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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 01/04/2012

Normal cells usually die in the lab after dividing only a few times, and many common cancers will not grow, unaltered, outside of the body.

This new technique could be the critical advance that ushers in a new era of personalized cancer medicine, and has potential application in regenerative medicine, says the study’s senior investigator, Richard Schlegel, M.D., Ph.D., chairman of the department of pathology at Georgetown Lombardi Comprehensive Cancer Center.

“Because every tumor is unique, this advance will make it possible for an oncologist to find the right therapies that both kills a patient’s cancer and spares normal cells from toxicity,” he says. “We can test resistance as well chemosensitivity to single or combination therapies directly on the cancer cell itself.”

The research team, which also includes several scientists from the National Institutes of Health, found that adding two different substances to cancer and normal cells in a laboratory pushes them to morph into stem-like cells — adult cells from which other cells are made.

The two substances are a Rho kinase (ROCK) inhibitor and fibroblast feeder cells. ROCK inhibitors help stop cell movement, but it is unclear why this agent turns on stem cell attributes, Schlegel says. His co-investigator Alison McBride, Ph.D., of the National Institute of Allergy and Infectious Diseases, had discovered that a ROCK inhibitor allowed skin cells (keratinocytes) to reproduce in the laboratory while feeder cells kept them alive.

The Georgetown researchers — 13 investigators in the departments of pathology and oncology — tried ROCK inhibitors and fibroblast feeder cells on the non-keratinocyte epithelial cells that line glands and organs to see if they had any effect. They found that both were needed to produce a dramatic effect in which the cells visibly changed their shape as they reverted to a stem-like state..”

“In short, we discovered we can grow normal and tumor cells from the same patient forever, and nobody has been able to do that,” he says. “Normal cell cultures for most organ systems can’t be established in the lab, so it wasn’t possible previously to compare normal and tumor cells directly.”

The ability to immortalize cancer cells will also make biobanking both viable and relevant, Schlegel says. The researchers further discovered that the stem-like behavior in these cells is reversible. Withdrawing the ROCK inhibitor forces the cells to differentiate into the adult cells that they were initially. This “conditional immortalization” could help advance the field of regenerative medicine, Schlegel says.

However, the most immediate change in medical practice from these findings is the potential they have in “revolutionizing what pathology departments do,” Schlegel says.

“Today, pathologists don’t work with living tissue. They make a diagnosis from biopsies that are either frozen or fixed and embedded in wax,” he says. “In the future, pathologists will be able to establish live cultures of normal and cancerous cells from patients, and use this to diagnose tumors and screen treatments. That has fantastic potential.”

Source: Kurzweil Accelerating Intelligence

 

In tempo di crisi economica, capita che le biblioteche delle università si vedano costrette a disdire gli abbonamenti con le riviste scientifiche. Succede così, per esempio, che i ricercatori non possano più avere libero accesso agli studi pubblicati dei colleghi. E succede anche che qualcuno decida di ribellarsi contro le stesse riviste e gli editori, e chieda loro, se non di votarsi all' open access, quanto meno di cambiare le politiche di distribuzione e di abbassare i prezzi. Timothy Gowers, matematico all' Università di Cambridge e medaglia Fields 1998, per esempio, ha attaccato direttamente l'olandese Elsevier, uno degli editori più importanti in ambito scientifico (Advances in Mathematics, Journal of Algebra, Journal of Geometry and Physics, Journal of Mathematical Analysis and Applications, per citare qualche rivista). Lo ha fatto in un recente post sul suo blog, dal titolo decisamente esplicativo: “ Elsevier - my part in its downfall”.

Da qui è presto nato un vero e proprio movimento degli scienziati per boicottare l'editore, con una petizione online, The Cost of Knowledge: “ Se vuoi dichiarare pubblicamente che non supporterai più alcuna rivista Elsevier a meno di un cambio radicale del modo in cui operano, allora lo puoi fare compilando il form qui sotto”. Questa mattina, i firmatari erano già oltre 3.350 (con vari commenti) e tra i nomi spiccano quelli di altre medaglie Fields e di ricercatori di atenei del calibro di Cambridge, Oxford, Harvard e Yale. Il primo nome della lista è quello di un altro matematico:  Tyler Neylon.

