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 Trilingual World Observatory: italiano, english, română. GLOBAL NEWS & more... di Redazione
   
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
By Admin (from 02/08/2010 @ 11:01:42, in it - Scienze e Societa, read 2280 times)

Fonte: enteroclisma.blogspot.com - Autore: Roberto Mangosi.

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office85.jpgOre ininterrotte passate alla stessa scrivania, progetti condivisi, soddisfazioni e frustrazioni: l'ufficio è uno dei luoghi dove, per fortuna o purtroppo, passiamo la maggior parte del nostro tempo. Ma non di sola routine vive l'uomo (o la donna!): aggiungiamo una gonna troppo corta, qualche ammiccamento, un pizzico di fascino del potere, ed ecco che i grigi lunedÏ in ufficio si trasformano in possibili appuntamenti con il destino...

E' spesso una tappa obbligata della vita d'ufficio, che, secondo un'indagine condotta da Euroffice, fornitore online di materiale per ufficio, inizia nel 29% dei casi da un gioco di sguardi durante una riunione importante, in pausa alla macchinetta del caffè o in incontri, casuali e non, nei corridoi dell'azienda. I messaggi scritti sui cari vecchi post-it (3%) hanno lasciato il posto agli ormai onnipresenti social media: il 27% degli intervistati si lascia sedurre - o seduce - tramite link condivisi in bacheca, video di canzoni romantiche postati sul profilo o applicazioni che inviano regali multimediali all'oggetto dei propri desideri.

In questa percentuale, destinata a crescere esponenzialmente, rientrano anche tutti coloro che si affidano alla messaggistica istantanea per dichiarare i propri sentimenti: Skype, Messenger e la chat aziendale sono tra i mezzi più diffusi che consentono ai colleghi di "avvicinarsi" ....in tutti i sensi!

E nonostante trovarsi sulla scrivania una dozzina di rose scarlatte abbia sicuramente un effetto diverso rispetto a un "mi piace" sul proprio profilo Facebook, i mezzi dal sapore più retrò come fiori e cioccolatini, hanno chiaramente ceduto il passo al corteggiamento 2.0: infatti solo l'11% (di cui il 9% sono donne), preferisce affidarvisi. I regalini si riducono ad essere tecniche "vintage" ma, per fortuna, continuano a sortire buoni risultati. 

Del tutto immune a questi meccanismi risulta invece il 30% degli intervistati che, sempre secondo il sondaggio di Euroffice, si tiene lontano dalle avances tra scrivanie. Ma una volta rotto il ghiaccio e vissuta la passione, come si evolvono i flirt nati tra le mura lavorative? Mentre sono sbocciati fiori d'arancio per una romantica fetta degli intervistati (19%), per la maggior parte delle persone (46%) la relazione si Ë conclusa mantenendo comunque buoni rapporti - almeno in apparenza - in virtù della pacifica convivenza fra colleghi.

Non è finita invece a "tarallucci e vino" per il 15% delle coppie-scoppiate, che, nonostante siano costrette a condividere stampante e macchinetta del caffè, tendono a voltare le spalle alla loro ex dolce metà ogni volta che la incrociano nei corridoi. Destino peggiore per quell'11% (8% donne) che ha preferito - o è stato costretto - a cambiare lavoro pur di non dover sopportare la vista dell'ex amato, o i pettegolezzi che, inevitabilmente, in questi casi, si diffondono in tempi record. Taglio netto tra ragione e sentimento infine per il 9% che riesce a dimenticare le questioni di cuore a favore delle urgenze lavorative, unico momento in cui si riesce a vedere l'ex come semplice collega.

Insomma, se risulta facile innamorarsi del vicino di scrivania, il sondaggio di Euroffice conferma che diventa poi difficile gestire la storia nella giungla dell'ufficio fatta di gossip e invidie. Questo però non sembra influenzare il 70% di coloro che hanno partecipato al sondaggio e che hanno ammesso di essersi lasciati andare a passioni tra colleghi, più o meno durature. Se son rose, fioriranno... o appassiranno?! 

Fonte: cronacaeattualita.blogosfere.it

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By Admin (from 01/08/2010 @ 11:50:57, in it - Video Alerta, read 2314 times)

Molto rumore per nulla o... se ci vogliamo attenere ai versi della canzone di Jovanotti. Un bellissimo spreco di tempo, un'impresa impossibile. Tornato dagli Stati Uniti, dopo due film sinceramente sopravvalutati, ecco che riprende i suoi " Tre moschettieri " dell'amore e fa il secondo episodio " Dieci anni dopo ".

