lavoro”. Sottolineo la parola unica perché è questo il termine magico che, in forma più assillante, continuano a ripeterci negli ultimi tempi.

 

Se già di per sé appare discutibile che vogliano imporci l’idea dell’esistenza di un pensiero unico, molto più grave mi sembra la spaventosa dose di determinismo che accompagna quest’idea, fino al punto di considerarla come qualcosa di assolutamente inevitabile. L’attuale epoca del pensiero unico risulterebbe del tutto estranea alla volontà umana, così come lo furono a suo tempo l’era della glaciazione o lo stesso Big Bang dell’universo.

 

Istituzioni non neutrali e non democratiche

Nulla di più lontano dalla realtà. Gli attuali processi di liberalizzazione vengono incoraggiati sostanzialmente da determinate istituzioni economiche e finanziarie internazionali, come la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale, il Gatt e l’Ocse, a livello globale, da istituzioni comunitarie a livello europeo e da governi con ideologie e interessi molto concreti nell’ambito dei diversi paesi. Che io sappia, nessuna di queste istituzioni è neutrale. Inoltre, ed eccettuato il caso dei governi dei diversi paesi, praticamente nessuna di queste istituzioni sovranazionali sarebbe in grado di superare l’esame della soglia minima di democrazia che si richiede a qualsiasi istituzione pubblica che, teoricamente, veglia sugli interessi dei cittadini.

 

In effetti, i loro membri non sono stati eletti dai cittadini e la loro attività non è sottomessa al benché minimo controllo da parte delle istituzioni democratiche. Bisogna anche aggiungere che l’adozione di certe decisioni di carattere economico o tecnico esige alcune conoscenze, che si possono acquisire soltanto con la formazione e la preparazione tecnica di quadri di cui dispongono solo queste istituzioni.

 

Ebbene, la specializzazione tecnica di questi organismi, da un lato, e la mancanza di controllo di molte delle loro attività, dall’altro, hanno avuto come conseguenza il radicamento di un’idea chiarissima: o loro, o il caos.

 

Secondo questi organismi, l’economia ha le sue regole, le cose sono come sono e, quindi, non esiste alcuna alternativa possibile alle misure e alle politiche da essi adottate. Il risultato è davanti agli occhi di tutti: risanamento duro, precarizzazione del lavoro eccetera.

Più avanzati che mai, più poveri che mai

Vaccinati come siamo contro ogni sorta di determinismo – economico o tecnico, marxista o capitalista – ci sembra evidente che questa presunta alternativa unica non cela criteri scientifici bensì interessi politici ed economici. Dietro questa apparente razionalità scientifica si nascondono obiettivi inconfessabili.

 

Basti vedere gli effetti che sta provocando la politica degli attuali capitani del neoliberalismo: concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, espansione crescente della precarizzazione del lavoro, aumento o, quanto meno, non riduzione della disoccupazione, emarginazione o esclusione sociale, espulsione degli immigrati, una disuguaglianza sempre maggiore nella distribuzione della rendita eccetera.

 

È certamente difficile riconoscere la validità di una politica che sta generando un mondo sempre più ingovernabile, nel quale non solo i cittadini dei paesi del Terzo mondo ma persino quelli dei paesi sviluppati diventano sempre più poveri. Mi si potrebbe obiettare che la situazione che ho appena illustrato è puramente congiunturale. Che bisogna stringere la cinghia per poter superare la crisi. Che bisogna sacrificarsi per il bene degli altri. Si tratta di un argomento ingannevole che mi ricorda, inevitabilmente, la famosa massima “Si vis pacem, para bellum” [Se vuoi la pace, prepara la guerra].

 

Così come la pace non si ottiene con la guerra, neppure la giustizia si ottiene con maggiori ingiustizie e maggiore disuguaglianza.

 

Vorrei che qualcuno fosse capace di spiegarmi come è possibile che un maggiore sviluppo tecnico e una maggiore crescita economica generino in termini assoluti una maggiore povertà. Se tutti risultiamo perdenti, sarebbe stato più logico rimanere come stavamo. Il problema che si cerca accuratamente di nascondere è che non tutti sono perdenti. All’interno di questa enorme maggioranza, sempre più estesa, di perdenti, ci sono alcuni vincitori. Alcuni vincitori che non sono mai stati così pochi e non hanno mai vinto tanto come oggi. Sono le grandi imprese multinazionali, il capitale finanziario e speculativo; insomma, i nuovi padroni del mondo.