Il movimento si scaglia contro i prezzi – che definisce esorbitanti – e critica la pratica di vendere le riviste a pacchetti; in questo modo, si legge, le biblioteche sono costrette a comprare anche quelle che non vorrebbe. Gowers e colleghi criticano apertamente anche il sostegno di Elsevier a Sopa (Stop Online Piracy Act), a Pipa (Protect IP Act) e allo US Research Works Act.

Elsevier, dal canto suo, ha già fatto sentire la sua voce: “ Un articolo costa 10 dollari (ovvero 6,5 sterline), un prezzo che rientra nella media, e gli sconti applicati se si compra più di un articolo portano il prezzo reale di un singolo articolo a 2 dollari, molto al di sotto della media”, riporta The Guardian.

Quanto alla vendita a pacchetti, l'accusa non starebbe in piedi per la casa editrice: “ Elsevier ti permette di comprare sia un singolo articolo, sia un’intera rivista, oppure una qualsiasi combinazione di articoli da riviste diverse”, ha risposto Nick Fowler, Director of global academic relations: “ Se se ne comprano di più si ottengono dei benefit, come è prassi comune che si faccia, ma questo non significa che non si sia liberi [di non farlo]- ma allora non ci si può aspettare uno sconto”.

Insomma, Elsevier non ci sta ad essere dipinto come un nemico della scienza e ora vorrebbe parlare direttamente con i promotori del movimento. Č indubbio - ha sottolineato Fowler - che si deve fare un maggior lavoro di comunicazione.

“ All'inizio firmavano circa 200 persone al giorno, ora siamo a 600. L'unica cosa che loro hanno da perdere è la reputazione, ed è esattamente quello che stiamo erodendo”, ha detto Neylon, che sottolinea anche come gli accademici forniscano pubblicamente ricerche finanziate a riviste open access e il loro lavoro di revisione tra pari. Dopo di che, però, devono pagare Elsevier e company per avere accesso alle stesse ricerche pubblicate.

“Quello che in molti vorrebbero, me incluso, è sbarazzarsi di tutte le riviste e al loro posto avere board editoriali liberi di muoversi che forniscono un marchio di approvazione ai paper che vorrebbero apparire in siti come ArXiv, un deposito open access di articoli scientifici. Ma non è necessario avere idee così radicali per trovare la situazione attuale insoddisfacente e chiedere un cambiamento”, ha ribadito Gowers.

Difficile credere che Elsevier cambierà politica. Secondo i promotori della petizione è più probabile che lentamente avverranno una serie di piccoli cambiamenti, come il diffondersi di alternative open access con board editoriali in grado di garantire uno standard di qualità elevato.

Fonte: Wired.it

 

Autoritatile au trecut la o metoda mai putin obisnuita în speranta protejarii cladirilor istorice din Greenfild Valley Heritage Park, de lânga Holywell, Flintshire.

Parcul respectiv are suprafata de 28 hectare, include ecosisteme naturale, un muzeu si o ferma, fiind detinut de Consiliul Local din Flintshire.

Albinele: ultimul obstacol în faţa huliganilor

Din cauza actelor de vandalism facute de huliganii locali, autoritatile se gândesc sa amplaseze stupi de albine în apropierea cladirilor istorice, astfe încât orice persoana care va încerca sa distruga sau sa murdareasca un monument va deranja albinele care, odata iritate, vor trece la atac.

Chris Wright, managerul parcului, declara ca este dificil sa-i convingi pe turisti si locuitori, de asemenea, sa respecte statutul de zona protejata si, ca atare, este obligat sa adopte aceasta masura extrema.

Conducerea parcului spera ca albinele se vor stabili în zona, deoarece în împrejurimi cresc numeroase plante care le pot oferi necesarul de polen.

Planul initial al autoritatilor era acela de a înconjura cladirile cu garduri, dar masura s-a dovedit a fi mai costisitoare, iar huliganii distrugeau rapid împrejmuirile.

Albinele vor ajuta si flora locala, prin optimizarea polenizarii, iar solutia introducerii lor se înscrie în conceptul de dezvoltare durabila.

Totusi, exista unele îngrijorari legate de siguranta trecatorilor, daca albinele ar fi folosite pentru paza, deoarece în cazul în care vreo persoana ar fi întepata, ar putea exista consecinte grave.

Sursa: BBCNews - via Descopera.ro

 

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14/01/2018 @ 16:07:36
By Napasechnik
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21/11/2016 @ 09:40:41
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