Il primo film aveva stupito il pubblico ed anche una parte della critica soprattutto per il cast delizioso e per delle riprese spumeggianti e 'frenetiche' sulla falsa riga di Magnolia ( film capolavoro del 1999 ) di Paul Thomas Anderson. La storia era raccontata bene ( come racconta bene lui ), e faceva comodo ai giornali per riempire le pagine dei soliti argomenti: i giovani e l'amore, la sindrome di Peter Pan, la lotta tra sogno e omologazione.

 Argomenti divenuti indolore, di facile conversazione per signore all'ora del tè e annoiati genitori autoreferenziali.

Oggi ritroviamo quei giovani ( ma mancano Giovanna Mezzogiorno e Martina Stella e nel pacchetto glamour di attori loro erano due stelle che brillavano di luce propria ) cresciuti come nelle previsioni, uomini e donne borghesi, agiati, postideologici, indifferenti a tutto tranne che ai propri brufoli sentimentali. Fratelli e sorelle più adulti e consapevoli, ma della stessa famiglia culturale, di quelli di Federico Moccia, delle canzoni di Jovanotti o Povia, dei libri di Walter Veltroni o di Giorgio Faletti, con dei pensieri ( la voce in off, saltuaria e sbiadita di Accorsi ) che sembrano presi dai baci perugina, uno su tutti: se non hai radici inizi a morire.

Radici ? Famiglia ? Una lascia il marito perché lui non può darle un figlio e se ne va a vivere con un pischelletto viziato e rimorchione, per poi tornare da lui incinta dell'altro, un'altra non si sente pronta per un figlio dal suo compagno innamorato ma noioso ma rimane incinta involontariamente dell'ex marito, un'altra non ha la forza di aiutare veramente il suo compagno al punto che non prevede che possa uccidersi. E gli uomini ? Uno teorizza che è meglio essere amati e non amare, così l'ego si carica e non soffre, un altro cambia ragazza come si fa la doccia e poi parte per il Brasile, mentre un terzo è appena tornato da due anni di galera per aver contrabbandato due chili di coca dalla Colombia.

Famiglia ? Radici ? Si potrebbe citare Nietzsche: morali da birreria, e parafrasarlo con morali da sesso, a secondo di quanto lo fai. Diciamo che un altro difetto del cinema di Muccino è la moltiplicazione dello stesso argomento, tutti i protagonisti vivono lo stesso pathos, più o meno con le stesse dinamiche e nello stesso 'tempo'. Carlo ( Un Accorsi in sottotono ) e Giulia ( Vittoria Puccini al posto della Mezzogiorno ) sono separati ma hanno una figlia, Sveva, che entrambi amano molto. In questi dieci anni si sono amati e traditi fino allo sfinimento.

Giulia vive con un nuovo compagno, un attore innamorato ma noioso, mentre Carlo ha tante donne e una compagna giovane e gelosa. Poi c'è Marco ( Pierfrancesco Favino, geloso, violento ma buonissimo ) l'unico sposato in maniera convenzionale, con la moglie vuole disperatamente un figlio che non arriva e stanno rovinando il rapporto tra i due. C'è Livia ( Una brava Sabrina Impacciatore ) vive da sola con il figlio Matteo ed ha una storia con Paolo ( Santamaria ) che passa da una dipendenza a un'altra. Il film inizia con il ritorno a Roma di Adriano ( Giorgio Pasotti ), ex marito di Livia e padre di Matteo, dopo quasi dieci anni e due passati in carcere. I vecchi amici si rincontrano per accogliere Adriano.

Sono passati dieci anni ma nessuno sente il bisogno di fare bilanci, anzi c'è chi è rimasto con la stessa testa, chi continua a girare su se stesso, chi non vuole crescere e per questo si è ammalato. Il regista ci vuole far credere di mettere in discussione la generazione dei quarantenni e un po' anche se stesso ( ha avuto tre figli da tre mogli differenti ) ma nel film si respira un'aria rarefatta, un po' finta e troppo costruita.
Non si respira verità, tantomeno ricerca di sincerità. I rapporti sono claustrofobici, manca l'aria. E' tutto una danza immobile, un falso movimento, che può andare bene ma che non può essere spacciato per cinema della possibilità o della verità.