 

Sono loro che, d’accordo con le istituzioni economiche internazionali, hanno diffuso la tesi che non esista alternativa alla situazione attuale. Tornando all’argomento iniziale, è sbagliata l’idea che la riduzione dello Stato alla sua espressione minima costituisca una necessità dettata da esigenze economiche. La difesa dello Stato minimo non sottende, almeno nella sostanza, ragioni di razionalità economica, bensì fattori di potere e dominio. Uno Stato forte – utilizzo il termine Stato nel senso di un potere politico democratico forte, quale che sia la forma istituzionale adottata – rappresenta un intralcio, un ostacolo fondamentale allo sviluppo delle grandi corporazioni finanziarie ed economiche. Per queste corporazioni, l’ideale sarebbe la scomparsa pura e semplice dello Stato, del potere politico, che tuttavia non risponde fino in fondo ai loro interessi. Tali organizzazioni, infatti, hanno bisogno di una legittimazione che dia alla loro attività una vernice formalmente pubblica, un’apparenza di legittimità pubblica, e a questo provvede lo Stato. La presenza dello Stato è consustanziale al neoliberalismo, perché esercita una funzione cruciale come induttore e sostenitore dei suoi interessi da una posizione di relativa autonomia.

 

La soluzione consiste, perciò, nel disporre sì di uno Stato, ma di uno Stato minimo che, per usare un’espressione di Robert Nozick, uno dei grandi guru del neoliberalismo, resti “limitato alle strette funzioni di difesa contro la violenza, il furto, la frode, il mancato adempimento dei contratti eccetera (...). Qualsiasi altro Stato più ampio violerebbe i diritti delle persone e appare ingiustificato”.

Autore: Gurutz Jauregue - Traduzione: A.M.

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By Admin (from 08/02/2011 @ 12:00:53, in ro - Observator Global, read 1739 times)

 Risipite pe toata planeta, pot fi intalnite in anumite locuri sfere perfecte de granit, unele dintre ele ajungand sa cantareasca in medie pana la 12 tone. Nu se stie exact la ce erau folosite, asa ca raman sa constituie (inca) o enigma megalitica indescifrabila. Cel putin, deocamdata. Plasarea lor nu indica vreo regula, pare suta la suta rodul hazardului, mai ales ca multe au fost descoperite in zone neospitaliere. In orice caz, nu e vorba despre compozitii artificiale. Cine, cum si de ce a sculptat in roca dura asemenea corpuri geometrice perfecte?

Mingile din Costa Rica

 Sute de mingi realizate din granit si din lava se afla raspandite in inima junglei costaricane, greu de strabatut cu piciorul, dar si pe culmile muntilor. Avand in vedere amanuntul ca diametrele lor variaza de la cativa centimetri, la aproape 3 metri, se pune intrebarea cum de au reusit „fabricantii” lor sa le rostogoleasca pana pe varfurile pietroase. Actualmente, cea mai grea sfera dezgropata cantareste circa 30 de tone! Sa ne gandim la un eventual Sisif al Americii Centrale ar fi o gluma...

 Uneori se pare totusi ca in asezarea pietrelor exista o logica ascunsa, care inca ne scapa. Controversatul cercetator elvetian Erich von Daniken a gasit asemenea sfere pe un teren plat si plasate in grupuri pe culmile unor dealuri. Anumite piese erau asezate intotdeauna in centrul axei colinei. Altele stateau reunite si grupate conform unor reguli bizare, in namolul unui fluviu. Pe campia Diquis, von Daniken a descoperit inca 45 de mingi, insa aproape toate se afla in regiuni greu accesibile, astfel ca exploratorul a fost obligat sa mearga pe jos in cautarea lor, jeep-ul nemaiputand inainta. Ciudatenia fenomenului pare si mai mare, atunci cand e vorba despre sferele din inima junglei, caci inexplicabilul devine mai profund.

O tehnologie preistorica necunoscuta?

 Doua enigme rezista treceri timpului: perfectiunea executiei si pozitionarea geografica, la cel putin 100 de kilometri departare de cea mai apropiata cariera. Cum au fost transportate sferele atata drum? Si pentru ce tot acest efort? S-a calculat ca, pentru o „minge” cu diametrul de 2,5 metri si cantarind 16 tone, trebuie prelucrat un bloc de granit de minimum 24 de tone. Conform logicii umane actuale, pentru rezolvarea problemei impuse de jungla impenetrabila, trebuia ca sferele sa fi fost asezate acolo inaintea formarii in jur a vegetatiei luxuriante.

Atunci insa trebuie sa vorbim despre preistorie, epoca in care – cel putin teoretic – oamenii nu erau capabili sa elaboreze obiecte cu o geometrie atat de apropiata de perfectiune. Caci, indiferent de dimensiuni, sferele costaricane nu prezinta deloc neregularitati. Apoi, cu ce instrumente tehnice ar fi putu fi executate aceste obiecte? In zilele noastre, noi nu putem realiza o sfera perfecta de 2,5 metri diametru (cu aria de aproximativ 5 metri patrati si volumul de 8 metri cubi), dintr-o roca dura cum e granitul, decat cu ajutorul unor masini-unelte programabile, perfectionate.

Legenda sau cosmografie

 In traditia indigenilor, fiecare sfera (numita bolas grandes, indians-ball sau Sky-ball) reprezinta simbolul Soarelui. De altfel, ei refuza de multe ori sa-i conduca pe vizitatori in locurile cu asemenea obiecte, pe care le considera sacre, amplasamentele respective fiind sanctuare interzise. Unii arheologi resping insa ideea de mai sus, argumentand ca, la acest grad de latitudine, soarele a fost reprezentat intotdeauna printr-un cilindru, o roata sau un disc de aur si nicidecum printr-o forma sferica.

Ei insa uita ca, de exemplu, la anumite popoare precolumbiene se practicau meciuri bizare: lovirea unei mingi de cauciuc, pentru a evoca miscarea soarelui si a planetelor. Apoi, stiind ca legendele includ relicve ale memoriei colective, nu trebuie exclusa ipoteza unei gigantice harti a cerului, pe care sferele de granit ar putea infatisa planetele, a caror marime depinde de departarea fata de Terra si de stralucirea lor. Alti cercetatori se gandesc la un gen de stele funerare sau la monede de schimb.

Din pacate, multe sfere au fost deplasate de pe locul lor sau au suferit deteriorari din partea cautatorilor de comori, din cauza defrisarilor sau a lucrarilor agricole. Mai nou, unii indivizi le folosesc drept obiecte ornamentale. Asadar, poate ca tot ce se afla la vedere s-a pierdut definitiv. Sa speram insa ca a ramas undeva cheia misterului, pentru a fi scoasa la lumina in momentul cel mai potrivit.

ADRIAN-NICOLAE POPESCU - magazin.ro

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By Admin (from 08/02/2011 @ 10:00:27, in en - Science and Society, read 1841 times)
  1. 1. Memorize something everyday. Not only will this leave your brain sharp and your memory functioning, you will also have a huge library of quotes to bust out at any moment. Poetry, sayings and philosophies are your best options.
  2. 2. Constantly try to reduce your attachment to possessions. Those who are heavy set with material desires will have a lot of trouble when their things are taken away from them or lost. Possessions do end up owning you, not the other way around. Become a person of minimal needs and you will be much more content.