Muccino ha riconfermato tutti gli attori del primo episodio, almeno quelli che sono voluti tornare sul luogo del delitto.

Hanno dieci anni in più, quindi maggiore bravura ma minore freschezza. Ma non tutti hanno dato il meglio, anzi, Stefano Accorsi vive da un paio d'anni un'involuzione interpretativa preoccupante e Vittoria Puccini, nonostante la credibilità, fa fatica nel confronto con la Mezzogiorno. ( Fonte. www.cinemalia.it)

Autore della recensione : Domenico Astuti

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Intervista di Jan Tamas con il prof. Noam Chomsky.

"La lotta per impedire linstallazione di basi militari e sistemi di difesa missilistica in Polonia e Repubblica Ceca ha unimportanza straordinaria: in effetti non è esagerato affermare che in queste decisioni si sta giocando il destino della specie."

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By Admin (from 31/07/2010 @ 14:50:05, in it - Video Alerta, read 2445 times)

Il 2008 ha segnato un traguardo invidiabile per molti, il 50esimo anniversario della creazione dei Chipmunks, venuti fuori dall’inventiva eccellente di Ross Bagdasarian Sr, un musicista e compositore che, negli anni prima del fatidico 1958, si arrangiava per quanto poteva.

La prima canzone dei Chipmunks (i quali avrebbero avuto questo nome in seguito) “Witch Doctor” è stata realizzata da Bagdasarian utilizzando una semplice tecnica per la voce. Ha rallentato la velocità di registrazione e ha registrato i testi con una voce lenta e bassa, per poi suonarla a velocità regolare. Da questa tecnica sono nate le voci di Alvin, Simon e Theodore, nomi presi dai tre dirigenti dell’etichetta Liberty Records, con la quale il musicista aveva firmato un contratto.

Questo è il secondo capitolo dopo il film del 2007, che ha ottenuto ottimi consensi.
In Alvin Superstar 2 fanno la loro comparsa le Chipettes, che divideranno il palcoscenico, oltre che le avventure, con i Chipmunks. Durante un concerto Alvin, per mettere in risalto la sua performance, dà luogo a una catena di eventi che spediscono Dave all’ospedale. Nel periodo in cui l’uomo sarà assente, i tre Chipmunks si ritroveranno a frequentare la scuola. Toby, il cugino di Dave, si prenderà cura di loro.
La vita scolastica non è delle più semplici, i tre fratelli vengono presi di mira da alcuni bulli, e sottoposti a numerosi scherzi.

Ciò che li metterà più in difficoltà sarà il protagonismo di Alvin, che si unirà alla squadra di football, abbandonando Simon e Theodore durante il Music Mania. Alvin troverà il modo per riparare al danno e ad aiutare le nuove arrivate, le Chipettes.

I Chipmunks sono diventati da tempo un fenomeno globale che è riuscito a catturare più generazioni. Non solo le canzoni, ma poi la serie d’animazione degli anni ’80 e i gadgets realizzati hanno creato appassionati in tutto il mondo.

Le loro avventure divertenti e fuori dal comune, le scelte musicali e l’appeal di Alvin hanno reso i Chipmunks un fenomeno straordinario.
Il film contribuisce, se ancora ce ne fosse bisogno, a far conoscere alle nuove leve (i bambini) questi simpatici personaggi e riportare i loro genitori un po’ indietro nel tempo, facendo gustare un veste nuova in cui vederli.

Ciò che caratterizza il film, oltre alla vena umoristica, sono le tematiche presenti, come il rapporto fraterno, che rischia di venire meno. La regista Betty Thomas dà vita alle piccole incomprensioni che ci possono essere all’interno di un nucleo familiare affiatato come il loro e quando il più indifeso, Theodore, si trova in difficoltà, gli altri due sono pronti a tutto pur di aiutarlo. L’individualismo di Alvin viene superato dal grande affetto che li lega e, nel momento in cui rischia di perderlo, si rende conto di cosa sia veramente importante.
L’essere uniti e parte di una famiglia affettuosa li rende ciò che sono ora.

Un aspetto che la sceneggiatura mette in evidenza sono le vicissitudini scolastiche in cui un allievo può incorrere: l’appartenenza o meno a gruppi ristretti che identificano la persona, le pressioni del bullismo, gli scherzi e le prese in giro, di contro la popolarità quando si ha carisma o fascino, o fama (Alvin è riconosciuto dalle compagne come il leader del gruppo musicale). Tutte situazioni che generano ilarità, ma anche identificazione e spirito di rivalsa e che ricordano i film americani per adolescenti degli anni ‘80.