  1. 3. Develop an endless curiosity about this world. Become an explorer and view the world as your jungle. Stop and observe all of the little things as completely unique events. Try new things. Get out of your comfort zone and try to experience as many different environments and sensations as possible. This world has so much to offer, so why not take advantage of it?
  2. 4. Remember people’s names so that they feel appreciated and for your own future benefit when you want something from that person. To do this, say their name back to them when they introduce themselves. Then repeat the name in your head a number of times until you are sure you have it. Continue to use their name in conversation as much as possible to remove any chance of forgetting it. If you’re still having trouble, make up a rhyme about their name: “Dan the Man” or “Natalie flatters me.”
  3. 5. Get fit! It’s ridiculous to think that we have one body, one sole means of functioning, and people are too lazy to take care of themselves. Fit bodies lead to better health, confidence and more success with the opposite sex. I’d say those are 3 very good reasons to get in shape.
  4. 6. Learn to focus only on the present. The past is unchangeable so it is futile to reflect on it unless you are making sure you do not repeat past mistakes. The future is but a result of your actions today. So learn from the past to do better in the present so that you can succeed in the future.
  1. 7. Even more specifically, live in THIS moment. Even 10 minutes ago is the past. If you live purely in this moment you will always be happy because there is nothing wrong in this split-second.
  2. 8. Smile more often. Whenever you get a grin on your face, your brain is releasing serotonin, the happy hormone. Smiling is the natural way to force yourself to be happy. Many people even smile for five minutes straight in the morning to get themselves in a great mood for the day. It is a very powerful tool that is utilized less and less as we grow older and need happiness more than ever. Just remember that while happiness leads to smiles, smiles also lead to happiness.
  3. 9. Drink water. Hydration is tremendously important for overall health. Soda has absolutely ZERO nutritional content; it’s like pouring a punch of sugar and syrup into your cup. Instead, fill it with life-replenishing water. It may taste plain at first if you’re coming off of a heavy soda-drinking streak, but you’ll soon find yourself addicted to it. 10 glasses per day is optimal, how many have you been getting lately?
  4. 10. Don’t take life so seriously! Learn to laugh at the little things and this whole “existence” thing will be a whole lot easier. Be amused by your mistakes and failures and be thankful that you learned your lesson and won’t mess up like that again. And most importantly do things that you enjoy! Life is not strictly business, it can be mixed with pleasure.
  5. 11. Think positive thoughts. When you find yourself thinking a negative thought, stop it immediately by any means necessary. Slap yourself in the face, yell something positive at the top of your lungs or jump up and down. Do whatever it takes to get back to a positive mindset as such is essential for continual happiness and success.

TO BE CONTINUED ...

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By Admin (from 08/02/2011 @ 08:00:54, in it - Scienze e Societa, read 2087 times)

Uno studio rivela come le aziende farmaceutiche riscrivano gli articoli scientifici per gonfiare le virtù di una medicina o nasconderne i danni collaterali. Ed è sulla base di questi "falsi" che spesso vengono fatte le ricette.

Gli articoli scientifici che riportano studi clinici controllati riguardanti nuovi farmaci rappresentano la base per redigere articoli più divulgativi che influenzano le prescrizioni da parte dei medici che raramente leggono gli articoli originali. Le industrie colgono questa opportunità per rendere gli articoli il più possibile favorevoli al nuovo farmaco, facendoli revisionare - o addirittura scrivere completamente - da esperti che rimangono anonimi, sono i cosiddetti "scrittori fantasma". Molto spesso non si tratta di modificare i risultati, ma di presentarli in modo attraente, enfatizzando piccoli risultati e minimizzando l'eventuale presenza di effetti tossici.

Particolare attenzione viene riservata al riassunto del lavoro, perché in generale questo non è oggetto di molto interesse da parte dei valutatori, mentre rappresenta la parte dell'articolo che più frequentemente è letta e determina l'impressione finale da parte del lettore.

Questo modo di operare è evidentemente non-etico e non riguarda solo le industrie interessate, ma anche i ricercatori clinici che accettano di firmare lavori scientifici scritti da altri. Uno studio pubblicato su "Plos Medicine" analizza i documenti messi a disposizione da parte della Giustizia Federale degli Stati Uniti che riguardano in particolare parecchi articoli scritti per commentare gli effetti favorevoli della terapia ormonale in menopausa da parte di una ditta specializzata nella stesura di articoli scientifici a pagamento. I ghost writer cercavano di mitigare il rischio di tumore della mammella dovuto all'uso della terapia ormonale magnificando benefici cardiovascolari e prevenzione della demenza, della malattia di Parkinson (e persino delle rughe, senza ovviamente alcuna base scientifica).

Tutto ciò non può che nuocere all'appropriatezza delle terapie, ma serve invece a gonfiare le prescrizioni e i profitti. È importante che i medici siano critici nella lettura della documentazione che ricevono, controllando i dati se possibile sui lavori originali. Occorre anche che il Servizio Sanitario Nazionale dissemini informazioni oggettive per ridurre la sproporzione oggi esistente fra messaggi dell'industria farmaceutica e informazione indipendente. 

Fonte: espresso.repubblica.it - Silvio Garattini, direttore Istituto Mario Negri di Milano

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By Admin (from 07/02/2011 @ 12:00:12, in ro - Stiinta si Societate, read 2346 times)

 In urma cu cateva decenii, filmul „Calatorie fantastica”, inspirat de o nuvela a lui Isaac Asimov reflecta aventura unui grup de savanti redusi la dimensiuni liliputane, pentru a efectua o dificila interventie chirurgicala, la bordul unei „nave” nu mai mari decat un fir de nisip. Oricat ar parea de incredibil, aceasta situatie „science-fiction” va deveni realitate peste putina vreme, permitand efectuarea unor operatii dificile si salvarea a mii de vieti.