Un altro elemento divertente e di gusto sono le citazioni cinematografiche di film amati e conosciuti come “Taxi Driver” e “Il silenzio degli innocenti”, battute famose sempre pertinenti al testo e ben integrate.
La musica gioca un ruolo non da poco, complessivamente ci sono quindici brani in cui si spazia da Alicia Keys a Beyonce, a Pink, e come meglio concludere la storia se non con “We are Family”.
È un film pieno d’ilarità, per i più piccini e per i nostalgici e appassionati di tutte le età. ( Fonte: cinemalia.it)

Autore della recensione: Francesca Caruso

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C’è una statuetta di quaranta centimetri in giro per il mondo che racchiude segreti e intrecci tra massoneria, ‘ndrangheta e pezzi del Vaticano. Un crocifisso ligneo, ricercato oggi dall’antimafia di Reggio Calabria, sparito da più di un anno, custodito - racconta a mezza bocca qualcuno - nei depositi di qualche banca newyorkese. Non un pezzo qualsiasi, c’è chi giura che si tratti di un Michelangelo. Anzi, di più, potrebbe essere la chiave per scoprire il “Codice Michelangelo”, il segreto nascosto per secoli, capace di riportarci alla sapienza degli antichi greci, unendo umano e divino attraverso simboli esoterici. O meglio ancora, “il Cristo di Michelangelo”, una sorta di Santo Graal della storia dell’arte, un simbolo po’ fiabesco che appassiona esperti da decenni. Un pezzo unico, ben differente da un altro crocifisso più famoso, acquistato dal ministro Bondi un anno e mezzo fa, che molti esperti - ad iniziare dalla professoressa Paola Barocchi, della Normale di Pisa - ritengono un falso.

Ma perché l’antimafia cerca questa preziosa statuetta giramondo?
Andiamo con ordine. È il 31 marzo del 2009. Nella sala Pio XI dell’università Lateranense di Roma si presenta un composito gruppo di esperti. C’è il rettore, monsignor Fisichella, c’è il gesuita Heinrich Pfeiffer, docente della Gregoriana e considerato uno dei massimi esperti di arte sacra e soprattutto di Michelangelo. C’è poi un signore distinto, alto, elegante e sorridente, Angelo Boccardelli, segretario della Fondazione dedicata all’ex ambasciatore di San Marino Giacomo Maria Ugolini, morto nel gennaio del 2006.

Da qualche anno Boccardelli gira per il mondo con una valigia scura, rigida, dove custodisce questo crocifisso ligneo. Racconta che arrivò dal Libano durante la guerra civile dei primi anni 80, da un seminario della chiesa cattolica di rito greco melkita, salvato dall’uomo cui è dedicata la Fondazione, l’ambasciatore Ugolini (che all’epoca rappresentava la repubblica del Titano in Giordania ed Egitto).

Angelo Boccardelli ha ricevuto le chiavi della fondazione nel 2006, dopo la morte di Giacomo Maria Ugolini, insieme all’ex ufficiale della marina militare italiana, Giorgio Hugo Balestrieri. Quest’ultimo è un toscanaccio di Livorno, dalla battuta facile, che si occupa negli Usa - sua nuova patria dal 1980 - di sicurezza e industria militare. In Italia lo ricordano come uno degli ex affiliati alla P2, con un ruolo tutt’altro che marginale. Secondo una informativa del Sisde del 1982, Balestrieri faceva parte anche del “Comité Montecarlo”, la loggia coperta mai del tutto chiarita.

L’incontro alla Lateranense era l’ultima tappa di un tour mondiale del crocifisso. Argentina, Messico, Nicaragua e - appuntamento principale - New York, dove Balestrieri è vice presidente del Rotary Club. Conferenze, cene, incontri organizzati per annunciare al mondo quella piccola opera di Michelangelo, chiave di volta - secondo le loro parole - della storia dell’arte del ’500. Ma è l’incontro alla Lateranense che deve sancire per il gruppo quella che è una vera e propria benedizione. Non ci sono i grandi esperti accademici, ma persone decisamente influenti: oltre ai già citati monsignor Fisichella e il gesuita Pfeiffer, sul tavolo dei relatori siedono il ministro della cultura di San Marino Romeo Morri e il giornalista Andrea Pamparana. E il titolo dell’incontro, “Il pensiero cristologico del Cardinale Cusano realizzato da Michelangelo Buonarroti”, non lascia spazio a dubbi sull’autenticità del pezzo.