O echipa internationala de savanti a proiectat un microrobot de 250 microni, (adica aproximativ grosimea a doua fire de par) care poate patrunde si naviga prin arterele sangvine si prin sistemul digestiv uman. Dispozitivul va transmite imagini detaliate ale unor parti ale organismului aflate astazi in afara „ariei de acoperire” a instrumentelor de investigatie clasice.

De asemenea, robotelul-chirurg va putea efectua microinterventii chirurgicale, reducand la mininum riscul asociat in mod normal cu aceste delicate proceduri chirurgicale. Conducatorul echipei de oameni de stiinta dr. James Friend de la Laboratorul de Cercetari in Nanofizica al universitatii australiene Monash spune ca, spre deosebire de tentativele de pana acum de a realiza un astfel de robot – toate esuate, din pacate – noul proiect va avea sorti de izbanda intrucat va exploata calitatile materialelor piezoelectrice – cristale care creeaza o incarcatura electrica atunci cand sunt supuse unui stres mecanic.

„Cercetatorii au incercat pana acum diverse tehnici, inclusiv motoarele electromagnetice. Dar la o asemenea scara, motoarele electromagnetice devin impracticabile pentru ca si campurile magnetice sunt extrem de slabe”, spune Friend.

Operatiile nu vor implica nici un risc

 Prima versiune a robotelului-chirurg, creata la dimensiuni mai mari, a fost deja testata cu succes, dar acum oamenii de stiinta lucreaza la un prototip de ordinul sutelor de microni, pe care spera sa-l introduca in practica medicala in anul 2009. Ei sunt de parere ca de noua tehnologie vor putea beneficia pacientii care au suferit atacuri de apoplexie, atacuri de cord, embolisme sau care au diverse boli vasculare. Robotul va fi introdus in corpul uman prin intermediul unei seringi si va ajunge, dirijat prin telecomanda, la locul dorit de medici, pentru a efectua o serie de sarcini si analize; ulterior, va putea fi recuperat, urmand acelasi traseu, fiind extras tot cu o seringa. De exemplu microrobotul ar putea „descarca” o cantitate infinitezimala de adeziv expandabil la locul unei artere craniene avariate – procedura in mod obisnuit insotita de riscuri mari din cauza ca arterele din partea posterioara a creierului se afla intr-o zona dificil de accesat chiar si cu cel mai flexibil cateter.

In plus, noua metoda anuleaza riscul „gauririi” arterelor, prezent in cazul introducerii unui cateter, situatie soldata de obicei cu moartea pacientului. Si alte regiuni greu accesibile din corpul uman vor putea fi acum atinse, asa cum este cazul in malformatiile congenitale arteriovenoase. Interesant e faptul ca designul dispozitivului a fost inspirat de bacteria E. coli, formei rezultate adaugandu-i-se o „codita” din Kevlar, care asigura propulsia prin artere. Supuse unei emisii de ultasunete, materialele piezoelectrice vor crea sarcini electrice suficient de puternice spre a purta microchirurgul prin sistemul sangvin.

Gabriel TUDOR - magazin.ro

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By Admin (from 07/02/2011 @ 10:00:53, in it - Osservatorio Globale, read 2329 times)

Da quando vidi il film Il maschio e la femmina (1966) la prima volta avevo l’età dei suoi protagonisti e me ne colpì l’intelligenza nella descrizione dei disagi e speranze di una generazione. Ma quel che più ne ricordo è la scritta che, a bruciapelo e senza necessità evidente, interrompeva una scena per affermare che «la pubblicità è il fascismo del nostro tempo». Si è governato e si governa, in gran parte del mondo occidentale, con gli strumenti del consenso e del consumo, riuscendo quasi sempre a evitare il manganello e la censura diretta. Col companatico al posto del pane, la televisione al posto dei giochi del circo (ultima variante i festival di letteratura e altra cultura) e con la pubblicità.

 

Pubblicità in senso lato – di uno stile di vita, di un modello di società propagandato come il migliore o l’unico possibile – ma che anche nel senso specifico e ristretto di un tipo di comunicazione che mira a far acquistare delle cose. Il potere della pubblicità è cresciuto enormemente, la stampa, per esempio, ne vive e ne è ricattata, le leggi che la limitavano sono state progressivamente abbattute e ci sono riviste dove le pagine di testo sono un terzo di quelle riservate alla pubblicità, senza considerare la pubblicità indiretta.