Tutto, però, cambia poco meno di nove mesi dopo la presentazione alla Lateranense, e precisamente il 22 dicembre dello scorso anno, quando i Ros entrano nella sede della Fondazione Ugolini, il lussuoso albergo Villa Vecchia di Monte Porzio Catone, e arrestano Cosimo Di Virgilio, imprenditore legato per i magistrati dell’antimafia alle cosche della piana di Gioia Tauro. Scattano le manette anche per Angelo Boccardelli, mentre Giorgio Hugo Balestrieri si rende irreperibile, rimanendo senza grandi problemi al suo posto nel Rotary Club di New York.

Per tutti l’accusa è pesantissima, associazione mafiosa e legami con la ’ndrangheta: per la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria la Fondazione era uno dei terminali imprenditoriali della ‘ndrina dei Molé di Gioia Tauro. E, tra l’altro, facilitava il riciclaggio dei soldi arrivati dall’importazione clandestina di merce cinese nel porto calabrese.

Tra i beni che i carabinieri sequestrano nella sede della fondazione non c’è, però, la statuetta del Cristo: si è volatilizzata.
Oggi il Pubblico ministero della Dda di Reggio Calabria Roberto Di Palma conferma che anche la giustizia si è messa alla caccia del crocifisso, una sorta di totem per questa congrega, cresciuta attorno ad un ambasciatore decisamente influente.

«Ugolini era capo della massoneria di rito scozzese di San Marino», racconta Heinrich Pfeiffer, il gesuita che assieme a monsignor Fisichella presentò il Cristo alla Lateranense. Il quale, per far comprendere la capacità di relazione di alto livello del gruppo, aggiunge che Ugolini era - così potente che «quando Berlusconi è andato in Medio Oriente, si è consigliato prima con lui».

Un nome, quello di Giacomo Maria Ugolini, già apparso prima che la Dda si interessasse all’albergo di Monte Porzio Catone tra le carte dell’inchiesta “Somaliagate” del Pubblico ministero Henry John Woodcock.

Era il 2006 quando Woodcock, all’epoca sostituto procuratore a Potenza, ipotizzò l’esistenza di stretti legami tra massoneria, Vaticano e servizi deviati. Alcuni testimoni parlarono di un falso crocifisso di Michelangelo che era stato al centro di un passaggio di 380 mila euro tra monsignor Camaldo, cerimoniere di papa Ratzinger, e l’ambasciatore Ugolini, che poco dopo morì lasciando tutto, come abbiamo visto, in mano al suo segretario Boccardelli. Ed è probabile che si trattasse della stessa statua che in realtà era apparsa in pubblico per la prima volta nel 2001 sulla rivista Il volto dei volti di Cristo pubblicata da un centro studi diretto dal cardinal Angelini. Con una scheda curata proprio da padre Pfeiffer. O, chissà, forse era un’altra statuetta ancora e questa è una incredibile coincidenza.

Legami, amicizie, rapporti ancora da chiarire, con al centro la Fondazione e l’albergo di Monte Porzio Catone nelle cui stanze rinascimentali passavano in tanti, raccontano fonti che chiedono l’anonimato. Prelati di rango, ricordano, come don Pierino Gelmini, nominato alla fine degli anni 80 - alla presenza dell’ambasciatore Ugolini - esarca della chiesa greco melkita e grande amico del premier Silvio Berlusconi.

Resta da capire perché tra Monte Porzio Catone, la Calabria, San Marino e le vie di New York, si intrecciassero legami massonici e interessi delle cosche di Gioia Tauro, tra una cena a lume di candela e un seminario sul “codice Michelangelo”. Conferenze che - ma questa è un’altra storia ancora - avevano come sponsor l’Eutelia, l’azienda travolta pochi giorni fa da un’inchiesta che ha portato all’arresto di otto manager con l’accusa di bancarotta fraudolenta.

Fonte: Unita.it

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sniffacoca.jpg

Le immagini pubblicate da Repubblica sono inequivocabili. Ma non raccontanonulla di nuovo: in alcuni locali di Milano scorrono fiumi di droga, si sa. Oggi l'Hollywood e il The Club sono stati chiusi e cinque persone sono finite agli arresti domiciliari. Ci sono poi altre 19 persone che risultano indagate.

Le indagini hanno seguito in particolare due filoni come leggiamo su Repubblica:

- vendita e consumo di cocaina all'interno delle aree riservate delle due discoteche e frequentate da vip e imprenditori

- presunte mazzette a funzionari e dirigenti degli enti predisposti alla cessione di licenze dei locali e ai relativi controlli

E' gravissimo che stavolta in tutta questa storia, più che star e starlette, siano coinvolti funzionari pubblici di Comune e Regione. Sono stati arrestati Aldo Centonze, dipendente dell'ufficio del demanio del Comune di Milano, Rodolfo Citterio, membro della commissione comunale di vigilanza sui locali e presidente del Sindacato dei locali da ballo (Silb) e Emiliano Bezzon, ex comandante della polizia locale di Milano, accusato di abuso d'ufficio e rivelazione di segreto d'ufficio.

Come riporta il Corriere in una intercettazione quest'ultimo avrebbe parlato con Citterio e gli avrebbe chiesto di fargli sapere "quali sono i locali dove si spaccia, in modo da intervenire con un blitz delle forze dell'ordine". Inoltre Centonze e una decina di dipendenti e funzionari del Comune e della Regione Lombardia (indagati) si sarebbero sia attivati per far aprire o per impedire la chiusura di alcuni locali milanesi, ma avrebbero anche avvertito i gestori che ci sarebbero stati dei controlli. A volte i sopralluoghi venivano anche posticipati per permettere alle discoteche di effettuare i lavori necessari per essere in regola.

Il tutto sempre dietro pagamento di presunte mazzette. L'inchiesta, coordinata dal pm di Milano Frank Di Maio, è nata da uno stralcio di "Vallettopoli".

 

Come leggiamo su Repubblica tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari ci sono Davide Guglielmini, Alberto Baldaccini e Andrea Gallesi, che sono tutti amministratori e soci delle societàVimar Srl e BeB and Company Srl.

I tre sono accusati di aver agevolato il consumo e la vendita di cocaina. A provarlo ci sono i filmati delle microcamere piazzate dagli investigatori per filmare il via vai dei bagni. Nell'ordinanza compare anche la testimonianza della showgirl Belen Rodriguez, che avrebbe raccontato:

"È notorio che all'Hollywood circoli cocaina, un po' come in altri locali, e mi è capitato anche domenica scorsa di vedere all'interno del bagno esterno al privè tre ragazze cubane che assumevano cocaina. Ho fatto uso di cocaina insieme a Francesca Lodo, a casa sua, solo due volte nei primi giorni di gennaio 2007. In entrambe le occasioni la droga me l'ha data Francesca. Non so dove Francesca la prenda, ma sono certa del fatto che ne fa assai uso. Lei mi invitava spesso ad andare nei bagni dell'Hollywood, le domeniche sere in cui stavamo insieme con tutti i componenti del gruppo Lele Mora, ma io non la seguivo perché temevo l'effetto della cocaina"

Nel corso delle operazioni sono stati controllati anche il Just Cavalli, il The Beach e l'Hollywood Bar di via Vittor Pisani, che sono gestiti dalle stesse società di Hollywood e The Club.

Fonte: milano.blogosfere.it

WIE VAN DE DRIE

Daisy Larissa Sarah
Daisy | Larissa | Sarah
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By Admin (from 30/07/2010 @ 11:49:18, in it - Video Alerta, read 1938 times)

Alcuni fumetti riescono a raccontare la realtà di un paese meglio di qualsiasi saggio o romanzo. Č il caso, secondo il Guardian, del manga La leggenda di Koizumi, da cui è nato un cartone animato che sta per essere diffuso anche in occidente.

Il manga, disegnato da Hideki Owada, ha per protagonista Junichiro Koizumi, primo ministro giapponese tra il 2001 e il 2006. In questa trasposizione fantascientifica e ironica della politica giapponese, Koizumi viene presentato da Owada come l’ultimo eroe giapponese. Il primo ministro risolve alla maniera dei grandi supereroi occidentali le grandi controversie planetarie affrontando e sconfiggendo, grazie a tecniche mahjong, personaggi come il corrotto Kim Jong-Il e “Papa Bush”.