Fu Vance Packard per primo a denunciare questo attentato alla democrazia e alla libertà dell’informazione in un libro celebre, I persuasori occulti, a metà degli anni cinquanta. A noi poteva sembrare fantascienza, ma poi, come in molti altri campi, la fantascienza è diventata realtà, e come “genere” letterario è quasi scomparso (riprende oggi, mascherato, nella più accorta letteratura per ragazzi). Anche la battuta di Godard, che al suo tempo indicava una preoccupazione o una messa in guardia, è oggi una constatazione.

Un’idea moderna di pubblicità è esplosa in Italia negli anni sessanta, prima la pubblicità era secondaria, rozza, poco o niente mediata. Su un giornale degli anni trenta o quaranta la pubblicità di un lassativo si serviva dell’immagine celebre dell’incontro tra Dante e Beatrice lungo l’Arno accompagnata dal verso della Commedia «Io son Beatrice che ti faccio andare». Poi, col boom, vennero le grandi agenzie e la leva dei professorini che avevano sulla scrivania dei loro uffici milanesi e torinesi (l’ho visto coi miei occhi, ho avuto molti amici che si sono dati a quel mestiere) le opere di Jung e altri studiosi di simboli e miti, di immagini archetipiche, di studi sull’inconscio. La pubblicità si faceva furba e intellettuale, un settore in enorme espansione. Non sembrava disdicevole farne una professione.

La fase successiva è il ’68: quando si trattò di trovare lavoro molti passarono dal movimento alla pubblicità, soprattutto a Milano ( più assai di quelli che finirono nel giornalismo o nella politica istituzionale, ma ovviamente meno di quelli finiti nella scuola). Ne vennero una perdita di sottigliezza, messaggi sempre meno velati, una aggressività via via più volgare e diretta.

I giornali sono brutti anche per i ricatti della pubblicità. E se sfogliamo un quotidiano di quelli importanti (che sono due, forse tre, in stretto legame con lotte e intrighi del potere, dominatori dell’informazione bacata e nemici giurati della riflessione e delle connessioni) vediamo che vi si fronteggiano pagine di cronaca raccapricciante e di pubblicità da mondo dei sogni. E colpisce il leit-motiv, il tormentone sessuale: chi compra un’automobile X o Y scopa meglio e di più, e questo vale per una scatola di piselli o una birra, un computer o un best-seller, e volti e corpi di giovani robot da film americano imbecille vi si offrono spudoratamente, come in un Eden ritrovato dove ogni albero, animale o nuvola serve solo a veicolare un unico messaggio: comprate, solo così sarete felici.

 

La sua logica è berlusconiana, ma chi protesta per altre forme di manipolazione trova questa normale, o meglio, la trovano normale i giornali e i giornalisti che se ne nutrono. L’elargizione della pubblicità Fiat, per esempio, è stato un modo di influire sui giornali della sinistra, anche quelli apparentemente più liberi.

La manipolazione pubblicitaria incide in profondità sulla salute mentale e sulla morale dei destinatari dei loro messaggi, e su quelli della Repubblica. È espressione del fascismo del nostro tempo. Dopo la guerra, molti figli chiesero ai padri come si erano comportati sotto fascismo o nazismo. Accadrà anche in Italia, dopo il trentennio che muore? Sarebbe sano, ma non succederà.

Autore: Goffredo Fofi - Tratto da: eddyburg.it/article/view/16149/.

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By Admin (from 07/02/2011 @ 08:00:07, in en - Science and Society, read 1786 times)

Start with a cage containing five monkeys.

Inside the cage, hang a banana on a string and place a set of stairs under it. Before long, a monkey will go to the stairs and start to climb towards the banana. As soon as he touches the stairs, spray all of the other monkeys with cold water.

After a while, another monkey makes an attempt with the same result - all the other monkeys are sprayed with cold water. Pretty soon, when another monkey tries to climb the stairs, the other monkeys will try to prevent it.

Now, put away the cold water. Remove one monkey from the cage and replace it with a new one. The new monkey sees the banana and wants to climb the stairs. To his surprise and horror, all of the other monkeys attack him.

After another attempt and attack, he knows that if he tries to climb the stairs, he will be assaulted.