Il successo, anche internazionale, di questo manga, sta nella sua capacità unica di raccontare la cultura e la mentalità nipponiche meglio di qualsiasi romanzo giapponese contemporaneo. Č la dimostrazione delle capacità espressive dei manga.

Nella Laggenda di Koizumi c’è molto del Giappone di oggi: la convinzione che la politica non sia altro che un gioco tra ego in lotta tra di loro; o come anche il complesso di inferiorità dei giapponesi nei confronti del resto del mondo e il forte nazionalismo della popolazione.

“Ma non solo: per vincere, Koizumi non si fa problemi a barare. Proprio come il paese che rappresenta, piccolo e sprovvisto di risorse naturali ma capace di comunque di sopraffare le grandi potenze”. Ma soprattutto, questo manga testimonia il senso di tristezza che pervade oggi il Giappone e la volontà dei suoi cittadini di trovare un nuovo supereroe al quale aggrapparsi. ( Fonte: www.internazionale.it)

Redazioneonline- Cinema e Spettacoli

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By Admin (from 30/07/2010 @ 10:49:45, in it - Osservatorio Globale, read 2536 times)

 Noam Chomsky è uno dei pochi grandi intellettuali che non hanno mai rinunciato ad essere coscienza critica della società occidentale.

Per oltre trent'anni le sue opinioni e i suoi giudizi, sempre attenti a cogliere l'essenza delle cose dietro l'apparenza della realtà, hanno sensibilizzato un crescente interesse del pubblico verso la reale natura del potere. Fin dagli anni '60 è sempre in prima fila nelle lotte della sinistra radicale americana.

Noam Chomsky è nato nel 1928 negli Stati Uniti. Ha rivoluzionato gli studi linguistici con la teoria generativista che ha avuto fondamentali ricadute nell'ambito della ricerca psicologica, logica, filosofica. Attualmente insegna nel Department of Linguistic and Philosophy del Massachusetts Institute of Technology [MIT].

 
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By Admin (from 30/07/2010 @ 10:45:00, in en - Video Alert, read 2530 times)

Summary:


George tries to break up with his girlfriend, Maura, only she doesn't agree. Jerry has purchased cuff links worn by Jerry Lewis in Cinderfella. He plans to use them as a conversation starter with Lewis when he goes to an upcoming roast at the Friar's Club. Having the same first name isn't enough. A man of mystery that she has met intrigues Elaine. Jerry suggests that perhaps he is a super-hero. With robberies occurring in the building, Kramer has obtained a strongbox to hold his valuables. He needs to find a place to hide his key. A place that no one knows, except him. His first place doesn't work. George lays out all of the reasons that they should be officially broken up, Maura still doesn't agree "to turn the key." Elaine gives up on her mystery man when he runs from a woman that Elaine deduces is his wife. She returns to Jerry's apartment to find that his intercom is broken. So she shouts to him from the street, about the mystery man, while she waits for the opportunity to get into his building. Jerry inspects his intercom, only to find Kramer's strongbox key hidden inside. Kramer hides his key again. Jerry finds the key again and decides to go down to let George in. While downstairs, a neighbor who's forgotten his key and is unknown to Jerry asks to be let in. Jerry denies him entry. Elaine goes to the mystery man's shabby apartment and discovers he is poor and on welfare. The woman he ran from is his welfare caseworker. Jerry discovers the keyless neighbor, does in fact live in his building, on the 5th floor in apartment 5E (!) right next door to Kramer. Elaine tells Jerry about her mystery man's super powers. George decides that cheating on Maura might be his ticket out. Kramer lets Phil, Jerry's "new" neighbor, keep his parrot in the hallway. Kramer also hides his key at Phil's. Glenn, the mystery man, takes Elaine on a date in the alley. Jerry needs his cufflinks for the roast, only to find out that Kramer has locked them in his strongbox. The key to the strongbox was hidden in the parrot's food dish, only now the parrot is dead (from food poisoning) and buried in a pet cemetery. George tries getting caught with the other woman, only both women agree that they can work with George through this incident. Elaine discovers that Glenn is, in fact, married. Kramer and Jerry go to the pet cemetery to exhume the key, his neighbor catches only Jerry. George asks what's in the cooler (strongbox) as he easily opens it up.

Source: sidereel.com

Source: watch-seinfeld-online.com

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Now Colorado is one love, I'm already packing suitcases;)
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By Napasechnik
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