Next, remove another of the original five monkeys and replace it with a new one. The newcomer goes to the stairs and is attacked. The previous newcomer takes part in the punishment with enthusiasm! Likewise, replace a third original monkey with a new one, then a fourth, then the fifth. Every time the newest monkey takes to the stairs, he is attacked.

Most of the monkeys that are beating him have no idea why they were not permitted to climb the stairs or why they are participating in the beating of the newest monkey.

After replacing all the original monkeys, none of the remaining monkeys have ever been sprayed with cold water. Nevertheless, no monkey ever again approaches the stairs to try for the banana. Why not? Because as far as they know that's the way it's always been done round here.

And that, my friends, is how company policies are made.

Original source unknown. (But the story appears to have some basis in fact.) - http://paws.kettering.edu

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By Admin (from 06/02/2011 @ 12:00:54, in ro - Observator Global, read 1825 times)

 La auzul unei asemenea ipoteze, orice istoric constiincios ar stramba din nas, convins ca este vorba despre o „gogorita”. Dar lucrurile nu stau chiar asa, caci in aceasta ipoteza ar putea exista mai mult decat un sambure de adevar. E drept, nu toti chinezii ar putea descinde din romani, ci doar o populatie din nord-vestul Chinei, populatie ce face, de mai bine de un an, obiectul investigatiilor unei echipe internationale de antropologi.

Populatia la care ne referim traieste in satul Liqian, in desertul Gobi, la 300 de kilometri de cea mai apropiata asezare urbana si numara in prezent cateva sute de suflete. Desi vorbesc limba chineza, acesti oameni au niste trasaturi fizice care ii deosebesc net de conationalii lor: inaltime de peste 1,80 m, ochi verzi, nasul drept si mare, par blond.

 Caracteristicile rasei galbene, aparute ca urmare a inrudirii oamenilor din Liqian cu populatia chinezeasca „autentica”, de-a lungul vremii, abia daca se disting. „Cred ca ne tragem din legionarii romani. Altfel nu am arata astfel, am fi precum ceilalti chinezi”, spune Song Guorong, un barbat de 48 de ani, cu ochi albastri si cu parul castaniu, cu nimic deosebit de un taran din Campania, de pilda. Ca exista o legatura intre cele doua popoare orice vizitator al satului isi poate da seama, admirand statuile aflate in centrul asezarii - un legionar roman stand langa un invatat confucianist si o femeie musulmana - simbol al armoniei rasiale depline.

Mercenari prin pustiurile Asiei

Primul care a avansat ipoteza socanta ca satenii din Liqian ar putea fi urmasi ai soldatilor romani a fost Homer Dubs, profesor la Oxford. In anul 1950, el a descoperit, calatorind in China, marturii privind o batalie intre chinezi si huni, in armata acestora din urma luptand si legionari romani. Dubs a facut imediat legatura cu prizonierii luati de parti, in timpul razboiului purtat cu Crassus, in anul 53 i.Ch.

Tenacele istoric britanic a ajuns la concluzia ca unii dintre acesti prizonieri au reusit sa evadeze, formand o trupa de mercenari care, cincisprezece ani mai tarziu, vor lupta alaturi de huni, impotriva chinezilor, la Zhizhi. Invinsi, romanii, care luptau, spun cronicile chineze, „ca un arici cu tepii risipiti” - probabil traditionala lor formatie de lupta, numita „tortuga”, cu scuturile lipite unele de altele sau puse deasupra capetelor si sulitele iesind in exterior - au fost capturati si asezati in satul Liqian.

Astazi, savantii au prelevat probe de sange de la potentialii lor urmasi, probe pe care le vor compara cu ale unor italieni „get-beget”, pentru a se sti daca exista o legatura intre cele doua populatii. Profesorul chinez Xie Xiaodong, un genetician de la Universitatea Lanzhou, se arata insa sceptic fata de acest val de entuziasm: „Chiar daca acesti soldati proveneau din Imperiul Roman, nu inseamna ca erau romani. Imperiul recruta numeroase trupe din randurile populatiilor raspandite de-a lungul si de-a latul sau”.

Gabriel TUDOR - magazin.ro

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By Admin (from 06/02/2011 @ 10:00:35, in it - Osservatorio Globale, read 2801 times)

In un articolo su Le Monde dello scorso 18 ottobre, Gaëlle Dupont porta le prove definitive del fallimento delle colture geneticamente modificate. La promessa dei prodotti Monsanto RoundUp Ready agli agricoltori di tutto il mondo era infatti quella di utilizzare un solo erbicida totale, il gliphosate, per distruggere tutte le erbe infestanti, in modo che la coltura obiettivo (cotone, soia, mais, ecc.) potesse dominare incontrastata sul terreno: in questo modo, sosteneva Monsanto, si sarebbero migliorati i raccolti e ridotto l'uso dei pesticidi.

 

Ma, dopo quindici anni, i risultati smentiscono queste promesse. Nel Sud Est degli Usa, su 6 milioni di ettari, in 22 stati americani, pari a poco meno del 10 per cento dell'intera superficie coltivata con Ogm negli Stati Uniti, si sta assistendo ad un'impressionante proliferazione di alcune erbe infestanti, come l'Amaranthus Palmeri conosciuto come pigweed, che, secondo Claude Kennedy del centro agricolo sperimentale della città di Marianna, "non è un'erbaccia, è un mostro, è sempre più aggressiva e prende forme così strane che a volte fa quasi paura", diventando capace di crescere cinque centimetri al giorno e di arrivare a due metri di altezza.

 

Ma l'amaranto ormai non è il solo ad avere acquistato capacità di resistenza all'erbicida totale: una decina di altre piante infestanti ha subito il medesimo potenziamento, riportando la situazione a quella originaria degli anni Settanta-Ottanta, da cui appunto ha preso le mosse l'industria biotech in agricoltura - il fallimento del sistema di difesa delle colture basato sulla combinazione di pesticidi e fertilizzanti chimici, cui appunto da ultimo si è unita la genetica nella speranza di "correggere" un meccanismo strutturalmente sbagliato, nel senso che non ha mai tenuto conto dei delicati meccanismi con cui la natura opera nel suolo, affrontandoli come se si trattasse di un campo di battaglia e non di un millenario sistema di sensibilissimi equilibri.

 

Ora gli agricoltori americani sono costretti a ricorrere a micidiali misture di vecchi erbicidi, cosa che sta preoccupando persino l'agenzia per l'ambiente americana (Epa), in genere assai attenta ai desideri dell'industria chimica e biotech: il dicamba per esempio, è un pesticida molto aggressivo e inquinante, derivato dal 2,4-D, il cosiddetto "agente Arancio", un defoliante inventato per distruggere la giungla vietnamita e scoprire le linee di rifornimento vietminh ai bombardieri Usa.

La maggiore novità, tuttavia, è il fatto che la stessa Monsanto ammetta il disastro, ma con toni che lasciano perplessi: "All'inizio pensavamo che la diffusione di questo tipo di resistenze sarebbe stata difficile. Ma dobbiamo riconoscere che, per controllare le erbe infestanti, il RoundUp non basta: bisogna usare anche altri prodotti", dice Rick Cole di Monsanto. Quindi, mentre è costretta a rimborsare 12 dollari ogni acro (circa mezzo ettaro) agli agricoltori, la multinazionale biotech sta pensando, invece di modificare radicalmente la sua strategia, semplicemente di ingegnerizzare soia e cotone per resistere anche ad altri erbicidi, replicando all'infinito il meccanismo. In questo modo non si farà altro che ampliare su scala ancora più grande il problema. La realtà è infatti che quello che interessa a questo tipo di industria è semplicemente di tenere il produttore agricolo legato ad un "pacchetto tecnologico" che integra semente ed erbicida, in maniera da fidelizzare l'agricoltore, impedendogli di tentare altre strade agronomiche, e garantire profitti costanti all'industria.

 
La situazione americana, dove il 58% del cotone, il 66% del mais e il 93% della soia sono oramai Ogm, dovrebbe essere un serio ammonimento per l'Europa che fino ad ora, pur con molte contraddizioni ed incertezze, ha impedito la diffusione di massa degli Ogm nei nostri campi: la possibilità che nei prossimi mesi avranno gli Stati europei di liberalizzare la coltivazione biotech oppure di creare aree ogm-free mediante accordi fra agricoltori, diventa a questo punto una questione strategica per il futuro della nostra agricoltura. Quello che è certo è che da oggi non si può più sostenere seriamente che le colture Ogm siano la soluzione migliore per questo futuro.
 
Fonte: clarissa.it - Autore: G. Sinatti
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